Смъртта на чиновника Дъщеря на Албион Хамелеон Маската Налим Конска Фамилия Ловец Злосторник Унтерофицер Пришибеев Свирач Пресолил го Мъка Тревога Шега Просяк Врагове Момчета Кащанка Лекомислената Палата Nº6 Белочелото Къщата с мансарда Селяци Йонич Човекът в калъф Френско грозде Душичка Дамата с кученцето В падината Годеница
Dramas, such as The Seagull (1896, revised 1898), and including "A Dreary Story" (1889) of Russian writer Anton Pavlovich Chekhov, also Chekov, concern the inability of humans to communicate.
Born (Антон Павлович Чехов) in the small southern seaport of Taganrog, the son of a grocer. His grandfather, a serf, bought his own freedom and that of his three sons in 1841. He also taught to read. A cloth merchant fathered Yevgenia Morozova, his mother.
"When I think back on my childhood," Chekhov recalled, "it all seems quite gloomy to me." Tyranny of his father, religious fanaticism, and long nights in the store, open from five in the morning till midnight, shadowed his early years. He attended a school for Greek boys in Taganrog from 1867 to 1868 and then Taganrog grammar school. Bankruptcy of his father compelled the family to move to Moscow. At the age of 16 years in 1876, independent Chekhov for some time alone in his native town supported through private tutoring.
In 1879, Chekhov left grammar school and entered the university medical school at Moscow. In the school, he began to publish hundreds of short comics to support his mother, sisters and brothers. Nicholas Leikin published him at this period and owned Oskolki (splinters), the journal of Saint Petersburg. His subjected silly social situations, marital problems, and farcical encounters among husbands, wives, mistresses, and lust; even after his marriage, Chekhov, the shy author, knew not much of whims of young women.
Nenunzhaya pobeda, first novel of Chekhov, set in 1882 in Hungary, parodied the novels of the popular Mór Jókai. People also mocked ideological optimism of Jókai as a politician.
Chekhov graduated in 1884 and practiced medicine. He worked from 1885 in Peterburskaia gazeta.
In 1886, Chekhov met H.S. Suvorin, who invited him, a regular contributor, to work for Novoe vremya, the daily paper of Saint Petersburg. He gained a wide fame before 1886. He authored The Shooting Party, his second full-length novel, later translated into English. Agatha Christie used its characters and atmosphere in later her mystery novel The Murder of Roger Ackroyd. First book of Chekhov in 1886 succeeded, and he gradually committed full time. The refusal of the author to join the ranks of social critics arose the wrath of liberal and radical intelligentsia, who criticized him for dealing with serious social and moral questions but avoiding giving answers. Such leaders as Leo Tolstoy and Nikolai Leskov, however, defended him. "I'm not a liberal, or a conservative, or a gradualist, or a monk, or an indifferentist. I should like to be a free artist and that's all..." Chekhov said in 1888.
The failure of The Wood Demon, play in 1889, and problems with novel made Chekhov to withdraw from literature for a period. In 1890, he traveled across Siberia to Sakhalin, remote prison island. He conducted a detailed census of ten thousand convicts and settlers, condemned to live on that harsh island. Chekhov expected to use the results of his research for his doctoral dissertation. Hard conditions on the island probably also weakened his own physical condition. From this journey came his famous travel book.
Chekhov practiced medicine until 1892. During these years, Chechov developed his concept of the dispassionate, non-judgmental author. He outlined his program in a letter to his brother Aleksandr: "1. Absence of lengthy verbiage of political-social-economic nature; 2. total objectivity; 3. truthful descriptions of persons and objects; 4. extreme brevity; 5. audacity and originality; flee the stereotype; 6. compassion." Because he objected that the paper conducted against Alfred Dreyfus, his friendship with Suvorin ended
Difficile recensire le raccolte di racconti, perché non sempre (anzi, quasi mai) esiste un motivo conduttore che li leghi tra loro. Questa raccolta di Cechov (non completa, ma, comunque, ben nutrita), non fa eccezione. In senso più ampio è possibile trovar rappresentati i vizi della società del tempo. Sarcasmo e cinismo la fanno da padrone. In molti racconti l'autore sferza i suoi contemporanei con lingua pungente: in altri usa il confronto con persone dai comportamenti virtuosi, per metter maggiormente in risalto l'abiezione altrui. Non mancano le storie più tenere e poetiche. Lettura a volte scorrevole, a volte faticosa: cosa normale con quasi tutta la letteratura dell'epoca. Lo consiglio, nonostante la mole, a chi si voglia accostare a Cechov in veste di novelliere e voglia una panoramica ampia delle sue tematiche.
