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Non è questo che sognavo da bambina

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Neolaureata. Coinquilina. Fuorisede. Precaria. Se dovesse descriversi, Ida lo farebbe così. E da oggi aggiungerebbe alla lista: stagista. Stagista in una grande-e-importante-agenzia-di-comunicazione. Non è quello che sognava da bambina, ma tant’è: dopotutto, non è la prima volta che le cose non vanno nella direzione sperata. Avrebbe voluto vivere ovunque tranne che a Milano, e vive a Milano. Voleva una relazione stabile, ed è stata lasciata. Ha studiato per diventare sceneggiatrice, e invece fa la social media manager. Ogni mattina si trascina verso l’ufficio e, tra meeting, brainstorming e tante altre parole che finiscono in -ing, lì resta fino a sera, impegnata in un lavoro che non riesce a capire che lavoro sia, circondata da colleghi che sono simpatici e brillanti, sì, ma solo tra di loro. Fino al giorno in cui, stanca di una vita che troppo spesso si riduce a essere un pendolo che oscilla tra un file Excel e la prossima sbronza, Ida capisce che, per sopravvivere, deve adattarsi, assomigliare più a loro - i suoi colleghi, il suo capo - e meno a sé stessa. E mentre le ambizioni cambiano e il confine tra giusto e sbagliato si fa inconsistente, rincorrere i suoi sogni diventa un capriccio che non può più concedersi. È ora di crescere: ridimensionare le aspettative e accettare i compromessi. Così, quando le arriva la notizia di un concorso a cui candidare il suo cortometraggio, Ida non sa che fare. Quasi non ricorda più cosa sognasse da bambina, chi volesse diventare. Ma non si può mai mentire del tutto a sé stessi. Almeno, non a quello che c’è in fondo alla propria anima. Nel loro esordio, Sara Canfailla e Jolanda Di Virgilio raccontano con leggerezza e autenticità che cosa significa diventare adulti oggi. Dentro ci sono i fallimenti, le paure e le ambiguità di un momento di passaggio obbligatorio e doloroso, in cui i punti di riferimento crollano e bisogna costruirne di nuovi. L’unica cosa che rimane è un sogno. Un sogno che anche quando resta chiuso in un cassetto, anche quando non riesce ad avere voce, può farsi sentire. Ed è proprio sapere che è lì, in attesa per quando si sarà pronti a fargli spazio, che ci fa sentire vivi.

288 pages, Paperback

First published January 1, 2021

12 people are currently reading
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Sara Canfailla

1 book2 followers

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58 (16%)
1 star
17 (4%)
Displaying 1 - 30 of 47 reviews
Profile Image for giuneitesti ❆.
269 reviews52 followers
September 8, 2021
Ni.

“Non è questo che sognavo da bambina” ha un incipit davvero accattivante, soprattutto per un pubblico della stessa età della protagonista, se non perfino più giovane; insomma, per tutti coloro che si trovano a vivere nelle incertezze che la società odierna comporta. La protagonista è una ragazza trasferitasi a Milano per studio, prima, e adesso per lavoro. Ma al lavoro ci approda con una sofferta rinuncia ai suoi sogni, e questa è la chiave del romanzo.

Il libro è scritto bene: fluido, scorrevole, strutturato. Il problema secondo me è la trama, veramente spicciola e banale. Il protagonista per buona parte della storia non sembra nemmeno Ida, ma l’alcool. Oltre a lui, gli altri hanno poco spessore.

È una storia che si tiene su da sola, la struttura c’è, ma l’ho trovata noiosa, ripetitiva, con poche sfumature. Il messaggio che le autrici hanno voluto trasmettere, comunque, si percepisce: un inno alla crescita, ai cambi di rotta, ai sogni che vanno cuciti sulla persona che si diventa giorno dopo giorno. Il problema è il mezzo del messaggio, di cui sento non mi rimarrà niente.

Profile Image for La Biblioteca di Eliza.
590 reviews89 followers
December 14, 2021
https://www.labibliotecadieliza.com/2...

Alzi la mano chi tra noi fa di lavoro quello che ha sempre sognato fare.
Ok, se la vostra manina sta sventolando nell'aere allegra e gioviale e state saltellando sulla sedia urlacchiando "Io, io! Scegli me, ama me...", ciao fortunelli e fortunelle, benvenuti nella recensione che vi parlerà di quanto il mondo in realtà sia triste, brutto, cattivo e senza dottor Stranamore. Eh lo so, è uno shock!
Mi spiace rivelarvi che in realtà una percentuale molto alta di persone ha studiato per fare, che ne so, l'archeologa, prendiamo una professione assolutamente casuale non riconducibile a nessuno dei qui presenti, e si è ritrovato a fare... uhm... vediamo... la segretaria. Stessa cosa, con professioni diverse, capita alla protagonista di questo romanzo Ida, che mossa dai nobili sogni creativi voleva fare la sceneggiatrice e invece si ritrova nella tentacolare Milano ad accettare uno stage sottopagato presso un'agenzia di comunicazioni, la Meeto (ma nome mi è parso più infelice). L'impatto con la vita d'ufficio toglie il fiato e fa venire i capelli bianchi a Ida che però ci mette del suo, sottovalutando il reale impatto che il suo lavoro e quello dei suoi colleghi ha sulla società che la circonda. Ida si sente estranea da quel sistema che presto la fagocita e la rende tanto simile ai suoi vicini di scrivania da renderla regina delle macchinazioni e del superlavoro. Cosa ne uscirà fuori? Eh bella domanda.

