La settimana dei nostri investigatori si divide tra misteri da risolvere e i problemi e le soddisfazioni della vita privata. Una doppia traccia, tra crimine e quotidianità, che contrassegna le storie di questa nuova antologia gialla. I protagonisti in gran parte sono arcinoti, in molti casi dalle loro avventure sono state tratte delle serie televisive. C’è l’ispettrice Petra Delicado della polizia di Barcellona che vorrebbe per una volta occuparsi di «un delitto glamour», e finisce invece in una storia «deprimente e squallida». Al glamour ci pensa il trio di Alessandro Robecchi: Carlo Monterossi, Oscar Falcone e Agatina Cirrielli, i quali tempo una settimana devono riuscire a ripescare da dove è affondato l’erede ignoto di un multimilionario. Il flâneur dei piaceri e dei misteri di Palermo, il La Marca di Santo Piazzese, intenta una beffa per salvare un amico da una grottesca situazione mafiosa. Lo psicobibliologo Vince Corso è condotto, dal suo creatore Fabio Stassi, sulle tracce di una strage fantastica: sono scomparsi gli eroi dei grandi romanzi. Lamanna e Piccionello sono nati dalla penna di Gaetano Savatteri e vivono nella ridente Màkari, ai due «non va giù quando i salvatori degli ultimi dimenticano i penultimi». Dove va a finire Alice Martelli, vicequestore e compagna di Massimo del BarLume, per svelare un buffo omicidio? Nell’Orrido di Botri, in Garfagnana, lì dove nidifica l’aquila reale. Gelosia, avidità, elusività, inganno: sono categorie psicologiche in cui Dario Corbo, l’acuto e nevrotico ex giornalista di Giampaolo Simi, si muove per tirare le fila di un caso freddo. Nella Casa di Ringhiera, il palcoscenico degli equivoci inventato da Francesco Recami, una spirale infernale travolge i brutti sporchi e cattivi di quel condominio: le scommesse clandestine. Il vicequestore più famoso d’Italia, Rocco Schiavone, trova un cadavere sul Monte Bianco, frontiera franco-italiana: vorrebbe appiopparlo alla collega transalpina ma... In questa antologia compaiono anche per la prima volta, dopo l’esordio in romanzi, personaggi nuovi ben adatti a un brillante primo piano. Sono: Viola, la giornalista curiosa di Simona Tanzini, che nell’esplorazione di verità scabrose si aiuta con la facoltà non voluta di associare i colori alle persone; e Acanfora, il poliziotto soggetto delle trame di Andrej Longo: la sua indagine, su un assassinio da tinello, fende un’atmosfera che affianca ferocia e pietà, che un po’ ci ricorda Scerbanenco.
Alicia Giménez Bartlett was born in Almansa, Spain, in 1951 and has lived in Barcelona since 1975. After the enormous success of her first novels, she decided to leave her work as a teacher of Spanish literature, to dedicate herself full-time to writing. In 1997, she was awarded the Feminino Lumen prize for the best female writer in Spain. She subsequently launched her Petra Delicado series, quickly making her into one of Spain’s most popular and loved crime writers.
Ci sono appuntamenti che è bello vedere rispettati, e l’uscita della ormai tradizionale antologia di racconti dei giallisti Sellerio è una di questi: quest’anno, non è mancata l’occasione di ricordare un Maestro del genere, decisamente di casa nei titoli de La memoria, e mai titolo di collana fu più appropriato.
Anche la forma editoriale è rispettata: un filo conduttore – in questo caso delle indagini “lampo” – in cui gli amati investigatori che hanno accompagnato tante nostre nottate di lettori vengono messi alla prova. Quest’anno si parte con Gimenez-Bartlett (e Montalbano occhieggia in visita semi-istituzionale all’estero…) e si prosegue con Robecchi, sempre divertente in una storia di eredità non prevista. E poi la Palermo di Piazzese e la Napoli di Longo, in un racconto di orribili abusi appena stemperati dalla ricerca del capitone per la cena della Vigilia.