Sono settanta gioielli preziosi i racconti raccolti nel libro. Non avevo apprezzato fino ad ora la bellezza ed il valore dei racconti, penalizzandoli anche nella mia libreria, in cui sono rimasti intonsi per anni, nella stupida convinzione che il romanzo avesse un senso di compiutezza che ad essi manca. Ma quali racconti avevo letto fino ad oggi? Questi di Cechov sono splendidi, sono un estratto aromatizzato dell’esistenza, come un profumato tè servito da un samovar sempre caldo. Gli aromi che si spandono nell’aria sono diversi, si mescolano tra loro quelli più dolci quali l’amore e la tenerezza, con quelli nefasti, consistenti in inganni, tradimenti e miserie, insieme con altri tremendi con cui si ha a che fare ogni giorno, quali solitudine, vecchiaia e malattie. Il risultato è l’aroma misterioso dell’esistenza e del disagio dell’uomo, che viene osservato dallo scrittore con il suo lucido occhio di medico, consapevole però che non da occhio (né olfatto) umano, che si ferma alla superficie, è afferrabile tale aroma, ma con l’ ”occhio” di una forza misteriosa che unisce uomo e natura, una potenza incomprensibile che ci sovrasta ed è inutile voler comprendere. E così la galleria di personaggi che Cechov offre, impiegati, medici, contadini, nobili, poveracci, attori, vedove, giovani innamorati, anziani, studenti, malati, viaggiatori e tanti altri viene raccontata presentando ognuno nella propria quotidianità, nei gesti e nelle parole di ogni giorno, che nascondono un senso profondo, un aldilà inafferrabile ed impalpabile, di valore universale, che ci rende affini con essi, come nudi davanti ad uno specchio in cui si riflette “quella tenue, appena afferrabile bellezza del dolore umano che non tanto presto si imparerà a capire e a descrivere e che soltanto la musica, pare, sa rendere” .
Consideravo che leggere Cechov sotto il sole di Creta offre indubbi vantaggi allo sprovveduto lettore. Primo: non c'è da patire il freddo per quei lunghi inverni gelidi, le tormente di neve, i rami ghiacciati che fanno da sfondo alla gran parte dei racconti; basta osservarsi lunghi distesi sul lettino, ben oliati di creme solari, imperlati di sudore e anche il più piccolo tremito viene subito ricacciato indietro. Poi, le pene d'amore, le parole non pronunciate, gli sguardi fiduciosi e timorosi, gli slanci repressi sono tutta materia di carta, e non c'è verso di compatire alcuno per queste sofferenze, visto che alle tue spalle, di fianco e persino in acqua, coppie giovani e meno giovani (le donne in topless) non fanno che aprirsi vicendevolmente i cuori, lisciandosi, avvinghiandosi, umettandosi, cioè fanno le zozzerie. Anche i morsi della fame del piccolo Van'ka ti divorano solo fino al prossimo richiamo del venditore ambulante di bomboloni fritti, farciti o “normal”, che puntualmente si piazza davanti all'ombrellone ogni paio d'ore (costo: 2 euro). Per non parlare delle giovani donne russe (o circasse, ossete, di Arkhangelsk magari, in capo al mondo) che passeggiano lungo la riva, gambe lunghe e colli esili, col nasino alla francese o rincagnato come le georgiane, dalle gote rubizze come pesche o smunte come prugne vizze, a seconda. Viene facile immaginarsele rivestite di scialli, mantelle, corpetti e vesti di crinolina, con le galosce al posto delle infradito... eccone una che tratta col vetturino per una corsa in carrozza... no, un momento, è il bagnino e quello è un pedalò... ah!
