Favole e leggende del Giappone di Claudius Ferrand (1868-1930), padre missionario nel paese del Sol Levante, è una raccolta di tredici favole alla maniera di La Fontaine, in cui animali parlanti – che simboleggiano difetti, vizi e virtù degli esseri umani – eventi satirici e personalità contrastanti si fanno portatori di una morale profonda, talvolta espressa esplicitamente. Le favole si inseriscono nel genere degli otogibanashi (hanashi "racconto" e otogi "tenere compagnia", ossia "racconti per diletto"), racconti popolari brevi appartenenti alla tradizione orale che, per il loro intento didattico, rientrarono alla perfezione nella narrativa per l’infanzia. Un volume che trasporterà il lettore in una dimensione magica e poetica per scoprire ancora una volta la bellezza di un genere letterario senza tempo.
Si tratta di favole tradotte dal francese, che risentono dello stile occidentale (a me ricordavano La Fontaine), quindi a mio avviso, sono già un po’ viziate rispetto alle originali giapponesi.
Non tutte le storie hanno per protagoniste gli animali ovviamente. Sono favole carine.Alcune sono identiche a quelle occidentali ( vedi “il lupo ed i 7 capretti”dei fratelli Grim).
Una bella raccolta di favole, che va letta con occhi infantili più che adulti, nonostante la crudezza di alcuni racconti. Sono storie del Giappone, ma spesso ho sentito l'impronta francese dell'autore, che ha un po' smorzato la magia. Come sempre, nulla da dire sulla cura della ABEditore, che sforna piccoli capolavori grafici.
Una raccolta breve ma davvero soddisfacente. Sicuramente la veste grafica fa molto per la lettura, che riesce a catapultare chi legge in un mondo fiabesco e affascinante.
Se avete presente le favole di Esopo, potete avere un'idea di queste. Tre o quattro le avevo già lette da piccola (occidentalizzate, però), e in generale non sono sorprendenti come molte delle favole/leggende giapponesi. Ce ne sono di molto meglio e senza la morale del mulino bianco. Do due stelle per i disegni, sublimi!
Premetto che l'edizione è molto bella, la carta è pregiata e la cura grafica impressionante. Credo anche che la traduzione sia buona (non ho letto l'originale però), perciò non ho davvero nulla da dire sull'edizione italiana curata dall'editore. Il problema è l'autore e il suo modo di approcciarsi al Giappone. Ferrand è un padre missionario vissuto nella seconda metà dell'800, è comprensibile che il suo modo di vedere il mondo e, in particolare, un Paese molto diverso dal proprio non sia come il nostro, tuttavia ho trovato irritante il suo continuo intromettersi nella narrazione con commenti impregnati di una superiorità europea e di una visiona cristiana che all'epoca era diffusa. Ho letto altri autori suoi contemporanei, ad esempio Mitford, e non ho trovato lo stesso modo di approcciarsi fastidioso e paternalistico. Ho trovato ancor più irritante il fatto che alcuni racconti siano stati stravolti e "adattati" a un modo di vedere cristiano ed europeo. Nel racconto "Le due lenti", ad esempio, ci vengono presentati degli elfi con sembianze caprine assimilabili al demonio; nel racconto originale, invece, si parla di tengu e di certo non hanno sembianze caprine. In un altro racconto ancora, Ferrand fa commenti sprezzanti e sarcastici nei confronti della dea Kannon (il cui nome, tra l'altro è anche traslitterato male, ma è possibile che nell'800 utilizzassero metodi diversi, visto che è un problema che ho trovato per tutti gli altri nomi), accusandola di ignorare le richieste dei fedeli, e considerato che Kannon è molto amata in Giappone, dubito che questi commenti fossero presenti anche nel testo originale. Quando racconta la storia di Benkei, addirittura, Ferrand ci tiene a farci sapere che nel periodo Heian (il periodo in cui è ambientata la vicenda) la massima istruzione, ricevuta solo nei templi buddisti, era imparare a memoria i caratteri cinesi (e afferma anche che fosse uno "studio rigido che offendeva l'intelligenza, annullava ogni facoltà di giudizio e di iniziativa e alterava il percorso e la direzione dello spirito"). Peccato che non fosse affatto vero. Inoltre non sono sicura che tutti i racconti presentati siano effettivamente giapponesi. Due racconti in particolare, "Gli otto capretti" e "Le fragole di dicembre" sembrano più favole europee modificate inserendo qualche nome giapponese. Il primo è la classica favola dove il lupo cattivo divora sette capretti e viene poi ucciso dalla madre dei cuccioli, un racconto che in europa è diffuso in tantissime varianti (mi pare di averne letta una identica in una raccolta dei fratelli Grimm), ma che non ho mai sentito raccontare in relazione al Giappone (e, onestamente, mi risulta estraneo alla narrativa popolare giapponese). Il secondo addirittura ha come protagonisti Rose, Chrysantheme e Faucon, nomi tutt'altro che giapponesi; non so se l'autore ha cambiato i nomi per renderli più "appetibili" a un lettore europeo o se ha inserito fiabe europee spacciandole per giapponesi per dare una morale al lettore, in ogni caso mi è sembrato molto fuori luogo. In definitiva, non consiglio assolutamente questo libro e mi chiedo perché, tra tutte le raccolte di miti e leggende giapponesi (penso a quelle di Lafcadio Hearn e di Mitford) si sia scelta proprio questa di Ferrand, intrisa di un atteggiamento paternalistico che non rende affatto giustizia al Giappone, alle sue tradizioni e alla sua storia. E sì, so che dovrei contestualizzare, ma proprio non ci riesco.
