Un uomo di nome Pozdnysev durante un viaggio in treno confessa a uno sconosciuto la propria colpa segreta. Ricorda di aver presentato alla moglie un avventuriero, gran seduttore e abile musicista, dando così inizio a un gioco che si rivelerà tragicamente beffardo. Via via sempre più sospettoso una sera, mentre la coppia esegue in perfetta sintonia la Sonata a Kreutzer di Beethoven, Pozdnysev accantona ogni dubbio. Spinto dalla gelosia uccide la moglie per un tradimento in realtà mai avvenuto e senza rendersi conto del terribile malinteso. Pubblicata nel 1891 dopo numerose revisioni, la "Sonata a Kreutzer" è tra le opere più significative dell'ultimo Tolstoj. Dura requisitoria contro le ipocrisie nascoste della vita coniugale, racconto quasi dostoevskiano per la ricerca delle motivazioni più oscure dei gesti umani, si presenta come la testimonianza spietata di una storia che potrebbe essere vera. "Scritta con cattiveria", come ebbe a dire Sonja Tolstoj, la "Sonata a Kreutzer" rimane un invito spregiudicato a riflettere sulla morale, le grandi passioni e i loro effetti.
Lev Nikolayevich Tolstoy (Russian: Лев Николаевич Толстой; most appropriately used Liev Tolstoy; commonly Leo Tolstoy in Anglophone countries) was a Russian writer who primarily wrote novels and short stories. Later in life, he also wrote plays and essays. His two most famous works, the novels War and Peace and Anna Karenina, are acknowledged as two of the greatest novels of all time and a pinnacle of realist fiction. Many consider Tolstoy to have been one of the world's greatest novelists. Tolstoy is equally known for his complicated and paradoxical persona and for his extreme moralistic and ascetic views, which he adopted after a moral crisis and spiritual awakening in the 1870s, after which he also became noted as a moral thinker and social reformer.
His literal interpretation of the ethical teachings of Jesus, centering on the Sermon on the Mount, caused him in later life to become a fervent Christian anarchist and anarcho-pacifist. His ideas on nonviolent resistance, expressed in such works as The Kingdom of God Is Within You, were to have a profound impact on such pivotal twentieth-century figures as Mohandas Gandhi and Martin Luther King, Jr.
Storia attualissima di un femminicidio raccontata da Tolstoj. Ritmo, limpidezza, rigore, precisione. Era un gigante, poco da dire. Mentre lo leggo mi viene in mente sempre la parola "abitare". È uno dei pochi che riga per riga costruisce al lettore uno spazio in cui ci si trasferisce: ci stai comodo, ci abiti appunto. Anche quando si tratta di uno spazio angusto come in questo caso: sia che si alluda allo scompartimento ferroviario dove l'uxoricida si confessa ai suoi compagni di viaggio. Sia che si pensi al numero esiguo di pagine. Il che conferma che in Guerra e pace o in Anna Karenina non è la mole della narrazione a produrre quella sensazione, ma il modo in cui l'autore costruisce la storia e il mondo in cui si sviluppa.
(P.S. riguardo alla sensazione di “sentirsi a casa” leggendo Tolstoj, lo dice e lo spiega meglio di me Alessandro Piperno e ne individua giustamente una delle cause nell’uso del tempo: “la ragione per cui tutti leggono Tolstoj è che ha la miracolosa capacità di far coincidere il tempo della vita con il tempo dei suoi personaggi. Chi legge riconosce immediatamente qualcosa che si sta svolgendo lì, nel tempo della vita, e si sente a suo agio”.)
Questo naturalmente a prescindere dai contenuti. In queste pagine Tolstoj (ci aggiunse pure una postfazione terrificante, per paura che non fosse stato abbastanza chiaro), con rispetto parlando, delira. La morale che ricava dal femminicidio è aberrante, tanto per l'uomo che per la donna. Arriva a definire non solo il sesso, ma anche l’amore che induce allo scambio sessuale “qualcosa di decisamente schifoso, di sporco, che solo a parlarne e a pensarci fa nausea e vergogna”. Insomma, davvero roba da coma etico (molto peggio di quello etilico).
La teoria sull'astinenza sessuale come fonte di salute morale e bussola etica è stata una teoria che gran parte di noi (nati dal '50 in qua) ha preso in considerazione solo per riderci sopra (tranne i cattolici ovviamente e qualche isolata frangia zen). E anche stavolta ho pensato solo cose da ridere, mentre ammiravo come si possano scrivere così bene, cose così osceme. Tanto per fare un esempio, mi è tornato in mente il metodo "Oggi-no" (e dunque l'astinenza assoluta, prematrimoniale e non, che come antifecondativo indubbiamente funziona) con cui negli anni '70 si sfotteva il famoso metodo anticoncezionale "Ogino” (dal nome di uno dei due ginecologi che lo inventarono). I cattolici lo praticavano entusiasti, con risultati più esilaranti delle nostre battute. La sua fortuna fu di sicuro una delle concause dell'ultima fase del baby boom.
