"Quando discuti con un avversario prova a metterti nei suoi panni, lo comprenderai meglio... Ho seguito questo consiglio ma i panni dei miei avversari erano così sudici che ho concluso: è meglio essere ingiusto qualche volta che provare di nuovo questo schifo che fa svenire."
Antonio Francesco Gramsci was an Italian Marxist philosopher, linguist, journalist, writer, and politician. He wrote on philosophy, political theory, sociology, history, and linguistics. He was a founding member and one-time leader of the Italian Communist Party. A vocal critic of Benito Mussolini and fascism, he was imprisoned in 1926, where he remained until his death in 1937.
During his imprisonment, Gramsci wrote more than 30 notebooks and 3,000 pages of history and analysis. His Prison Notebooks are considered a highly original contribution to 20th-century political theory. Gramsci drew insights from varying sources — not only other Marxists but also thinkers such as Niccolò Machiavelli, Vilfredo Pareto, Georges Sorel, and Benedetto Croce. The notebooks cover a wide range of topics, including the history of Italy and Italian nationalism, the French Revolution, fascism, Taylorism and Fordism, civil society, the state, historical materialism, folklore, religion, and high and popular culture. Gramsci is best known for his theory of cultural hegemony, which describes how the state and ruling capitalist class — the bourgeoisie — use cultural institutions to maintain wealth and power in capitalist societies. In Gramsci's view, the bourgeoisie develops a hegemonic culture using ideology rather than violence, economic force, or coercion. He also attempted to break from the economic determinism of orthodox Marxist thought, and so is sometimes described as a neo-Marxist. He held a humanistic understanding of Marxism, seeing it as a philosophy of praxis and an absolute historicism that transcends traditional materialism and traditional idealism.
Libro di sconvolgente attualità, leggendolo si capisce perché Mussolini il capobanda disse che il cervello di Gramsci doveva smettere di funzionare almeno per vent’anni ed è quello che poi in effetti fece. Tutti i temi trattati sono attuali non solo perché la scrittura di Gramsci è moderna, diretta e comprensibile ma lo è per il semplice fatto che molti dei problemi trattati non sono stati risolti: dalla scuola, al meridione, alle libertà al sistema capitalistico oppressivo. Gramsci credeva fermamente nel socialismo rivoluzionario e nel cambio del sistema economico capitalistico ma la sua strada ha incrociato quella dì Mussolini e del fascismo e sappiamo com’è andata a finire. Bellissimo l’intervento del maggio 1925 che chiude il libro, in quell’occasione Gramsci da grande oratore, polemista ed intellettuale denuncia la legge che Mussolini si apprestava a varare contro la massoneria quando in realtà era una legge che aveva lo scopo di controllare tutte le associazioni presenti in Italia o di nuova costituzione che potenzialmente potevano mettere in pericolo il fascismo imperante. Da leggere rileggere e meditare per essere sempre partigiani perché domani potrebbe essere troppo tardi per pentirsi per non aver fatto il possibile. “Dei fatti maturano nell’ombra, poche mani, non sorvegliate da nessun controllo, tessono la tela della vita collettiva e la massa ignora, perché non se ne occupa .” Suona come un testamento ed un monito per le generazioni future e lo è stato e lo sarà sempre.
La recensione si può trovare anche su Ulissaecorner.
Ho sempre pensato che in verità non siamo noi a scegliere i libri, ma siano i libri a scegliere noi. Per lo meno, questo succede nella maggior parte dei casi, secondo me. Se avviene il contrario finiamo per abbandonare a se stesso il libro, che rimane lì, non finito, perché non siamo pronti.Per quanto riguarda questo libriccino penso che ci siamo incontrari al momento giusto: con le elezioni italiane che imperversano tutt’intorno a me ho sentito il bisogno di leggere questi pensieri di un uomo che ho sempre trovato politicamente affascinante e valido.
Il titolo è d’effetto (così come è graziosa e accattivante l’edizione, estremamente poco italiana e con un aspetto più british), cattura subito l’attenzione, così come sono d’effetto i pensieri che racchiude. Il primo, appunto, Odio gli indifferenti, l’ho sentito tremendamente mio e, come i tutti gli altri, tremendamente attuale. Ho trovato la scrittura di Gramsci pulita, perfetta, senza una sbavatura, capace di catturare e far capire con facilità. I soggetti scelti, gli argomenti, esaminati con acume e intelligenza, vissuti e non solo giudicati, pensati, ragionati. E sono dell’idea che solo per questo la scrittura sia così chiara e precisa, perché frutto dell’osservazione attenta e intelligente.
