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Anita #2

Il grido della rosa

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Torino, 1935. Mancano poche settimane all’uscita del nuovo numero della rivista di gialli «Saturnalia». Anita è intenta a dattilografare con grande attenzione: ormai ama il suo lavoro, e non solo perché Sebastiano Satta Ascona, che le detta la traduzione di racconti americani pieni di sparatorie e frasi a effetto, è vicino a lei. Molto vicino a lei. Alla sua scrivania Anita è ancora più concentrata del solito, ancora più immersa in quelle storie, perché questa volta le protagoniste sono donne: donne detective, belle e affascinanti, certo, ma soprattutto brave quanto i colleghi maschi. Ad Anita sembra un sogno. A lei, che mal sopporta le restrizioni del regime fascista. A lei, che ha rimandato il matrimonio per lavorare. A lei, che legge libri proibiti che parlano di indipendenza, libertà e uguaglianza. A lei, che sa che quello che accade tra le pagine non può accadere nella realtà. Nella realtà, ben poche sono le donne libere e che non hanno niente da temere: il regime si fregia di onorarle, di proteggere persino ragazze madri e prostitute, ma basta poco per accorgersi che a contare veramente sono sempre e solo i maschi, siano uomini adulti o bambini, futuri soldati dell’Impero. E così, quando Gioia, una ragazza madre, viene trovata morta presso la villa dei genitori affidatari di suo figlio, per tutti si tratta solo di un incidente: se l’è andata a cercare, stava di sicuro tentando di entrare di nascosto. Anita non conosce Gioia, ma non importa: come per le sue investigatrici, basta un indizio ad accendere la sua intuizione. Deve capire cosa è successo veramente a Gioia, anche a costo di ficcare il naso in ambienti nei quali una brava ragazza e futura sposa non metterebbe mai piede. Perché la giustizia può nascondersi nei luoghi più impensabili: persino fra le pagine di un libro.

320 pages, Paperback

First published May 20, 2021

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About the author

Alice Basso

30 books556 followers
Alice Basso è nata nel 1979 a Milano e ora vive in un ridente borgo medievale fuori Torino.
Lavora in una casa editrice.
Nel tempo libero finge di avere ancora vent'anni e canta in una band di rock acustico per cui scrive anche i testi delle canzoni. Suona il sassofono, ama disegnare, cucina male, guida ancora peggio e di sport nemmeno a parlarne.

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499 (36%)
4 stars
596 (44%)
3 stars
222 (16%)
2 stars
31 (2%)
1 star
4 (<1%)
Displaying 1 - 30 of 175 reviews
Profile Image for Anto M..
1,233 reviews97 followers
March 2, 2023
Una nuova indagine di Anita Bo e Sebastiano Satta Ascona prende vita. Indagine fatta di ricerche in luoghi e orari non consoni ad una signorina bene, tra l'altro fidanzata, in pieno regime fascista.
E io da lettrice entro profondamente in crisi perché mai avrei pensato che un'altra eroina della Basso, tra l'altro agli antipodi della cupa e sarcastica Vani, avrebbe preso un posto nel mio cuore.
Nel primo romanzo la sua figura era già interessante, quella sua aria da finta sciocca che faceva sorridere, il suo intercalare con bestemmie gastronomiche inerenti alla polenta in tutte le salse, mi faceva davvero divertire, ma in questo secondo volume della sere si assiste alla sua lenta metamorfosi.

"Ma verrà il giorno in cui una donna potrà mettersi il rossetto e fumare per strada e soprattutto aiutare un'altra donna senza sentirsi dare della prostituta."

Anita che prende consapevolezza che, nel mondo in cui vive, per una donna sarà difficile l'emancipazione, Anita che lotta e rischia pur di dare giustizia a una emarginata, Anita che coltiva la sua passione "proibita" per la lettura, Anita che guarda Satta Ascona e si sente ribollire nonostante il suo promesso sposo Corrado è un pezzo di marcantonio, Anita che si è presa un posto nel mio cuore..
Ancora una volta l'autrice, con il suo stile ironico e pungente parla di argomenti spinosi, come lo poteva essere la situazione delle donne nelle case chiuse prima della legge Merlin, dà voce a quelle donne che ai tempi dovevano sussurrare, ma che in qualche modo hanno fatto, con coraggio, dei piccoli passi per portarci alla nostra di emancipazione. Un libro che porta a tante riflessioni anche dolorose, ma che nello stesso tempo fa sorridere e, per fare questo, si deve avere un talento innato.
E adesso la sofferenza sarà aspettare il prossimo volume, "santa polenta coi funghi!"
Profile Image for Georgiana 1792.
2,404 reviews161 followers
June 6, 2021
Ormai affezionatissima a questa serie e a tutti i suoi personaggi (sì, Vani è indimenticabile, ma ormai mi sono appassionata anche ad Anita), non ho patito molto per gli anacronismi che la narratrice dei giorni nostri fa cadere qua e là nei suoi commenti per far cogliere ai lettori delle immagini visive più chiare. E questa volta non ha esagerato con la traduzione in italiano dei termini stranieri che, per quanto realistica nel Ventennio fascista, era troppo esagerata nel primo libro.
E così mi sono goduta questo caso, incentrato sulle cosiddette ragazze perdute, ovvero le prostitute delle case chiuse - che Alice Basso ci fa conoscere con tutte le problematiche che sono state dimenticate dopo la Legge Merlin - e anche quelle più anzianotte, che esercitano illegalmente per la strada perché non hanno altra alternativa. Ma soprattutto le ragazze madri, che venivano accolte, ma anche giudicate pesantemente all'interno dell'ONMI, Opera nazionale maternità e infanzia, durante la gravidanza e per alcuni mesi dopo la nascita dei bambini, per garantire la crescita quantitativa e qualitativa della popolazione.
Anche questa volta ci sarà un delitto e un'ingiustizia a cui non si può porre rimedio, per cui Anita e il suo capo, Sebastiano Satta Ascona, ricorreranno ancora una volta a John Dorcas Smith per un racconto "americano" parallelo che denunci il crimine.
E, colpo di scena
Profile Image for Ermocolle.
472 reviews44 followers
July 1, 2021
"Ma verrà il giorno in cui una donna potrà mettersi il rossetto e fumare per strada e soprattutto aiutare un'altra donna senza sentirsi dare della prostituta."

