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Lingua madre

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Paolo Prescher odia le «parole sporche», quelle parole che secondo lui non dicono ciò che dovrebbero dire, e le persone ipocrite che le pronunciano. Per questo odia la città in cui è nato, Bolzano, con la sua retorica sul bilinguismo e l'apparente armonia identitaria. Da qui l'idea di abbandonare l'italiano, il desiderio di parlare una lingua incontaminata e la fuga a Berlino, dove incontra Mira, l'unica che riesce finalmente a pulirgli le parole, tanto che persino tornare a casa gli appare possibile.
Si consuma così un'ossessione in tre atti, in cui Maddalena Fingerle riflette sul valore delle parole e sul loro potere e, attraverso uno stile fulmineo e raffinato, rivela il senso più profondo del linguaggio.

200 pages, Paperback

First published March 18, 2021

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Maddalena Fingerle

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Displaying 1 - 30 of 90 reviews
Profile Image for Orsodimondo.
2,458 reviews2,434 followers
November 15, 2025
SENZA OCCHI, SENZA LINGUA



Le parole pulite sono così: dici una cosa e intendi quella cosa, sono vere e limpide, non ci sono associazioni mentali che le rovinano, che le macchiano o che le sporcano.

Diviso in tre parti, Bolzano, Berlino, Bolzano, seguendo gli spostamenti del protagonista Paolo, voce narrante particolarmente attenta e acuta e tenera. E sotto il titolo, Bolzano, Berlino, Bolzano, con piacevole gusto retro (lo stesso dell’edizione le cui pagine si fa fatica a sfogliare), Fingerle indica gli argomenti trattati nel capitolo. Per esempio:
Paolo Prescher è ossessionato dalle parole – Giuliana Prescher piange – Biagio Prescher è muto – Luisa Prescher è falsa – eccetera
E così, nel primo capitolo, Bolzano, siamo introdotti all’intera famiglia Prescher: Paolo, l’io che racconta, il padre Biagio, che ha scelto il silenzio, la madre Giuliana, pittrice imbarazzante, e Luisa la sorella maggiore, alquanto detestata.



Ancora una volta sono le parole a cambiare ogni cosa.

Come si vede, l’ossessione per le parole di Paolo è dichiarata dalla stessa Fingerle sin dall’apertura. La si ritrova nelle due citazioni che ho riportato. Si direbbe che costituisca l’asse portante di questo breve romanzo (d’esordio e collezionatore di premi). Ma più si va avanti, più si capisce che le parole sono pulite o sporche, più che in base a se stesse, più che per quello che vogliono esprimere, per chi le pronuncia: è chi le pronuncia che le rende pulite o sporche. Mira, per esempio, la ragazza che Paolo conosce a Berlino e di cui s’innamora (ricambiato), sa dire non solo parole pulite, ma sa ripulire anche quelle sporche: dette da lei, le parole sporche tornano pulite.



Le prime quaranta pagine gettano le basi e sono scritte da un bambino-ragazzo che frequenta la scuola media: l’ironia, tagliente, si manifesta da subito, la padronanza della lingua anche, ma devo dire che presto m’è sembrato un martellare su giochi di parole.
Poi, Paolo voce narrante passa dalla scuola media al liceo, e il libro s’accende, il quadro s’allarga. Non solo per un episodio importante che coinvolge suo padre, il mio personaggio preferito – a un certo punto della sua vita ha deciso di smettere di parlare, o forse non gli riesce più di parlare, magari per un trauma, magari perché subissato dall’insulsa chiacchiera della parte femminile della famiglia (moglie e figlia maggiore) – ma è proprio tutto quanto che fa un salto avanti.
Anche se il modo d’esprimersi rimane identico, come se a 13 e 18 anni si parlasse-scrivesse nella stessa identica maniera.



L’ossessione di Paolo non è solo linguistica, solo per le parole. È proprio Paolo a essere ossessivo, a disagio col mondo e con la vita e con la gente.
E approssimandosi alla raggelante, allucinante fine, viene da pensare che le colpe del padre ricadono sul figlio. Anche se è il figlio a credere d’essere portatore della colpa, e il padre a essere innocente. Ma di figlio in figlio, nolente e per nulla volente…

Esordio notevole. Da rincontrare questa Maddalena Fingerle.

