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Duca Lamberti #1

Приватна Венера

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Duca Lamberti è appena uscito di prigione dopo essere stato radiato dall'Ordine dei medici e condannato al carcere per tre anni. Grazie alle amicizie paterne trova subito un lavoro, miserabile quanto la sua attuale condizione: strappare all'alcolismo Davide Auseri, figlio di un industriale milanese. E per riuscirci, Lamberti dovrà indagare sul passato di Davide, cercando di scoprire cos'è che il ragazzo cerca di annegare nell'alcool.

324 pages, ebook

First published January 1, 1966

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About the author

Giorgio Scerbanenco

117 books114 followers
Vladimir Giorgio Šerbanenko was an Italian journalist and writer of Ukranian origin.

He was born in Kiev, in what was then the Russian Empire, on 28 July 1911. At an early age, his family immigrated to Rome (Scerbanenco's father was Ukrainian, his mother was Italian), and then he moved to Milan when he was 18 years old.

He found work as a freelance writer for many Italian magazines, chief among them Anna Bella before becoming a novelist. His first fiction books were detective novels set in USA and clearly inspired by the works of Edgar Wallace and S.S. Van Dine signed with an English-sounding pen name. While Scerbanenco wrote in several genres, he is famous in Italy for his crime and detective novels, many of which have been dramatized in Italian film and television [1]. These include the series of novels with main character Duca Lamberti, a physician struck off the register for having performed a euthanasia, and turned detective (Venere privata - A Private Venus, 1966; Traditori di tutti - Betrayers of All, 1966; I ragazzi del massacro - The Boys of the Massacre, 1968; I milanesi ammazzano al sabato - The Milanese kill on Saturday, 1969), as well as Sei giorni di preavviso (Six Days of Notice), his first novel. He died of a heart attack in Milan on 27 October 1969. As well as in Milan, the writer lived for a long period in Lignano Sabbiadoro, a town on the Adriatic Sea in Friuli-Venezia Giulia. The town holds his archive.

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Profile Image for Orsodimondo.
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January 5, 2022
I MILANESI AMMAZZANO L’ESTATE


Il film francese diretto da Yves Boisset nel 1970 s’intitola “Cran d'arrêt”, che in Italia diventò “Il caso Venere privata”.

Preambolo, lungo, ma per me necessario.
L’altra sera riguardavo un film italiano dei primi anni Settanta tratto da racconti di Scerbanenco, Milano calibro 9, un buon film, un buon noir, che si capisce bene possa essere considerato la madre (e anche il padre) di tutti i “poliziotteschi” all’italiana. Genere del quale non sono mai stato un fan e ho maledetto Tarantino per averlo sdoganato. Anche perché negli stessi anni si produceva il cinema migliore della storia, dal mio punto di vista, i miei film preferiti, quelli della New Hollywood, la Hollywood Renaissance. E da noi, invece, per quanto con talento, e anche genialità artigianale, si continuava a girare non in presa diretta, con attori facce senza voce, maledetti doppiatori che inventavano strani dialetti, come il siculo cinematografico. e mancava sempre il soldo per fare una lira, la ristrettezza di budget si vedeva sullo schermo eccome. E poi, andiamo, Gastone Moschin è un bravo attore, volendo anche molto bravo: ma con la sua faccia triste, non bella e non simpatica, come si fa a promuoverlo protagonista, e addirittura a voler convincere lo spettatore che Barbara Bouchet, nel fiore della sua migliore stagione fisica, stravede per lui, lo ama, lo aspetta mentre è in galera?! E Philippe Leroy è gentile, simpatico, divertente, pieno di aneddoti e storie, ma nonostante si sia rotto entrambe le caviglie saltando di sotto, è più bravo come paracadutista che come attore.
Comunque, a seguire il film un documentario sul regista, Fernando Di Leo, e un altro su Scerbanenco.


Bruno Cremer è Duca Lamberti.

Detto fatto, mi sono deciso a leggere il mio secondo Scerbanenco, scegliendo il primo del suo ciclo più importante, quello dedicato a Duca Lamberti.
Romanzo magistrale, probabilmente la mamma (e il papà) del noir all’italiana.
Perché Duca Lamberti è sicuramente un magnifico protagonista noir con un passato indimenticabile e molto originale: un medico (né poliziotto né investigatore né avvocato né…) radiato dall’albo professionale con tre anni di galera alle spalle per aver aiutato a morire un’anziana paziente (eutanasia). Supera il confine della legge per cercare una legge superiore, viene condannato al carcere per aver accorciato la sofferenza di un’anziana malata terminale che di dolore ne aveva vissuto più che abbastanza.
Fedele alla sua morale, che non può essere ingabbiata da regole e leggi parziali, ma abbraccia l’universo mondo – solitario, colto, sentimentale, intelligente, romantico, disilluso e disincantato ma mai cinico, ossessionato dalla verità, concetto che mal s’adatta al nostro paese – esce di prigione e trova subito un lavoro: disintossicare dall’alcol il rampollo di un ricco industriale.
Duca ci mette un attimo a capire che l’alcol è conseguenza non causa, che il giovane si attacca alla bottiglia per dimenticare. Per senso di colpa. Per dolore. Per problemi emotivi. Proprio quelli che Duca vuole provare a risolvere, e rimuovere.


Inseguimento d’auto, car chase.

La sua indagine si svolge nella Milano degli anni Sessanta, capitale economica d’Italia, una grande città che sa coronare i sogni, ma anche distruggerli. Una metropoli (?) agiata e dura, moderna e bigotta, internazionale e asfittica. È il pieno del boom italiano che grazie alla democrazia cristiana e alla vicinanza col maledetto Vaticano non riuscì a liberare l’Italia da un clima sempre ipocrita, fariseo, puritano, moralista (baciapile, beghino, bacchettone…). Per inciso, Scerbanenco non si limita a parlare di eutanasia: ma anche di prostituzione, e omosessualità.
Le strade, l’asfalto desolato, il grigio caldo umido, le luci dei lampioni e delle finestre, le auto veloci, “barbera e champagne”, sono un set noir molto adatto.
E, come nella migliore tradizione del genere, Scerbanenco usa il noir per lanciare la sua dura critica sociale.


Marianne Comtell è Livia Ussaro. Nel cast anche Raffaella Carrà che interpreta la prima vittima, Alberta Radelli, che dà l’avvio all’indagine.

Funziona la trama, funziona l’indagine, funzionano i personaggi (indimenticabile straziante Livia Ussaro!), funziona la lingua asciutta senza essere secca, raffinata senza essere elaborata, funziona il mix di ironia e romantico. Si legge d’un fiato e si legge senza fiato.
E, a leggere in coda al romanzo la breve autobiografia firmata da Scerbanenco, nato Vladimir Scerbanenko, si comprende quanto a vita vissuta il creatore e la sua creatura Duca Lamberti condividano ricchezza e ampiezza d’esperienze, avventurose e dolorose. L’autore si riflette appieno nel suo personaggio, il quale a sua volta prende più di uno spunto dal suo artefice.


Davide Auseri, interpretato da Renaud Verley, alza il gomito. Dietro Cremer/Lamberti controlla senza intervenire.
Profile Image for Jim Fonseca.
1,163 reviews8,490 followers
March 7, 2018
A doctor, recently released from prison on a 3-year sentence for euthanasia, takes on the task of getting a wealthy man’s young son off of alcohol. His tyrannical father who hires the doctor does not know it, but it turns out that his son feels responsible for the death of a young woman. The police assumed she was a prostitute who committed suicide. They are wrong on both counts.

description

The story gives us a different detective scenario in that the main character is a doctor, not a private investigator or a detective; he leaves police work to the police.

The blurbs call the author “the Godfather of Italian noir.” (Of course, if he were of any nationality other than Italian, they would simply call him “The Father of Italian noir.” LOL.)

