Osjećaš promjene raspoloženja, hvataš skrivene poglede, zamjećuješ nedorečenosti? Događa ti se da ušavši na nepoznato mjesto odmah osjetiš da nešto nije kako valja? Imaš bogat unutarnji život, tražiš harmoniju, iako te ponekad muče bujice misli? Izbjegavaš koncerte i velike događaje, jer te metež istodobno potiče i otuđuje, kao da si u mjehuriću sapunice? Kada vidiš nekoga tko se osjeća loše, odmah znaš što učiniti da bi mu bilo bolje? Ako si na dio ovih pitanja odgovorila potvrdno, sigurno si vrlo osjetljiva osoba i zbog toga ti je u životu ponekad znalo biti jako teško. Dosta! Upamti da visoka osjetljivost nije slabost! Ona može biti tvoja tajna snaga. Zahvaljujući tome što uspijevaš „jače“ hvatati signale koje odašilje svijet, vidiš da se stvarnost prelijeva u različitim bojama. Ne odbijaj ih, zaogrni se njima, jer je biti osjetljiv prelijepo! Upoznaj strategije koje omogućavaju da preveliku osjetljivost prekuješ u životnu supersnagu, oslobodi se loših ljudi i situacija koje te uništavaju i raduj se životu u svim duginim bojama. Ova je knjiga također i ključ za bolje odnose s nekim bliskim tko je iznimno osjetljiv. Zahvaljujući osobnoj perspektivi čitatelj konačno može razumjeti što osjeća partner, dijete, roditelj… i pronaći odgovore na pitanja koja ga odavno muče.
Federica Bosco è scrittrice e sceneggiatrice. Appassionata di yoga e convinta sostenitrice dell’alimentazione vegan a cui sottopone parenti e amici, ultimamente sta anche imparando a fare il pane («Con i tempi che corrono è bene avere un mestiere in mano!»). Potete leggere di lei nel suo blog all’indirizzo www.federicabosco.com. Con la Newton Compton ha pubblicato Mi piaci da morire, L’amore non fa per me e L’amore mi perseguita, tre romanzi con Monica come protagonista, e Cercasi amore disperatamente: tutti hanno avuto un grande successo di pubblico e di critica, in Italia e all’estero. È anche autrice di uno spassosissimo manuale di sopravvivenza per giovani donne: 101 modi per riconoscere il tuo principe azzurro (senza dover baciare tutti i rospi).
In questo libro in cui Federica Bosco tratta il tema della sensibilità e trova il coraggio di raccontare tanto di sé, mettendo a nudo esperienze anche molto personali, è possibile trovare moltissimi spunti interessanti. La tematica in sé è degna di essere conosciuta, già molto studiata in America, meno in Italia.
Essendo io una persona che la Bosco, e che alcuni psicologi da lei citati, chiamano "ipersensibile", mi sono riconosciuta in tante esperienze, specie nel primo capitolo che affronta l'infanzia e l'adolescenza. Ho ritrovato in me parecchi tratti della personalità, emozioni, episodi imbarazzanti nel corso della vita e il generalizzato senso di sentirmi inadeguata, sbagliata, diversa. I presupposti, perciò, sono gli stessi: anche io mi sono dovuta analizzare, ho dovuto comprendere ciò che accadeva grazie all'aiuto di più terapeuti e ho affrontato un lungo percorso di crescita, non facile, per arrivare a un equilibrio interiore ed esteriore (pur non avendo mai sofferto di disturbi gravi come la dipendenza da alcol, fumo o la bulimia).
Tuttavia, le conclusioni a cui sono giunta durante il mio cammino, le riflessioni fatte, le letture e le esperienze personali mi hanno portata a vedere l'intera questione da un punto di vista alquanto diverso, forse in un certo senso più complesso. Dopo aver studiato gli stessi psicologi che Federica Bosco cita, ne ho tratto gli spunti positivi, per rifiutare invece coscientemente qualcunque tipo di pensiero che implichi delle categorizzazioni, e dunque una semplificazione dell'umanità intera. Nel suo libro, la Bosco ripete moltissime volte i binomi "gli ipersensibili e il resto del mondo", "noi e gli altri", "i diversi e i normali", "gli emisferi sinistri e quelli destri", "i superdotati e i normopensanti" (oddio quanto è brutta questa parola!). In definitiva, crea una divisione (teorica e reale) che io tendo a non apprezzare, poiché il concetto dell'io contro l'altro, degli uguali contro i diversi, è da sempre alla base di qualunque forma di incomprensione e di appartenenza di gruppo che talvolta sfocia nel razzismo (gli uomini e le donne, gli italiani e gli stranieri, i credenti e gli atei, gli abili e i diversamente abili, i bianchi e le persone di colore, i ricchi e i poveri).