Profile Image for Laura Gotti.
589 reviews611 followers
June 28, 2021
Breve romanzo disturbante di una giovane autrice da tenere d'occhio. Segnalo inoltre le edizioni Italo Svevo per il gran lavoro di scelta di giovani autori, siete bravi ma vi prego, vi scongiuro, datemi dei libri con le pagine già tagliate che faccio un macello ogni volta. Non ho pazienza, voglia, capacità. Voglio leggere e quando giro una pagina ed è incollata e devo tagliarla, insomma mi innervosisco.

Torniamo alla Fingerle, che scrive di un ragazzo che ha paura di alcune parole, o meglio, che decide che alcune parole sono sporche. Vive a Bolzano, che odia. Si trasferisce a Berlino, si innamora di una ragazza che capisce le sue paure. È incinta. Decidono di tornare a Bolzano. Epilogo da brivido.

Tutto, in questo libro, è disturbante. Il protagonista, la trama, la scrittura senza neanche un dialogo, tutto discorso indiretto, il finale, l'idea. Davvero un bel romanzo per chi vuole uscire un po' da soliti schemi.

Birra in accompagnamento, come quasi sempre d'estate. Fa un caldo boia, ho appena traslocato. Non ne posso già più.
Profile Image for Pavel Nedelcu.
484 reviews117 followers
October 28, 2023
LA TRAGEDIA BOLZANINA

Credo sia molto difficile riuscire a scrivere una storia così essenziale (ridotta come trama e numero di attanti) e nello stesso tempo così tragica, singolare, piena di elementi e tematiche.

A maggior ragione quando si tratta di un primo libro, un debutto, dove è molto facile perdere il senso della proporzione e della misura.

Ma Fingerle ci offre nel suo romanzo, LINGUA MADRE, una vera tragedia in stile bolzanino, cioè rifuggendo la tentazione di esagerare, compatire e autocompatirsi, come succede invece in tanti dei romanzi contemporanei sulla famiglia e il percorso di evoluzione del singolo (es. Ciabatti, Raimo, Hakuzwimana, Tapparelli, Veronesi, ecc.).

Paolo Prescher è un incompreso e un inadatto: è questo il suo dramma principale, e ciò che lo rende interessante. La sua condizione mentale peggiora quando si trova a Bolzano, migliora quando si allontana dalla famiglia, come durante il periodo a Berlino, dove trova lavoro e amore.

Ma non riesce a valutare il vero impatto del suo disturbo ossessivo compulsivo per le parole “sporche”, cioè quelle parole che non dicono direttamente la verità, ma suggeriscono altro, foss’anche solo in virtù del suono che producono, che ha un significato soggettivo per ognuno.

Così, si susseguono le manie e le fissazioni di Prescher, insieme all’alienazione, provocata soprattutto dai malintesi, aumenta la sensazione di soffocamento e ansia – anche perché tutte le persone con cui viene a contatto pretendono qualcosa da lui, qualcosa che il protagonista non avrebbe nessuna intenzione di fare.

Ma Prescher si piega alla volontà di ciascuno, perché è generoso, perché non sa imporsi, perché la sua esperienza di vita è limitata, perché il suo atteggiamento è sempre conciliatorio e sfuggente: mai scontroso, mai impositivo.

Il suo dramma è tutto mentale, e i problemi cominciano quando, dalla mente, il disturbo trasla nella vita reale, essendo dispiegato in azioni pericolose per la sua vita e quella degli altri.
Profile Image for Chiara Basile.
238 reviews140 followers
March 15, 2022
All'inizio non stavo capendo niente e la cosa mi ha un po' innervosito. La fine invece l'ho capita benissimo e forse preferivo rimanere confusa.
164 reviews93 followers
May 5, 2021
Qualche giorno fa, una persona mi ha detto che non esistono libri consolatori. Io gli ho risposto che sì, esistono, sono rari ma esistono.

Lingua madre è un romanzo consolatorio - un bellissimo romanzo d'esordio che trabocca di umanità.

È dolcissimo, e delicato, e feroce, e profondo, e ha tantissimi colori.

