Kam vive allo stato selvatico sulla dorsale e il suo sogno è cavalcare un drago; Luk sta nei quartieri ovest della Città di P., dove si arrangia con lavoretti e piccoli furti; Key è il secondo figlio di uno degli uomini più ricchi del Nord, e la sua vita è dorata, ma infelice. A sedici anni, e per motivi diversi, si ritrovano arruolati nell’Accademia, la potente cittadella fortificata dove si allevano i futuri soldati e i draghi da corsa.
In questo primo capitolo di una trilogia fantastica senza precedenti seguiamo la crescita dei tre giovani in un territorio fantastico e spietato, dove l’unico modo per sopravvivere è guardarsi le spalle o avere potere. Tra amicizie, intrecci amorosi e una guerra che incombe, si snoda l’inizio di una grande epopea che si muove lungo le asperità montuose della dorsale, l’imponente montagna di ferro che delimita il loro mondo, che forse assomiglia al nostro, ma il nostro non è.
La dorsale è un mondo in cui ho il piacere di essere ospitato da anni. Da quando ho letto i primi racconti, credo circa 15 anni fa.
Ho visto questo mondo crescere, cambiare, evolversi, fermarsi e ripartire. Ne ho seguito le traiettorie imprevedibili, mi ci sono intrufolato per rubarne un pezzettino, come fosse una conchiglia sulla spiaggia.
C'è una frase di un libro che piace molto a me e Maria Gaia, La trilogia della città di K., che dice "Sono convinto, Lucas, che ogni essere umano è nato per scrivere un libro, e per nient'altro. Un libro geniale o un libro mediocre, non importa, ma colui che non scriverà niente è un essere perduto, non ha fatto altro che passare sulla terra senza lasciare traccia." Credo che racconti bene l'approccio con cui Maria Gaia si è approcciata da sempre a La dorsale e al suo mondo, un approccio che ho sempre ammirato.
Quanto scriva bene Maria Gaia Belli non posso dirlo io, per una strana questione di pudore e di bon ton, malgrado sia io il fortunato che ha letto tutte le sue pagine.
Ma posso dire che la generosità di Maria Gaia nel creare un mondo così, negli sforzi per fare l'impossibile perché avesse una forma in cui chiunque potesse entrarci dentro e stupirsene, e non ultima la generosità di donarci questo mondo è una cosa che mi commuove ogni volta, soprattutto ora che finalmente L'anno del ferro diventa libro, con le amorevoli cure di quella casa editrice (ma soprattutto casa) che si chiama effequ.
Consigliatomi da una libraia, dopo un sacco di tempo che non leggevo fantasy sono rimasta piacevolmente colpita da questo romanzo. Tre personaggi, tre registri stilistici diversi, tre voci e tre storie completamente diverse. È tutto molto incentrato sullo sviluppo dei personaggi, sulla loro evoluzione. Letto con grande piacere.
Quanto mi dispiace dover dare solo due stelle a questo libro. Premetto che nonostante le mie personalissime due stelle, vi consiglio tantissimo questo libro, perchè è un qualcosa di estremamente diverso e nuovo nel panorama fantasy. Le mie due stelle sono date esclusivamente per lo stile di scrittura che proprio non riesco a mandare giù, molto cinematografico, con frasi brevi e descrittive. E' un problema mio non dell'autrice perchè anzi, Maria Gaia Belli scrive molto bene.
Un fantasy tutto italiano che riesce a mescolare in modo sapiente ambientazione, personaggi e vicende.
In un mondo con grandi città moderne e sperduti villaggi tra i boschi della Dorsale, seguiamo i punti di vista di tre protagonisti, destinati ad incontrarsi all'Accademia, dove dovranno diventare soldati.
Il loro background, la loro maturazione e la loro caratterizzazione sono stati elementi che mi hanno permesso di entrare subito in empatia con loro e, grazie anche ad uno stile di scrittura scorrevole, il romanzo mi è piaciuto davvero molto, lasciandomi la curiosità di leggere i seguiti.
