Mandorla è la bambina felice di una ragazza madre piena di fantasia. Maria, la mamma, lavora come amministratrice d'immobili e ha lo speciale dono di trasformare ogni riunione condominiale in toccanti sedute di terapia di gruppo... Quando un tristissimo giorno Maria muore cadendo dal motorino, i condomini di via Grotta Perfetta 315, quelli che più le volevano bene, scoprono da una lettera che proprio nel loro stabile la piccola Mandorla è stata concepita... ma su chi sia il padre, la lettera tace. Proprio perché con tutti Maria sapeva instaurare un legame intenso, nessun uomo tra i condomini si sente sollevato agli occhi degli altri dal sospetto di essere il padre di Mandorla. È così che verrà presa la decisione di non fare il test del DNA su Mandorla, e stabiliscono di crescere la bambina tutti assieme. È questo il fatale presupposto di una commedia umana che, con l'alibi del paradosso, in realtà ci chiama in causa tutti. E mentre, di piano in piano, Mandorla cresce, s'innamora, cerca suo padre e se stessa, ci si avventura con lei verso rivelazioni luminose e rivelazioni scomode, si assiste a nuove unioni e a separazioni necessarie. L'autrice costruisce attorno al cuore pulsante della sua protagonista un romanzo corale dove i grandi archetipi si mescolano agli struggimenti contemporanei, la verità e la menzogna cambiano continuamente di segno per dare vita a una voce fresca e profonda, che condurrà, fiduciosa soprattutto dei suoi dubbi, verso un finale sorprendente.
“Dappertutto c’è del bene, dappertutto c’è del male”
Chi non ha mai guardato le luci nelle case degli altri, invidiando anche solo per un istante l’apparenza di perfezione e d’ordine che crediamo di scorgere nelle vite altrui? La piccola Mandorla le guarda, quelle luci, e per lungo tempo, nonostante lo faccia dall’interno di quelle stesse case, le sembra di vederle sempre da fuori, senza sentire che gli altri, con cui vive quotidianamente, le appartengano per davvero. Bello, bellissimo romanzo questo della Gamberale, che già avevo apprezzato per il ben più modesto “L’amore quando c’era”. Una storia sorprendente capace di far tenere il fiato sospeso fino alle ultime pagine e, letteralmente, fino all’ultima riga. Già, perché sarà solo allora che si comprenderanno tante cose e, soprattutto, si svelerà il mistero attorno al quale si ritrovano a ruotare d’un tratto tutte le luci nelle case degli altri. Una lettura che per giorni mi ha fatto immergere nel condominio di via Grotta Perfetta 315, rendendomi familiari infine tanti personaggi e le storie che ognuno di essi si trascina appresso, facendomi capire perché “viviamo tutti all’oscuro di qualcosa che ci riguarda”, non solo Mandorla. Ci ho trovato tanto, di bello e di brutto, luci e ombre appunto… E soprattutto la menzogna di una madre che regala alla propria figlia la verità più bella: l’amore sincero non di una sola, ma di tante famiglie bisognose a loro volte di quell’amore.
Persino la trama di una telenovela risulterebbe più convincente di questo scritto che annaspa e finisce per morire per asfissia, annegato nelle sue stesse inutili parole.
Resta solo il dispiacere per un così bel titolo, del tutto sprecato rispetto alla mediocrità con cui viene trattata la materia. E per la signorina Tina Polidoro, che poteva almeno ambire all’effimero, ma pur sempre più meritevole e onesto narrare che è quello di Andrea Vitali. Nonché per il tempo inutilmente speso, almeno per quanto mi riguarda, a leggere questo libro.
Questo per dirla in termini vagamente eleganti.
Per dirla, invece, terra terra, è una vera schifezza. Una miniera di luoghi comuni abbelliti da una sottile patina di filosofia da quattro soldi.