اکثر داستان ها قشنگ بودند و خوندنی. وقتی داستان های کوتاه چخوف رو با داستان های کوتاه دیگر نویسندگان مقایسه می کنم تصور یک بنز در کنار پراید تو ذهنم مجسم میشه. تو نمایش نامه مرغ دریایی ، چخوف شرحی از خصوصیات خودش و در قالب داستان آورده بود مثل این مورد: که با دیدن هر چیزی یادداشت برداری می کرد و هر فکری که در مورد داستان های کوتاه به ذهنش می خورد رو می نوشت
Aunque son pocos los cuento que leí, me ha gustado mucho Chéjov, sin duda buscaré más obras de el. Y a la vez, me doy cuenta de lo influyente que es, al leerlo me daba cuenta que otros autores y columnistas que me gustan, definitivamente son aficionados a Chéjov.
P. 48- "(...) tudo neste mundo é muito belo, tudo menos o que nós próprios pensamos e fazemos quando nos esquecemos das finalidades superiores da existência, da nossa humana dignidade."
Klasik okuma isteğim mi kabardı bilmem, müthiş zevkle okudum tüm hikayeleri. Kısa ve kolay anlaşılır cümlelerle yazılmış olması değerini azaltmıyor öykülerin. Cümlelerin sakinliğinden sonunda yine pis bir şey olacağını aşağı yukarı seziyorsunuz. Çok etkilendim. Acı ve çarpıcı sonları bir tokat gibi patladı sanki ( bu ifade çok sıradan oldu kabul ediyorum.) Çehov’un tipini de kendime benzettim biraz, hoşuma gitti, sanki otuz yaşımdaki halim gibi. Efendim; en sevdiğim öykü hangisi mi oldu? Prenses...
Una raccolta ironica, ma allo stesso tempo comprensiva delle debolezze umane. Tra tutti i racconti, i miei preferiti sono: "Il fiammifero svedese" (un poliziesco dal finale inaspettato), "Merce viva" (un racconto sull'amore e l'infedeltà, con un andamento ironicamente circolare), "All'ospizio per malati incurabili e vecchi" (ho adorato soprattutto il finale, dove un bambino chiede alla madre perché il padre beve e lei risponde che semplicemente è infelice) e "Ostriche" (straziante racconto sulla povertà e la fame).
If a writer who told the stories of ordinary people like you and me, using only few pages, in the 1800s can make us read him in this day and age, he is a true master.
Whenever you feel like you are stuck in the world of fantasies, super natural stories and average romance novels, go to Chekhov. He will bring you back to reality.
📖 Medico de profesión llego a la literatura por azares económicos y a pesar de ello escribió cientos de cuentos.
📖Maestro del relato corto ,su obra se enmarca en las corrientes del realismo y naturalismo .
📖EL BESO Un tímido Riabovich vive creando su mundo de ilusiones.
El estilo descriptivo en su justa medida nos deja ver la rutina del ejército.
📖ENEMIGOS ahonda en el interior de las personas:maldad,intereses ,injusticias.
Un retrato de la psicología humana y la miseria en un cuento.
📖CAMPESINOS Representa una parte de la sociedad de la época, la de las clases menos favorecidas. Miseria,desesperación, maltratos.
📖EL HOMBRE ENFUNDADO El protagonista: un hombre víctima de sus obsesiones y de las convenciones sociales.
📖LA DAMA DEL PERRITO La fama le precedía y no decepciona. Se aleja de la corriente moralista ,no juzga las relaciones adulteras.
📖EL OBISPO Olvido...desmemoria...
📚Cuentos breves con finales abiertos que me han dejado con ganas de profundizar en la obra de Chéjov.
📌Es el primer libro que leo de la editorial y me parece muy recomendable en especial para jóvenes, una manera "apetecible "de acercarse a grandes clásicos.