È un libro che mi ha pulita, in qualche modo - mi ha pulito lo parole, ma anche i pensieri e lo sguardo.
Profile Image for Freca - Narrazioni da Divano.
391 reviews23 followers
September 22, 2021
Un libro che consiglio? Sì, ma non fatevi ingannare dalla 4ta di copertina! Sbaglia assolutamente il focus illudendomi di trovarmi di fronte a una riflessione ontologica sulla lingua, sul ruolo delle parole in un contesto complesso come quello del bilinguismo, dove l'idioma è la prima forma di identità mentre questo rimane totalmente secondario e periferico come discorso (ma data la struttura scelta non poteva che essere così, anzi avrebbe striduto diversamente): centrale è l'ossessione del protagonista che si esplica nel cercare di pulire le parole, che sono sì una forma di identità ma non in una considerazione generale-geografica bensì come specchio dell'interiorità specifica di Paolo inserito nel contesto di Bolzano, che però è solo teatro d'azione ma non coprotagonista, probabilmente in altro luogo avrebbe espresso diversamente la sua mania perché comunque si è influenzati dall'intorno ma ciò non dà comunque una visione universale sulla situazione linguistica dell'alto Adige, che, appunto, rimane accennata seppure con spunti interessanti per chi ci si approccia per la prima volta all'argomento.
Punti di forza del romanzo sono la struttura compatta, coerente anche se nella sua progressione inevitabile un po' troppo strutturata per i miei gusti, seppure apprezzi sempre l'utilizzo della ciclicità, lo stile concitato, che ti fa rincorrere la vicenda nell'accavallarsi dei pensieri di Paolo (seppure come sapete solitamente non è fra quelli che prediligo ma qua è perfetto per la narrazione), e, infine, soprattutto, la scelta del punto di vista: l'occhio del protagonista sempre rivolto sulla realtà, dove proietta la sua interiorità e quindi deformando con la sua percezione i fatti, uno sguardo più o meno ampio, che ci lascia più i meno respiro e quindi ci dà più o meno i informazioni in base alle fasi ossessive del ragazzo, che più riesce a tenere pulite le parole più si rapporta con l'esterno con sguardo lucido. Il punto di vista, comunque, pur essendo in prima persona è sempre assolutamente rivolto al di fuori e mai all'interiorità perché il protagonista, come il padre, parla solo finché ha percezione del mondo fuori. Le atmosfere sono, quindi, claustrofobiche, ci sentiamo soffocati dalla realtà che risulta stretta, schiacciati dentro il suo limitato punto di vista.
Sicuramente un'ottima rappresentazione della malattia mentale, che aiuta a farsi un'idea della percezione di chi ne soffre del mondo che lo circonda, il personaggio è un po' stereotipato ma ho apprezzato la metafora parole pulite e sporche dato che le usiamo proprio per definire e rapportarci con il mondo.
In conclusione un buon libro che però non ho trovato dirompente nei contenuti, con una struttura standard, estremamente, forse troppo, funzionale al progredire della storia, scritto con una penna brillante: un'ottima confezione che può aprire gli occhi sulla malattia mentale, creando una risonanza anche dolorosa e angosciante con il protagonista ma mi è mancata la scintilla che lo avrebbe reso più che un eccellente esercizio di stile, che mi destabilizzasse dal punto di vista intellettivo, ha puntato quasi solo sul cuore e io cerco altro da una lettura.

Spoiler, considerazioni sul finale

Il finale può apparire come aperto ma a mio parere è invece più che chiuso: non è rilevante se si uccide, vediamo un Paolo che ha completato il suo estraniamento dalla realtà e vaga nella città, nemmeno l'incontro con il ciclista (che secondo me lo evita mentre cammina senza guardare) riesce a creare un filo, un ponte che lo svegli, quindi continua a rimanere perso e sconnesso da ciò che c'è fuori, immerso nella sua percezione, obnubilato, vive totalmente in sé, nella sua testa, il resto è nebbia. Se la moglie sembrava il contatto con la realtà, lo shock della nascita di un maschio che riporta tutto il trauma del rapporto con il padre, somatizzato nell'asma di cui parla all'inizio perché cmq lui processava dentro di sé i disturbi paterni come se fosse in risonanza in una empatia malata (non si distacca ma si fa assorbire dalla malattia del padre, lui condanna le donne della famiglia per non averlo capito, ma loro semplicemente si tenevano a galla invece da farsi assorbire, perché gestire la malattia mentale vuol dire proteggere l'altro ma anche se stessi dal rischio di entrare troppo un simbiosi e quindi sviluppare patologie complementari), e quindi provoca definitivamente un punto di rottura dove il suo rifiuto della realtà si esacerba mostrato nella negazione del sesso del nascituro, c'è il breakdown psichico che lui inconsciamente aveva sempre cercato di tenere lontano pur nelle sue crisi. Per cui per me il finale è la perfetta chiusura del cerchio, l'acme di tutto quello che era stato costruito, la fuoriuscita dalla realtà: come poi questa termini concretamente non è importante, noi siamo nella sua testa e il reale è definitivamente finito con l'ultimo spiraglio, inutile, l'insulto, che gli viene dato per ricollegarsi al mondo esterno, e quindi ciò che poi accadrà nel nostro mondo Paolo non lo vivrà chiuso come è nella sua testa. Noi veniamo esclusi dalla sua testa alla fine perché anche noi siamo reali quindi smettiamo di esistere e lui smette di raccontarci: Paolo è il punto di vista, i nostri occhi sulla realtà, che quindi vediamo sotto lente deforme, con dettagli che acquistano senso solo man mano, però finita la realtà ci rendiamo conto che il suo racconto erano occhiali per noi per il fuori ma non c'è mai stato un reale focus all'interno (infatti chiusa la realtà, chiuso il libro), lo sguardo era stato sul fuori, sempre più piccolo, sempre più ossessivo su un dettaglio, uno spiraglio che si chiude.
Profile Image for Minimerecensioni .
166 reviews19 followers
October 1, 2021
Lingua madre di Maddalena Fingerle (Italosvevo Edizioni 2020).

