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La casa vivente. Riparare gli spazi, imparare a costruire

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Abitare è una delle principali caratteristiche dell’essere umano e la casa è il luogo umano per eccellenza. Domandare a qualcuno «dove vivi?» vuol dire chiedere notizie sul posto in cui si svolge la sua attività quotidiana. Ma soprattutto su quello che dà senso alla sua vita.

Servendosi anche di un suggestivo giro del mondo tra le architetture vernacolari, il libro va in cerca del senso profondo dell’abitare. Dalle Ande peruviane alle montagne indiane, passando per il Vietnam e la Mongolia, Andrea Staid ci racconta che una palafitta sul lago Inle in Myanmar si regge su pali di bambù che vanno controllati e spesso cambiati, oppure che le travi del pavimento di una casa nelle montagne del Laos invecchiano, respirano e vanno revisionate.
Ci racconta quindi che le case sono vive.

In questo libro non ci sono solo esperienze lontane, perché dai viaggi c’è sempre un ritorno e ovunque sta nascendo la consapevolezza di quanto sia importante vivere (dunque abitare) in un modo più sostenibile ed ecologico. Da questa necessità nascono le esperienze di autocostruzione che stanno crescendo in tutta Italia e la scelta dell’autore di abitare in un rapporto diretto con la natura, in una casa che di natura si nutre e che è stata costruita assecondandone i ritmi e gli spazi.

La casa vivente unisce antropologia ed esperienza personale, viaggio ed etnografia e ci invita a ripensare il nostro modo di immaginarci nello spazio.

168 pages, Paperback

First published April 7, 2021

10 people are currently reading
112 people want to read

About the author

Andrea Staid

18 books15 followers
Andrea Staid è docente di antropologia culturale e visuale presso la Naba, ricercatore presso Universidad de Granada, dirige per Meltemi la collana Biblioteca/Antropologia. Ha scritto diversi libri, tra cui Abitare illegale e I dannati della metropoli tradotti in Grecia, Germania, Spagna e adottati in varie facoltà universitarie. Collabora con diverse testate tra le quali: «Left», «Il Tascabile», «La Ricerca».

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Displaying 1 - 4 of 4 reviews
Profile Image for Vavinia.
49 reviews
April 28, 2021
L'ultimo paragrafo (Ripensarci dopo la pandemia) in cui Staid spiega magistralmente (forse come solo un antropologo può fare) quanto sia parziale il nostro sguardo, non solo in quanto occidentali, ma soprattutto in quanto umani in relazione al resto degli esseri viventi, è da standing ovation.
Un libro che spiega con intelligenza, umiltà, chiarezza, precisione e ricchezza di dettagli e di esempi, la necessità (e la logicità) di un modo di vivere orizzontale, che non sfrutta, non domina ma convive in modo rispettoso con quello da cui siamo in realtà indivisibili e da cui dobbiamo ricominciare a pensarci indivisi: tutto ciò che al mondo c'è di vivo e non umano.
Un mix da brivido di anarchismo, anticapitalismo, antispecismo, pratiche reali di resistenza alla religione dello sviluppo senza limiti; un libro che mette insieme continuamente teoria e pratica e che è una vera e propria boccata d'aria fresca, una mano che prova a frenare la corsa cieca dell'essere umano verso l'estinzione e l'apocalisse.
Profile Image for Dennis Scotti.
32 reviews
February 5, 2023
È un libro dotato di grande umiltà, una doccia sotto una cascata in mezzo al niente e al tutto della natura. Apre inevitabilmente l’orizzonte dello sguardo umano, sopratutto di chi vive immerso nel capitalismo e in quello che la società moderna ricerca. Alcune parti del saggio possono risultare molto semplicistiche, sopratutto per chi già è a conoscenza di alcune tematiche suggerite come azioni da poter svolgere per ricongiungere la nostra appartenenza alla natura, altre sono invece molto interessanti e talmente nuove da farti vivere in viaggio con l’autore mentre svolge il suo lavoro da antropologo.

Voto: 22/30
Profile Image for Livia.
7 reviews1 follower
May 8, 2025
Molto interessante e scorrevole. Si imparano cose nuove sulle abitazioni vernacolari in giro per il mondo ma soprattutto raccoglie diversi elementi per una prospettiva di vita ecosostenibile più profonda di "voglio un cottage nel nulla". Dopo questo libro guarderò all'urbanistica in maniera diversa. Inoltre ho trovato l'approccio attivo, creatore e sociale ispirante. finally un non-novel that I enjoyed🎉
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