In generale mi è piaciuto e sicuramente leggerò i seguiti. Tuttavia avrei preferito che il libro fosse più lungo e che la trama generale della trilogia fosse almeno un po' accennata. Mi è piaciuto il mondo che l'autrice ha creato e che alterna modernità e fantasy. Soprattutto mi sono piaciuti molto i draghi, anche se spero che nel prossimo libro siano più presenti, perché in questo ci sono davvero solo nella prima parte. Spero saranno più approfonditi.
Stile molto particolare, l'ambientazione è appena abbozzata. Non che manchino le descrizioni, anzi, ma queste si concentrano sui personaggi, come se vedessimo tutto tramite una lente di ingrandimento: vedi il particolare e non il generale. Non è proprio un romanzo, sembra quasi l'inizio di qualcosa, come un antefatto di presentazione dei personaggi che poi vedremo in azione. E nonostante tutto lo stile è i personaggi mi hanno conquistato, e credo che leggerò presto il seguito
Mi è piaciuto moltissimo, ma mi lascia affamatissima. In questo libro si presentano il mondo e i personaggi. Non vedo l'ora di conoscere anche la storia!
uno dei migliori esordi italiani che abbia mai letto. scorrevole, appassionante, profondo. ricorda Jack London più che i fantasy, anche se viene venduto come fantasy: consigliato anche a chi non apprezza il genere
Rilettura. C’è poco da dire, mi sento a casa tra quest3 personagg3 e nel mondo creato da Maria Gaia, è come ascoltare le storie di persone che conosci e a cui vuoi bene.
Un deciso 3.5 a questo primo volume introduttivo. Lo stile di Belli è scorrevole ma non superficiale, e si possono già intravedere i fili rossi che uniranno i personaggi nei prossimi volumi. Sono contentissima di essermi già procurata L'anno dell'oro perché questo libro mi ha lasciato una gran voglia di leggere il seguito il prima possibile.
✿ La confusione fine a se stessa è ridicola. Ancora peggio se non porta a nulla di concreto nemmeno alla fine.
Luk vive in città ma parla dialetto romano, il dialetto romano è la lingua della città? Non lo sappiamo ha solo l'effetto di estraniare come tutte le volte che si inserisce una parlata dialettale in una storia. Kami è Mowgli e i suoi pensieri sono più grammaticalmente corretti del bambino che vive in città.
Questa è una storia fantasy in un mondo fantasy dove la Dorsale è praticamente la Barriera dei Guardiani della Notte e vi ha sede l'Accademia dove si impara a cavalcare draghi. Tutto molto bello, un sogno proprio. Peccato che poi arrivi in città e trovi treni, grattacieli, ristoranti e tutte le modernità del mondo contemporaneo e ti chiedi come queste cose e i draghi possano coesistere nella stessa realtà. Perchè la gente sa dei draghi e dell'accademia. Però vive a new York.
Non c'è una trama, o meglio, questi si ritrovano all'accademia per vari motivi ma senza una motivazione finale, non c'è un nemico finale (e se c'è io me lo sono perso tra tutte quelle frasi sconnesse perchè di tre non ce n'è uno che sia piacevole da leggere).
Studio e analizzo storie e scrittura da un po', eppure qui mi sono ritrovato così tanto dentro al racconto da annullare qualsiasi pensiero analitico: è un romanzo di introduzione (come fosse un primo atto, quando ancora la storia deve partire) eppure tiene incollatu alle pagine, ti si aggrappa addosso e tu ti aggrappi alla carta. Non ho capito bene come succeda: certo accadono molte cose (in alcune delle tre trame più che in altre) ma ci troviamo sempre nell'ambito del "ecco la promessa, la storia decolla più avanti" eppure funziona benissimo, bisogna decollare ma già si vola. Forse merito dei personaggi e delle loro voci, così interessanti. Non vedo l'ora di leggere il secondo.
