C’è stato un furto a Firenze, in via IX Febbraio. Refurtiva: mezza salsiccia arrotolata e un pezzo di pecorino. Erano in frigo e il ladro ha dovuto scassinare un lucchetto. Il bottino non è roba da ridere, in una casa di studenti dove si mangiano spaghetti aglio olio e peperoncino praticamente tutti i giorni. In città infuriano le lotte studentesche del 1977. Un abitante dell’appartamento in questione è stato selvaggiamente attaccato dalla canaglia fascista. Per i militanti dei gruppi di ultra sinistra si alza il livello dello scontro. In quella casa abita anche Eugenio Licitra, detto il Ragazzo, uno studente fuori sede iscritto al primo anno di Filosofia. Viene dalla lontanissima Ragusa, e ha la testa da un’altra parte. Pensa alle donne e all’amore, si accanisce sulla differenza fra concetti astratti e concetti concreti. Con due dei suoi conviventi stringe amicizia: sono Loriano, detto Loris, romagnolo, il cui unico interesse (oltre al genere femminile in generale) è l’elaborazione della sua FIAT Seicento Abarth. L’altro è il Saggio, corpulento studente di Medicina, stalinista e taciturno. E poi c’è il quarto inquilino, D., la vittima dell’assalto, militante di Lotta Continua, iscritto a Architettura. Ma non sta simpatico a nessuno. Il Ragazzo, Loris e il Saggio diventeranno un terzetto di eroi picareschi pronti a tutto: disquisire di Taxi Driver, salvare una ragazza in fuga dai suoi aguzzini, persino sfidare a duello con l’utilitaria truccata e potenziata una macchina simbolo degli anni Settanta: l’Alfasud. Questo romanzo-sarabanda gode di ospiti d’eccezione: da Martin Scorsese a Jean-Paul Sartre, da Wim Wenders a György Lukács, da Gramsci a Niki Lauda, senza trascurare il giovane Carlo Marx, Hegel, Wittgenstein, Freud e Massimo Cacciari. Sull’onda dei suoi personaggi e di questi autori L’educazione sentimentale di Eugenio Licitra è un’opera travolgente e felicemente indecifrabile: come gli anni Settanta.
Francesco Recami è uno scrittore italiano. Dopo un'iniziale esperienza nella redazione di testi divulgativi e guide di montagna, esordisce come scrittore per ragazzi con i romanzi Assassinio nel paleolitico (Mondadori, 1996) e Trappola nella neve (Le Monnier, 2001). Nel 2006 inizia a collaborare con la casa editrice Sellerio, con cui pubblica L'errore di Platini, Il correttore di bozze (2007) e Il superstizioso (2008), con cui entra nella cinquina finalista del Premio Campiello. Nel 2009 pubblica Il ragazzo che leggeva Maigret, che gli vale il Premio Scrittore Toscano, mentre un anno dopo esce Prenditi cura di me, che entra nella dozzina pre-finalista del Premio Strega e viene selezionato anche per il Premio Castiglioncello e il Premio Capalbio. Seguono poi La casa di ringhiera (2011), Gli scheletri nell'armadio (2012), Il segreto di Angela (2013), Il caso Kakoiannis-Sforza (2014). Nel 2015 pubblica L'uomo con la valigia e la raccolta di racconti Piccola enciclopedia delle ossessioni, che si aggiudica la vittoria al Premio Chiara. Ha inoltre pubblicato scritti e racconti per varie antologie edite da Sellerio dal 2009 in poi.
Quando finisco di leggere un libro e ne sento subito la mancanza significa che quel libro ha davvero lasciato il segno. Ciò che mi ha colpito di più è l’amicizia, la fratellanza che si è creata tra i tre personaggi principali: Eugenio, Loris e il Saggio. Ho provato tenerezza nei confronti di Eugenio, bonariamente chiamato “Il Ragazzo”. Non appena il protagonista arriva a Firenze dalla lontana Sicilia deve scontrarsi con varie difficoltà. In primis, essere un buon coinquilino ed entrare nelle grazie dei suoi compagni di appartamento, riuscendo a conquistarli per lo più grazie alle proprie abilità domestiche e non tanto con la sua comicità. In secondo luogo, affrontare varie crisi esistenziali innescate dai complessi studi di filosofia al primo anno di università. Infine, le deludenti vicissitudini amorose che metterebbero a dura prova chiunque.