Le situazioni osservate nel 1917/1918 non sono poi così lontane da quelle che viviamo oggi, quindi penso che questo libro serva anche a scoprire quali sono i nostri errori e come dovrebbero essere corretti. Le riflessioni sono apartitiche, a mio parere, perché anche nella critica più socialista al Capitalismo, questo viene criticato se corrotto, non in via generale. Per tutta la lettura ho avuto la sensazione che questi piccoli scritti fossero delle urla che inneggiavano alla libertà e all’uguaglianza, a uno stato equo, capace di sostenere il cittadino, un urlo teso a risvegliare le coscienze dei più assopite, le più indifferenti. Importante è I privilegi della scuola italiana, dove si può notare come la situazione non sia cambiata più di tanto. La denuncia nei confronti degli asini capaci solo di comprare un titolo di studio e la cecità degli italiani che non riescono a capire che un asino con un titolo di studio è un asino che può danneggiare il paese; che non riescono a vedere quanto la meritocrazia possa, a tutti gli effetti, modificare lo stato di una nazione.
Magnifico I doveri di un giudice [elogio a Ponzio Pilato]; ho trovato affascinante il parallelismo tra Ponzio Pilato e la realtà a lui contemporane della legge, il modo in cui ha riabilitato una figura da sempre sinonimo di ignavia e viltà. Altrettanto potente e importante, considerandolo scritto da un comunista, è Gesù e i milioni di uomini, probabilmente una tra le riflessioni per me più giuste riguardo il Cattolicesimo.
Penso che sia chiaro che ho adorato questo libro, che l’ho trovato bello, ben scritto, interessante, brillante. Costa relativamente poco ed è breve, cosa aspettate a leggerlo?
A chi lo consiglio?
A tutti. A tutti veramente. Cercatelo, leggetelo. Non ve ne pentirete.
A obra de Gramsci é uma ode à coragem de pensar. Profundamente crítico e original, Gramsci fez um pacto com as palavras: combater o confortável silêncio dos indiferentes. Este livro reúne um interessante conjunto de artigos; há muito de belo e (infelizmente) actual no texto de Gramsci. Atendendo ao cunho marxista do seu pensamento (e às ligações ao que então se denomina de «marxismo cultural») a obra de Gramsci tem sido subvalorizada por certas correntes de pensamento; está na hora de deixar de politizar (negativamente) as ideias de Gramsci e de ler criticamente a sua obra. Há importantes contribuições filosóficas e sociológicas em Gramsci que merecem ser debatidas e que ainda são válidas no nosso século.
Vale muito a pena ler (sem preconceitos) a obra «gramsciana» e, dessa forma, aprender a combater os indiferentes.
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"Odeio os indiferentes. Como Friederich Hebbel acredito que "viver significa tomar partido". Não podem existir os apenas homens, estranhos à cidade. Quem verdadeiramente vive não pode deixar de ser cidadão, e partidário. Indiferença é abulia, parasitismo, covardia, não é vida. Por isso odeio os indiferentes.
