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Gli iperborei

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Sono stati il leone, la balena, il cerbiatto, protagonisti di una recita di fine anno nella quale il canguro era scomparso e i suoi amici dovevano ritrovarlo. Adesso hanno quasi trent’anni e vagano nei meandri di una vita dorata: mangiano pesce crudo e patanegra, bevono vini pregiati, fumano essenze, assumono droghe come da bambini consumavano caramelle, navigano, festeggiano, inseguono le arti, tentano la politica. Hanno corpi scolpiti e vestiti costosi, sono figli di primari e giornalisti celebri, di miliardari dai patrimoni solidi e antichi o recenti e sospetti, ma sono anche gli eredi dei ribelli che hanno caratterizzato stagioni gloriose e disperate della storia: coloro che, prosperando nella pace, hanno invocato la guerra, che amando i genitori ne hanno patito le ipocrisie, smascherato le contraddizioni e sognato l’annientamento. Poldo Biancheri, “Ciccio” Tapia, Guenda Pech, Stella Marraffa, Aldo: hanno tutto ma si sentono in trappola, e questa è la loro estate, quella in cui vogliono uscire dal cerchio. È Poldo la voce narrante della loro ebbrezza, della loro sfida: racconta come se vedesse tutto già da una distanza, registrando ogni cosa con fermezza ma senza nascondere la nostalgia per un’infanzia ancora vicina, la rabbia verso padri che si sono presi tutto non lasciando che briciole, la tenerezza per i fratelli e i coetanei capaci di farsi del male per protesta o per amore. Poldo ha portato in barca con sé L’Anticristo, in cui Nietzsche sembra parlare di loro: “Guardiamoci in viso: noi siamo Iperborei... Abbiamo trovato l’uscita per interi millenni di labirinto. Oltre il nord, oltre il ghiaccio e la morte: la nostra vita, la nostra felicità...”

