Oggi, un apprezzato accademico come Alessandro Barbero ripropone una traduzione di questi godibilissimi poemetti distaccandosi dal tradizionale approccio filologico. I fabliaux, infatti, sono tutti scritti in versi, in lingua d’oil, e come tali tradotti in francese moderno. L’operazione che qui si è voluta tentare, con lusinghieri risultati, è stata quella di riproporre la loro freschezza ed immediatezza ad un pubblico più vasto, avvezzo alla lettura in prosa come è quello contemporaneo. Ne è risultata una traduzione più libera, ma assai più fruibile, che rivela storie piccanti, vivaci e sarcastiche, proprie di una mentalità medievale acuta e dissacratoria, ai più è del tutto sconosciuta e insospettata.
Si laurea in lettere nel 1981 con una tesi in storia medievale all'Università di Torino. Successivamente perfeziona i suoi studi alla Scuola Normale Superiore di Pisa e nel 1984 vince il concorso per un posto di ricercatore in Storia Medievale all'Università degli studi di Roma "Tor Vergata". Nel 1996 vince il Premio Strega con il romanzo "Bella vita e guerre altrui di Mr. Pyle, gentiluomo". Dal 1998, in qualità di professore di Storia Medievale, insegna presso l'Università degli Studi del Piemonte Orientale "Amedeo Avogadro". Oltre a saggi storici, è anche scrittore di romanzi. Collabora con il quotidiano "La Stampa", e lo speciale "Tuttolibri", la rivista "Medioevo" e con l'inserto culturale del quotidiano "Il Sole 24 Ore". Dal 2007 collabora ad una rubrica di usi e costumi storici nella trasmissione televisiva "Superquark". Il governo della Repubblica Francese gli ha conferito il titolo di “Chevalier de l’ordre des Arts et des Lettres”.
I fabliaux sono simpatici racconti medioevali satirici ed erotici, che provocavano risate e rossori in viso alla gente dell'epoca. Ma siamo sicuri che oggi non provocherebbero le medesime espressioni? Scommetto che molti di voi abbiano pensato :"ma che cosa sta leggendo?" Perché oggi, anche se TUTTI usiamo termini come cazzo, coglioni, scopare, figa, ecc siamo ben consapevoli che siano parole tabù. Da piccolina, quando ero arrabbiata e capitava di dire una parolaccia, mia mamma diceva :" Non sono parole che stanno bene in bocca ad una signorina" ed infatti sono diventata uno scaricatore di porto 😂😂. Una lettura piacevole e sai che figurone quando dici :"sto leggendo un libro storico, parla di fabliaux e cazzi medioevali"
Buffo e col dono della brevità, che evita di scadere nell’osceno arrivando velocemente alle battute conclusive (un Boccaccio meno dotato, insomma)
Dai fabliaux si rilevano alcune massime di vita: • generalmente il gaglioffo è il prete che cerca sempre di fare becco un bravo artigiano; • nel 1200 ci si lavava, visto che in più di un racconto c’è un esplicito richiamo a lavarsi nella tinozza come pratica comune (e pure goduriosa); • la pratica comune di far fuori quelli che tentavano di truffarti. Un vero far west!
La chiusa dell’ultimo fabliaux è fantastica (tipo: a chi tocca tocca)!
Lettura di svago, i fabliaux medievali sono raccontini con sfondo erotico, scritti per puro divertimento, con protagonisti quelli che erano i personaggi dell’epoca: il cavaliere, il prete, la donna ( e il marito cornuto). Un divertissement.
Il sangue del Principe e del Moro arrossano il cimiero d'identico color, ma più che del corpo le ferite, da Carlo son sentite le bramosie d'amor…
Qui non troverete sovrani dagli epiteti equivoci di ritorno da battaglie campali, troverete gli equivoci, quelli sì, e bramosie d'amor a bizzeffe.
Si tratta di licenziosi divertissement medievali assai pepati, spassosi nella loro fulminea brevità, per quanto i tòpoi siano sostanzialmente i medesimi delle odierne barzellette spinte.
