L'atteso secondo episodio di una trilogia. Un romanzo che è un fantasy ambientato tra Inferno e Purgatorio dantesco, un racconto carcerario, una storia di redenzione piena di colpi di scena. I quattro dannati evasi dall'Inferno approdano sulle sponde del Purgatorio. Si rendono rapidamente conto che la loro situazione rimane pericolosissima: la montagna della Penitenza infatti brulica di angeli (chiamati Messaggeri), che si mettono subito a dar loro la caccia. In breve Filippo Argenti stabilisce di avere più chances se si muove da solo: si stacca dagli altri con uno stratagemma e decide di dare la scalata al Purgatorio per proprio conto. Lungo il cammino incontra una ragazza di nome Lotte e la porta con sé per farsi aiutare. Nel frattempo Virgilio riemerge dalle acque dell'Acheronte. Gli occorre però un nuovo piano di evasione e per realizzarlo coinvolge due nuove compagne di fuga: Francesca da Rimini, dal Cerchio dei Lussuriosi, e la strega Manto, dalla Bolgia degli Indovini.
Laureato in Storia delle Religioni all’Università Cattolica di Milano, è stato giornalista e redattore. Attualmente collabora con varie case editrici come traduttore, editor e consulente: tra le sue traduzioni figurano opere di Douglas Preston e Lincoln Child per Rizzoli, e di Jonathan Stroud e Nahoko Uehashi per Salani.
Ha esordito come scrittore nel 2006 con il romanzo urban fantasy Pentar (Alacran) (ripubblicato nel 2008 con il titolo Pentar – Il Patto degli Dei).
Sempre nel 2006 ha dato alle stampe il saggio-biografia a tema spirituale La Sciamana del Deserto (Lindau – L’Età dell’Acquario), sulla vita di Doña Maria, un'italiana istruita nello sciamanesimo dagli Huicholes del Messico.
Nel 2008 ha pubblicato Il Libro dei Peccati (Alacran), raccolta di racconti di varia natura (storici, fantasy, horror) e ambientazione (la Costantinopoli del VII secolo, la protostoria biblica, l'Italia del XIII secolo, la Scandinavia medievale e il mondo contemporaneo), tutti sul tema della colpa e della redenzione.
Nel 2009 ha partecipato all’antologia Sanctuary (Asengard) con il racconto Saint Vicious, e ha pubblicato Le Due Lune (Alacran), primo urban fantasy ambientato a Milano; il romanzo, descritto dal punto di vista di una ragazza diciassettenne, ha per tema la licantropia e basa buona parte della propria ambientazione su leggende tradizionali italiane, personaggi storici (come il conte Giuseppe Gorani) e luoghi realmente esistenti (la chiesa di San Bernardino alle Ossa, la cripta di San Giovanni in Conca, il Cimitero Monumentale di Milano).
Nel 2010 ha pubblicato per Asengard il romanzo breve Il Sentiero di Legno e Sangue, rielaborazione in chiave new weird di Pinocchio; ha poi partecipato all'antologia Stirpe Angelica (Edizioni della Sera) con il racconto Il Re, l'Angelo e il Serpente, ambientato alla corte di Salomone.
Nel febbraio 2011 viene pubblicato Quando il Diavolo ti Accarezza, edito da Salani: il romanzo, sempre di genere urban fantasy, è ambientato nella stessa Milano de Le Due Lune e ha per tema principale gli angeli e i demoni; anche in questo caso l'autore si rifà a figure reali della mitologia inerente (Arioch, Azazel, Hadraniel), della storia (il conte Manfredo Settala) e della città in cui il racconto si svolge (in particolar modo vanno ricordate la Stretta Bagnera, Piazza Mercanti e Piazza Vetra).
Appassionato di occulto, cinema, telefilm e giochi di ruolo, prosegue tuttora i suoi studi di storia delle religioni e ha tenuto numerose conferenze in Lombardia e Piemonte. Alan D. Altieri lo ha definito “il geniale autore italiano che ha portato in primo piano la variazione di genere nel genere chiamata urban fantasy”.
Vive ad Arona con la moglie Erica, veterinaria, in una casa piena di animali.
Bello. Questo secondo volume della trilogia non delude le aspettative, e anzi rilancia con prepotenza.
Dei classici e temuti "secondi volumi" qui abbiamo la frammentazione dell'azione.
Nell'Inferno seguiamo Virgilio, occupato a creare un nuovo gruppo di superer... di Dannati per evadere di nuovo, questa volta magari con l'amato Lucano. E non possiamo che rimanere a bocca aperta per il suo piano e per i suoi compagni: Francesca, la leggendaria Manto e... il suo Spezzato. Anche il piano è diverso dal precedente, meno "sicuro" e più affidato al Caso. Ma come lui stesso fa notare, qualcosa puzza e le coincidenze fortunate cominciano a essere troppe, come se qualcuno li stia guidando. Chissà che l'architetto del tutto non si riveli essere, alla fine, un Dante o un Tarenzi, con un colpo di scena metaletterario... Tutto bello, anche se il colpo di scena finale si intuiva ampiamente.
