«Il narcisismo abita i nostri amori e tutte le relazioni. Può essere fragile o contundente. Finché cerchiamo di rinchiuderlo in una definizione, non lo capiremo. Occorre una bussola psichica per navigare nei mari insidiosi della stima di sé, tra isole che si chiamano Insicurezza, Egocentrismo, Rabbia, Invidia, Vergogna.»
Narciso era un giovane di grande bellezza, nella quale annegò dando vita a un fiore. Ovidio lo raccolse e ne fece un mito, Freud una realtà psichica: il narcisismo. Abita i nostri amori, attraversa i nostri discorsi, seduce politici e artisti, ma anche criminali. Funambolo dell'autostima, Narciso cammina sul filo teso tra un sano amore di sé e la sua patologica celebrazione, che può diventare una diagnosi: il disturbo narcisistico di personalità. Finché cerchiamo di rinchiuderlo nella gabbia di una sola definizione, non lo conosceremo: ci serve un sestante per navigare tra gli scogli della stima di sé. Ci sono narcisisti arroganti oppure timidi, con la pelle spessa o sottile. Tutti nuotano in un arcipelago di possibilità: saziati dalla prepotenza, circonfusi dal carisma, baciati dal successo, afflitti dalla depressione, tormentati dall'insoddisfazione, abitati dal vuoto, suicidi per frustrazione. Possono avvelenare una relazione fino al sadismo e manipolare gli altri fino alla psicopatia. Sono braccati da cinque fiere: l'egocentrismo, l'insicurezza, la rabbia, l'invidia e la vergogna.
Quando l'amor proprio degenera nel disturbo narcisistico della personalità? Ce lo svela Vittorio Lingiardi che ci accompagna in questo viaggio ad ampio respiro che parte dal mito (da Eco e Narciso a Dedalo e Icaro) per approdare sulle coste dell'arcipelago N, avendo per mappe le moderne teorie psicoanalitiche, la poesia (di Rilke, Sylvia Plath) e la letteratura. Un gioco di specchi per svelare la natura del narcisista.
C'è un narcisismo sano e uno patologico: la cartina a tornasole è data dalla qualità delle nostre relazioni: “Un buon sistema è considerare lo stile delle relazioni, l’autenticità nell’amicizia, la generosità nell’amore, la sincerità del proprio interessarsi agli altri, la capacità di perdonare le imperfezioni proprie e altrui e di tollerare le frustrazioni. Clinica e ricerca concordano su una cosa: le persone che soffrono di un disturbo narcisistico di personalità non riescono a far stare bene le persone che le amano.”
Quindi, più le relazioni di una persona sono corrotte, più questa è affetta da narcisismo patologico. Un processo osmotico che passa dall'io al tu, per approdare al noi: “La costruzione della nostra salute narcisistica vive nello scambio, mentre impariamo a camminare sull’asse d’equilibrio che collega l’io al tu e inevitabilmente al noi.”
Lingiardi ci indica quali sono le spie per riconoscere i narcisi patologici: “Possedute dall’invidia, eccitate dalla prepotenza, baciate dal successo, circonfuse dal carisma, prive di coscienza morale, schiacciate dall’ombra depressiva, abitate dal vuoto, tormentate dall’insoddisfazione, capaci di inquinare un amore fino al sadismo o di manipolare gli altri fino alla psicopatia, le personalità narcisistiche sono varie, diverse tra loro e vanno sempre pensate lungo un continuum di gravità. Una stessa caratteristica, mettiamo la mancanza d’empatia, si presenta in modi diversissimi se appartiene alla personalità di un artista posseduto dal suo talento, di un’accademica arrivista o di un omicida seriale sadico.”
Ma come si diventa narcisisti? Non c'è una risposta univoca a questa domanda. Le variabili sono tante: “Possiamo solo affermare che dipende da un intreccio di infinite variabili riconducibili alla triade, anch’essa oscura ma in tutt’altro senso, del modello bio-psico-sociale. Va aggiunto che gli studi empirici volti ad approfondire il disturbo narcisistico della personalità si basano su dati che provengono in gran parte da questionari autosomministrati, cioè compilati dal soggetto stesso: un limite rilevante, ancor piú nel caso di individui narcisisti, notoriamente ipersensibili al giudizio altrui.”