This book is an oldie but a goodie. It was published in Italy in 1966. It reflects society in Italy at the time; for example, a gay man not treated in an enlightened way. One section is almost a primer on different types of prostitutes.

description

For a detective story, there is some good writing. Some passages I liked:

“The tiredness had gone from his voice, only the authority remained…”

“…he said no, and I believe him, because he is useless – even at doing something wrong.”

“In a hotel room you move in a different way from the way you do in your own home, you look at things in a different way, maybe you even think in a different way.”

“Obviously the [taxi] stand was empty, you never see a stand with lots of taxis, except when you don’t need them.”

It was a good story. If you like it there are more as this is the first volume of a quartet. Set in Italy and translated from the Italian.

Photos of neighborhoods in Rome - top from traveldo.se; bottom from almy.com
Profile Image for Dagio_maya .
1,107 reviews350 followers
December 3, 2020
” Lui aveva la specialità delle operazioni ideologiche: eutanasia, redenzione e salvataggio di giovani malati nello spirito.”

PROLOGO PER UNA COMMESSA.

«Come si chiama lei?»
«Marangoni Antonio, io sto lì, alla Cascina Luasca, sono più di cinquant'anni che tutte le mattine vado a Rogoredo in bicicletta.»



Così viene trovato il cadavere della giovane Antonia Radaelli, ventitré anni commessa abito celeste, capelli scuri ma non neri, occhiali rotondi .
Una ragazza come tante in un lago di sangue.
Sono gli anni ’60 e se Milano ci appare familiare nella sua toponomastica si sente la polvere del tempo negli ambienti dei fumosi bar di periferia con un juke-box sempre acceso ma anche nello stesso modo di esprimersi: Antonia si è “svenata”.
Scebarnenco presenta in “Venere privata” Duca Lamberti: medico radiato e appena uscito dopo tre anni dal carcere.
A cinquant'anni dalla pubblicazione non ci si può illudere di non trovare ingenuità nella trama e pregiudizi su tematiche che non avevano ancora liberato spazi adeguati di riflessione (qui in particolar modo c’è un accanirsi contro un personaggio omosessuale che, additato come invertito, ci comunica pienamente l’idea di anormalità se non addirittura di mostruosità che si associava!!); si rimane, tuttavia, sorpresi che al centro ci siano tematiche che ancora oggi non trovano soluzione:
il diritto all’eutanasia ( “Morire è cento volte meglio di aver paura di morire”) e lo sfruttamento della prostituzione vs il diritto di prostituirsi privatamente.
Mentre la storia si svolge nella Milano svuotata dall’afa di agosto è stato, per me, impossibile, leggere senza un brivido: che atmosfere algide- mi son detta- e che scrittura secca!
Sarà perché i personaggi – partendo dal protagonista stesso- si rodono covando dentro di sé mali profondi, oppure perché ” in galera si perde la propria personalità (…) si perde calore, si diventa gelidi…“
Primo libro che dà dunque l’avvio alla serie con protagonista Duca Lamberti investigatore per caso. Sono curiosa di leggere gli altri.
Profile Image for Amaranta.
588 reviews261 followers
September 16, 2018
Il mio primo Scerbanenco e devo dire che ho molto apprezzato. Mi è piaciuta la sua scrittura limpida, gelida direi, senza sbavature né fronzoli. Non una parola di più che vada sprecata. Duca Lamberti è un anti eroe che diventa eroe, che cerca riscatto non agli occhi degli altri ma per se stesso, per un padre che ha combattuto la Mafia, per una sorella che è rimasta da sola. Del resto del mondo non gli importa. E questo lo rende per il lettore simpatico, giusto.
La storia prende, in questa Milano di periferia, che potrebbe essere qualsiasi altra città, in una storia di povertà che potrebbe essere quella di chiunque. Scerbanenco racconta la normalità, la banalità della normalità e forse è questo che piace.
E’ un uomo che la vita ha reso duro, ma che nasconde sotto una superficie da scalfire il piacere della tenerezza. “ Parla, tenerezza mia, e dimmi di no” .
Profile Image for Sabrisab.
207 reviews65 followers
June 24, 2018
Ci sarà un seguito tra Duca Lamberti e Livia Ussaro? Mi piace la scrittura semplice ma coinvolgente, garbata e con alcune punte di ironia. Duca e' un giovane medico che paga per un errore da lui compiuto, accetta uno strano lavoro per necessità e si ritrova suo malgrado ad indagare su due suicidi sospetti. Ho molto apprezzato anche Livia Ussaro, giovane donna bella e intelligente e piuttosto emancipata rispetto al contesto storico in cui la vicenda si svolge. Mi piace leggere degli anni 60/70 quindi, ci sono tutti i presupposti per continuare a leggere Scerbanenco.
Profile Image for Marica.
411 reviews210 followers
August 7, 2022
Milano vintage
Mi aspettavo di prendere in mano un giallo particolarmente ben riuscito, l’inizio di un genere in Italia, in realtà mi ha fatto una grande impressione. E’ costruito molto bene, con un pathos spesso come pane tostato e imburrato.
E’ ambientato in un’Italia che non c’è più, ma che ancora si può immaginare, non ancora Storia, o almeno, storia minore. Sono i primi anni sessanta a Milano, evocati in modo così efficace che immagino gli abiti e le pettinature delle ragazze, che diventavano subito signore. Li sovrappongo a quelli delle zie nelle fotografie polaroid dell’epoca. Italia ai tempi della produzione di beni e del design.
I personaggi si muovono nella società dell’epoca, l’investigatore di famiglia modesta va spesso a pranzo dalla sorella, il cliente dell’investigatore un industriale rampante col figlio “smidollato”, la vittima una giovane donna istruita. Tutti hanno un vissuto che si lascia intravvedere con notevole finezza.
La Milano attuale è ancora da venire, circondata da cantieri e quartieri in costruzione e l’apice del dramma si svolge in uno di questi nuovi palazzi dalle tinte pastello, celeste e nocciola, diciamo. La protagonista femminile è scelta benissimo, giovane intellettuale idealista e protofemminista, va avanti dura e pura. Credo che la lettura di questo romanzo abbia distolto molte famiglie dal mandare le giovinette sole dal fotografo. L’unico scivolone/ingenuità del libro è nelle descrizione del fotografo, assolutamente lombrosiana, come a dire: i cattivi ce l’hanno scritto in faccia che qualcosa non va, si distinguono chiaramente dagli italiani normali, santi, poeti e lavoratori.
Profile Image for Ubik 2.0.
1,073 reviews294 followers
November 10, 2012
E’ andata così e basta!

Subissati da miriadi di “polizieschi” contemporanei che iniziano tutti allo stesso modo, salvo cercare di rifarsi accumulando pseudo colpi-di-scena-finali in quantità e ben oltre la soglia della credibilità, si prova uno strano sottile piacere nello scoprire (o riscoprire) l’originalità stilistica di autori di mezzo secolo fa ed oltre (penso a Durrenmatt e Simenon oltre a Scerbanenco, tre scrittori che ho avuto modo di (ri)apprezzare negli ultimi mesi).

Almeno fino ad ¼ del romanzo, Venere privata non sembra neppure un noir: descrive personaggi, ambienti e situazioni molto Milano-anni-60 con uno stile asciutto e scarnificato, privo di concessioni alla retorica ma che, con un meccanismo impercettibile ma implacabile, ci aggancia, incuriosisce e via via nel corso della narrazione riuscirà a sorprenderci più volte.

Sarà forse l’aria di quei tempi, che Scerbanenco incarna ed interpreta perfettamente, ma noi “posteri” siamo colpiti dalla raffinata e fredda capacità allusiva nel dipingere caratteri dal comportamento sfuggente, una violenza dura ma senza fiumi di sangue, un senso di minaccia senza effetti speciali e “porte cigolanti” in senso metaforico, che mi richiama alla memoria l’atmosfera che promana da “Il sospetto” di Durrenmatt, letto poche settimane orsono.