Credo che sia ora di superare, in qualunque campo, queste categorizzazioni che riducono l'immensa complessità dell'essere umano a un semplicistico gruppo di appartenenza. E' vero, come dice la Bosco, che il cervello funziona con un emisfero sinistro logico e uno destro emotivo, ma è troppo facile - e a mio modesto parere anche sbagliato - suddividere le persone in emisferi destri e sinistri. Immaginiamo che (semplificando comunque tanto) l'emisfero destro abbia una capacità che va da 1 a 1000 e quello sinistro anche: ogni essere umano avrà un certo livello di uso dell'emisfero destro a cui si aggiunge un certo livello di uso del sinistro. Ne consegue che le combinazioni sono migliaia e non possono assolutamente essere riconducibili a due misere categorie.
Lo stesso vale per la sensibilità, che cambia da persona a persona, e ancor più per l'intelligenza. Oggi sappiamo che esistono molteplici intelligenze, perciò non ha alcun senso parlare di plusdotati e normodotati: esisteranno, piuttosto, persone più dotate in alcuni campi ed altre più talentuose in altri. In sintesi, ogni persona è unica, diversa da tutte le altre, non esiste il concetto di normalità e probabilmente neanche quello di maggioranza, ognuno è una combinazione di genetica, esperienze, attitudini, influenze ambientali e va scoperto, capito, apprezzato, amato così come è, nella sua interezza, senza il filtro delle categorizzazioni.
Inoltre, il libro riporta una lunga serie di luoghi comuni che rischiano di deviare i lettori. L'ipersensibile è plusdotato, empatico, generoso, un buon ascoltatore, concentrato sugli altri, con poca autostima, creativo, intuitivo, fragile, spesso traumatizzato, ma in ogni caso con una marcia in più che lo rende una sorta di super eroe. Dall'altro lato il "normale" è logico, razionale, pratico, meno empatico, fa meno attenzione ai dettagli e crea liste, è poco creativo, senza saliscendi emotivi e talvolta narcisista. Trovo questa serie di aggettivi che differenziano la prima categoria dalla seconda un po' rigida. In psicoterapia e nel corso della vita mi è capitato di conoscere molti ipersensibili che, proprio per questo loro tratto della personalità, sono concentrati su se stessi e sulle proprie sensazioni, mai realmente interessati a conoscere il mondo che li circonda senza pregiudizi. Persone talvolta al limite dell'egoismo o in ogni caso fortemente individualiste. Ne ho anche conosciuti tantissimi altri, gli artisti soprattutto, con un ego smisurato e un narcisismo enorme. Altri ancora, nonostante una sensibilità molto forte, non avevano alcun dono intellettuale degno di nota.
Al contrario, sono tante le persone "normali", gli emisferi sinistri insomma, di cui ho estrema stima, perché, proprio in virtù della loro resistenza e dello scarso coinvolgimento emotivo verso il prossimo, sono in grado di ricoprire ruoli di infermieri, medici, assistenti sociali, psicologi, clownterapeuti, missionari. Non occorre essere un ipersensibile per dedicarsi al prossimo, basta avere dei valori forti, stare bene con se stessi e sentire la voglia di aiutare gli altri, anche se lo si fa sfruttando quasi solo l'emisfero sinistro.
Infine, ho trovato il libro un po' ridondante su alcuni concetti ed espressioni, alcune delle quali - come "normodotati e iperintelligenti" - non mi sono proprio piaciute. Non a caso questo era il pensiero che mi ero già fatta leggendo i libri citati dalla Bosco, che se da una parte hanno il pregio di prendere per la prima volta in esame un tratto della personalità fino ad oggi quasi sconosciuto, dall'altra hanno il grande difetto di semplicizzare, categorizzare, semplificare troppo una tematica invece estremamente complessa, ampia, ricca.
