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Il paese dei suicidi

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«Voglio morire». Mone è un'adolescente all'inizio delle scuole superiori. Dovrebbe essere una ragazza come tante, ma la sua vita sembra andare a rotoli e non ha nessuno su cui contare. Una famiglia solo in apparenza. Il padre ha un'amante da anni e lei è l'ultima a scoprirne l'esistenza. La madre preferisce il fratello minore, Satoshi, e progetta di portarlo via con sé, lontano dalle radiazioni, lasciandola indietro. Un gruppo di amiche con cui ha un rapporto superficiale, di cui non sente di fare parte davvero. Il suo unico alleato è il cellulare che porta sempre con sé, grazie al quale può raggiungere il lato più oscuro di internet. Ciò che trova è un forum, una chat di morte dove individui di età e provenienza diverse, con le motivazioni più disparate, cercano dei compagni con cui togliersi la vita. Yodogawa, Namiki e Nana sono gli utenti anonimi che entrano a far parte del "Gruppo della fine", i compagni che ha scelto per accompagnarla nel suo ultimo viaggio. Un cammino verso la morte che porterà Mone a entrare in contatto con aspetti di se stessa prima sconosciuti.

165 pages, Paperback

First published August 10, 2012

8 people are currently reading
662 people want to read

About the author

Yū Miri

48 books443 followers
Associated Names:
* Yū Miri (English)
* 柳美里 (Japanese, Chinese)
* 유미리 (Korean)

is a Zainichi Korean playwright, novelist, and essayist. Yu writes in Japanese, her native language, but is a citizen of South Korea.

Yū was born in Yokohama, Kanagawa Prefecture, Japan, to Korean parents. After dropping out of the Kanagawa Kyoritsu Gakuen high school, she joined the Tokyo Kid Brothers (東京キッドブラザース) theater troupe and worked as an actress and assistant director. In 1986, she formed a troupe called Seishun Gogetsutō (青春五月党), and the first of several plays written by her was published in 1991.

In the early 1990s, Yū switched to writing prose. Her novels include Furu Hausu (フルハウス, "Full House", 1996), which won the Noma literary prize for best work by a new author; Kazoku Shinema (家族シネマ, "Family Cinema," 1997), which won the prestigious Akutagawa Prize; Gōrudo Rasshu (ゴールドラッシュ, "Gold Rush" 1998), which was translated into English as Gold Rush (2002); and Hachi-gatsu no Hate (8月の果て, "The End of August," 2004). She has published a dozen books of essays and memoirs, and she was an editor of and contributor to the literary quarterly "en-taxi ". Her best-selling memoir Inochi (命, "Life") was made into a movie, also titled Inochi.

Yū's first novel, a semi-autobiographical work titled Ishi ni Oyogu Sakana (石に泳ぐ魚, "The Fish Swimming in the Stone") published in the September 1994 issue of the literary journal Shinchō, became the focus of a legal and ethical controversy. The model for one of the novel's main characters—and the person referred to indirectly by the title—objected to her depiction in the story. The publication of the novel in book form was blocked by court order, and some libraries restricted access to the magazine version. After a prolonged legal fight and widespread debate over the rights of authors, readers, and publishers versus individuals' rights to privacy, a revised version of the novel was published in 2002.

Yū has experienced racist backlash to her work because of her ethnic background, with some events at bookstores being canceled due to bomb threats. After the 2011 Tōhoku earthquake and tsunami Yū began to travel to the affected areas often, and from March 16, 2012, she hosted a weekly radio show called "Yū Miri no Futari to Hitori" (柳美里の二人と一人, "Yū Miri's Two People and One Person") on a temporary emergency broadcasting station called Minamisōma Hibari FM, based in Minamisōma, Fukushima.

Her book "Tokyo Ueno Station" reflects her engagement with historical memory and margins by incorporating themes of a migrant laborer from northeastern Japan and his work on Olympic construction sites in Tokyo, as well as the March 11, 2011 disaster.