E Scerbanenco, proprio come gli altri esempi citati ed ognuno secondo le rispettive spiccate personalità, porta a compimento tutto questo con un ridottissimo numero di pagine: va da sé che il finale, in assenza dell’effetto “ralenti” che va oggi tanto di moda, può apparire precipitoso e quasi irrisolto, ma è il finale giusto per questo romanzo: è andata così e basta!
Profile Image for piperitapitta.
1,050 reviews464 followers
August 11, 2017
La neve dentro.

Avevo lasciato il mio primo Scerbanenco senza stelline né commento in attesa di partecipare al mio primo "Legigamo Noir", partecipazione che poi non c'è stata.
Mi è piaciuto, soprattutto per quell'aspetto che solitamente a me, che giallista non sono, piace nei gialli: alla fine quello che meno conta è chi sia l'assassino.
Conta l'ambientazione, una Milano che fa freddo solo a pensarla, quella Milano che, contrariamente alla Roma in cui vivo, vede la sua vita svolgersi più nelle case che per strade. Un'atmosfera in cui, indipendentemente dal fatto che sia estate o inverno, si sente il gelo penetrare nelle ossa e sembra quasi di sentire l'odore della neve.
Conta il vissuto dei personaggi, in testa Duca Lamberti, questo ex-medico di poche parole e pochi fatti, sembra, ma che in realtà vede il caso dipanarsi lentamente e chiaramente nella sua mente.
Conta la società dell'epoca, così bigotta eppure già così spregiudicata.
Conta il fatto che eutanasia e prostituzione d'alto bordo erano già temi attualissimi, di quelli però di cui parlare sottovoce.
Bello, insomma, così come è bella la storia di Vladimir Giorgio Scerbanenko, arrivato bambino da Kiev, quand'era ancora Russia Imperiale, ma di madre romana, approdato a Roma e trapiantato a Milano.
Chi l'ha detto che non c'è niente di russo in lui?
Non sarà forse quell'odore di neve che sentivo?
«Faceva il poliziotto con fredda passione, per mettere a posto, inesorabilmente, tutti quelli che trasgredivano la legge o andavano contro i regolamenti. Era una specie di Javert.»*
Ma che meraviglia scoprire i libri dentro ad altri libri!
(*)
http://it.wikipedia.org/wiki/Javert
Profile Image for KnownAsLavinia.
238 reviews
June 19, 2018
È interessante questo Scerbanenco. O Scerbanenko.
È interessante perché, se pure la trama è quella classica del giallo senza troppi guizzi, la forza è tutta nei personaggi.
Nessuno di questi viene presentato superficialmente, tutti hanno una loro particolarità, una loro tridimensionalità.
E anche le tematiche, se pure si parla sempre di prostituzione, mafia, criminalità organizzata troviamo anche tantissimi spunti di riflessione profondi, che fanno riflettere molto: l’eutanasia, il ruolo della donna nella prostituzione, le psicosi...
Insomma una bella scoperta questo Scerbanenco. (O Scerbanenko).
P.s. la versione Kindle, non so se anche quella cartacea, ha un capitolo finale sulla vita dello scrittore scritta da se stesso. È bellissima. Non saltatela.
Profile Image for Dvd (#).
512 reviews93 followers
October 29, 2017
Eh signori, qui siamo in zona Fruttero&Lucentini. Non solo come genere e ambientazione (lì Torino anni '70, qui Milano anni '60, ma cambia veramente poco o niente), ma anche come qualità del testo e strutturazione del racconto.

Sapevo che Scerbanenco andava letto, soprattutto dopo aver adorato e divorato i capolavori noir del formidabile duo torinese: avevo la sensazione (alimentata da pacati consigli di intenditori) che fossimo sullo stesso livello. Non si sbagliava il mio intuito, non si sbagliavano i miei dotti consiglieri.

In una Milano ambigua e rafferma nella calura estiva di fine anni '60 un giovane medico appena scarcerato (dopo tre anni di condanna per aver praticato l'eutanasia su una moribonda) viene incaricato di seguire il giovane figlio di un ricco industriale, che da un anno in qua passa il tempo rinchiuso in sé stesso ad ubriacarsi. Tentando di scoprire le cause del suo disagio, l'ex medico Duca Lamberti inciampa per caso in un efferato delitto e in un losco giro di prostituzione privata (da cui il titolo) che tenterà di risolvere con piglio poliziesco.

La Milano che Scerbanenco descrive è cupamente immobile, si avverte quasi la calura afosa, l'aria rarefatta, l'odore di stantio e di muffa e quel latente senso di disagio dato dalla presenza costante e latente della malvagità. Il ritmo del racconto, perfetto, incolla letteralmente alle pagine, che si divorano; la resa narrativa è di altissimo livello, senza giri di parole a vuoto, cristallina e chiarissima ma senza mai scadere nell'ovvio e nel banale.

In una parola: splendido. Urge la lettura degli altri romanzi della serie di Duca Lamberti.

Molto bello e toccante anche il raccontino finale che chiude il libro, una struggente e stringatissima autobiografia di Scerbanenco che tocca il cuore.
Profile Image for Gibson.
690 reviews
October 28, 2016
Umanità varie

Conosco Scerbabenco da tempo, ma solo di rimbalzo, perché amo i film noir di Di Leo che pescano a piene mani dalle sue pagine.
Ora posso dire di averlo letto, e anche se ancora non mi so spiegare di preciso cosa sia stato a catturarmi in 'Venere privata', il primo romanzo della serie su Duca Lamberti, sta di fatto che è riuscito a portarmi nel suo viaggio tra le vie di una Milano che fu, quella degli anni '60.
Non certo per Milano in sé, almeno credo immagino penso spero, ma per la tipologia di personaggi che la popolano, un'umanità problematica, ambigua, che per necessità o cupidigia si infila tra le braccia della prostituzione e dell'omicidio, che sceglie, pagandone il prezzo, di avere a che fare con l'eutanasia e l'alcolismo. Tutti temi scottanti, da non sottovalutare visto il luogo e l'anno di pubblicazione, l'Italia e il 1966.

Leggevo qui e là che Scerbanenco risulta un autore datato. Bah! Ho alcune foto di mia nonna vecchie e ingiallite, per questo le dovrei considerare meno preziose di quelle che vengono vomitate a catena oggi col digitale? Stronzate.
Scerbanenco non corre, non come si corre oggi almeno, non mi pare averne bisogno, è più flemmatico, ha il passo di chi vuol cogliere gli umori della società che lo circonda, semplicemente, e scrivere ciò che vede senza tirarsi indietro.
Profile Image for Outis.
392 reviews68 followers
February 11, 2019
«Avevo già passato i trent'anni e avrei dovuto imparare qualche cosa da quello che mi era successo. Ma solo più tardi imparai che non s'impara quasi mai niente. Noi rimaniamo sempre gli stessi. Le esperienze della vita, gli insegnamenti delle persone più sagge, ci impolverano un poco, come quando camminiamo per una vecchia strada di campagna, ma basta soffiare su quel po' di polvere perché noi ritorniamo tali e quali come eravamo prima di ogni insegnamento.»*

«Ogni volta che si trova uno sfruttatore bisogna schiacciarlo. Ma che vuoi schiacciare, tenerezza mia, più ne schiacci e più ce ne sono. E va bene, ma forse bisogna schiacciarli lo stesso.»

Lassa pur ch'el mond el disa, ma Milan l'è on gran Milan.

Giorgio Scerbanenco è stato una bellissima sorpresa.

Scrive molto, molto bene. Secondo me non ha nulla da invidiare agli scrittori di narrativa mainstream, non di genere o come si vogliono chiamare.
E' un autore con una sensibilità particolare (lasciate perdere il discorso omosessuali, erano gli anni sessanta eh), capace di creare anche con poche pennellate dei personaggi non banali e di penetrare l'animo umano. Infatti la prima metà del romanzo è quasi perfetta, la seconda per quanto molto buona, secondo me non ne è all'altezza.
Un noir atipico, malinconico.
Ci fossero le mezze stelline...