A indiferença é o peso morto da história. É a bala de chumbo para o inovador, é a matéria inerte em que se afogam frequentemente os entusiasmos mais esplendorosos, é o fosso que circunda a velha cidade e a defende melhor do que as mais sólidas muralhas, melhor do que o peito dos seus guerreiros, porque engole nos seus sorvedouros de lama os assaltantes […]
A indiferença atua poderosamente na história. Atua passivamente, mas atua. É a fatalidade; e aquilo com que não se pode contar; é aquilo que confunde os programas, que destrói os planos mesmo os mais bem construídos; é a matéria bruta que se revolta contra a inteligência e a sufoca. O que acontece, o mal que se abate sobre todos, o possível bem que um ato heroico (de valor universal) pode gerar, não se fica a dever tanto à iniciativa dos poucos que atuam quanto à indiferença, ao absentismo dos outros que são muitos. O que acontece, não acontece tanto porque alguns querem que aconteça quanto porque a massa dos homens abdica da sua vontade, deixa fazer, deixa enrolar os nós que, depois, só a espada pode desfazer, deixa promulgar leis que depois só a revolta fará anular, deixa subir ao poder homens que, depois, só uma sublevação poderá derrubar. A fatalidade, que parece dominar a história, não é mais do que a aparência ilusória desta indiferença, deste absentismo. Há fatos que amadurecem na sombra, porque poucas mãos, sem qualquer controle a vigiá-las, tecem a teia da vida coletiva, e a massa não sabe, porque não se preocupa com isso. Os destinos de uma época são manipulados de acordo com visões limitadas e com fins imediatos, de acordo com ambições e paixões pessoais de pequenos grupos ativos, e a massa dos homens não se preocupa com isso. Mas os fatos que amadureceram vêm à superfície; o tecido feito na sombra chega ao seu fim, e então parece ser a fatalidade a arrastar tudo e todos, parece que a história não é mais do que um gigantesco fenómeno natural, uma erupção, um terremoto, de que são todos vítimas, o que quis e o que não quis, quem sabia e quem não sabia, quem se mostrou ativo e quem foi indiferente. Estes então zangam-se, queriam eximir-se às consequências, quereriam que se visse que não deram o seu aval, que não são responsáveis. Alguns choramingam piedosamente, outros blasfemam obscenamente, mas nenhum ou poucos põem esta questão: se eu tivesse também cumprido o meu dever, se tivesse procurado fazer valer a minha vontade, o meu parecer, teria sucedido o que sucedeu?..."
"Chi vive veramente non può non essere cittadino, e parteggiare. Indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita.[...] Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti"
Capolavoro della saggistica scritto da uno dei massimi intellettuali che il nostro paese abbia mai conosciuto. Ogni articolo è pregno di concetti che portano il lettore a una profonda riflessione; Gramsci spazia diversi argomenti della società italiana con uno stile e un'intelligenza fuori dall'ordinario. Parla dell'indifferenza della gente, dell'illusionismo della politica italiana, di scuola, di libertà e diritti del cittadino. Delinea una critica asprissima verso la storia del Risorgimento italiano che viene rappresentata in maniera pittoresca e ideale evidenziando lo sfruttamento del meridione. Conclude con delle riflessioni acute sul tema guerra ancora attualissime visto il periodo storico in cui viviamo e fa trasparire un pò di speranza di cambiamento al finire della prima guerra mondiale, che purtroppo sarà spenta nel giro di qualche anno e porterà l'Italia, e non solo, a tempi bui.
Mi piace far presente che il prerequisito per affrontare questo saggio non è essere comunisti come possono pensare alcune persone, ma anzi, basta avere un cervello funzionante che sappia sviluppare un pensiero critico. Citando Gramsci che parla dell'insoddisfazione causata dalle nuove pubblicazioni: "Questi libri non sono altro per me che stimoli, che occasioni per pensare, per scavare in me stesso, per ritrovare in me stesso le ragioni profonde del mio essere, della mia partecipazione alla vita del mondo".
« Per scrivere la storia non basta far conoscere l’aspetto esteriore e superficiale degli avvenimenti, ma bisogna intenderne e porne in luce il significato e i motivi più profondi, che ricollegano in intrinseca, sostanziale unità le varietà delle manifestazioni estrinseche: bisogna vedere di quali forze occulte che agitano l’organismo sociale siano espressione quegli avvenimenti, che sono come lo spumeggiare delle onde sulla superficie dei mari »
L’Italia, il 1918, la borghesia e il proletariato, il capitalismo e la guerra, la morale e la famiglia, l’individuo e la comunità, la riforma e la rivoluzione, tutti visto dal punto di vita di un grande uomo: Antonio Gramsci.
Avevo letto negli anni solo brevi stralci di questa raccolta e ho fatto molto male a non leggere prima tutta la preziosa eredità di Antonio Gramsci, così attuale, tagliente, veritiera, affilata. Critiche che non risparmiano nessuno, presa di coscienza sulla pochezza culturale, sociale e politica dell’Italia dei primi anni del 900 ( suona così famigliare no? ) Insomma, ho sottolineato tutto il sottolineabile. Da leggere e da far leggere. Oggi più che mai ce n’è davvero un gran bisogno.
