Una sera come tante Giulio torna dall’ufficio, e davanti al cancello della sua casa di Pavia trova ad aspettarlo una frotta di giornalisti. Dall’altra parte dell’Italia un’auto ha travolto e ucciso una bambina, sebbene nessuno la stesse conducendo. Era una macchina a guida autonoma, e l’ingegnere che si è occupato del progetto è proprio lui. Fino a un istante prima Giulio era un marito e un padre qualunque, con un lavoro sicuro, una famiglia che gli voleva bene e lo aspettava a casa per cena: adesso è al centro di un assedio. I litigi con la moglie, le discussioni con i ragazzi che nel frattempo diventano sempre piú adulti, la cronaca cittadina che mormora e soprattutto la strategia difensiva da preparare con l’avvocato. E così, mentre Tania cerca di salvare il loro matrimonio, mentre Chiara si chiude in se stessa e Ale si prende cura di uno dei bambini in difficoltà a cui fa da allenatore di calcio, Giulio si ritrova all’improvviso nell’occhio del ciclone. Chi è il responsabile di quella morte: il conducente o il progettista? Quando inizia il processo, i suoi colloqui con il giudice sono un duello psicologico, un botta e risposta e insieme una strettissima danza a due. Tra ritmi serrati da romanzo processuale e il racconto intimo di una famiglia di fronte alla prova piú difficile, Scianna affronta argomenti inesplorati, che hanno a che fare con l’etica del futuro, l’intelligenza artificiale e le zone d’ombra delle nostre responsabilità individuali. Le api non vedono il rosso è un romanzo che ci chiama in causa, ci interroga, ponendoci le domande giuste per capire che cos’abbiamo intorno. E insieme apre le porte a un dibattito che nei prossimi anni occuperà di peso il discorso pubblico e, forse, riconfigurerà la nostra morale. Nessuno scrittore italiano parla ai ragazzi e ai loro genitori come sa fare Giorgio Scianna.
«Stai male?» gli chiese Tania. Anche lui nascondeva quella cosa. L'aveva nascosta quando in azienda era arrivata la notizia che una bambina di Lecce era stata travolta da una sua auto, quando si era chiuso subito come un ladro nel suo ufficio a controllare i rapporti dei collaudi, i test, l'aveva nascosta quando era arrivato l'avviso di garanzia e lui aveva alzato le spalle, sminuendolo come un atto dovuto, quando era tornato in fabbrica a prendere quelle carte, facendo quell'idiozia, perché piú metri di carta, di grafici aveva, piú si sarebbe sentito protetto davanti ai giudici. La nascondeva ogni volta che guardava in faccia Ale o Chiara. Lui doveva nasconderla piú di tutti, doveva ingoiare tutto, trovare il respiro, i passi della corsa per tornare a casa, per andare avanti, perché lui non poteva permettersi di farsi quella domanda senza crollare.
4 ⭐️ Una bambina muore dopo aver attraversato la strada e la colpa di chi è? Del guidatore? Della macchina automatizzata che non ha visto il suo corpicino, o dell’ingegnere che ha ideato l’auto? Un bellissimo noir di Scianna.
Questo è un romanzo che ruota attorno a due domande: di chi è la responsabilità anche quando non si ha materialmente commesso un errore? Come reagisce una famiglia se un componente potrebbe aver commesso un grave errore? Giulio, il protagonista del romanzo, insieme alla sua famiglia, una sera torna a casa e trova davanti al cancello molti giornalisti ad aspettarlo. Giulio è il progettista di una nuova automobile appena entrata in commercio, a guida autonoma, e proprio una di queste auto, qualche ora prima, con alla guida un preside in pensione, ha travolto e ucciso una bambina. È un assalto mediatico a Giulio, perché responsabile di questo nuovo sistema di guida, ma diventa un problema famigliare. La moglie Tania rimane al suo fianco, mentre i figli Chiara e Ale sono dubbiosi. Diventa una situazione difficile perché Giulio potrebbe andare in carcere per omicidio così Tania ammette la sua preoccupazione, mentre Chiara e Ale, fanno fanno fatica a prendere coscienza di quello che potrà succedere. Un romanzo che trascina il lettore. Molto bello!
È un libro da leggere perché alla fine riesce a farti mettere nei panni di uno dei componenti della famiglia e solleva dubbi etici e morali che fanno riflettere. Una vita è pur sempre una vita e parlarne in famiglia è la strada da seguire quando accadono eventi così sconvolgenti. Mai fare finta di nulla anche perché chi vive con te finirà per “metabolizzare” a modo suo l’evento senza poter trovare il conforto e il supporto che la famiglia ti dovrebbe sempre dare. Scrittura fluida e trama interessante. Per arrivare alle 5 stelline ci volevano qualche pagina in più per “sviscerare” aspetti interessanti che sono rimasti lì, senza approfondimenti.
Un romanzo che affronta i grandi temi che il progresso tecnologico impone. IA, automazioni, guida autonoma. Ogni giorno il discorso si amplia, fino ad arrivare nei nostri salotti, all'ora di pranzo e cena. Chi avrebbe potuto immaginare, solo pochi mesi fa, che avremmo guardato un servizio su innovazioni targate OpenAI sul primo telegiornale pubblico?
Il libro parla di un aspetto importantissimo del progresso: come lo stato, le leggi, si adattano a questo. Il processo legislativo è inadatto e fin troppo lento e prolisso per trattare di temi come questi, ma si può sperare che il mercato -- e le aziende -- regolino loro stesse?