*Da "Io, Vladimir Scerbanenko", contenuto in "Venere privata"
Profile Image for Sandra.
963 reviews333 followers
July 18, 2015
"Ma i bari no, li odio e li disprezzo.Oggi ci sono i banditi con l'ufficio legale a latere, imbrogliano, rubano, ammazzano, ma hanno già studiato la linea di difesa con il loro avvocato nel caso fossero scoperti e processati e non vengano mai puniti abbastanza. Vogliono che gli altri stiano al gioco, alle regole, ma loro non ci vogliono stare. Questo non mi va, questa gente non la sopporto, quando me la trovo intorno o ne sento solo l'odore, mi vengono i nervi".
Le parole di Duca Lamberti, medico radiato dall'albo perchè ha praticato l'eutanasia a una paziente morente, sono di un'attualità da far paura, così come il racconto, scritto con stile semplice, lineare e asciutto, che non può dirsi sicuramente imprevedibile nella trama, ma ho capito che Scerbanenco non punta ad effetti speciali.
Mentre leggevo mi vedevo le scene davanti agli occhi: lo vedrei bene in un film.
Bello, da tre stelline e mezzo.
Profile Image for Vittorio Ducoli.
580 reviews82 followers
December 19, 2018
Le inquietudini pronte ad esplodere nell’Italia del Boom