213 pages, Paperback

First published October 1, 2021

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About the author

Pietro Castellitto

3 books5 followers

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5 stars
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143 (27%)
1 star
77 (14%)
Displaying 1 - 30 of 79 reviews
Profile Image for Matteo Fumagalli.
Author 1 book10.7k followers
November 22, 2021
Sarà che non ho più l'età, mentre a 14 anni io questi libri con i ricchi colti ma ignoranti che si autodistruggono li adoravo, ora mi annoiano. Citano Nietzsche ma si lasciano andare in dialoghi di pura coattaggine. Strizzano culi e pippano, ma sono anche sensibili.
Sarà che anche questo libro non aggiunge niente a quanto detto e che sarebbe stato vecchio anche pubblicato nel 1993.
Una gran metafora dell'edonismo per colmare un vuoto generazional-esistenziale? E quindi?
Vorrebbe essere trasgressivo ma non lo è mai. Anzi, ha quel tipo di provocazione che è più borghese dei borghesi stessi: il giusto per essere pruriginosa e ardita, ma mai troppo sfacciata.
Qualche (raro) guizzo c'è, ma per il resto i personaggi e i loro psicodrammi sono pura carta velina. E, concludendo, smettiamola seriamente di scomodare Bret Easton Ellis come paragone. Ci sono svariati abissi di differenza.
Rimandato a settembre.
Profile Image for Chiara Basile.
238 reviews140 followers
November 24, 2021
Non so da dove partire perchè questo libro ha praticamente solo difetti, ma partiamo dalle basi: la trama è assolutamente inconsistente, non ho capito quale fosse il filo logico della narrazione, i personaggi sono degli stereotipi con le gambe e sicuramente non suscitano simpatia. Lo stile se possibile ancora peggio. La scrittura infatti è un palese tentativo di virtuosismo tipico dell'esordiente che vuol far vedere sin da subito che lui non è uno scrittore qualsiasi ma il prossimo Nobel per la letteratura, ovviamente tentativo riuscito malissimo perchè è tutto veramente troppo forzato. Insomma non basta abusare della punteggiatura e inserire qua e la qualche massima esistenziale di stampo filosofico per essere considerati dei bravi scrittori. La storia è di una banalità senza fine e soprattutto non porta da nessuna parte, cosa voleva fare l'autore con questo libro? Non si capisce, mi sembra solo un'accozzaglia di impressioni intorno alle quali viene costruita una storia giusto per dargli un contenitore nel quale inserirle. Forse a 14 anni, quando leggevo Bukowski e passavo le mie serate ad autocommiserarmi su Tumblr avrei potuto vagamente apprezzare questo romanzo, spero che l'editoria italiana smetta di dare spazio a queste schifezze, anche se sono scritte da figli di qualcuno. Gli do due stelle e non una sola perchè forse il ragazzo sotto la pressione dell'esordio si è sentito in dovere di strafare, magari in futuro migliorerà.
Profile Image for Deborah.
86 reviews
November 13, 2021
Ecco: sicuramente questo libro ha un primato: è il libro più stupido e orrido che io abbia mai letto. Sembrava impossibile inanellare tanti stereotipi, dialoghi scritti male, situazioni impossibili, suicidi e fare tutto ciò nella totale dimenticanza di uno stile narrativo coerente. Friedrich Nietzsche ne L'Anticristo recupera il mito degli Iperborei, coniugandolo con il superamento dell'orizzonte dell'uomo moderno. Nel libro di Castellitto, che avrebbe dovuto quindi a ragione intitolarsi I moderni, troviamo invece "tutto ciò che non sa che fare", ossia la storia di un gruppo di trentenni che vivono spiaggiati fra lusso e droghe, figli di primari e giornalisti celebri, miliardari annoiati, cercano lo sballo facile, vivendo in apnea di emozioni e sentimenti. Poldo, l'io narrante, ha portato con sé in barca L'Anticristo e trova che il libro sembri parlare di loro. È pur vero che tanto io che Castellitto (lui per poco) apparteniamo ad un secolo che a Nietzsche ha fatto dire di tutto e il contrario di tutto (da D'Annunzio a Hitler, per intenderci) però ho trovato che i personaggi del romanzo di Castellitto non solo non sono oltre il nichilismo, il che ovviamente non costituirebbe un male da un punto di vista né narrativo né tanto meno etico, ma ne sono immersi in maniera del tutto inconsapevole e anche l'affresco che ne viene fuori è di una narrazione che affronta il tema dell'assenza dei valori e della mancanza di senso di esistenze inutili, senza decidersi per una posizione né di radicale revisione di questo mondo che tratteggia, né per un'esaltazione edonistica, di un'affermazione per l'appunto nietzscheana. Se è vero che l'io narrante è poco lucido a causa dell'uso di stupefacenti, anche la scelta di una prosa poco lucida deve essere seguita razionalmente. L'impressione è che invece la prosa vada alla deriva come i personaggi che racconta. Si assiste ad un crescendo di disavventure (un dito tagliato, un uomo con la cintura di castità, tentativi di annegamento, suicidi) senza che questa escalation si palesi né con un delirio comico (eventi che solo una penna alla Céline o alla Bukowsky, a mio avviso, poteva rendere accettabile) né con un afflato tragico. È vero che Nietzsche aveva chiamato il nichilismo "il più inquietante degli ospiti", ma di questa combriccola di debosciati, personalmente, non è inquietante l'essere debosciati, ma il non essere riusciti a rendere minimamente interessante la loro crisi morale. Castellitto quando scrive sembra dire continuamente ai suoi lettori: "Non so se voi avete mai sentito parlare di nichilismo o se per caso conoscete quel libro lì...La Gaia Scienza". Sì, Pietro, lo conosciamo e conosciamo pure un certo Ulrich, L'Uomo senza qualità, intendo un personaggio serio.
Profile Image for Anna.
108 reviews31 followers
November 18, 2022
Un esordio molto derivativo che però sa trovare la sua voce originale calibrandola su una contemporaneità fatta di Instagram, Deliveroo e Iqos. Sono totalmente d’accordo con la recensione di Marco Cantoni che accosta questo libro a Meno di Zero: nonostante in alcuni momenti mi sembrasse di avere davanti Patrick Bateman, in Gli Iperborei la violenza dei protagonisti (romani ricchi, viziati e drogati) rimane sottopelle e non esplode mai esplicitamente come in American Psycho.

 A me piacciono molto queste narrazioni crude, taglienti e morbose per il senso di repulsione-attrazione che generano, ma mi rendo conto che non siano per tutti, come del resto lo stesso Ellis non è per tutti. 

