Si Goliarda Sapienza est connue pour ses romans, et notamment son chef-d’œuvre L’Art de la joie, ses premiers écrits étaient des poèmes. Longtemps rejetés par les éditeurs italiens, ce n’est qu’en 2013 qu’ils ont été publiés pour la première fois. Écrits dans les années cinquante, on retrouve dans ces textes imprégnés de mélancolie, de solitude et de désir, la mythologie personnelle de l’auteure et les motifs qui parcourront par la suite l’ensemble de son œuvre. C’est dans une édition bilingue que nous proposons aux lecteurs de découvrir Ancestrale, dans l’espoir que ce livre rendra au mieux la singularité et la beauté de la voix de Goliarda Sapienza.
Goliarda Sapienza was an Italian actress and writer. Goliarda Sapienza was born 10 May 1924 in Catania. Her mother was Maria Guidice, a prominent socialist, her father Peppino Sapienza, a socialist lawyer. As a child, Goliarda Sapienza reenacted films she had seen in cinema. In 1941 she and her mother went to Rome, where she studied theatre. She worked as an actor in both films and plays, but from 1958 she focused on writing. Her now famous novel L’arte della gioia (The Art of Joy) was finished in 1976 but rejected by publishers because of its length (over 700 pages) and its portrayal of a woman unrestrained by conventional morality and traditional feminine roles. It was first published by her husband Angelo Pellegrino after her death.
Lá onde o sangue se coagula em nós de papel de penas e trama veias de recordações coalhadas a vida morde
Creio que não foi concertada a recente publicação por parte de duas editoras portuguesas de obras de Goliarda Sapienza (1924-1996), uma italiana praticamente desconhecida em Portugal e basicamente ignorada durante a sua vida, mas congratulo ambas por me darem uma conhecer uma autora simplesmente magnética.
Cerrar os punhos na boca para não falar Cerrar os punhos sobre os olhos para não ver Atirar-se ao chão e escavar em silêncio
Também na edição de “Ancestral” há uma introdução inestimável de Angelo Pellegrino, o último companheiro de Goliarda, sem o qual a sua obra nunca teria saído do fundo da arca onde ela guardava os seus manuscritos. Tendo recentemente terminado “Carta Aberta”, o primeiro livro de memórias de Goliarda, creio que são leituras que se completam e permitem captar toda a aura de uma mulher que se atreveu a escrever poesia, esse ato altamente burguês num meio predominantemente de esquerda. Foi só após a morte da mãe, em 1953, que a autora, a viver o luto de um amor filial complicado, começou a escrever este livro de poesia, que ficou inédito até aos dias de hoje.
PARA A MINHA MÃE Três vezes abriste os olhos para me veres Três vezes suspiraste estendeste os braços pedindo desculpa e sem falar desembaraçaste-te da vida como de um casaco que pesa quando chega o Verão.
“Ancestral” expõe uma poesia rudimentar e despojada que intensifica a perda e o sofrimento amoroso com as paisagens sicilianas em pano de fundo.
Sopro meu sopro se respirar respiro pela tua boca. Se vir vejo pelos teus olhos. Ao teu lado aprendo a procurar por entre as urtigas o carreiro que leva até ao mar
Há fragilidade e força…
Gostaria de à sombra do teu olhar deter-me e com a mão desenhar a tua voz que desce até mim para contar
Gostaria de ao ritmo do verso abandonar-me mas o tempo aperta e tenho de continuar a correr
…e uma forte fisicalidade que se exprime pelo olhar, pela pele e pelo sangue.
Tens mãos de homem pesadas pesadas sobre o meu peito elas atam as minhas veias em nós de febre
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Volta até mim que conheci o teu calor as tuas olheiras afogadas na noite os teus dedos venenosos estalando suavemente qual seda fina rasgada
Tassello prezioso per capire Goliarda Sapienza nella sua interezza. Se avete già letto e amato “L’arte della gioia”, leggete anche “Ancestrale”, non rimarrete delusə.
i versi di Goliarda Sapienza, a mio parere, vanno ben oltre l'ermetismo tipico del suo tempo. Questi non vanno capiti, bensì accompagnati, ascoltati senza troppe pretese e lasciati alle loro intemperie. Se ci si libera del desiderio di comprendere a tutti i costi il pensiero dell'autrice e si decide di scendere a questi compromessi, allora sì, chiunque potrebbe dire che Goliarda Sapienza è una potente voce italiana che è stata zittita per troppo tempo e che meriterebbe una rivalsa.
“Si ascolta sempre una voce Sempre si guarda un viso Si attende ora per ora chi deve arrivare Si spia il suo tornare le sue albe il suo accostarsi nell’erba della sera Ora sola precipiti nel dirupo delle tue grida”.
Potevo scegliere un’altra lettura di inizio per avvicinarmi a questa importante autrice che da tempo - direi quasi da sempre - ho in testa. Un libro più noto, più lungo, più denso. Ma il bisogno di immediatezza, di somiglianza e di parole affilate deve avermi condotta dove potevo più sentirla già vicina, dove i versi sono corti e più sono brevi più tagliano, suonano, chiamano. Nella sua forma poetica Goliarda Sapienza riesce a condensare non tanto singoli istanti e sensazioni, ma intere storie, frammenti di vita e legami che lasciano ben immaginare quale sia stato il proprio passo sul mondo. Anche con lei si torna al senso dello squarcio: lo squarcio della memoria, dell’assenza, dell’abbandono, delle grida implose, delle cose vive a cui rivolgere sempre un pensiero. Temi universali e sempre presenti, ma raccontati ogni volta con la propria personale osservazione.
“Voglio ricordare. Ma ho paura di smarrire nel nero dei capelli di un sonno prolungato qualche accento della tua voce di ieri”.