"Le parole pulite sono così: dici una cosa e intendi quella cosa, sono vere e limpide, non ci sono associazioni mentali che le rovinano, che le macchiano o che le sporcano."

Sorprendente romanzo d'esordio, meritatamente pluripremiato, per Maddalena Fingerle. Lingua madre è la storia di un'ossessione, quella di Paolo Prescher, per le parole sporche, che non dicono quello che devono dire. Solo Mira, con il suo amore puro, riuscirà a trasformare Paolo, a ripulirgli le parole, dando un nuovo senso alla sua vita, o forse semplicemente ribaltando quell'ossessione di cui fino alla fine resterà prigioniero.

Lingua madre offre interessanti spunti di riflessione sul linguaggio e sul fatto che le parole possano essere "sporcate" da eufemismi, ipocrisie, allusioni che le privano della loro essenza. E a nulla serve restare in silenzio, mettere etichette o aggrapparsi a ripetizioni compulsive per liberarsi dalla prigione di questa lingua degradata.

Maddalena Fingerle fa della lingua un uso magistrale, frammentandola, ricomponendola, anagrammandola, rendendola di volta in volta ironica, delicata o convulsa, dandole nuovi significati e sfumature mai casuali, come non sono casuali i nomi stessi dei personaggi.

Un libro che vi consiglio assolutamente di leggere, per scoprire una nuova voce narrativa giovane e potente.
Vi segnalo l'edizione intonsa di Italosvevo Edizioni, le cui pagine vanno tagliate perché possano aprirsi al lettore.

L'
Idioma
Nitido
Genera
Un
Amore

Ma
Angosce
Dilagano
Rompendo
Equilibri

Ehm, scusate, mi sono lasciata prendere la mano 🙊
Profile Image for Frabe.
1,196 reviews56 followers
May 20, 2021
Paolo Prescher è ossessionato dalle parole sporche, poco chiare, ambigue, e trova insopportabile chi le usa. Dalla sua Bolzano, dove la confusione linguistica ammorba tutto e tutti, fugge appena può verso una città pulita e una lingua nuova. Nella sua vita si apre allora una parentesi felice, impreziosita dall'amore, ma le circostanze lo porteranno al ritorno, e sarà deleterio, fatale.
Questo romanzo, per il quale l'esordiente Maddalena Fingerle ha ricevuto il Premio Calvino 2020, decolla piano, prende quota, vola... finché il viaggio si chiude, col botto.
Profile Image for Elalma.
900 reviews103 followers
March 20, 2022
Racconto originale, profondo e innovativo.
(E mi stupisco quando qualcuno dice che non ci sono scrittrici italiane contemporanee valide...)
Profile Image for Catoblepa (Protomoderno).
68 reviews118 followers
October 28, 2021
La vita di un uomo, dall'infanzia all'età adulta, che vive un rapporto sinestetico con le parole, che si concretizzano e lo sporcano (o lo puliscono) e il dramma di fronte alla stanchezza e all'incapacità di rinnovamento del linguaggio verbale umano.
Questo romanzo è un piccolo grande miracolo, esordio di una ragazza non ancora trentenne e che ha già una potenza espressiva, una voce personale e una capacità di creare una storia originale che di solito ci si aspetterebbe da navigati maestri.
Nell'ultimo capitolo c'è una parte, che non è proprio l'ultimissima ma è appena prima, è la penultimissima, che mi ha ricordato (per la prima volta in forma testuale) il finale di Zabriskie Point: solo che a esplodere qui non sono i beni di consumo, ma le ben più consumate parole. Formidabile.
Profile Image for Anna.
108 reviews31 followers
February 2, 2024
Un monologo fiume sul senso di (non) appartenenza e sulla (non) comunicabilità, sulla lingua come simbolo e veicolo di identità, famiglia, ricordi e tempo.