Since April 2015, Yū has lived in Minamisōma, Fukushima. In 2018, she opened a bookstore called Full House and a theatre space called LaMaMa ODAKA at her home in Odaka District

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75 (24%)
1 star
23 (7%)
Displaying 1 - 30 of 31 reviews
Profile Image for Filippo.
170 reviews11 followers
February 3, 2020
Nonostante le poche pagine e il testo poco fitto ho fatto fatica a finire questa storia. Capisco che l'autrice ha messo un parte di sè stessa nel libro, che ha una tematica predominante forte, che è anche un problema sociale, il suicidio, però lo stile di scrittura è povero, non ha slanci, annoia. La storia poteva essere raccontata con la metà delle pagine, si potevano evitare tutte quelle frasi degli annunci dei treni, quelle conversazioni dei passanti che la protagonista recepiva durante i suoi spostamenti, quegli stralci di annunci del telegiornale: fanno atmosfera, ma sono presenti in quantità elevata, rendendo la lettura pesante e estraniante.
E poi alcune descrizioni sono totalmente casuali. Ad un certo punto del libro la protagonista, quindicenne, vede da lontano un luogo in cui lei e la sua famiglia hanno mangiato dieci anni prima e parte una descrizione di cosa avevano ordinato: come può una quindicenne ricordarsi cosa ha mangiato quando aveva solo cinque anni? Descrizioni del genere sono solo un riempitivo inutile.

Ripeto: il libro parla di un problema concreto, il suicidio (la morte), una problematica sociale che in Giappone presenta tassi elevati a causa della competitività e del bullismo, e che l'autrice conosce bene visto che anche lei ha tentato più volte di uccidersi, però questo non è bastato a farmi apprezzare la lettura.
Oltre a questo ho trovato i personaggi vuoti, presentati alla veloce senza tanti complimenti, a parte la protagonista che fa sentire in modo potente il dramma che sta vivendo, il suo senso di vuoto, di inquietudine e straniamento da una società vuota.

Elogio la postfazione, che presenta la vita dell'autrice e le tematiche delle sue opere: è scritta veramente bene e riesce nel compito di presentare "il paese dei suicidi" e quello che c'è dietro in maniera limpida e interessante, fornendo anche un triste spaccato della società giapponese. Forse questo testo finale è la vera perla del libro, più che il racconto a cui si accompagna.

Mi sento in colpa ad aver dato solo due stelle, ma non basta inserire tematiche importanti per rendere un testo, un romanzo in questo caso, stimolante da leggere: un romanzo deve essere accompagnato da una prosa all'altezza, altrimenti si fa prima a prendere in mano un saggio.
Profile Image for ross.
168 reviews18 followers
August 10, 2025
"Era troppo debole, si sentiva schiacciata dalla piccolezza della sua esistenza."

Ho avuto l'impressione, leggendo, di vedere, come Mone, scivolarmi la vita accanto senza riuscire a fare nulla. Ciò è reso possibile dalla narrazione, che riporta suoni e frasi ripetitive legate specialmente all'ambiente delle stazioni, stralci di conversazioni altrui, la meccanicità e sterilità dei rapporti familiari... Una vita fatta di infelicità, difficoltà economiche, problemi familiari che spesso i ragazzini si trovano a dover fronteggiare senza avere con sé un bagaglio cognitivo adeguato.
Leggendo, mi sono sentita come se stessi sperimentando in prima persona il dolore di Mone. Quel dolore che in adolescenza sembra non avere via di uscita, quelle sofferenze a tratti melodrammatiche che dicono tanto non solo sulla vita della persona che li sperimenta, ma anche del contesto socioculturale che li circonda.
Non è un libro che cambia la vita, ma nel suo piccolo mi ha parlato intimamente, riportando a galla fantasmi con cui non sempre accetto di fare i conti.
Profile Image for ZiaFenice.
139 reviews4 followers
August 15, 2021
Un romanzo che vuole dire tanto, forse troppo, in troppe poche righe e soprattutto gestite narrativamente male.

Mi aspettavo moltissimo e forse il problema con questo libro è stata proprio la mia aspettativa.

Una ragazza con problemi familiari e relazionali il cui unico compagno di vita sembra essere il cellulare con cui passa la maggior parte del tempo.
Ed è proprio nel dark web che si imbatte in un gruppo di utenti che vuole suicidarsi "in compagnia".

Quello che emerge all'interno della narrazione è una società che tende ad isolare, nella quale il problema del mantenere alto il rendimento scolastico è fondamentale per poter immettersi nel mondo del lavoro.
Chi non studia non è utile ne per se stessi né per gli altri men che meno alla società che viaggia veloce per macinare i chilometri che separano dal Potere, economico, sociale, internazionale.