Il luogo dove si svolgono le drammatiche scene finali di Venere privata è il condominio Ulisse, ”oltre via Egidio Folli e oltre il dazio”. Siamo a Milano, a metà degli anni ‘60, e quella via, quel condominio, situati all’estrema periferia orientale della città, sono emblematici a mio avviso del clima che pervade il romanzo e del fascino che la sua ambientazione esercita sul lettore di oggi, almeno su quello della mia generazione.
Quando Livia Ussaro, una delle protagoniste del romanzo, vi giunge in taxi, tra lei e l’autista si svolge il seguente dialogo:
”«Qui è finita via Folli, siamo in campagna, […] Dov’è che devo andare?» […] «Più avanti, c’è un grande palazzo, sulla sinistra.» Lo stradone correva tra campi coltivati e per un lungo tratto non c’erano case, di nessun genere, l’illusione di essere in aperta campagna era quasi perfetta.”
Via Egidio Folli esiste davvero. Oggi termina a ridosso dello svincolo di Lambrate della Tangenziale est e un cancello metallico segna bruscamente la fine dell’asfalto. Nessuna illusione di essere in aperta campagna: i pochissimi campi e boschetti rimasti al di qua e al di là della immane cesura della tangenziale sono inglobati tra un groviglio di strade e svincoli, cui la recente rotondizzazione selvaggia ha conferito un aspetto da ottovolante, e una urbanizzazione pervasiva e disordinata, fatta di grandi palazzoni, capannoni artigianali, grandi parcheggi per lo più inutilizzati e qualche cascina che ancora si ostina a testimoniare incongruamente il passato agricolo dell’area. Poco oltre la tangenziale due luoghi simbolo delle vicende italiane di questi ultimi decenni: a nord quello che è stato il primo nucleo dell’impero berlusconiano, Milano due, con i suoi viali alberati e i suoi laghetti artificiali, la grande speculazione da cui tutto ebbe inizio; a sud le macerie della Innocenti, la grande fabbrica dove nacque uno dei miti del boom economico italiano: la Lambretta.
Se la trama di Venere privata ci restituisce l’idea di un romanzo di genere, se come vedremo le vicende che narra e le caratterizzazioni di alcuni dei personaggi non sono scevre da una certa ingenuità, è soprattutto nella sua ambientazione, temporale e spaziale, oltre che in una certa eterodossia degli argomenti trattati, degli stessi personaggi e delle situazioni narrate che vanno ricercati – a mio modo di vedere ma, credo di poter dire, anche secondo la grande maggioranza dei critici – gli elementi che forse oggi più che al tempo della sua uscita elevano questo romanzo oltre gli stretti confini del poliziesco, e che fanno di Scerbanenco un autore in qualche modo di culto.
La trama, infatti, della quale non dirò molto, visto che il suo dipanarsi deve in questi casi essere lasciato al piacere della lettura, è piuttosto banale. C’è un apparente suicidio che si rivela essere un omicidio, una sorta di investigatore privato che con metodi non convenzionali scopre dietro questo fatto una importante organizzazione criminale e riesce a sgominarla. Tutto nella norma, quindi, se non ci fossero dei però e degli elementi di contorno inquietanti che prendono nettamente il sopravvento rispetto alla vicenda nuda e cruda. Il primo è la constatazione che l’investigatore, colui che risolverà il caso è tutt’altro che un eroe positivo: Duca Lamberti, che sarà protagonista di una tetralogia di cui Venere privata è il primo episodio, è un giovane medico che incontriamo all’inizio del romanzo appena uscito di prigione dopo una condanna a tre anni per aver praticato l’eutanasia ad una signora malata terminale, condanna per la quale è stato anche radiato dall’albo.
Duca quindi è un emarginato che deve ricostruirsi una vita, partendo da un recente passato che la legge considera criminale. Scerbanenco sceglie di mettere subito in scena uno dei maggiori dilemmi morali ed etici della nostra società, oggetto anche oggi di grande dibattito, che sicuramente all’epoca della scrittura del romanzo era del tutto ostracizzato. Non giudica il passato di Duca e la sua condanna, ma il fatto che Duca divenga il protagonista del romanzo (e della serie) nonostante quel passato gli serve, oltre che a rendere estremamente tormentato il carattere del suo antieroe, anche per far deragliare subito la sua narrazione dai binari del politicamente corretto, in qualche modo estremizzando la lezione dei grandi narratori statunitensi del genere, Hammet e Chandler in primis, ma anche quella del miglior polar francese. Duca è un duro, e lo dimostrerà molte volte nel romanzo, che ha dovuto lottare sin da piccolo, sin da quando i suoi compagni di scuola lo prendevano in giro per l’improbabile nome e a lui non restava che picchiarli. Rimasto presto orfano di madre, figlio di un poliziotto romagnolo che ha combattuto la mafia in Sicilia e da questa è stato menomato ad un braccio, avrebbe voluto seguire le orme paterne ma, secondo il più classico dei sogni familiari italiani degli anni del boom il padre ne ha voluto fare un dottore, prima di morire per un infarto non reggendo alla condanna del figlio. La medicina gli ha dato una conoscenza del corpo umano che gli sarà molto utile nelle sue indagini e nelle sue azioni, ed il carcere ne ha forgiato ulteriormente il carattere oltre a permettergli di conoscere il mondo del crimine. Duca è però anche un giovane uomo che si prende teneramente cura della sorella e della nipotina, nata da una relazione illegittima (altro strappo alle regole del tempo) ormai finita: il compenso che riceve per disintossicare Davide Auseri, serve in gran parte per pagare le spese della sorella. Duca Lamberti non è quindi un investigatore privato, ma un medico che non può più esercitare e che, grazie ad una raccomandazione di Luigi Càrrua, funzionario di polizia che è stato amico di suo padre, riceve, pochi giorni dopo essere uscito di prigione, da un ricchissimo industriale della plastica lo strano e ben remunerato incarico di far smettere di bere il figlio alcolizzato, da lui considerato un buono a nulla. Scoprirà che l’alcolismo di Davide Auseri è legato al suo senso di colpa per il suicidio di una ragazza avvenuto un anno prima e da lì prenderà avvio la sua carriera di detective. Mentre la figura di Pietro, l’industriale, è a mio avviso ben delineata e paradigmatica dell’imprenditoria sicura di sé e di successo di quegli anni ‘60 – non dimentichiamo che nel 1963 la chimica italiana aveva vinto il Nobel con Giulio Natta per le scoperte nel campo dei polimeri da cui era stato possibile produrre il Moplen - il figlio Davide è uno dei personaggi più deboli del romanzo, sin dall’inizio dai tratti un po’ forzati, ma che soprattutto si sbiadisce nel corso della vicenda, sino a diventare una mera protesi operativa di Duca Lamberti.
Se quello dell’eutanasia è il primo tabù che il lettore incontra durante la lettura, il sesso e la prostituzione sono quelli attorno a cui la vicenda ruota. Anche in questo caso l’ottica con cui Scerbanenco affronta questi argomenti è estremamente scorretta, soprattutto se si tiene presente il contesto sociale in cui il romanzo viene scritto: siamo nell’Italia che precede il sessantotto, saldamente democristiana, in cui queste tematiche erano state trattate in modo quasi clandestino da Pier Paolo Pasolini nei meravigliosi Comizi d’amore. Scerbanenco scardina i tabù legati al sesso già all’inizio del romanzo, utilizzando la prostituzione come strumento d’indagine: quando Duca Lamberti vuole conoscere meglio la personalità di Davide ingaggia una giovane prostituta (per la verità due… una anche per lui) che poi interroga per sapere come il giovane alcolista si sia comportato. Ma è con la figura di Livia Ussaro e delle altre due ragazze, Alberta e Maurilia, che hanno un ruolo importante nel romanzo che Scerbanenco va più in là, in pratica legittimando il fatto che giovani donne per motivi economici o per un interesse culturale possano occasionalmente e liberamente prostituirsi (divenendo Veneri private, senza protettori od organizzazioni professionali alle spalle). Probabilmente la percezione di questo fenomeno, tendenzialmente lasciato sotto traccia anche oggi, veniva a Scerbanenco dalla sua lunga esperienza come redattore di quotidiani e responsabile delle rubriche di posta in alcuni tra le più note riviste femminili dell’epoca. La prostituzione quindi come fenomeno sociale ufficialmente rimosso ma ben presente nella società dell’affluenza e del boom, ma anche come libera scelta, anche se forse solo apparente, da parte di ragazze appartenenti ad una classe sociale che dal boom riceve solo le briciole, costrette a saltuari e malpagati lavori da commessa. È il disagio complessivo degli esclusi che percepiamo attraverso le vicende di Alberta e Maurilia, e il loro divenire vittime delle proprie scelte, il fatto che non gli sia consentito di rimanere delle semplici Veneri private e che l’unica possibilità sia far parte di una organizzazione che le sfrutta o morire testimonia dello sguardo disincantato di Scerbanenco nei confronti dei crudeli meccanismi socio-economici che muovevano quell’Italia apparentemente lanciata verso il sogno di una felicità alla portata di tutti, della quale l’omologazione è presupposto indispensabile. Esemplare, a questo proposito, l’episodio in cui Lamberti sale le scale di un condominio, sentendo da ogni porta chiusa giungere la stessa canzone di Milva trasmessa dalla televisione. Un altro elemento che connota il romanzo è che non termina con il ristabilimento dell’ordine classico nei gialli e nei polizieschi: il finale è infatti particolarmente doloroso e struggente.
Lo sfondo di queste vicende non poteva che essere Milano, la città simbolo del boom, quella in cui il suo splendore e le sue miserie si esprimevano ai massimi livelli. È una Milano afosa quella di Venere privata, nella quale il caos mattutino e pomeridiano si alterna con momenti di quiete, sospesi nel primo pomeriggio, angosciosi ed ambigui nelle lunghe serate, della quale scopriamo alcuni luoghi e oggetti simbolo del benessere incipiente (le autostrade, l’Alfa Romeo Giulietta di Davide Auseri, l’Alemagna e il Biffi dove i protagonisti si ritrovano) e la periferia estrema, in procinto come detto di essere stravolta dalla speculazione edilizia ma ancora dotata di una sua specificità rispetto alla città. Scerbanenco ci indica con precisione vie e piazze dove si svolgono le vicende narrate, e non è vero, a mio avviso, quanto afferma Luca Doninelli nella sua pur preziosa prefazione, che cioè nella sua letteratura non ci sia alcuna geografia, che la sua acribia nominativa non evochi nulla. A mio avviso essa evoca un’epoca cruciale nella storia di questa città e di questo Paese, un’epoca in cui tutto stava cambiando, nella quale l’Italia rurale stava lasciando il posto ad una modernità per molti versi sgangherata ed arraffona, le cui contraddizioni ci portiamo dietro ancora oggi.
Certo come detto la scrittura di Scerbanenco non è aliena da ingenuità e da momenti che possiamo percepire come costruiti ad hoc per conferire tensione e pathos alla storia. Così è ad esempio l’episodio del tentativo di suicidio di Davide, oppure alcuni accenni al ruolo della mafia nella vicenda che appaiono unicamente funzionali a giustificare l’azione di Duca come vendetta postuma del padre. In generale, inoltre, appare poco credibile, in una storia che presenta una ambientazione anche giuridicamente ben argomentata, che un privato cittadino possa sostituirsi all’azione della polizia agendo come una sorta di vendicatore totalmente al di fuori e al di sopra delle regole, quasi moderno Tex Willer, sotto il benevolo sguardo di funzionari che gli vogliono bene in quanto figlio di un collega. Personalmente inoltre mi ha lasciato molto perplesso il disprezzo con il quale Scerbanenco tratta il fotografo appassionato di scacchi che appare nella storia. Costui è sicuramente un personaggio negativo, in quanto facente parte dell'organizzazione internazionale che sfrutta la prostituzione e che Duca Lamberti sgominerà, ma il disprezzo che l’autore lascia chiaramente trasparire per lui deriva dal fatto che sia omosessuale (invertito, pervertito, lo definisce più volte). Questa patente omofobia dell’autore stride nettamente con il suo atteggiamento aperto nei confronti del sesso in generale, che è come detto una delle cifre del romanzo.
Queste sono tuttavia da considerarsi pecche sopportabili in un romanzo che, se nasce sicuramente per vendere più che per astratte velleità letterarie dell’autore, sa come detto offrire degli spunti di riflessione affrontando argomenti scomodi ancora oggi.
Venere privata fu pubblicato nel 1966: di lì a poco sarebbero esplosi i movimenti giovanili e quelli operai, e un giorno di dicembre del 1969 quella stessa Milano descritta da Scerbanenco si sarebbe trovata attonita a dover fare i conti con la strategia della tensione, alla quale il potere non esitò a far ricorso per impedire il cambiamento invocato dalla società; pochi giorni dopo da una finestra della stessa questura di Via Fatebenefratelli in cui lavora Luigi Càrrua cadrà un anarchico. Le vicende narrate nel romanzo ci raccontano, forse al là delle stesse intenzioni dell’autore, come le inquietudini ed il disagio cui si diede una risposta con le bombe covavano sotto le luci del boom già prima, quando ancora era possibile immaginare che un medico divenisse un (anti)eroe solitario e che i poliziotti che lavoravano in questura fossero tutti dei poveri diavoli di animo buono.
Da segnalare, infine, che al romanzo è posposto un saggio dell’autore, sempre del 1966, intitolato Io, Vladimir Scerbanenko, in cui vengono narrati in prima persona episodi che ci aiutano a conoscere meglio la vita e la personalità di questo autore autodidatta per certi versi strutturalmente anomalo nel panorama culturale italiano del secondo dopoguerra.
Profile Image for Albus Eugene Percival Wulfric Brian Dumbledore.
587 reviews96 followers
September 15, 2018
Io, Vladimir Scerbanenko …
Milano, anni ’60. Il Dottor Duca Lamberti è da poco uscito di galera. Ha fatto tre anni per aver aiutato a morire una anziana malata terminale di cancro. La chiamano eutanasia e sembra che non si debba praticare. Non è bello. Circa un anno prima, nei prati di Metanopoli veniva trovato il cadavere di una giovane commessa suicidata …
Un collega e amico indirizza Duca (omaggio al vecchio … Duke?) da un industriale brianzolo che ha un problema. Suo figlio ventenne da quasi un anno si ubriaca tutti i giorni. Sempre. Nonostante i divieti, i controlli, le botte …
Lo stile secco e malinconico, le ambientazioni (la grigia Milano degli anni ’50 e ’60, con i suoi ‘pali dell’Ortica’, con la sua ‘ligera’ cantata da Ornella Vanoni, non era poi così diversa dalla già multietnica Marsiglia e le sue periferie), la definizione dei personaggi, mi hanno molto ricordato Izzo e il suo Fabio Montale. Scerbanenco descrive la realtà in maniera diretta, forse cruda, senza virtuosismi e senza concessioni a visioni falsamente ottimistiche, ma con grande acume e grandissima sensibilità.
«Siamo troppo sensibili, cioè siamo ridicolmente divisi in due categorie nette, le pietre e i sensitivi. Qualcuno con un’accetta fa scempio della propria famiglia, moglie, madre e figli, poi in carcere, tranquillo, chiede di essere abbonato alla Settimana Enigmistica per fare le parole crociate. Qualche altro, invece, deve essere ricoverato al neurodeliri perché ha lasciato la finestra aperta, il suo gattino si è arrampicato sul davanzale ed è caduto dal quinto piano: ha ucciso lui il gatto, e impazzisce.»
Duca ha una sensibilità particolare. È, se vogliamo, un ‘duro’, ma questo non gli impedisce di accostarsi all’universo femminile, a Livia, alla sorella Lorenza, sempre con grande delicatezza e rispetto.
«[Livia]: È difficile sposarsi quando si è intelligenti. Certo, alla fine tutte si sposano, ma una donna intelligente vuole sposarsi bene, ed è difficile che incontri l’uomo adatto.»
Infine, la bellissima postfazione è uno scritto dello stesso Scerbanenco. Sono poche, ma illuminanti pagine da cui traspare l’uomo Scerbanenco e la sua sofferta storia. Non so spiegare perché, ma leggendolo, non potevo fare a meno di paragonarlo a ‘Rombo di Tuono’. Stessa compostezza e sobrietà nei comportamenti, stessa educata ma ferma gentilezza. Stessa sensibilità. Insomma, Uomini di valore …
«Una voce, una carezza, un gesto di tenerezza, saranno sempre più forti e risolutivi di un miliardo di parole scritte dal più grande poeta di tutti i secoli. Noi viviamo di queste voci, di queste carezze, di queste tenerezze, non di libri. Io che scrivo lo so.»
Muchisimas gracias, lindisima amapola ...
[anobii, Jul 2015]
193 reviews51 followers
June 2, 2016
I romanzi con Lamberti sarebbe meglio leggerli nell'ordine giusto, ma gli spoiler sono tollerabili. Chi ha letto gli altri libri può comunque leggere questo primo libro senza problemi.