Questo libro mi è stato regalato dai miei genitori (assieme ad altri libri) per Natale. Vi confesso, se non l’ho già fatto, che sono l’unica della famiglia che ama la lettura così ogni volta che c’è qualche ricorrenza, in realtà solo Natale e compleanno, chiedo alla mia famiglia, se vogliono farmi il regalo (messaggio di persuasione implicito) che mi facciano libri. Questo Natale, come ogni altra occasione, alla mia richiesta è seguito un: “e che libri ti facciamo?” che tradotto significa “non so nemmeno come sia fatto un libro quindi sgancia i titoli” e così prontamente ho trascritto la mia librista dei desideri da cellulare a carta ed eccomi qui, che vi parlo di questo libro, molto desiderato dalla sottoscritta.
Non vi dico la delusione.
Allora, io non so bene cosa mi aspettassi da questo libro, non so se mi aspettavo di commuovermi o semplicemente di fare una bella lettura ma, purtroppo, nessuna delle due cose si è avverata. Ho fatto veramente fatica a proseguire nella lettura, probabilmente anche a causa dello stile utilizzato dalla Gamberale. Mi sono ritrovata a leggere e rileggere determinate frasi perché a causa della punteggiatura, non le capivo; le ripetizioni usate (non ripetizioni “classiche” come quando qualcuno più volte ripete un soggetto o un complemento oggetto per capirci) non mi sono piaciute e le ho trovate pesanti. Vi faccio un esempio:
Però. Però, però però.
Però (e la frase continuava normale).
Almeno in ogni capitolo, o quasi, c’erano cose di questo tipo che boccio assolutamente.
Il libro è suddiviso in piani perché Mandorla passa un po’ della sua vita su ogni piano del condomionio di Via Grotta Perfetta e poi all’interno di questi maxi capitoli abbiamo un capitolo in cui la vicenda viene narrata da Mandorla e un capitolo in cui le persone di quel piano riportano qualche ricordo inerente ai fatti che sta narrando Mandorla e così via, c’è un costante intervellarsi di capitoli. In quasi ogni capitolo narrato da Mandorla c’è poi una sua preghiera fatta alle cose. Sì, avete capito bene, alle cose; ad un taxi, alle tendine della stanza, al DNA, al libro di matematica.. perché Mandorla vorrebbe essere una cosa invece che viversi la sua vita da persona. Al di là del perché faccia queste preghiere, queste sono state un altro aspetto che proprio non ho digerito, non mi sono piaciute, per niente.
Per quanto riguarda la vicenda narrata, diciamo che è tutto un po’ inverosimile, essendo un libro per carità, ci può anche stare, ma non si tratta di un fantasy o di realismo magico per cui, questo “ci può stare” lo prenderei molto con le pinze. Cerco di spiegarmi meglio. Come avrete capito dalla trama, questa bambina ormai orfana di madre e con un padre sconosciuto, viene adottata da tutto il condominio. In particolare, legalmente sarà adottata da una signora anziana, al momento dell’adozione se non sbaglio la signora ha sui 60 anni, ed è single. Ora, non so se voi avete presente la modalità di adozione in Italia, ma essere anziana e single, di certo non ti permette così facilmente di adottare una bambina. Inoltre, quando si inizia la procedura per un’adozione la persona che vuole adottare viene sottoposta a qualche test e a qualche colloquio con gli psicologi per verificare la sua integrità mentale. Bene, la signora Polidoro, l’anziana in questione, passa le sue notti sveglia a parlare da sola; e voi direte, “embè? anch’io passo le mie giornate, o parte di esse, a parlare da sola, mica sono pazza!” e avete pienamente ragione (d’altronde passo anch’io parte delle mie giornate così) il punto è che questa signora SI IMMAGINA PERSONE in salotto con lei e con queste persone instaura un dialogo fatto di domande e risposte e battute; capite bene che qua si va ben oltre il parlare da soli con se stessi, mi seguite? Ecco, non mi sembra tanto normale questa cosuccia! Poi, la bambina, Mandorla, abita un po’ di qua un po’ di là. In questo condominio ci