"فقدنا عادة التفكير، واكتفينا بحياة يومية رتيبة، وهانحن نجد أنفسنا الآن عزّلا في مهب العاصفة. لقد جعلنا من الحياة شيئًا آليًا، فصرنا نحن أنفسنا آليين. رضينا بالقليل: صار اكتشاف حقيقة صغيرة يملؤنا بهجة كما لو أننا ظفرنا بالحقيقة الكاملة. تجنبنا كل ما يستدعي الجهد، بدا لنا ألا جدوى في أن نصوغ فرضيات بعيدة، أو أن نسعى إلى حلها ، ولو مؤقتًا"
هذه المقالات مفتاحٌ لشخص غرامشي، الذي يستحق التأمل والوقوف على فكره العميق، إذ هو واحد ممن آمن بالهيمنة الثقافية، فالسلطة بالنسبة إليه ليست سياسية أو اقتصادية، إنما متجذرة بالثقافة والأفكار اليومية البديهية، فقد آمن أن الثقافة تنتج القوة، وأن التغيير يبدأ بالفرد، فالوعي الجمعي من المثقفين و المجتمعات الصغيرة التي لا تقبل التلقين.
مقالات متفرقة المواضيع، يجمعها نظرته لما حدث في إيطاليا، التي كتبها وهو شاب بين سنتي 1916 و 1918 قبل الاعتقال، في تساؤلات خطيرة عن الواقع، الذي يبدو وكأنه اليوم! تتقاطع خيوط النصوص- وهنا أقتبس من مقدمة أ. حنا الهامة- في ثلاثة: الحرب كمرآة للذهنيات، السياسة بوصفها تمرينًا لغويًا و الأخلاق الفردية إلى السياسة بوصفها تربية.
لاشك أن ما لفتني لاقتناء الكتاب، عنوانه المُختار بعناية عن أول وأهم المقالات، فاللامبالاة برأيه هي التبلد، التطفل والجبن، وهي نقيض الحياة. لذلك يكره اللامبالين.
▪️اللامبالاة هي وزن التاريخ المهمل. إنها كرة الرصاص التي تُقيد المبدع، المادة الخاملة التي تغوص في غياهبها أقوى مظاهر الحماسة، المستنقع الذي يُسيج المدينة العتيقة ويذود عنها بقوة تفوق أمتن الأسوار، يذود عنها خيرًا مما تفعل صدور محاربيها، وذلك لقدرته على أن يبتلع في دوامته الموحلة أعتى المغيرين فيهلكهم، ويثبط عزيمتهم، حتى ليدفعهم أحيانًا إلى التخلي عن مهمتهم البطولية.
الكتاب دفعني لتتبع أثر فكر غرامشي على المنظور العربي، فوجدت أبحاثًا واعية، منها مخطوط غني لمحمد المباركي، يشرح إمكانية منهجية ثقافية كضرورة لسيادة عادلة حرة، تنهض بالمجتمعات بحسب المفاهيم المعرفية المتماشية مع تسلسل تطورها التاريخي.
كتاب دافع للتنقيب في دواخل كل منا! لأي درجة نحن مبالون؟ ماذا نفعل كي نكون كذلك؟ وأي ثقافة تهيمن في عالمنا؟ وهل هي سياسة سلطوية، تقود مجتمعات العالم كافة إلى التفاهة اللامعنى؟
▪️إن الدعوة إلى التفكير تطرح اليوم نفسها كفكر تام وكامل. ما كان مجرد رغبة غامضة، صار يُطرح اليوم باعتباره إرادة واضحة وملموسة. ومن هنا منشأ الفوضى، وبلبلة الألسن، واختلاط أشد المقترحات جنونًا بأسطع الحقائق.
كتاب للتمعن والتدبر، فهنا فكرٌ منذ أكثر من قرن مضى، وتأمل في حال إيطاليا التي لا نرى فيها إلا الجمال والمتعة، بينما هي شعب عانى وتجرأ !
لا بد من إشادة الترجمة والتحرير، مابات ذلك علامة تجارية لمعظم الكتب الفكرية في دور النشر .