E c'è un altro esempio in quegli anni di riscoperta del valore morale (e anche fisico, proprio come dice Tolstoj) della castità. E fu quello dell'educazione sessuale propagandata dalle organizzazioni giovanili cattoliche, in particolare da Comunione e Liberazione: "vergini al matrimonio” era il motto. E anche quella si risolse in una ulteriore contributo alla crescita demografica. Perché persino ai ciellini accadeva che gli ormoni, resisti-resisti-resisti, ad un certo punto tracimassero. E accadeva spesso nel momento topico (con rispetto parlando) per cui del motto restava solo il matrimonio, con prole in arrivo (pancioni in tulle – mestamente bianco sporco o avana - facevano la fila per entrare nelle chiese in quegli anni).
Insomma caro Lev, la castità (tranne casi eccezionali) oltre ad essere noiosa, oltre ad essere una perversione sessuale grave, ha un altro problema: non funziona. A Napoli dicono "lassa perde: nunn'è cosa".
Che belli i miei russi estivi. Per onorare la tradizione, quest'anno ho deciso di tornare a Tolstoj, che non leggevo da decisamente troppo tempo, ed è stata un’ottima scelta – per quanto mi senta sempre molto in imbarazzo quando commento dei classici.
𝘓𝘢 𝘴𝘰𝘯𝘢𝘵𝘢 𝘢 𝘒𝘳𝘦𝘶𝘵𝘻𝘦𝘳 mi ha ribaltata, non ci sono altri modi per dirlo. È una storia torbida, densa, dove la voce narrante è così forte da portarti a chiedere quanto le parole di Pozdnicev siano condivise dall’autore e anche da te stesso che stai leggendo. Si parla d’amore, di come non esista e sia solo una menzogna per i più sciocchi, e di gelosia e falsità; Pozdnicev porta avanti anche la tesi che le donne – ma si potrebbe dire gli esseri umani in generale – sono terribili, che ingannano l’uomo e che sono solo degli esseri vanesi, corrotti lussuriosi. C’è un peggio in un’analisi simile? Pozdnicev non si pente di ciò che ha fatto.
È stato interessante calarsi nella sua mente, nonché faticoso, e a fine lettura mi sono sentita svuotata.
𝘐 𝘤𝘰𝘴𝘢𝘤𝘤𝘩𝘪 è un racconto più morbido – e meno affascinante, bisogna dirlo – il cui tema principale è ancora una volta l’amore. Il giovane protagonista Olenin, trasferitosi nel Caucaso come allievo ufficiale, scopre a sue spese quanto sia forte e travolgente questo sentimento, rivolto alla cosacca Marjana. Nel complesso è una storia più semplice e lineare dell’altra, ma le riflessioni portate avanti dal protagonista sono comunque travolgenti; mi è piaciuto tanto accompagnare Olenin, vedere la sua timidezza e seguire il modo in cui cambia la sua concezione della felicità.
Due lavori splendidi, da recuperare assolutamente.
[ma non se come edizione avete quella della Orsa Maggiore, che ha tanti, ma tanti di quegli errori da avermi fatto cadere le braccia]
Dolorosissimo. Un viaggio all’interno della propria coscienza che non lascia scampo al senso di colpa e all’autoconsapevolezza. Chiunque abbia mai provato anche solo un soffio di gelosia nella propria vita (penso che in fondo, anche se è difficile ammetterlo, sia un sentimento che ci accomuna un po’ tutti) leggerà queste pagine con occhi diversi da ciò che ci si aspetterebbe. Quando parliamo del protagonista, parliamo di un uomo possessivo, in preda alla fiamma dell’amore carnale, di un uomo infelice, insoddisfatto. E nonostante questo - tranne forse nei primi capitoli - man mano che ci inoltriamo nel racconto proviamo inconsapevolmente un briciolo di compassione nei suoi confronti; riusciamo quasi a capirlo, per quanto il nostro buonsenso, dall’esterno, ci fa assistere alla vicenda con occhi increduli, giudicanti. Uno spunto di riflessione che può aiutare a prendere coscienza dei mostri nascosti dietro un sentimento apparentemente puro e innocuo: l’amore.
