Una mattina d’estate, in un antico e bellissimo regno nasce la generosa principessa Febe, colei che dona luce. O almeno, questo è ciò che crede di dover fare, perché crescendo impara a dedicarsi solo agli altri e a renderli felici riempiendoli di affetto e calore. Quando incontra Flavio, il principe Narciso, se ne innamora al primo sguardo e crede di aver finalmente trovato la persona giusta. Ma il ragazzo nasconde un segreto: educato per diventare un perfetto principe azzurro, non può rivelare a nessuno le proprie debolezze e deve sempre mostrarsi impeccabile. Più Febe si avvicina, più lui si sente minacciato; più Flavio si allontana, più lei fa di tutto per tentare di salvarlo. La complessità dei loro sentimenti li porta a perdersi in un labirinto emotivo senza uscita, che li tiene dolorosamente legati e distanti, finché Vera non insegnerà loro a guardarsi dentro per ritrovare la strada...
Attraverso questa suggestiva favola metaforica, la psicoterapeuta Maria Chiara Gritti svela con sensibilità i meccanismi e le cause profonde della dipendenza affettiva e del narcisismo patologico, tracciando un percorso liberatorio verso la conoscenza di sé. Perché solo scoprendosi si può raggiungere la consapevolezza necessaria ad amare e farsi amare pienamente.
Questo è stato uno di quei libri di cui ho sentito l'insistente chiamata non appena lo sguardo si è posato sulla copertina e sul titolo, seppur non mi ci ero imbattuta prima di allora e non conoscessi la sua autrice. Nonostante razionalmente non sapevo nulla di ciò che racchiudesse, qualcosa dentro di me aveva invece già capito che lo avrei apprezzato e che ne avrei avuto bisogno.
Definirlo romanzo è tecnicamente corretto, ma è anche riduttivo perché in realtà si tratta di un vero e proprio saggio psicologico romanzato, reso fruibile ai lettori attraverso l'utilizzo di un linguaggio che in teoria è più vicino, o quanto meno avvicinabile, a tutti, overo la fiaba. Nello specifico l'autrice si sofferma a indagare e a offrire chiavi per riuscire a trovare l'orientamento smarrito per quanto riguarda argomenti quali la dipendenza affettiva e il narcisismo patologico, ma non solo; si affronta il viaggio intimo e perciò personale di ciascuno alla ricerca della propria identità. Temi che non sono né semplici da affrontare e far propri, ma neanche semplici da divulgare. Ci troviamo di fronte però una persona preparata al riguardo, una psicologa psicoterapeuta appunto, ma anche di fronte un'anima sensibile (e purtroppo non è detto che le due cose riescano sempre ad andare a braccetto) che riesce a toccarti e a trasmetterti fiducia e speranza.
Ho apprezzato davvero molto lo stile di scrittura. Una lettura che nonostante la sua intensità scorre fresca senza appesantire, pronta ad arrivare alle porte del cuore di tutti coloro che glielo permetteranno. Una lettura decisamente attiva, che richiede al lettore, seppur con gentilezza, di partecipare al viaggio dei protagonisti e di aprirsi, come loro, anche a ciò che mette a disagio o spaventa. Un invito a compiere i primi passi alla scoperta e liberazione di sé e verso la costruzione di relazioni affettive sane. Un testo che mi ha fatto decisamente molto commuovere e riflettere e che mi sento di consigliare, comunque, a tutti.
"Si narra dell'esistenza di bimbi smarriti nell'anima di chi li aveva ospitati, bambini che non smisero mai di vagare alla ricerca di un luogo impossibile da trovare. E anche se il tempo aveva reso adulti i loro corpi, nel mondo interiore erano rimasti piccoli, in attesa di scoprire il volto della propria identità."
è un libro un po’ strano, perché usa un mondo fiabesco per rappresentare la psicoterapia senza davvero raccontarla. All’inizio lascia un po’ spiazzati e ogni tanto divaga più del necessario, però riesce a mostrare bene certe dinamiche tipiche delle relazioni tossiche. Non è una lettura perfetta, ma ha il suo perché e fa riflettere su come ci si possa perdere, e magari (?) ritrovare, nei grovigli del cuore.