Poi abbiamo il gruppo già evaso, che prevedibilmente (in una trilogia "ispirata" alla Commedia Dantesca, dove mai potrebbe essere ambientato il secondo volume, dopo che il primo era nell'Inferno?) si ritrova nel Purgatorio. Un Purgatorio anche più modificato rispetto all'Inferno, dove viene evidenziato il cinismo e il sadismo della Giustizia Divina. Le anime sono torturate allegramente anche qui, da Messaggeri invece che da Spezzati, ma l'unica differenza è che col tempo (taaaaanto...) i penitenti possono andare oltre.
Filippo si divide dagli altri, così che mentre lui ci mostra le Balze, le penitenze, i Messaggeri guardiani e come procedere verso l'alto (oltre a un incredibile cambiamento che subisce lui stesso dopo una Balza), gli altri tre incappano in diversi residenti. Incontriamo così Catone e Manfredi, scopriamo di più sulla morfologia del Purgatorio, sui Messaggeri e sulle Stelle mancanti. Veniamo a conoscenza di antiche magie che fermano i Messaggeri, di anime ribelli che gli resistono, e di anime straziate e modificate rese da loro stessi implacabili guardiani omicidi.
Ora i cammini si stanno giustamente per riunire, si punta al Paradiso, magari al mondo terreno, certamente si vuole fare luce sui misteri spuntati in questi due libri (il Fato favorevole ai nostri, l'InGiustizia Divina, le Stelle, i poteri dei Dannati...) e non vedo l'ora di scoprire come Tarenzi tratterà tutte queste tematiche!
Spesso il secondo libro di una trilogia dà l'impressione di essere un riempitivo, un ponte per un altro pezzo di trama più significativo. Non è assolutamente questo il caso: questo libro è veloce, godibile e scritto molto bene proprio come il primo. I colpi di scena si susseguono uno dopo l'altro e la narrazione non rimane mai statica. Nonostante ciò, non mancano momenti di riflessione o di descrizione che non appesantiscono mai, ma sono funzionali allo sviluppo dei personaggi. E che sviluppo! I dannati che hanno raggiunto il Purgatorio cambiano in un modo che sarebbe stato impossibile all'Inferno, e che si può notare soprattutto nel personaggio di Filippo.
Il finale è un grande cliffhanger che ci aggancerà direttamente al prossimo capitolo, il quale, ne sono certa, sarà all'altezza dei precedenti.
“L’ora dei dannati – La Montagna” è il secondo volume della trilogia scaturita dalla penna di Luca Tarenzi e pubblicato da Giunti Editore su cui io bramavo di mettere le mani fin da quando ho chiuso l’ultima pagina del primo volume “L’abisso”. Ho comprato il volume al Salone del libro di Torino e poi l’ho letteralmente divorato in pochissimo tempo talmente ero ansiosa di scoprire come sarebbe andata avanti la storia. E non ne sono rimasta minimamente delusa, anzi forse mi è piaciuto anche più del primo libro.
Leggere questo secondo volume è stato come salire su una montagna russa e realizzare che Tarenzi ha ancora tanto da dire e da realizzare. È interessante notare come il quadro d'insieme abbia una sensibile nota di dejà vu mentre i particolari fanno in modo di ampliare di molto l’impianto narrativo. Lo sforzo descrittivo di Tarenzi è molto grande e soprattutto ben riuscito. Il word building su cui si basa tutta la storia è ricchissimo di particolari e la sensazione che si percepisce è quella di essere completamente immersi in quel mondo. Il ritmo è concitato, il desiderio di fuga si scontra con la realtà dell’aldilà dantesco. Il gruppo che avevamo iniziato a conoscere nel primo volume si assesta e si allarga, coinvolgendo nuovi personaggi a mano a mano che la scalata del monte del Purgatorio procede. I piani narrativi si sdoppiano a partire dall'attraversamento della porta dell'Inferno. Chi è scappato e chi prova a scappare, chi si rivela ancora una volta fedele alla propria natura e chi si evolve nel momento stesso in cui ci si rende conto che non è scontato andare avanti in un certo modo, che attraversare lo spazio non è solo un concetto fisico ma è anche una questione di propensione e apprendimento. Da un lato c'è Virgilio pronto a qualsiasi cosa pur di raggiungere il suo scopo. Senza la mente eccelsa di Pier delle Vigne che riesce a calcolare le conseguenze delle sue decisioni, Virgilio deve improvvisare con quello che conosce e con la sua esperienza e azzardare, sperando nella riuscita dei suoi piani. Virgilio si affida a due donne, diverse per indole e capacità, per formazione e irruenza ma entrambe animate dal desiderio di libertà. Francesca da Rimini che da secoli fa i conti con un errore giovanile che le è costato tutto e la strega