Qui Castellitto aggiunge poi una componente cervellotica e filosofeggiante che a volte, secondo me, perde la bussola, ma che più spesso trasmette i suoi messaggi sulla giovinezza, sul tempo che passa, sulla noia in modo diretto e scomodo. Alcuni passaggi di questo libro li ho trovati splendidi. Altri punti invece mi hanno fatto storcere il naso: Castellitto non ha paura di usare parole forti ed è scorretto con tutte le categorie di persone, cose e animali. Ma del resto, i suoi protagonisti sono dei fasci dunque la voce narrante è sincera e contestualizzata, e sicuramente stimola il dialogo su cosa sia volutamente shockante e esagerato e cosa sia davvero specchio di certe fasce della società.

Spero sinceramente che si parli tanto di questo libro, e sono molto contenta che anche la mia generazione abbia una sua storia à la Meno di Zero, ma con i canguri di Gioventù Cannibale.
Profile Image for Benedetta Marrelli.
138 reviews25 followers
Read
February 6, 2022
Abbandonato a pag. 94 perché mi stava annoiando a morte.
Zero curiosità nei confronti della fine, dialoghi scritti in una maniera che sembra senza senso, come un flusso di pensieri sconnessi.
Io questo libro non l'ho capito, probabilmente mi aspettavo una storia diversa, i personaggi sono degli stereotipi viventi, lo stile di scrittura banale, non ho capito dove voleva andare a parare, il tutto mi è sembra senza filo logico.
Insomma per me è no.
Profile Image for Aurora Marconi.
6 reviews1 follower
December 24, 2022
Che dire… Castellitto poteva rimanere semplicemente bono. Non ho trovato una trama , non ho trovato un qualsivoglia insegnamento. Le due stelle sono per me per non aver speso soldi per sta monnezza.
Profile Image for Giuls (la_fisiolettrice).
184 reviews28 followers
November 23, 2021
// “Monogrammi di porporina sopra il viso delle ragazze. Stringhe di epistassi, raffiche di aposematismo, sfoglie di luce organica e flanelle neurolettiche.”

La vita di una élite di giovani alla soglia dei trent’anni, raccontata senza mezzi termini, una narrazione allucinogena in cui si fondono dolore e incanto. Scintille drammatiche di un’esistenza – non esistenza anestetizzata dalla droga, dall’alcol, dagli eccessi.

Poldo, Guenda, Stella, Aldo, Ciccio Tapia, si sono ritrovati amici tra i banchi di scuola, figli di genitori abbienti, che hanno lottato (forse) ma hanno lasciato loro a raccogliere le briciole, vite luccicanti ma in trappola, in costante lotta per distinguersi ma in eterna nostalgia per il tempo passato.

Consapevolezza e perdita, vite eteree, claustrofobia di appartenenza, vivere d’istinto per poi gettarsi in mare stanchi della vita, questi sono Gli Iperborei.

I personaggi di Castellitto hanno l’anima labile, non c’è identificazione. È stato un viaggio ai margini, qualcosa che vedi solo da fuori, eppure sta qui la meraviglia di questo romanzo.
Potrebbe essere realtà. Lo scrive lo stesso Castellitto nei Ringraziamenti: “…è tutto falso, ma per pochissimo.”