In sintesi, se da un lato ho apprezzato l'idea di scrivere un libro sul tema della sensibilità, specie quando questa è molto accentuata, dall'altro non condivido le tante categorizzazioni utilizzate, la semplificazione, il tema del diverso e ancor meno mi piace il ritratto che, tra le righe, ne esce dei normopensanti, i quali a mio parere non sono persone normali meno intuitive e più individualiste, bensì talvolta esseri umani ricchi di risorse. Ci sono inoltre persone che usano alla massima potenza tanto l'emisfero sinistro che quello destro e, sebbene di non facile gestione, sono davvero individui con una marcia in più.
Ne consegue che non mi è piaciuto nemmeno l'approccio nelle relazioni che la Bosco consiglia di tenere, dando per scontato che una relazione amorosa tra ipersensibili funzionerà meglio di una tra un normopensante e un iperdotato, oppure ritenendo giusto esprimere sempre, seppur suggerendo una certa modalità, i nostri turbamenti. Al contrario, la mia esperienza personale, su di me e sugli altri, mi ha dimostrato che le persone "diverse" da noi possono insegnarci tanto, ci restituiscono nella coppia una complementarietà che non ho mai trovato in relazioni tra ipersensibili (spesso molto sbilanciate), ci trasmettono calma, fiducia, equilibrio, pragmaticità e senso di protezione, senza per questo doverci snaturare. Perché a volte i normodotati, nella loro "limitatezza" e pur non essendo dei super eroi, possiedono una capacità di amare persino maggiore rispetto agli ipersensibili.
Sono al 68% e non ce la faccio più. In questo libro ho trovato un continuo rivangare i dolori del passato e pochi consigli abbastanza vaghi... Un capitolo consiste in un paio di pagine, a occhio, in cui si descrive quanto è terribile essere ipersensibile, per concludere con qualcosa del tipo "dobbiamo imparare a farci forza". Come, esattamente, non ci è dato sapere. Ho l'idea che ciascuno dei temi affrontati avrebbe bisogno di molto più approfondimento, so che ci sono libri interi dedicati a questi problemi, e leggere una tale superficialità mi sta rendendo molto frustrata. La seconda stella la dò solo perché in effetti l'autrice ha fatto un bel lavoro di ricerca, ho finalmente capito cos'è questa storia dell'ipersensibilità e da dove arriva. Ma mette troppa carne al fuoco, trattando, male, non solo l'ipersensibilità ma tutta una serie di problemi accessori, che mi sembrano abbastanza comuni e condivisi da una ben più ampia fetta della popolazione. In una parola, deludente. E a lungo andare mi ha fatta anche sentire un po' male.
1. Izgleda da nisam onoliko osetljiva koliko sam mislila i 2. možda bih pre preporučila da se pročitaju knjige koje je Bosko citirala nego ova koju je napisala...
Ho visto questo libro sulla home di Ibs e come ho letto il titolo l'ho buttato nel carrello senza pensarci su due volte. Non conoscevo l'autrice, non conoscevo questo mondo, finalmente ho capito di farne parte e non è poi così tanto male. Il libro si apre con la frase "Non si può essere profondamente sensibile in questo mondo senza essere profondamente tristi" e penso che sia una grandissima verità. Leggere pagina dopo pagina e ritrovarsi in ogni singola parola, in ogni singolo gesto e comportamento è una sorpresa e una conferma. Federica sa spiegare molto bene a parole le sensazioni che proviamo, cosa che io mai riuscirei a fare con chi mi sta attorno; proprio per questo farò leggere più di un passaggio a chi mi sta vicino perché finalmente possano capire come funziona il mio cervello, lo vorrei sempre con me per sventolarlo alla prima occasione di incomprensione. Poco tempo prima dell'uscita, avevo scritto su un foglio come mi sentivo quando ero colto dall'ansia, un modo per schiarire la mente e provare a togliere qualche peso. Arrivato a pagina 50 ho praticamente ritrovato quello che avevo fatto uscire dalla mia testa e che avevo riportato sul foglio, è stato incredibile. Lo consiglio a tutti, a chi si sente "speciale" e a chi vuol far capire alle persone care e più vicine che siamo davvero persone che hanno bisogno di sentirsi amate e parte di un qualcosa. P.S: Unico neo credo sia la ripetitività di alcune frasi / argomenti.