La storia di Ida oltre ad essere carina e divertente come primo impatto, ha il pregio di fare facilmente identificare il lettore. Io stessa ho trovato diversi punti di contatto con la povera Ida. E mi stavo anche un po' deprimendo nella prima parte del romanzo. Eccoli lì! Messi in fila e spiattellati davanti a tutti in bella vista il fallimento, le fatiche, i pugni di mosche che un po' tutti abbiamo dovuto affrontare. Le difficoltare di entrare in un gruppo già costruito, lo spaesamento di iniziare da zero in un posto in cui le riunioni si chiamano allineamento. Questa spirale quasi di immedesimazione si stava facendo pericolosa, così mi sono fermata, ho fatto un passo indietro urtando lo spigolo del mobile (ahi!!) e ho cercato di riprendere la lettura in un modo più distaccato. Quello che avevo tra le mani era un romanzo divertente, a volte sopra le righe, scritto bene ma con una protagonista il più delle volte troppo lagnosa e poco propositiva, che si abbatte per niente e si lascia trascinare dagli eventi.

È in quel momento, subito dopo il passo indietro, che ho capito cosa mi ricordasse a volte questa lettura. Dove, dooovvvveee (*leggi in maniera teatrale con tanto di pugnetto alzato) avevo letto di una ragazza che fa un lavoro che considera inferiore a quello per cui ha tanto studiato, peggio, un lavoro in cui lei si sente superiore di valori rispetto ai maglioncini azzurri che un gruppo di persone ha selezionato per lei e che ha trovato in un testone del supermercato? In cui suddetta ragazza presto entra a far parte di quel sistema che ha tanto screditato, indossando persino dei bellissimi stivali che la porteranno a Parigi? Lo avete capito?... Il Diavolo veste Prada...

Scusate, sono stanca e questa recensione è uscita fuori più pazzerella del necessario. Vediamo di fare il punto su questa lettura che mi ha intrattenuta, non ho trovato affatto pesante ma che dà meno di quello che promette. Affronta tematiche importanti che forse avrebbero meritato meno frivolezza romance e un approccio più diretto. Insomma, credo siano stati aggiunti troppi fronzoli non necessari per arrivare al punto. Punto, cioè finale, che poi viene mollato un po' là senza una vera e propria chiusa. Il filo narrativo c'è tutto, forse bisognava evitare la via facile per qualcosa di un po' più impegnato.

Profile Image for Rita .
4,016 reviews93 followers
September 5, 2021
PIÙ MATURA

"È vero, non è questo che sognavo da bambina, ma ti dirò una cosa: è questo quello che voglio da adulta."

Mi attraeva moltissimo la possibilità di potermi identificare con questa protagonista, provando di conseguenza emozioni amplificate al massimo. Ida, però, non è riuscita ad entrarmi dentro, e ho trovato che la sua storia, per quanto in fin dei conti scorrevole e di piacevole lettura, fosse priva di eventi particolarmente esaltanti. Resta bellissimo, ad ogni modo, il messaggio di fondo, che invita a non temere di rivedere i propri progetti, magari anche stravolgendoli. Il motivo? Perché si è semplicemente una persona diversa, nuova, più matura.
Profile Image for Sara.
100 reviews43 followers
February 7, 2022
Posso impegnarmi ed empatizzare quanto voglio, ma non ci siamo.
Parliamone meglio, perché credo che le autrici siano mie coetanee e si meritano una spiegazione.

1. È incredibile veicolare ancora il messaggio che il lavoro in agenzia, per l'ambito comunicativo, sia il ripiego comodo di tutti gli umanisti che, inaspettatamente, escono dalle università e si rendono conto che non ci sono impieghi. Perché l'uomo vive comunicando, quindi adv e pubblicità significa solamente farlo in modo più creativo, no? NO. E sono stufa.
Mi fermo qui, perché altrimenti sforo l'argomento. Insostenibile però.

2. Le infinite mail all'interno della narrazione sono una palla incredibile, noiosa.
Non sono nessuno per fare delle critiche più approfondite su questa scelta, ma davvero evitabili.

3. Bella la relazione con l'alcol, assolutamente non eccessivamente fastidiosa e insistente. I giovani, è risaputo, non sanno fare altro che riempirsi il corpo di vino, ma dai.

Ultima cosa. C'è un momento ben preciso in cui la protagonista si dichiara stufa di lottare, in un mondo che non comprende i suoi sacrifici.
I suoi sacrifici: tantissimo alcol, sminuisce il lavoro che essa stessa ha cercato e accettato (e che nessuno, amica mia, nel mondo reale ti avrebbe dato), shopping sfrenato con paga da stagista, ignora beatamente un concorso nel suo settore, è sotto a di ogni uomo che capita nella narrazione.
Io non ce la faccio.

