Sono i giorni del Covid. Per la prima volta nei loro ottant'anni suonati, i Vecchietti del BarLume si sentono tali. Sono isolati e dubitano di avere ancora un futuro. Il tempo gli svanisce spulciando «ogni tipo di statistica sul virus esistente al mondo». Il bancone di Massimo il Barrista, fino a ieri cabina della macchina del pettegolezzo investigativo, è vuoto di chiacchiere. Persino la mamma di Massimo, la Gigina, è ritornata a casa, un piccolo tormento in più nelle giornate di Massimo, e una voce spiritosa che si aggiunge al gruppo toscaneggiante; ingegnere geniale in giro per il mondo, con un intuito più acuto perfino del brillante figlio. Ma provvidenzialmente l'occasione «per non farsi i fatti loro» arriva. Alice, la vicequestora fidanzata del Barrista, bloccata in Calabria per un corso di aggiornamento per poliziotti, commette l'imprudenza di chiedere un'informazione innocua a uno dei vecchietti: quanto basta per insospettire la maldicenza e così scatenare i segugi venerandi. In Calabria c'è stata una strana doppia morte di due anziani coniugi. Lui, proprietario di una catena di pizzerie, è stato fulminato da una fucilata mentre era in coda al supermercato; forse criminalità organizzata. La moglie è morta per una ingestione di botulino. Anche se condannati a comunicare via computer e telefonini, per i vecchietti le coincidenze continuano a non esistere. Ritrovando il metodo confusionario che li ispira, il turpiloquio creativo, il dialogo immaginosamente sferzante, risolvono in smart working un intrigo a più piani. Ma usando anche tutta la pietà e la solidarietà sociale, che fu a lungo l'idea-forza di quella generazione. In questa nuova commedia gialla di Marco Malvaldi, ambientata in pieno lockdown, i Vecchietti del BarLume sono ancor più protagonisti e sottili risolutori, con tutte le balordaggini che si trascinano a ogni passo. E il loro sguardo, pur appannato, è più che mai penetrante nelle ingiustizie sociali e nelle diseguaglianze messe in risalto dal momento tremendo. Ma sarà Massimo, come al solito, a mettere la parola fine a tutta l'intricata indagine, con tanta capacità di entrare in sintonia col prossimo, e un'arguzia in più che sorprende tutti. Così, l'autore, avventurosamente, rappresenta in trasparenza la condizione di tutti gli anziani e ricorda la necessità dei valori che li animano.
Grazie Malvaldi , nella prima parte mi hai fatto ridere più volte , ed era tanto tempo che non mi succedeva, in una scena in particolare, con le lacrime; la seconda parte stava un po’ scendendo di tono - inevitabile- e si stava “ sdolcinando “, poi nel finale mi hai sorpresa. Personalmente la trama poliziesca la seguo relativamente, quello che mi attrae nei suoi libri è l’umorismo tutto toscano ; ed ho ritrovato il Malvaldi che conoscevo. Grazie ancora Malvaldi, mi hai regalato un bel pomeriggio.
It had been a while since I had read an adventure of the old folks from BarLume, because reading them too frequently causes a bit of allergy, while reading one a year allows you to enjoy it. And in fact it went like this for this book, which I really liked. The events take place at the time of Covid, at the beginning of the pandemic, and the plot unfolds between the ways in which we have all learned to live with, namely video calls, lockdowns, closed bars, home deliveries and all the other things. As in all the BarLume books, there is a part of the investigation (this time on two murders) and a part related to the events of the 4 old men, of Massimo, the owner of the BarLume and of Alice, his policewoman girlfriend. The events are always fun, well written and flowing, and in this case there is also a nice final twist, really well thought out. All in all, therefore, a good book, certainly not a masterpiece, but one that is worth the money spent and that offers a few hours of abstraction and fun. What any book should do.
Tornare al Bar Lume è l'equivalente cerebrale di stiracchiarsi, prendere una bella boccata d'aria fresca, farsi un'ombra di bianco e ripartire rilassati, carichi e sorridenti verso letture anche ben più pesanti.