Brava Anita/Alice che continuano a dare voce all'insofferenza femminile, che si voleva incatenata in puerili cliché dalla politica opprimente degli anni trenta italiani.

Un altro romanzo pungente, ironico e appassionante dove non mancano la miseria umana, la sopraffazione degli umili e l'arroganza del potere.

Per fortuna però ci sono le persone curiose, vogliose di guardare oltre, di capire i meccanismi per poterli aggirare, per trovare una condizione di movimento più libera e vivibile grazie ad arguzia e sensibilità.

La storia dell'emancipazione femminile è una vicenda che va raccontata, affinché si possa capire, oggi, cosa ha significato affrancarsi da tutti quei tabù.

I personaggi cardine, incontrati nel primo libro della serie, continuano ad affascinare e divertire con le loro vicende, e sullo sfondo sono impegnati nella risoluzione di un caso che li rende complici e affida loro il difficile compito della cronaca.

Perché per vincere la guerra è necessario perseverare nelle battaglie quotidiane tenendo sempre ben saldo l'obiettivo che ci si è prefissati.

Un altro romanzo che merita la lettura, Alice Basso non delude.
Profile Image for Uhtred.
363 reviews27 followers
December 11, 2023
This is a book that I didn't like very much in its first part (which I found a little too slow and affected) and which then developed well until I really liked it in its second part, where many threads were reconnected and history has made its own sense. It is a book set in Turin in 1935, the fascist period, halfway between detective and romantic, where however everything is very soft, in the sense that there is always a feeling of security, that is, you always have the feeling that nothing really serious will happen, also and above all because the writing style is not at all that of classic detective stories, given that the author is always very present with her style and above all with her point of view. One thing I didn't really like is precisely this, that the author always makes us feel like she's there and she always lets us know what she thinks about certain situations. Another thing that I didn't like is the presence, imposed by the author, of contemporary information placed in the situation of the time, that is, things like: "think what the protagonists could do if they had a tablet, and if they knew what a tablet is…” or something like that. For the rest the plot is well developed and the reading proceeds quite pleasant. The main protagonists are Anita, a typist, and Sebastiano, her "editor-in-chief-dictator". Anita is an independent girl, who wants to work even if she doesn't need it; she loves her work and she loves being with Sebastiano, who dictates to her the translation of American detective stories full of shootouts. Anita is a free spirit, who can't stand the restrictions of the fascist regime, who reads forbidden books that talk about independence and freedom in a world where there are very few free women. In a world where women are considered little more than an object, often invisible, to be used by men only for their own pleasure, whether they are wives or prostitutes. In a world where only men are important, portrayed as glorious heroes. In this environment, Anita learns that a single mother is found dead, in a scenario that suggests an accident; it's an accident for everyone, but for Anita there's something wrong and she absolutely must understand what really happened, even at the cost of taking risks that a "good fascist girl" shouldn't take. I won't say more so as not to spoil it and I conclude by saying that it is definitely not one of those books that I will re-read, but it still deserves three stars.
Profile Image for Tanabrus.
1,980 reviews198 followers
May 22, 2022
Prosegue la storia di Anita Bo e del microcosmo che la circonda: Clara e Candida, Corrado, Sebastiano e Julian, John Dorcas Smith.

Abbiamo una storia più cupa e angosciante rispetto a quella del primo volume, visto che Anite non affronta un "cold case" risalente alla fine della guerra, ma un caso fresco fresco, che coinvolge Sebastiano (presente alla cena durante la quale si scopre la morte della ragazza) ma anche Candida (patrona all'ONMI, dove viveva la ragazza e che quindi la conosceva).

Abbiamo nuovi personaggi che entrano nel cast, come la domestica di Candida, Arcangela, o l'amica della vittima, Diana, anche lei ospite dell'ONMI e anche lei, come Clara e Anita, sveglia, furba e intelligente.
Paradossalmente si vede pochissimo Corrado, che incombe più che altro come un cupo, benevolo e ineluttabile futuro (ora distante quattro soli mesi) corredato da suocera apparentemente insopportabile e sei futuri rampolli.

Si vede pochissimo Corrado ma si sentono potenti gli echi di quanto accaduto alla fine del primo libro, quel bacio fugace che cambia tutto, sconvolge i due protagonisti e li mette in enorme crisi: perché non si può, perché sono entrambi impegnati, perché Corrado è troppo bravo perché Anita possa anche solo pensare di volergli male, perché anche la figlia di Bonatti è un angelo e ogni volta che la vediamo è intenta a comportarsi benissimo. E perché Bonatti ha più o meno velatamente promesso sangue e dolore se qualcosa con le fattezze di Anita dovesse intromettersi tra la figlia e il promesso sposo, sia per Anita che per la sua famiglia, che per Sebastiano, la rivista Saturnalia e il padre ribelle di lui.
Si apre uno spiraglio per una risoluzione pacifica grazie al cognome di Sebastiano, ma vedremo.

Intanto però buona parte del tempo è passata a struggersi per questo sentimento che non deve essere concepito, immaginato, pensato, visualizzato, sia da parte di Anita che da parte di Sabastiano.
Ma nessuno dei due può resistere a quel che prova, non più di quanto nessuno dei due possa resistere al desiderio di continuare a scrivere come J. D. Smith e a risolvere casi reali che non possono ottenere la giustizia che meriterebbero.