sono 5 piani e lei se li passa tutti. Ora, questo può anche non comportare una crescita poco salutare, per carità, ma è molto poco fattibile che succeda questo nella vita reale ecco. Non voglio tralasciare il fatto che di queste 5 famiglie, NESSUNO si prende la responsabilità di dire “sì, il test del DNA per questa povera bambina lo facciamo, così almeno, se il padre è tra di noi, Mandorla potrà avere una vera famiglia”. Tutti i presenti continuano a dire che “no, non sono io il padre, io non ti ho tradito mogliettina adorata” benissimo, allora fate questo test del DNA no? Nella vita reale io credo che se una persona è “innocente” nel senso che non ha tradito la moglie, non abbia nessun problema a fare il test del DNA non vi pare? Ovviamente in questo libro, tutti innocenti ma nessuno con le palle di farlo questo test. Trovo anche questo poco verosimile. Comunque, il libro oltre a voler farci scoprire chi è il padre di Mandorla, idea che mi ero già fatta a metà libro in realtà, ci può prendere anche perché quando inizia a narrare Mandorla capiamo che si trova in carcere e quindi sì, vogliamo capire perché è lì.
Due parole le spendo anche su Mandorla. Si tratta di una bambina e poi ragazzina e poi ragazza insicura. Non si è mai sentita nel posto giusto e in pari con gli altri; dovuto al fatto che non ha una famiglia normale ma ne ha tante di particolari e dovuto al fatto che non era mai alla moda come lo erano le ragazze della sua età. Grazie a quest’ultimo punto potevo immedesimarmi in lei, io sono sempre stata la ragazzina timida e sfigata delle elementari, delle medie e anche delle superiori sia perché non vestivo alla moda (non per scelta, mi sarei conformata molto più che volentieri all’epoca) sia perché non mi adattavo alla vita delle mie compagne di classe o compaesane nel bere e fumare (e fermiamoci qui..) come se non ci fosse un domani. Non so se lo avete notato, ma ho scritto “potevo immedesimarmi”, sì, potevo ma non l’ho fatto, non più di tanto, perché a me Mandorla proprio non andava giù. Per carità io una famiglia normale, per quanto possano essere normali le proprie famiglie, ce l’avevo ma se anche ero una sfigata, i miei pianti me li sono fatti ma di certo non ho mai pensato di voler diventare una cosa per passare una vita migliore e di certo non ho deciso di passare 12 anni della mia vita a piangermi addosso. Siamo forse, io e Mandorla, troppo diverse per amarci, fatto sta che alcuni suoi comportamenti mi infastidivano proprio e non è mai riuscita a farmi sentire triste per quello che le stava succedendo, per come si sentiva e io sono una dalla lacrima facile, sono una che è molto, troppo, empatica con le persone ma con Mandorla no, Mandorla ha fatto l’impossibile, mi ha fatto quasi odiare la protagonista del libro, lei appunto.
Non so cosa pensare di questo libro. Non so se mi è piaciuto o meno. Mi è sembrata una sorta di favoletta per adulti, una storia assurda e incredibile; la storia di Mandorla, cresciuta da tutti gli inquilini del palazzo in via Grotta Perfetta 315 quando Maria, sua madre, muore all'improvviso, lasciando capire in una lettera alla figlia che il padre di Mandorla potrebbe essere uno chiunque dei condomini. Perché bene o male, tutti i condomini hanno la coscienza sporca e sanno che c'è la possibilità che Mandorla sia figlia loro. Poiché nessuno vuole alterare il proprio ménage familiare con una notizia shock, alla fine se lo lascia rovinare dalla buonanima di Maria, facendo crescere con Sé Mandorla per un tot di mesi o di anni, senza fare il test del DNA per scoprire chi sia il padre biologico della bambina. Lo stile è un po' confusionario, con brani narrati in prima persona da Mandorla, flashback in terza persona su alcuni dei coprotagonisti della storia e le assurde preghiere/poesie scaramantiche di Mandorla rivolte a oggetti o concetti astratti... Forse darò un'altra opportunità alla Gamberale, ma non so quando.