La introducción de este libro (el artículo concreto que se titula«Odio a los indiferentes») puede ser de las cosas mejor escritas que haya leído nunca. El artículo de «Los obreros de la FIAT» tampoco tiene desperdicio. En general, su valor reside claramente más en lo literario y no tanto en lo teórico o formativo del texto.
«Odio a los indiferentes también porque me molesta su lloriqueo de eternos inocentes. Pido cuentas a cada uno de ellos por cómo ha desempeñado el papel que la vida le ha dado y le da todos los días, por lo que ha hecho y sobre todo por lo que no ha hecho. Y siento que puedo ser inexorable, que no tengo que malgastar mi compasión, que no tengo que compartir con ellos mis lágrimas. Soy partisano, vivo, siento en la conciencia viril de los míos latir la actividad de la ciudad futura que están construyendo. Y en ella la cadena social no pesa sobre unos pocos, en ella nada de lo que sucede se debe al azar, a la fatalidad, sino a la obra inteligente de los ciudadanos. (...) Vivo, soy partisano. Por eso odio a los que no toman partido, por eso odio a los indiferentes. »
Nella storia dell’umanità non ci sono solo i buoni e i cattivi, c’è una categoria di persone che si considera buona, ma dà una mano ai cattivi. Sono, appunto, gli indifferenti. Ignorano la verità per credere alle bugie e sono convinti che a guardare dall’altra parte non si sbagli mai: non mi intrometto, non mi comprometto. Sono il grigio che non sbiadisce ; sono il fertilizzante delle radici marce, l’acqua inquinata che avvelena il terreno, la nube tossica che soffoca il cielo. Si confondono fra i buoni e ammirano segretamente i cattivi. Sono quelli che alzano le spalle e allargano le braccia con facilità, che spianano il percorso a chi calpesta la legalità. L’indifferenza dilania il pianeta, le coscienze e l’umanità. Le indimenticabili parole di Gramsci, da cui ho preso spunto per dare una mia personale interpretazione di ciò che significa essere indifferenti, sono sempre attuali e valide. Oggi come ieri. ‘Io odio gli indifferenti’ . Parole che andrebbero scolpite nelle coscienze di tutti.
Titolo accattivante per una raccolta di scritti di Gramsci, riproposta oggi in una edizione moderna e accattivante. Una lettura veloce che porta immediatamente il lettore a un continuo parallelismo tra la situazione politica dell’Italia del primo dopoguerra e quella di oggi. Gramsci riusciva già allora a identificare i caratteri (negativi) della fragile democrazia italiana, che oggi si ripropongono, talvolta amplificati. Una lettura che fa riflettere.
في مقدمة الكتاب قال المترجم محمد آيت حنا عن غرامشي:
«حين نقرأه اليوم، لا نفعل ذلك من باب التقديس، ولا من باب استعادة ماضٍ ماركسيٍّ مجيد، بل لأننا نعيش مرةً أخرى في عالم بلا مسمّيات واضحة، في زمنٍ تُخاض فيه الحروب دون أن تُسمّى، وتُمنَح فيه الشهادات دون معرفة، ويُمارَس فيه القهر باسم الإصلاح، ويُنتخَب الجبناء لأن الكلمات المُشرِّفة فقدت معناها».
العودة إلى قراءة غرامشي ومقالاته هي عودةٌ إلى التفكير في المسمّيات مرةً أخرى.
Aviso al que tenga intención de leer a Gramsci de que al menos en esta obra no expone el fuerte de su teoría socialista. De hecho el modo en el que está estructurado (Anotaciones a lo largo de 1917) y las diversas temáticas (contexto de guerra mundial y emerger del fascismo italiano) hace que no tenga una idea clara de lo que pretende exponernos, aunque si resaltan ideas como: el lastre de la inacción de los hombres en el progreso histórico, la necesidad de realizar debates formados y abiertos para poder ser luego intransigentes en la acción, el anhelo de una sociedad sin propiedad privada para que todos puedan tener una educación y desarrollo intelectual por igual, o la obligación de los proletarios en formarse e instruirse para evitar conflictos bélicos futuros y controlar en la actualidad a los burgueses para detener los presentes.
Interessante. Raccolta di articoli e interventi vari. Alcuni molto puntuali, acuti, validi ancora oggi. Altri agghiaccianti per la mentalità tirannica che ne traspira. Nel complesso un libro da leggere con attenzione.