E francamente dopo un po' questa parte mi ha un po' annoiato, lo ammetto, per quanto come sempre lo stile dell'autrice permetta di reprimere agevolmente il fastidio grazie a una risata.

La storia vera e propria invece è più cupa, dicevo, perché tira in ballo cose brutte.
Le ragazze nelle case di tolleranza, l'istituto stesso delle case chiuse, l'ONMI (l'organo fascista che si occupava di prendersi cura delle giovani madri non sposate o in situazioni difficili... solo che la realtà era assai più brutta di quel che si potrebbe pensare). Violenze e soprusi, contornati da una patina di indifferenza e di pregiudizio che rendono impossibile non tanto lo scoprire la verità quanto il portarla in tribunale, l'ottenere giustizia per due povere vittime, due amiche decise a tutto per proteggere l'altra.


Una bella storia che scorre via anche troppo veloce, un'altra pagina della nostra storia "dimenticata" o "annacquata" nella memoria collettiva, nuovi autori americani degli anni venti e trenta da segnare (e Alice Basso mi sta facendo appassionare alla storia della letteratura gialla di quel periodo in America... complimenti!)
Profile Image for Antonio Fanelli.
1,030 reviews203 followers
June 3, 2021
Questo è il romanzo più doloroso di questa autrice, anche se conserva la storica leggerezza e piacevolezza di lettura.
Le vittime sono in tante, non solo la donna uccisa.
Alice Basso compie un'opera storica pregevole, senza rinunciare al suo tocco meraviglioso.
Anita Clara e Candida sono più che mai deliziose.
Non vedo l'ora di leggere altro di questa autrice, come sempre quando ho finito un suo libro :)
Profile Image for Rowizyx.
384 reviews154 followers
May 29, 2021
Alice, un po' ti odio. Vorrei quasi non aver amato COSÌ TANTO la saga di Vani, perché questa è bella, eppure c'è una vipera che mi morde e mi ricorda che non la sto amando allo stesso modo.

La parte che mi piace di più è come il giallo sia uno scontatissimo fil rouge per parlare del ventennio, delle sue assurdità sociali, morali e letterarie, e per parlare di donne. Il che dovrebbe essere un punto a sfavore, ma conoscendo l'autrice che non ha pretese di essere una giallista, ma che usa il giallo come strumento, è molto positivo.

A parte che, sarò io, ma comincio a fare una fatica boia a seguire indagini che non abbiano le tempistiche contemporanee... mi sono quasi data uno schiaffo perché quando Anita e Clara si trovano a investigare in un punto buio e parlano di torce, quasi mi aspettavo tirassero fuori gli smartphone per illuminare la scena. È il 1935, Rowi, hello.

In questo libro ho avuto meno dubbi sulla protagonista (forse, se non si fosse insistito tanto sull'essere un'oca nel primo, sarebbe parsa lì meno forzata... chissà), e ho apprezzato ci fossero meno parentesi di commento sulle cose che Anita avrebbe detto... se avesse avuto determinate conoscenze che non può avere. Ho molto apprezzato invece la sua crescita, che rivela una mente molto brillante, se concentrata, e un notevole coraggio. E mi immagino sempre mia nonna, che nel 1935 aveva quindici anni ed era in un collegio a Bologna... Mi diverte immaginare un incontro tra lei e Anita.

Bella bella bella la ricerca storica e l'accuratezza, ma non mi aspettavo niente di meno.

L'ho iniziato stamattina e finito, quindi direi che si legge molto bene. Ma quindi... quanto per il prossimo?
Profile Image for Chicca Palmentieri.
667 reviews27 followers
June 9, 2021
Essere donna nel 1935 non era una faccenda facile, non si avevano tutte le libertà che si hanno adesso, non si aveva la possibilità di comportarsi in un certo modo, almeno non senza sentirsi additate, ma soprattutto il ruolo della donna era circoscritto ed esternamente dipendente all’uomo.
Ne Il grido della rosa la Basso da voce a quelle donne che in quegli anni non erano libere di essere se stesse ma soprattutto mostra a tutti, quanto il genere femminile sia intelligente e sappia destreggiarsi anche nelle situazioni più disparate.
Se avete letto il primo volume della serie saprete che la bella protagonista del romanzo, Anita, ha rimandato il suo matrimonio con l’aitante Corrado per poter lavorare alcuni mesi prima di diventare la donnina che tutti si aspettano sia.
Alla redazione di Saturnalia però Anita non si limita a fare da dattilografa perchè assieme a Sebastiano Satta Ascona riesce ad aiutare, grazie alla carta stampata, persone che altrimenti vedrebbero i loro diritti completamente calpestati da chi in quell’epoca poteva agire indisturbato grazie al ruolo ricoperto in società.

Non è facile raccontarvi ciò che più ho amato in questo romanzo (TUTTO) perchè potrei incappare nello spoiler facile, quindi cercherò di contenermi il più possibile.
Iniziamo dai personaggi. Anita Bo se nel primo libro mi era piaciuta qui mi ha letteralmente travolta, l’ho trovata ironica, brillante, intraprendente e con una evoluzione delineata in maniera graduale ma assolutamente perfetta. Julian, amico di Sebastiano la chiama “quella pazza scriteriata, che fa finta di essere una una brunetta svampita” ed ha ragione perchè lei che all’apparenza sembra solo una bella bambolina da mostrare in giro ha mille qualità che ci la conosce veramente sa apprezzare.
Sebastiano, socio della rivista Saturnalia, si riconferma un uomo acuto e serio, ma soprattutto tratta le donne con il rispetto che meritano e in questo romanzo scopriamo alcune cose su di lui che mi hanno messa in allerta e che mi hanno fatto già viaggiare con la fantasia.
Clara e Candida, amiche di Anita, anche stavolta si sono dimostrate delle comprimarie favolose, le adoro e adoro il fatto che facciano parte della vita della nostra detective in incognito.

