Quante volte ci è capitato di cercare qualcosa e trovare tutt’altro? Una compagna, un compagno, un lavoro, un oggetto. Agli scienziati succede sempre: progettano un esperimento e scoprono l’inatteso, che di solito si rivela assai importante. Questo affascinante fenomeno si chiama serendipità, dal nome della mitica Serendip da cui, secondo una favola persiana, tre principi partirono all’esplorazione del mondo. Nella storia della scienza le più grandi scoperte sono avvenute così. Qui però non troverete la solita lista di aneddoti, dalla penicillina ai raggi X al forno a microonde. Le più sorprendenti storie di serendipità svelano infatti aspetti profondi della logica della scoperta scientifica. Non è solo fortuna: la serendipità nasce da un intreccio di astuzia e curiosità, di sagacia e accidenti colti al volo. La serendipità, soprattutto, ci svela che non sapevamo di non sapere. Dopo i successi di Imperfezione e Finitudine, Telmo Pievani ci accompagna nell’avvincente storia di un’idea. Da Zadig a Sherlock Holmes, i tanti eroi della serendipità ci insegnano che la natura, là fuori, è sempre più grande della nostra immaginazione.
Telmo (Dietelmo) Pievani nasce a Gazzaniga (BG) il 6 ottobre 1970. Si laurea in filosofia della scienza a Milano con Giulio Giorello, poi prosegue gli studi negli USA, lavorando con Ian Tattersal e Niles Eldredge nel campo della filosofia della biologia. Dal 2001 al 2012 insegna presso l'Università degli studi di Milano-Bicocca, e nel 2012 ottiene la prima cattedra italiana di Filosofia delle scienze biologiche presso il Dipartimento di Biologia dell'ateneo di Padova, dove insegna anche Antropologia.
Oltre alle numerose pubblicazioni scientifiche, Pievani ha scritto opere di divulgazione molto apprezzate presso il grande pubblico e dedicate a tematiche evoluzionistiche e antropologiche. Ha curato la pubblicazione in italiano di opere dei principali filosofi della biologia (Richard Dawkins, Niles Eldredge, Stuart Kauffman, Ian Tattersal, Sean B. Carroll etc.) e di alcuni dei taccuini darwiniani. Collabora con quotidiani e riviste, tra cui il Corriere della Sera, La Stampa e Micromega, e tiene una rubrica bimestrale sulle Scienze, dedicata a scienza e filosofia. Dirige Pikaia, il portale italiano dell'evoluzione.
There is no doubt that serendipity is a delightful word - and equally no doubt that its meaning of making accidental positive discoveries is an apt one for science. It's quite fun to hear about unexpected finds, whether it's the famous ones like penicillin or perhaps less well known discoveries from PTFE to saccharin (neither of which are considered here).
It is, however, a rather delicate concept - not suited to a heavy duty approach, which is arguably what Telmo Pievani gives it in this slim (but surprisingly long feeling) book. A non-fiction writer is always faced with the temptation to give far more detail on a topic that interests them than necessarily engages their readers. Here, Pievani goes to town on the origins of the word 'serendipity'. It is, indeed vaguely interesting that it came from an old tale about the 'Three Princes of Serendip', but the level of detail we're given on the ancient Persian set of stories this originates from verges on the excruciating - about 20 pages dedicated to little more than etymology, and getting on for 50 pages of meandering before we touch much science.
We do get some scientific discoveries to justify the subtitle of 'the unexpected in science' - but even here it's arguable whether some of the discoveries, such as pulsars really could be considered serendipity. It's true that they were not looking for pulsars (how could they, when no one knew they existed), but they were looking - Bell's discovery was not an accident in the conventional sense of the word. When we do hit on true serendipity, the storytelling is sparse, often getting through it in a page or so before getting back to meandering.
I'm sure this book will appeal to some readers, but I found it verging on the pompous and rarely interesting.
Sicuramente molto interessante, forse troppe cose, capisco che il senso del libro era quello di spiegare sta benedetta serendipità, ma troppi esempi.
Preciso che la mia lettura non è stata dalla prima all’ultima pagina, piuttosto uno saltare da un argomento all’altro, quello che trovavo più interessante e curioso.
ben scritto,fluido e accattivante, un ottimo spiraglio d’ingresso da cui poter sbirciare come la scienza si muove nella storia dell’uomo e delle sue scoperte,anche inattese
Ho apprezzato la struttura della narrazione e i molti esempi riportati. Mi sono un po’ persa nella parte finale in cui si parla di matematica perche sono concetti molto lontani dalle mie strutture mentali, perciò faccio fatica a comprenderle a pieno.