Manto che ha provato a difendersi dal male cercando di non lasciarsi sopraffare da niente nascondendosi nel caos della sua mente. Entrambe si ritrovano a scendere a compromessi e a fidarsi anche quando tutto sembra essere inaffidabile. Dall'altro lato ci sono i fuggitivi catapultati in uno spazio che non conoscono e di cui devono capire le regole. La Montagna del titolo, quella che sorge in mezzo al mare e che dovrebbe consentire la purificazione dei penitenti, fa da protagonista e contrapposizione, si potrebbe quasi dire che la Montagna stessa è uno dei personaggi con i suoi custodi e propagazioni. Il conte Ugolino, Bertran, Pier delle Vigne e Filippo si risvegliano in mezzo al mare e procedono a tentoni per capire come proseguire nella loro fuga. Se Filippo è sempre insofferente e impulsivo, Ugolino e Bertran si ritrovano ancora una volta alleati, Bertran con la sua esperienza di guerriero, Ugolino con le trasformazioni che l’Inferno ha operato su di lui. Anche le macchinazioni di Pier delle Vigne devono cedere il passo all’improvvisazione. E se nel primo volume c'erano gli Spezzati a tormentare le anime dell'Inferno, nel Purgatorio a consentire l'ordine ci sono i Messaggeri. Degli esseri spietati allo stesso modo che provano a far rispettare le regole che gli sono state consegnate. Ma forse c’è qualcosa che non torna. La forza di Tarenzi resta la caratterizzazione dei personaggi che risultano sempre tridimensionali e incredibilmente veri, ognuno di loro con una personalità complessa e affascinante e un mondo in cui sperare di uscirne migliori. L’impotenza di fronte a punizioni infinite che si ripetono allo sfinimento si scontra con la possibilità della redenzione, e in fondo chi è che deve decidere davvero? Siamo sempre congelati di fronte alla cattiveria, ma la voglia di libertà è intrinseca in un ognuno di noi.
Il particolare da non dimenticare? Un bastone intarsiato…
Un secondo volume avvincente e affascinante, un intreccio esplosivo per una fuga che diventa sempre più complessa di fronte alla rivelazione che non c’è solo l’Inferno. Non vedo l’ora di mettere le mani sul terzo volume. Buona lettura guys!
"Stiamo tornando noi stessi. [...] Ci stiamo ricordando chi eravamo un tempo, al di là dei pochi brandelli di identità che l'Inferno ci aveva lasciato. Non solo chi eravamo. Anche chi possiamo essere. Stiamo recuperando la capacità di imparare."
Magnifico! Attendevo con ansia questo seguito, e le mie aspettative non sono state affatto deluse. A parte le mie difficoltà nello star dietro alle vicende troppo avventurose (non chiedetemi il perché, è una mia tara genetica), ho trovato la trama immensamente godibile, nonché scritta in maniera sublime. È stato un piacere ritrovare i protagonisti del volume precedente, incontrarne di nuovi (Catone, Manfredi, Francesca e Manto) e seguire l'evoluzione di entrambi. Un'evoluzione che per molti versi rappresenta uno scarto significativo rispetto agli originali danteschi, eppure risulta straordinariamente credibile e addirittura affascinante. Tale caratterizzazione è infatti all'origine di numerosissimi colpi di scena, i quali scaturiscono principalmente dal fatto che personaggi che dovrebbero essere prevedibili nelle loro azioni e decisioni, si rivelano di tutta un'altra pasta. A tal proposito, mi ha incuriosito moltissimo in finale: cosa dovremo aspettarci da Matelda?
"La Montagna" è il secondo capitolo della trilogia "L'Ora dei Dannati" di Luca Tarenzi, pubblicato da Giunti Editore. Devo ammettere che non so spiegare perché ho aspettato così tanto per continuare questa saga, soprattutto considerando che ho avuto l'opportunità di incontrare Luca a Stranimondi 2023, dove ha anche autografato la mia copia. Forse, in parte, la mia esitazione è legata al primo volume: sebbene mi fosse piaciuto molto, in alcuni punti l'ho trovato un po' macchinoso. Sono felice di dire che questo non è stato un problema nel secondo romanzo. La trama si sviluppa in modo fluido e sorprendente, articolandosi in tre linee narrative che seguono diversi personaggi. Dall'inizio alla fine, la mia curiosità è stata costantemente alimentata, tanto da farmi restare incollato alle pagine, anche se il finale non ha riservato grandi sorprese: è chiaro sin dall'inizio quale sarà la destinazione dei protagonisti. La reinterpretazione della Divina Commedia come una "fuga dei Dannati" è davvero entusiasmante, e consiglio vivamente a tutti di intraprendere questo viaggio. Ora non mi resta che tuffarmi nell'ultimo volume: "La Guerra"!