اولين كتابي بود كه از چخوف ميخواندم. اگر بخواهم با داستان كوتاه هايي كه تا بحال خوانده بود مقايسه كنم ميتوانم بگويم عالي بود. زبان و نحوه ي بيان ساده داشت و در زمينه ي طنز هم موفق بود. آخرين قسمت كتاب كه در مورد نصيحت هايي به نويسنده ها بود ، از نظرم بهترين قسمت كتاب بود.اما در داستان هاي اول كتاب تكرار مشاهده ميشد و تقريبا رفته وفته خسته كننده ميشد.
چخوف عزيز كاش نگاه بهتري به "زنان" داشتي تا ميتوانستم با شور و شوق بيشتري درباره ي قلم خوبت صحبت كنم . :)
My first Chekhov ever. I really liked this short story collection! I have a thicker book at home but my brother gifted me this shorter edition a while back so I decided to try this one first!
I am obsessed with Russian literature so I am rarely disappointed by a Russian author (*thinking about Gogol*). These short stories have themes in common such as sickness and despair. All of his characters are real, fascinating and universal. And, then, there’s the writing style that is formidable and super literary yet highly readable.
For more reviews, follow me on IG: @booksturnyouon
Me autorregalé por Navidad este volumen de los cuentos de Chéjov y lo he devorado. Las ilustraciones son muy especiales, dan muchos matices a los relatos. En el libro hay 6 relatos: El beso, Enemigos, Campesinos, El hombre enfundado, La dama del perrito y El obispo. Todos los relatos son interesantes, quizá el que se me ha hecho más tedioso ha sido Campesinos, también por lo gris y duro de la propia historia. El que más me impactó fue Enemigos, una historia llena de emociones. Muy recomendable, ligero y con historias diferentes entre sí.
ایونا درشکه چی ِ پیر، مرد نظامی را سوار می کند و می گوید: پسرم ارباب. ..پسرم چند روز پیش مرد. مرد نظامی (بی تفاوت): تند تر برو پیرمرد! سه مرد جوان سوار می شوند؛ ایونا میخندد و میگوید: - هه هه هه. ..چه جوانهای شادی! - این هفته پسرم. ..پسر جوانم مرد! جوان یک پس گردنی به ایونا زد. ایونا صدای پس گردنی را حس میکند، نه خود پس گردنی را. خنده کنان میگوید: - هه هه هه. ...چه اربابهای شاد و شنگولی! خدا شما را حفظ کند.
Due problemi danneggiano Cechov. Il primo problema è che i racconti di Cechov si possono leggere in vecchie traduzioni e Cechov non è mai vecchio, Cechov vivrà fino a quando ci saranno le betulle e forse di più e andrebbe ritradotto ogni venti-trent'anni. Il secondo è che essendo i racconti, complessivamente, in numero cospicuo, ogni casa editrice ne pubblica alcuni ma ne manca sempre uno, bello. Io li ho letti e riletti e non mi stanco mai. I miei preferiti sono Una storia noiosa, La saltabecca, La casa col mezzanino, Il racconto di uno sconosciuto, La mia vita, La signora col cagnolino, La fidanzata, Reparto N^6.
Fausto Malcovati ritraduce e attualizza alcuni dei suoi migliori racconti; in questo volume de La biblioteca di Repubblica ci sono: Una storia noiosa, Il reparto N^6, Il monaco nero, La casa col mezzanino, L'uomo nella fodera, La signora col cagnolino, La fidanzata.
Una storia noiosa, racconto del 1892, lo ritengo uno dei racconti più belli di sempre. La vita di un uomo acciaccato, ex professore universitario che prova disgusto per i giovani, per la sciatteria, per l'università, per il teatro, per sua moglie, sua figlia, per il fidanzato di sua figlia. Ma non è un uomo riprovevole, è un uomo iperlucido che si affeziona a Katja, figlia di un suo amico morto e cerca di farle da secondo padre. Lei è giovane e piena di aspettative, lui è vecchio. Malaticcio. Il loro confronto è commovente. Lei chiede a lui cosa può fare affinché le sue speranze nel teatro e nell'arte non finiscano in una nuvola di fumo. Sono pagine bellissime. Lui non lo sa, "in coscienza Katja, non piangere, io non lo so".