Partivo preparata al fatto che questo romanzo fosse solo un'introduzione al mondo, quindi penso di essere riuscita a godermelo molto di più di altre persone. La scrittura mi è piaciuta, è coinvolgente e si adatta in maniera unica a ciascuno dei tre protagonisti e al loro modo di esperire il mondo: riesce a catturare e a trasportare all'interno del mondo ricco della Dorsale, peccato che le tre linee narrative non portino a nulla di fatto. (Non so se fosse volontario o meno, ma i personaggi sembrano decisamente neurodivergenti o atipici nel modo in cui pensano e valutano ciò che gli accade)
“L’anno del ferro” non ci presenta un epic fantasy ultradinamico né un dark fantasy tendente al gore, né, tantomeno, un romanzo che strizza l’occhio alle patinature young adult oggi tanto di moda. Il fantasy di Maria Gaia Belli è posato, controllato, lento ed elegante, basato su personaggi dalle storie ruvide, dei quali tuttavia è ben restituita l’umanità, nonostante le circostanze. Un volume che brilla per lo stile e per la costruzione dei suoi personaggi, il cui principale difetto è quello di finire molto alla svelta, problema a cui è tuttavia semplice ovviare ordinando il secondo volume.
Primo libro de La dorsale, saga low fantasy tutta italiana in cui possedere un drago è normale tanto quanto avere un cagnolino. Il fibro è molto introduttivo ma la cosa non disturba affatto, al contrario il lettore si ritrovato catturato fin dalle prime pagine da questo mondo così insolito e dai personaggi che lo abitano. Molto interessante soprattutto per lo stile dell'autrice, non vedo l'ora di leggere il prossimo capitolo!
Kam, la selvatica che vive tra monti e cielo. Luk, il ragazzone forzuto con un innato senso della giustizia. Key, il principino che si ribella alle tradizioni. Fin qui sembra tutto normale, ma nel loro mondo ci sono i draghi. Questo primo capitolo è scivolato via leggiadro, meno male che ho già pronto il secondo.
Lettura piacevole ma che fa rimanere un po' interdetti: questo primo capitolo è letteralmente solo una grande introduzione ai tre personaggi, senza cenni di trama. Leggerò anche il secondo perché ora son curiosa.
Una bella prova di scrittura, tre personaggi ben caratterizzati ognuno con il suo stile di narrazione personale. L'ambientazione è un mondo distopico interessante, ben raccontato tramite aneddoti e il punto soggettivo dei protagonisti. Peccato che manchi il succo della storia.
Consigliato POPSUGAR2024 - 23) A book that features dragons Sapere che questo libro è più un'introduzione al mondo e ai tre protagonisti aiuta sicuramente a godersi di più la storia, invece che aspettarsi già molta azione e molti draghi. I tre protagonisti sono cresciuti in contesti diversi e questo si riflette molto bene sul loro modo di pensare parlare e agire. Il punto di vista di Luk mi ha ricordato l'esperienza e il modo di pensare di Pin de "Il sentiero dei nidi di ragno".
Lettura con spunti interessanti, anche se penalizzata da una ambientazione a tratti contraddittoria e poco rifinita. Nonostante ciò, il libro rappresenta un buon avvio di trilogia, capace di incuriosire e spingere a proseguire con i volumi successivi.
ESTRATTO: Quando mi è stata proposta la lettura di questo libro sono rimasta davvero affascinata e ho detto subito di sì. Se mi seguite da un po', sapete perfettamente che leggo quasi ed esclusivamente fantasy, ma fantasy straniero, penso di no aver mai letto niente di italiano. Appunto per questa mia mancanza ho deciso di recuperare qualcosa della mia madrepatria. Quale modo migliore se non dare un'occasione a questa storia?
"La Dorsale. L'anno di Ferro" parla di un mondo diviso in due: quello che sta a nord della catena montuosa e quello che sta a sud. E' presente una ulteriore contrapposizione: città P ricca e florida, mentre città V povera. Per rendere ancora più caratteristica l'ambientazione, è presente l'Accademia: una scuola militare dove vengono formati i nuovi soldati e dove si incontreranno Kam, Luk e Key.
Essi sono i protagonisti di questa storia e l'autrice dedica loro dei capitoli separati. Ogni capitolo dedicato a un personaggio diverso è a se stante, si nota perfettamente che sono persone diverse e sono caratterizzate in modo peculiare, ciascuno con il suo carattere e la sua personalità.
Ho apprezzato come la diversità dei personaggi venga percepita anche dallo stile dell'autrice che si adatta alle diverse personalità. In aggiunta, credo che i personaggi sono stati ben caratterizzati.
Un ottimo libro come apertura di una nuova saga, super scorrevole e ci fa conoscere ampiamente i personaggi e le loro storie, lasciandoci alla fine on un sacco di curiosità, almeno nel mio caso.