C'è tanta carne a cuocere che però il lettore vede sempre e solo in superfice.
C'è una frustrazione crescente, andando avanti con la lettura del voler conoscere di più, sapere di più, soprattutto di questa adolescente che si sente abbandonata dai genitori, che perde il contatto relazionale con un fratello più piccolo e che inizia ad osservarsi ed osservare le dinamiche tra persone arrivando alla conclusione che tutto è inutile, che lei è inutile e che forse addirittura morire lo è.
Che la maggior parte delle persone semplicemente si sospingono a vicenda senza stare troppo a porsi il problema del perché? Correre ma per cosa? Fare soldi per vivere ma quella è vita vera?.

Non ho compreso fino in fondo cosa abbia davvero voluto dire la scrittrice, se semplicemente il messaggio è una critica feroce alla società ed il sistema, soprattutto nei confronti di chi "non rientra nello standard" (la protagonisti non ama particolarmente studiare, non vuole una carriera o chissà quale lavoro e non ha aspettative nei confronti di amicizia ecc) oppure se ha semplicemente tentato di scrivere una storia di formazione in cui rompere un tabù sociale legato alla "normalizzazione" di un problema enorme che è quello del suicidio nella società non solo giapponese ma asiatica.

Insomma in entrambi i casi per quanto mi riguarda ci è riuscita a metà e non proprio in maniera folgorante o brillante.
Una bella storia con una chiusa abbastanza banalotta che rovina la "tavola interessante preparata nelle prime pagine".

Insomma lettura che lascia il tempo che trova.
Profile Image for Mircalla.
656 reviews99 followers
November 8, 2020



Pensieri di un'adolescente solitaria, in Giappone essere solitari e diversi dal gruppo viene vista come una piaga, lei si trova da un giorno all'altro ad essere estromessa dal gruppo di appartenza e medita il suicidio

in rete ci sono forum di persone che ne parlano, nessuno vuole nemmeno morire solo in Giappone, per cui ci si organizza per morire insieme...

interessante variante sul tema, raccontato da dentro la mente della protagonista...
Profile Image for Michela Quarta.
86 reviews9 followers
May 17, 2020
Il suicidio: una delle piaghe più brutte della nostra società. Il libro parla di morte e di vita in modo distaccato, mostrandoci inoltre il fenomeno del "suicidio di gruppo". Interessante ma non memorabile
Profile Image for ‘mell.
189 reviews34 followers
April 17, 2020
A metà tra il racconto e l’autobiografia, “Il paese dei suicidi” è un’opera dalle tematiche potenti.
Il ritratto di una società, quella del Giappone, non tanto perfetta quanto appare.

“La morte è bianca o nera? Esiste il concetto di dissolversi nell’oscurità, ma anche quello di essere trascinati verso la luce. La morte è calda o fredda? Il cadavere è freddo, ma com’è l’anima che abbandona il corpo? Alle elementari pensava sempre alla morte prima di andare a dormire. O meglio, non riusciva a pensare ad altro che alla morte. Non le sarebbe dispiaciuto morire in quel momento se tutto il resto del mondo fosse scomparso insieme a lei. Ciò che la spaventava della morte era che, a distanza di anni, di lei non sarebbe rimasta alcuna traccia.”


Questa è la storia di Mone, un’adolescente delle scuole superiori segnata da una vita che lentamente va a rotoli.

Portata allo stremo da una serie di eventi, Mone desidera morire.
La nonna, l’unica persona a lei più cara, viene a mancare e, nel frattempo, scopre che il padre ha un’amante da molto tempo.

Ignorata dalla madre che preferisce il fratello minore, Satoshi, a lei ed emerginata dal gruppo delle amiche dentro al quale era continuamente a disagio e sotto pressione, scopre in Internet un forum dove può chattare con persone di ogni età e ogni luogo, accomunate dal desiderio di cercare compagni con cui suicidarsi.

Ma quello di Mone è un viaggio verso la morte che la porterà a fare chiarezza su alcuni aspetti di sé stessa che prima ignorava, a vedere la vita con occhi diversi.

La morte come affermazione della vita.
Perché solo avvicinandosi alla morte, Mone riesce a sentirsi un po’ più viva. Accettarla come una calamità imprescindibile, un evento naturale così come la vita.
Un viaggio necessario, tutto in discesa verso l’oblio, solamente per poi risalire, per sentirsi viva.