Con "Bolle di sapone", Malvaldi ritorna ai fasti dei primi volumi della serie. Ho riso tanto e il filone giallo mi ha quasi fregata. Siamo a Pineta, in tempo di Covid, e tutto tace. Nessun morto ammazzato con cui distrarrre i pensionati che passano le loro giornate ad aspettare il bollettino serale della conta dei morti dal virus. Meno male che il commissario Alice Martelli, fidanzata di Massimo il "barrista", sia in Calabria ad indagare su un duplice omicidio e non riuscendo a sbrogliare la matassa, che sembra opera della Ndrangheta, ma forse no, chiede aiuto ai simpatici vecchietti. Un'indagine condotta in "smart-working" in cui se ne vedranno delle belle.
Tenendo presente che quando l'ho iniziato a leggere ho detto: Finalmente! (finalmente qualcuno che parla della pandemia e del primo lockdown come parte della nostra vita, della nostra storia, e non mette la testa sotto la sabbia come gli struzzi fingendo che la vita sia passata liscia durante la primavera del 2020; né scrive il raccontino più o meno noioso e poco ispirato per far sapere come ha passato il lockdown), devo dire che ho trovato questo romanzo molto divertente, con i vecchietti del BarLume alle prese con la tecnologia e con il forte desiderio di uscire e di svagarsi dai numeri sempre più allarmanti dei telegiornali. Ripensarci adesso, dopo il secondo lockdown dell'autunno-inverno, i vaccini - prima con i furbetti che passavano davanti agli altri e poi con i furboni che li hanno evitati - e il contagio, che bene o male abbiamo avuto tutti, fa guardare questo periodo quasi con tenerezza, per la sensazione di unità e solidarietà che era solo fasulla - in realtà ne siamo usciti fuori tutti peggiori, ammettiamolo - e per tutte le cose bizzarre e sconclusionate che si era disposti a fare per passare il tempo.
Anche ***1/2 A me i toscani fanno troppo ridere. Lo so che alle volte sono insopportabili, ma sono troppo forti!!!
«Come stai, babbo?», «Fermo. Ce n’è già abbastanza di gente che si mòve»
In teoria, Massimo aveva il giornale aperto davanti, ma non stava realmente leggendo. Un po’ perché la «Gazzetta dello Sport» in pieno lockdown era una delle letture meno significative pensabili, un po’ perché aveva altro in testa.
Decine di microassaggini, di cucchiaiate di burro di noccioline mentre leggeva, di torte che sparivano fettina trasparente dopo fettina trasparente. Come se a mangiare mezza fetta, e poi un terzo, e poi un quarto, uno non ingrassasse oppure arrivasse a un asintoto. - Oh, quanto ci piace ricordare che cisiamo laureati in matematica!!!!
– Sei sicura che senza i sindacati andrebbe meglio? – Io son sicura solo che non fanno altro che litigare fra di loro. È l’unica cosa di sinistra che sanno fare. Per il resto, lasciamo perdere
Capace se la tenevi ammodino ce l’avevi ancora. – Capace che se la tenevo ammodino manco mi laureavo. Dovevo andare a lezione, studiare, dare gli esami, cose così. La vita è fatta di priorità, sai. – De’, hai fatto l’affare. Hai studiato come un ciùo per apri’ un barre. A quer punto potevi godettela anche un gocciolino, la vita. Se lavare la macchina con la radio accesa è godersi la vita, piuttosto mi metto a studiare il sumero.
Ero un filo preoccupato: temevo che il primo romanzo della inimitabile serie dedicata da Marco Malvaldi al BarLume ambientata ai tempi del Covid mi provocasse un minimo di malinconia, anche per – non facciamo finta di niente – l’età media dei suoi protagonisti che li rendeva particolarmente a rischio con una pandemia che ha mietuto vittime in particolare fra gli anziani. Insomma, malinconia e anche un po’ di paura, ecco.
Sforzandomi di non spoilerare, mi limiterò a sottolineare che la soluzione finale è ai limiti del geniale, e mette anche a posto un paio di piccole incongruenze che rischiavano di non essere convincenti “giallisticamente” parlando. E’ il classico Malvaldi che leggi scoppiando a ridere almeno un paio di volte, con un pizzico di cronaca nazionale e sociale in più: inevitabilmente (il BarLume è pur sempre un luogo di socialità, annullato e chiuso per le restrizioni) e persino emozionante quando regala una voce in più a chi ha combattuto il virus tra le mura di un ospedale.