كتاب للمفكر الماركسي والثوري الإيطالي والمثقف المشتبك أنطونيو غرامشي بعنوان " Odio gli indifferenti" المشور سنة ٢٠٠٧ وقد عني بنقله الى العربية بترجمة جيدة جدا، مينا شحاته بعنوان "أكره اللامبالين"، وقدم له محمد آيت حنا.
يتضمن الكتاب -بالاضافة الى الافتتاحية المهمة لمحد آيت حنا - مجموعة من المقالات المنتقاة للمفكر الماركسي أنطونيو غرامشي (١٨٩١ - ١٩٣٧) والتي كتبها مابين سنة ١٩١٧ و١٩١٨، في بدايات نشاطه السياسي، في حقبة مضطربة شكلتها أفكار الحداثة والنزوع الإمبريالي وصعود نموذج الدولة القومية الاستعمارية، واحتدام الصراع الطبقي الذي أنتجته الرأسمالية والثورة الصناعية وصعود الأيديولوجيات، والتي أفضت جميعها إلى الحرب العالمية الأولى (١٩١٤ - ١٩١٨).
وقد تناولت مقالاته (الخمس وعشرون) التي قسمت ضمن خمسة أقسام (بادئ ذي بدء - السياسة والساسة - تعليم الإيطاليين - آفات الدولة الإيطالية - ضد الحرب) مواضيع عدة، كان لها عميق الأثر في المجتمع الأوروبي/الغربي بوجه عام والمجتمع الايطالي على وجه أخص. مقالات تناولت الفساد السياسي وفساد المؤسسات الدينية وتناولت الحرب وتهافت الداعين لها، كما أنتقدت الخدمات التعليمية والبرجوازية والصراع الطبقي، ولكن الأهم كان برأيي نقده لحالة التشظي والتشتت التي كانت تعيشها طبقة البروليتاريا، في غياب الوعي والهدف الجامع المشترك والتنظيم الحزبي الطليعي في أوروبا الغربية، رغم توحد غالبيتها - الملتزمة أيديولوجيا - بمناهضة الحرب والدعوة إلى وقفها.
المعاني التي حملها غرامشي في مقالاته والتي هاجم عبرها الانتهازية الرأسمالية والسعار الفاشي العنصري للمستفيدين من اشعال الحروب، والفساد والتشظي الرسميين وضياع البوصلة والركون الجمعي الى الخرافات والهذيان واللامبالاة باسم الدين أو باسم هذيانات الشوفينية الفاشية، وكذلك تغول البرجوازية المدعومة من الرجعية الدينية في استغلالها للطبقة العاملة، قريبة جدا ومعبرة عن واقع شعوبنا العربية اليوم، التي ترزح تحت الفساد والتشظي وغياب الأفق واستلاب الوعي وبطش السلطات الدكتاتورية الرجعية المرتهنة للغرب، والتي -شعوبنا- يتم نهبها بشكل ممنهج عبر زجها في حروب الواحدة تلو الأخرى واذكاء الخلافات الطائفية والمذهبية لتأمين ديمومة حالة الحرب والاقتتال وتأمين الاستعداد الدائم لهما وجعله هو الحالة الطبيعية، لا السلام والوحدة والتكامل الاقتصاد،ي، لتأبيد حالة التشظي وبالتالي الخضوع والتبعية، الأمر الذي يجعل الاشتباك مع مضامين مقالات غرامشي التي كتبها في بدايات القرن الماضي يوازي الاشتباك مع واقعنا المعاش اليوم من المحيط الى الخليج. التالي اقتباسات من الكتاب تشير إلى شيء مما ذكرناه أعلاه:
"كل شيء يحدث، لا يحدث فقط بسبب الذين يفعلون، بل أيضاً بسبب الذين يُفضّلون ألا يفعلوا شيئًا."
"أنا أحيا، أنا مقاوم. لهذا السبب أكره من لا يقاومون، أكره اللامبالين."
"وحدها المبادرة السياسية للثوريين ستطيح اليوم، كما أطاحت بالأمس، بعجز الطبقات المسيطرة ومصالحها الأنانية."