"Ma almeno una parola, una parola!".
Vi copio un passaggio significativo di questo racconto capolavoro:
Sul viso di mia moglie ci sono solennità, compostezza ostentata e la solita espressione preoccupata. "Vedo che l'arrosto non ti piace... Vero che non ti piace?". E io devo rispondere: "Non ti preoccupare, cara, l'arrosto è buonissimo". E lei: "Tu mi difendi sempre, Nikolaj Stepanyc, ma non dici mai la verità" e così via per tutta la durata del pranzo. Liza ride a scatti e socchiude gli occhi. Io le osservo entrambe, mia moglie e mia figlia, e solo ora, a pranzo, mi rendo conto che la loro vita interiore è del tutto sfuggita al mio controllo. Ho la sensazione di aver avuto, molto tempo fa, una famiglia che oggi non c'è più: ora mi sento ospite di una finta moglie, a tavola con una finta Liza. È avvenuto in entrambe un brusco cambiamento: io mi sono lasciato sfuggire il lungo processo che ha portato a tale cambiamento e non c'è da meravigliarsi se non capisco più nulla. Perché è avvenuto tale cambiamento? Io non lo so.
Nei racconti di Cechov inutile aspettarsi il sensazionale, il meraviglioso, i grandi amori e le profonde tragedie: è la vita semplice e reale, quella di tutti i giorni, che scorre nelle sue pagine e i suoi protagonisti sono persone di tutte le estrazioni sociali del popolo russo: dal magistrato al mugik, dal nobile al commerciante, dalla grande dama alla più infima cocotte, ma in tutti emerge la dolorosa esperienza della vita fatta di grandi illusioni e altrettante delusioni, di gioie e dolori, di malinconie e frustrazioni nel grande fiume che dalla nascita porta inesorabilmente verso la morte. Mi sono immerso nella lettura delle sue pagine con grande passione e interesse uscendone piacevolmente soddisfatto nonostante la mole dell'opera che tuttavia non mostra mai cedimenti nella qualità della narrazione e nell'introspezione psicologica dei protagonisti accanto all'affettuosa partecipazione emotiva dell'autore
Compilación de cuentos de Chéjov, mostrando una clara evolución desde las escenas costumbristas de los primeros relatos, a las "novelas breves" del final del volumen. Claro reflejo de un tiempo y un país con lastres considerables, que limitan su evolución.
Finalmente è arrivato il momento di leggere i Racconti che hanno atteso un sacco di tempo. Di Čechov avevo già letto le opere teatrali e un bellissimo saggio L'isola di Sachalin che dopo anni ancora non dimentico. Ho scelto di iniziare dai primi racconti, in ordine cronologico, e ce ne sono una miriade in questo volume. La maggior parte sono brevissimi, anche sferzanti per ironia, e strappano un sorriso. Raccontano la miseria umana, le delusioni, i cambiamenti improvvisi, la società. E' bello come l'autore riesca a mescolare i tratti fondamentali della società, e anche del carattere russo, che mi incuriosiscono molto, a quella universalità umana che ti fa riconoscere il grande autore. Tra i miei preferiti La lingua di terra verde. Piccolo romanzo , poi Fiori tardivi , e assolutamente Notte di Natale. Gli ultimi due hanno in comune una forte malinconia, che in Čechov possiede tanta poesia e un carattere particolare. Il primo invece più giocoso, somigliante ad una favola con una morale.