Un romanzo intriso di nichilismo, sicuramente non un capolavoro ma un esordio interessante, da leggere.
Profile Image for Lady Marauders.
29 reviews
October 23, 2021
Poldo ha appena trent’anni e in teoria ha tutto: è sopravissuto ad un tumore che gli ha lasciato un “potere” speciale, quello di sapere sempre che ora è anche senza orologio, perché ora il tempo ha un significato diverso per lui. È un ragazzo talentuoso: ha scritto un romanzo che profuma di successo e scrive anche per il cinema. È figlio di un famoso giornalista romano e per questo ha sempre vissuto nel mondo dei “ ricchi”. Ha tanti amici con cui divertirsi per il mondo tra feste, barche e cocaina.
Ma si sa, i ricchi sono sempre più depressi dei poveri, perché possono avere tutto e proprio per questo finiscono per non volere più nulla dalla vita!
Così Castellitto ci racconta la vita dei ragazzi ricchi di Roma e dei loro soprannomi bizzarri. Ci spiega come i figli dei personaggi famosi (politici, giornalisti etc) portino sulle loro giovani spalle, il peso della popolarità dei genitori e che lo fanno per tutta la vita. Ci descrive le feste sfrenate sulle barche in costa Smeralda e del vuoto che lascia una serata passata a sniffare cocaina dei bagni dei locali cool di Roma.
Verso la fine della storia c’è un piccolo colpo di scena che tenta di dare una svolta alla storia che per circa 150 pagine sono riflessioni filosofiche, feste e risse.
ho trovato che Castellitto abbia voluto usare una marea di parolacce per creare una sensazione di fastidio nel lettore, forse per scandalizzarlo? Perché c’è da dire che non si è mantenuto nell’usare (a mio parere anche un po’ fuori contesto) una serie di espressioni poco eleganti e ripeterle continuamente lungo il romanzo. Ma questo linguaggio non aggiunge nulla al romanzo e non si addice al contesto, anzi rende la lettura un po’ stucchevole. Sono molti gli scrittori che usano un linguaggio forte e becero per raccontare un mondo o una generazione ma in questo caso, non so, l’ho trovato davvero troppo.
Nota positiva: è un libro che si legge in un paio d’ore, scorrevole sì ma a tratti forse troppo scorrevole, visto l’argomento che tratta. Ha spunti interessanti soprattutto verso la fine e prova ad essere filosofeggiante! Comunque è un libro che nel bene e nel male ti spinge a finirlo anche solo per capire dove vuole portarti lo scrittore e che fine faranno Poldo e gli altri personaggi.
Profile Image for Valentina.
330 reviews20 followers
March 21, 2024
Non so da che parte cominciare per recensire questo libro, sono imbarazzata.
Partiamo da quello che so per certo: il libro è terribile e quasi offensivo.
Si, offensivo, perché di libri brutti ne ho letti - ahimè - fin troppi, ma libri brutti, anzi, bruttissimi che avevano la pretesa di essere dei capolavori, come questo, no.
Non ho capito di cosa parla questo libro, la narrazione non va da un punto A a un punto B, c’è un gran casino rispetto ai piani temporali e all’io narrante, ma non in modo armonico, come potrebbe fare un vero narratore, in modo disfunzionale, dilettantesco.
C’è inoltre un chiaro intento di copiare (male, malissimo) Ellis con la descrizione eccessiva delle marche di abbigliamento e dei ristoranti in cui si recano i protagonisti, come in “American Psycho”; di quest’ultimo si vorrebbe copiare anche l’espediente di non far capire mai, nemmeno alla fine, al lettore, se ciò che succede sia vero o falso.
Infine, Castellitto deve ringraziare di esserne figlio, perché in queste brutte pagine c’è inoltre un tentativo di emulare male lo stile letterario della madre (nella costruzione delle frasi e nell’utilizzo di un frasario forbitissimo che forse mira a far sentire poco colto il lettore), alla quale però si perdona la scrittura a volte fastidiosa perché quanto meno le storie raccontate sono originali e spesso centrano il bersaglio.
Qui di originale non c’è niente.
Sembrano gli amici di Step e Babi o delle protagoniste Parioline di “Baby” che si sono dati alla droga pesante, tra una amatriciana al Bolognese e l’altra.
Abominevole.
Pietro, sei un gran bel ragazzo, ma davvero, cos’è sta cringiata!?
Profile Image for Virginia.
96 reviews14 followers
August 10, 2023
Si je pouvais mettre -100000000000000 étoiles, je le ferais.
Profile Image for ELLE.
63 reviews1 follower
January 12, 2022
1/2⭐️ tentativo malriuscito — malriuscitissimo — di riportare in vita tutta quella corrente di scrittori che a inizio anni novanta era convinta fosse rivoluzionario parlare di ragazzi ricchi figli di papà che si spaccano di droghe ed alcol e parlano di filosofia nel vano tentativo di dimenticare la loro vita incredibilmente vuota. spiace, ma questo libro è un fallimento su tutta la linea. cerca — forse, perché io quello che voleva fare Castellitto figlio mica l’ho capito — di lasciare al lettore (anche) una critica rivolta ai borghesotti con la puzza sotto al naso, ma anche qui fallisce nel suo intento, risultando solo ed unicamente un classista del cazzo. d’altronde cosa potevamo aspettarci da uno che “chi è nato a Roma Nord ha fatto il Vietnam”? niente, infatti. anzi, scemi noi che ce credemo.
Profile Image for Sara Cocco.
36 reviews5 followers
December 30, 2021
Certo che tutto questo criticismo proprio non lo capisco. Sarà che ho (solo) vent'anni, la prosa alla Palaniuk mi piace assai e di chi sei figlio non me ne frega proprio niente, ma a me Castellitto è piaciuto. Con la consapevolezza di non avere tra le mani Dostoevskij, ma il romanzo d'esordio di un ragazzo del '91, sono rimasta veramente colpita, e in senso positivo. Chapeau a chi si mette in gioco e dice quello che vuole dire (forse anche perché se lo può permettere).
Profile Image for Andrea Rojas.
198 reviews6 followers
December 14, 2024
Le tenía mucha fé, me tincaba muucho. Pero la forma de contar la historia es demasiado confusa, uno tendría que estar igual de drogado que los personajes para poder seguir el ritmo. Es más de película que de novela.