In un bellissimo regno nasce Febe, una principessa che sin da bambina si dedica a far felice gli altri, lei che non ha avuto un affetto totale dai genitori, la madre aveva i suoi problemi e così anche il padre. Di conseguenza Febe decide di donare agli altri quell'amore che gli è venuto a mancare.
Fabio è stato cresciuto per diventare un principe perfetto, la madre in particolare ha voluto così pensando che solo così il figlio avrebbe potuto essere amato.
Quando Febe incontra Fabio si innamora subito di lui, ma quello che hanno vissuto impedisce al rapporto di fiorire, sono anime che si scontrano.
In questa favola l'autrice, con un linguaggio ricercato e scorrevole, ci porta a riflettere sull'imperfezione, cosa significa esserlo. Il fatto che si cerca sempre di essere diversi per poter essere amati ci porta a non mostrare la nostra anima, ma ad apparire per quel che non si è. A volte i dubbi ci portano a mostrarci diversamente da quel che siamo eppure in primis dobbiamo amare noi stessi.
Maria Chiara è una psicologa che, grazie a metafore e raccontandoci questa storia arricchisce interiormente chi lo legge e ci svela le cause della dipendenza affettiva e con delicatezza ci mostra che dietro al narcisismo, oppure al bisogno di dare molto affetto, ci sia dietro una situazione che ha mutato quella persona, che l'ha fatta diventare in quel modo. Perchè il passato influisce sempre sul carattere di una persona, ma le cose possono cambiare, non sono definitive e i vari cammini che la vita ci pone, possono cambiare una persona.
Che viaggio! Questo era il mio primo approccio all’autrice e devo dire che ne sono rimasta piacevolmente colpita. Questo libro così breve racchiude tantissimo, è intenso e commovente. Maria Chiara Gritti ci racconta una storia e ci trasporta nelle anime di Febe e Flavio. Ho apprezzato tanto come è riuscita a parlare in modo così delicato ma allo stesso tempo potente dei meccanismi che stanno alla base del narcisismo patologico e delle dipendenze affettive. Da leggere assolutamente!❤️
libro stupendo e denso di significato. con un amabile similitudine racconta le difficoltà di molte relazioni che ognuno di noi in un momento della vita prima o poi ha affrontato
Quasi come una narrazione senza tempo, così come sono i moti e i paesaggi del cuore, la storia di Febe è un carezza e una lezione. All’interno del libro ci si trova immersi nel viaggio dei sentimenti umani, delle difficoltà relazionali tenendo sempre alta la speranza nella possibilità di riuscire a costruire qualcosa di bello.
Ricchi di significato i paesaggi, i nomi e le figure che compaiono nella narrazione. Non si può evitare di menzionare l’Apriporte che, con le sue tecniche e il suo dono avrà un ruolo chiave e fondamentale nella svolta della storia di Febe e Flavio.
Maria Chiara Gritti, psicoterapeuta specializzata, utilizza una narrazione fiabesca per rendere comprensibili temi psicologici complessi. La sua scrittura delicata accompagna il lettore in un viaggio di consapevolezza e crescita personale. La favola diventa uno strumento educativo per comprendere le dinamiche delle relazioni tossiche e costruire legami sani.
Un narcisista può cambiare? Secondo l’ autrice di questa storia sì. Ciò che principalmente mi ha colpito di questo libro è il fatto che tratta il narcisismo come quello che effettivamente è: un disturbo. Il narcisista non è qui il cattivo della situazione, come ormai viene spacciato ovunque, ma una persona che ha subito dei traumi e che risolvendoli riesce poi a cambiare se stesso. Si tratta dunque di un essere umano che ha bisogno d’ aiuto, ma a darglielo non deve essere la principessa, il narciso può trovare la libertà soltanto da solo o affidandosi a persone esperte come gli psicologi anche detti “apriporte”. Bellissimo poi è il personaggio di Febe tramite il quale l’ autrice ci insegna che prima di amare qualcun altro dobbiamo imparare ad amare noi stessi, a prenderci cura di noi stessi, delle nostre passioni, delle nostre amicizie e non permettere mai a nessuno di ostacolarle o di oscurarle. La storia si sviluppa sotto forma di metafore, dunque è un pò complicata da seguire, ma è veramente bellissima, penso che possa aiutare molte persone a guardarsi dentro.
