Saka è un’orfana di guerra e una spia. Da quando un gigante meccanico dell’Impero Qandar ha distrutto il suo villaggio natio, vive da nomade, passando da una missione all’altra, spinta dalla sete di vendetta. Lowein è il figlio di una strega. Ha trascorso tutta la vita rinchiuso con sua madre e un golem all’interno di una fortezza nascosta in una piega del tempo. Legati da una maledizione da cui dipendono le loro vite, e con l’impero Qandar alle calcagna, forse sono la chiave per risolvere un conflitto che dura da più di cento anni…
Voto: 7.25 su 10. Una storia molto incalzante. Azione, azione, azione… Questo aspetto è un grosso punto a favore del libro, che risulta ben scritto. Non ci sono problemi nello stile, l’autore ha studiato bene i principi della scrittura. La gestione delle scene è ben riuscita, lo stile è molto immersivo. Emerge anche un certo impegno nel realizzare il libro, che l’autore stesso Durigon esprime nella postfazione. Durigon ha saputo creare un mondo interessante: c’è una magia usata come tecnologia, come in Final Fantasy. Ci sono creature bizzarre, colpi di scena bizzarri: la storia che Durigon ha scritto esce un po’ fuori dagli schemi. Dunque perché solo 7.25 su 10? (È un voto buono comunque, chiariamoci.) Perché secondo me non è stato dato abbastanza spazio alla caratterizzazione dei personaggi. Quindi un po’ troppo “incalzante” la gestione dell’interiorità dei personaggi, che segue in maniera un po’ forzata il ritmo frenetico delle vicende che si susseguono nel libro. Non sono riuscito a empatizzare con i protagonisti, sono rimasti un po’ degli sconosciuti per me, da diversi punti di vista. Rallentare il ritmo della narrazione, che sembra quasi quello di un videogioco, avrebbe potuto rendere il libro migliore. Poi la mia opinione vale quello che vale, è forse anche una questione di gusto personale, non so quanto in grado sono di valutare oggettivamente un libro di una persona che ha approfondito molto la narratologia. Comunque l'autore è bravo. Grazie del libro che hai scritto per noi lettori! Acheron Books inoltre si conferma come casa editrice che punta molto sulla qualità dei libri.
Un libro con creature magiche tolkieniane e vibes alla Final Fantasy. Be', che dire. Sembra sia stato scritto apposta per me!
Saka è un'orfana di guerra e una spia, passa da una missione all'altra per vendicarsi dei Qandar, che hanno distrutto il suo villaggio. Lowein è il figlio di una strega, rinchiuso dalla nascita in un castello nascosto in una piega del tempo. A causa di una maledizione che lega il loro destino, saranno costretti a collaborare per sopravvivere.
Da dove comincio? La trama è pazzesca, piena di snodi e colpi di scena imprevedibili. Mai banale, non una scena di troppo (anzi, mi vien quasi da dire che in alcuni casi si sarebbe potuta addirittura allungare la salsa, e ho detto tutto). E riguardo alla trama mi fermo qua, onde evitare spoiler.
La caratterizzazione dei personaggi è ben fatta (Lowein nel cuoricino), la loro trasformazione traspare chiaramente dalle azioni, senza bisogno di scrivere paragrafi e paragrafi sull'interiorità dei protagonisti, cosa che avrebbe sbalzato fuori dall'immedesimazione.
Il worldbuilding, insieme alla trama, è il punto forte di questo libro, e in un fantasy in un certo senso si esige questa cosa. Quello in cui veniamo immersi è un mondo vario e interessante, in cui la magia e la tecnologia si fondono. Le creature (satiri, nani, viverne usate come cavalli [sogno di una vita], uomini mischiati a vari animali) sono curiosissime e sprizzano fantasy da tutti i pori. Una cosa poi che ho MOLTO apprezzato, sempre riguardo al worldbuilding, è l'assoluta mancanza di spiegoni. Il mondo non ci viene mai raccontato, ma sempre mostrato attraverso la storia, fornendo comunque un immagine molto ben delineata della situazione. Le uniche occasioni in cui ci viene "spiegato" qualche dettaglio del mondo, è attraverso dialoghi (ben camuffati) o azioni, e comunque sempre di cose necessarie da sapere per ambientarci. Gli scrittori di fantasy dovrebbero prendere appunti. Chapeau.
Non ho detto tutto e non lo farò, per non guastarvi l'esperienza di leggere per la prima volta questo libro. Certe cose è meglio le si scoprano da soli. Perciò leggetelo.
Stile curato in cui l'autore non dice tutto quello che conosce ma mostra solo ciò che serve per la storia. Ambientazione costruita con grande attenzione alla coerenza nonostante le tantissime contaminazioni culturali. Storia molto scorrevole che si perde un poco con una soluzione finale che seppure del tutto consequenziale non mi ha soddisfatto completamente. I personaggi perdono un poco di spessore per la scelta stilistica più orientata a mostrare le azioni che i movimenti degli animi. Consigliato a chi cerca una fusione fra Steam punk fantasy, alchimia e creature fantastiche
L'anno dell'omuncolo è un bel romanzo molto veloce e divertente. La struttura narrativa è ben curata, la scrittura è così vivida che sembra di vivere le avventure insieme ai due protagonisti. Molto precisa e asciutta, senza fronzoli. Ci si immerge completamente nel mondo steampunk creato dall'autore. Bella la magia legata agli elementi della natura fiancheggiata dalla tecnologia. L'unico neo, ma per gusto personale, è che probabilmente la velocità non ha dato spazio all'approfondimento dei personaggi. Mi sarebbe piaciuto che l'autore si prendesse qualche pagina in più per curare meglio l'empatia. Bravo Durigon!