Lessico (non) familiare ambientato a Bolzano, così lontana e ibrida, forse falsamente bilingue o forse distorta dallo sguardo (e dalle parole) di un indecifrabile protagonista.

Prezioso e folgorante.
Profile Image for Alberto Palumbo.
315 reviews43 followers
May 22, 2021
Un debutto che aspettavo da un anno, da quando la sua autrice ha vinto il Calvino. Direi che le aspettative non sono state deluse. Ci voleva “Lingua madre” per risollevarmi il morale dopo le mezze delusioni della dozzina del Premio Strega.
Ciò che mi ha colpito di quest’opera prima è il modo in cui l’autrice è riuscita da un lato a rappresentare l’ossessione del protagonista, Paolo Prescher, per le “parole pulite” e le “parole sporche”, ovvero parole il cui significato non corrisponde a ciò che indicano, attraverso uno stile monologico e tendente al claustrofobico che molto deve a Thomas Bernrhard (autore che Paolo, tra l’altro, legge nella biblioteca di Berlino assieme a Karl Kraus), e dall’altro il bilinguismo dell’Alto Adige e il concetto di Heimat, temi mai affrontati in letteratura italiana e che solo Fingerle ha raffigurato per la prima volta.
“Lingua madre” non è solo un romanzo sul tentativo di riportare le parole al proprio significato originario, ma è anche un romanzo sul senso d’appartenenza.
Profile Image for Teresa bee book a lula.
173 reviews144 followers
October 27, 2024
Un romanzo doloroso e disturbante che sul finale mi ha causato non poco malessere. Ho troppi sentimenti contrastanti e devo aspettare di far sedimentare quello che provo. Però di una cosa sono sicura: è un esordio letterario davvero molto interessante.
Profile Image for Ornella.
187 reviews25 followers
August 24, 2021
Questa valutazione/recensione è da prendere estremamente con le pinze perché sono convinta di non aver apprezzato questo libro per motivi squisitamente soggettivi; credo che l'autrice scriva bene e infatti non escludo di voler leggere altro di suo in futuro.

Venendo al dunque, non mi piacciono i romanzi scritti in prima persona e non mi piace quando la voce narrante è affidata ad un bambino/ragazzino, quindi già questi elementi non hanno deposto a favore di Lingua madre ma, come dicevo, è una mera questione di gusto personale; per tutto il libro siamo nella testa di Paolo, il protagonista, e la prima persona è efficace in questo senso.
L'altro grande problema è che mi aspettavo un libro sulla lingua, sul bilinguismo, che riflettesse sul valore delle parole, volevo leggere un libro meta-linguistico, e invece di fatto l'ossessione del protagonista per le "parole sporche" è solo un'espressione del suo disagio psicologico, solo un pretesto.

Il finale è disturbante e agghiacciante e, nonostante ad un certo punto il crescendo lascia intuire un epilogo del genere, lascia comunque il lettore sgomento.

È un libro molto scorrevole e incalzante, lo consiglio a chi non legge molto perché non è pesante.
Profile Image for sinepudore.
318 reviews10 followers
August 7, 2021
Boccheggi, ti bruciano i polmoni. L'acqua ti sembra sempre più fredda e, soprattutto, sempre più amara. Non sei più tanto giovane. Adesso stai per morire. Non è niente. Ci sono qua io. Non ti lascerò cadere. Continua a leggere.
#quote
Profile Image for Livietta.
489 reviews69 followers
July 29, 2022
Potrebbero quasi essere cinque le stelle, perché mi sono trovata davanti ad un romanzo veramente particolare e complesso.
Il libro è diviso in tre parti, Bolzano, Berlino, Bolzano. E racconta la vita di Paolo, dall'infanzia a Bolzano, la vita a Berlino e il rientro a Bolzano in seguito ad un evento sconvolgente.