Un altro piccolo avvertimento: l'ottima introduzione scritta da Luca doninelli sarebbe meglio leggerla dopo.

"Niente e' meno poliziesco e meno thriller..." e viene dimostrato spoilerando tutta la trama. Chi vuole godersi anche la trama deve saltare questa introduzione.

Finalmente passo al libro :-)

Questo scrittore ucraino-milanese mi piace troppo.

Lamberti e' un personaggio molto particolare (probabilmente anche criticabile: immagino avrà causato polemiche all'epoca).
Questo medico radiato ha teorie molto estreme (favorevole alle prostitute rispettate, favorevole ai pestaggi) ma resta un personaggio indimenticabile.

La protagonista femminile (evito qualsiasi spoiler) e' persino meglio. Lo definirei forse uno tra i migliori personaggi femminili dell'intera letteratura gialla.

Tutti i personaggi (l'ingegnere "imperatore", l'ubriaco michelangiolesco, ...) sono indimenticabili: ho terminato questo libro oltre un mese fa e mi sembra ieri.

Libro sconsigliato agli amanti delle trame logiche ed ai soliti detective.
Chi vuole leggere un giallo legga altro.

Libro consigliatissimo agli amanti dei personaggi complessi (un po' alla vargas) ed a chi ama lo stile malinconico (mi ha ricordato persino Roth).

Lo stile e' magnifico: scorrevole e molto malinconico. e forse un po' maleducato. Mi devo documentare. Gli omosessuali vengono definiti dal narratore "gli anormali": ironia o espressione comune all'epoca. Mi sono informato: i termini invertiti ed anormali erano piuttosto diffusi all'epoca.

Questo libro lo rileggero' presto: e' decisamente molto più rispetto ad un noir.

Voto 9+ (senza quei termini "dubbi" avrebbe forse raggiunto la cifra tonda)


Profile Image for Antonio Fanelli.
1,030 reviews204 followers
January 4, 2024
Molto bello per trama personaggi primari e secondari dialoghi. Finale affrettato, molto bello, ma ... Boh mi aspettavo meglio.
Sicuramente leggerò altri di questo autore che mi sembra decisamente migliore dei tanti nuovi e celebrati giallisti italici.
Profile Image for Ermocolle.
472 reviews45 followers
June 22, 2021
Una ragazza rinvenuta cadavere sul ciglio di una strada della periferia industriale milanese anni '60, un ragazzo della buona borghesia con problemi di alcol e manie suicide.

Un ispettore di polizia che chiede l'aiuto di Duca Lamberti, suo amico, ex dottore radiato dall'albo per aver avuto compassione della fatica di vivere e del dolore di una donna malata terminale, ovvero per eutanasia illegale che gli è costata anni di carcere.

Duca Lamberti, protagonista della serie di questi noir milanesi usciti dalla penna di Giorgio Scerbanenco, è un personaggio che mi è molto piaciuto, tanto che ho proseguito nella lettura delle sue vicende con i libri successivi.
Profile Image for mimi (depression slump).
618 reviews506 followers
December 13, 2020
Despite the story is good and Scerbanenco has a great reputation that comes before him, for me, it’s all too 80s style.

Now you will tell me: "It was written in that period, it’s obvious that it respects the society and the style of that time!" I know, it's my fault.
The problem is that more than once I found myself drop it because the narrative reflects precisely the way of writing of that period: slow, with continuous repetitions, and these environments are described in detail to the point of exasperation.
The characters, moreover, are one more absurd - at times almost unbearable - than the other, starting from the protagonist up to the least calculated and least important character of the whole story.

On the other hand, we see that behind this there is elaborate reasoning; in fact, the ending isn’t predictable at all.

2.8 stars
Profile Image for Bryan--The Bee’s Knees.
407 reviews69 followers
March 8, 2018
My interest in Giorgio Scerbanenco started when I read that the director Fernando di Leo used Scerbanenco's written work for source material in several of his films - most notably Caliber 9 and The Italian Connection, both of which were released in an excellent boxed set a few years ago. (A Private Venus was filmed in France as Cran d'arrêt, but I don't believe it is available anywhere, as I was unable to track down any information about a DVD release.) I was intrigued by these films, though I found it difficult to put my finger on exactly why - part of it was the actors and director and the medium, certainly, although there is no doubt that the results on the screen are uneven at best, even if intensely admired by some (myself included). What I hoped for, when I went in search of the author who inspired these works was more of the nebulous qualities that I had already enjoyed, but perhaps in such a concentrated dose that I could better quantify exactly what drew me to them.

Duca Lamberti, the protagonist of A PRIVATE VENUS, is a hero in the Phillip Marlowe sense of the word. In Scerbanenco's world of moral relativism (as with Chandler's), Lamberti is dedicated to his own private sense of right and wrong, and what constitutes justice. Recently freed from prison after the mercy killing of one of his aged patients, the former doctor Lamberti is recruited by the wealthy Pietro Auseri to look after his alcoholic son, Davide. Something has caused the boy to take up drinking as a shortcut to oblivion, and it will only be a matter of time before the oblivion becomes permanent. It's up to Lamberti to discover Davide's secrets, which eventually lead the two of them into a sordid world of international prostitution and murder.

