Schermi, sogni e spettri, il secondo dei volumi che minimum fax dedica agli scritti di Mark Fisher apparsi sul suo leggendario blog k-punk e su diversi giornali e riviste, comprende le sue riflessioni sul cinema e la televisione. Fisher è uno spettatore appassionato e curioso, senza pregiudizi ma con un occhio radicale, che analizza con uguale impegno e passione i film che hanno inciso in profondità sull’immaginario contemporaneo (Avatar, I figli degli uomini, V per Vendetta, Hunger Games, Batman) e le serie tv più innovative e inquietanti (Breaking Bad, The Leftovers, Westworld), ma anche il reality, documentari, talk show politici. A interventi d’occasione, ma mai occasionali nel giudizio e nella scrittura, si affiancano scritti su classici come la leggendaria serie inglese Il prigioniero, Shining o la saga di Guerre Stellari (che, precisa Fisher, si «svenduta» fin dall'inizio). Fisher affronta così maestri del passato e contemporanei, da Kubrick a Chris Marker, da Cronenberg a Nolan, e li inserisce in un fitto dialogo intellettuale con Marx, Freud, Lacan, Foucault, Žižek e scrittori come Philip K. Dick e Richard Matheson, tra inedite interpretazioni del passato e profetiche visioni sul futuro. La critica cinematografica è sempre anche critica dell’ideologia, e con l’originalità di pensiero e sguardo che lo contraddistingue in ogni suo intervento, Fisher prosegue anche qui il suo lungo confronto con il presente troppo reale del «realismo capitalista» e con gli spettri dell’utopia e della distopia.
Mark Fisher (1968 – 2017) was a co-founder of Zero Books and Repeater Books. His blog, k-punk, defined critical writing for a generation. He wrote three books, Capitalist Realism, Ghosts of My Life and The Weird and the Eerie, and was a Visiting Fellow in the Visual Cultures department at Goldsmiths, University of London.
Librarian’s note: There is more than one author in the Goodreads database with this name.
"Chtcheglov resiste all'estetizzazione del surrealismo, e tratta i quadri di De Chirico, per esempio, non come peculiari manifestazioni estetiche, ma come modelli architettonici, ideali di vita. Non dobbiamo contemplare un dipinto di De Chirico, dobbiamo viverci dentro."
"Una credenza è, per definizione, la credenza altrui. Sia come sia, ciò che adulti e moderni hanno in realtà perso non è la capacità di credere in maniera acritica, ma l'arte di usare le serie come innesco per inventare zone di gioco immaginarie che possono essere abitate."
"L'attacco dei neoliberisti alle «élite» culturali è andato di pari passo con il consolidamento e l'espansione del potere dell'élite economica. Ma non c'è niente di <> nel pensare che il pubblico sia dotato di intelligenza, proprio come non c'è niente di ammirevole nel <>, come se il desiderio fosse un dato di fatto invece che il risultato di infinite mediazioni."
"In assenza di un giornalista o regista che si assuma esplicitamente la responsabilità delle argomentazioni, oggi gli spettatori sono indotti a concepire ciò che vedono come la verità oggettiva, pura e senza mediazioni: di fronte a noi, veniamo spinti a credere, ci sono semplicemente delle persone reali, che si limitano a essere se stesse, e il rifiuto o l'incapacità di esplicitare qualsiasi posizione permette all'ideologia dominante - che il programma non riconosce né tantomeno critica - di subentrare."
Secondo libro di Mark Fisher che leggo,dopo "the weird and the eerie ", parla di film e serie TV sotto punti di vista psicologici, filosofici e sociologici. Anche se per una persona che non ha conoscenze specifiche a riguardo delle suddette discipline, certi passaggi possono risultare un po' ostici(la sottoscritta ha googlato un bel po' di parole e concetti, per capire di che acciderbole si parlava, a momenti), ho trovato questo libro molto interessante e stimolante. Mi piacciono i libri che ti spingono a voler imparare cose nuove ❤️
"È il ristabilimento della ragione infantile di fronte alla stupida intransigenza degli adulti a rendere punk Kafka, Carroll e Il priogioniero. Finchè non viene socializzato (cioè ammaestrato ad accettare in silenzio il capriccio irrazionale dell'altro), il bambino sa bene che l'autorità esiste solo se è possibile difenderla con la ragione. Il prigioniero, come William-Ellis, come i situazionisti e i surrealisti, coltiva un sogno considerato impossibile, la visione di un sistema sociale dove gioco e ragione si fondano nell'esplorazione di un Oggi Intensivo."
Illuminante, provocatorio, profondo. Non saprei come altro definire questo libro, raccolta di articolòi su cinema e televisione di Mark Fisher, grande pensatore morto suicida a quarantotto anni. le analisi puntuali di fim di grande successo come i Batman di Nolan o Hunger games, aprono spazi di riflessione inattesi illuminando zone oscure con il lume della ragione. Anticapitalista radicale, Fisher sa leggere l'ombra del neoliberismo nella cultura di massa come nessuno. Necessario.
Raccolta di saggi e recensioni che offre una panoramica del Fisher critico cinematografico e televisivo. Ne emerge un gusto particolare per la fantascienza e la distopia e soprattutto un approccio onnivoro alla cultura pop, in cui non mancano schegge del Fisher più critico nei confronti del “realismo capitalista”.