Io ci ho provato. Riconosco anche che Canfailla e Di Virgilio ci abbiano provato a raccontare la mia generazione, ma la morale alla fine è irreale.
Il lato veramente positivo è che mi è sembrato scritto bene: i problemi sono solamente di forma e di contenuto.
Profile Image for Mariachiara.
68 reviews57 followers
December 31, 2021
Il libro è ricchissimo di riferimenti a Milano, ai suoi locali e ai suoi punti di riferimento e l’identificazione in una 25enne stagista precaria laureata in materie umanistiche è stata molto più facile di quanto avrei voluto. Nonostante questo forte effetto di realtà (quasi straniante leggere di luoghi o eventi che ho frequentato in un libro), ho trovato la trama un po’ troppo infarcita di clichè, oltre che non particolarmente innovativa. Non posso dire che non mi sia piaciuto (quelle due stelline sono in realtà due e mezzo) ma comunque niente di imperdibile.
Profile Image for Ilaria.
12 reviews16 followers
February 19, 2023
All'inizio del romanzo non facevo che pensare a quanto fosse pieno di cliché sui milanesi e la vita a Milano, ma poi, andando avanti con la lettura, finalmente è emerso un elemento interessante: la mediocrità che a volte caratterizza il mondo del lavoro italiano. Descrive bene la condizione degli stagisti, non solo dal punto di vista economico, ma anche psicologico, ed è proprio questo a rendere il romanzo interessante, salvandolo dalla banalità degli stereotipi.
Leggiamo spesso quanto sia difficile farsi strada per uno stagista, con un rimborso spese che spesso non è sufficiente a pagare le proprie spese; ma qui la cosa interessante è cosa si prova ad essere stagisti: dover dare il massimo per dimostrare di aver voglia di imparare, essere costantemente proattivi, essere ogni giorno messi alla prova, senza che tutto l'impegno dia la sicurezza di poter poi firmare un contratto.
Quindi sì, all'inizio pensavo di dare due stelle, ma per il suddetto motivo penso che tre siano giuste.
Si tratta di un libro leggero che intrattiene, incuriosisce sul futuro lavorativo della protagonista e mette in empatia con noi giovani, che ci sentiamo dire di non saper cosa vuol dire fare sacrifici, ma che invece di sacrifici ne facciamo eccome.
Profile Image for Elisa.
939 reviews12 followers
February 8, 2022
Un libro che non riesco molto a giudicare.
Ho super apprezzato l’argomento: la vita di una ragazza laureata che si trova a lavorare come copywriter in stage in un’agenzia di comunicazione a Milano (per altro un mio sogno nel cassetto post laurea).
Purtroppo il libro si svolge prevalentemente nel suo mood lavorativo e lascia poco spazio al resto: amici, ex, coinquilini.
Bello il suo background alla scuola di cinema (che personalmente avrei più approfondito).
Mi è anche piaciuto lo scambio di mail con l’amica d’infanzia (bello lo spunto, ma un po abusato).
Nel complesso un ni.
This entire review has been hidden because of spoilers.
Profile Image for Silvia Devitofrancesco.
Author 22 books132 followers
September 4, 2021
Recensione presente nel blog www.ragazzainrosso.wordpress.com
Ida ha venticinque anni, è abruzzese ma vive a Milano dove ha frequentato la facoltà di lettere e un master in sceneggiatura. Finalmente, dopo tanto peregrinare, ha un lavoro “vero”: stagista presso un’agenzia di comunicazione. Peccato, però, che tale impiego non rispecchi per nulla ciò che sognava inoltre farsi notare nell’ambiente e rendersi visibile agli occhi dei colleghi è davvero un’impresa ardua. A complicare ancor di più la situazione è un concorso per mediometraggi al quale Ida ha tutte le carte in regole per partecipare. Cosa fare? Seguire il proprio sogno o adattarsi a un lavoro che, forse, non è quello giusto per lei?

“Forse è questo che significa diventare adulti. Ti siedi qui, lo accetti. Non farai quello che avresti voluto fare, non sarai quello che avresti voluto essere. Ma sarai qualcuno.”

In una società nella quale i social network rivestono una grande importanza è diventato fondamentale saper lavorare con essi creando dei post a effetto. È, sostanzialmente, questo l’ambiente nel quale Ida si muove.

La protagonista di questo romanzo è una giovane donna comune, nella quale un po’ tutte possiamo riconoscerci. Dopo aver studiato, collezionato sogni e desiderato un lavoro che la soddisfacesse, si ritrova a incarnare l’immagine della stagista modello, quella che non è tra coloro che contano. Ida vuole essere indipendente, non ha esitato ad andar via dalla sua città natale, da un mondo che ai suoi occhi appare piccolo e chiuso, certo non avrebbe mai immaginato di ritrovarsi a Milano, una metropoli ricca di possibilità e “perdizioni”. Passo dopo passo, giorno dopo giorno si assiste al suo mutamento. Da insicura, sempre in punta di piedi, Ida inizia a ritagliarsi il suo spazio, a esprimere sue opinioni, a far emergere le sue idee e a diventare parte del gruppo, quella comunità abituata a esprimersi con parole straniere, a fare aperitivi e a dispensare sorrisi. A quale prezzo? viene spontaneo chiedersi. Be’, in un certo senso, Ida mette da parte se stessa, la propria personalità e, appunto, il suo grande sogno. Lei che ha rinunciato a intraprendere il percorso per conseguire la laurea specialistica per dedicarsi alla sceneggiatura, si trova, paradossalmente, a svolgere un lavoro nel quale le parole contano, sì, ma in maniera diversa rispetto a quanto è abituata.

Lo stile della prosa è semplice e diretto. Punto focale è il personaggio di Ida mentre tutti gli altri (familiari, colleghi, amici) fanno da sfondo alle sue vicissitudini. La narrazione avviene in terza persona tranne nelle mail che invia all’amica Gio, le quali sono scritte in prima persona. Per quanto riguarda il coinvolgimento da parte del lettore, esso risente del ritmo della narrazione che, personalmente, ho trovato piuttosto lento.

Un romanzo dalla tematica fortemente attuale. Una lettura nella quale entra in scena la grande battaglia tra ambizioni, successo e compromessi da accettare per crescere e diventare adulti.
Profile Image for Fabiola Foroni.
20 reviews
February 17, 2022
Tema importante, trattato malissimo.