“Dicono che siano le persone deboli a togliersi la vita. Significa che chi continua a vivere è forte? Che puoi diventare forte solo se non sei morto? Che da vivo puoi sempre migliorare? Cosa c’è di buono nel diventare forte? Cosa vuol dire? Io sono debole o forte?”

Ed è un po’ quello che è successo all’autrice, Yū Miri.
La storia di Mone è in parte la sua storia: un resoconto della sua vita e delle esperienze che l’hanno segnata.

Ne “Il paese dei suicidi“, Yū Miri riversa l’attenzione – e in un certo senso il suo disprezzo – verso la società giapponese. Ne mette in risalto i lati negativi e, in particolare, muove una critica verso il suo sistema scolastico che pretende sempre troppo dagli studenti.

Ma l’autrice non si limita a ciò: basandosi sulle sue esperienze, Yū Miri tocca temi delicati e universali che interessano la maggior parte degli adolescenti.

Nel suo romanzo c’è incomprensione, solitudine, il senso di estraneità verso la società; c’è inadeguatezza, il bisogno di cercare continuamente il conforto e l’approvazione di altre persone.

“A volte voleva iniziare a vivere, altre volte voleva che tutto finisse. Desiderava entrambe le cose ed era per quel motivo che esitava, si tormentava ed esitava ancora.”

Con uno stile pulito e dosato, l’autrice tocca le corde dell’animo umano grazie ad un’analisi profonda sul suicidio, sul bullismo, sulla mancanza di identità e il dramma dei rapporti famigliari.

“Il paese sei suicidi” è un’opera estremamente intima e raffinata.
Un romanzo di forte intensità emotiva che rivela una facciata differente di quella che siamo abituati a vedere nella società giapponese, come nelle altre.
Una storia che inevitabilmente spinge i lettori a prendersi un po’ di tempo per riflettere.
Profile Image for Roberta.
236 reviews27 followers
Read
September 6, 2021
Sebbene io abbia apprezzato molto la scelta di trasporre i rumori di fondo che Mone sente per tutto il libro per far sì che chi legge si possa sentire estraniat* , in realtà questo esercizio è proposto un po' troppe volte e la lettura risulta frammentata, non scorrevole, noiosa.

Anche la protagonista è troppo una tumblr girl, troppo stereotipata e senza un vero carattere che ci permetta di capirla o per lo meno aver pena per lei.

Da persona che ci è passata davvero, penso che il libro avesse un'ottima idea di base che però non è stata sviluppata nei migliori dei modi
Profile Image for Maria Pia.
117 reviews
June 1, 2022
Mi aspettavo qualcosa di completamente diverso, e forse è proprio per questo che sono rimasta delusa. Il tentativo di trattare il tema (che come si può immaginare dal titolo è decisamente impegnativo) in modo originale, per me non ha funzionato per niente e anzi il testo risulta abbastanza noioso. La narrazione è piena di dialoghi inutili, per non parlare dei numerosi annunci del treno tutti uguali. Peccato, ma per me è no.
2 reviews
February 16, 2022
Sono 160 pagine: avrei potuto leggerle in un giorno, invece ci ho messo un mese e per il solo fatto che non riesco a non concludere un libro che ho iniziato.
Il tema è interessante e anche alcuni espedienti narrativi, come l'inserimento degli annunci che si sentono alle stazioni/fermate delle metro e dei dialoghi che si ascoltano parzialmente quando si è circondati da persone, che, tra l'altro, fanno emergere l'esperienza teatrale dell'autrice.
Eppure, con grande dispiacere, non l'ho trovato per nulla piacevole.
Questi stessi espedienti narrativi mi sono parsi più volte ridondanti, quasi fastidiosi. La tematica, profonda e complessa, è stata trattata in maniera piuttosto superficiale. La storia, nel complesso, non mi ha portato da nessuna parte e non mi ha lasciato nulla.
Forse semplicemente sono io a non averlo compreso, ma non ho proprio capito dove l'autrice volesse andare a parare.
Profile Image for Silvia.
225 reviews70 followers
June 7, 2021
"Lei non capiva né la vita né la morte. La morte non si poteva comprendere senza raggiungerla, ma la vita? Perché non la capiva?"


Un libro difficile ma che mi è piaciuto molto nella sua durezza.