While other reviewers enthusiastically endorse this first Duca Lamberti mystery, I was split between 'it's ok' and 'I liked it'. I am glad I read it, and would not hesitate to pick up more of Scerbanenco's work were I to happen across it, though I do not think I would actively search it out. Other than Duca Lamberti himself, the rest of the characters were not immediately believable to me. The psychology behind Davide's actions seemed tenuous at best, and the introduction of Livia Ussaro a rather ham-fisted coincidence. These jarring notes kept me from becoming fully invested in the story, though it may be that my frame of reference is simply too different from Scerbanenco's Milanese setting.

But Scerbanenco's novels are celebrated for much more than just their criminal elements. As Giuliana Pieri's introduction makes clear, Scerbanenco's novels were 'social novels', subtly illustrating changes in Italy and Milan in the post-war years. In Italy especially, his influence is still felt, to the point that the award for best giallo/noir writing in Italy is the Premio Scerbanenco. This suggests to me that the author cannot be judged on one work alone, nor simply as a genre novelist. Readers looking only for contemporary style and quick pacing will probably find A Private Venus a disappointment. Those intrigued by the 'social' aspects of the noir form may be in for a treat, especially if Italy is already an area of interest. For myself, I was looking for a hard, gritty tale, but my difficulty with the character development prevented subsequent events from having the impact they might have had I been fully invested in the people to whom they were happening.

Thanks to Hersilia Press for not only making this available, but in a quality edition with no textual problems that I noticed. How Howard Curtis's translation stacks up I will have to leave to those who are fluent in both Italian and English to gauge.
Profile Image for Tittirossa.
1,062 reviews333 followers
December 22, 2017
Quando Marlowe atterra a Milano (ma non è meneghino, bensì romagnolo*) i cattivi piangono.

Folgorante nella crudezza narrativa, nelle sue lapidarie asserzioni, senza una sbavatura o una riga superflua, ma un po' troppo sfolgorante nel tratteggiare Duca, il supereroe con macchia che non sbaglia una parola. Il paesone Milano – coi suoi nouveaux riches e madama borghesia - raccontato da S. fa un po' sorridere. Così come la società che partorisce le perversioni di Venere privata è stata sotterrata da varie ere di palazzinari, milanodue, yuppy rampanti dediti alla milanodabere, fescionuik e fuorisalonedelmobile (si dice che bastasse dragare le fognature per farsi un carico di coca, neve a Milano era un banalissimo gioco di parole che solo copywriter strafatti potevano trovare divertente), tanto che oggi pare come i centrini all'uncinetto della zia Marisa.
Grandissima abilità per realizzare una trama un po' d'antan (ma basta attendere e D&G li riporteranno di moda). Rimane comunque il fatto che si tratta di un ottimo romanzo, e ce ne fossero così!
*non so che romagnoli abbia frequentato Scerby per scegliere proprio questa enclave culturale per i natali di Duca, ma temo che al bravo Lamperti – che pure sfoggia un bel po' del nostro sano pragmatismo e altrettanta sfacciataggine e cocciutaggine, nonché la totale mancanza di piaggeria e sussiego – manchi quell'1% di sboronaggine mista ad autoironia che salva i romagnoli anche nelle situazioni più becere. Magari nei prossimi romanzi ne scoprirò di più ….
Profile Image for Roberta.
2,000 reviews336 followers
November 9, 2016
Finalmente mi sono decisa a leggere il primo episodio di Duca Lamberti.
Avrei voluto qualche dettaglio in più sul processo e sull'antefatto che l'ha portato a diventare un collaboratore di Càrrua, ma tutto sommato i dettagli sparsi qua e là sono sufficienti.
In breve: uscito dal carcere Duca Lamberti viene assunto come badante per il figlio di un imprenditore che da qualche tempo cede all'alcolismo. Per disintossicarlo efficacemente il nostro vuole risalire alle cause della depressione di Davide, il suo assistito, e scopre che tali cause sono legate a un vecchio suicidio che tale non sembra più.
Si riaprono quindi le indagini, a cui Davide e Duca partecipano. Poi incontreranno e coinvolgeranno anche Livia, personaggio estremamente razionale che stona un po' con la Milano che conosco.
Ciò che mi stupisce è la violenza del crimine. Non è la prima volta che leggo Scerbanenco parlare di tratta delle bianche e sfruttamento della prostituzione, ma qui il tema è esplicitato. Il sesso c'è ed è cerebrale, a parte quando si parla di omosessualità maschile. Non riesco a capire se Scerbanenco sia davvero omofobo o riporti solo il pensiero corrente dell'epoca.
Profile Image for Daniele.
304 reviews68 followers
January 20, 2021
Scerbanenco ha la rara capacità di dare un'anima a tutti i suoi personaggi.
Lasciamo da parte la storia, un ottimo noir (personalmente non sono nemmeno un appassionato di questo genere), ma quello che attrae ed appassiona sono i vari Duca Lamberti, Davide, Livia , Alberta.
Parafrasando lo stesso Scerbanenco nella sua breve autobiografia al termine dell'edizione da me letta : "tutti i miei personaggi erano gente modesta, spesso anche umile, che pensava solo a vivere, oscuramente, e oscuramente soffriva o era felice".
Crea i personaggi partendo da una base concreta che è se stesso, uomo che nella vita è cresciuto nella miseria, soffrendo e lottando.

Tra i migliori romanzieri italiani.

....perché per lei, nella vita, c'erano cose più importanti degli sfregi, c'era il Pensiero con la P maiuscola, le Teorie, la Giustizia.
Profile Image for Filippo Bossolino.
243 reviews31 followers
February 4, 2014
Romanzo di cinquanta anni fa con un'azione e un ritmo frenetico e intenso che tanti contemporanei possono sognare. Duro e violento. Diretto ed essenziale. Non c'è una parola di troppo. Perfetta caratterizzazione del protagonista Duca Lamberti e dei personaggi secondari. Il mio rammarico è di aver letto soltanto oggi un autore di cui sento parlare praticamente da sempre. Ma adesso recupero con gli altri
Profile Image for SCARABOOKS.
292 reviews264 followers
April 30, 2013
Giallo imperfetto con un protagonista imperfetto.
Per certi libri vale quel che penso su certe donne.
Sono i difetti, le imperfezioni di certi dettagli, che le farebbero preziose.
Solo che, al contrario di quasi tutte le donne, Scerbanenco non fa niente per truccarsi, per nascondere.
Credo di aver trovato un amico.
Profile Image for Jim Coughenour.
Author 4 books227 followers
April 21, 2014
On the cover of this new translation of A Private Venus, Giorgio Šerbanenko is hailed as “the godfather of Italian noir.” Until about 2003 I had no idea the genre existed, but thanks to the efforts of small publishing houses like Europa Editions, Bitter Lemon Press and Melville House I soon made the acquaintance of Carlo Lucarelli, Maurizio de Giovanni, Gianrico Carofiglio, and my favorite Massimo Carlotto. Šerbanenko (like Leonardo Sciascia) precedes them all. I was tipped off to this book by John Powers of NPR: "a crackling new translation by Howard Curtis. I read it in a single sitting."

For me it didn't exactly crackle, but I definitely enjoyed the gloomy delicensed-doctor-turned-detective at the core of it. I also enjoyed Sixties aura – well, for the most part. Contemporary eyes can’t help but read a few scenes differently. In the setup, Duca (the doctor) is put in charge of an alcoholic young man with “a gentle face, a pageboy’s face, and yet manly.” Immediately, “Duca decided he needed to give him a medical examination.” He orders him to undress:
Davide stripped down to his pants but Duca gestured to him to take them off. He was even more impressive naked than clothed, and Duca felt as if he was in Florence, looking at Michelangelo’s David, grown a little fat, but only a little.

“I know it’s a bother, but turn around and walk.”
You could be forgiven for thinking you were reading a coded novel from the Age of the Closet (“he examined his skin centimetre by centimetre: perfect, although the texture was undoubtedly masculine, it was as limpid and elastic as that of a beautiful woman”), but no, this is all scientific, there’s nothing funny going on. Every Italian appreciates art.