Paolo è ossessionato dalle parole e dal loro essere sporche e sporcate, e cioè macchiate di ipocrisia e falsità. Odia Bolzano, in cui è nato che di questa sua ossessione è in qualche modo quasi un simbolo, odia sua madre e odia sua sorella per lo stesso motivo.
E da qui, Paolo scappa alla ricerca di una lingua pulita, incontaminata e di una propria identità ed equilibrio.
Da qui, una quantità di spunti sul linguaggio, sull'identità, sulla ricerca di un ideale (che probabilmente non esiste) senza riuscire a trovare un (proprio) equilibrio.
Bellissimo a partire dalla scelta del titolo, dalla presenza di una serie di cose non dette/raccontate che ancora di più rendono la soggettività del personaggio come fulcro della storia oltre ad un linguaggio decisamente potente. Ci sono delle scelte stilistiche che portano direttamente dentro il personaggio e dettano, in qualche modo, anche il ritmo della lettura.
Il linguaggio del Paolo bambino è diverso da quello del Paolo adolescente e acora diverso da quello del Paolo Innamorato: ma tutto questo è gestito in maniera naturale e senza alcun salto.
Peccato solo che, alla fine, se ne sia parlato tutto sommato poco e che il libro non sia neanche di fasilissima reperibilità: sempre siano lodate le piccole librerie in cuile libraie ti mettono in mano qualcosa che altrimenti sarebbe finito nel dimenticatoio in tempi brevissimi.
Profile Image for Amanda Rosso.
333 reviews29 followers
September 11, 2021
Un romanzo da tenere sempre accanto, da rileggere, spiluccare, coccolare.
Una autrice da ricordare, sentiremo ancora parlare di Maddalena Fingerle e con grande gioia.

Un romanzo importante, uno stile personalissimo e conturbante, un protagonista neurodivergente complesso, non una macchietta o un siparietto tragico/comico, ma un essere umano di una complessità assoluta e a tratti disturbante.
Una riflessione sulla lingua, sul l'appartenenza, sull'italianità borghese e provinciale, una riflessione sulla sofferenza psichica e le sue infinite diramazioni.

Un lavoro delicato e una scrittura di rara lucidità.
Profile Image for Sara.
7 reviews
August 15, 2021
Un romanzo super piacevole e coinvolgente. La lettura ti avvolge completamente e non smetteresti più di leggerlo. Uno dei pochi libri ai quali mi sono realmente affezionata e che alla sua conclusione ho provato un certo senso di malinconia, perché avrei voluto durasse all'infinito. Consigliato assolutamente.
Profile Image for Alessandra.
12 reviews1 follower
February 29, 2024
Voto: 3.5/4
“E mi ripeto in testa: tedesco negro tedesco negro tedesco negro stronza. Non è vero che le parolacce sono sporche, dipende. Le parole sono tendenzialmente pulite se dicono quello che devono dire senza fare la doppia faccia, come negro e tedesco. Negro e tedesco sono più pulite di persona di colore e sudtirolese di madrelingua tedesca.”