La storia parla di Mone, un'adolescente che frequenta il liceo, e del suo piano di suicidarsi in gruppo con gente conosciuta in un forum online. E' proprio qui, nel meandri dell'internet, che gente di tutte le età e categorie sociali si trova per organizzare suicidi di gruppo.
Seguiamo Mone mentre metodicamente organizza la sua morte via email, chi porta i sonniferi, qual'è il luogo migliore per farlo, chi ha una macchina, la vediamo entrare in contatto con altre tre persone sconosciute che vogliono accompagnarla in questo viaggio di non ritorno.

Mone si trova a mettere in discussione quello che crede di sapere, di volere, la sua famiglia, la sua intera esistenza. Perché forse Mone non vuole vivere, ma non vuole neanche morire.

Come dicevo è un libro difficile. Io stessa faccio fatica a parlarne come si deve. Lo stile è molto semplice, ma forse proprio per quello ancora più d'effetto.
Io lo consiglio.

"C'erano tante cose che non voleva, ma neanche una che le sarebbe piaciuta fare.


-

A difficult book that I loved in his toughness.

The story is about Mone, a high school student who wants to die, and about her plan to organise a group suicide with people she met online.
It's there, in the middle of the internet, that people of all ages and all backgrounds meet in order to die together.
We follow Mone while she methodically organise her death via email. Where to go, who will bring the sleeping pills, who has a car... We see Mone getting in touch with three other people on that forum, other lost souls who wants to accompany her in this journey of death.
While she does that, Mone reconsiders her entire life, her family, what she believes and wants. Because maybe Mone doesn't want to live, but maybe she doesn't want to die, either.

It's a powerful book, I think. The narrative is simple, and maybe that's adding to the feeling of heaviness coming from the pages.
I do recommend it if you are in the right mood and right state of mind. Unfortunately I had to read it in Italian because I couldn't find it translated in English.
Profile Image for Booktearainyday.
163 reviews10 followers
July 9, 2021
3.5 grazie alla postfazione.
Leggendo mi chiedevo quando sarebbe successo qualcosa, perché c'è il susseguirsi di scene quotidiane da cui non si trae granché e la psiche della protagonista non è molto trattata. La sensazione che il libro sia un nulla in verità penso sia voluto proprio per esaltare la morte come unica via di uscita all'inutilità della vita. Però si ha come l'impressione di non avere davvero approfondito il tema del suicidio.
Profile Image for Iris Giovannini.
22 reviews3 followers
October 3, 2023
I temi citati sono molto profondi e proprio per questo ero quasi certa fosse uno di quei libri che ti prende e ti commuove.. invece ho trovato dialoghi abbastanza inutili, idem per gli annunci dei treni e per i dialoghi delle persone intorno alla protagonista che lei stessa sentiva. Tutto ciò poteva essere evitato, tutto è in più. Avrei preferito che venisse trattato più approfondimentamente l argomento suicidio, bullismo, isolamento, distacco dalla madre. Non lo consiglio
Profile Image for Reb tra le pagine.
102 reviews5 followers
August 19, 2021
Quando sono venuta a conoscenza della volontà del Corriere di pubblicare alcuni dei titoli più interessanti della letteratura contemporanea giapponese, i miei occhi sono subito caduti su questo titolo. "Il paese dei suicidi". Ora, io non sono un'esperta di letteratura nipponica, né tantomeno della sua lingua, per cui non sono certa del fatto che il titolo originale sia proprio questo. Trovo, comunque, che in italiano abbia un certo impatto, almeno ai miei occhi. 

Mone, protagonista del romanzo, è una ragazza di 15 anni che vuole morire. Non trova nessun motivo per cui ostinarsi a vivere. La sua famiglia va a pezzi, non ha delle vere amiche ed è inesorabilmente sola. Tuttavia, non è stato tanto questo aspetto a catturarmi, quanto il fatto che Mone semplicemente non sa cosa vuole fare della sua vita. O meglio, lei non vuole avere una vita "prestabilita". L'idea di dover lavorare, comprare una casa, avere una famiglia la angoscia. 

Ebbene, nonostante la protagonista sia così giovane, mi sembra che rappresenti esattamente il dramma di tutte le generazioni "giovani", anche dei millennials. 

Un aspetto che ho adorato: le scene in stazione, quelle che possono sembrare superflue. Quelle onomatopee, gli annunci ripetuti più e più volte...che dire? Solo una persona che frequenta più o meno spesso una stazione può rendersi conto di quanto quei suoni possano essere alienanti. Ho letto su internet che queste parti di testo hanno snervato parecchi lettori, ma a me sono piaciute tanto. Mi hanno fatto immergere ancora di più nella lettura.