Primo libro suo che mi ritrovo a leggere, lo regalai a mia mamma quando uscì e mi ha sempre incuriosito il titolo (che trovo veramente bello e suggestivo). Anche il plot non è male, però lo stile di scrittura proprio non mi è piaciuto. Ok che poi è il punto di vista della bambina/ragazzina quindi certe scelte di stile ci potrebbero pure stare, però a tratti le ho trovate pesanti o imbarazzanti (tipo le preghiere in rima). Ad ogni modo il finale mi è piaciuto e il messaggio pure, così come la frase chiave “viviamo tutti all’oscuro di qualcosa che ci riguarda”. Però mi ha lasciato con la sensazione di molto potenziale non sfruttato.
Che bella scrittura! Un romanzo corale in cui ci sono tutte le umanità perfettamente incastrate, in cui la protagonista spicca nella ricerca di sè, che bel personaggio Mandorla. Mi ha fatto ricordare com'ero da ragazzina, la voglia di essere uguale agli altri della mia età ed il bisogno costante di accontentare gli altri. Poi ho smesso e poi smette anche Mandorla. Alla fine se dovessi dire senza svelare la trama cosa mi è davvero piaciuto non lo so, perché ci sono dei tratti un po' caricati e staccati dalla realtà, eppure tutti i personaggi sono così veri, so solo che non mi riuscivo a staccare ed è questo che per me fa bello un libro.
Una storia, quasi una favola, di una bambina che diventa una ragazza: Mandorla. Mandorla rimane orfana di madre, Maria, quando è ancora piccola mentre non sa chi sia il padre. La lettera della mamma le rivela che quest'ultimo è uno degli abitanti del condominio dove Maria lavorava come amministratrice. Inizia quindi così il libro: Mandorla vivrà con tutte le famiglie del condominio, scoprendo verità e segreti, bellezze e sbavature. Un romanzo di crescita e di presa di coscienza, dove tutto può non sembrare ciò che inizialmente sembra essere.
L'impianto della storia è interessante (anche se sembra ricalcare quello del romanzo francese L'eleganza del riccio, stando a quanto evidenziano diverse recensioni), ma lo stile della Gamberale è del tutto privo di nerbo. Se poi il finale doveva essere un colpo di scena, per me è miseramente fallito.
certamente un bel libro, le storie della Gamberale sono tutte originalissime e lo stile è inconfondibile. Purtroppo però questo è il primo fra i libri dell'autrice che mi ha annoiata. Il primo problema che ho avuto è la presenza di troppi personaggi, cosa che non mi piace mai in un libro, ma devo dire che sono tutti caratterizzati splendidamente quindi vale la pena di sforzarsi un po' per conoscerli, anche se secondo me qualcuno in meno ci poteva stare. Non mi ha convinta per niente, però, la struttura narrativa troppo complessa e difficile da seguire, diametralmente opposta allo stile solito della Gamberale del quale mi sono innamorata. In questo libro non ho trovato la solita forza di un'autrice della quale amo la capacità di andare dritta al punto colpendo il cuore del lettore senza troppi fronzoli.
P. 282 - "Se o mundo te fizer sofrer, podes sempre contar connosco. O amor que sentimos por ti é absoluto, eterno, diferente de tudo o resto, e, de facto, esse amor chama-te um nome secreto, só nosso, só teu."