La pandemia ha messo in risalto questi disturbi che erano già in atto molto prima del Sars-Cov2: “Le nostre quarantene, la chiusura dei confini, la preoccupazione del contagio (fino alle conseguenze regressive del rifugio nel narcisismo domestico), la negazione del contagio (fino alle conseguenze negazioniste del narcisismo irresponsabile), la cura e l’ascolto sono tutte esperienze di convivenza che abbiamo messo alla prova mettendoci alla prova. Fino alla piú impegnativa, la prima a coglierci alla sprovvista: l’elaborazione individuale e collettiva del lutto, la cura delle sue ferite."
Con la pandemia, "Abbiamo capito che non siamo un sistema isolato. Non lo è un individuo, non lo è una coppia, non lo è una famiglia, non lo è un Paese. Non mi illudo, né cerco la perfezione. Immanuel Kant ci ha insegnato che «da un legno cosí storto come quello di cui è fatto l’uomo, non si può costruire nulla di perfettamente dritto». Isaiah Berlin la legge cosí, che «possiamo fare solo quello che possiamo, ma questo dobbiamo farlo, nonostante le difficoltà». Che poi la bellezza del legno sta nel fatto che è un legno. E se non è stato piallato, un legno dritto non c’è.”
“Nessuno sa rispondere alla domanda: come diventiamo quelli che siamo?”
Nemmeno Vittorio Lingiardi, psichiatra, psicoanalista e accademico, può farlo. Tuttavia analizzando le molte sfumature del narcisismo offre delle piste di possibili interpretazioni. Tra il narcisismo normale e quello patologico ci sono differenze sostanziali che qui vengono descritte utilizzando anche figure emblematiche (e suggestive) tratte dalla cultura classica, letteraria e cinematografica e che noi stessi possiamo riconoscere avvalendoci della nostra personale esperienza. Un excursus allo stesso tempo istruttivo e affascinante.
“Funambolo dell’autostima, Narciso cammina su una corda tesa fra un sano amor proprio e la sua patologica autocelebrazione.”
Un bel testo sul narcisismo, che viene introdotto dalla tradizione culturale e poi inquadrato con gli strumenti della disciplina. Una lettura piacevole, ricca di citazioni letterarie e cinematografiche, che non tralascia di tratteggiare i differenti approcci alla definizione della patologia a alla terapia.
Credo che fare lo psichiatra sia una delle professioni con minori soddisfazioni, se non quelle economiche. Curare chi non vuole essere guarito. Mi piace come scrive Lingiardi. Siamo tutti narcisisti? Si, sempre di più. E qualcuno più degli altri, fino alla patologia.
Non bruttissimo eh, ma decisamente non il mio tipo di libro.
Interessante all'inizio quando l'autore va spiegando cosa sia il narcisismo, in quali forme si esprime, come nasce un narcisista e come si relaziona con la società.
Decisamente più noioso e pretenzioso la seconda parte in cui non fa altro che riportare esempi tratti dalla mitologia di narcisismo più o meno evidente. Non ho molto da dire in merito.
Excursus molto interessante sulle teorie (fondamentalmente psicodinamiche) e sul modello bio-psico-sociale del narcisismo, con un collegamento molto attuale a quanto scatenato, in termini di psicopatologia, dalla pandemia di COVID. Personalmente Lingiardi mi é sempre piaciuto, quindi sono rimasta fedele alla linea dell'apprezzamento.
Lettura consigliata. In questo viaggio nell'arcipelago del narcisismo probabilmente incontremo noi stessi, i nostri familiari e i nostri amici. Il narcisismo nelle sue innumerevoli sfumature è il dosaggio dell'incontro tra l'IO e l'ALTRO ovvero anche l'incontro/scontro tra l'io cosciente e l'io sub cosciente.
“Parlare d’amore è quasi sempre parlare di narcisismo, che è forse il suo peccato originale, stando almeno alla psicoanalisi quando afferma che l’innamoramento è un’idealizzazione in cui l’Io allenta i suoi confini e si proietta nell’altro per riparare a una mancanza, colmare un’assenza”.