Seguito degno del primo volume, io sono superfan della Divina quindi forse sono di parte, ma in ogni caso lo consiglio a tutti. Cosa molto bella che nel primo mi era mancata sono le donne cazzute, vi giuro assurde le amo tutte. Mi è piaciuto anche come è stata resa la crescita dei dannati che sono cambiati pur restando loro stessi, molto figo pure questo è non deve essere stato tanto semplice da rendere. Tutto sommato bello piaciuto voto 4 stelle non 5 perché volevo più dettaglietti e back story per alcuni personaggi, spero vengano approfonditi di più nel prossimo volume magari.
La prima cosa che colpisce, in questa trilogia, è l’originalità dell’idea: una storia ambientata nell’Aldilà che ci è stato raccontato da Dante nella Divina Commedia. Un’operazione che richiede una conoscenza profonda dell’opera del grande poeta., conoscenza che certo non manca a Luca Tarenzi. I protagonisti principali sono personaggi storici, alcuni noti, altri devono la loro fama universale proprio a Dante, i cui versi li hanno portati al di là dei loro ruoli storici. Un gruppo eterogeneo che metterà in atto un progetto senza eguali: una fuga dall’Inferno.
Virgilio non è più l’illustre poeta che accompagnò Dante nel suo viaggio. Sono passati secoli, nemmeno lui sa quanti, ma quell’episodio ha rovinato la sua esistenza nell’Aldilà, poiché non è più riuscito a rientrare nel Limbo, dove la sua anima riposava pacificamente assieme a quella dell’uomo che amava. Virgilio è rimasto bloccato nell’Inferno, dove ha passato secoli a vagare, nascondendosi dagli Spezzati, i guardiani che hanno il compito di sorvegliare e torturare i dannati. È divenuto un uomo spietato e pieno di rancore verso chi lo ha abbandonato nell’abisso.
Bertran de Born era un nobile francese del Medioevo, militare e trovatore. È stato condannato a vagare tenendo in mano la propria testa, pena comminata ai seminatori di discordia. Quando Virgilio gli propone di partecipare a un’evasione di gruppo sembra impossibile che i fuggiaschi abbiano bisogno di lui, eppure la sua fama di condottiero non è affatto una leggenda e Bertran saprà dimostrarlo.
Il conte Ugolino della Gherardesca sappiamo tutti chi era: un nobile che venne murato dai propri nemici in una torre, assieme a figli e nipoti, dei quali la leggenda dice che egli si sia cibato per sopravvivenza. Quando Bertran, su ordine di Virgilio, va a liberarlo dal ghiaccio che lo imprigiona è poco più di un folle bruto ormai incapace di parlare. Eppure il suo apporto alla fuga sarà fondamentale, spesso sorprendente, e l’amicizia che si svilupperà tra lui e Bertran sarà basata sulla stima reciproca.
Pier delle Vigne era un alto dignitario alla corte di Federico II di Svevia. Accusato di tradimento, si suicidò nella sua cella in seguito alle torture subite e finì all’Inferno, nella Selva dei Suicidi, trasformato in un albero rinsecchito. È una mente brillante ed è lo stratega del gruppo. Il piano di fuga è suo e Pier ne rivela soltanto un pezzetto alla volta, consapevole che all’Inferno non ti puoi fidare di nessuno. Non vuole rischiare che gli altri evadano senza di lui.
Filippo Argenti era un contemporaneo di Dante. Impulsivo e violento, condannato alla Palude degli Iracondi, è una carogna senza scrupoli, privo di qualunque sfumatura positiva. Il suo unico scopo è fare ciò che gli conviene. Non ci si può fidare di lui, ma è un ottimo combattente.
Francesca da Rimini, finita all’Inferno per la sua relazione con il cognato Paolo, non è più la ragazzina ingenua che sognava un amore romantico. È diventata una combattente feroce, capace di radunare seguaci attorno a sé e suscitare il rispetto dovuto a chi sa decidere. Quando Virgilio le offrirà una speranza di libertà, non avrà dubbi.
E poi c’è lo Spezzato, il più implacabile dei loro inseguitori, una creatura deforme che li braccherà con astuzia e tenacia poiché l’unico scopo della sua esistenza consiste nel perseguitare i dannati. Nell’Aldilà di Luca Tarenzi non ci sono diavoli né angeli. Gli Spezzati sono coloro che condividono l’Inferno con le anime umane e sono povere creature sgraziate e infelici che si crogiolano nella propria crudeltà, consapevoli di essere condannate. Il loro contraltare sono i Messaggeri, entità dalle forme più svariate, ma dotate di altrettanta crudeltà.