3,5 stars, really! E' la raccolta dei primissimi racconti cechoviani. Inizia già alla grande, con un ventaglio amplissimo, direi assolutamente vasto, di situazioni, personaggi, caratteri e scene. Una varietà talmente notevole che dà subito la cifra di uno scrittore immortale come Čechov. La prosa è sempre scoppiettante, con quella verve ironica (ma non solo, ovviamente) che tende a fissare situazioni e dialoghi nella mente del lettore. Già il primissimo racconto che viene presentato, "Lettera a un vicino istruito" è ben rappresentativo. Scritto dal Villaggio "Frittelle-Mangiate" presenta le strampalate teorie di un appassionato di scienza che in realtà è fortemente anti-darwiniano. Cosa mai potrebbe esserci di più accattivante? Insieme a racconti più brevi (es. "La figlia d'Albione") ce ne sono altri ben più lunghi, che si potrebbero forse definir, alla russa, "povesti" ("La signora", "Il fiammifero svedese"). Forse "Il fiammifero svedese" è quello che ho apprezzato di più: un'immersione in un'indagine per presunto omicidio. Spassosissimo, in realtà!
I had never read anything by Chekhov before. He's most famous for his plays and I never read those either - I believe plays must be experienced in the theatre and not read at home (I don't like the theatre at all). This is an old volume of some of his shorter works, translated into Greek in the late 60s. OK, what can I write here? The man was a genius and it's a real literary disaster we lost him so young - he died of TB aged 44.
I particularly loved the one novel in this collection, Ένα παιδάκι στην απέραντη Στέπα [“Степь„ ~ The Steppe] (1888), the longest piece in this book (100 pages), but I also adored some of the very short stories like Νύχτα στο νεκροταφείο [“На кладбище„ ~ In the Graveyard] (1884), Βολόντια [“Володя„ ~ Volodya] (1887) and Ο Γιούσεβ [“Гусев„ ~ Goussiev] (1890). Very difficult to create full, three-dimentional characters and to make the reader care about them within 4 pages, Chekhov is a Master at this.
The one thing I must say made an impression is how traditional these stories felt. They make old rural Russia of the last decades of the nineteenth century come alive in a loving way and are filled with extremely religious language and attitude (I absolutely loved that!). This volume started with a long literary critique of Chekhov by the Chairman of the Soviet Authors' Committee, written in Stalinist USSR in the early 50s. This author went on and on about how Chekhov was all about Socialism and hate for the Czarist Russian Empire he lived in and all its old customs and beliefs and how it was so sad that he died before witnesing the Revolution a decade later and how contemporary Soviet citizens can appreciate his very insightful writings that foreshadow the new Soviet Motherland... I got nothing of all of that reading these stories! They felt almost moralistic studies of manner! All the characters had God in their mouths at least every second paragraph of every single story. Anything that happened was only because God allowed it and we should all bow to His will. (Russia is so close to Greece!) If there is a willful irony in these portrayals, if he supposedly showed that the Russian people's great Orthodox faith was in reality superficial and fake or that they were not 'woke', I didn't get that at all. I didn't want to either.
But it's so interesting that literature can be interpreted in so many different ways.
Aunque hay relatos que me han gustado más y otros que menos, como antología es muy buena. Puede llegar a hacerse pesada porque es muy extensa, pero entiendo la dificultad de la selección entre tantas obras. A través de los temas y obsesiones sobre los que giran los relatos nos acerca a la sociedad rusa de la época, narrados con ese "estilo ruso" tan profundo, crítico y sentido que descubrí con Crimen y Castigo. Los personajes a menudo suelen decir que sólo los rusos pueden tratar de temas tan elevados. Una mayoría social muy pobre e inculta, machista y a merced de las enfermedades, el terrible clima y la religión. No creo que el autor sea machista ni misógino sino que describe y critica una sociedad que es así, de hecho uno de los temas que suele tratar es la necesidad de las mujeres de la época de escapar a ese tipo de vida a la que se ven obligadas. Lo veo como una crítica más, al igual que suele mostrar una sensibilidad ecológica. La extensión de cada relato es muy diferente (desde un par de páginas hasta lo que podría ser una novela corta), pero en apenas unas palabras consigue describir personajes muy vivos y reales, tanto que según vas leyendo es como si saltaras alrededor de Rusia y te dejaran espiar durante unos minutos las vidas de personas desconocidas, y a través de ellas poco a poco fueras conociendo la sociedad entera. Lo malo, hasta que te acostumbras, es que no suelen ser relatos con conclusión, y muchas veces tienes la sensación de que te dejan en lo mejor, de que ya les conoces pero no ha sucedido nada. Por suerte me acostumbré a disfrutar únicamente de esa creación de personajes. Por último he aprendido un montón de palabras que nunca más me serán ajenas: samovar, versta, kopeck, isba, dacha, starosta, zemstvo...