È molto difficile riassumere in poche righe ciò che questo libro mi ha lasciato, quindi cercherò di fare un breve riassunto della trama e cercare di dire due cose su cosa mi è piaciuto e cosa un po’ meno.
Il protagonista è Paolo Prescher (anagramma: parole sporche), che racconta la sua vita in tre momenti diversi: l'infanzia e l'adolescenza a Bolzano, dove l'ambiguità delle persone, il loro attaccamento all’apparenza e la mancanza di una lingua ufficiale (si definiscono tutti bilingui ma nessuno lo è davvero) hanno irrimediabilmente contaminato (sporcato) il vocabolario di Paolo; l'inizio della vita adulta e l'indipendenza a Berlino, dove il contesto cittadino aperto e multiculturale hanno pulito le parole; infine, il ritorno a Bolzano.
Cosa mi è piaciuto del libro: il concetto di parola come materia. Il concetto di "madre". "Madre" come l'italiano per Paolo, la sua lingua madre. Maddalena Fingerle racconta l'ossessione di Paolo per le parole: le parole sono materiali ed evocano sensazioni fisiche: profumano, riempiono lo stomaco, puliscono o sporcano. Le parole sporche sono quelle che vengono corrotte dall'uso improprio e contaminano a loro volta la lingua e le persone. Inoltre, la persona che sporca di più le parole è proprio la madre di Paolo. Inizialmente descritta in modo molto negativo, viene rivalutata quando Paolo riscopre a Berlino la sua lingua madre. In questo momento sembra che anche l'immagine ed i sentimenti che prova per sua madre vengano ripuliti, riscoperti, e troviamo nelle descrizioni una persona più umana, affettuosa e più amata dal figlio.
Le descrizioni “monoblocco” delle persone mi sono invece piaciute un po’ meno. Il libro è narrato in prima persona, di conseguenza le persone ci vengono descritte come Paolo le vede ed hanno il filtro dei sentimenti che prova verso di loro (odio, affetto, idolatria). Come anticipato, la madre non viene descritta con termini affettuosi, per non parlare della sorella: una stronza. La fidanzata Mira di Pienaglossa (anagramma: sapone di Marsiglia), invece, è un angelo sceso in terra, che smette di esistere nel momento in cui perde la sua funzione, ossia pulire le parole di Paolo. Il padre viene idealizzato, senza motivazioni specifiche, semplicemente per il fatto di essere l'opposto della madre. Questa visione (inevitabilmente) unilaterale mi ha fatto sorgere il dubbio che forse non erano loro ad essere così categoricamente definiti, ma piuttosto di aver ricevuto un'interpretazione totalmente distorta da ciò che Paolo voleva raccontare di loro. Nella mia mente ho rivalutato un po' l'immagine di tutti.
Profile Image for raffaella t.
51 reviews8 followers
April 30, 2023
all'inizio mi stava antipatico per tutta la sua negatività, certamente trauma ma non esplorato e quindi difficile da avere empatia. poi mentre andavo avanti sono cominciata ad interessarmi a questa storia, a questo personaggio e al suo avvenire. alla fine sono rimasta un po' delusa, non per la sua ricaduta, ma per il ritorno al trauma non compreso e non esplorato, come all'inizio del libro. anche se adesso avevo già cominciato a sentire empatia verso di lui, ma tra la frustrazione della sua instabilità e l'ignoranza sul suo stato, sembra che il romanzo si è chiuso troppo improvvisamente.
Profile Image for Gertrud.
179 reviews7 followers
October 28, 2023
La scrittura di questo libro vale 5 stelle, ma, per me, la valutazione di un libro non può prescindere dalla trama (anche se qualche autore non è d'accordo). Per tutto il libro ho provato un senso di angoscia, di turbamento, di vulnerabilità che la scrittura asseconda in pieno. E che il finale non ha cancellato. Anzi.
Profile Image for Gio Pervinca.
192 reviews17 followers
September 19, 2023
Questo libro mi ha sporcato tutte le parole. Credevo le stesse ripulendo invece mi ha tradita.
Ho letto qualcosa di potente. Una potenza affine a quella di Laura Pugno e Anja Trevisan.
Devastante, per nulla delicato, disturbante e agghiacciante. Potente. L’ho già detto potente?
Profile Image for Francesca JT .
22 reviews1 follower
May 1, 2024
Terrificante, un capolavoro del suo genere. Scrivo questa recensione di notte perché Lingua Madre mi ha lasciato senza parole. O per meglio dire, mi ha sporcato tutte le parole.
Spero di averne qualcuna in più domani per elogiare il genio di Fingerle. Anche se sono ancora sotto shock.
Profile Image for Elettra.
357 reviews28 followers
April 20, 2022
Il libro della Fingerle è bellissimo e nello stesso tempo difficilissimo da riassumere o commentare. L’argomento è molto interessante e non così strano come potrebbe sembrare. “Sporcare le parole” che cosa vuol dire? Non voglio addentrarmi nei problemi di linguistica o di psicologia, perché non ne sarei capace, ma una parola pura, pulita sa indicarmi quell’oggetto e solo quello e questa certezza può rendere sicura la percezione della realtà che ci circonda. Certo ci possono essere parole che feriscono perché sono usate con quello scopo oppure parole che per associazioni mentali ti fanno provare una particolare emozione o un particolare ricordo, magari spiacevole. Paolo Prescher, il protagonista è nato e vive a Bolzano e prova su di sé il problema della doppia identità, quella italiana e quella tedesca. Semplice non è, come sanno tutti i sudtirolesi, perché in un certo momento della tua vita, se vorrai lavorare dovrai scegliere a quale gruppo linguistico appartenere. Si vedano le leggi regionali. C’è però un altro problema e cioè che il tedesco parlato a Bolzano è più un dialetto, un po’ diverso dal tedesco bavarese. Per il giovane Paolo tutto ciò diventa un grave problema e la famiglia, ahimè, non lo aiuta e soprattutto non lo capisce. Fuggirà Paolo a Berlino per parlare unicamente il tedesco e dimenticare il passato con i suoi problemi. Per lui «Le parole pulite sono così: dici una cosa e intendi quella cosa, sono vere e limpide, non ci sono associazioni mentali che le rovinano, che le macchiano o che le sporcano». Non vado oltre, perché la seconda parte è molto bella e merita di essere letta, soprattutto quando si riapproprierà delle parole italiane “pulite”. Il finale molto umano e drammatico ci fa vivere un crescendo di forti emozioni.
Profile Image for Ninn.
28 reviews
June 4, 2021
Che bel libro!
Letto in poche ore, è una tensione che cresce cresce e poi esplode in un finale che è un colpo al fegato.
Notevolissimo il fatto che sia stato scritto da un’esordiente - o forse no? Vero è che da qualche anno a questa parte sono molto più interessante i finalisti del Calvino rispetto ai finalisti dello Stega.