Ida non é altro che la versione italiana di Rory Gilmore: piena di sé, sempre pronta a lamentarsi e a incolpare gli altri, incapace di fare qualcosa per cambiare la situazione.

Si trova incastrata in un lavoro che non solo non le piace, ma lo disprezza, rimarcandolo ad ogni occasione e non svolgendolo al meglio. Se però qualcuno svaluta le sue mansioni, si comporta sa bambina viziata.

Ha la possibilità di partecipare a un bando legato ai suoi studi e ai suoi sogni, ma lo trascura perché ubriacarsi una sera si e una no é più importante.
Non cerca nemmeno un altro lavoro, non manda nemmeno un CV in più di 200 pagine: si accontenta e se ne lamenta.

Personaggio veramente insopportabile. Mi scoccia da morire aver speso €10 per l’acquisto (Kindle).
This entire review has been hidden because of spoilers.
Profile Image for Stupor Mundi.
122 reviews4 followers
February 9, 2022
Ida, venticinquenne abruzzese trapiantata a Milano e laureata in sceneggiatura, viene assunta come coprywriter stagista presso un'agenzia chiama Meeto. Per lei che sognava di lavorare nel cinema non è il posto tanto agognato, e l'avversione dei colleghi, che non l'invitano nemmeno a pranzo con loro, non fa altro che rendere la sua vita già abbastanza pesante dopo la rottura con il fidanzato un vero inferno, tra pianti nel bagno dell'ufficio e il rapporto sempre più equivoco con il suo capo, Gigi.
Non è questo che sognavo da bambina, romanzo d'esordio di Sara Canfailla e Jolanda di Virgilio vuole essere il ritratto di una generazione condannata al precariato e ai continui compromessi con la realtà una volta usciti dal mondo confortante dell'università e degli amici attraverso la sua protagonista, Ida, con uno sguardo di un'ironia amara. Tuttavia alla lunga fallisce: se all'inizio della storia ci si può identificare con Ida e con le sue disavventure, dopo un po', quando ci si rende conto che di fatto non cresce ma persiste ingenuamente nella sua condizione di vittima senza cercare di fare qualcosa di concreto per uscirne, viene a noia, mi ha fatto provare una certa antipatia fino alla fine, che sembra quasi messa lì, con poche spiegazioni, come a cercare di mettere un punto senza porsi troppe domande.
Lo stile di scrittura poi è molto semplicistico e non mi ha molto coinvolta nella lettura...troppe frasi cortissime e a tratti poco dettagliate, di modo che alcune situazioni non venivano nemmeno capite.
Non è questo che sognavo da bambina, insomma, mi ha abbastanza delusa.
Profile Image for G. Prove.
67 reviews7 followers
November 8, 2022
Ida, venticinquenne fuori sede che cerca dopo i suoi studi di barcamenarsi nel mondo del lavoro è la protagonista di questo libro. Già la prima pagina del romanzo ci proietta direttamente nel suo primo giorno di stage in un'azienda milanese.

Il personaggio di Ida è talmente interessante che francamente non ricordo né cosa avesse studiato prima (cinema?) ne dà dove provenga. In ogni caso alcuni elementi sono piuttosto classici: da una parte ci troviamo la dicotomia fuori sede dell'Italia centro- sud che si lamenta della freddezza umana e ambientale di Milano, (ma che ne è al contempo impressionata dall'energia sentendosi spaesata perché i riferimenti affettivi e geografici sono altrove); e poi c'è la dicotomia del studi umanistici-che-non-portano-ad-alcuno-sbocco-lavorativo-se-non-generici-bandi-di-concorso vs lavoro non stimolante ma che paga giusto le bollette e l'affitto. Fine.

Il mio problema con questo libro è che mi era stato presentato da articoli online e dalla quarta di copertina come un romanzo sul lavoro precario, specchio della difficile vita dei neo laureati oggi.
E invece non lo è, non fatevi ingannare.
Non è un romanzo sul lavoro: è un romanzo di formazione ed  è allucinante da quanto sia adolescenziale.

Si parla di 25enni che vivono drammi e problemi da 16enni: in una scena Ida ABBANDONA la tavola dei genitori durante un pranzo dopo mesi di assenza perché questi le chiedono cosa stia facendo nella vita. E lei sbotta e va a frignare in stanza.
I piagnistei sono purtroppo una costante: Ida piange in bagno al lavoro perché nessuno la invita a bere il caffè; ci vengono sbrodolate 4 (quattro, Cristo!) pagine perché Ida si sente giudicata al ristorante rispetto alle sue scelte sul menù. Lei vuole l'insalata perché ha detto di essere a dieta, ci ripensa, vorrebbe gli gnocchi, ma ormai non può ritornare sulla sua scelta detta in fronte agli altri...insomma, uno strazio.

Per me Ida è un stata personaggio davvero detestabile: lamentosa, egoista, insicura al limite dell'inverosimile e sulla via dell'alcolismo.
Con problemi da "non sono più amica con questa perché vede il mio ex".
Ed è tutto qua.
Il libro è tutto qua.

Milano poi è una macchietta di sé stessa: se all'inizio qualche riga qua e là mi aveva fatto venire una vaga nostalgia della città in cui non vivo più, più andavo avanti e più le cose diventano di uno scontato disarmante. Le serate radical chic sono in Sarpi, tra circolo combattenti e karaoke cinese.
In Brera ci sono i suoi amici intellettuali che frequentano librosterie.
I colleghi ricchi vanno al Magenta e di fianco al Duomo.
Mancava l'accenno alle trattorie col cesso fuori nel cortile o uno spinello nel chiosco della statale per chiudere il cerchio.