Peeero, desde un poco antes de la tercera parte ya todo tiene sentido y se vuelve bueno, mejora un montón. Donde, de hecho, no hay tanta droga involucrada.

En un momento también me recordó mucho a Skins, es una idea muy similar. Jóvenes con drogas y dinero.
Profile Image for La_fede_legge.
343 reviews9 followers
August 8, 2023
Protagonisti di questo romanzo sono i classici 'giovani- figli di papà', cresciuti tra ricchezza, agi e lussi estremi. Sono giovani dal futuro prestabilito, inconsapevoli del mondo e della realtà; oltre alle droghe, all'alcool, ai vizi, alla violenza e a qualsiasi tipo di comodità, conoscono poco altro. Si riempiono la bocca di parole importanti, come amore, amicizia e rispetto, ma non ne capiscono il significato; sono giovani che 'scoppiano' per sopravvivere, che si sballano per non vedere la realtà e che ridono di tutto e tutti, beffandosi di qualsiasi cosa in nome della ricchezza e dell'agiatezza.
Sono giovani, però, che hanno sogni e passioni e tra questi vi è Poldo Biancheri, figlio di un noto giornalista, circondato da amici altrettanto 'figli d'arte', ma con un potenziale: la scrittura. E attraverso quest'ultima, Poldo riesce a sopravvivere e a portare a termine il suo libro, lasciandosi dietro una scia di persone fallite, di amici che si sono arresi e di individui che si sono persi lungo la loro vita.
E' un romanzo che fotografa una generazione di ragazzi viziati, come tanti altri testi hanno fatto. Lo stile di scrittura è piacevole e appassiona il lettore, nonostante susciti l'antipatia per i personaggi e i loro caratteri. E' un testo indubbiamente interessante e curioso, che riporta il mood esistenziale di una specifica categoria di persone e ne dipinge i contorni in modo nitido e preciso. Un libro, tutto sommato, piacevole da leggere.
Profile Image for Chiara Carnio.
436 reviews14 followers
December 11, 2021
GLI IPERBOREI, Pietro Castellitto.

Bellissimo titolo! Bella copertina! Grande incipit (vabbè, preso da Anticristo di Nietzsche).
Basta.
No dai, anche le ultime forse 40 o 50 pagine; poi il resto non l’ho capito. A dire il vero credo di non aver capito bene nemmeno quelle ultime decine di fogli, ma almeno erano scritti bene.
La domanda sorge spontanea: che cos’ho mai letto?
L’avevo detto (diamine, anche scritto!) che per quest’anno non avrei più letto italiano, e invece, capperi, ho voluto strafare e affrontare l’esordio letterario del bambino prodigio. Sì sì, lui, il figlio di Sergio e della Margaret. Quindi la sinossi del romanzo chiedetela a lui perché io non so davvero che storia abbia voluto raccontare.