Luca Tarenzi, con uno stile fluido ed efficace, ci racconta una storia articolata e complessa, disseminata di colpi di scena, di situazioni che ci lasciano senza respiro, di scoperte e tradimenti, di personaggi da amare e da odiare. Piena di passioni umane e di sentimenti portati all’estremo. Si formano coppie che diventano energia vitale. Si costruiscono alleanze, ma chiunque potrebbe cambiare campo da un momento all’altro. I nemici evolvono e scoprono nuovi obiettivi. Gli strateghi mentono, perché la loro visione degli eventi è troppo audace. La redenzione è possibile, l’amicizia incrollabile, l’amore trasforma il futuro. Una lettura che dà piena soddisfazione e ci travolge con un finale al di là di ogni aspettativa. Cinque stelline. FERNANDA ROMANI
L'ho finito. Dopo tanto tempo, l'ho finito. Se avessi potuto, l'avrei terminato in pochi giorni, ma forse è stato proprio il fatto di averlo letto lentamente a farmelo godere di più. Ho goduto della compagnia dei miei amici dannati e ho riconfermato il mio amore per questa trilogia e per la scrittura di Luca Tarenzi. La cosa che più mi ha stupito è che ogni volta che riprendevo la lettura, anche dopo giorni di pausa forzata, ricordavo perfettamente ciò che era successo nei capitoli precedenti (specificherei nonostante legga sempre di sera, quando sono più stanca e il mio cervello meno connesso) e non avevo bisogno di pensare "aspetta, cos'è successo prima di questo?". Anche questa volta, la storia mi è entrata nell'anima e non penso ne uscirà più. A ogni riga, a ogni ambientazione, vedevo tutto come se ce l'avessi davanti, senza sforzi, in modo naturale. Sono felice di aver goduto di questa avventura e sono già pronta per leggere il terzo volume (che, per fortuna, è già uscito). Vado a dormire col sorriso (e con la curiosità al massimo per scoprire cosa succederà ai miei amati dannati).
Storia interessante, ben scritta che porta egregiamente avanti la trama imbastita nel primo volume. Saga consigliata a chi ha voglia di una storia fantastica diversa
3.5 Mi è piaciuto più del precedente, semplicemente perché la limitazione della presenza di Virgilio - personaggio che stranamente era stato quello che mi era piaciuto di meno nel libro precedente - e una trama secondo me meno ripetitiva e più originale me l'hanno reso più godibile. Solo che ogni volta che tornavamo da Virgilio mi assaliva una noia mortale, per quanto alla fine abbia trovato Francesca un personaggio interessante e Manto con un grande potenziale. Ho preferito di gran lunga le mirabolanti avventure di Filippo e Lotte e di Bertran, Ugolino e Pier delle Vigne, tra un revival di spiegazioni scolastiche delle Balze del Purgatorio e biblically accurate angels. Mi è piaciuto molto lo sviluppo dei personaggi e, per quanto continui a trovare per gusto puramente personale lo stile di scrittura un po' troppo scarno, ci ho fatto il callo e ho saputo apprezzarlo. Avrei dato quattro stelle piene ma le parti con Virgilio e Francesca mi hanno davvero annoiato infinitamente e ho trovato il finale un po' troppo sbrigativo. Non so perché ma credo che l'ultimo volume sarà quello che mi piacerà di più.
Bellissimo. Il miglior libro di Luca Tarenzi. Mi rendo conto che la definizione è effimera, in quanto la ripeto ogni volta che leggo un suo libro nuovo, ma un autore talentuoso ha anche questo merito: di essere sempre in grado di sorprendere ed emozionare il lettore, di non stancarsi mai, di riversare impegno e passione in ogni suo lavoro, dal primo al centesimo. "La montagna" è appassionante, intrigante, un susseguirsi di domande nel lettore, di curiosità su come andrà avanti la storia; ed è, inoltre, un grandioso omaggio all'opera di Dante. Mi sembrava di essere lì, sulla spiaggetta del Purgatorio, a discutere con Catone, a sfuggire agli Angeli, a correre con Bertran e gli altri verso l'alto, verso l'ignoto. Un viaggio davvero appassionante e ricco di sorprese. Nota di merito per la caratterizzazione di alcuni personaggi: Catone e Manfredi, resi molto bene, ma anche Bertran e Filippo Argenti, che crescono e "maturano". E ora... l'attesa per il terzo capitolo si fa altissima!!
Secondo libro di questa saga che segue 3 filoni narrativi: le vicende di Bertran de Born, Pier delle Vigne e Ugolino; quelle di Filippo Argenti; e, infine, quelle di Virgilio, questa volta affiancato da Francesca da Rimini e dall'indovina Manto da Tebe.
Tra pagine riempitive, altre di pura azione e avventura, e altre ancora di suspense, questo libro intermedio si lascia leggere abbastanza velocemente e intrattiene tanto quanto il primo.
Non resta altro che ultimare la trilogia. Sono proprio curioso di sapere come si concluderanno le vicende di questi dannati nonché di conoscere l'esito finale della loro fuga.