أخيرا، هذا الكتاب يسلط الضوء على بدايات تشكل فكر أنطونيو غرامشي، المثقف الطليعي المشتبك، الذي واجه السلطة الفاشية الإيطالية وتوفي في سجونها، لكن بعدما ترك إرثا فكريا نوعيا لا زال ينير طريق التقدميين ومقاومي الامبريالية في كل بلدان العالم الساعية للتحرر من قبضة الإمبريالية الغربية.
"l'indifferenza è il peso morto della storia. E' la palla di piombo per il novatore, è la materia inerte in cui affogano spesso gli entusiasmi più splendenti, è la palude che recinge la vecchia città e la difende meglio delle mura più salde.."
"[...] Ci sono i crisaioli, le animucce sempre in cerca di un punto fermo, che si buttano sulla prima idea che si presenti con l'apparenza di poter diventare un ideale e se ne nutrono fino a quando dura lo sforzo di impossessarsene. Quando si è arrivati alla fine dello sforzo e ci si accorge (ma questo è effetto della poca profondità spirituale, del poco ingegno, in fondo) che essa non basta a tutto, che ci sono problemi la cui soluzione (se pur esiste) è fuori di quella ideologia (ma forse essa è coordinata a un livello superiore), ci si butta su qualche altra cosa che sia una verità, che rappresenta ancora un incognito e quindi presenti probabilità di soddisfazioni nuove. Gli uomini cercano sempre fuori di sé le ragioni dei propri fallimenti spirituali; non vogliono convincersi che la causa né è sempre e solo la loro animuccia, la loro mancanza di carattere e intelligenza."
“[I politici italiani] non sanno armonizzare la realtà disagiata con la possibilità di minor disagio per tutti. Non pensano che ove c’è da mangiare per cinquanta, possono vivere cento, se si armonizzano i bisogni”.
“Perché si provveda adeguatamente ai bisogni degli uomini di una città, di una regione, di una nazione, è necessario sentire questi bisogni; è necessario potersi rappresentare concretamente nella fantasia questi uomini in quanto vivono, in quanto operano quotidianamente, rappresentarsi le loro sofferenze, i loro dolori, le tristezze della vita che sono costretti a vivere. Se non si possiede questa forza di drammatizzazione della vita, non si possono intuire i provvedimenti generali e particolari che armonizzino le necessità della vita con le disponibilità dello Stato”.
leggendo questa raccolta di scritti non si può non confrontare la realtà politica italiana del dopoguerra con quella attuale. Dopo che vi sarete fatti venire il torcicollo, prendete un antiacido e analizzate insieme a Gramsci le problematiche della politica italiana di ieri ma anche (ahimè) di oggi.
- "La indiferencia es el peso muerto de la historia".
(Es decir, si no hiciste nada en su momento luego no llores por el resultado de tu inacción).
- Los trabajadores de la FIAT no fracasaron, su 'bienio rojo' sirvió para demostrar la reacción del capitalismo ante cualquier atisbo de revolución. Escribe Gramsci al final de este artículo: "Han hecho cuanto se les da hacer a los hombres de carne y hueso; quitémonos el sombrero ante su humillación, porque en ella hay algo más grande que se impone a los sinceros y a los honestos."
- Colectividad y familia van unidos; los proletarios quieren dejar a sus hijos mejores condiciones de vida que ellos tienen porque quiere para su prole un futuro de paz y justicia. Abolición de la propiedad privada y reconvertirla en propiedad colectiva que solo podrá hacerse si familia es el órgano de vida moral.
(Aunque en nuestros tiempos por desgracia, la situación está empezando a ser la contraria, estamos viviendo peor que nuestros padres.)
- Que hay políticos ineptos y funcionarios muy bien posicionados y cómodos en los intereses de la burguesía.
- Que la guerra es horrorosa, que no basta solo con declarte en contra como tampoco solo decir que eres socialista, hay que actuar y frustar todos los planes de armamento, de agitadores, de la industria bélica.
(Y nuestro gobierno "progresista" aumenta el gasto en defensa en una guerra que no nos compete, mal vamos con estos falsos socialdemócratas).
- Que repetirá "hasta la náusea" que solo los comunistas comulgan con los intereses del pueblo, por mucho que los fascistas se empeñen en apropiarse de la clase obrera.