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Una serie di racconti con elementi, il più delle volte, fantastici e con personaggi che impersonano le caratteristiche dell'animo umano, come bontà, avarizia, coraggio, crudeltà e così via. Ogni racconto termina con una morale, in alcuni casi esplicita e scritta chiaramente, e in altri implicita nella conclusione della storia. In generale ho percepito poco l'atmosfera tipica dei racconti giapponesi, forse perché in questo caso c'è stato un passaggio intermedio che li ha occidentalizzati fin troppo... Ma nel complesso sono storie belle che tengono compagnia.
Uscita circa un anno fa per ABEditore Favole e leggende del Giappone è una raccolta di fiabe legate al mondo fiabesco giapponese antico, raccolte da Claudius Ferrand, un padre missionario vissuta a cavallo tra Ottocento e Novecento. ABEditore ha curato l'edizione tradotta da Annarita Tranfici e Giuseppina De Vita, permettendo la lettura di favole più o meno conosciute dagli appassionati. Le favole sono da sempre patrimonio della letteratura per l'infanzia e dai tempi di Esopo hanno scopo pedagogico e moralistico. I racconti presenti in questa raccolta hanno più indirizzi e colpiscono per la variabilità delle conclusioni. Abbiamo i racconti meno seri, in cui il peccatore alla fine vince, come la storia della ladruncola Aki che grazie alla sua furbizia e a stratagemmi riesce a rubare una collezione di orologi preziosi ad un gioielliere; come l’astuto Jiro, che andando a colpire la bontà di un compaesano riesce a farsi regalare una scrofa e a rivenderla ad un macellaio ottenendone una fortuna.
Ma abbiamo i racconti dove al cattivo della storia succede qualcosa di brutto: il lupo degli otto capretti finisce per morire affogato nell’acqua perché appesantito dai massi cuciti nel suo stomaco dalla mamma capra andata a salvare i suoi piccoli; la madre e la figlia egoiste e cattive finiscono congelate nella ricerca di fragole fuori stagione, mentre la figlia buona che era stata aiutata nella ricerca del frutto primaverile dalle divinità della primavera e dell’estate sopravvive libera dal loro peso. Ancora, un’anziana avida di potere che aveva trattato male il passerotto di un vicino di casa, incorre nella vendetta della madre del piccolo, scegliendo un grande scrigno pieno di demoni malvagi.
Non mancano anche le leggende in cui manca una vera e propria morale, come la storia del famoso Ourashima Taro che, dopo aver salvato la vita ad una tartaruga ed essere finito sott’acqua nel ricco regno della Dea dell’Oceano, una volta tornato sulla terraferma scopre che il suo soggiorno felice durato nella sua mente solo sette giorni, all’asciutto è durato settecento anni. Un gruppo di ratti che vive in un tempio e che notte dopo notte viene decimata dal gatto del padrone, sotto consiglio di una rana decide di cambiare abitazione; la faida tra i conigli e i tassi, in cui non mancano momenti di guerriglia e omicidi, alla fine si traduce in pace grazie ad un discorso profondo del maestro coniglio.
Racconti e leggende più o meno lunghi, con personaggi positivi e non, che regalano al lettore un po’ di conoscenza del mondo favolistico nipponico, pregno di divinità nascoste, mostri ed esseri crudeli. Ad arricchire le pagine sono presenti illustrazioni in bianco e nero, d’epoca e non, che rendono il libretto un gioiello pregiato da custodire in libreria.
