I casi più celebri, come il delitto Gucci o il tragico rapimento di Baby Lindbergh. Gli assassini più efferati, da Jack lo Squartatore a O.J. Simpson, da Henri Désiré Landru a Burke e Hare, da Leopold e Loeb ai mostri del Circeo. Ma anche figure meno ricordate e altrettanto inquietanti come il primo serial killer italiano, il milanese Antonio Boggia, e l’inglese Christiana Edmunds, la donna che uccideva con i cioccolatini. E omicidi che raccontano un’epoca, come quello della prostituta Helen Jewett nella New York di inizio Novecento. Ogni caso è in qualche modo lo specchio di mutamenti sociali, economici, politici, e insieme una coinvolgente vicenda umana densa di domande: cosa spinge una persona a uccidere? Cosa determina il destino delle vittime? E ognuna di queste vicende ci parla di sentimenti comuni a tutti: gelosie, rancori e passioni che senza mai giungere alla violenza abbiamo provato, da cui siamo stati sfiorati come da un’ombra nera. In questo primo volume della nuova serie di Carlo Lucarelli e Massimo Picozzi, che costruisce una grande storia dell’omicidio dall’antichità ai giorni nostri, si parte dai secoli a noi più vicini e tuttavia ancora ricchi di risvolti da riscoprire. Sfumature e dettagli poco raccontati diventano il cuore di narrazioni avvincenti, che mescolano una scrittura tesa e trascinante e un’analisi originale e acuta dei casi, esaminati anche sotto il profilo delle moderne tecniche investigative.
Carlo Lucarelli was born at Parma, the son of a physician. He was interested in literature and theatre when he was young, and studied Literature and History. Nowadays he lives in Mordano near Bologna.
Already in his years of study, during his research for his thesis subject he got in touch with the material for his first two books, which take place during the time of fascism and the years immediately after the war. In Italy he became well known quite soon because of these two books, and it was only a matter of time before he quit his academic activities and turned to his career as an author and all other sorts of activities, such as writing plays, film scenarios, radio-plays and, moreover, singing in a Post-Punk-Band called "Progetto K".
He is a frequently invited moderator on an Italian television programme about crime (Blu notte misteri d'Italia). As a journalist he works for several newspapers and magazines, such as il manifesto, Il Messaggero and L'Europeo. He has written more than twenty novels, including Almost Blue, (City Lights, 2001) and numerous short stories. Together with Marcello Fois and Loriano Macchiavelli he founded "Gruppo 13", a collective of crime-writers in the region Emilia-Romagna.
Un saggio che si legge come un romanzo grazie al felice connubio fra il talento narrativo di Lucarelli ed il rigore scientifico di Picozzi, psichiatra e criminologo di grande esperienza. Il libro, come recita il sottotitolo, ripercorre le vicende legate ad alcuni dei più famosi crimini commessi "dalla rivoluzione francese ai giorni nostri" seguendo uno schema molto efficace anche se, inevitabilmente, ripetitivo. Il racconto parte, infatti, ogni volta dalla descrizione dei fatti criminosi per poi passare alle indagini, alla storia personale ed al profilo psicologico del sospettato ed alle successive vicende processuali. L'excursus si rivela molto interessante anche per i riferimenti storici e di costume che arricchiscono la trama dei racconti.
Una carrellata veloce e "leggera" sui più gravi fatti di cronaca nera degli ultimi 150 anni, italiani e internazionali. Non ci sono grandi approfondimenti ma ci si limita ad una narrazione coinvolgente di quanto accaduto. Personalmente i due killer più inquietanti sono stati Jeffrey Dahmer e Donato Bilancia.
Ho molto amato Carlo Lucarelli. No, meglio, lo apprezzo ancora infinitamente: una voce spesso interessante anche su argomenti non necessariamente letterari, che seguo con piacere.
Di più: sento fortissimo il legame da lettore, perché ho iniziato a leggerlo praticamente da subito, ben prima che diventasse il Lucarelli stra-noto. E ben prima, ovviamente, che – dopo aver rinverdito un genere letterario in Italia dandogli nuovi colori – si inventasse un genere televisivo, che ho seguito con la stessa passione.
Leggevo “Nero come il sangue”, – scritto con Massimo Picozzi, collaborazione che ci ha regalato tantissimo! – e pensavo che il problema non stava né nelle storie narrate (più o meno tutte note agli appassionati malati di crime come il sottoscritto) né ovviamente nella qualità della scrittura. Il problema mi pare stia proprio nell’oggetto narrativo che appare ormai superato dal tempo e dagli eventi.
Oggi è difficilissimo leggere un libro così, che racconta documentalmente grandi crimini o episodi meno celebri raccontandoli con quello che sembra uno script: leggi e avverti proprio la mancanza della registrazione telefonica, del video girato nella periferia sfortunata della grande città, della foto segnaletica o dello spezzone tratto direttamente dal processo. Finisce che a rendere interessante la lettura è la componente più saggistica, presente nella introduzione al volume di tanto in tanto nello sviluppo delle storie, ed è a quella che mi sono attaccato per arrivare fino in fondo.