E ancora: Fabio Stassi con il suo pronto soccorso letterario ci porta idealmente fino in Argentina con uno scritto denso di omaggi fin dal titolo e di fantasia nel suo dipanarsi, Savatteri si mette alla prova con un testo che ci ricorda il dramma dei migranti nel Mediterraneo, Marco Malvaldi strappa sempre qualche risata (Alice incinta è spettacolo puro!), Tanzini è una scoperta di cui avevo sentito parlare e che approfondirò. Si chiude con un trio che non delude: Simi con il racconto forse più giallo nel senso più classico del termine dell’intera raccolta, Recami con una storia di misteriose mail in arrivo dal futuro e Manzini alle prese con un cadavere che attraversa un paio di volte il confine fra Italia e Francia soffice e inconsistente nella sua abituale ambientazione valdostana.
E’ iniziato il 2022 e io, che ho l’ultimo Montalbano da mesi sul comodino, credo aspetterò ancora un po’, che ancora non ce la faccio.
Con le sue penne d’autore - Simi, Longo, Malvaldi, Manzini - Sellerio è sempre una garanzia; ma il filo conduttore che dovrebbe tenere insieme questa antologia di brevi racconti gialli, circa cinquanta pagine l’uno, è sottile e volatile come la settimana del titolo/tema.
Racconti godibili, in alcuni casi arguti e in altri un po’ più spompati, che personalmente però non hanno lasciato il segno.
Giudizio tecnico finale: giallo, ma giallo canarino
Durante le vacanze natalizie ho scelto di leggere questo libro leggero e simpatico, che mi ha messa nuovamente in connessione con alcuni dei personaggi più amati dei gialli Sellerio. Ho apprezzato molti racconti mentre un paio li ho trovati abbastanza noiosi. Non ho ancora mai letto un romanzo di Robecchi, questo era molto carino,forse nel 2024 rimedierò. Invece l'ultimo romanzo di Manzini mi ha delusa, fortunatamente qui Schiavone è al top in tutti i sensi. Nella casa di ringhiera i protagonisti sono la famiglia dell'ex alcolista, come al solito non mancano gli equivoci ed è il racconto che si legge più velocemente. Lamanna e Piccionello sono a bordo di una nave per il salvataggio dei migranti, un racconto dolce amaro direi, offre molti spunti di riflessione nonostante la leggerezza apparente. Quello di Santo Piazzese è stato deludente, un casino unico di personaggi, storie e un finale alquanto assurdo. Al barLume ormai i cari vecchietti sono sempre meno protagonisti, mentre la scena ormai l'ha presa Alice Martelli, di un antipatia rara, spero il futuro potrà ribaltar la situazione. Non deludono invece Fermin e Petra che come sempre si imbattono nel disagio e nella tristezza, forse il racconto piú reale e verosimile.
"Una settimana in giallo" di Gimenez-Bartlett, Longo, Malvaldi, Manzini, Piazzese, Recami, Robecchi, Savatteri, Simi, Stassi, Tanzini Per una volta... . Occhi bellissimi. Come liberarsi di una pessima cuoca. Quando a Napoli nevica. Indagare con Soriano. Per ultimi e penultimi. Mai sottovalutare gli ingredienti. Ricordando Agata Christie. Vittima e vittima per sempre. Labirinto nella Casa di Ringhiera. Un decimo livello sul confine. I giallisti Sellerio ci dilettano con racconti che vorremmo si trasformassero in romanzi.