E sui binari vicino a Mone, a guardare le rotaie e a pensare che forse sarebbe stato bello abbracciarle, baciarle, stringerle aspettando che il treno suggellasse il nostro amore novello, c'ero io.
Profile Image for Sara.
181 reviews5 followers
April 23, 2021
Partendo dal presupposto che sono perfettamente a conoscenza del fatto che "Il paese dei suicidi" è ispirato alla vita dell'autrice stessa e in quanto tale la rispetto di cuore, questo romanzo è stata una delusione. Non aberrante, né scritto abominevolmente, solo deludente. Ho il brutto vizio di partire con delle aspettative altissime su tutto nella vita, in particolar modo quando si tratta di libri; a maggior ragione un romanzo trattante un tema, tanto delicato e personalmente sentito, come il suicidio mi aveva indotta a iniziare la lettura con mille premesse. Si tratta di tematiche, da cui mi sento toccata da vicino, a cui Yu Miri non è stata in grado di render giustizia. Vi ho riscontrato una superficialità sconcertante, soprattutto nelle descrizioni (molte delle quali ho trovato fuori luogo, probabilmente volte ad allungare il brodo). Le divagazioni ci possono stare, così come i flashback e così via, ma qui Yu Miri ne ha fatto un uso spropositato, totalmente fine a se stesso. Le onomatopee occupano un buon 40% del romanzo, così come gli scorci di dialoghi di sconosciuti percepiti dalla protagonista (pagine e pagine). Paginate e paginate di nulla che mi sono trovata a saltare. Insomma, la vera sostanza della storia è relativamente poca. Ho ben poco percepito il brivido, il terrore, le macchinazioni, sensazioni e excursus mentali che una persona sull'orlo del suicidio dovrebbe avere. Il mio punteggio è dato dal fatto che, tutto sommato, alcuni estratti, se separati dal resto, hanno un che di genuino.
Profile Image for chiara.
2 reviews
July 21, 2021
ho fatto davvero fatica a terminare questo libro. mi piace leggere romanzi con trame "dolorose" in un certo senso, e questo aveva attirato la mia attenzione.
Avevo altissime aspettative che non ha affatto soddisfatto, e mi dispiace davvero.
La trama c'è, anche l'argomento principale (la morte/suicidio) c'è, molto attuale quindi ancora più interessante, ma il libro non ha reso giustizia a nulla.
Lo stile di scrittura non mi è piaciuto, dall'inizio alla fine. Le parti che più "ho odiato" sono state quelle cantilene dei treni, le conversazioni dei passeggeri, o canzoncine che l'autrice ha scritto e riscritto tanto per fare testo.
La storia poteva essere curata molto di più, peccato.
48 reviews
August 25, 2021
Si possono dare quattro stelle per un'unica scena di un libro? Forse sì. In questo brevissimo romanzo, in cui gli spaccati di vita quotidiana sono accurati ma certo nulla di nuovo per chi un po' ne sappia di Giappone, e in cui una buona parte è occupata da dialoghi in stile forum online, non proprio appassionanti da leggere in un libro (anche se perfettamente funzionali alla trama), per me è stata la scena della macchina: indelebile.
Profile Image for Irene Burricco.
82 reviews4 followers
October 22, 2021
Argomento interessante, ma poteva essere esposto molto meglio. Ho trovato questa lettura noiosa, con troppe descrizioni inutili alla storia principale.
31 reviews1 follower
August 12, 2021
Lo stile molto scarno e distaccato in questo caso mi sembra adatto perché esprime l'estraneità vissuta dalla protagonista. Come anche il fatto che sono riportati molti dialoghi inutili di passanti e descrizioni fine a se stesse, per sottolineare la banalità dell'esistenza quotidiana. Penso che il libro intenda comunicare come la vita possa essere opprimente in alcuni casi, e credo riesca in questo obiettivo. Alla fine però si conclude anche con una minima dose di speranza.
Profile Image for Sophie.
30 reviews
August 27, 2022
Mi piace molto il modo che ha l'autrice di coinvolgere il lettore in una specie di vortice di depressione, ansia e stordimento. Mi sembra di sentire tutto, forse anche perché l'ho provato io stessa, infatti forse non tutti capiranno questo libro. Però io lo capisco molto bene finora e adoro il flusso di coscienza e gli spazi, i discorsi senza senso degli altri, le emozioni della protagonista rappresentate così bene dall'incapacità di capire il contesto. Sono folgorata da questo libro.
Profile Image for Tosca.
90 reviews1 follower
September 23, 2022
Finendo questo libro si ha la sensazione che gli manchi qualcosa per essere efficace: non approfondisce il problema dei suicidi giovanili né fornisce spiegazioni sul percorso emotivo della protagonista, mi lascia con l'impressione che sia un libro incompleto.
Profile Image for Giovanna.
4 reviews
Read
December 12, 2021
Scritto bene, mi è piaciuto lo stile dell'autrice e la fine del libro mostra un'altra parte della realtà del suicidio
Profile Image for Coco Enrica.
4 reviews
January 10, 2022
Poteva essere un libro dal gran potenziale, ma purtroppo non c’è stato uno sviluppo sufficiente di quella che è una tematica molto importante.
Peccato.