Ma è – molto evidentemente – “colpa” mia, che negli anni ho affrontato anche mezzi diversi, ne sono rimasto (a volte) affascinato e a volte mi perdo il piacere della parola cesellata o della frase a sensazione, perché in fondo quella storia l’ho già vista (nel senso vero del termine) o sentita (idem).
Cosa spinge a uccidere? Tutto comincia da questa domanda, a cui Lucarelli e Picozzi cercano di dare risposta. Ma non lo fanno certo in modo convenzionale, perché non c’è mai una sola risposta a questo genere di quesiti. E così eccoci immersi in una serie di racconti a tinte fosche: passiamo dalla Londra di Jack lo Squartatore all’America di fine Ottocento per approdare in Italia e pian piano nel resto del mondo. Perché, tristemente vero: paese che vai, omicidio che trovi. Gli autori ritraggono sia il carnefice che la vittima e uniscono alle storie anche le analisi dei migliori profiler cercando di capire perché si arrivi ad uccidere un’altra persona. Lo stile è tutto fuorché noioso. Sembra di assistere in prima persona a questi fatti di cronaca aberranti e nel mezzo delle loro analisi possiamo anche incorrere in interessanti digressioni che ci portano a scoprire altri crimini e altre storie.
Un saggio che si legge come un romanzo. 20 storie di killer e vittime, dove sono riportati non solo i singoli delitti, ma anche le origini dell'omicida, il suo profilo, le indagini e la vicenda giudiziaria. Singoli capitoli di poco più di 20 pagine, senza la pretesa di trattare i casi in ogni singolo dettaglio ma con la capacità di accompagnare il lettore attraverso terribili omicidi, svelando i dietro alle quinte dei fatti più noti e meno conosciuti. Ogni lettore avrà i suoi capitoli "preferiti": a me hanno colpito quasi tutte le storie, ma tra queste sicuramente il caso di Charles Manson, O.J. Simpson e la storia di Gucci.. Mi dispiace di non avere ascoltato ancora il podcast "Nero come il sangue" di Lucarelli e Picozzi, al quale si addice o forse per il quale è stato scritto questo bellissimo libro.
Sottotitolo un po' fuorviante, in quanto si snocciola un caso dietro l'altro (solo i più famosi, quelli di cui si è già letto in lungo e in largo) ma non c'è una vera storia dell'omicidio; anzi, sembra che l'omicidio delle prostitute l'abbia inventato Jack the Ripper o che la prima setta a diventare violenta fosse stata la Family di Manson. La prosa di Lucarelli è sempre interessante, i contributi di Picozzi si perdono un po' fino a scomparire. Peccato, perché avrebbe trasformato un true crime come tanti altri in un saggio molto articolato.
analisi puntuale su casi più, e meno, famosi dalla rivoluzione francese in poi, con ovviamente più focus per maggior numero di dati e di referti più ci avviciniamo ai giorni nostri. da Landrú a Serviatti, da Jack lo squartatore a Unabomber, da Jeffrey Dahmer a Bilancia, passando per i casi Gucci, Versace e altri. piccola appendice sulle scienze forendi e della loro evoluzione. Piccolo refuso sulla prima vittima di Jack lo squartatore indicando che nacque nel 1943 invece che 1843, ma ci sta su cinquecento pagine un minuscolo errore
Adoro la prosa di Lucarelli, leggendo mi sembra di sentirlo raccontare a voce e mi scendono i brividi lungo la schiena, ho anche letto parecchi thriller, gialli e noir ma la sensazione di paura che provo quando leggo lui non l'ho mai trovata da nessuna parte. Il libro affronta alcuni dei principali omicidi della Storia con spiegazioni e esempi sulla nascita e lo sviluppo delle scienze forensi (a cui è dedicato un intero capitolo al termine del libro) e spiegazioni sugli usi e costumi del tempo. Ne risulta un libro gradevolissimo, mai noioso
Libro che parte molto bene. Ma non finisce, purtroppo,allo stesso modo: i primi casi sono raccontati anche da un punto di vista clinico, dando un senso alla partecipazione di Picozzi nella scrittura. Alla fine diviene una mera cronaca di casi true crime. Ad esempio, il cannibalismo di Dhamer andrebbe a mio avviso meglio sviscerato ( LOL) dallo psichiatra.
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Storia dei fatti di cronaca che hanno segnato le epoche in cui si sono svolti e che, soprattutto, hanno contribuito a creare nell'immaginario collettivo e nella pratica forense l'archetipo del killer seriale.
Analisi di alcuni dei delitti più feroci degli ultimi 150 anni (alcuni più brutali di altri ma tutti ugualmente inquietanti!) ... Moventi, modalità d'esecuzione e relativo processo vengono analizzati
Magistrale lettura di true crime, con ricostruzioni esaustive dei delitti più celebri del ‘900 e delle relative indagini. Edizione Audible di gran pregio, letta dagli stessi Picozzi e Lucarelli.