Un romanzo breve feroce, lapidario, purtoppo di straordinaria attualità, che descrive in modo crudo e brutale i meccanismi dell’uxoricidio, mosso come sempre da una cieca gelosia, dalla forza prorompente delle passioni, facendoci comprendere come i problemi, le tensioni, i rancori, le incomprensioni all'interno di un di rapporto coniugale siano ben lungi dall’essere compresi e risolti: le dinamiche odierne sono in fondo le stesse di centocinquanta anni. Se le teorie espresse nel libro sul ruolo sociale della donna sono inevitabilmente ancorate al contesto storico-sociale in cui l’ autore è vissuto, l’ analisi dei sentimenti e dei rapporti uomo-donna è tragicamente attuale e ci colpisce con la forza della sua modernità. In poche pagine Tolstoj demolisce il concetto di amore romantico e demonizza quello di amore carnale, smascherando i difetti di un rapporto tra uomo e donna pieno di imperfezioni e meschinità nascoste sotto una maschera ipocrita di virtù e felicità coniugale. L’amore non esiste, semmai si deve parlare di attrazione fisica, di bisogno carnale, di libido, un’impellenza sessuale che trasforma gli uomini in animali incapaci di controllare i propri istinti e rende le donne meri oggetti del desiderio, pienamente consapevoli del proprio ruolo di vittime ma anche della loro capacità di rendere gli uomini schiavi. Leggere questo racconto oggi significa conoscere il lato più tormentato e oscuro di uno scrittore straordinario ed immergersi in prima persona in sentimenti di violenza e rancore che oggi come allora sconcertano e spaventano.Una delle sue opere più cupe, uno sfogo che ha molti punti di contatto con la sua vita privata. In queste poche ma intense pagine si coglie l'urgenza dell'autore di espellere la tensione, accumulata nei molti anni di vita coniugale, per una situazione matrimoniale che ad un certo punto divenne per entrambi intollerabile. Originale la struttura narrativa: lo scompartimento di un treno diviene confessionale per un uomo segnato nella vita da un gesto efferato di cui ha bisogno di raccontarne la genesi ad un compagno di viaggio occasionale. La sonata a Kreutzer rappresenta l’esposizione delle teorie dell’ultimo Tolstoj sulla morale sessuale. Il linguaggio esplicito e la scabrosità del tema affrontato, sorprendenti per l’epoca, portarono non pochi problemi all’ autore. Solo grazie alla stima incondizionata di cui Tolstoj godeva da parte dello zar Alessandro III, ma soprattutto grazie all'intercessione della moglie, fu possibile aggirare il dissenso delle autorità russe e giungere alla pubblicazione del racconto.
It makes you think a lot about the relativity of values. I found really interesting all the critiques of the family and of the idea of having children. There are some early proto-antinatalist ideas.
Donne astenersi!! Un consiglio sincero a voi gentili amiche. NON leggete questo libro se non volete farvi salire la bile data la misoginia del racconto. O meglio la misoginia impersonata dal personaggio principale del racconto rafforzata, come se non bastasse, da un vegliardo ancora piu' radicale che appare solo nella primissima parte del racconto. Vero che si potrebbe pensare che l'autore abbia volutamente stereotipato le idee comuni dell'epoca in personaggi borderline con i tratti del folle (ma all'epoca erano borderline?) ma e' altresi' vero che troppo spesso questo e' uno stratagemma usato per fare dire cio' che si pensa veramente nascondendolo dietro l'apparente stigmatizzazione. E in effetti alla fine e' il carnefice piu che la vittima donna a suscitare (o almeno questo e' quello che Tolstoj vorrebbe) la pietas del lettore. La storia in breve e' centrata sul viaggio in treno della voce narrante, dell'incontro con vari personaggi che appaiono e scompaiono ad ogni fermata (ma sempre marginali e spesso trasparenti, tranne il vegliardo di cui sopra) e infine del racconto fatto da un signore che dice da subito di essere la persona al centro del caso giudiziario di tempo prima: quello che aveva ucciso la moglie. Da questo momento il racconto in prima persona passa da "Tolstoj" all'omicida che racconta di come le donne e il sesso siano la vera causa dei danni della societa', etc etc. Il racconto in se e' molto ben scritto, volutamente centrato sulla para-follia dell'omicidida sempre pronto a spiegare le ragioni del suo astio. Sicuramente in grado di catturare il lettore. La controindicazione e' che un libro del genere potrebbe essere letto senza alcun turbamento non dico da un talebano ma da un "islamico di borgata" dei giorni nostri rafforzando i suoi principi. Questo il motivo per cui alle 4 stelle della parte narrativa devo toglierne due per i contenuti misogini espressi da Tolstoj.
Libro que leí para Masquelibros. Cuando el noble Posdnicheff sospecha que su esposa tiene un romance con un amigo de infancia, sus celos lo consumen y lo llevan al asesinato. Controvertido desde su publicación en 1890, La Sonata a Kreutzer de Tolstoi ilumina la hipocresía del matrimonio del siglo XIX, y su pensamiento sobre el papel de la mujer en la sociedad.
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Un romanzo di raffinata crudezza. L'omicidio è sempre sinonimo di pretesto per costruire una storia, un rituale immaginario dello scrittore per soffocare i dubbi o contrasti alle certezze del concetto di fondo, o un sottofondo di verità fraintesa, nascosta nel continuo soccombere del pensiero dell'uomo.
È un romanzo affascinante, lucido e amaro. Asciutto, lo consiglio caldamente e suggerisco di abbandonare ogni pregiudizio e di leggerlo con distacco, perché l'evoluzione della psiche del protagonista è inquietante nella sua folle logica.