Tak wiele rzeczy mi tutaj przeszkadzało. Przede wszystkim forma "my", która przewijała się przez całą książkę. My i oni "My" - hiperwraźliwi Oni - inni ludzie 😵 czułam przez to straszny podział, a czasami to nawet hierarchizację tego "my". Dodatkowo ta hiperwrażliwość została tutaj bardzo dziwnie przedstawiona, jak przewrażliwione, obrażalskie dziecko, które ma fioła na swoim punkcie. No i to nakłanianie do zmian w swoim charakterze, usposobieniu, wrażliwości. Jeśli ktoś do niej podejdzie z zamkniętym umysłem, to wyjdzie z tego więcej szkody niż pożytku. 🫤
"Mazni smo, vjerni, strpljivi i zabavni, ali i osjetljivi, lako nas je uvrijediti i povrijediti grubim postupkom ili neumjesnom riječju."
"Jaz između onog što zaista jesmo, a što se nikada ne usuđujemo pokazati zbog straha od odbacivanja, i s druge strane onoga što glumimo da jesmo postaje s godinama sve veći, širi se poput tektonske pukotine; prije ili poslije propast ćemo u Zemljinu utrobu."
"Točno, uvijek se može bolje i više; samo što mi to doživljavamo kao pitanje života ili smrti i vječno, poput hrčka, trčimo u kotaču, a da nikamo ne dospijemo."
"Toliko se lijepih stvari događa upravo kad ih prestanemo kontrolirati i kad ih počnemo živjeti."
"Osoba s visokim kognitivnim potencijalom trudi se njime ovladati. Pokušava zanemariti emocije koje neprestanu anviru. No dovoljna je sitnica da je uvrijedi i povrijedi. Usputna primjedba, neprimjerena riječ, olako izrečena rečenica, mogu potaknuti navalu emocija koje višestruko darovita osoba pokušava kanalizirati, racionalizirati i minimizirati. Usprkos bijesu koji je obuzima i suzama koje naviru, očajnički pokušava spustiti svoju emotivnu temperaturu. ... Radi se više o pražnjenju emotivne preopterećenosti iz koje mogu nastati teški sukobi i nesagledive posljedice."
"Htjeli bismo pronaći prekidač kojim se, barem noću, gasi taj prokleti mozak. Htjeli bismo uživati u životu onako kako uživaju oni koji razmatraju stvar po stvar, biti ovdje i sada: kod nas se, naprotiv, sve neprestano vrti, kao krila vjetrenjače pri punoj brzini, misao skače s grane na granu doživljaja, emocija i činjenica čije obrise ne uspijevamo razaznati."
"Dosada nas obuzme kad nam se sve učini beskorisnim, kad odmah shvatimo cilj nekog pothvata, kad shvatimo da je "to sve", kad nesprestano obavljamo isti posao i čini nam se da nema više nade za promjenu ili za nešto poticajnije ili uzbudljivije... Tada se ugasimo."
"Pravi problem leži u prevelikim očekivanjima; naše su vrijednosti isključive i neprestrano tražimo savršeni svijet, zavaravamo se da ćemo pronaći Učitelja koji će nam objasniti sve što još ne razumijemo i potom otvoriti ona čarobna vrata iza kojih je čudesan svijet u kojem pjevaju ptičice i gdje žive radišni patuljci, ono pravo mjesto za nas gdje ćemo zauvijek živjeti sretni i zadovoljni."
"Sve neriješene i nakupljene traume iz djetinjstva projicirat ćemo na svoje odnose, a strah da ćemo izgubiti osobu koju volimo navest će nas da partnera iskušavamo i izazivamo kako bismo vidjeli hoće li ostati.
Zadavat ćemo mu virtualne udarce da vidimo koliko može izdržati, mučiti ga ljubomorom i ljutnjom, povlačiti se i opet napadati i često naglo mijenjati raspoloženja.
Tako se ponašamo zato što se bojimo.