Uma história passada num prédio pode ser um bom mote para uma narrativa cativante, cheia de enredo e de personagens díspares que nos poderão prender da primeira à última página. Mas não foi o que se passou com este livro... É algo monótono, vive constantemente à volta do mesmo objectivo - descobrir quem é o residente do prédio que será pai de Mandorla, a personagem principal que fica orfã de mãe, que morre num acidente de viação - apesar de se denotar uma tentativa de distanciamento desse tema principal, mergulhando superficialmente nas várias personagens e nas suas relações familiares...
Che dire, leggetelo! Avevo visto questo libro alla Mondadori ma, causa scarsità di finanze, ho optato per la biblioteca. L’ho letto in pochissimo tempo (troppo però, tanta era la voglia). È scritto in modo originale ed anche la vicenda è piuttosto innovativa rispetto alle cose in commercio ultimamente; questo mi fa molto piacere perché l’autrice è italiana e sono sicura che diventerà, se già non lo è diventato, un best seller. Racconta la storia di Mandorla, che a sei anni rimane orfana di madre. Sa che il suo papà è un astronauta che lavora sulla Luna e che non può, anche se vorrebbe, tornare a prenderla, proprio non può. Maria, sua madre, abita in Grotta Perfetta ormai da tempo, per la precisione all’ultimo piano, quello della lavanderia ed il suo legame con i condomini è stupendo, tutti la amano. Un condominio come tanti, con le sue imperfezioni, le sue persone, le loro abitudini, i loro vizi e le loro virtù, che improvvisamente si ritrova a fare i conti con la morte di Maria e il destino di questa bimba. Decidono così di adottarla tutti insieme, anche se legalmente solo la signorina Polidoro detiene la sua tutela. Forse non sarebbe stato così (o forse si) se Mandorla, ignara di tutto, quel giorno non avesse consegnato una lettera che la madre le aveva scritto il giorno della sua nascita nella quale dice che il padre di Mandorla è proprio uno dei condomini. Ma chi? Per ovviare al riconoscimento i condomini stringono un patto: cresceranno la bambina tutti insieme. A partire da Tina, che la tiene con se un anno, passando per Cate e Samuele (e il piccolo Lars), arrivando alla coppia omosessuale composta da Paolo e Michelangelo, più su, fino al 4° piano dove abitano Lidia e Lorenzo (con Efexor) ed infine all’ultimo, quello dove abita la famiglia Barilla. Tutti amano Mandorla e tutti cerano di crescerla, così lei da una parte diventa ognuno di loro, dall’altra cresce con un’ingenuità ed una freschezza senza pregiudizi (andando felice al gay pride sulle spalle di Candy Candy). Mandorla è semplice, spontanea, una ventata d’aria fresca ma non si sente una ragazzina della sua età, si sente diversa dai suoi coetanei, non si sente all’altezza. E poi è terrorizzata a morte dal cattivissimo Porcomondo, che oramai non c’è più, ma rappresenta il suo incubo peggiore. E così, per paura, per sentirsi protetta, fin da piccola prega, come le viene, perché nessuno glielo ha mai insegnato: prega per essere un taxi inglese, delle tendine, una festa… La sua vita scorre leggera, almeno fino a quando non scopre la verità su sua madre e … su suo padre. Ma quale verità? Chi è quell’uomo che non si è fatto avanti 10 anni prima? Servirà cercarlo e ricercarlo tra i volti di Samuele, Lorenzo, Cesare, Paolo e Michelangelo? È uno spaccato meraviglioso di vite, come ce ne sono tante, guardate con amore ed innocenza. Mandorla racconta la sua storia dalla cella di una prigione, dove è detenuta in attesa che il giudice si occupi di lei… non vi racconto cosa l’ha portata lì, ve lo dirà lei. Ti è stato
Lo más interesante de este libro para mí, ha sido los diferentes tipos de familias que nos van enseñando dependiendo del piso del edificio en el que Mandorla, la hija huérfana de la administradora del edificio, esté viviendo. Ante la posibilidad de que alguno de los hombres del edificio sea el padre de la niña (algo que su madre deja dicho en una carta dirigida a Mandorla) los vecinos deciden, por unanimidad, prescindir de una prueba de ADN y prohijar a la niña entre todos. Así desde los seis hasta los diecisiete, Mandorla va pasando piso por piso conviviendo y adaptándose a lo que le toca. Al mismo tiempo, se nos muestra retazos de la infancia de cada posible padre para justificar de alguna manera, que lo vivido durante sus infancias les ha hecho ser cómo son. ¿Y Mandorla? ¿Cómo llegará a ser después de haber vivido una infancia tan atípica? El planteamiento me ha parecido muy interesante pero llegado un momento ha perdido un poco el ritmo y llega a hacerse algo pesado hasta desencadenar en un final con sorpresa incluida.