Di solito per i libri che non mi sono piaciuti riesco sempre a trovare qualche frase divertente che rende la stroncatura meno stroncante…. Caxxo, oh!, qui non ci riesco.
Chiedo venia: ho scritto “caxxo”! Per la miseria, scusate.
No perché, dopo un romanzo pieno dì “caxxo!”, “cog@€%e”, “vaffncl” mi ero ripromessa di usare un linguaggio forbito. Sia chiaro, non è che io sia una Santa Maria Goretti, queste paroline mica mi disturbano e mi fanno recitare preghierine, però leggerle in un romanzo che ha i dialoghi dì un film di Spike Lee senza l’intensità di un film di Spike Lee grazie, ma anche no.
Per carità, la narrazione e il registro scelto forse, ma dico forse eh, sono come sono perché Poldo Biancheri - l’io narrante - è spesso sotto l’effetto di cocaina, fumo e alcool e, di nuovo forse, vorrebbe rispecchiare la vacuità di cui sono intrisi lui e i suoi amici. Trentenni della Roma bene annoiati e vuoti, che passano da una festa sul panfilo all’altra, da una villa all’altra. E quindi? Sai che novità nel panorama letterario mondiale?
Sarò anziana io, solo che queste storie mi urtano il sistema nervoso simpatico. Già alla ventesima pagina lo avrei mollato, ma siccome mi ero assunta l’impegno di leggerlo (sì, beh, anche io però me le vado a cercare) per farne un commento (che non sarà questo, e non so ancora quale), l’ho portato a termine.
Cosa vi posso dire… La storia è degna dei peggiori film di Muccino - ma se poi di Muccino vi piace tutto, è un altro discorso -, i personaggi stereotipati che di più si fa fatica. Lo stile? A parte le bestemmie, i dialoghi insulsi? È un guazzabuglio di situazioni che non ho ben capito se siano reali o visioni da sostanze psicotrope. Non scomodiamo Bret Easton Ellis e il suo American Psycho peccarità, che al giovane Pietro deve essere piaciuto, dato che come l’americano ha usato elencare marchi e modelli di giacche, calzini, mutande, orologi, borse. Ma senza la sostanza del romanzo statunitense. Quella è un’altra storia e “Questa non è l’uscita”.

Ora, lo so che è un romanzo d’esordio, lo so che su un figlio di le aspettative sono elevate e che lui voleva esserne all’altezza e bla bla bla, però qua “el bon xe ancora indrio”. Lo so, so anche che bisogna capire lo sforzo che un autore fa, rispettare il suo lavoro e tutte quelle belle cose, ma i lettori che impiegano il loro tempo, credo, abbiano il diritto dì dire: “ma che cazzo dì libro ho letto?”. Veramente me lo sto ancora chiedendo.
No però dai, qualche guizzo c’è, ma solo perché ispirato da qualche riflessione filosofica che qualche grande ha già fatto prima dì noi, per il resto è dì una banalità sconcertante.
Aspe, sicuro che sbaglio io che sono sempre l’anziana di cui sopra. L’ènfant prodige (sì, sono anche stronza) ormai ha, Ops, ha trent’anni! Ecco, forse per apprezzarlo, sempre che vi piaccia la Roma bene che sniffa, tromba, pranza nei ristoranti extra-lusso senza trovare mai il bandolo della matassa del benessere pagato da paparino, dovreste essere under 30.
Decisamente io sono troppo vecchia.

In ogni caso un merito ce l’ha: è il libro più insulso che ho letto quest’anno.
Profile Image for cecilia.
14 reviews3 followers
July 15, 2025
Siccome le molte cose che avrei da dire su questo romanzo sono negative e sembrerebbero cattiverie rivolte al suo autore che, nonostante abbia tutte le carte in regola per essere odiato, a me non risulta antipatico (a mio parere si esprime meglio come regista che come scrittore), non scriverò nulla e fingerò di non averlo mai letto.
Profile Image for Miriam.
1 review
February 17, 2022
Vuoto, superficialità, agonia e senso di liberazione a pagina 213.
Profile Image for _nuovocapitolo_.
1,111 reviews34 followers
Read
April 15, 2025
Il romanzo è incentrato su un gruppo di amici trentenni, figli di famiglie altolocate, che conducono un’esistenza all’insegna dei festini e dello sballo, con alcol e droghe pesanti. La vita li annoia anche se dalla vita hanno avuto tutto (o forse proprio per questo). Il narratore, Poldo, ha sconfitto un cancro in giovane età, ma in fin dei conti sembra che nemmeno questa esperienza lo abbia portato ad assumere un atteggiamento meno superficiale. I suoi amici – Guenda, Ciccio, Aldo, Edoardo, Stella – sono focalizzati soltanto su sé stessi, o sulla prossima pista di coca da sniffare in discoteca. Non hanno vere aspirazioni: ogni loro desiderio pare più uno sfizio da togliersi, che perde inesorabilmente valore nel momento in cui si concretizza. In attesa del prossimo da aggiungere alla collezione.

Pietro Castellitto mette in scena personaggi abituati alla dissolutezza più totale, consapevoli che a loro tutto è concesso, che non ci saranno mai conseguenze. Perfino di fronte alla spietatezza più gratuita. E allora è possibile umiliare il guardiano di un parco, colpevole di averti ripreso perché ti ci sei intrufolato di notte. O lasciar morire di overdose uno sconosciuto in un parcheggio. Eppure delle conseguenze ci sono, sempre, e alla fine anche i protagonisti de Gli iperborei dovranno confrontarsi con un evento tragico, all’apparenza impensabile nelle loro vite patinate.