Una piccola pecca che non mi fa dare cinque stelle (proprio a voler fare la punta ai chiodi). La parte centrale di Berlino non mi convince, il fatto che Mira si apra e si abbandoni così in fretta a un ragazzo che, diciamocelo, un po’ strano lo è, mi ha fatto storcere il naso. Al primo appuntamento questo si chiude in un bagno, blatera di parole sporche e pulite, dimostra chiaro segno di squilibrio, e lei lo accoglie a sé senza fare domande, lo invita da lei, è pronta a intraprendere una relazione senza farsi un problema.
Insomma, io non ci creduto. Forse il tempo del racconto andava dilatato un po’, occorreva accompagnare il lettore di più, rendere i fatti più credibili. Comunque, l’unico punto fragile di un romanzo bellissimo scritto da un’esordiente giovanissima, ricordiamolo.

Vorrei conoscere Maddalena solo per farle i complimenti.
92 reviews2 followers
November 24, 2022
Finalmente ho letto questo libro e meno male! Mi stavo perdendo un grande esordio! Maddalena Fingerle per me ha del vero talento: la scrittura scorre fluida , senza intoppi, sembra di riuscire a leggere pure il tedesco, che intermezza le frasi di Paolo Prescher. Qual è il limite alla sensibilità? Quando è patologica? Quando la passione o la cura possono diventare ossessione e da cura trasformarsi in malattia? Come ci si sente ad essere mezzi? Ed è possibile tornate a respirare quando ci si sente oppressi? L'amore salva davvero?
Indubbiamente sul podio dei libri del 2022 (almeno per ora)
Ottima la prima Maddalena Fingerle e ottima scelta darle spazio Italo Svevo edizioni!
Profile Image for Jenny.
Author 6 books9 followers
May 22, 2021
Un libro fantastico e unusuale, che racconta molto bene, quanto sia difficile amare questa terra, soprattutto per gente che - come me - ci è nata, mai qui non si sente proprio a casa. Oltre a mettere luce su molte criticità rispetto al vivere in Alto Adige, riesce a dare anche un assaggio su come nascono e si sviluppano le malattie mentali. Piccolo Content Warning per il finale, che ti arriva come un pugno allo stomaco. Nonostante quello, spero che "Lingua madre" di Maddalena Fingerle un giorno verrà letto in tutte le scuole dell'Alto Adige (magari al posto delle opere di Josef Zoderer...).
Profile Image for † Bea †.
3 reviews
August 5, 2023
Il libro sembra più che altro un esercizio di stile (la scrittura di Fingerle è davvero eccellente). Complice forse ritmo molto rapido della narrazione (il libro si legge in pochissimo tempo), i personaggi sembrano tutti poco sviluppati. In particolare Mira. La trama, poi, è decisamente molto semplice e lineare.
Profile Image for Sonia Panico.
50 reviews
August 31, 2021
Questo romanzo all'inizio non mi aveva convinto molto, ma in poche pagine ha saputo rapire la mia attenzione e devastarmi sul finale. Non è un libro per tutti, ma sicuramente per chi cerca qualcosa di differente e devastante.
Displaying 1 - 30 of 90 reviews

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