Non ho rilevato la stanchezza narrativa che alcuni hanno evidenziato nella serie, che è inevitabilmente un po’ cambiata dopo il successo e dopo le puntate in tv, e sarebbe stato innaturale il contrario: Malvaldi – lo si è visto in romanzi non collegati al BarLume – è un autore di razza, perfettamente conscio dell’impatto che ha avuto la serie tv sull’immaginario comune sui suoi personaggi. Talmente bravo che gli perdono la definizione di “caccia” nella citazione di un Savoia-Marchetti, che avrà fatto sobbalzare i due/tre appassionati di aeronautica della seconda guerra mondiale durante la lettura 🙂
Sempre piacevole leggere Malvaldi e i vecchietti del BarLume, anche se questo ultimo volume ambientato ai tempi del covid l'ho trovato un po' meno brillante rispetto ai primi episodi, inarrivabili nella loro esilarante genialità.
Italia, primavera 2020, tutta l'Italia chiusa in casa. Il BarLume aperto solo per l'asporto, il nonno Ampelio in ospedale per una frattura, Alice inchiodata in Calabria dove era andata a tenere un corso di antiriciclaggio. Come sempre arriverà un omicidio intricato da risolvere con l'aiuto dei vecchietti, che come sempre, lo risolveranno. Un'avvertenza: se nello svolgersi della vicenda tante situazioni non vi tornano, non vi preoccupate. Una ragione c'è. Dal punto di vista letterario è il solito romanzo del BarLume, tenuto in piedi dai battibecchi dei vecchietti, fa meno ridere del solito, ma probabilmente Malvaldi ha pensato che in quella faccenda ci fosse ben poco da ridere.
Premetto che adoro Malvaldi e la cricca del Bar Lume...ma...che bello poter tornare al Bar Lume e farsi due risate con i vecchietti, Massimo e la Tizy... Malvaldi è riuscito anche in questo romanzo a regalarmi tante risate e a incuriosirmi con questo giallo "a distanza". Lettura piacevolissima, divorato in un paio di ore tra ieri e oggi. Consigliato!
Il libro della serie che mi è piaciuto meno tra tutti quelli letti finora. Non che sia brutto, però... sarà il Covid, sarà che il delitto non era molto interessante ma dalla risoluzione contorta tra chiamate e documenti svelati via tablet, sarà che ho trovato meno divertenti del solito i vecchietti, ma sinceramente non mi ha preso molto nè divertito. Anzi soprattutto divertito, visto che è quello il motivo per cui leggo questi romanzi. Poi una nota sulla parte "amorosa" diciamo. Non so se è perchè non ho letto il libro in cui effettivamente Alice e Massimo si mettono insieme, ma mi sembra una storia d'amore solo perchè ce lo dicono di continuo. Non dico che deve diventare un romanzo rosa, ma mai una scena tenera, un bacetto, un abbraccio, un complimento, un momento di vicinanza che non sia parlare del caso di turno. Sti due hanno interazioni solamente amichevoli, Massimo fa più apprezzamenti su Tiziana che sulla propria fidanzata! Per questo motivo anche la rivelazione finale non mi ha coinvolta minimamente, cioè interesse e coinvolgimento emotivo meno di zero. Non si sono mai neanche tenuti per mano o dati un bacio e . Insomma capisco dare una compagna a quello più giovane della banda, ma visti gli esiti avrei evitato. Tanto non cambia nulla tra avere la fidanzata di Massimo come commissaria e quando c'era un uomo prima di lei. Un po' delusa, purtroppo!
Divertente e commovente. Con personaggi "inediti" (la mamma di Massimo), i Vecchietti del BarLume sono gli indiscussi protagonisti di questo giallo ambientato in pieno lockdown. Bello, davvero.
mah, questo libro lo si legge volentieri solo perchè ci si è affezionati ai personaggi, nella fattispecie i vecchietti. La storia è valida solo per il finale, una luce nel tunnel del COVID.