To je strah od ponovnog napuštanja koje negdje duboko u sebi osjećamo kao izvjesno."
może zacznę od tego, że pisze to z perspektywy osoby, która ma sporo cech osoby wysokowrazliwej. ale wole uwazac z tym określeniem, bo ta teoria jest dość nieprecyzyjna i czytając tę książkę spotkalam sie z wieloma ogólnikami. wiele osób mogłoby zauważyć w sobie opisywane cechy, a jeszcze więcej chciałoby to zrobić, zważywszy na to, w jak ekskluzywny sposób osoby wysoko wrażliwe są przestawiane.
cały czas podkreślana jest ich wyjątkowość i od samego początku mnie to irytowało. myślałam wtedy, że przeciez każdy czytający tę książkę będzie o sobie myślał, że jest "inny niż wszyscy". ale w sumie... czy to coś złego? jakby sie zastanowić, jesli nie traktujemy innych gorzej ze względu na to, że u siebie dostrzegamy boskie cechy, to wszystko jest w porządku.
nie w porządku jest demonizowanie osób mniej wrażliwych.
no i jest napisana prosto. aż za prosto. mialam wrażenie, że ten cały "luz" jest na siłę tam wpychany.
na plus jest to, że ta książka może sprawić, że ktoś w końcu zrozumie siebie i swoje zachowania, i wtedy będzie świetnie. taka osoba będzie miała pole do rozwoju, gdy w końcu zrozumie, że np. jej układ nerwowy dziala inaczej i jest bardziej podatny na przestymulowanie
ale no. ten wydźwięk coachingowo-rozwojowy nie jest dla mnie. troche oklepanych porad i pseudonauki. opiera sie na innych książkach tego typu, do których mam pewną awersję
powiedzmy, że takie 2/5. moze troche surowo, ale zniechecanie do zazywania antydepresantow na końcu książki to było juz za wiele xd
Mi sono ritrovata molto nella scrittrice, ti fa sentire capita e ti fa finalmente comprendere di non essere l'unica a provare sentimenti così diversi dal resto delle persone. Consigliato!
"«Non si può essere profondamente sensibili in questo mondo senza essere profondamente tristi». ― Erich Fromm"
Vi giuro la Bosco, di cui avevo fatto la piacevole conoscenza con la saga di "Innamorata di un angelo" (i miei primissimi e-books!), è riuscita a mettermi una voglia matta di leggere più saggistica, un genere che di norma non prediligo. Questo è avvenuto perché mi sono ritrovata così tanto in questo libro da non poter evitare di annuire e di dar voce ad esclamazioni di vario tipo, ma hanno catturato il mio interesse anche quei tratti della personalità in cui non mi rispecchiavo.
"Sicuramente sono molto selettiva e rompipalle, ma non sono nemmeno una persona che regala la fiducia, perché credo fermamente che l’amicizia sia un dono da affidare a poche e selezionatissime persone. Pochissime, anzi."
"Ti senti diverso sempre e senti che non basta mai, a questo punto che senso ha andare avanti? Che senso ha provarci? Così, finiamo per mollare tutto, rimpiangendo mancate carriere o anche solo la gioia di un hobby creativo che avrebbe potuto darci grande soddisfazioni; [...] perché pensiamo di non essere all'altezza e di non bastare."
"Prendiamoci una vacanza dal nostro perfezionismo assoluto, dalla Signorina Rottermeier che è in noi e ci bacchetta in continuazione, dicendoci che non siamo bravi abbastanza, che dobbiamo sforzarci di più e che non basta mai. Perché la verità è che davvero non basterà mai; ci sarà sempre qualcuno più bravo, ed è così per tutti, solo che noi ne facciamo una questione di vita o di morte correndo per l’eternità sulla ruota del criceto che non ci porterà mai da nessuna parte."
Unica pecca (più mia che dell'autrice) i consigli, che ho respinto a prescindere, leggendoli quasi di sfuggita e quindi assumendo paradossalmente proprio quell'atteggiamento da cui questo manuale mette in guardia, quello della chiusura ermetica. Mi è bastata la diagnosi d'ipersensibilità, a risolverla ci penserò in secondo momento.
Una buffonata. Una sfida per terminare la lettura. Un racconto autobiografico di autocommiserazione in cui non ho trovato ipotetici riscontri pratici, nonché descrizioni sull'ipersensibilità in cui praticamente chiunque potrebbe identificarsi come tale. Una grande perdita di tempo!