************ Este libro como introducción al pensamiento gramsciano abarca muchos temas, aún siendo su obra más notable la de "Cuadernos desde la cárcel", esta recopilación me parece muy acertada especialmente el final, enfrentadose a Mussolini en el parlamento.
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Cogí prestado este libro de la biblioteca de un amigo porque era de Gramsci y pequeñito. Supongo que los pensamientos profundos requieren muchas páginas porque el contenido de este libro es puramente panfletario, muy anclado al momento concreto en el que está escrito (a veces incluso muy centrado en los eventos de ese mes) y con poco interés general.
Casi todo lo que incluye el libro son básicamente artículos para prensa anteriores a 1920 recopilados por temas. A pesar de esto hay bastantes joyas, por ejemplo el capítulo sobre la familia, o el que se centra en la guerra.
En un epílogo se incluye una intervención de Gramsci en 1924 o 1925 en el parlamento italiano cuyo contenido, si bien no muy profundo, es verdaderamente entretenido. En concreto es una intervención durante la discusión del proyecto de ley para eliminar la masonería. Hay un intercambio brusco entre Gramsci y Benito Mussolini, que le interrumpe todo el rato, que es un verdadero Brasil-Alemania de la bronca parlamentaria. En este intercambio, con buen tono, Gramsci intenta explicar cual es el objetivo verdadero de la ley, y Mussolini se comporta como el jabalí bruto que era. Es buena muestra de lo que verdaderamente es el fascismo, que hace enrojecer a ciertas equiparaciones salvajes que se hacen últimamente en nuestro país y otros. En particular cabe destacar cuando Mussolini se enorgullece en sede parlamentaria de que los fascistas han quemado (QUEMADO, UN CRIMEN PENADO CASI TAN SEVERAMENTE COMO UN ASESINATO DESDE TIEMPOS INMEMORIALES) logias masónicas.
En fin, si tenéis un ratito vale la pena leerlo, pero no esperéis grandes análisis sobre la guerra de posiciones o las revoluciones pasivas, aunque supongo que parte del germen de esas nociones puede encontrarse en el libro.
“Ma nessuno o pochi si domandano: se avessi anch’io fatto il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, il mio consiglio, sarebbe successo ciò che è successo? Ma nessuno o pochi si fanno colpa della loro indifferenza.”
Même s'il écrivait in 1917, plusieurs pages m'ont frappé comment toujours pertinentes aujourd'hui:
P. 34: Fable d’Ésope "L'aigle, le laie et la chatte" P. 35 "le comprendre pour tenter de le modifier." et "La colère, instrument des puissants, arme des faibles" P. 38 Il faut: 1. Sentir l'indignation (pour l'injustice) 2. Penser aux causes fondamentales, et 3. Imaginer les solutions P. 55 "L'indifférence ... les décourage jusqu’à les faire renoncer parfois à leur entreprise héroïque." P. 196 "Trois années de guerre... Nous voyons des hommes ... là où hier nous ne voyions que des états ou des individus représentatifs." P. 200 "Nous avançons par intuitions plus que par raisonnements;" Oui, ça fait difficile coordonner les efforts. P. 204 Est-ce que c'est vrai: oublier les mots -> oublier les choses?
Des Pages 110-112, Gramsci faisait l'éloge d'un roman par H.G. Wells, chose qui m'encourage. Malgré mes usages des travaux de Gramsci dans ma thèse et dans ma vie perso, je m'avais demandé, en lisant ce livre, comme puis j'apprendre inspirer les gens d'aider aux autrui atteindre leur plein potentielle au lieu de railler contre eux qui n'aident pas.
English:
Though he wrote in 1917, several pages struck me as still relevant today:
P. 34 (Aesop's fable), P. 35 (understand to convince), P. 38 (Feel, Think and Imagine), P: 55 (indifference discourages great projects), P. 196 (how WWI -> feeling in addition to abstract thought), P. 204 Does forgetting words -> forgetting events?
From pages 110-112, Gramsci praises a novel by H. G. Wells, and from that, I take heart. Despite my use of Gramsci's work in my thesis and in my personal life, while I was reading this book, I found myself wondering how I could learn to inspire people to help others reach their full potential, rather than rail against those who harm others.
ShiraDest, Bretagne, 8,8,12015 ère Holocène/Human Era