La lettura dei fabliaux ci consente di tracciare il nitido ritratto d'una società borghese bassomedievale molto vivace, dedita ai frizzi e ai lazzi (lazzi con la elle eh, non pensate subito male! Per quanto l’argomento si presterebbe anche a… va beh!), ma pure dotta, erudita, raffinata: i testi francesi originali erano in rima, la materia trattata era triviale, non la sua forma, che invece era poetica. Soprattutto, ho avuto sentore di una società molto giovane, assai più della nostra: ci si sposava giovanissimi, spesso da adolescenti, si iniziava a lavorare da ragazzi se non da bambini, perciò si era già autonomi e accasati ben prima dei vent'anni; si diventava anche preti giovanissimi, per cui da qualche parte tutte le ben note pulsioni di gioventù dovevano pur trovare uno sfogo; questi racconti non sono altro che la rappresentazione delle fantasie proibite di una esuberante società di adolescenti e di ventenni.
A proposito di gioventù, a chi ha meno di cinquant’anni consiglio vivamente la mistica esperienza dell'audiolibro letto dalla voce inconfondibile di Pietro Ubaldi, storico doppiatore di almeno un centinaio di personaggi di cartoni animati e non solo; a seconda della vostra età anagrafica, sarà come ascoltare il saggio Balzar, il burbero Marrabbio, il dottor Hank McCoy, il sepolcrale Pelleossa, il gatto Doraemon, il Dottor Slump, il signor Labrador, il capitano Barbossa, Patric Stella, l'irripetibile fantastico Taz e via discorrendo.
Nel mio caso, per tutto il tempo ho udito quello sporcaccione di David Gnomo esibirsi in osceni turpiloqui conditi con le più lubriche zozzerie che possiate immaginare, roba da far impallidire di vergogna il più depravato dei troll!
Le tue gote son grosse e rosse, ed il naso è un po’ all'insù…
Non solo il naso mi sa, David amico mio, non solo il naso.
Dalle prime pagine si capisce subito che questi fabliaux medievali non hanno niente di polveroso: sono storie sfacciate, ironiche e spesso totalmente fuori di testa che ti fanno pensare “ma davvero qualcuno l’ha scritto?”. È un Medioevo che vive, ride e si prende in giro, lontanissimo dalle lezioni di scuola. Il risultato è una lettura piacevole e simpatica, che scorre veloce e strappa più di un sorriso. E alla fine resta una certezza: passano i secoli, ma gli esseri umani restano sempre gli stessi, con gli stessi desideri, gli stessi interessi e la stessa incredibile capacità (ahimè) di ripetersi nel tempo.
Lettura senza pretese, leggera e a tratti divertente. Brevi racconti popolari medioevali che di base hanno la sessualità come comune denominatore e che rivelano una forte satira verso il clero, le varie classi sociali e il finto perbenismo. I preti vengono spesso presi come bersaglio per il loro stile di vita "godereccio", così come gli uomini e le donne a tutto tondo. Quattro stelle perché non mi aspettavo ne di più ne di meno , letto in un giorno mezzo. Una pausa dalle solite letture.
Ascoltare la versione audible: 10€ /mese. Ascoltare il doppiatore italiano di David Gnomo-amico-mio, amico anche della nostra infanzia, che esclama "Perbacco, questa me la voglio proprio scopare!": non ha prezzo.
NB: le sedute di terapia successiva stanno invece a 80€ /h
Volevo dare a questo libro 5 stelle perché i fabliaux sono estremamente divertenti, interessanti e ben tradotti e le introduzioni di Barbero sono esaustive e aiutano a inquadrare l'opera. La mia critica è puramente di forma, anzi, di mancanza di editing e di scelte "tipografiche": sono presenti diversi errori di battitura e non capisco la scelta (che pare pigra) di utilizzare E' al posto di È.