4,5/5🌟 Polecona mi ksiazka przez psychologa- ciesze sie ze ją przeczytałm bo jest świetna. Ogromnie duzo z niej wywnioskowałam i pomogła mi zaakceptować niektóre rzeczy ktore nawet nie wiedziałam ze moge akceptować XD Nie jest to książka dla wszystkich, jednak nawet jesli okaze sie podczas czytania, ze nie jest sie osoba hiperwrazliwa, warto sobie doczytać , bo nie wiadomo kiedy taka osoba stanie na naszej drodze. As i said bardzo otwiera oczy Usunełabym tylko koncowy rozdział o pomocy zewnetrznej bo nic nie wniósł, a kawałek o antydepresantach mógłby zostac zle odebrany. NO I CHWAŁA TEJ KOBIECIE ZA PODSUMOWANIE mimo ze mogloby byc troche lepiej napisane to KOCHAM PODSUMOWANIA
Czytałam od ponad roku i wreszcie udało mi się skończyć. Ta książka jest mocno przeciętna i nie sądzę, że wniosła do mojego życia coś specjalnego. Napewno są lepsze książki, które poruszają podobne tematy. Autorka bardzo duzo opisywała siebie i jej własne sytuacje z życia co nie do końca było potrzebne. Zapamiętałam jedynie początek i koniec tej książki, totalnie nie pamiętam co się działo w jej środku.
Wszystko się powtarza, pierwdze 50 stron książki były mega ciekawe, ale im dalej tym częściej powtarzane rady. Czułam się czytając to, jakby autorka chciała przepracować traumę, z którą nie może sobie poradzić, a wszystkie hiperwrazliwe osoby przeszły to samo co ona. Cały czas były porównania do kota. Mało rad, których można oczekiwać po opisie. Z stylu pisania widać, że nie jest psycholożką, więc polecam przeczytać książki autorów którzy bardziej znają się na rzeczy (chociażby petitcollin, a czytałam tylko fragmenty). Zawsze myślałam, że jestem hiperwrazliwa, ale tutaj takie osoby zostały przedstawione jako obzerające beksy z traumami nie potrafiące normalnie mówić, a takie rzeczy mają swoje nazwy. Wielki plus za piękną okładkę z jeżykiem.
4.5 I like books with not just explanations of highly sensitive traits, but also some practical advice, and this is one of them. Reading about the HSP experience of growing up, struggles of everyday life and the biological and mental reasons behind it does help and makes forgiving and understanding yourself a bit easier. But practical advice for certain situations make the task of bettering one's life seem less daunting. Plus, reading is a great way to relax, might as well learn something about yourself in the process.
Ho faticato a finirlo ma probabilmente perchè non sono una grande amante della saggistica.
L'ho trovato un buon testo per cominciare ad avvicinarsi all'argomento. Ti fa dire "ah ok, allora non sono solo io" e questa è già una buona prima consapevolezza. Per andare più a fondo occorre poi dirigersi su altri testi che in questo libro vengono anche citati.
In generale, mi è piaciuto, ho sottolineato molte frasi e lo terrò con piacere nella mia libreria.
Interessante anche se un po’ rigide le categorizzazioni ma credo sia servito a dare fluidità alla scrittura, per evitare di specificare sempre i soggetti di riferimento.
Jakiś czas temu usłyszałam pojęcie hiperwrażliwość i się nim zainteresowałam. I prawdę mówiąc, zupełnie nie byłam przygotowana na to, co dostanę. Miałam jakieś nikłe podejrzenie, że to stwierdzenie może się tyczyć mnie, lecz nie spodziewałam się, że aż w takim stopniu. Długo zbierałam się do przeczytania tej książki. Musiałam na początku przywyknąć do myśli, że jestem osobą hiperwrażliwą. Zaskoczyło mnie też to, że w momencie kiedy autorka przytaczała jakieś wydarzenia z życia, ja widziałam w nich analogie do tego, co miało miejsce u mnie w życiu. Ta książka zdecydowanie otworzyła mi oczy i pokazała, że tak naprawdę nie jest tak źle jak myślałam na samym początku. Dodatkowo, uważam że nie jest to książka przeznaczona tylko i wyłącznie dla osób z tą przypadłością. Wydaje mi się, że każdy kto ma styczność z osobą wysokowrażliwą powinien przeczytać tę książkę, ponieważ opisuje ona w bardzo dobry sposób jak funkcjonują takie osoby. Myślę, że wytłumaczenie całej sytuacji na własną rękę nie byłoby tak proste. Mogę się też mylić w tej kwestii, bo jako że to mnie dotyka ten problem, to może mi się tylko wydawać, że jest to bardzo dobrze opisane. Jednak mimo wszystko bardzo polecam tą pozycję każdemu.