Pescato per caso tra i libri in offerta alla Coop, questo romanzo è stato una piacevole sorpresa. Niente di trascendentale, non da urlare al capolavoro, ma la trama è originale, alcuni personaggi sono davvero interessanti, ed è uno di quei libri che hai voglia davvero di leggere per vedere come vada a finire. Credo che leggerò qualcos'altro di questa scrittrice, non la trovo affatto male.
This book has some great sentences and points of view, but the story was confusing and slow. The ending was unnexpected but not good enough to make me change my mind about it.
Το βιβλίο αυτό μου έκανε κλικ από το τίτλο και μετά μου κεντρίσε το ενδιαφέρον το οπισθόφυλλο.
Θα το έβαζα στη κατηγορία « περίεργο βιβλίο».
Είναι ένα πολυπρόσωπο μυθιστόρημα που καταπιάνεται με πολλά κοινωνικά θέματα της ζωής. Ο άξονας του είναι η Μαντρολα, η κόρη της Μαρίας και το παιδί που αναζητά ένα πάτερα που ίσως είναι αστροναύτης η' ίσως όχι.
Η Μαρία αφήνει διαθήκη στο παιδί της ένα γράμμα. Και το γράμμα αυτό φέρνει τα πάνω κάτω στη ζωή της Μαντρολα μα και στους ανθρώπους της πολυκατοικίας της όπου ζει η Μαντροολα τα τελευταία έξι χρόνια της ζωής της. Οι κάτοικοι της πολυκατοικίας αποφασίζουν να μην χαλάσουν τις ζωές τους και έτσι αντί να προβούνε σε εξέταση DNA αποφασίζουν να μεγαλώσουν όλοι μαζί το παιδί.
Σε αυτό το βιβλίο υπάρχει ποικίλης θεματολογία κοινωνικών προβλημάτων, ψυχολογικών και υπαρξιακών για να μπορέσουν να συζητηθούν αλλα ίσως και αυτό ακριβώς να είναι το πρόβλημα στο γιατί δε με εντυπωσίασε τόσο πολύ. Ήταν μπουκωμένο. Μου έλειπε το συναίσθημα. Στο βιβλίο βλέπουμε τη Μαντρολα σαν παιδί που μεγαλώνει και ενηλικιώνεται μέσα στις σελίδες και στις εξελίξεις του βιβλίου. Πως λοιπόν γίνεται ένα παιδί να Είναι «ξύλινο» Πως γίνεται να μην υπάρχει το συναίσθημα πάρα μόνο στις παράξενες προσευχές της; Εκεί ήταν η πρώτη απογοητεύση
Στη συνέχεια του βιβλίου και αφού το κοριτσάκι μεγαλώνει με τις νουθεσίες & τα πρότυπα των ανθρώπων της πολυκατοικίας ξεκινάει να χτίζει το δίκο της χαρακτήρα που έχει κάτι από τους « γονείς που απέκτησε» Και έως εδώ όλα καλα. Η αφήγηση δημιούργει ένα σασπένς γύρω από την ζωή και τις σχέσεις των ανθρώπων που το κορίτσι μένει μαζί τους για ένα διάστημα. Τα μαθήματα ζωής που παίρνει αλλα και τους δίνει.