Se la poesia è anche racconto, qui la si può incontrare per intero in questa forma, lasciando ben poco spazio all’interpretazione e alla ricerca di un codice di accesso valido e unico.
“Sapere che tu esisti parli, ti muovi fra visi estranei ammucchiati alle pareti fra grappoli di mani ammonticchiati sui tavoli di latta dei caffè. Sapere che tu esisti che ti muovi ordinando gli oggetti con gesto lento scansando cauto il vuoto che ti preme alle dita. Sapere questo, sapere che ti volgi senza parlare al mio passare. Sapere questo mi spinge a ricercare tra il fragore di denti scoperchiati la pausa del tuo viso”.
Versi che avvolgono e che arrivano con tutta l’immediatezza possibile. Specie se letti quando scende la sera e le cose sanno di fine. E di attesa, paziente, del dopo.
“Le mie labbra fioriscono al tuo fiato il mio collo si macera al tuo sudore di cera e miele. Miele lega il mio braccio. Nel mio grembo una vita sopita attende”.
Tutto in lei, scuola o recitazione, teatro o cinema, scrittura in versi o in prosa, ha sempre seguito un privato discorso, un costante tentativo di intimo accordo tra le proprie passioni e le proprie pulsioni. (pag.181)
Sapienza non ha mai cercato un panorama letterario di cui far parte: Sapienza scriveva e basta. (pag. 182)
…si è lei stessa collocata, al di fuori: ai margini, in un non luogo. (pag. 182)
…una lirica che si svincola dai dettami del tempo, da flussi e tappe, una poesia che potremmo definire, in senso alto, “personale”. (pag. 183)
….e poi mi sono resa conto che dovreste leggere tutta la postfazione di anna Toscano, già fin qui è utile a chi oggi vuol far poesia, specialmente a quelli che poeti non…siamo. Postfazione, no?e dunque dovrete leggere le Sue poesie. Goliarda. Leggerla. Con la pancia, non vi è altro modo. Scevri da ogni in/sano pre/giudizio. Addirittura, se potete, senza conoscere Goliarda. Alcune di queste poesie vi sembreranno piccole, altre dovrete rileggerle più volte: qualcosa sempre resta, è il destino della Poesia, della Letteratura. Consideratevi sfidati.
Cosa aspetti sull’uscio della mia casa? E’ l’alba sono sola e ho paura Cosa cerchi nel vuoto delle mie stanze? sono sola e gli specchi ho rivoltato.
—-- M’uccidi ma il mio viso ti resterà invetrato nello sguardo. Tagliente. Nelle notti lacrimeranno le palpebre inchiodate.
—-- Inerzia muove il mio sangue inerzia quest’erba che piega muta alla luna dissanguata dal tuo fermo guardare senza passione
Le mie labbra fioriscono al tuo fiato il mio collo si macera al tuo sudore di cera e di miele. miele lega il mio braccio. Nel mio grembo una vita sopita attende.
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E poi ancora, per quel dettame: scrivi, Goliarda che sei, scrivi.
« Je te dis des mots et tu ne veux pas écouter et t’enfermes dans ton manteau Je ne connaissais pas la douleur d’être muette La douleur de pleurer et crier sans voix de frapper des poings contre un mur dansant de sourires »
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J’aurais aimé ne jamais refermer ce livre. Une certitude: ce recueil de poèmes est voué à être relu.
Douze d’entre eux m’ont particulièrement marquée (prise aux tripes, carrément). Certains par leur véhémence, leur ton direct et brutal, d’autres par leur fragilité et leur impudeur.
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« Tu ne pourras plus sortir. L’heure est passée. La nuit a refermé les grilles. Le soleil était là et tu as hésité. Maintenant il te faut rester dans l’obscurité. »
« Tu me tues mais mon visage te restera fiché dans le regard. Tranchant. Dans les nuits pleureront tes paupières clouées. »
La poesia di Goliarda fa male, sta a metà tra Montale dolo Satura e Merini prima del misticismo: una clinica dell’abbandono reale e milioni di scale scese al braccio di personaggi reali, concreti, tangibili, così come concreta e reale è la potenza della loro morte, della loro assenza. Ancestrale è il lutto, è il pianto. Le liriche in siciliano poi, simili a litanie o a vecchi canti di strada, sono sorprendenti. Da leggere subito se si sta cercando di capire e fare propria una certa fenomenologia della poesia.
Conheci Goliarda em um curso de poetas italianas que fiz com uma amiga querida. Géssica me mostrou tantas autoras bonitas que não conhecia, tanta sensibilidade na escolha de cada poema que fez parte das aulas. Voltei a ler em italiano, em voz alta, me demorando nas letras duplas como deve ser a pronúncia. Tão profundo que dói nos ossos, gostaria que todo mundo conhecesse mais.
Prime prove letterarie di Goliarda Sapienza, scrittrice visionaria e coraggiosa, per troppo tempo ingiustamente dimenticata. In Ancestrale emergono già la forza della sua voce e l’originalità dello sguardo, elementi che caratterizzeranno le opere mature (una fra tutte, l’Arte della Gioia). Una lettura preziosa, che conferma quanto la sua riscoperta sia non solo meritatissima, ma necessaria.
Dopo l’Arte della Gioia, se vuoi conoscere l’animo dell’autrice Sapienza, credo sia doveroso leggere le sue poesie: taglienti, audaci, vive, descrittive. Un colpo all’anima verso dopo verso che si fa amare, comprendere e vivere.
«Ora so tu mi vuoi generare dal tuo fianco di uomo. Concimare del tuo sguardo di uomo. Ma so anche questo che maturare posso solo gridando sotto il tuo peso.»