La Chandra ha tutti i sensori del caso, tecnologicamente perfetta, e l'incidente è comunque avvenuto.
A capo di Tesla, la cosa più vicina ad una Chandra che abbiamo attualmente, c'è una persona che non può essere definita "stabilissima" e che farebbe di tutto per massimizzare il profitto: abbiamo già report di Model S, X e 3 che abbandonano il mix di sensori radar, telecamere e LiDAR, -- più accurati e sicuri -- a favore di telecamere, pur sapendo che il rischio di imprecisione è maggiore. (https://techcrunch.com/2021/05/25/tes...).
Sarà l'IA, la fine dell'umanità, o la caccia al profitto?
È per questo che l'intervento legislativo è importantissimo. Probabilmente arriverà prima da Bruxelles che da Roma, ma l'importante è che arrivi. Il libro ci fa vedere una realtà in cui questo manca: La magistratura è costretta a indagare, ma bazzica nel buio non avendo un framework da cui partire.
Dal punto di vista stilistico, ho trovato il libro accattivante. Il punto di vista cambia quando dovrebbe (nel senso che si passa dalle vicende di un personaggio a quelle di un altro in tempi giusti, prima che diventi pesante ma senza spezzare troppo il tutto) e, con l'eccezione di qualche scivolone linguistico ("Suona un po' come marcare il territorio") è scritto, secondo me, bene.
Tutto sommato, è stata una lettura interessante, che consiglio un po' a tutti.
L'argomento è una novità per un libro, o almeno è qualcosa che non avevo mai letto dentro ad un romanzo. La vita di una madre e quella di una famiglia, viene sconvolta dalla morte di una bambina che è avvenuta a causa di un incidente con un’automobile a guida autonoma. La madre ha perso la figlia e l'ingegnere che ha creato il software dell'auto è a processo in quanto responsabile del progetto. Le dinamiche famigliari cambiano, i figli non sanno cosa pensare, la moglie fa di tutto per mantenere l'unione, ma ogni situazione, ogni silenzio è pieno di preoccupazione per quello che potrà accadere a Giulio Corridoni, padre e marito che si chiede se è davvero un assassino. Pur non mettendo mai in dubbio il suo lavoro e livello di sicurezza dell'auto che ha progettato, fatica a non sentirsi in colpa. Ogni componente della famiglia avrà una reazione diversa, ognuno di loro proverà a proteggersi da quello che sta accadendo. In questo libro si parla di etica, ed entra in gioco il noto dilemma del carrello ferroviario. Nella versione originale, un autista di un tram conduce un veicolo capace solo di cambiare rotaia, senza la possibilità di frenare. Sul binario percorso si trovano cinque persone legate e incapaci di muoversi e il tram è diretto verso di loro. Tra il tram e le persone legate si trova un secondo binario parallelo, sul quale è presente una persona legata e impossibilitata a muoversi. La persona nei pressi del deviatoio si trova di fronte un'alternativa che comporta due sole opzioni: lasciare che il tram prosegua dritto la sua corsa, uccidendo le cinque persone, oppure azionare lo scambio e ucciderne una sola. La storia è molto lenta, si ripercorre la stessa scena decine di volte. L'argomento è interessante, i personaggi un po' meno.
La copertina suggerisce un thriller, in realtà è un bel romanzo sulla famiglia, sulla gestione del dramma, sul rimanere umani. È il primo libro che leggo di questo autore e mi ha lasciato piacevolmente stupida. Letto in pochissimo tempo, crea alla perfezione dinamiche familiari e personaggi sempre caratterizzati e credibili. Il tema centrale del romanzo, quello del dilemma uomo-macchina, apre quasi alla fantascienza senza mai diventare surreale, persiste in tutta la storia, ma la storia la fanno sempre i personaggi. Ottima lettura.
Pensavo fosse un thriller quando in realtà il tema principale è l'affronto di una crisi in famiglia, che è comunque un tema interessante. I personaggi sono scritti bene ma non mi sono appassionato del tutto perchè è una famiglia troppo "perfetta", da mulino bianco. Il personaggio di Giulio mi sembra quello meno approfondito e non ne capisco il motivo.
Romanzo ambientato tra Lombardia e Puglia, una famiglia abbastanza sana che si ritrova travolta da un avviso di garanzia. Certezze che vacillano, tensioni familiari ma soprattutto personali ogni membro deve fare i conti con una routine piacevole che viene stravolta. L'etica e la morale in relazione alle automobili autonome, intelligenza artificiale che cambia le abitudini per migliorare confort e sicurezza ma che ha dei buchi incolmabili.
Non possiamo controllare tutto. Qualche pezzo lo dobbiamo perdere. Le api hanno perso il rosso. – Sí, ma cosa c’entra con Chiara? – Forse basta farle capire che nella vita non abbiamo tutto sotto controllo… che i genitori non ce l’hanno il controllo su tutto. Tutti perdiamo pezzi.
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La tematica del libro mi ha preso molto ed è sicuramente molto molto attuale. Sullo stile di scrittura e su come viene sviluppata la storia ho qualche riserva, ma è un libro che in generale ho comunque apprezzato
Letto su consiglio della professoressa di filosofia quando ha spiegato Kant e la legge morale. Interroga il lettore su temi profondi e risulta più realtà che fantascienza, ormai.