Cinquanta parole per interrogarsi: dalle più disarmanti, come grazie o vergogna, alle più coraggiose, come trasgressione, scabroso, fino ad arrivare alle fondamentali - lavoro, cuore, paura, vita e morte. Cinquanta parole che portano con sé cinquanta piccole storie di disaffezione quotidiana all'indifferenza, perché la rivoluzione gentile può partire soltanto da parole dannose al conflitto. Perché una parola può ferire, ma può anche salvare. Usare le parole oggi, impiegare tempo per farle risuonare, significa non avere perso la speranza. Per Saverio Tommasi "portarsi dietro delle parole nelle tasche dei pantaloni, nel taschino della camicia, della giacca, infilate nalla punta delle scarpe, dentro i calzini e finanche nelle mutande significa avere l'ardire di cercare una solzione nonostante tutto e senza il preconcetto del luogo più adatto a impiegarle. Significa mantenere la sfacciataggine di pensare che non tutto è perduto". E farlo, aggiunge, non solo è divertente, ma è l'occazione per scoprire e per scoprirci. "Procuratevi una lampara," ci invita l'autore, "per cercare le vostre parole preferite in mezzo alle altre. Procuratevi uno scalpello e un bedano per i tagli più profondi. Un vocabolario per calmare la vostra fame. Non siate timidi e tiratele fuori, le parole, non siate tirchi e datele come conforto, condividetele come dialogo." Delle parole e delle storie è sempre stato innamorato, Saverio Tommasi, e ha iniziato presto a usarle per capirsi e per capire. Fino a farle diventare lo strumento della sua professione: oggi è uno dei giornalisti più seguiti in Italia.
Ho sempre letto i libri di Saverio tutto di un fiato... Forse perché abbiamo la stessa età, forse perché siamo nati in parti opposti ma oggi viviamo nella stessa regione e mi aiuta a conoscerla... Forse perché mi piacerebbe avere un amico come lui. Due parole: - per me la più bella in questo libro: Grazie
- quella non scritta ma presente in ogni verso, in ogni pagina,in ogni capitolo: CORAGGIO Un coraggio impressionante nel mettersi a nudo per noi lettori...un autore di questo calibro ha palle da vendere!!!
Al prossimo libro che aspetto sempre come un bicchiere di acqua dopo una lunga corsa sotto il sole
Ho finito il libro e ho messo sullo scaffale un amico. Questo libro non parla di niente eppure parla di tutto: non c'è una trama, non c'è una storia, ci sono tanti pensieri che si intrecciano con tanti vissuti, con questo autore che scrive un po' un'autobiografia eppure spesso non ha pietà di sé, si mette a nudo come nessuno di noi osa fare nemmeno nella propria intimità e mette a nudo tutto e tutti, quando parla di Auschwitz, di povertà, del mare, dei senza tetto, degli immigrati, due sopravvissuti. Un perbenista. Quanto si ha bisogno di perbenisti in questo mondo cinico.
Non sono le 50 parole o il contenuto del libro in sè, ma un concetto di umanità che traspare tra le righe. E l'imperfezione. In un mondo dove tutti vogliono insegnarci qualcosa e dove ci sentiamo tutti un po' mediocri - questa lettura senza pretese ci ricorda che vivere a modo nostro è importante, tanto quanto raccogliere parole...
Tommasi non delude mai e regala emozioni .50 parole ,che scatenano ricordi ,,Sorrisi,risate. 50 parole che accomunano tutti noi e che a volte hanno il sapore dolce di un nonno o di una nonna ,a volte hanno l'odore di una risata o il profumo di una lacrima..Lettura veloce ,scorrevole .