Profile Image for Rumi.
60 reviews
February 25, 2024
mi ha enormemente annoiato, speedrunnato in un giorno per liberarmene. Parecchi errori ortografici e di traduzione, big up per la postfazione molto interessante.
Profile Image for luci_di_libri .
86 reviews15 followers
February 8, 2022
2,5

Sono assolutamente convinta del fatto che la delusione provata verso alcune letture sia dovuta in gran parte alle attese che nutriamo nei loro confronti. In fondo, quando scegliamo di leggere un libro è perché stiamo cercando qualcosa e speriamo di trovarla proprio tra quelle pagine. Se la lettura non ci lascia soddisfatti significa (anche) che la nostra ricerca non è andata a buon fine. È quello che mi è successo con questo romanzo di Miri Yu, dal quale mi aspettavo qualcosa che, però, non ho trovato.

Mone è una ragazzina riservata e schiva, ha una famiglia che sta per rompersi in mille pezzi e un gruppo di amiche da cui non si sente affatto compresa. Si sente invisibile e vorrebbe scomparire una volta per tutte; perciò, un giorno decide di aprire un thread online grazie al quale cercare “compagni di suicidio”. Di queste chat mi ha colpito la leggerezza dei toni e delle argomentazioni, l’ineluttabilità delle decisioni, il senso di vuotezza e vacuità che traspariva da ogni parola. Mone, che pure grazie al forum riesce ad accordarsi con altre tre persone, non è del tutto convinta che morire sia la scelta giusta e continua a interrogarsi fino al giorno dell’appuntamento:

📝 “Dicono che siano le persone deboli a togliersi la vita. Significa che chi continua a vivere è forte? Che puoi diventare forte solo se non sei morto? Che da vivo puoi sempre migliorare? Cosa c’è di buono nel diventare forte? Cosa vuol dire? Io sono debole o forte?”.
📝 “A volte voleva iniziare a vivere, altre volte voleva che tutto finisse. Desiderava entrambe le cose ed era per quel motivo che esitava, si tormentava ed esitava ancora.”.

Starà a voi scoprire come finisce la storia; io sono cui per dirvi che il libro non mi ha convita per due motivi: lo stile dell’autrice, privo di slancio, e l’assenza di uno scavo interiore profondo (la mia parola preferita è “perché”, ma durante la lettura l’ho ripetuta davvero troppo spesso senza ottenere risposta).
Profile Image for Paolo Cecchetto.
Author 1 book2 followers
September 16, 2021
TRIGGER WARNING: Suicidio (duh!)
Questa è la storia di Mone che ha appena iniziato il liceo e vuole morire.
Questa è la storia di Mone che vive una vita dove tutto è rumore. Sono rumore i rumori del treno, gli annunci della banchina, le persone che parlano, i genitori, le compagne di scuola.
Questa è la storia di Mone che non ha connessioni con nessuno e non sa perché dovrebbe continuare a vivere.
Questa è la storia di Mone.
Profile Image for Marika.
81 reviews
December 31, 2023
Mone è un'adolescente con nessuno su cui contare. Il suo unico alleato è il cellulare grazie al quale trova una chat in cui individui cercano compagni con cui togliersi la vita.
Ho apprezzato il libro per il tema delicato che viene affrontato ma se devo essere sincera il modo in cui è scritto mi ha reso la lettura poso scorrevole. Troppi dialoghi "botta e risposta" anche tra personaggi non utili alla narrazione.
Displaying 1 - 30 of 31 reviews

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