Lascio perdere i frequentissimi accenni all'astrologia, che è una questione di antipatia personale...però diciamo che non li ho amati molto.

Se non altro la scrittura è omogenea, ottimo lavoro da quel punto di vista per aver armonizzato un romanzo a quattro mani. Non deve essere stato facile.
Unica nota positiva.

Ah, la versione cartacea costa pure un botto. Fatevi un favore e mangiatevi una pizza, vi soddisferà molto di più.
Profile Image for Anna.
20 reviews
February 8, 2023
Terapeutico, un po' triste ma reale , non ci sono finali risolutivi, proprio come non si risolve tutto nel mondo reale
This entire review has been hidden because of spoilers.
Profile Image for Martina.
148 reviews6 followers
December 21, 2023
Tragicomico e drammaticamente realistico. Mi è piaciuto! In fondo ce lo siamo dette tutte almeno una volta: “fammelo dire, non è questo che sognavo da bambina” .
Profile Image for Aria's .
1,224 reviews20 followers
September 7, 2021
Un lavoro. Forse è questo che significa diventare adulti. Ti siedi qui, lo accetti. Non farai quello che avresti voluto fare, non sarai quello che avresti voluto essere. Ma sarai qualcuno.
Tanto temuto quanto desiderato, l'ingresso nel mondo del lavoro è forse il passo che più identifica il passaggio alla vita adulta. Dovrebbe significare assumersi delle responsabilità, diventare autonomi e per molti potrebbe coincidere con la realizzazione dei nostri sogni.
Ma per quanti di noi, il lavoro significa realmente tutte queste cose?
I nostri tempi sono ormai segnati da un'adolescenza sempre più prolungata, sostenuta da una generale precarietà lavorativa che si traduce in una precarietà di vita e delle relazioni.
A scrivere è una persona che questa precarietà l'ha vissuta e la vive tuttora. Non so se ci ho fatto i conti, ma sono venuta a patti con i miei sogni. Nel corso degli anni ho inseguito un sogno, studiato duramente e lungamente, viaggiato per perfezionarmi, fatto tanti tirocini e poi quando sono arrivati i primi incarichi retribuiti, mi era sembrato di poter respirare con soddisfazione.
Alla lunga la realtà si è rivelata ben differente. Gli incarichi erano sempre temporanei, per una paga decente dovevo fare più lavori contemporaneamente e poi, per continuare ad inseguire il mio sogno, sono dovuta andare avanti come libera professionista.
Poi, un giorno, mi sono svegliata con la sensazione di volere di più, di non aver costruito nulla di solido e se volevo farlo dovevo scendere a compromessi. Così ho accantonato parte del mio sogno per fare ciò che inizialmente non volevo fare, mantenendomi nella stessa sfera onirica.
Eppure sono ancora precaria, e in questi tempi difficili, la cosa che più mi rende triste è la consapevolezza di ritenermi una fortunata nonostante tutto.
Non è questo che sognavo di Sara Canfailla e Jolanda Di Virgilio ha smosso in me qualcosa, una marea di ricordi, alcuni lieti, altri amari.
Tutti siamo stati Ida e nelle sue vicissitudini da stagista, coinquilina, precaria, ognuno può trovare una parte di sè.
Mi sono rivista nel mio vecchio appartamento condiviso con altre sei ragazze, con tutti i problemi che comporta convivere e trovare un equilibrio con tante personalità. Per non parlare poi del vino a buon mercato, delle serate alcoliche con le amiche, delle pene d'amore, dei soldi che non bastano mai, di quel senso di inadeguatezza e fallimento che a volte ti assale quando fai il bilancio della tua vita.
Nonostante io faccia un lavoro lontano da quello di Ida, le sue esperienze mi sono familiari, oserei dire che per noi cosiddetti "millennial" sono diventate universali.

Quanti bocconi amari mandati giù per paura di perdere una piccola opportunità, annuendo con il sorriso tirato ad atteggiamenti passivo-aggressivi, quando vorresti gridare e scappare.

Forse ha ragione Ida quando scrive alla sua amica Gio che "l’adolescenza è una malattia da cui non si guarisce".
Sono andata via di casa per frequentare l'Università appena diciottenne, e ora che ne ho quasi quaranta non mi sento meno adolescente, solo più consapevole e disincantata.
Il sogno non è trovare il lavoro che ti piace, ma trovare un lavoro dove ti paghino a sufficienza per poterti permettere la carta igienica quattro veli.
Dobbiamo arrenderci a questa idea? Forse io l'ho fatto e la cosa ancora mi brucia e col tempo imparerò a conviverci.

Quello di Sara Canfailla e Jolanda Di Virgilio è un esordio brillante che dimostra tutta l'abilità di chi con le prole ci sa fare. Parole che scrutano dentro l'anima di chiunque si appresti ad entrare in questo vorticoso mondo del lavoro, oppure cerca di navigarvi dentro, spesso annaspando.
La scrittura a quattro mani è fluida ed equilibrata e le due voci si amalgamano alla perfezione.
Una lettura che ho divorato e che consiglio a tutti, perché leggere di Ida è come guadarsi allo specchio, intravedendo un po' d'anima che viene fuori.
https://ariaswild.blogspot.com/2021/0...
Profile Image for Valeria.
41 reviews6 followers
December 31, 2021
Libro carino, che scorre veloce. Chi non si è ritrovato nei panni di Ida? Stagista non pagata o sottopagata, spaesata nella nuova grande città, preoccupata solo di non fallire. Però, come dice Ida alla fine, c'è vita dopo lo stage. Il grido di uno dei personaggi che alla fine dice che "Non è giusto" essere trattatə così dal sistema, non è giusto farsi la guerra tra poverə stagistə che sognano solo un tempo determinato, non è giusto essere sottopagatə e accontentarsi, l'abbiamo lanciato tuttə, almeno una volta nella vita, tra le lacrime. Avrei insistito di più su questo punto e meno sul romance, ma la storia è tutto sommato godibile.