La storia così come l’ambientazione sono curate al dettaglio, tutto è incasellato in maniera geniale e le pagine volano perchè la Basso ha il talento sopraffino di saper coinvolgere il lettore non solo con una narrazione avvincente ma anche per il perfetto connubio tra serietà, ironia, intraprendenza e mistero che permeano il romanzo.
Non riuscivo a staccarmi dal libro continuando a leggere sia nei momenti buchi che di notte perchè tanta era la voglia di sapere cosa sarebbe successo che solo pensare di dover mettere giù il kindle era una dramma.
Il finale, che ve lo dico a fare, nonostante apra un nuovo scenario futuro tutto da scoprire, è perfetto ed io mi ritrovo esattamente come un anno fa a pensare: E ADESSO?

Adesso non mi tocca che aspettare, spero non troppo, perchè santa polenta fritta, non credo di poter resistere.
Profile Image for Azzurra Sichera.
Author 4 books89 followers
May 27, 2021
“Il grido della rosa” è il seguito de “Il morso della vipera” e una cosa intanto va detta: il personaggio di Anita sta cambiando sotto i nostri occhi, e sotto lo sguardo di osservatrici attente come Clara e Candida, in modo graduale e consapevole. È bellissimo assistere alla sua piccola trasformazione, al modo in cui la sua passione e il suo senso di giustizia scalpitano, alla sua velocità di pensiero, alla sua voglia di emancipazione, al modo in cui riesce a comunicare con Sebastiano senza pronunciare nemmeno una parola.

Già, quei due. Non chiedetemi come riescano a stare da soli nella stessa stanza mantenendo le distanze perché proprio non lo so. Non lo sanno nemmeno loro secondo me.

C’è un enorme non detto che pesa come un macigno. Insieme, il mese precedente, hanno investigato proprio come i protagonisti dei gialli che Sebastiano traduce e che Anita batte a macchina, e alla fine hanno fatto giustizia a modo loro. E a entrambi è piaciuto. Tanto.

Anita scalpita perché vorrebbe di nuovo quel brivido, nonostante sia agosto e il caldo non lasci tregua. E un’occasione per scendere di nuovo in campo arriva presto. Gioia, una ragazza madre, viene trovata morta presso la villa dei genitori affidatari di suo figlio: per tutti è un incidente tranne per Anita e Sebastiano.

Inizia così una nuova “indagine” fatta di indizi, avventure di certo non consone a una giovane donna in pieno regime fascita, gite fuori porta, uscite in piena notte.

È stato un dubbio inutile quanto istintivo, un automatismo da cospiratrice che non deve mai scordare di avere delle cose da nascondere. A volte è proprio faticoso, avere una vita segreta.

Faticoso? Io non oso immaginare cosa potrebbe farti Mariele se venisse a scoprire anche solo UNA delle cose che vai combinando in giro, cara Anita.

Anche ne “Il grido della rosa” un ruolo da protagonista ce l’ha il contesto storico, politico e culturale di quegli anni. Vengono inseriti molti temi su cui riflettere, ripresi anche nella nota finale dell’autrice sempre ricca di spunti interessanti.

Non mancano la proverbiale ironia della penna di Alice Basso, la sua brillante capacità di tessere trame mai banali, aggrovigliate a tanto altro che fa da contorno, e che finisce per diventare rilevante. I dialoghi sono divertenti, toccanti, emozionanti. Tutti i personaggi sono caratterizzati perfettamente e anche stavolta non mancheranno le tribolazioni.

Il colpo di scena finale, è una di quelle cose così complicate a livello emotivo che non riuscirei mai a descriverlo. Perché è tutto un “e se”, e un “quindi magari”, di desideri che vengono tenuti celati “perché è meglio così”, ma che sono così chiari e sotto pelle che appena verranno fuori io non lo so cosa succederà.

Mi aspetto davvero di tutto, con un filo di preoccupazione, ma confido in Alice Basso che finora non mi ha mai delusa. E siccome il terzo libro della sua serie precedente è stato il mio preferito, non sapete con quanto desiderio io aspetti di tornare nella Torino della metà degli anni Trenta.

A quanti continuano a chiedere un altro romanzo su Vani Sarca voglio dire che lo capisco, avete ragione, anche a me manca, ma fidatevi e date una possibilità ad Anita perché se la merita tutta. Sono certa che la amerete allo stesso modo e che poi chiederete altri libri con lei protagonista.
Profile Image for LaCitty.
1,040 reviews185 followers
August 1, 2022
Fermo restando che Alice Basso è brava e fa il suo mestiere con onestà e competenza, questo romanzo non mi ha entusiasmata particolarmente.
I personaggi che lo popolano sono sempre carini e divertenti, il giallo è interessante per il ritratto che fornisce delle case chiuse ai tempi del fascismo (a questo proposito è interessante anche che scrive nella postfazione), tuttavia la storia mi è sembrata un po' tirata per le lunghe e, forse, qualche pagina in meno avrebbe giovato.
Ho trovato anche un po' "piaciona" la scelta di dire che Sebastiano è ebreo, per quanto non praticante. Un assist per future storie? Probabilmente sì, ma anticipato in questo secondo volume della serie senza sfruttarlo a livello narrativo, mi è sembrato una forzatura.
Vedremo il prossimo volume
Profile Image for Patrizia.
1,944 reviews42 followers
June 12, 2024
Anita non è Vani, ma devo dire che in questo libro mi è piaciuta e ora mi sta decisamente più simpatica della prima volta. Mi piacciono anche i suoi "santa polenta" in tutte le salse, anzi, aspetto di vedere cosa riuscirà a tirare fuori. E ammiro la sua dedizione per scoprire la verità e portare un po' di giustizia, anche se solo "su carta". L'unico problema che ho con questa serie è il periodo storico in cui è ambientata: non posso farci niente, è più forte di me, ma quando sento parlare di regime fascista mi viene l'orticaria... E ora sono qui a sperare che non accadda nulla di male a qualcuno dei personaggi che ho imparato ad apprezzare.
Detto en passant: sarà anche un'opera di finzione, ma sarebbe bene che questo libro (e gli altri della serie, presumo) venga letto da coloro che pensano che a quei tempi si stesse bene e che il tizio che mi provoca l'orticaria abbia anche fatto delle buone cose...
Profile Image for Antonella Imperiali.
1,268 reviews145 followers
September 4, 2024
Ho dato 4 stelle quasi piene, non tanto per la trama o la scrittura (che non sono affatto male), quanto per la simpatia dei personaggi ed il tema trattato (ragazze madri, prostituite, case chiuse) che porta a galla tanta tanta umanità. Più di una volta mi ha strappato un sorriso.
Più discutibile il punto di vista (per bocca dei personaggi principali) nei confronti della politica dell’epoca; sappiamo tutti, la Storia lo insegna, come si viveva in quel periodo, che aria si respirava… avrei preferito toni più smorzati in un romanzo del genere.