Per il momento continuo a consigliare questa trilogia soprattutto agli amanti della Commedia dantesca.
Ancora le stesse atmosfere meravigliose del primo ma molto più dinamico. Trovo geniale il modo in cui l'autore ha "adattato" le descrizioni della Commedia, riuscendo con molto rispetto ad aggiungere diversi aspetti, soprattutto sul carattere e l'umanità dei personaggi, rimanendo al contempo estremamente coerente con l'opera originale. Gli eventi sono incalzanti, c'è una certa azione che però si prende il giusto tempo per descrivere non solo i luoghi ma soprattutto le sensazioni, in modo diretto e profondamente umano. L'uso del contrappasso e come i dannati percepiscono la giustizia divina... semplicemente geniale.
In questo secondo capitolo della trilogia le anime dannate in fuga dall'Inferno si dividono. Filippo in particolare riscopre la sua umanità, facendosi apprezzare soprattutto nella seconda parte. Pier delle Vigne, invece, sembra aver perso ogni suo scopo dopo essere uscito dall'Inferno ed emerge il suo lato saccente.
I nuovi personaggi sono interessanti, in particolare la rilettura di Francesca e Lotte.
Sono curiosa di vedere dove porterà il terzo volume, se i dannati troveranno tutte le risposte che cercano sulla logica divina e il comportamento degli angeli!
Cinque parole: voglio immediatamente il terzo volume! Se il primo lo avevo adorato questo l'ho amato con tutto il cuore. I nuovi personaggi femminili letteralmente stupendi e ognuno con un suo carattere definito, un character development per pressoché tutti i personaggi. Ogni capitolo l'ho divorato, non vedo l'ora che esca il terzo. p.s La copertina è ancora più bella di quella, già stupenda, del primo volume.
Se una volta finito un libro i personaggi che ne fanno parte ti mancano mentre inizi un nuovo libro, quel racconto vale 5 stelle. Luca Tarenzi è stata una bella sorpresa per me. Cinque anni fa non avrei mai pensato di leggere un fantasy italiano immerso com’ero nei big stranieri, mentre oggi sono molto contento di aver conosciuto le opere di un magnifico scrittore.
Difficile fare meglio del primo quando il primo è uscito veramente bene come nel caso de L'abisso, ma La montagna è un ottimo sequel del mondo dantesco ideato dall'autore. Molto curato il worldbuilding, la trama parte forte e l'autore mantiene forte il piede sull'acceleratore per tutto l'arco della narrazione. Terminato con elevate aspettative sul terzo e conclusivo capitolo! Grande Tarenzi!
Se quando finisci un libro, rivedi tutte le scene e ti mancano i personaggi che ti hanno accompagnato per tutto questo tempo, vuol dire che ti ha lasciato qualcosa di profondo. Non è solo un fantasy da 4 soldi! Consiglio a tutti di leggerlo, vedrete alcune cose in modo diverso dopo la lettura. Aspetto con ansia l'ultimo libro
“Schiacciatemi adesso! Fatemi sentire tutto il peso della vostra grandezza, o intelligenze celestiali che neanche avete capito chi sono io e che cazzo ci faccio qui”
Dopo aver letto il primo volume della trilogia “L’ora dei dannati”, acquistato per mia figlia, e avendolo trovato una reinterpretazione interessante dell’Inferno dantesco, non ho potuto evitare di continuare la saga con “LA MONTAGNA”. Continuo a pensare che l’idea di base di Luca Tarenzi sia proprio geniale: non me ne vogliano i puristi, ma il pensiero che alcuni dannati (tra cui nientemeno che Virgilio) riescano ad organizzarsi e a sovvertire le regole divine per progettare e attuare la fuga dalla voragine infernale per me è stato, forse un po’ rivoluzionario, ma davvero troppo irresistibile. Adesso ci troviamo al secondo step: Virgilio si è sacrificato e non è riuscito ad evadere mentre il resto del gruppo si ritrova “spiaggiato” in un luogo sconosciuto che, solo in seguito, scoprono essere i piedi della montagna del Purgatorio. Così la narrazione prende a seguire vari filoni: Virgilio si riorganizza e mette in pratica il piano B; gli altri cercano di proseguire il viaggio lungo le pendici del monte ma, la natura malvagia e traditrice di Filippo Argenti non tarderà a complicare la vita a tutti. Anche in questo libro l’autore ci propone i famosi personaggi incontrati da Dante e ripercorre il cammino da lui compiuto per arrivare fino al Paradiso Terrestre, però, ad essere sincera, la descrizione dell’ambientazione e la riflessione sulle punizioni inflitte alle anime sono decisamente più evocative (sarà merito dello stile contemporaneo?). Discutibile invece la chiave di lettura relativa alla giustizia divina, forse perché il pensiero espresso appartiene ad un dannato. Gli Spezzati dell’Inferno vengono qui sostituiti dai Messaggeri, ma la sostanza non cambia: anche il Purgatorio trasuda «dolore disumano inflitto per punizione. (…) Una montagna fatta a strati per torturare le anime per ogni colpa commessa, una dopo l’altra. Supplizi su misura, proprio come all’Inferno. Con la stessa ironia malata» (quella che a scuola avevo studiato come pena del contrappasso…). Comunque l’ho trovato un libro avventuroso e davvero piacevole che, se non altro, ha il merito di incuriosire sull’opera del Sommo Poeta (soprattutto il giovane pubblico a cui è principalmente rivolto). Non mi dispiacerebbe vederne realizzata anche una trasposizione cinematografica.