بهترین بخش کتاب توصیه هاش برای بقیه نویسنده ها بود ک پایان کتاب اومده بودن و خیلی از خوندنشون لذت بردم داستانا ساده بودن و بیشتر جنبه ی طنز داشتن ولی کتاب زیاد منو جذب خودش نمیکرد یه جمله ک خیلی دوسش داشتم این بود : تنها خداست ک قادر است بدون اشتباه ،از شکست ها ،پیروزی بدست آورد.
Tal vez la belleza de la dama y el perrito hace parecer menores los demás cuentos de este libro. Debo decir que que no encontré eso que los hace clásicos. La ilustración de estas ediciones de Alma es muy bonita, lastima los errores de edición.
«Te picaré el tabaco —continuó—, rezaré a Dios y si pasa algo, azótame con todas tus fuerzas. Y si piensas que no puedo ocuparme de nada, por Cristo que le pediré al mayoral que me tome como limpiabotas, o iré de zagal en lugar de Fedka. Querido abuelo, aquí nada es posible, solo la muerte. Quisiera ir andando a la aldea, pero no tengo botas y me dan miedo las heladas. Cuando sea mayor te daré de comer y no dejaré que nadie te haga daño y cuando mueras, rezaré por el descanso de tu alma, igual que por la de mi madre Pelagueya»
Es la primera vez que leo a Chéjov. Sus minicuentos se han ganado gran parte de mi corazón. La edición que he leído llevaba una buena biografía de él, he aprendido muchas cosas de su vida. Siento que su literatura es mágica. Me gustaría mucho seguir leyéndole! He disfrutado mucho. Su estilo es único.
José Muñoz Millanes, que ha prologado y hecho la selección de esta edición de cuentos de Chéjov, nos comenta en la solapa de este volumen: "en las narraciones de este volumen los protagonistas creen advertir indicios de un cambio que los va a liberar de una vida gris y sin alicientes. Indicios que terminan por revelarse engañosos, con lo que las falsas ilusiones los hacen sentirse todavía más frustrados". Y así es, y he felicitar a Muñoz Millanes no sólo por su elección de relatos sino, incluso, por el orden en que debemos leerlos, que no es cronológico pero sí emocional. En ningún momento he sentido que bajaba el interés y he disfrutado de todos las narraciones. La gran calidad literaria de Chéjov, su dominio del tempo, la belleza de las descripciones, sobre todo de la naturaleza convertida por el autor en espejo/reflejo de las pasiones de sus personajes además de su extraordinaria concisión en el desarrollo de las historias, hacen esta antología muy recomendable.
Siempre digo que Antón Chéjov es uno de mis escritores favoritos. Pero mi amor por él se cimienta principalmente en su teatro, porque sus cuentos los he leído mucho menos. En la biblioteca hay un tocho con absolutamente todos sus cuentos y empecé a leerlos de allí, pero el problema (además de que el libro pesa mucho) es que están por orden cronológico y, por más que idolatre Chéjov, tengo que reconocer que sus primeros relatos no son muy chéjovianos; son demasiado sentimentales para mi gusto; la influencia de Guy de Maupassant pesa demasiado y hay poco del estilo personal que tan grande hace Chéjov. El caso es que empecé a leerlos por orden cronológico, pero pronto me cansé, porque aunque no fueran malos eran demasiado sensibleros.