«𝕃𝕒 𝕡𝕣𝕖𝕫𝕚𝕠𝕤𝕒 𝕤𝕔𝕚𝕒𝕓𝕠𝕝𝕒 𝕔𝕙𝕖 𝑺𝒖𝒔𝒂𝒏𝒐𝒐𝒏𝒐𝒎𝒊𝒌𝒐𝒕𝒐 𝕥𝕣𝕠𝕧𝕠' 𝕟𝕖𝕝𝕝𝕒 𝕔𝕠𝕕𝕒 𝕕𝕖𝕝 𝕞𝕠𝕤𝕥𝕣𝕠 𝕐𝕒𝕥𝕒𝕞𝕒 𝕗𝕦 𝕡𝕠𝕚 𝕠𝕗𝕗𝕖𝕣𝕥𝕒 𝕒𝕝𝕝'𝕚𝕞𝕡𝕖𝕣𝕒𝕥𝕠𝕣𝕖 𝕕𝕖𝕝 𝔾𝕚𝕒𝕡𝕡𝕠𝕟𝕖 𝕕𝕒𝕝𝕝𝕒 𝕕𝕖𝕒 𝔸𝕞𝕒𝕥é𝕣𝕒𝕤𝕦. ℙ𝕠𝕣𝕥𝕒 𝕚𝕝 𝕟𝕠𝕞𝕖 𝕕𝕚 𝑲𝒖𝒔𝒂𝒏𝒂𝒈𝒊-𝒏𝒐-𝒕𝒔𝒖𝒓𝒖𝒈𝒊. ℚ𝕦𝕖𝕤𝕥𝕒 𝕤𝕔𝕚𝕒𝕓𝕠𝕝𝕒, 𝕝𝕠 𝕤𝕡𝕖𝕔𝕔𝕙𝕚𝕠 𝕤𝕒𝕔𝕣𝕠 𝕖 𝕚𝕝 𝕤𝕚𝕘𝕚𝕝𝕝𝕠 𝕕𝕚 𝕡𝕚𝕖𝕥𝕣𝕒 𝕡𝕣𝕖𝕫𝕚𝕠𝕤𝕒 𝕤𝕠𝕟𝕠 𝕚 𝕥𝕣𝕖 𝕥𝕒𝕝𝕚𝕤𝕞𝕒𝕟𝕚 𝕕𝕖𝕝𝕝'𝕀𝕞𝕡𝕖𝕣𝕠.» . Oggi vi porto in Giappone, con questa pubblicazione di Abeditore. . Queste favole e leggende sono state raccolte dal missionario Claudius Ferrand, durante il suo viaggio nell'Est e in particolare nel regno del Sol Levante. . Le traduzioni sono delle bravissime Annarita Tranfici e Giuseppina De Vita, che hanno incluso in questo volume un'appendice dove spiegano le scelte delle fiabe e delle leggende inserite qui. Sono tredici fiabe che riprendono la cultura giapponese dell'𝒐𝒕𝒐𝒈𝒊𝒃𝒂𝒏𝒂𝒔𝒉𝒊, ovvero dei racconti per diletto. . Quindi troviamo tassi dispettosi, conigli benevolenti e vendicativi, giganti, tartarughe parlanti e divinità, ma anche ragazzi orfani, come il piccolo Jiro, piccole ladruncole, come Aki. Incontriamo matrigne cattive e capretti intelligenti. E altro ancora. . Se vi piace il Giappone, questa raccolta fa per voi. Qui con le fantastiche pagine dell'Imbustastorie dedicate al Giappone e tradotte da Federica Vallone.
Favole e leggende del Giappone è una raccolta di tredici favole (per la maggior parte destinate ad un pubblico adulto per via delle scene crude narrate) tradizionali del Sol Levante, caratterizzate da racconti brevi nei quali animali parlanti, divinità ed esseri umani interagiscono tra di loro per trasmettere al lettore un insegnamento di vita quotidiana, sulla falsa riga delle occidentali favole di La Fontaine.
Una lettura piacevole, da fare la sera prima di andare a dormire o nei ritagli di tempo, impreziosita da un'edizione curatissima di ABEditore che ha aggiunto a ciascun racconto disegni e tavole d'epoca realizzate dai più grandi artisti giapponesi.