🗣 Parola del mese (ago/24): rosa
🇮🇹 7G20: Piemonte
✍️ AB
Profile Image for Sandro.
337 reviews23 followers
January 23, 2022
Non vedo l'ora che esca il terzo libro della serie! :-)
La scrittura di Alice Basso è divertente e coinvolgente come poche e questo libro ne rappresenta l'ennesima conferma.
Non dico che Anita sia al livello di Vani Sarca, ma siamo sulla strada giusta...
Profile Image for Nicoletta.
737 reviews42 followers
February 14, 2022
Alice Basso è una fantastica sorpresa. Le vicende di questa finta svampita ragazza e del bel tenebroso, che deve tenere nascosto il suo passato vivendo una vita che non gli appartiene, anzi degli ideali non suoi, sono fantastiche. Spero di leggere al più presto di una loro nuova avventura.
Profile Image for Shirl.
281 reviews16 followers
October 3, 2021
Quando un libro mi è piaciuto tantissimo o al contrario davvero poco trovo sempre estremamente difficile scriverne una recensione, questo è il primo caso, il libro è davvero meraviglioso ed è difficile elencare tutti i motivi per cui sia perfetto e dovreste quindi leggerlo tutti :)
L’autrice riesce nell’impossibile, almeno era quello che credevo io, compito di creare un’ altra serie altrettanto appassionante e con una protagonista diametralmente opposta a Vani (protagonista appunto dell’altra serie dell’autrice) ma ugualmente credibile e di cui non ci si può non innamorare!
Qui l’ambientazione è quella dell’Italia, Torino in particolare, fascista degli anni Trenta con tutte le sue problematiche e le sue ombre che Alice riesce a tratteggiarci con maestria e accuratezza, si vede molto lo studio che c’è dietro, ma senza essere mai pesante o angosciante, il tono è sempre molto leggero e divertente pur riscendo a trasmetterci tutta la sua drammaticità.
La protagonista Anita è una donna bellissima, intelligente, indipendente e con una straripante vitalità, tutto l’opposto che doveva incarnare invece lo stereotipo della brava donna di famiglia fascista, grazie a lei e in particolare al caso da risolvere in questo secondo libro veniamo ancor più a contatto con la difficile condizione delle donne in quell’epoca, limitate in tutto e in balia dei perfetti uomini fascisti, specialmente se sole e di umili origini, è stato molto interessante.
Per fortuna non tutti gli uomini sono così, il nostro uomo Satta Coso :P ha una mente aperta e brillante e forma un incredibile e diverte duo con Anita, con le loro indagini l’aiuterà inconsapevolmente a maturare e a rendersi conto di ciò che realmente vuole o non vuole dalla sua vita.
Personalmente non amo molto i libri ambientati durante il periodo fascista, ma questo è stato davvero una scoperta e un amore quasi a prima vista, il primo infatti mi era piaciuto ma gli mancava qualcosa, adesso dopo un certo finale voglio IMMEDIATAMENTE il terzo!!!!!
Profile Image for Il Priorato  Dei Bibliofili.
371 reviews68 followers
January 13, 2022
Torino, 1935. Anita Bo svolge il suo lavoro presso la rivista "Saturnalia", occupandosi di dattilografare i racconti gialli americani tradotti dall' affascinante Sebastiano Satta Ascona, verso cui nutre, ricambiata, un sentimento che va ben oltre la stima lavorativa, nonostante entrambi siano già fidanzati.

In una Torino in pieno clima fascista, Gioia, una ragazza madre, viene trovata morta presso la villa dei genitori affidatari del suo bambino: la vicenda viene fatta passare come un "incidente" ma per Anita qualcosa non quadra.

Anita si reca quindi all'ONMI, il centro per ragazze madri in cui era ospitata Gioia e, dopo aver parlato con le compagne della ragazza, si rende conto che i sospetti che nutriva erano fondati...

Ne "Il grido della rosa" ritroviamo con piacere Anita Bo, la protagonista del precedente romanzo di Alice Basso "il morso della vipera" ; anche in questo caso il libro è inserito alla perfezione nel contesto storico fascista italiano degli anni trenta: è evidente che nella sua costruzione c'è uno studio approfondito da parte dell'autrice, la quale illustra magistralmente gli stereotipi culturali che coinvolgevano soprattutto la figura della donna dell'epoca.

"Il grido della rosa" è un romanzo che parla di amicizia e solidarietà femminile, di riscatto sociale e di pregiudizi da combattere. I personaggi sono caratterizzati talmente bene da risultare quasi familiari. Alice Basso ci porta nelle ville della borghesia torinese ma anche nei sobborghi malfamati e nelle case chiuse, evidenziando una realtà storica ormai lontana con le sue dinamiche ad essa correlate.