Infine, sono d'accordo con l'utente di Goodreads che ha scritto: "Il protagonista per buona parte della storia non sembra nemmeno Ida, ma l’alcool" - effettivamente ce n'è troppo, e no, non è la norma, e non dovrebbe passare per la norma, bere così tanto.
Profile Image for Laura Avantaggiato.
14 reviews
May 14, 2022
Questo libro descrive quel funesto periodo della vita che è il passaggio dagli studi alla vita lavorativa. La protagonista lavora in una agenzia di marketing, ma le dinamiche descritte sono applicabili a qualunque settore.
È una lettura scorrevole e che da alcuni spunti di riflessione, ma:
1) è davvero necessario tutto quell'alcool?
2) l'alternanza di email e di trascrizioni di messaggi whatsapp alla narrazione sono davvero fastidiosi. Per non parlare di questo mix di inglese e italiano, che vuole fare un po' il verso al modo in cui si parla nelle grandi aziende.
3) sembra quasi che Ida si arrenda, ma in realtà cambia solo "sogni", diventa un po' più adulta e realista e questi non si percepisce.
4) alcuni personaggi sono buttati lì un po' a caso e alcuni avrebbero meritato un po' di cura in più (es. Simone).
This entire review has been hidden because of spoilers.
Profile Image for Giuls ✨.
130 reviews7 followers
January 20, 2022
È un romanzino tutto sommato carino, per certi versi mi ci sono trovata e rispecchiata nella situazione creata.

Ma la stessa protagonista non mi è piaciuta, succube di una situazione e lei ci mette parecchio del suo per farla andare a rotoli. Sì lamenta di situazioni che lei stessa ha creato.

Comunque penso che sia molto godibile e rispecchi una situazione molto attuale.
Profile Image for Margherita Auditore.
19 reviews4 followers
October 23, 2021
Un libro che raccoglie tutti i cliché su Milano e i "milanesi" di cui non ne sentivamo il bisogno.
5 reviews
February 25, 2022
Luoghi comuni, protagonista insopportabile, citazioni di pop culture decisamente basse...
Profile Image for La testa fra i libri.
758 reviews30 followers
August 26, 2021
Leggere Non è questo che sognavo da bambina è stato interessante per la prospettiva fumosa e incerta che, ad alcuni, si presenta una volta terminati gli studi per immettersi sul mercato del lavoro.

La protagonista Ida è come dentro a una centrifuga: da poco tempo è stata lasciata dal suo ex, non riesce a sfruttare il suo master in sceneggiatura per fare della sua passione un lavoro, convive in un appartamento con altri ragazzi e fa la stagista in un’azienda che si occupa di comunicazione web marketing.
Non capisce perché Dario l’abbia mollata dopo due anni d’amore, non riesce a tollerare una delle sue coinquiline, non ha amici perché non è di Milano ma, sopratutto, non capisce lo slang che usano i suoi colleghi di lavoro. Il lato debole del suo carattere è l’insicurezza, la precarietà a tutto tondo e l’assenza di tessuto sociale a cui sorreggersi in caso di bisogno.

Il fatto tangibile che Ida non abbia amicizie solide, lo si nota anche dalla quasi assenza di scene fuori dall’ufficio in cui non appaiono i colleghi. Scrive lunghe email alla sua amica d’infanzia Giò, che si trova a Londra per studio, e frequenta l’esuberante e libera Connie per bevute in giro per i locali milanesi, ma nulla di più.
L’entrare a far parte del sistema aziendale, il volersi sentire parte di un gruppo di quattro colleghi, che ai suoi occhi sembrano i quattro moschettieri, sono suggerimenti espressi dal suo supervisior della Meeto Gianluigi, per cui Ida prova una sorta di soggezione e sudditanza. Viene costretta, con abile maestria, a entrare dentro al mood lavorativo modificando, di conseguenza, anche il proprio pensiero creativo e intenzioni. Tutti i fogli di Excel, tutte le parole inglesi utilizzate nell’italiano, tutta la modalità del luogo di lavoro, influiscono su Ida e inizia così la sua evoluzione.

La ragazza lascia i sogni di diventare una sceneggiatrice, per entrare dentro il mondo del lavoro spietato dove devi dare ogni briciolo di te stessa, guadagnare poco e non avere molto tempo per rilassarti – neanche i micro sonnellini in bagno -.
Il mettere in discussione tutte le sue idee, le fa capire che quello che sognava da bambina non è assolutamente quello che vuole da adulta. Di certo riconosce il valore del lavoro, capisce che l’originalità può non essere un trend, che entrare nel mondo del lavoro è anche entrare in un sistema assurdo, ma comprende anche che è una vita che fa cose che non vorrebbe fare. Insomma in una parola è una Millennials.