Μετά αλλάζει πάλι και το κοριτσάκι μας διηγείται στα 17 της χρονιά μέσα από ένα κελι την ζωη της Και κάπου εκεί χάνεται όλη η μαγεία. Ο λόγος: Η συγγραφέας προσπάθησε να χωρέσει σε 300 σελίδες τόσα πολλά θέματα γύρω από την ανθρωπότητα, γύρω από τη ζωη και τους φόβους της κοπέλας γύρω από τη μητρότητα και τον έρωτα που κάπου χανόταν όλο αυτό που στην αρχή με ενθουσιάζε. Στρυμωγμένα όλα μέσα σε λίγες σελίδες. Ασφυκτιούσαν και μαζί και εγώ γιατί δε μπορούσα να διαχειριστώ, να σκεφτώ ένα θέμα και ερχόταν το άλλο μπροστά μου.
Η γραφή κάπου άλλαξε έγινε πιο απλή πολύ απλή, χάθηκε η λυρικοτητα, η καυστικότητα της. Ο σκληρός τρόπος αφήγησης. Και το τέλος ήρθε και με αποτελείωσε.. Βέβαια τώρα που το σκέφτομαι υπήρξε κάποιο μήνυμα από πίσω αλλα και πάλι κάτι του έλειπε.
Όμως σε γενικές γραμμές μπορείς να δεις μέσα απο το βιβλίο ποσο μας επηρεάζει η αγάπη και η διτικοτητα της στη ζωή μας. Η ερωτική. Η μητρικη. Η φιληκη. Και ακόμη και εκείνη η πιο σπουδαία από όλες. Η αγάπη για την ανάγκη της αποδοχής μας στους άλλους.
Discreta novela acerca de las vicisitudes de una niña huérfana que vive "adoptada" por todo un bloque de viviendas. La idea de Gamberale de mostrarnos cual variado, y perfectamente válido, puede ser el modelo familiar no es del todo errónea, y es cierto que el libro tiene algunos momentos notables, sobre todo al principio, debido a lo peculiar y excéntrico de algunos de los inquilinos de las viviendas que se terminarán convirtiendo en los distintos hogares de la protagonista. Pero no es suficiente, y finalmente la obra termina convirtiéndose en una suerte de culebrón romántico, con algunos toques de misterio (como la identidad del padre de Mandorla, cosa que NO era necesario resolver ni descubrir), que aun así no consiguen que esta novela despegue en ningún momento.
Desisti. Ainda bem que este livro foi trazido da biblioteca, assim não tive tanta pena de não o conseguir ler até ao fim. Consegui, com muito esforço, chegar à pag. 100. Não deu mais!!! Livro demasiado confuso, sem nexo, só dá vontade de o fechar e não ler mais!!!
Uno spaccato umano altamente variegato, purtroppo inserito in una storia inverosimile e paradossale. La protagonista si ritrova senza genitori, ma ne acquisisce troppi in sostituzione. E così cresce e approda nell'adolescenza vivendo nella sua bolla condominiale, dove tutti la tirano per la giacchetta. Qualche colpo di scena e un finale a sorpresa. Sostanzialmente deluso dal libro.