I quattro amici di vecchia data, vecchia come loro, non possono ritrovarsi al BarLume a causa della pandemia e anche perchè Ampelio è in ospedale. Alice è in Calabria per tenere un corso di aggiornamento sulle tecniche di riciclaggio di denaro e questa lontananza tra tutti i protagonisti che popolano le storie di Malvaldi, è alleviata dalla tecnologia e dalle app di videochiamata che gli anziani saranno obbligati ad approcciare, la tecnologia, un mondo a loro sconosciuto. La solitudine e l'isolamento sono ancora più accentuati per le persone anziane e l'impossibilità di interagire nell'unico modo che hanno sempre usato, diventa un peso che Massimo con la complicità di Alice, riuscirà a fargli dimenticare per qualche giorno. In questa storia c'è anche la Gigina ovvero la mamma di Massimo che fa ritorno da uno dei suoi tanti lavori di progettazione da ingegnere, scopriremo quindi il rapporto madre Ing e figlio barista, che non mi sembra di aver mai letto nella serie del BarLume. Quello che tiene in forma Ampelio, Aldo, Gino e Pilade, sono le chiacchiere fatte sui conoscenti, le illazioni, i pettegolezzi e questa volta sono a disagio perchè quello su cui vorrebbero indagare è un fatto lontano, visto che è un fatto di cronaca che sta seguendo Alice in Calabria. Marito e moglie sono morti, lui è stato ucciso da un colpo di arma da fuoco, lei è morta poco dopo per aver ingerito botulino. Tra una videochiamata e l'altra, tra una ricerca in internet e nella memoria del passato, il gruppo di detective improbabile, riuscirà a trovare indizi decisivi per la soluzione del caso. Capitolo che è stato anticipato in parte dall'ultima puntata andata in onda in TV, questo non mi è piaciuto molto perchè è come se il film fosse uscito prima del libro. Quello che mi è piaciuto molto invece è il gesto che ha fatto Massimo, che si potrà capire solo leggendo il libro.
La consueta indagine dei famosi vecchietti si svolge in pieno lockdown per covid e non potendosi incontrare sono tutti collegati on line. Ritengo che questo racconto non sia all'altezza dei precedenti a parte il finale che sorprende.
Marco Malvaldi è uno di quegli autori che mi piace proprio! Bolle di Sapone romanzo numero 8 della serie BarLume. Massimo in aeroporto recupera la mamma di ritorno dagli USA, già questa parte quando Massimo la accoglie m’è piaciuta veramente veramente tanto, e si mettono d’accordo perché lui stai a casa della mamma mentre a casa sua partono dei lavori di risistemazione. Partono i lavori di risistemazione, Massimo va a stare a casa della mamma, mamma compresa perché in Italia è arrivato il Covid, quel periodo lì insomma. Nel mentre Alice, la fidanzata di Massimo, è in Calabria per un corso sul riciclaggio, lei tiene il corso, e si ritrova bloccata sia per il Covid ma anche per uno strano caso dove il marito in fila al supermercato viene ucciso da un colpo di pistola, la moglie muore qualche giorno dopo. Come sempre Massimo e i suoi amichetti 90enni aiuteranno Alice a risolvere il caso, in smartworking, detective 2.0. Mi è piaciuto tanto, era avvincente e spiritosissimo, as always, nello stesso tempo. Grazie mi ci volevano davvero delle bolle di sapone da seguire! Lo consiglio anche se non avete letto quelli prima, non fa nulla, leggete questo e poi partite dal primo libro! Faccio una doverosa citazione “A loro, a tutti quelli che contano gli anni in stagioni e in fine settimana, a quelli che sono riusciti a resistere a questo terremoto senza riparo, e ai tanti che non ci sono riusciti, dedico questo libro. Con la massima sincerità, e con la disagevole consapevolezza di essere un privilegiato che gestisce un locale con la sola fantasia.” Ah comunque autore Marco Malvaldi pagina 248 capitolo Epilogo, non si fanno questi scherzetti!
Ritroviamo con piacere i vecchietti del Bar Lume. Purtroppo, la chiusura per pandemia li ha relegati in casa. Ampelio è in ospedale a causa di una brutta caduta che gli ha causato la rottura del femore. Il bar di Massimo il Barrista è vuoto, nessun chiacchiericcio, nessun pettegolezzo investigativo, solo servizio d’ asporto, per cercare di resistere. Per la prima volta nei loro ottant'anni suonati, i Vecchietti del Bar Lume si sentono tali. Sono isolati e dubitano di avere ancora un futuro. Il tempo gli svanisce spulciando «ogni tipo di statistica sul virus esistente al mondo». Massimo è costretto a una convivenza forzata con la madre, ingegnere geniale, con un intuito più acuto perfino del brillante figlio e solitamente in giro per il mondo. Alice è bloccata in Calabria per un corso di aggiornamento e si trova catapultata dentro un caso di duplice omicidio: una coppia di anziani coniugi uccisi a poca distanza l’uno dall’altra. Tra telefonate, indagini su google, videochiamate di gruppo, pillole di saggezza, improperi e storie di vita vissuta, i nostri vecchietti emergono dalla letargia e si mettono all’opera: indagano on line e risolvono l’enigma, usando anche tutta la pietà e la solidarietà sociale che fu a lungo l'idea-forza di quella generazione. Bellissimo il finale a sorpresa…
Difficile descrivere un periodo così triste e angosciante, difficilissimo farlo in modo da risultare leggero e divertente. Malvaldi ci riesce con il suo stile inconfondibile, con acutezza, ironia e umanità.
