24 dicembre 1962. All’Istituto Santi Innocenti si stanno svolgendo le prove generali per lo spettacolo di beneficenza organizzato durante il periodo natalizio. L’iniziativa prevede anche un’esposizione di presepi e una mostra dedicata alla sposa sarda. Da quest’ultima, nel corso della mattina, viene rubata una fede d’oro in filigrana, appartenente alla nobile famiglia dei Molina di Villadoria. Le prime indagini indirizzano i sospetti del tenente Roversi, chiamato a occuparsi del caso, verso un piccolo ladruncolo, noto con il nome di Sorigghittu, che però nega di aver rubato la fede. La sua testimonianza fa sorgere dei dubbi su una giovane impegnata nelle prove insieme ai bambini del coro. Ma c’è qualcosa che non convince del tutto il tenente Roversi…
Un passaggio veloce tra un episodio e l’altro. Un racconto di appena 57 pagine: breve, conciso, dinamico. Conclusione prevedibile, ma che non toglie nulla al piacere della lettura. Ce ne fossero di racconti così! Non ci scappa il morto stavolta, solo un furto durante un evento di beneficenza organizzato per le festività natalizie, a base di cori, presepi e il ricco corredo nuziale tipico di una sposa sarda, gioielli compresi. Molto folcloristico! Ritroviamo alcuni personaggi dei romanzi più corposi, tutti in gran forma e con il solito spirito d’osservazione. Scorrevole e piacevole.
Un racconto natalizio, un giallo ambientato nel collegio dei Santi Innocenti, nel corso di una recita con canti natalizi - a cui partecipano alcuni personaggi del clan Gualandi, tra cui Michele, il fratello di Caterina - con una mostra di presepi caratteristici e di oggetti tradizionali sardi, soprattutto di abbigliamento tradizionale (a essere trafugato sarà l'antico anello nuziale della defunta madre dell'organizzatore). E non so perché, ma mi fa piacere "insertarci" - come direbbe Montalbano - in questo romanzi di Zucca. Non è detto che consideri il giallo poco intelligente, mal costruito, ecco.
Racconto breve, ma d'effetto, come Zucca sa ben fare. Forse per la brevità del racconto, o forse perché ormai inizio ad entrare meglio nella modalità narrativa dell'autore, è stato un po' più facile iniziare ad avere dei sospetti nella direzione che si è poi rivelata esatta. Consigliato
Ho apprezzato che per una volta non si trattasse di assassinio (la frequenza di casi di omicidio iniziava ad essere quasi maggiore di quella di Cabot Cove), ma anche il Twister finale. Quando l'ho comprato non pensavo fosse un racconto.
Una storia breve, più adatta ad una raccolta. Per il resto, la solita meticolosa ricerca della verità, non senza sorprese, da parte del tenente Roversi