La protagonista Ida è l’unico personaggio caratterizzato, gli altri personaggi sono presenze che non sono riuscita a cogliere e che ho percepito come sfuggenti. La visione che le due autrici riescono a delineare della generazione dei millennials è perfetta, ma la si nota solamente attraverso il personaggio di Ida e non, purtroppo, anche da quelli secondari. Sicuramente è stata una scelta narrativa, ma rendere un pochino più incisivi alcuni personaggi, per mio gusto, avrebbe movimentato di più la storia.
Avvincente la scelta di utilizzare, in maniera neutrale, la terza persona per la narrazione della storia alternandola alla prima nelle parti in cui Ida scrive frenetiche e isteriche email a Giò. La scrittura alterna momenti riflessivi ad altri ironici, il sarcasmo abbonda come l’obiettività fredda di alcune situazioni. Lo stile narrativo modella la storia come se fosse una figura del caleidoscopio e i colori che utilizza sono freddi e opachi ma, per fortuna, Ida riesce a inserire un po’ di bianca ironia e verde speranza.
Profile Image for Sonia Donelli.
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December 19, 2021
http://www.esmeraldaviaggielibri.it/b...

Sono certa che siete curiose di scoprire i misteri che si celano dietro questa pubblicazione a quattro mani, ma per leggere l’intervista vi tocca aspettare ancora qualche giorno e accontentarvi delle nostre parole. Parto io e vi svelo vita, morte e miracoli della protagonista: A tu per tu con Ida.

Vi starete chiedendo con che criterio ci dividiamo le tappe, è molto semplice chi prima arriva meglio alloggia e io con questa Ida sentivo di avere affinità, non fosse altro per il nome che mi riporta alla mente la nonna di mio marito. Quindi detto fatto, sono arrivata per prima nella scelta e ho deciso che questa Ida dovevo conoscerla a tutti i costi.

Ida non è una protagonista facile, voglio subito mettere le mani avanti e non indorare la pillola, ci saranno momenti in cui vi farà parecchio infuriare tanto da avere voglia di entrare nel libro e prenderla per i capelli dicendole di piantarla di comportarsi in modo così immaturo. Ha studiato per diventare sceneggiatrice, ma la vita l’ha condotta da un’altra parte e lei ha lasciato che la marea la portasse in quella direzione. Vivere fuori sede con gli affitti di Milano senza un lavoro è proibitivo, lo sappiamo tutti, quindi le tocca rimboccarsi le maniche e accettare quello che capita anche se non è quello che sognava da bambina. Che poi a ben vedere sui sogni da bambina potremmo aprire un capitolo lunghissimo perché i miei erano decisamente fuori dal comune, ma magari ne parliamo un’altra volta. Ida sostiene qualche colloquio e finalmente può dire «addio al disoccupalato» e fare il suo ingresso nel mondo adulto. Peccato che questo non significhi nulla, soprattutto quando ti presenti al lavoro non esattamente al massimo delle tue possibilità e ti vengono affidati dei compiti che non hai la minima idea di cosa significhino «community manager, ma anche content creator e social media manager. All’occorrenza, copywriter e ufficio stampa».

la tappa prosegue sul blog
Profile Image for Giulia Papalia.
342 reviews46 followers
October 8, 2021
Ida è una ragazza di 25 anni che sogna di fare la sceneggiatrice e che si ritrova a fare la copywriter in stage per un’azienda milanese, frustrata e servile verso un capo e colleghi che la ignorano, alternando i pianti in bagno ad un’efficienza innaturale: non era quello che si immaginava da bambina. Il tutto condito da una storia forse un po’ troppo pregna di cliché, ma che si legge con vera facilità.
Entrare nel mondo del lavoro ti fa riscoprire un po’ adolescente alla ricerca di approvazione, livella il nuovo peso degli errori – rendendo madornale anche una virgola sbagliata, e ti fa risolvere le delusioni solo con alcol e amici stretti; ti fa rendere conto che le tue aspettative forse non erano così realizzabili, ma che non è neanche così terribile la realtà che ti si pone davanti se la inizi a guardare con sempre nuovi stimoli e soprattutto, con praticità; che se la nostra vita adesso è diversa da come la immaginavamo è perché siamo cambiati inesorabilmente noi prima di lei. Ecco: in tutto ciò, due riflessioni. La prima è che quando ho letto che una venticinquenne si rammaricava di non potersi realizzare appena finiti gli studi mi sono anche un po’ incazzata; la seconda, conseguente, è stata che ci siamo inariditi parecchio in questo paese di precarietà nel lavoro e nelle relazioni sociali. La promessa della stabilità in qualsiasi cosa è la mano di re Mida che trasforma tutto in oro, e chi siamo noi per non gridare al miracolo ogni giorno in cui torniamo a casa senza preoccuparci di doverci reinventare domani?
Profile Image for Bookaholics' Club.
30 reviews2 followers
January 2, 2025
Una giovane protagonista portavoce di un'intera generazione: Ida è una 25enne come tante che vive il difficile passaggio all'età adulta. Dopo una laurea triennale e un corso di sceneggiatura nella più rinomata scuola di cinema di Milano, questa "ingenua" fuorisede sogna un futuro idilliaco farcito di belle speranze, ma si scontra con la deludente realtà lavorativa degli stage e del precariato. Ogni mattina si trascina in ufficio e tra meeting, brainstorming e tante altre incomprensibili parole in -ing, ci resta fino a sera, impegnata in un lavoro che detesta, circondata da colleghi che sono simpatici e brillanti solo tra loro. Finché capisce che per sopravvivere deve adattarsi, assomigliare di più agli altri e meno a sé stessa. E così, mentre le ambizioni cambiano e il confine tra giusto e sbagliato si fa inconsistente, rincorrere i sogni diventa un capriccio che non può più concedersi. Le due autrici raccontano con leggerezza e autenticità cosa significa diventare adulti oggi tra fallimenti, paure e ambiguità di un momento di passaggio in cui i punti di riferimento crollano e tutto ciò che resta è un sogno che continua a parlarci anche se chiuso in un cassetto. Non è difficile immedesimarsi in Ida, in fondo siamo un po' tutti sulla stessa barca e leggere la sua storia ci fa sentire meno soli.
Profile Image for Maison Koala.
364 reviews12 followers
December 15, 2021
C’è vita, dopo lo stage - è l’ironica e amarognola chiosa di Ida, fuorisede in prova in un’agenzia di comunicazione a Milano, dopo un anno a barcamenarsi alla meno peggio tra il desiderio di distinguersi e quello di omologarsi ad una fauna umana chiamata colleganza che infila inglesismi anche e soprattutto dice non è necessario e per cui tirar tardi in ufficio a mo’ di vampiro da scrivania è una legge non scritta, pardon, una way of life.