Acheté pendant mes vacances italiennes de Novembre, c'est le premier livre que je lis de cette maison d'édition (et je les trouve tellement beaux et élégants!). L'histoire se déroule pendant le 1er confinement, en Italie, dans le barLume, tenu par Massimo, le protaginiste principal, qui doit jongler avec sa mère à la maison (elle qui est habituellement tout le temps en déplacement à l'étranger) et sa compagne confinée au sud du Pays et qui n'a pas pu rentrer. Celle-ci aide la police locale à résoudre une enquête à propos d'un double homicide... et bientôt les habitués du BarLume (une demie-douzaine de retraités) l'aideront à distance pour résoudre ce crime. J'ai trouvé l'histoire agréable, et j'ai découvert à mes dépends qu'une partie était rédigée en dialecte toscan ! C'est le 1er livre que je lis de cet auteur, et visiblement, ce livre est le 14ème (!) d'une série mettant en scène le BarLume !
E' strano vedere come nel corso degli anni i libri gialli del Barlume e la serie tv abbiano preso direzioni diverse. Nei romanzi Ampelio è tuttora vivo e vegeto (qui scampa pure a un ricovero per femore fratturato in pieno lockdown del 2020). In tv, essendo venuto a mancare l'attore Carlo Monni che lo interpretava e che ricorderemo sempre come Vitellozzo in "Non ci resta che piangere, la produzione avrebbe potuto fare come si usa in questi casi - prendere un altro attore - e, chissà, per affetto, per rispetto, ha preferito dare una sterzata facendo morire anche Ampelio e valorizzando progressivamente il personaggio dell'iracondo macellaio Emo, già suocero di Massimo, interpretato dal carismatico Alessandro Benvenuti. E niente, va bene così ma fa un po' Italo Calvino vedere divergere le strade narrative che erano partite da un unico guizzo creativo.
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Malvaldi ritrova i suoi personaggi d’esordio ma li colloca nell’attualità dei primi mesi del 2020, con il lockdown, la necessità di svolgere le indagini a distanza, le chiacchierate tramite tablet e smartphone, con tutte le difficoltà che possono avere gli anziani con le nuove tecnologie.
L’esperimento non è molto ben riuscito perché la storia, prevalentemente fatta di video-dialoghi, non scorre bene ed anche alcuni aspetti dell’indagine non sono chiarissime. Nel complesso la trama non ha la verve a cui ci aveva abituato Malvaldi, gli spunti umoristici sono pochi e flebili, i personaggi, partendo da Massimo, a volte irriconoscibili per chi ha letto tutti i precedenti appuntamenti con il BarLume.
Un ritorno al BarLume in piena Pandemia Covid...il libro si apre in quei maledetti primi giorni di marzo 2020, e ci fa (ri)vivere il tutto dalla prospettiva dei nostri amici del BarLume. Un libro coraggioso: una bella sfida quella di ambientare il solito giallo ricco di humor tipico della verve di Malvaldi all’interno delle serissime angosce che hanno scosso il mondo intero solo pochi mesi fa. La trama di sfondo è simpatica, i personaggi si evolvono e le varie sottotrame acquisiscono spessore...forse è mancato solo quel pizzico di “sale” in più nella costruzione della storia di base, anche se riuscire a tenere alto il ritmo narrativo tra videochiamate ed isolamento non era certo semplicissimo. Esperimento riuscito.