Al di là dello scetticismo iniziale, la lettura conduce verso un profondo viaggio alla comprensione di sé stessi e dell'altro, offrendo uno scenario che comprende le plausibili cause di frustrazione verso il tema del narcisismo e della dipendenza affettiva. Dipendentemente dalle esperienze vissute dal lettore, il racconto è capace di creare dei parallelismi toccanti a tal punto da far scendere qualche lacrima fin dai primi capitoli - a mio avviso. Ancora una volta, ci viene ricordata l'importanza della terapia e la scrittrice ha fatto centro, facendo nascere una consapevolezza struggente e senso di speranza nell'anima del lettore.
Lettura che definirei “neutra”: racconta cose sensate sullo sviluppo affettivo delle persone e come ciò intacchi la creazione dell’amore, o della strada condivisa, tra queste.
L’ho trovato a tratti “gonfio”, a tratti troppo sbrigativo, trattandosi, ad ogni modo, di un libro pieno di parallelismi.
Nota negativa: a inizio libro, viene inteso che il modo di entrare nell’anima altrui sia guardarsi negli occhi; nelle pagine finali arriva Vera, una dea ex machina che, incomprensibilmente, riesce non solo a percepire la dinamica tra i due protagonisti senza averli mai incontrati nella vita reale, ma anche a varcare nelle loro anime.
Questo libro mi e stato consigliato dalla mia psicologa. Ammetto che non mi ha fatto impazzire ma è più dovuto ad un gusto personale che alla storia. Ma non posso negare di aver molto apprezzato il metodo di scrittura molto semplice e l’utilizzo di una fiaba per spiegare la dipendenza affettiva e il narcisismo.
Un saggio romanzato che affronta le dinamiche delle psiche affette da un vissuto, comune molti, che plasma le anime, le interrompe, incrina e spezza. È una storia che parla di quelle persone che con coraggio chiedono aiuto per imparare a perdonarsi e provare a essere la migliore versione di sè. Una scrittura scorrevole, ma che richiede la partecipazione del lettore. Bello.
L’ho comprato convinta fosse una rivisitazione del mito di narciso e invece di narciso neanche l’ombra. Non mi voglio più sottoporre a questa seduta di terapia a tradimento, pago già la mia psicologa. I’m a mood reader e ho passato la fase libri self help per questo mese.
Ero nel blocco del lettore, quindi l'unico libro di giugno che ho finito è stato questo.
Una mattina d’estate, in un antico e bellissimo regno nasce la generosa principessa Febe, colei che dona luce. O almeno, questo è ciò che crede di dover fare, perché crescendo impara a dedicarsi solo agli altri e a renderli felici riempiendoli di affetto e calore. Quando incontra Flavio, il principe Narciso, se ne innamora al primo sguardo e crede di aver finalmente trovato la persona giusta. Ma il ragazzo nasconde un segreto: educato per diventare un perfetto principe azzurro, non può rivelare a nessuno le proprie debolezze e deve sempre mostrarsi impeccabile. Più Febe si avvicina, più lui si sente minacciato; più Flavio si allontana, più lei fa di tutto per tentare di salvarlo. La complessità dei loro sentimenti li porta a perdersi in un labirinto emotivo senza uscita, che li tiene dolorosamente legati e distanti, finché Vera non insegnerà loro a guardarsi dentro per ritrovare la strada...
Una favola metaforica che inizialmente mi ha preso molto per la descrizione dei mondi dei personaggi, una spiegazione semplice e comprensibile a tutti. Quello che proprio non mi è piaciuto è il finale molto, troppo utopico.
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Libro inaspettato che però arrivato anche nel momento più giusto, visione psicologica innovativa. Detta un modo di crescere non letto in altri libri che rimane comunque introspettivo e anche se romanzato, molto giusto. Nelle persone possiamo trovare un po’ di noi stessi e il percorso che troviamo nei loro occhi ci può guidare nella vita.