Un must della letteratura medievale, nella bella traduzione curata da Barbero diventa un testo divertente e leggero, specialmente nella versione di Audible letta da Pietro Ubaldi. È il simbolo di un Medioevo gioioso, ricco di amore, dissacrante di simboli e di costumi, ma allo stesso tempo intelligente e privo di riserve.
Persona a caso: - Soobie, cos'hai letto oggi? Soobie (con tono orgoglioso): - Storielle del Duecento francese a base di gioiellini di famiglia maschili!
Si legge in un'oretta, neanche. Con la pausa in mezzo perché - dopo un po' - sono forse ripetitivi. Però come divertissment in un giorno di pioggia sono perfetti. Specialmente se li si legge sul divano con un cane in fianco e un cane sullo stomaco.
Portati spudoratamente a tavola per vedere la reazione dei miei genitori. Nessuno che ha fatto bah...
IL MIC DROP DEL XIV SEC. 😆 👇🏻👇🏻👇🏻 "Quando venne il turno del cavaliere, lui era ancora lì che pensava alla figura che gli aveva fatto fare, e a come avrebbe potuto vendicarsi; e così le ha chiesto: signora, rispondetemi un po’ senza mentire: ne avete di peli fra le cosce? Però, fa la ragazza, ecco proprio una bella domanda! Ma risponderò lo stesso: no, non ne ho. E lui le ribatte in faccia: LO CREDO BENE, SULLE STRADE BATTUTE NON CRESCE L’ERBA."
Un volumetto molto divertente e frizzante da leggere. I fablieux sono debitamente introdotti da una spiegazione da parte del Professor Barbero, che oltre a fornire informazioni riguardanti questo genere peculiare, ci spiega anche quali sono state le motivazioni di certe sue scelte di traduzione. I fablieux scorrono veloci e si snocciolano uno dopo l'altro. Sono molto simpatici e nonostante la volgarità della terminologia non risultano imbarazzanti da leggere. Leggere questi componimenti fa capire quanto poco siamo cambiati come esseri umani dopotutto.
Il libro è arrivato nelle mie mani grazie ai miei amici più stretti che per puro diletto hanno deciso che questo sarebbe stato uno dei miei regali di compleanno (pensare che l'altro è anche molto più osceno). Mi sembra inutile specificare che la scelta è stata dettata dal titolo che innegabilmente alla prima lettura non può fare altro che generare in chi lo legge un grosso sorriso (detto tra noi non penso che i miei amici si siano mai addentrati oltre il titolo di quegli antichi e obsoleti oggetti che chiamamo libri). Il libro consiste in una raccolta di fabliaux medievali, ovvero brevi racconti di carattere erotico che vi assicuro vi sorprenderanno e vi faranno ridere di gusto, troverete una varietà inaspettata di personaggi, i più ricorrenti i preti che in una vita all'insegna dei piaceri più smodati come quelli del vino e del gioco non lasciano di certo da parte quello delle belle donne. Sarebbe un grave abbaglio pensare di non uscirne arricchiti da una lettura del genere, d'altronde si sa che gli antichi sono la fonte migliore da cui attingere per ricevere consigli e insegnamenti che guidino la nostra vita. Molte storie presentano anche una vera e propria morale alla fine, vi faccio un riassunto di quelle più significative: le donne sono furbe, molto furbe e se non si sta attenti posso fregarti per bene; lasciare decisioni importanti in mano a una donna può essere una cosa di cui ti pentirai amaramente; le donne amano tradire i loro compagni specialmente con uomini più belli e più ricchi (preferisco non esprimermi sulla mia adesione o meno a tali principi).