Arcipelago N. Variazioni sul narcisismo di Vittorio Lingiardi è un piccolo capolavoro dell’arte della divulgazione. Da psichiatra e psicanalista quale è, ma soprattutto da uomo di cultura (alta e bassa, se così si può dire), Lingiardi dipinge un quadro che, a mano a mano che va definendosi, permette di guardare con occhi nuovi e ‘competenti’ alle piccole e grandi malformazioni della personalità e della società. Il suo più grande merito, a parere di chi scrive, è che conosce i limiti delle definizioni (co)stringenti e dei casi clinici e ha il talento e la sapienza che servono a rendere lirici gli uni e gli altri, facendoli vibrare sulle corde universali del mito, della letteratura, del cinema, del dibattito culturale e politico.
Dai miti greci a Trump, dalla letteratura alla psicoanalisi, ai giorni nostri. Libri, dipinti e film. Un viaggio nell'abisso narcisistico, in quelle "case infestate di fantasmi" dove non si riesce ad amare altri che se stessi.
Mi capita sempre più spesso che quando scambio quattro chiacchiere con qualche conoscente o persona appena conosciuta queste siano interessate solamente a fare un monologo ego-centrato, e che non abbiano alcuna curiosità nell'ascoltare l'altro; non si tratta di uno scambio, ma di un flusso a senso unico. Spesso mi sembra un atteggiamento che ha del patologico, e così volevo saperne di più su questo male che affligge la nostra contemporaneità, ed in effetti questo libro mi ha dato tanti spunti interessanti per comprendere meglio il fenomeno.
Dalla letteratura al cinema, il mito e la diagnosi del mito di Narciso, quel gioco di specchi, complesso e così articolato da meritare lo status di arcipelago. Lo psichiatra Vittorio Lingiardi, parte dal racconto di Ovidio che narra di Narcisio attraverso due simboli, l’oscura profezia pronunciata dall’indovino Tiresia, e lo specchio, in particolare lo specchio psichico, quel miraggio in cui l’Io si perde nel suo doppio e che fa rimbalzare il lusingatore tra l’amore e l’approvazione.
Il mito ovidiano di Narciso, “l’ingenuo che si lascia ingannare e insegue fuggevoli fantasmi” , a fine Ottocento ha posto le basi per la diagnosi e l’osservazione clinica del narcisismo: l’insensibilità all’amore, l’indifferenza , la freddezza ma anche la solitudine e la disperazione. Fragile quanto grandiosa, la personalità del narcisista soccombe all’egocentrismo e all’idealizzazione della bellezza, come succede alla matrigna di Biancaneve e a Dorian Gray. La mente del narcisista è come una casa infestata dai fantasmi della debolezza e della vergogna compensati dal delirio di grandezza. Un esempio, quegli uomini incapaci di accettare la fine di un amore che reagiscono con minacce e violenza. Tra gli specchi psichici, c’è il narcisismo sociale: se da un lato la rete e i social hanno amplificato il concetto di apparenza e mistificazione del corpo, dall’altro la vita online ci ha a suo modo salvati dalla clausura imposta dalla pandemia, contribuendo alla continuità di relazioni, lavoro, terapie e mostrando limiti e debolezze dell’umana presunzione di onnipotenza Anche dentro la corazza narcisistica c’è bisogno di essere ascoltati e di capire che non siamo così isolati , né unici, né tutti d’un pezzo.
Come si evince dal titolo, il saggio affronta il tema del narcisismo e lo fa da due prospettive: una mitologica, presentata nella prima parte del libro, che narra le vicende di Narciso come le ha tramandate Ovidio nelle sue Metamorfosi, e una clinica, affrontata nella seconda parte del libro, con omaggi a Freud, Klein, Kernberg, Kohut e Rosenfeld, tra gli altri. Molti i rimandi alla letteratura (soprattutto poesia) e al cinema, che aiutano a calare l'argomento trattato in una dimensione più vicina ai profani. Nella prima parte lo stile espositivo è un po' più aulico, con utilizzo di termini ricercati ed espressioni circonvolute di non immediata comprensione, richiede pertanto un'attenzione più costante; la seconda parte è più discorsiva ed è più semplice seguire l'esposizione. Nel complesso un libro molto interessante, che tratteggia il complicato universo delle varie declinazioni narcisistiche negli esseri umani.