Questi 13 racconti sono stati un toccasana per la mia lettura! Avevo bisogno di qualcosa di piacevolmente leggero. Favole e leggende del Giappone appartengono al genere degli otogibanashi, ossia: “racconti per diletto” [ come spiega nelle note finali ] Le storie sono spesso popolare da animali parlanti e bambini con doti straordinarie. Alcuni hanno la morale esplicita alla fine, spesso le ho trovate divertenti. C’è uno uno che mi ha ricordato la favola di Cappuccetto Rosso, un po’ mischiata ai tre porcellini. Ci sono delle storie decisamente brutali nelle descrizioni e finali.
Ne parlo su https://www.vivereinoverbooking.com/f... 13 racconti ispirati alla tradizione popolare orale giapponese accompagnati da illustrazioni molto belle, che ricordano il Giappone antico. Lettura veloce e poco impegnativa, adatta soprattutto ai giovanissimi ed ai bambini in quanto ciascuna favola cela sempre un insegnamento ed una morale finale.
È stata una sorpresa in positivo il trovare, al termine di ogni racconto, un’illustrazione a tema (riproduzione semplificata delle opere di alcuni tra i più grandi artisti stampatori di epoca Edo e Meiji - Toyokuni I, Hokusai, Kunisada, Kuniyoshi, Gekko, Kyosai…).
Carino, le favole e le leggende sono abbastanza corte e hanno morali scritte alla fine del libro. Chiaramente non è un libro propriamente adatto a dei bambini anche se é presente il termine "favole". Mi aspettavo qualcosa in più, ma nel complesso é carino e l'edizione é curata
Splendidi racconti, che evocano il sapore del Giappone in ogni frase. Racconti e favole diverse da come li immaginiamo noi occidentali e con una morale spesso ironica. Davvero speciale la veste grafica e la cura delle traduttrici.
Carino; alcune storie sono più piacevoli, altre un po’ più semplici e scontate. Come dice la postfazione sono “racconti per diletto” e quindi, data anche la brevità degli stessi, dei piccoli passatempo non impegnativi ma caratteristici dell’immaginario nipponico.
Volevo leggere questa raccolta di racconti da un sacco di tempo, e finalmente l'ho fatto! Innanzitutto, è stupenda anche solo da sfogliare: la copertina, i dettagli, la carta scelta, le illustrazioni interiori. Tutto perfetto, come al solito.
Il libro contiene: - Ourashima Taro e la Dea dell'Oceano; - La piccola ladruncola; - La vendetta del coniglio; - Il mostro Yatama; - L'unico ombrello; - Gli otto capretti; - Le avventure di Benké; - Il vaso di Kompéito; - I ratti al tempio; - Le fragole di dicembre; - Il passerotto senza lingua; - Le due lenti; - L'astuzia di Jiro.
Generalmente, i due aspetti di queste storie che mi hanno colpito di più sono il fatto che spesso e volentieri siano parecchio cruente e abbiano un finale negativo, e poi anche la forte componente di ironia che racchiudono in sé (anche fonte di riflessioni amare, in alcuni casi).
Fra tutte le storie (che ho apprezzato dall'inizio alla fine) posso dire che la mia preferita sia stata "la vendetta del coniglio": mi ha spiazzata totalmente, all'inizio, e poi andando avanti col racconto l'ho trovata piena di buoni insegnamenti e con un finale positivo, pieno di speranza e bontà, gentilezza e perdono. Forse mi ha colpita di più degli altri proprio perché finisce bene.
In certi racconti (come "gli otto capretti" e "le fragole di dicembre") ho riscontrato somiglianze con fiabe e favole da me già conosciute, provenienti da altre culture, e trovo sia sempre curioso vedere come società totalmente differenti nelle tradizioni e negli stili di vita possano finire per "partorire" storie così simili. Mi chiedo se siano solo straordinarie coincidenze o contaminazioni tra popoli.
Libricino curatissimo, elegante e di ottima qualità. Raccolta di favole giapponesi scritta da un padre missionario francese. Racconti più o meno bizzarri ma piacevolissimi. Consigliato.
Questo libro propone un'ampia selezione di favole e leggende giapponesi, presentate con uno stile scorrevole e ricco di atmosfera. Avrei però preferito una presenza maggiore di illustrazioni, un formato con pagine più grandi e anche più note a margine, che avrebbero potuto offrire un contesto culturale ancora più ricco. Nonostante ciò, il volume resta coinvolgente e ben curato, perfetto soprattutto per i neofiti che desiderano esplorare il mondo del folklore e delle antiche narrazioni giapponesi.