Ma da dove deriva il titolo Gli iperborei? In apertura del romanzo Pietro Castellitto riporta una citazione di Plinio il Vecchio, relativa proprio a queste figure mitologiche:

Qui trascorrono lunga vita quelli che furono chiamati Iperborei, popolo felice, celebrato per favolosi miracoli. Essi hanno per casa boschi e foreste, la discordia e ogni malattia sono loro sconosciute. Stanchi della vita, gli Iperborei si uccidono gettandosi in mare da una rupe: lietissimo è questo genere di sepoltura.

Creature senza alcuna preoccupazione, che arrivano a togliersi la vita quando questa le ha tediate troppo. Non è difficile fare il parallelismo tra gli Iperborei di Plinio il Vecchio e i personaggi del romanzo di Castellitto. E non lo è nemmeno ritrovare in questi ragazzi i protagonisti di qualche fatto di cronaca a cui siamo ormai assuefatti, che si macchiano di crudeltà inspiegabili e si giustificano affermando che si annoiavano. Ne è consapevole l’autore, che nei ringraziamenti finali scrive:

A chi, leggendo, si sentisse chiamato in causa, ricordo che questo libro è il resoconto di un’esperienza immaginata. La realtà di quest’epoca supera spesso la forza del pensiero stabilendo un limite da cui la fantasia può partire. È tutto falso, ma per pochissimo.

Le vicende narrate ne Gli iperborei sono estremizzate, ma non ci sembrano in fin dei conti così avulse dalla realtà: sono false, ma per pochissimo, come ammette lo stesso Castellitto. Ricordano in questo i miti e le leggende, storie chiaramente inventate, ma in cui è possibile trovare un fondo di verità.

Quella dipinta è una situazione di profondissimo vuoto di valori, che si traduce nella vacuità dei suoi personaggi. Il lettore non è portato ad affezionarsi a nessuno di loro o provare una minima empatia. Non gli suscitano nulla, forse perché non hanno nulla per cui battersi, mentre di solito ci si lega a un eroe (o un antieroe) che lotta per cambiare la propria condizione, sociale o psicologica che sia. Nei personaggi che ci infiammano c’è sempre una mancanza da colmare, che ci spinge a fare il tifo per loro.

Non si tifa invece per i personaggi de Gli iperborei, senza valori ma anche senza talenti. Sono milionari di seconda generazione: se a qualcuno va il merito della loro ricchezza, è ai loro genitori, professionisti stimati nei rispettivi settori. Ai figli questa ricchezza è solo toccata in sorte, e se otterranno qualcosa dalla vita sarà solo in virtù del loro cognome. Sono frequenti i flashback che ci riportano alla loro infanzia, come in cerca di un trauma che possa averli resi le persone inconsistenti e spietate che sono. Non c’è nessun vero trauma: la colpa, forse, è solo della noia, figlia di un’agiatezza smodata.
Profile Image for Nelliamoci.
738 reviews116 followers
February 12, 2024
Sì? Sì! Gli Iperborei scorre via che è un piacere e non capisco la gran parte dei commenti così aspra e negativa. Questa non vuole essere la lettura che pretende uno stravolgimento nel lettore e sicuramente non sarà il prossimo classico a passare alla storia. Eppure al suo interno si trovano pagine da divorare, un mondo che certamente viene più facile odiare che capire e bei colpi di scena che si potevano anche immaginare e invece riescono a sorprendere.

Roma Nord: ci sono i figli di ricchi borghesi perennemente annoiati e alla ricerca di droghe, i grandi della letteratura e della musica citati per farsi una nomea di tuttologi. Ciò potrebbe sembrare l’ennesima critica chic e snob alla società alto-borghese, e lo è, ma è tutto costruito così perfettamente da entrarci in questo mondo e forse, per una volta, capirlo. I capitoli brevi, le frasi concise, il legame con l’infanzia dalla quale sembra impossibile fuggire, soprattutto quando si rimane ancorati alle stesse persone con le quali la si è trascorsa:. Pietro Castellitto porta tutto ciò fra le pagine di questo libro, in una copia ben riuscita di mondi già visti e già noti. Perché è anche così che funzionano le opere, con continue citazioni, rimandi e riflessioni su cui ritornare.