Un bel giallo storico dallo stile ironico e mai banale , arricchito da dialoghi coinvolgenti e dalla giusta dose di mistero.
Profile Image for Cristina.
874 reviews38 followers
January 31, 2022
Recensione riferita all'audiolibro.

Per alcuni aspetti meglio del precedente, quanto meno perché chi sono un decimo degli incisi relativi alle cose/informazioni che protagonista e comprimari non sanno anche se qualche riferimento di troppo a quanto Anita non conosce per sua ignoranza c'è.
Meglio anche perchè finalmente c'è qualche parte raccontata anche dal punto di vista di Sebastiano, il che arricchisce un po' il racconto.

La storia non mi convince del tutto, la conclusione soprattutto mi ha lasciata con l'amaro in bocca, e mi ha convinto meno l'importanza dell'effetto del racconto di J.D. Smith sulla vicende raccontate.

Non so come l'autrice intenda far procedere la vicenda sentimentale di Anita e Sebastiano. Che si piacciano si sa, ormai, cosa alquanto scontata. Ma siamo nel 1935, sono entrambi fidanzati, Sebastiano è ebreo, con un padre ingombrante, la realtà storica incombe. Cosa farai dei nostri due eroi, Alice Basso?

As usual non mi ha convinto la lettura. Non è una brutta lettura, lo ammetto, ma forse un lettore professionista avrebbe arricchito la narrazione con qualche sfumatura di più.
Profile Image for Rita .
4,019 reviews93 followers
May 25, 2021
PIÙ SORPRESE E BATTICUORE

Mmmh, che dilemma - tre o quattro stelline? Forse la prima opzione perché, per quanto mi stia affezionando ad Anita e Sebastiano, la coppia da essi formata non regge assolutamente il confronto con quella Vani-Berganza. Né i loro casi, alquanto prevedibili negli esiti, riescono a tenermi incollata alle pagine dalla curiosità, come invece avveniva per la precedente serie di Alice Basso.
Ad ogni modo, "Il grido della rosa" ha comunque dalla sua uno stile narrativo estremamente scorrevole ed accattivante, come pure una lodevole e rigorosa ricostruzione del periodo storico preso in considerazione, quello dell'Italia fascista. La denuncia sociale condotta dalla scrittrice, mai banale e supportata da fatti concreti, è veramente di grande impatto.
Tre stelline dunque, nell'attesa che il successivo romanzo possa regalarci qualche sorpresa (e batticuore) in più.
Profile Image for Ludovica Ponzo.
273 reviews7 followers
June 30, 2021
Quando inizi un romanzo della Basso sai già che ti condurrà lontano, nel senso che la bellezza che descrive, da qualunque parte sia andata a scovarla, fa sempre (e per fortuna!) parte di un progetto più ampio di un solo, misero, volume. In termini più strettamente temporali, ci conduce nei lontani (proprio così lontani?) anni ’30 di un’Italia fascista. Ed infine nel senso che la scrittura di Alice Basso, sia che si tratti di un volume o di una serie, di uno storico o di un contemporaneo, ha il potere, davvero il Potere, di portarti lontano e di estraniarti dal quotidiano.

Lo so bene io, visto che pur trovandomi in un momento di blocco del lettore, me lo sono divorata in due giorni, incapace di chiuderlo, di rimandare e di aspettare che arrivasse il momento giusto. Per i libri di questa autrice è sempre il momento giusto.

Premetto, anche se non ce ne sarebbe bisogno, che per quanto fossi affezionata a Vani Sarca, il primo mitico personaggio uscito dalla penna cinica e sorniona di Alice, e per quanto fossi preoccupata che mi sarei lasciata influenzare da questa mia delirante simpatia per Vani, mi sono in realtà posta di fronte a questa nuova serie in maniera neutra. Certo che, per una come me che odia la neutralità, questa sembra più un’offesa che un complimento, ma ciò che volevo dire è che ero pronta a saltare nel vuoto con Anita. A prendere da lei tutto ciò che avesse da offrire, a farmi parlare dalla sua voce, a farmi condurre in anni oscuri, seppur conosciuti, ad entrare, o almeno a cercare di farlo, nella testa di una giovane donna di Torino, nata in una famiglia borghese, alle prese con la sua eclatante bellezza, ma anche con sentimenti, sempre più ingombranti, che si sta, per la prima volta, apprestando a conoscere.

Io mi sono letteralmente lasciata incantare da questo personaggio femminile, e sì che per me non risulti affatto immediato provare simpatia per le donne, a meno che non rispondano alla precisa idea che abbia io di personaggio femminile, perché Anita è un miscuglio perfetto di bellezza, di genuinità, si possono quasi vedere gli ingranaggi della sua testa che si muovono alla scoperta di alcune cose che, magari per altre, le sue amiche ad esempio, sono scontate ed antiche e per lei, invece, rappresentano un’assoluta novità. Anita è una spugna, e forse non sarà una metafora letterariamente aulica, ma secondo me rende perfettamente l’idea di una giovane donna che per la prima volta si affaccia al mondo, alla letteratura, alla politica, alla giustizia, alla vita coniugale, al lavoro, all’amore. E lo fa con entusiasmo, con la mente aperta anche a delusioni, lo fa con trasporto, lo fa anche con l’ingenuità che spesso trapela in lei dietro quell’aria da donna vissuta che si atteggia a manifestare. Anita, che già nel primo volume, aveva subito un bellissimo processo di maturazione, in questo secondo fiorisce completamente, aggiunge sicurezza alla sua persona, diventa più audace, ha semplicemente più consapevolezza di sé e di ciò che fa girare il mondo.