Así que ahora voy leyendo los cuentos de Chéjov a través de varios recopilatorios incompletos, que tienen títulos tan neutros como éste ‘Cuentos’ (de la Editorial Pre-Textos) que he leído ahora. Los cuentos de esta edición están impecablemente escogidos, con la excepción de ‘Vanka’, que es un cuento que ya había leído antes y que odio bastante. Pasa en Navidad y encima va de un niño muy desgraciadito que no tiene nadie en el mundo y sufre mucho, y no hay nadie que le pueda ayudar. Es de esos cuentos sensibleros que mencionaba antes y que me pueden irritar bastante, por más que alguien me pueda venir argumentando que el final tiene un punto de humor amargo y trágico y yo qué sé. Es sentimentaloide. Y punto.
Pero todos los demás son perfectos. ¿Y qué es lo que los hace perfectos? No lo tengo del todo claro, pero estaba yo leyendo un relato titulado ‘La novia’ y de pronto el narrador cuenta que dos personajes estaban en la estación esperando el tren y uno invitó al otro a té y manzanas y me dije: “¡Es esto!” Sí, el té y las manzanas es lo que hace tan perfecto y único a Chéjov. Son estos detalles, en apariencia insignificantes, pero que te hacen revivir la escena como si Antón hubiera estado allí, como si tú estuvieras allí en aquel preciso momento. Y es que en Chéjov todo es tan tangible, tan cercano, tan real.
Los cuentos de Chéjov suceden en los mismos escenarios que sus obras teatrales, tienen los mismos personajes, con las mismas frustraciones de siempre; tienen el mismo sentido del humor amargo y la misma melancolía. Puede que siempre cuente lo mismo: la historia de un personaje desencantado con la vida pero que no le queda más remedio que seguir viviendo, pero siempre con matices nuevos. Me gusta que en los cuentos de Chéjov no haya ninguna revelación, ningún clímax, que todo pase de forma natural y pausada. Se podría decir que en realidad poco pasa, pero esto sólo es en la superficie, porque en la psicología de los personajes se debaten nostalgias mal reprimidas, deseos frustrados, sinsabores no superados, una aversión a la rutina que no se puede disimular, un tedio que lo empaña todo.
Creo que el cuento que más me ha gustado es ‘La novia’, sobre una joven que tiene que casarse pero que se da cuenta que nunca ha querido a su prometido y que sabe que no soportará la vida monótona que le queda por delante. Es como una novela en miniatura, pero lo que me gusta más es que, contrariamente a lo habitual en Chéjov, es algo esperanzadora. La novia al fin puede llevar una vida que la satisface más, aunque es a costa de romper completamente con su vida anterior y hacer daño a los que más la quieren.
Luego también me ha fascinado ‘El profesor de ruso’, sobre un joven que está enamorado y que al fin consigue lo que quiere, pero un día se da cuenta que, a pesar de que está llevando la vida que siempre había deseado, resulta que es una vida vacía e insatisfactoria. Lo que acaba de hacer redondo este relato son dos personajes secundarios (y es que otra de las virtudes de Chéjov es que sabe crear unos secundarios maravillosos con un par de trazos firmes): el profesor de geografía que sólo vive para corregir los deberes de sus alumnos y que no sabe decir nada más que lugares comunes, y la hermana mayor de la enamorada del profesor de ruso, una chica con carácter, inteligente e ingeniosa, pero que parece destinada a quedarse para vestir santos.
Pero es que todos los cuentos son memorables. Está ‘La crisis’ sobre un joven estudiante que es arrastrado a los burdeles por dos compañeros y allí descubre que la realidad no es como se la imaginaba, algo que le angustia tanto que acaba teniendo una crisis y es realmente sobrecogedor como Chéjov narra los momentos en que el protagonista siente tanto dolor que sólo desea morir porque así se terminará de una vez ese dolor. También está ‘El Reino de las mujeres’ protagonizada por una joven que ha heredado mucho dinero de su padre pero se siente terriblemente sola. Y luego ‘La onomástica’, que describe a la perfección la incomunicación que hay entre una pareja de casados y cómo ésta los va alejando irremediablemente el uno del otro.