Le lotte e le contestazioni studentesche degli anni Settanta fanno da sfondo alla storia che assume, dalla seconda metà, sottili sfumature di un giallo, conducendo i tre protagonisti a unirsi per fronteggiare coraggiosamente alcune peripezie.
Per concludere, è stata una lettura decisamente inaspettata, molto piacevole e che ricorderò con affetto.
Incipit Alle 10 di sera il treno sul quale viaggiava Eugenio Licitra arrivò alla stazione di Santa Maria Novella con sei ore di ritardo, proveniente da Villa San Giovanni. L’educazione sentimentale di Eugenio Licitra Incipitmania
Ho adorato l'ambientazione dell'Italia degli anni '70, in cui questo libro mi ha calata, così come ho apprezzato i suoi personaggi. Apparentemente chiusi ognuno nel suo mondo e restii al cambiamento, come se a metterli in connessione fosse solo la condivisione della stessa casa e di meccanismi già stabiliti. Tuttavia man mano che la vicenda procedeva sono rimasta stupita e colpita da quanto i legami instaurati non fossero inconsistenti, ma anzi nascondessero un affetto più profondo. Lo stile ha reso la narrazione piacevole e scorrevole anche nei passaggi più ostici e "filosofici". Infine, ho trovato il finale coerente con la storia e i suoi personaggi.
In questo romanzo di formazione l'autore affronta i temi più disparati: dalla filosofia alle automobili e dalle lotte degli anni 70 alle specialità regionali. Ho particolarmente apprezzato la caratterizzazione che viene del personaggio di Eugenio e l'ironia fatta dall'autore sui movimenti studenteschi tuttavia non ho apprezzato particolarmente l'intreccio che secondo me ha alcune parti troppo "da giallo". Consigliato come intrattenimento estivo.
Un libro che non ti aspetti, una piacevole sorpresa. La storia di un giovane che dalla Sicilia si reca a Firenze per studiare filosofia. Anni 70. Recami fa delle considerazioni sulla politica del periodo e sopratutto sul cambiamento dello spaesato Eugenio al cospetto della società in rapida evoluzione nei costumi. Il finale fa pensare ad un possibile seguito.
Una lettura divertente, che mescola politica, filosofia, primi amori e conflitti di classe, rendendo un’immagine vivida degli anni settanta, in cui il furto di un pezzo di luganiga può diventare un’azione anti-fascista. E il corsivo in un libro di Cacciari, un j’accuse all’intelligenza di chi legge.
Le spruzzate di filosofia non bastano ad alzare il livello, né la comparsa di una pistola a scuotere i sensi: l'educazione sentimentale di Eugenio Licitra è comunque banale.
Un libro che trasuda anni '70 da ogni parte, tra studi di filosofia, gruppuscoli politici, Alfasud, una generale "polverosità" e grigiore dell'atmosfera; e chiunque abbia avuto vent'anni e abbia vissuto in coinquilinaggio riconoscerà molte meccaniche relative. La trama, alla fin fine, è una collezione di episodi, non sempre legati benissimo (ad esempio, la sottotrama di Eleonora sembra un po' scollata), ma con un discreto carattere e ben scritti. E alla fine è difficile non affezionarsi a questo timido meridionale a Firenze, ma anche ai suoi compagni più strambi, apparentemente di successo ma in realtà anche loro ragazzi in cerca della propria via.
Eugenio é un ragazzo siciliano al primo anno di filosofia all’università di Firenze. È come ogni studente fuori sede deve fare i conti con una nuova realtà e per la prima volta con dei coinquilini. Il libro racconta il primo anno di università nell’Italia del 77, dove le agitazioni studentesche e una Firenze quasi spettrale gli fanno da sfondo, sarà un’anno complicato per Eugenio, tra coinquilini da conquistare, delusioni amorose e avventure alla spy movie. La scrittura è ottima, e le pagine scorrono velocemente; la narrazione è quasi cinematografica e l’umorismo che la compone è da maestro. Consigliato