"La voglia dei cazzi e altri fabliaux medievali" A. Barbero: 6 'Traduzione di venti fabliaux in forma volutamente moderna e godibile per un ampio pubblico.' ovvero venti racconti zozzi degni del più alcolico pranzo con gli alpini nella peggiore osteria della Valtellina. E i Vanzina muti. Europa 1200-1300 1) La voglia dei cazzi: una moglie, a stecco da tre mesi, fa un sogno zozzo quando il marito, tornato dal viaggio di lavoro, non soddisfa la voglia di lei. Lei lo schiaffeggia nel sogno, lui si sveglia e finalmente trombano. 2) I quattro desideri di San Martino: un uomo riceve da San Martino quattro desideri e, tra lui e la moglie, li sputtanano tutti facendosi dispetti a vicenda. 3) La signorina che non poteva sentir parlare di scopare: una contadina pretenziosa si sente male a sentire parolacce, ma poi si bomba il nuovo bracciante appena assunto perché è scaltro abbastanza da usare metafore per palesare le proprie intenzioni. 4) Il topolino nella stoppa: una neo sposina cogliona il marito per potersi trombare in santa pace il prete del villaggio. Per allontanarlo da casa lo manda a cercare la sua gnugna e il marito esegue, ma, scambiandola per un topo e cercando di farsela prima di giungere a casa, lo fa (fortunatamente!) scappare nei prati. Torna a casa e la moglie, comprensiva, lo perdona e gliela dà per pietà. 5) Lo studente povero: uno studente chiede la carità in una casa, ma la signora, in dolce compagnia del prete, lo caccia malamente fuori. Lo studente viene però raccattato dal marito di lei e condotto nuovamente in casa dove si vendica dello sgarbo di prima smascherando l'infedeltà della signora. 6) Il mugnaio e i due chierici: un mugnaio truffa due preti di passaggio e questi si vendicano trombandogli moglie e figlia con l'inganno e riempiendolo di mazzate per farsi restituire il maltolto. 7) La borghese d'Orleans: una signora dà appuntamento all'amante. Il marito se ne accorge e prova a beccarla sul fatto fingendosi l'amante, ma la moglie lo riconosce. Per pararsi il culo e fargli togliere ogni dubbio lo fa corcare di mazzate indicandolo come un pretendente fastidioso e irrispettoso da tutti gli abitanti e gli ospiti della casa. Il marito, cornuto e mazziato, da allora non nutre più dubbi sulla sua fedele mogliettina (che comunque continua a strombazzare in giro). 8) Boivin di Provins: Boivin è talmente scaltro da essere riuscito a raggirare un intero bordello. Con dodici soldi in tasca si è finto ricco e ha usufruito di tutti i servizi offerti per poi creare scompiglio e filarsela. 9) Il contadino dottore: un contadino sposa una donna e, per paura che questa lo tradisca di giorno quando lui è fuori a lavorare, la picchia ogni mattina per renderla indesiderabile fino alla sera. Un giorno si presenta dalla donna un messo del re in cerca di un dottore. La donna per vendicarsi, gli dice che suo marito è il più bravo dottore che ci sia, ma è talmente pigro da dover essere picchiato affinché lavori. A palazzo il re lo fa picchiare finché il contadino non si improvvisa medico e, grazie a stratagemmi, porta a casa il risultato. Il re soddisfatto lo riempie di soldi e il contadino, tornato a casa e senza più il bisogno di uscire a lavorare, smise di picchiare la moglie e vissero per sempre felici e contenti. 10) Il prete tinto: un prete vorrebbe farsi la moglie di un tintore. Le prova tutte fino ad arrivare anche alle minacce e quindi la donna chiede aiuto al marito. Insieme organizzano un piano per dargli una lezione. Il marito piomba a casa durante la visita del prete e la moglie lo fa nascondere nella tinozza con la tintura. Il marito finge di credere che sia un Cristo di legno in ammollo. Il prete riesce a fuggire dalla casa nudo e tinto di rosso scappando dall'accettata che dovrebbe tagliargli cazzo e coglioni, fuori luogo in una statua destinata alla chiesa. 