Recensione su Temperamente: [...] Mamma. Mamma mamma mamma. Mandorla ripete questa parolina un’infinità di volte, il giorno del funerale di Maria, sua madre. Ha sei anni e in eredità solo una lettera. Una lettera che sconvolge le vite dei condomini di via Grotta Perfetta 315: cinque famiglie, le cui esistenze sono apparentemente brillanti, le cui case piene di luci. In quella lettera Maria, adorata da tutti in quel condominio per la sua freschezza e gioia di vivere, rivela che la piccola Mandorla è stata concepita una sera di marzo nell’ex lavatoio del sesto piano del palazzo di cui lei è amministratrice, proprio con uno dei condomini, forse per noia forse per curiosità. Sarà Samuele, il padre, o Lorenzo? Paolo o, ancora, l’ingegner Barilla? Ma, soprattutto: che fine farà, adesso, Mandorla, che non ha più nessuno al mondo? Le famiglie del palazzo in via Grotta Perfetta non hanno il coraggio di affrontare la verità (troppo scomoda), e allora di comune accordo decidono di ‘adottare’ tutte insieme Mandorla, anche in memoria di quell’affetto che legava tutti, in quel condominio, a Maria. Comincia così questa favola. Comincia con la convinzione che nelle case degli altri ci siano solo luci: e invece no, non è detto, perché viviamo tutti all’oscuro di qualcosa che ci riguarda.[...]
📖 Algunas de las reseñas que he leído son positivas, pero muchas otras negativas. Y he de decir que para mí es un libro cinco estrellas.
📖 Es un libro fresco, original y para mí fue muy interesante de leer, una lectura sencilla, para desconectar. Seguimos a nuestra protagonista a lo largo de su vida y vemos como una comunidad de vecinos se ocupa de ella lo mejor posible. Podemos ver a distintos modelos de familia educar a la niña y como ella va aprendiendo de cada uno. Al mismo tiempo el relato nos permite conocer a la madre de ella, la carismática María.
📖 Quizá los distintos vecinos caen en clichés que puede no gustar a todo el mundo, pero si he de ser sincera cuando lo leí prácticamente no le di importancia, ya que me resultaba interesante para la trama, es así como los vecinos son tan distintos entre ellos y se ve las diferentes educaciones de Mandorla. Para mí fue un libro adictivo, ya que también te engancha el descubrir quién podría ser el padre de la niña, además de muy entrañable.
📖 Quizá algo negativo es que aunque para mí es un libro que merece mucho la pena, puede no ser entretenido para algunos, quizá por los clichés que aparecen, o porque a veces se hace un pelín lento.
✨ En definitiva, lo recomiendo si alguien quiere leer algo nuevo y fácil de leer. Es una historia que en mi opinión es muy bonita y a la cual se le pueden sacar muchas cosas.
What a mesmerizing surprise! The book is written in a fresh, lively style that could well correspond to a teenager telling about her life. The characters are "larger than life" and the whole (possibly very "Latin") way of dealing with things in spontaneous, unexpected ways is really touching... The end is amazing! Definitely a good read, one of those books that leaves a trail of light behind it and makes it possible to dream and to love humanity even more.
il titolo prometteva bene, l'impianto narrativo (il condominio) era intrigante: poi il testo arranca, i luoghi comuni troppi, i personaggi senza lo spessore che ti aspetti. ho fatto fatica a finire il libro nella speranza di un miglioramento. no, non mi è piaciuto.
Il mio libro preferito. Tocca corde talmente personali che ha smosso me e la mia sensibilità. Lo consiglio a tutti perché davvero riesce ad essere introspettivo e ad offrire spunti di riflessione per nulla banalotti o mediocri.
Ho scelto di leggerlo attratto dal titolo, che trovo molto bello. Il racconto pure l'ho trovato piacevole, unica nota è che, a mio gusto, è eccessivamente lungo. La quarta di copertina promette che all'ultima pagina ci sarà una rivelazione che 'vi mette knockout'. Ecco, a me non è successo.
Per dirla come le preghiere che compone la protagonista:
O frasette dei baci perugina Facciamo cambio Voi diventate me E addolcite una recensione che potrebbe essere spietata per via della delusione E io divento voi Per abituarmi alla banalità Spacciata per sensibile letteratura.
Historia entretenida, curiosa y fácil de leer. Nada trepidante - tampoco lo pretende. Lectura agradable y divertida. De esas "fresquitas" para el verano, o para desengrasar tras alguna otra densa o difícil de digerir.