Toward the end of the book, once the Tough Beautiful Woman has appeared and established her credentials, we get an nastier dose of the era when she meets up with a criminal, a gay photographer, an almost inconceivable individual–
she realized immediately, beyond any doubt, what he was: a homosexual, some ghastly new species. She thought that explained the colorlessness of his physical person, she thought it was like the monstrous colorlessness of the mutants described in science-fiction novels, exactly halfway through their mutation, when they still have the outer wrapping of humanity but their minds and nervous systems already belong to some ghastly new species.
Apparently she's never heard of those dainties – Michelangelo, Caravaggio, Il Sodoma. The shock is so strong she can’t even come up with a second epithet. When she sees that this creature plays chess, she mentions her own interest in the game. “The mere word chess must have opened the secret doors of what, reluctantly, referring to such an individual, had to be called his soul.”

Even for the fag-phobic 60s this is a bit rich. It reminded me of the hard-boiled gambit of Frank Sinatra in The Detective (1968) upon finding a murdered homo: "Penis cut off… fingers shredded.” What can I say? Noir is noir. To quote my favorite exchange from The Little Black & White Book of Film Noir:
— You're a bitter little lady.
— It's a bitter little world.
Paul Henreid and Joan Bennett, Hollow Triumph

Profile Image for Procyon Lotor.
650 reviews111 followers
January 27, 2014
storie di un italiano Chi � Duca Lamberti, il medico radiato dall'albo? E' giovane, intelligente, disilluso, solo, con tutti e due gli occhi bene aperti, non ha ideologie solo idee ed � un uomo talmente morale da aver rischiato del suo per togliere dolore altrui. Questo gli cost� la radiazione (e la galera). Per dare qualche chance di stabilit� al personaggio, lo dota di famiglia borghese e stimata. E' spessissimo persona pi� che personaggio e questa invenzione con queste qualit� quarant'anni fa nel bel mezzo del Boom e metterla per di pi� a ravanare nelle pieghe nascoste del Boom stesso era una scelta audace. Aggiungiamo inoltre che le donne nella lista dei personaggi sono assolutamente non da meno e se pur possono trovarsi in difficolt� mai rappresentano una amorfa figura debole da salvare. Certe faine politiche, illuse di mettere il tappo alle squallide ricrescite italiane sposavano gi� anni prima il motto che "i panni sporchi si lavano in famiglia" DL prefer� lavarli in via Fatebenefratelli. = Chi � Scerbanenco lo trovate su wiki. Qui ricordo solo qualche noticina IMHO significativa, si � sempre - lui profugo ucraino - proclamato italiano (infatti il nome � traslitterato con la "c" e non la "k" come d'uso) e nulla della sua scrittura ricorda stili dell'est. Uno dei primi ad accorgersi della statura giallistica (e letteraria, ma allora dirlo avrebbe costato ben pi� che la radiazione dall'albo) fu l'immenso Oreste Del Buono, l'immenso omino che ritradusse e riport� in Italia anche Chandler. Scerbanenco dopo inizi stentati (che troverete facilissimamente in rete) raggiunse una produttivit� simenoniana e un buon successo economico ma ahim� concentrandosi addirittura su romanzi rosa e curando per di pi� la posta del cuore nei rotocalchi. Rendendolo benestante notissimo ma assolutamente sprezzato. Tre peccati che allora costavano l'ergastolo librario. Chi si sia chiesto come mai uno scrittore simile sia rimasto sottotraccia in vita, ha una risposta plausibile. ___ Notarelle finali. Parte del personaggio di Duca Lamberti non � plausibile, e chi mi legge sa che io vi d� molta importanza. In questo caso passa in second'ordine, in ogni caso nulla che un buon editing non avrebbe potuto risolvere. Scerbanenco omofobico. E' noto, Io no. Se qualcuno ha dei dubbi pu� accertarsi dell'ampia presenza in libreria dei pi� svariati autori aderenti ai pi� svariati generi, ma soprattutto di autori dei quali proprio non mi importa chi desiderassero o adorassero. In ogni caso quando i personaggi sono omofobici ha perfettamente senso che lo siano, in quel tempo e in quella Milano.
Profile Image for Antonella Imperiali.
1,265 reviews144 followers
September 28, 2019
Lombardia

Bel giallo dalle tinte noir.
Dietro l’apparente, ma necessaria, dura scorza di Duca Lamberti, ex medico radiato ed ex detenuto, ho intravisto tanta umanità e tanta capacità di affetto, note che hanno aggiunto valore alla storia narrata.
I personaggi si muovono in una Milano omertosa, ormai preda della Mafia, tra giri di prostituzione “privata”, cui sono riconducibili gli omicidi di due ragazze, fatti passare per disgrazia o suicidio. Cui si deve anche, per una fatale coincidenza, l’equilibrio fisico e mentale del rampollo affidato alle cure di Lamberti. La storia inizia da qui, da questo incarico un po’ anomalo, ma che sicuramente rientra nelle sue competenze di medico.

La scrittura semplice di Scerbanenco ne dipana man mano le vicende fino alla conclusione (un po’ tirata e cinematografica, ma ci può stare).

Soddisfatta: tre stelle e mezzo, per amore della precisione e perché veramente l’ho apprezzato.

Interessante l’appendice Io, Vladimir Scerbanenko: in poche pagine la sua vita, non facile, dalla nascita fino al successo dei suoi libri, seppure non avesse finito nemmeno le elementari.
Tra l’altro vi ho riscontrato una piacevole coincidenza (per me), che riporto testualmente:
Nel vicino caffè mi consolai leggendo la rivista [Giovedì]. Infuriava una polemica letteraria. Era uscito da poco Gli indifferenti di Moravia, che io avevo letto. La battaglia era tra contenutisti e formalisti. Un buon libro è costituito solo di fatti, dicevano gli uni. Un buon libro consiste solo nella raggiunta armonia della forma, ribattevano gli altri. [...] Io ero per Moravia, contro i formalisti, Moravia era la mia squadra di calcio.

Ebbene, sto giusto finendo di leggere lo stesso libro ed anche io, come Scerbanenco, sto con Moravia.


🇮🇹 2° Giro d’Italia in 20 libri: Lombardia
📚 RC 2019 - Lo scaffale traboccante
Profile Image for Franz B. .
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February 13, 2018
Una piacevole scoperta.
Di questo giallo mi ha stupita piacevolmente lo stile della narrazione. Mi sono piaciuti i personaggi e la trama e come questa viene sviluppata.
Leggerò altro di Scerbanenco? Mi sa di si.
Profile Image for Jeanette.
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March 28, 2018
This is pure noir. Milan's brand, but also noir in any definition. But in the telling it is also very core Italian. For instance, in the police associates' conversations you always have to know that their traits are cored to what they say "because they are from....." whatever town or district. Dialects and personality characteristics from DNA source categorized.

It's seated completely nuanced in another era- right around the time of the Beatles first popularity in the earlier to mid 1960's. And that all fits sublimely. It is very harsh and bodes no equivocation. People are tortured, faces are cut, livers are kicked. And at times that last is by a doctor who knows just how to do it too.

We have a dichotomy here of an addiction "rehab" done an entirely opposite and Italian/ Milano way. But it's set into a cabal of traps which conspire to make two deaths appear quite differently than in the ways they actually occurred.

Tough! And much to exhibit in variance to the PC quotient and also for the Rule of Law "truths" (laws are reflective only for some to obey and relative to being disobeyed without consequence upon who/ which groups are worthy in some special judgments) of the current second decade in the 21st century.

Lots of wit and it's curt with tons of sophistication. The kind that is rarely, rarely seen in moderns of any genre since 2000. For instance we have "Kantian" philosophy and chess gambits mixed into the calculations of momentary occupation or aside- and some even coming from the perp's inquiry. There was a particularly excellent moral code definition in there somewhere too.

Rough in quite another way than the present day foul expression grit prose defines rough. Rough here is polished and smooth. 180 degrees the opposite of name call or foul adjective, snark bit current grit lit prose.
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