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Il volto di Vivaldi

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Questo libro è interdisciplinare: parla di pittura, di musica e di storia. Incrocia l’analisi tecnico-scientifica e stilistica dei ritratti con i dati noti o dubbi della biografia, alla ricerca di un volto vero, quello di Antonio Vivaldi, il Prete rosso, il settecentesco creatore delle Quattro stagioni e firma di una moltitudine di musiche barocche che si vanno ancora scoprendo. Chiunque segua la musica conosce il desiderio bruciante di vedere l’espressione del viso di chi compose una volta certe note che han-no attraversato secoli; e qui i primi capitoli, molto vivaci, indicano i pericoli, i falsi amici, le fuorvianti scorciatoie che l’iconografia musicale può incontrare. Così le pagine iniziali sono piene di buffi abbagli storici e divertenti para-dossi che nascono quando si pretende di ricavare le informazioni biografiche e caratteriali dai tratti somatici.
Nel caso del musicista veneziano è ancor più difficile scongiurare le trappole del riconoscimento, dato che Vivaldi, dopo la morte, cadde nell’oblio completo, per riuscirne solo agli inizi del Novecento. Le tracce sono quindi da di-stricare in una serie di dipinti e disegni a lungo anonimi, e in quelli identificati solo due secoli dopo, scoperti per un puro caso e attribuiti con scarso approfondimento. Questo libro intende fare il punto della situazione: quanti e quali sono i ritratti di Vivaldi; quali quelli autentici, dubbi o mal attribuiti. Di ciascuno analizzare il contesto storico, in relazione alla sua vicenda biografica. E per la prima volta indagare chi erano quei pittori e incisori che si cimentarono con il suo volto, perché lo ritrassero, quanto erano capaci e cos’altro erano soliti fare nella propria attività: così contestualizzati quei ritratti ci parlano diversa-mente. Alla fine si trovano conferme di tradizionali attribuzioni e smentite di altre ritenute sicure, spuntano rarità conosciute pochissimo nonché scoperte ex novo di ritratti finora ignoti, di cui uno forse importantissimo.
Perciò questi atti relativi all’effigie del Prete rosso formano un’indagine serrata, intellettualmente insidiosa, un’avventura dell’induzione e della deduzione in base a dati setacciati con precisione; limpida prova di ciò che è stato definito il «paradigma indiziario», ovvero un’anatomia di dettagli per accedere al grande fatto artistico e culturale.

300 pages, Paperback

First published November 1, 2021

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About the author

Federico Maria Sardelli

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9 reviews
May 28, 2022
Bellissimo.
Prezioso anche per una persona piuttosto digiuna di pittura come me, che vi può trovare un rigoroso spirito di indagine, desiderabile in qualsiasi disciplina.

Rivolgo l'unica critica ad uno dei capitoli iniziali, in cui viene data un'opinione tranciante e superficiale della psicoanalisi, facendo perno sulla solita condanna popperiana. L'opinione impietosa sulla psicoanalisi è peraltro legata ad una sacrosanta critica delle esegesi confuse e superficiali di opere artistiche costruite a partire da nozioni psicoanalitiche. Quello dell'interpretazione dei prodotti artistici è un campo in cui la psicoanalisi ha sicuramente dato il peggio di sé, soprattutto quando è stata maldestramente utilizzata come repertorio di simboli stantii e letture critiche preconfezionate.
Questa costatazione non può però giustificare la censura dell'intera disciplina.
Confondere poi psicoanalisi e psicologia, come si fa nel medesimo capitolo, è ridicolo e fa pensare ad una superficiale antipatia del Maestro Sardelli per le due discipline. Poco male, Freud non capiva un accidente di musica (ma lo ammetteva).

Il resto del libro è un'altro mondo: precisione, competenza, arguzia dosate da una penna leggera.
Se siete minimamente interessati, compratelo.
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8 reviews
July 21, 2023
Un libro multidisciplinare, accessibile (mi figuro) a dilettanti musicologi ignoranti di pittura, a dilettanti pittori ignoranti di musicologia, a dilettanti musicisti ignoranti di storia e così via. Meno per il tono quasi supponente di certe osservazioni pur tuttavia studiosamente concepite che perdono così buona parte del loro appeal agli occhi del dilettante, la lettura è gradevole.
Non un romanzo (il titolo potrebbe ingannare qualcuno); non un saggio di storia della musica ma un più raro, ibrido, interessantissimo trattato di ritrattistica musicologica con immagini ed ottimi disegni del Sardelli a corredo.
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