Le visioni di Poldo sembrano riprese di 8 e 1/2 e l’intero racconto romano è frutto di infinite letture e pellicole in cui perdersi. Quindi sì, è un sì.
Profile Image for Silvia Dibi.
62 reviews21 followers
December 13, 2021
perchè, in fondo, chi è vissuto a roma nord ha dovuto affrontare il vietnam, ma gli ultimi due capitoli di salvano
72 reviews
April 12, 2022
Sono a pag 100 e chiudo qui: personaggi fastidiosi, antipatici, che buttano la vita. Un mah enorme per questo libro in cui speravo di trovare un po' di Mazzantini e invece il nulla. Un libro troppo distante da me.
Profile Image for Giulia Papalia.
342 reviews48 followers
December 21, 2021
Des Esseintes, in Controcorrente, fece morire una tartaruga sotto il peso delle pietre preziose con cui le aveva intarsiato il guscio come fosse l’unico modo di movimentare la sua esistenza: con questa immagine in testa ho letto le descrizioni delle feste, degli abiti, dei soffitti affrescati, dello sfarzo; consuetudini e oggetti inaccessibili che non arricchiscono le voci di questa storia ma che le astraggono dal periodo storico in cui vivono. Ho pensato a un giovane Jep Gambardella, consapevole della sua decadenza circondato da un lusso non guadagnato e grazie al quale potrà vivere per sempre di rendita: Gli iperborei è un libro che mi ha irritato, con i suoi personaggi dalle menti obnubilate dagli psicofarmaci e dall’alcol; persino su Poldo e Guenda, che si accorgono di quanto solo la distruzione totale li renderebbe liberi (liberi dall’essere figli di, dalle dimostrazioni, dalle apparenze, dal successo obbligato), rimangono fuori dalla crisi generazionale dei propri coetanei e sguazzano nel loro mondo ovattato in cui niente è irraggiungibile. Forse è questo il Vietnam dei pariolini che transitano dalle barche ai palazzi signorili, vestiti di marca e all’apparenza felici ma che in verità celano un’esistenza talmente altalenante da diventare piatta, finché l’unico pensiero realmente anticonformista e libero diventa quello della sola certezza che abbiamo nella vita.
“«Non so che fare; sono tutto ciò che non sa che fare», sospira l’uomo moderno…è di questa modernità che c’eravamo ammalati, della putrida quiete, del vile compromesso, di tutta la virtuosa sporcizia del moderno sì e no.”
Profile Image for Marigiusy Digregorio.
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April 18, 2022
2,5. Questa dovrebbe essere la storia di un gruppo di amici talmente ricchi e talmente annoiati dalla vita da non fare nulla dalla mattina alla sera. Questo è quello che ho capito io, perché onestamente tutto il resto è un'accozzaglia di microeventi incomprensibili, dialoghi inconsistenti, passaggi dalle prime alle terze persone (?). Magari non l'ho capito io, può anche darsi.
Profile Image for Barbara Diru.
17 reviews3 followers
February 17, 2022
Per me è un NO.
Una grande, grandissima fatica per arrivare alla fine. Il
ragazzo ha letto e riletto Meno di zero di Ellis ma il tentativo di emulazione è lontano anni luce. Che palle poi sti libri sulla crisi esistenziale di figli di papà…
Profile Image for Titti Scimè.
135 reviews9 followers
March 10, 2022
Francamente mi aspettavo ben altro da un giovane artista talentuoso come Castellitto. Questo è il solito banale racconto della vita vuota e superficiale dei ragazzi dell'altaborghesia di Roma Nord. Punto. Non c'è molto altro da dire perchè tutto il resto è solo un pretenzioso contorno. Banale.
Profile Image for Monia Marchettini.
13 reviews12 followers
July 7, 2023
Gli amici di Babi (se non sapete chi è avete una certa dose di fortuna) che si ammazzano pippando. Tocca momenti interessanti ma quando i personaggi crepano il lettore ci gode pure un pochino. Spero fosse questo l'intento.
Profile Image for Maria Teresa.
2 reviews
January 8, 2022
Ho iniziato a leggerlo ma l ho lasciato perché non mi piace come è scritto, non mi piace l ambiente e non mi piacciono i personaggi, non ha una trama
Displaying 1 - 30 of 79 reviews

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