Il libro si apre a marzo del 2020, proprio a cavallo del lockdown. La chiusura per pandemia ha relegato i vecchietti in casa che trascorrono il loro tempo non più tra dialoghi surreali e sferzanti, viatico e garanzia di buonumore e voglia di vivere nonostante la loro veneranda età, ma spulciando ogni tipo di statistica sul virus esistente al mondo e in balia delle consorti. Ampelio invece è in ospedale a causa di una caduta che gli ha procurato la frattura del femore, motivo per il quale la mamma di Massimo è tornata dall’Indonesia. Quello che avrebbe dovuto essere un breve soggiorno prima di ripartire per l’ennesimo lavoro si trasforma in una convivenza forzata con Massimo, nel miniappartamento di lei a causa del blocco dei lavori nella villetta di Massimo. Il bar è vuoto, nessun chiacchiericcio, nessun pettegolezzo, solo cocktail e poi piatti d'asporto che si sono inventati nel tentativo di far quadrare il bilancio. Alice, la fidanzata di Massimo, è bloccata in Calabria per un corso d’aggiornamento, ma, a un certo punto, comunica di essere stata coinvolta nelle indagini per un omicidio. Un noto e affermato pizzaiolo viene ucciso a colpi di fucile mentre è in coda davanti a un supermercato e la moglie viene trovata morta in circostanze sospette solo due giorni dopo. Per i vecchietti che, per vie traverse, riescono a venire a conoscenza di alcuni frammenti dell’indagine, è una occasione di svago: tornare a ficcare il naso nelle investigazioni di polizia. Perciò iniziano le loro indagini “a distanza” e grazie all’aiuto della tecnologia si ritrovano a collegarsi con Zoom per riuscire a far luce su quelle due morti che sembrano subito loro delle strane coincidenze e sul figlio dei coniugi. Ogni personaggio racconta e incarna i comportamenti che hanno caratterizzato quei lunghi mesi: la mania della disinfezione, le scuse fantasiose per aggirare i divieti, il girare quasi in pigiama, le convivenze e le lontananze forzate, l’ossessione per il cibo, le lunghe code per la spesa, l’incubo dei dati al telegiornale. Lo stile è sempre impeccabile; le battute sono divertenti, quando non esilaranti; la storia è gradevole; i personaggi, super rodati, sono sempre simpatici. A differenza delle precedenti avventure del BarLume in questa si nota una vena di tristezza e malinconia, complice forse la situazione a cui tutti siamo stati costretti dalla pandemia. Più che per l’indagine in sé stessa penso che questo romanzo valga più per le storie di contorno. In questo libro, infatti, coinvolgono di più le vicende personali dei protagonisti, i loro rapporti familiari e d’amicizia, quel senso di complicità che li lega.
In piena pandemia i quattro terribili vecchietti del BarLume si annoiano, rischiano quasi la depressione: Ampelio è reduce da un intervento al femore, Aldo è in pensione e anche le amate partite a briscola sono da evitare causa possibile contagio.. che fare allora? Il fato ci mette lo zampino: Alice, bloccata in Calabria per un'indagine, risveglia l'acume investigativo di Massimo e soci, così il tempo trascorre tra intuizioni, videochiamate e conversazioni brillanti. Facciamo anche conoscenza con Gigina, figlia di Ampelio e madre di Massimo: donna brillante, ingegnere e iperattiva: una vera scoperta. Gradevole come sempre, Malvaldi però non spicca come altre volte. Tre stelline.
Non si può non amare i bimbi, Aldo, Gino, Pilade e Ampelio. Non si può non ridere all’ironia di Massimo del suo sarcasmo e dei suoi malumori. Massimo che vuole sempre il nonno e i suoi amici fuori dai.. dalle scatole, e che in pieno lockdown organizza per loro delle video conferenze perché in fondo li adora. Questa volta il circolo investigativo del Bar Lume deve affrontare un caso molto particolare ed Alice, vice questore, col complice/fidanzato Massimo porteranno i loro attempati collaboratori sulla strada giusta per risolvere l’ennesimo caso.
Sempre intrigante e arguto l'autore ci porta a spasso nella pandemia indicandoci varie vie di fuga. Cosa non è sempre facile specie se sei anzianotto come i noti protagonisti della serie. Si può fare con l'aiuto di Massimo che spiazza tutti i vecchietti del BarLume e con sagacia li impegna in una avvincente indagine. Offrendo, infine, un colpo di scena magistrale.
MassÌ leggero, si ride anche, e trattare/scrivere di un certo argomento oggi può costare parecchio. Oggidì a mio marito ricordo sempre prima di vedere amici, anche cari, che di covid e vaccini non si discute, né tantomeno se ne accenna. Se prima con certi di loro non si parlava di sesso, politica, e religione, oggi vi aggiungiamo covid e vaccini.