Continua l’avventura degli evasi dall’Inferno. Chi a evadere ci è riuscito davvero deve vedersela col Purgatorio, che è meglio del posto da dove sono scappati ma non è che sia proprio un villaggio vacanze adatto a piantare tende, mentre quelli che sono rimasti con un pugno di mosche in mano tentano di nuovo la grande fuga. Il rischio (enorme) qui era duplice: sul versante infernale il rischio era ripetersi, con il Purgatorio era non reggere il confronto. Non lo regge neanche in Dante, in fondo. Qui si schivano abilmente le due bucce di banana con due idee semplici ma vincenti. Nell’Inferno si cambia completamente squadra e anche dinamica: niente più piani elaborati, ma spazio ai nuovi personaggi, quasi interamente al femminile, e alle relazioni tra loro. Se la prima squadra messa insieme da Virgilio si basava sull’opportunismo e sull’utilità di ciascuno per la riuscita del piano di Pier delle Vigne, qui a fare la parte del leone sono i legami che si creano tra i personaggi, persino con chi non è propriamente della squadra. Dove prima c’erano dinamiche basate sulla diffidenza ora c’è fiducia e questo, se da un lato semplifica molto gli intrecci di trama, dall’altro crea qualcosa di nuovo. Anche nella vecchia squadra, però, le dinamiche cambiano. Bertran brilla meno rispetto a quanto faceva all’inferno, mentre il ruolo di star va dato senza ombra di dubbio a Filippo Argenti. Sono i suoi i capitoli più riusciti, e non solo perché affronta una sfida di certo più interessante di quella degli altri. Filippo diventa protagonista a tutti gli effetti: agisce, patisce ed evolve, tiene su il peso di tutto il libro e lo fa rimanendo al centro del palcoscenico pur condividendolo con un altro (bel) nuovo personaggio, anche qui femminile. Insomma, il Purgatorio brilla di rosa e d’Argenti.
Dunque, ho molte punti di cui parlare a proposito di questo libro.
Inizio con le cose positive: -Lo stile di Tarenzi è al solito impeccabile. Scrive veramente in modo molto scorrevole, e non ha difficoltà a creare un mondo che crediamo quasi di poter toccare. - Ho apprezzato tantissimo anche il costante “Fuck the system” che aleggia tra le pagine: più che nel primo volume, qui i personaggi sono sempre più consapevoli delle ingiustizie del sistema in cui sono collocati, e la loro fuga è intesa come ribellione a quel sistema, alle ingiustizie e allipocrisia che si porta dietro.
Adesso più numerose le cose che non mi hanno convinta: - Il bello de primo volume, che per me era stato un 5/5, era questo improbabile gruppo di dannati che, creando un’alleanza di convenienza, avevano imparato ad apprezzarsi, fin quasi a tenere l’uno all’altro. Qui i pov sono invece divisi in tre: in meno di 400 pagine seguiamo tre avventure diverse, ma che ognuna meritava un libro a se. In questo modo non riusciamo ad immedesimarci in nessuna, rendendo il libro un po’ liscio. - Alla fine del libro non sono riuscita a farmi importare nulla dei nuovi personaggi presentati, poiché è stato fatto tutto troppo di fretta. E molte decisioni prese in tutti i pov, tranne per Filippo, erano palesemente stupide e già votate al fallimento. - Infine provo un fortissimo fastidio per il fatto che tutti all’interno del libro conoscano perfettamente la nomenclatura delle cose: come fanno tutti a riferirsi ai luoghi del Purgatorio come “Balze”? Come fanno a sapere che i Messaggeri si chiamano Messaggeri? - Ultima cosa, si fa spesso riferimento a questa fortuna che guida le loro azioni, ma non viene mai chiarito perché. Me lo aspetto dal volume conclusivo.