Libro assolutamente di non facile lettura (specie se non si è pratici di concetti di psicoanalisi e psicologia), ma molto interessante per capire un po’ meglio un fenomeno che sta entrando sempre di più a far parte del nostro vocabolario quotidiano. Dall’uso improprio del termine per descrivere l’amica vanitosa all’ex dal quale ci sentiamo presi in giro, Lingiardi ci fa capire che -a diversi livelli- siamo tutti pezzetti di terra di questo arcipelago immenso e frastagliato. Interessanti i riferimenti ad esempi letterari, cinematografici e poetici che accompagnano le descrizioni nel libro, utili anche (e soprattutto) a comprendere meglio i concetti esposti.
Понравился подход - всего две главы, и в этом вся задумка. В первой главе - мифологические основания нарциссизма, во второй - психологические и психиатрические. Читается легко и увлекательно, при этом без пустых слов - всё по делу и очень интересно. Особенно ценно, что автор показывает нарциссизм не только с негативной стороны, но и в здоровом проявлении. Все мы нарциссы и это не всегда плохо. Отличное чтение, чтобы лучше понять себя и других.
«В жизни не так-то просто заставить нас преодолеть порог, отделяющий обычный нарциссизм повседневной жизни от злокачественного нарциссизма, который отравляет рабочую среду, личные отношения, политическую жизнь.»
Questo libro non è un manuale, per lo meno non un manuale a cui si accede pensando di ricevere insegnamenti basilari sul narcisismo. È più un libro divulgativo per chi ha già almeno un po’ di familiarità con l’argomento, il che gli permette di esplorare sia gli aspetti scientifici che quelli culturali - dai miti alla letteratura al cinema - che quelli sociali del narcisismo, senza demonizzarlo ma senza scusarlo. Devo dire che l’ho trovato molto interessante.
Quattro stelle perché: si concentra più sul ruolo delle madri che di entrambi genitori; talvolta le frasi sono un po’ arzigogolate.
Saggio capace di scandagliare in profondità gli anfratti del narcisismo, servendosi inizialmente del mito per poi analizzare gli aspetti psicologici (e psichiatrici) dell'epidemia di questo secolo. Arcipelago N: una costellazione di isole narcisistiche di cui siamo stati e siamo visitatori, a volte residenti, in questo nostro percorso che è la vita.
Il nome Narciso non sembra scelto a caso, poiché rimanda alla parola greca "narkè", che è sonno e torpore. Ha significato di intorpidire, di irrigidire, anche di inebetire e stordire, donde narcotico. Dunque Narciso è "l'irrigidito in sé, l'intorpidito, il sonnolente. Quegli che non dà: che non si sdà".
Читала из профессионального интереса. Это одно из направлений моей психотерапевтической практики, поэтому стараюсь переодически читать новые книги, статьи, исследования по теме.
Как структурирование было интересно. Не скажу, что нашла много нового. Но в целом и не ожидала. 10% пользы - уже не зря прочитал, я считаю )
La capacità del Prof. Lingiardi di rendere accessibile a tutt* la psicopatologia è fuori discussione. Specialmente un tema così spinoso come il narcisismo.
Breve trattato sul narcisismo, o meglio, sullo spettro narcisistico. Lingiardi riesce a scrivere di concetti non sempre semplici, in modo abbastanza fruibile ed efficace, inserendo anche una parte più tecnica che da “addetta del mestiere” ho molto apprezzato. Mi è piaciuta la scelta di allontanarsi dall’uso improprio del termine (ampiamente abusato soprattutto sui social), riconoscendo alle persone con un disturbo narcisistico di personalità non solo l’inclinazione a far soffrire l’altro, ma anche quella di sperimentare su se stessi una grande sofferenza