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272 pages, Paperback
First published October 15, 1990
Non è la noia che si può combattere con le distrazioni, la conversazione o i piaceri, è una noia che si potrebbe definire fondamentale; e che consiste in questo: più o meno bruscamente, a casa propria o in casa d’altri, o davanti a un bellissimo paesaggio, tutto si svuota di contenuto o di senso. Il vuoto è in noi e fuori di noi. L’intero universo è annullato. E niente più ci interessa, niente merita la nostra attenzione. La noia è una vertigine, ma una vertigine tranquilla, monotona; è la rivelazione della futilità universale, è la certezza, spinta fino allo stupore o fino alla chiaroveggenza suprema, che non si può, non si deve fare niente né in questo mondo né in quell’altro, non esiste al mondo niente che possa servirci o soddisfarci.
Nella noia il tempo non può scorrere. Ogni istante si dilata, e non si compie, per così dire, il passaggio da un istante all’altro. Ne consegue che si vive in una profonda non adesione alle cose. […] Nella noia il tempo si stacca dall’esistenza e ci diventa estraneo.
Confermo ogni parola di questo libro, che si può aprire a qualsiasi pagina, e non è necessario leggere per intero. Sono affezionato anche ai Sillogismi dell'amarezza, per la semplice ragione che tutti ne hanno detto male. […] Ma tengo in modo particolare alle ultime sette pagine de La caduta nel tempo, che rappresentano quanto di più serio io abbia scritto. Mi sono costate molto, e in genere non sono state capite. Si è parlato poco di questo libro, benché, a mio avviso, sia il più personale e quello in cui ho espresso quanto mi stava più a cuore.
Although I have gloomy opinions about life, I have always been passionate about existence. This passion was so great that it has been turned into a denial of life, not having the means to quench my appetite for life.
El malentendido entre nosotros se debe a que usted cree en el porvenir, en una solución, en lo posible de forma general, mientras que yo no sé precisamente sino una cosa: que todos nosotros estamos aquí para hacernos sufrir unos a otros con falsas ilusiones sin fin.
"si puo' vivere quando non si crede al senso della storia? ha un senso la vita? quando si assiste al funerale di qualcuno, non si può dire che il morire sia stato il senso di quella vita. e non esiste obiettivo in sé. il grande motore è l'illusione dell'obiettivo. e la conoscena consiste nel sapere che lo è, tutto il resto è vita (non necessariamente con la V maiuscola) ..questa è la mia visione ottimistica.." adoro quest'uomo ( non necessariamente con la U maiuscola) "gli uomini mi fanno orrore, ma non sono un misantropo"
"i grandi quesiti della vita non hanno niente a che vedere con la cultura. le persone semplici hanno spesso intuizioni che un filosofo non può avere. perchè il punto di partenza è il vissuto, non la teoria. anche un animale può essere piu' profondo di un filosofo, voglio dire avere un senso della vita più profondo" "benchè mi piaccia la compagnia, mi sono sempre sentito solitario, diviso tra il disprezzo e l'adorazione per me stesso. le sole persone con cui mi sono veramente inteso non hanno lasciato opere. erano ...maestri del disgusto... se non si ha dentro di sè la passione dell'insolubile non è possibile immaginare gli eccessi di cui è capace la negazione, l'impietosa lucidità della negazione" "...una volta il giardiniere, che sembrava un babbeo ma non lo era affatto mi chiese: "giovanotto, perchè legge dalla mattina alla sera?". "perchè ho bisogno di leggere"- risposi. allora il giardiniere disse: "la verità, giovanotto, non la trovera' nei libri". aveva ragione. " "CHE ALTRO FANNO IN EFFETTI, I FILOSOFI, SE NON ELUDERE I VERI TORMENTI?" "la vita per mantenersi deve distruggersi" "in ogni nostro atto c'è un retroscena, e proprio questo è psicologicamente interessante, noi non conosciamo che la superficie (...). Si accede a cio' che è detto, ma l'importante è cio' che non è detto, cio' che è implicito, il segreto di un atteggiamento o di una frase. Per questo tutti i nostri giudizi sugli altri, ma anche quelli su noi stessi, sono parzialmente sbagliati. Il lato meschino è camuffato, ma il lato meschino è profondo, e direi quasi che è quanto di più profondo ci sia negli esseri umani, e di più inaccessibile per noi. E' la ragione per cui i romanzi sono un modo di camuffare, di esporsi senza dichiararsi. I grandi scrittori sono proprio quelli che colgono il "retroscena", soprattutto Dostoevskij. Lui rivela tutto cio' è profondo e apparentemente meschino; ma è più che meschino: è tragico; questi sono i veri psicologi. Io conosco molti che hanno scritto dei romanzi e hanno fatto fiasco (...). Perchè? Perchè si limitano a riportare i fenomeni in superficie senza andare all'origine dei sentimenti...."