In tutta la prima parte mi sono riconosciuta, una bimba che ha dovuto crescere troppo in fretta, solo che io, a differenza della mia omonima, ho fatto e mi ritrovo ad essere io il genitore dei miei genitori e questa cosa, dopo tutti i traumi che ho avuto da poco, mi sta facendo crollare. Ora la vita mi rimette alla prova, a nemmeno 6 mesi da quando mi sono detta che ora potevo stare finalmente un pochino più tranquilla e allora avevo lì da un po' questo ebook e ho voluto leggerlo. In tantissimi concetti sono d'accordo, qualcuno mi ha lasciato un po' meravigliata perché non è proprio il mio modo di fare, ma ci sono anche un po' di consigli utili e facili per evitare di essere travolti da ogni cosa che la vita ci mette sul cammino (si,sono ipersensibile e la mia domanda,ora come ora, è proprio "cosa ci faccio io qui"). Il concetto di base fondamentale è sempre lo stesso (dobbiamo amarci di più), che sembra facile, ma spesso non è così. Il cervello è un organo che si può facilmente influenzare, ma anche instradare per arrivare a vedere più luce. Non è depressione la nostra, è solo un vivere con molte più emozioni che ci travolgono con più violenza,rispetto ad altre persone. Dai,che presto, rivedrò l'arcobaleno anche io e spero che sia davvero fatto di luci accecanti.
Couldn't find English version. It's a lot of psychology here and it's really good someone write about highly sensitive people. It's important to know that they are around us and to treat them well.
The biggest discover was that if someone is highly sensitive that doesn't mean that they have to be good people. And there are good and bed in everything. Enjoy the book even if didn't relate with anything, differences are always nice.
It is not a bad book, if you like popular psychology books or self-help books, you will like it. It is written in a very charming manner, I like that she speaks from her own experience and I related to the book in a lot of moments, however, this is a "me problem", I have learned that I just can't relate to much with these types of books, I lose the focus and enthusiasm very easily.
Nigdy w życiu nie czułam się tak zrozumiana, jak podczas czytania tej książki, ale chyba o to właśnie chodzi.
Nawet nie zdawałam sobie sprawy, że jestem osobą hiperwrażliwą, jednak zgadzałam się z prawie wszystkim co przedstawia autorka. Zrozumiałam wiele swoich emocji i zachowań.
Ogromną polecajka nie tylko dla ludzi wrażliwych, bo z książki można się też dowiedzieć jak zachowywać się przy takich osobach, plus jest po prostu ciekawa.
In questo libro mi sono riconosciuta dalla prima all’ultima pagina. Mi sono presa il mio tempo per leggerlo e ho sottolineato tutto quello che sentivo simile a me. Vorrei che chi mi sta accanto leggesse questo libro per conoscermi un po’ di più e per farmi capire quando io non sono capace di spiegarmi
vrlo rogobatan prevod vrlo upitnog stila pisanja mnogo ličnog, nerazrađenog na psihoterapiji, nadodalo se na hipersenzitivnost moglo je na 20 strana, previše ponavljanja
potencijalno dobra za upoznavanje sa temom i autorima koje citira
Niestety, ale męczyłam się czytając tę książkę. Główne przesłanie, które się w niej przewijało było takie, że jeżeli jesteś osobą WWO i rozmawiasz z osobą, która tak nie jest to nawet nie ma sensu jej niczego tłumaczyć, bo tak nic nie zrozumie. Wystarczy się otaczać takimi samymi osobami, dlaczego akurat taki podział? Nie uważam się za osobę WWO, ale empatyczną i wrażliwą (dość mocno, ale nadal nie potrafię się utożsamić z wysoko wrażliwością). To znaczy, że nie zasługuje na wytłumaczenie czegoś?
Jedyne z czym mogę się zgodzić to z tym, że powinniśmy dbać i być dla samych siebie przyjaciółmi. Niektóre ,,pomocne słowa", które znalazły się w tej książce są odpowiednie, ale czy to wystarczy?
Kolejny aspekt, to ukazanie, że osoba WWO jest odrzucana. To, że ktoś odczuwa więcej bodźców i emocji nie oznacza, że ma być wykluczony. Tak samo nie musi odrzucać innych.
Niby ta książką miała mieć pozytywny odzew, nakłonić do zmian i działania, ale męczyłam się czytając ją i było za dużo negatywnych rzeczy w niej opisanych.