Se Anita non avesse incontrato sul suo cammino Sebastiano Satta Ascona (per noi affezionate Satta Coso), avrebbe così radicalmente cambiato il suo modo di pensare, avrebbe cominciato ad interessarsi a cose, come la letteratura, per lei indegne anche di uno sguardo, avrebbe chiesto a se stessa di farsi tante domande e farsi prendere dalla smania di trovare risposte soddisfacenti? Forse sì, ma più probabilmente Sebastiano, nel suo ruolo di redattore e scrittore e contrario al regime a suo modo, è stato proprio l’elemento che l’ha spinta ad uscire dal guscio in cui la società dell’epoca (ricordo che siamo in piena epoca fascista) spingeva le donne, l’ha spinta a cercare qualcosa di più che un matrimonio ed una famiglia, l’ha spinta a guardarsi dentro e a chiedere di più a se stessa, pur non avendo lui mai, ma proprio mai, espresso a parole nessuna di queste cose.

In questo romanzo Alice Basso ha parlato tanto di donne, della loro condizione di silenzio ed oscurità, soprattutto quando si trovavano a vivere non una vita convenzionale di mogli e madri, donne che sceglievano di prostituirsi nella case chiuse, donne che restavano incinte, di padroni mascherati da benefattori, e cercavano una nuova dignità in case di accoglienza; ha parlato di amicizia, e non poteva scegliere modo migliore se non affidarsi alle amicizie storiche e fidate di Anita e Sebastiano.

Alice Basso oltre che un’ottima romanziera, dal talento fine ed ironico, si conferma essere un’ottima storica, dallo sguardo obiettivo e largo sugli eventi, con la rara capacità di parlare di grandi temi affidando le parole alle persone comuni, a quel popolo che la Storia l’ha fatta. Davvero. Con la vita e con la morte. Con battaglie e perdite e vittorie. Con gli ideali e la pancia vuota. Con le armi e con i sorrisi. Con le lacrime ed il sudore.
Profile Image for Lupurk.
1,104 reviews34 followers
November 4, 2024
Secondo episodio della serie di Anita Bo...e sono sempre più innamorata di Alice Basso. Quando pensavo che non potesse piacermi quanto la serie di Vani Sarca, ecco che mi stupisce, con personaggi e situazioni brillanti, in un contesto storico ben delineato e documentato (carinissime le postfazioni con tutti i rimandi). Non sbaglia un colpo!
Profile Image for Fran.
228 reviews115 followers
July 18, 2021
Molto più convincente del primo della serie, bella evoluzione dei personaggi e ottima ambientazione, che è il reale traino della storia.
L’ultima stella è caduta abbattuta dai “santa polenta” che Anita tira fuori ogni poco.
Profile Image for Valeria Cristino.
Author 3 books19 followers
May 3, 2025
(Vale anche per la terza lettura: (Seconda lettura e confermo questa prima opinione parola per parola. Amo questa serie.))

Ormai è scontato dire che ho amato un romanzo di Alice Basso, perché si sa.

Questo secondo volume mi è piaciuto davvero tantissimo, molto più del primo, forse perché conoscevo già trama, ambientazioni e personaggi, forse perché la storia è decisamente più dinamica del precedente libro.

Insomma, ho trovato la lettura estremamente piacevole, così tanto da pensarci costantemente perché volevo assolutamente conoscere il finale.

Questa serie è davvero molto interessante, i riferimenti storici sono accurati e ben inseriti nella trama, ma soprattutto apprezzo tantissimo quanto sia in realtà anche un libro di denuncia sociale riguardo al ruolo delle donne e ai loro diritti nella società. Il libro in questo senso si riferisce al 1935, ma sappiamo tutti che in realtà molte di quelle cose che vengono raccontate, molte ingiustizie e molti modi di pensare, non è che siano tanto cambiati nel corso del tempo.

Una storia che a mio parere va molto al di là della piacevole trama gialla, ma che si fa leggere proprio per tutto il contorno interessante e, come per tutti i romanzi di Alice Basso, intelligente.
Profile Image for Francesca Vallicelli.
603 reviews10 followers
July 9, 2021
4.5

Ma che zucche! E brava Alice che crea suspense con un bel cliffhanger!
Okay. La saga di Vani Sarca è unica, ma devo dire che anche Anita mi sta pian piano rubando un pezzettino di cuore. Perché i suoi personaggi sono così. Brillanti, distinguibili e tutte quelle caratteristiche e minuzie con cui li tratteggia fanno sì che buchino le pagine.
Chi segue la Basso sa benissimo che lei non scrive gialli, è uno strumento per raccontare altro.
Quello che ho ADORATO in particolare di questo secondo volume è che l’autrice ha costruito una storia corale tutta al femminile durante uno dei periodi più bui della nostra storia, il fascismo, e non credo ci sia bisogno di aggiungere perché è così importante.
Vorrei sottolineare l’accuratezza della sua scrittura – semmai ce ne fosse bisogno – e di tutte le ricerche per ricreare un’ambientazione che si avvicina a quegli anni.
E niente. Come dico sempre, questa donna crea dipendenza per cui attendo con ansia il terzo volume.
194 reviews11 followers
June 1, 2021
assolutamente da leggere!.

adesso che l'ho finito mi trovo in uno stato di ansia perche' mi manca gia' Anita!.
ma grazie ad Alice Basso adesso ho James Spade, Continental Op, l'uomo ombra e altri a riempirmi questo vuoto cosmico per questa estate.