Io non sono una gran lettrice di racconti ma le raccolte Sellerio sono sempre piacevoli perché rincontro i miei amici Rocco, Petra, Massimo e Alice e tanti altri. Ma in questa raccolta ho conosciuto anche Viola, Miss Purple, di Simona Tanzini e nove n vedo l’ora di mettere il naso nel suo “Conosci l’estate?” Quasi dimenticavo di ricordare che il filo conduttore dei racconti è il maestro Camilleri e qua e là troviamo il suo Montalbano
Non sono un'amante dei racconti in generale, ma le antologie le prendo spesso per farmi un'idea su autori che non ho mai avuto il piacere di leggere. Ho scoperto due penne che mi piacerebbe approfondire, quella di Manzini che nel suo racconto porta a spasso un cadavere lungo il confine Francia/Italia e Robecchi che ho trovato molto divertente. Qualche giallo segue lo schema classico, qualche altro di giallo ha ben poco, ma tutti piacevoli.
il libro è costituito da racconti brevi (circa 50 pagine) di autori di gialli differenti. i miei preferiti sono quelli incentrati sul commissario monterossi (ambientato a Milano) e schiavone (ambientato ad Aosta). Nel complesso direi un libro non impegnativo e abbastanza scorrevole, perfetto come lettura da spiaggia
Solo quattro perché, a parte la Bartlett che salto a piè pari da anni, Stassi l'ho trovato noioso e ridondante, e mi spiace dirlo, anche la Tanzini, dopo il suo strepitoso esordio, mi è sembrata palliduccia. Ma la raccolta in sé merita...
Sempre piacevoli e ben scritti, diversi stili ma con lo scopo di rendere omaggio al "professore" come lo chiamavano in Sellerio, Camilleri! In ogni scritto un riferimento a lui. Tutto spiegato nella Bella nota dell'editore a fine libro.
La nuova raccolta pubblicata da Sellerio riunisce autori di rilievo, ma alla fine non soddisfa del tutto le aspettative. Sugli scudi Gaetano Savatteri e i suoi Lamanna e Piccionello, che come al solito riescono a far sorridere e riflettere.
La prima raccolta annuale di racconti Sellerio senza Camilleri. Raccoglie le firme di punta della casa editrice, che in larga parte non si scostano di molto dai loro normali canoni sia di tematiche che di scrittura. Un buon passatempo in attesa del nuovo Rocco Schiavone, in uscita domani.
Si sceglie un elemento che faccia da filo conduttore, senza pretendere che sia anche consistente, gli si dà il manto del ricordo di un Maestro e si chiamano a raccolta i soliti noti del giallo Sellerio. Ne escono ciambelle con il buco e altre che hanno solo il buco. Si parte con Bartlett, come sempre inutilmente antipatica in una storiella dimenticabile. Robecchi si prende senza fatica il primo posto con una storia di eredità a sorpresa e di occhi fatati e fatali. La Palermo pre-euro di Piazzese è godereccia e mafiosetta il giusto, buona scrittura e trama divertente. Il natale napoletano di Longo è malinconico e ravvivato solo dall’ossessione per il capitone, anche se la vicenda non resta nella mente. Poi tocca a Stassi avventurarsi in un incubo letterario con tanto di fantasma argentino al seguito. Un po’ retorico, ma al ritmo lento del tango ci sta. Da Savatteri bisogna aspettarsi poco in termini di trama gialla. L’afflato politico, umanitario e “de sinistra” affoga in un mare di citazioni poco divertenti. Malvaldi ti prende per simpatia e la sua storia di borseggi ed erbe aromatiche ti fa venir voglia di gnocchi alle capesante. Di Tanzini non riesco a dire nulla di interessante: questo delitto sull’isoletta siciliana mi pare solo un riempitivo scritto per obbligo contrattuale. Quello di Simi è, finalmente, un bel giallo classico, con tanto di scoperta deduttiva e colpo di scena finale. Poi, è scritto benissimo ed è pure struggente. Recami fa per un po’ lo scrittore di fantascienza e solo alla fine gioca la carta a sorpresa. Furbetto ma molto simpatico. Si chiude con l’ineffabile Manzini: soffice e inconsistente come la neve in Val d’Aosta, sempre più lontano dal genere poliziesco.