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In questo secondo capitolo della trilogia ritroviamo da una parte il gruppo di antieroi fuggiti dall’Inferno ed approdati nel Purgatorio e dall’altra Virgilio che è invece rimasto indietro per poter portare via con sé anche Lucano. Ritroviamo le voci narranti di Bertran, Filippo e Virgilio, con l’aggiunta di un nuovo personaggio: Francesca, proprio la Francesca che è finita nel Secondo Cerchio a causa della sua relazione con Paolo. Lei mi è piaciuta davvero un sacco; purtroppo non la ricordo benissimo nella Divina Commedia, perché l’ho studiata un milione di anni fa, ma sicuramente è ben diversa da come viene descritta nel libro, infatti qui Francesca è una donna forte, veramente cazzuta oserei dire, che si pente perfino della relazione avuta con Paolo, e che, seppur con iniziale titubanza, accetta la proposta di Virgilio perché vuole tornare ad essere libera (soprattutto si è stancata della sua palla al piede, che appare come un omuncolo che non fa che lamentarsi). Nel frattempo il gruppo di dannati cerca di scalare la vetta del Purgatorio per approdare nel Paradiso Terrestre. Ben presto si rendono conto che, nonostante siano sfuggiti dalle torture dell’Inferno, lì le cose non sono poi così diverse, infatti le anime devono passare attraverso le Balze per essere purificate, e le sofferenze che devono affrontare non sono poi così diversa da quelle che devono patire i dannati, l’unica differenza è che lì c’è una via d’uscita, ma guadagnarla non è per niente semplice. A meno a mano che si procede con il libro si vede come il Purgatorio sta cambiando i protagonisti, e mai mi sarei immaginata un development simile da parte di uno di loro. La storia mi è piaciuta, è sempre scritta in modo egregio e tiene incollato il lettore alle pagine, ma non so, sento come se mancasse un qualcosa, quel qualcosa in più che il primo me l’ha fatto valutare con quattro stelle.
Meh. Allora, non è che sia un brutto libro, tutto il contrario, ma alla fine è un tipico secondo dove di fatto non succede nulla di così interessante da costringermi a non mettere giù il libro per capire dove stiamo andando a parare. Sono contenta di aver ritrovato i personaggi de L'Abisso, sono stra happy che l'autore abbia deciso di dedicare questo secondo libro all'introduzione di Dannati di sesso femminile - 10 punti in più solo per quanto #badass sia Francesca! - e la conclusione ti fa venire voglia di leggere il terzo volume. Detto ciò: - troppi POV, questo io l'ho patito tanto. Sono rimasta traumatizzata da Martin, quindi in realtà questa è proprio una cosa mia, ma ci sono stati troppi punti di vista che mi hanno un po' spezzato la narrazione - TROPPE POCHE SCENE DI VIRGILIO! Io volevo più drama, tragedia e amore alla Shakespeare, e invece ho avuto pochi pochi capitoli. Questo ha fatto saltare una stellina di default - Il modo in cui Pier delle Vigne, Bertan e Ugolino arrivano al Paradiso terrestre mi ha lasciato leggermente perplessa. La sensazione è stata quella di: "non so come tirare i fili del discorso, facciamo loro prendere una scorciatoia Però, come dicevo inizialmente, alla fine L'ora dei Dannati - La Montagna ha un suo perché e mi ha invogliato a procedere con la lettura dell'ultimo volume della trilogia. Spero sinceramente che alla fine arrivi anche quella zoc... quella Donna Beatrice e che le facciano un culo a capanna. NON STAI SIMPATICA A NESSUNO BEATRICE!
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Anche questo secondo volume si distingue per la sua potenza, la sua originalità e la sua bellezza. La storia continua a seguire i cinque Dannati, che però si sono separati, quindi la narrazione cambia punto di vista a ogni capitolo, permettendoci di avere una panoramica completa di quello che succede a entrambi i gruppi. In questo libro la strada è più "statica" in un certo senso, c'è comunque molta azione, ma meno suspense che nel primo. O almeno così l'ho percepito io. Detto ciò è comunque pieno di colpi di scena e soprattutto rivelazioni sul "funzionamento" dell'inferno e del purgatorio. Uno dei pregi principali di questo volume sono i personaggi, che vengono approfonditi e iniziano un percorso di crescita e cambiamento ben visibile, e non troppo improvviso. Anche i nuovi personaggi che vengono presentati sono caratterizzati benissimo e hanno delle storie pazzesche. Adoro come l'autore riesca a mettere l'accento sui sentimenti senza però essere pesante e mantenendo sempre alta l'adrenalina. Adoro le dinamiche tra I personaggi, soprattutto quella tra Lotte e Filippo. Ovviamente anche il worldbuilding è una nota a favore perché è davvero originale, ben descritto e immersivo. Nonostante vengano rappresentanti posti e esseri davvero strani e distanti dal normale, l'autore riesce a farceli vedere come se fossero veri. La scrittura è molto immersiva ed evocativa. Il finale è un tornado di emozioni e suspense.
Sto per finire anche l'ultimo libro della trilogia e già lo amo. Presto vi parlerò anche di quello, ma per ora vi dico solo: Legge questa saga!