11) Il vescovo che benedisse la fica: un vescovo continua a punire e ad ammonire un prete che convive con una donna. Il prete becca il vescovo che anch'esso zompa come un coniglio e lo convince a non scassargli più la minchia. 12) Il prete che fu messo nell'armadio: un prete se la spassa con la moglie di un ciabattino. Lui li scopre e piomba a casa. Il prete si nasconde nell'armadio nudo come un verme e allora il ciabattino se lo carica per andarlo a vendere al mercato e sputtanarlo davanti a tutti. Il ricco fratello del prete, avvertito della cosa, paga uno sproposito per l'armadio per risparmiare al fratello l'umiliazione. 13) Il contadino di Bailleul: la moglie di un contadino deficiente riesce a convincerlo di essere malato e poi morto per potersi trombare in santa pace il cappellano. 14) Il testamento dell'asino: un prete decide di seppellire il suo asino in terra consacrata. Il vescovo viene a saperlo e si incazza come una biscia. Il prete paga una multa e magicamente il vescovo cancella il suo peccato mortale. 15) San Pietro e il giullare: un giullare va all'inferno. Il diavolo esce per una commissione e delega lui al controllo delle anime dannate. San Pietro scende e ne approfitta per giocare a dadi con il giullare usando le anime che lo circondano come posta. Il giullare perde di brutto e San Pietro se ne torna con un botto di anime. Il diavolo torna, si incazza e manda a cagare il giullare che chiede asilo al Paradiso. Da allora nessun giocatore, giocoliere, menestrello o puttaniere è mai più stato ammesso all'inferno. 16) I tre ladri: un ladro membro di una banda decide di ritirarsi e metter su radici e famiglia. Dopo un po' riceve la visita degli altri due che gli fottono il maiale guadagnato con fatica. Lui prova a riprenderselo, ma gli altri due sono molto più bravi e se lo tengono. 17) I tre preti: tre preti ronzano intorno alla moglie di un mercante caduto in disgrazia. Lei dà appuntamento a tutti e tre per concedersi dietro compenso. All'appuntamento si presenta anche il marito e la sua mazza per accopparli e fottergli i soldi. Per sbarazzarsi dei cadaveri ingaggiano un nipote cretino che crede di seppellire sempre lo stesso prete che scappa ogni volta dalla sua tomba. Nella concitazione della cosa finisce anche per badilarne un altro innocente di sua iniziativa e seppellire anche lui. 18) Il prete e il cavaliere: un cavaliere chiede ospitalità ad un prete tirchiaccio che gliela concede dietro pagamento di ogni cosa contenuta in casa. Il cavaliere, indispettito, allora pretende di comprare anche i servizi della nipote del prete, della sua amante e, infine, anche del prete stesso. Il prete, per salvarsi letteralmente il culo, gli abbuona il conto e lo paga affinché se ne vada. 19) I cavalieri, i chierici e i villani: posto incantevole. I cavalieri e i chierici si immaginano di gozzovigliarvici mentre i villani pensano solo a usarlo come piacevole wc. 20) La strada battuta: durante obbligo o verità un cavaliere viene offeso dalla regina e restituisce la stoccata dandole dell'allegrona a letto davanti a tutti.
Le prime storie fanno sinceramente scassare dalle risate, ma andando avanti l'ilarità si annacqua un poco. Per quanto riguarda la resa dei fabliaux, da poemetti in versi a prosa secca - a cui bisogna aggiungere il lavoro di rifinitura dei periodi - può lasciare delusi. Rimane chiarissimo (e più volte esplicitato, quindi la mia è una critica inutile in fondo) che il volume in sé è creato per venir goduto da un pubblico ampio e popolare, rispettando d'altronde lo spirito originale, ma rimane anche un peccato non avere un riferimento diretto ai testi originali. L'unica effettiva critica negativa che muoverei è quella all'uso eccessivo di "be'" e ai dialoghi serrati, dove, complice la prosa secca e la conseguente mancanza di virgolette, si crea un minimo di confusione e ridondanza nella lettura.
In ogni caso oh, le prime storie sono davvero fenomenali e vedere tante di quelle blasfemie in testi della sempre supposta "epoca buia" non ha prezzo.