Quattro stelle per eccesso, perché la scrittura è efficace ma solo la protagonista strutturata e tridimensionale; e quattro stelle per nostalgia, perché la volenterosa neolaureata apprendista in una casa editrice nostrana, una vita fa, sono stata anche io, che non dimenticherò mai gli occhi che sanguinano e le sinapsi che implodono alla centesima versione dello stesso paragrafo debordante di banalità e retorica. Però ‘engaging, appealing’ e soprattutto: che si venda.

Stagisti del mondo, avanti tutta!
Profile Image for Aurora Farli.
5 reviews1 follower
September 7, 2022
Sono felice di aver messo in pausa questo libro qualche mese fa perché non lo avrei capito e vissuto come ho fatto adesso, alle porte del mondo lavorativo.
Le autrici ci raccontano come il mondo del lavoro oggi ci porta a fare fin troppi compromessi con i nostri sogni. Ci descrivono un sistema malsano in cui i giovani alle prime esperienze lavorative rimangono ingannati, usati e gettati per un continuo "ricambio di stagisti". Ci raccontano come la promessa del tanto sperato posto indeterminato influenzi le nostre scelte ma che, una volta raggiunto, ha il peso di un macigno sulla nostre prospettive.
Questo perché ci hanno sempre insegnato che noi siamo il nostro lavoro.
Questa affermazione non tiene conto che siamo incastrati in un sistema che ci costringe a farci guerra l'un l'altro, è un falso mito che nasconde il fatto che "il lavoro non ti ama", esso è solo un mezzo per realizzarti nelle tue passioni più profonde.
40 reviews1 follower
June 8, 2023
Questo libro regala la dolce sensazione di non essere soli, di essere compresi.
Tra le sue pagine scopri di far parte di una moltitudine di anime in affanno, che come te sono nel mare in burrasca della gioventù che si affaccia alla vita lavorativa in un periodo storico, l'oggi, senza pietà, in una città, Milano tanto bella quanto dannata.
Questo libro regala infine la speranza e la bellissima verità che in quella moltitudine, hai valore, hanno valore i tuoi desideri, ha valore cambiare idea, ha valore cambiare strada. Questo libro regala la consapevolezza che nella costante sensazione di fallimento, tipicamente giovanile, in realtà ce la stiamo facendo.

Consigliatissimo, non solo ai giovani lavoratori.
Profile Image for Chilidilibri Chilidilibri.
Author 0 books8 followers
October 17, 2021
Ida ha un diploma alla scuola del cinema e sognava di realizzare cortometraggi. Invece si ritrova a venticinque anni incastrata in una vita che non le piace, a barcamenarsi fra riunioni e uffici che non la soddisfano per provare ad afferrare la chimera di un posto fisso.

Ma quand’è che ha rinunciato a diventare ciò che desidera, ai suoi sogni irrealizzati, a quell’idea di se stessa che non può essere rappresentata da quell’immagine di ragazza che per vivere fa la stagista in un’agenzia di comunicazione?

La nostra recensione completa è su https://chilidilibri.altervista.org/n...
66 reviews
November 9, 2021
Il libro giusto al momento giusto. Questa è la sensazione che ho provato divorando le pagine di "Non è questo che sognavo da bambina".

📘 Un esordio letterario di due giovani autrici che, attraverso il personaggio di Ida, raccontano le proprie esperienze post laurea (forse sarebbe meglio dire...

continua: https://viaggettilibreschi.blogspot.c...
Profile Image for Alessandra Brignola.
690 reviews5 followers
May 29, 2022
Quando si entra nell’età adulta ci si trova spiazzati, in balìa di ritmi frenetici, di consegne da rispettare, di capacità da dimostrare.
Che cosa succede quando i sogni si scontrano con la realtà?
Il libro descrive perfettamente il senso di inadeguatezza e il lasciarsi trasportare dalla corrente del quotidiano, ma lancia anche un messaggio di speranza: se si è abbastanza coraggiosi e consapevoli di ciò che si desidera, il cambiamento è possibile.
3✨
Profile Image for Michelle Finocchiaro.
8 reviews
August 3, 2022
Inizialmente questo libro mi ha presa tantissimo, soprattutto perché rispecchia molte mie sensazioni e dubbi che mi sono posta. L'ambientazione di Milano mi ha ricordato il mio ultimo viaggio.
Al di là dei legami personali, il libro è molto scorrevole e la storia molto carina. Tuttavia, lo avrei accorciato un po' perché oltre la metà comincia a stancare un po' per la trama un po' piatta. Sul finale di riprende decisamente e mi è molto piaciuta la decisione presa dalla protagonista
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