grazie
499 reviews5 followers
June 30, 2021
Piacevole, ma trovo questa seconda serie molto meno convincente della precedente
Profile Image for Federica Lemme.
169 reviews26 followers
January 26, 2022
In realtà questo era un audio book e mi è piaciuto un sacco.
Voglio il seguito!
Profile Image for Alessia.
324 reviews5 followers
February 19, 2022
“Il grido della rosa” vede la maturazione e il cambiamento sia di Anita che degli altri personaggi. Per quanto riguarda la protagonista la troviamo più arguta, più concreta, sempre più desiderosa di far prevalere la giustizia a tutti i costi e con un sempre maggior desiderio di emancipazione. Un ruolo da protagonista ce l’ha il contesto storico, politico e culturale di quegli anni.
Il romanzo mostra il lato oscuro dell’ONMI, l’Opera Nazionale della Maternità e Infanzia fondata dal fascismo allo scopo di tutelare le madri e i bambini in difficoltà: nonostante il nobile proposito originario di eliminare la mortalità infantile e perinatale attraverso la diffusione di norme igieniche e assistenza sanitaria, presto l’ente diventa un modo per promuovere la natalità a tutti i costi e riportare la figura femminile all’interno della famiglia patriarcale, senza fornire alcuna tutela da maltrattamenti o violenza, ma anzi incoraggiando il ruolo del padre/padrone come unica autorità familiare. Inoltre, essendo l��ente benefico e parastatale, gestito da patroni e patronesse dell’élite locale, le donne in difficoltà non hanno diritti ma sono soggette al capriccio dei benefattori, sotto il loro completo potere e costantemente umiliate per la condotta disdicevole che le ha portate alla maternità.
Intorno a questa vicenda, troviamo, come è nello stile di Alice Basso, tante curiosità sul mondo editoriale, in particolare sui racconti pulp degli anni 30, e delle sue protagoniste poco conosciute, compresa una detective ex donna cannone affiancata dall’affascinante assistente, un duo che risulta originale anche ai lettori odierni.
Quello che ne risulta è un romanzo al femminile quasi corale che, nonostante il ritmo sempre incalzante e lo stile ironico, mostra la precaria condizione della donna sotto il regime fascista, tra mariti onnipotenti da una parte e una vita di stenti e vergogna sociale dall’altra.
Con una scrittura fresca e leggera, dinamica e ironica Alice Basso riesce a tessere trame, mai banali, quasi tutte al femminile che denunciano le sempre troppe disparità subite dalle donne in qualsiasi epoca e contesto storico ci troviamo e che ci fanno riflettere sul fatto che, cambiano le epoche e cambiano le situazioni, ma il percorso che le donne devono compiere per raggiungere la libertà, l’indipendenza, l’autonomia e la parità è purtroppo ancora lungo e tortuoso.
I libri della Basso sono una boccata d’aria fresca, piacevolissime parentesi da cui lasciarsi catturare. Tra le pagine il periodo storico rivive in tutte le sue contraddizioni e storture, preciso e non infiocchettato, ma comunque proposto in una chiave più “leggera” che ci permette, nonostante tutto, di leggerne col sorriso sulle labbra.
Una bella lettura che racconta, che insegna, che dà voce a chi ha sofferto e continua a soffrire ma che ci fa anche sorridere e divertire. E quindi se anche voi non vedete l’ora di ritrovare il nostro spirito libero, Anita Bo, per comprendere cosa succederà nella sua vita personale e per scoprire su quale nuova indagine si calerà “testa e cuore” non vi resta che mettervi in ascolto del chioccare dei tasti della mitica e iconica Olivetti M40… Attenzione però, non stiamo parlando di un romanzo storico, ma di un giallo ben ambientato negli anni Trenta: ecco perché i cattivi non vengono arrestati, ma puniti in altri modi.
“Il grido della rosa” è un libro da leggere tutto d’un fiato, che offre molti spunti su cui riflettere e che ci prospetta altre future avventure ancora più pericolose man mano che il tempo passa, alla luce di nuovi dettagli emersi nel racconto. Se non avete ancora letto niente di questa autrice italiana, forza, non esitate! Vedrete che non ve ne pentirete!
Profile Image for Olimpia Sanseverino.
106 reviews1 follower
March 5, 2022
Secondo romanzo che vede come protagonista Anita Bo. L'ambientazione è sempre la Torino del periodo fascista. Ritroviamo i personaggi che abbiamo cominciato a conoscere ne "Il morso della vipera", Sebastiano e Candida soprattutto, che cominciano in questo romanzo a delinearsi meglio e la stessa Anita ma quanto è cresciuta! E in un modo credibile oltretutto cresce anche la sua consapevolezza sul periodo che sta vivendo, cresce il suo non volersi rassegnare alla mancanza di giustizia e alle storture che vede, nonostante il suo fidanzamento con un ragazzo, Corrado, troppo perfetto per essere vero, le sta stretto il ruolo di donna destinata solo a sposarsi, a mandare avanti la casa e a sfornare piccoli fascisti.
La storia scorre via molto piacevolmente grazie alla scrittura fluida della Basso, il giallo non è banale e l'ironia della scrittrice aiuta ad "ingoiare" l'amarezza e la tristezza del finale che fanno molto riflettere sulla condizione sociale della donna in quell'epoca. Quindi anche questo romanzo si tinge di rosa ma non nel senso letterario del termine ma perché ancora una volta abbiamo un romanzo declinato al femminile. Verrebbe da dire che passano gli anni ma la sensazione che una donna per affermarsi come essere pensante, intelligente e autonomo debba faticare il doppio di un uomo è sempre lì presente, naturalmente non voglio paragonare la condizione della donna di oggi a quella degli anni trenta, ovviamente c'è un abisso tra le due epoche però c'è ancora molto da fare ancora oggi.
Oltre ad Anita, protagonista del romanzo è l'ambientazione resa in maniera naturale, precisa e puntuale nei suoi riferimenti storici.
Ho apprezzato molto il romanzo soprattutto per le riflessioni che mi ha portato a fare sulla condizione della donna, sugli interrogativi che mi ha suscitato su quanto sia difficile per molte donne ancora oggi affermare la propria autonomia e l'ho apprezzato soprattutto perchè nonostante la "pesantezza" dell'argomento la Basso è riuscito a proporcelo in chiave "leggera", lei riesce a coinvolgerti in tali argomenti con il sorriso sulle labbra.
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