Ma tutto sommato, adoro Pievani: ogni volta che leggo qualcosa di suo mi lascia sempre un’impronta positiva e mi fa venire voglia di leggere altri suoi libri. La sua scrittura è scorrevole e mai noiosa, anche per una persona non-di-scienza come me
This has totally subverted my expectations, I thought it's going to be a boring retelling of accidental discoveries but the way it starts with a meticulous tracing of the word serendipity and its changing meaning had me hooked within a few pages and I read the rest straight through. Hard to complain about the title of the book when it's literally what its about but I think it's just selling this amazing little book short.
Una lettura molto stimolante, di cui voglio ricordare soprattutto una frase: "L'ispirazione richiede una certa consuetudine alla traspirazione, al sudore del duro lavoro. Per candidarsi alla fortuna bisogna studiare, frequentare gente curiosa, ampliare la sfera della propria consapevolezza, in modo da trovarsi, pronti a prendere in considerazione dati che un principiante o un osservatore casuale trascurerebbe".
Ciertamente, un ensayo muy minucioso. Hay que seguir al autor con paciencia y disciplina para entender a dónde quiere llevarnos… Su análisis es de gran profundidad y valor. Todo amante de la empresa científica debería leerlo. (En el momento de escribir esta reseña no hay traducción al español. Peccato!)
Big chunk of story and history about serendipity. interesting that he points out the difference of how it is understood nowadays and what it meant originally... but it is not what i was looking for
Voglio provare questo modo di recensire una lettura, aggiungendo un commento finale fuori categoria.
Forma: parlando di scienza il linguaggio è spesso specifico della disciplina di cui si sta parlando, tuttavia essendo di fatto un libro di filosofia della scienza la forma è scorrevole e l'intreccio tra i collegamenti che avvolgono l'argomento centrale è ben sviluppato con numerosi dettagli e grado di approfondimento (ho perso alcune connessione tra inizio e fine del libro, ma questo probabilmente perché l'ho letto in un intervallo di tempo molto dilatato che mi ha impedito di coglierne le sfumature più originali)
Contenuto: questo libro parla di scienza o meglio di come avviene la scienza, o meglio di come avviene una gran parte della scienza; la serendipità viene raccontata a partire dalla nascita del termine stesso, sviluppata con una moltitudine di esempi ed espressa seguendo una classificazione in quattro tipologie; nella parte conclusiva si analizza il rapporto tra matematica e fisica, ed essendo fisico di formazione ho apprezzato particolarmente questa parte, anch'essa ricca di dettagli e collegamenti che danno una visione d'insieme difficile da figurare quando uno la materia la studia e "ci vive dentro".
Gusto: ho trovato piacevole lo stile di scrittura, particolarmente apprezzati anche gli incipit con le poesie della Szymborska; nonostante a tratti ho trovato difficoltà a seguire alcuni punti o la dissertazione diventava un po' prolissa sul numero di fatti da presentare (eppure così è la scienza: un'accozzaglia di roba da sistemare tentando di cavarne fuori qualcosa di nuovo), mi sono piaciute le riflessioni spesso incalzanti interne al discorso generale
In generale un ottimo saggio di scienza, avevo forse un bias perché conoscevo l'autore, ma ammetto che ne sono stato soddisfatto: a fine lettura si ha una serendipità: si scopre di aver letto un bel libro che sorprende più di quanto ci si aspettava. Serendipità di che tipo?
Ci si può chiedere cosa abbia a che fare la serendipità, che ormai (sbagliando) associamo a destini del cuore, con la scienza e Telmo Pievani ce lo spiega nel dettaglio e con passione. Apprendiamo quindi quanto sia importante per lo sviluppo della scienza, per il suo finanziamento concentrarsi e studiare più da vicino questo fenomeno di casualità più o meno forte nelle scoperte scientifiche. Quanto sia importante concentrarsi sulla ricerca di base senza particolari scopi per poter alimentare anche la scienza applicata che ne deriverà successivamente. Quanto sia importante divagare e mantenere la mente aperta e curiosa mentre si fa ricerca per accogliere le deviazioni con interesse e non farsi imprigionare da schemi di pensiero già noti. Si trova anche una nota sul pericolo dei sistemi di previsione che ci propongono esperienze e servizi sempre più affini ai nostri gusti impedendoci di sperimentare il diverso e l'inaspettato. Da ultimo lo sguardo si amplia verso la modalità di pensiero dell'uomo e la sua capacità di vedere il mondo con la lente della matematica che così tanto si adatta a descriverlo. Il filosofo della scienza rimette tutto in prospettiva e ci rammenta come a noi paia che la matematica sia l'unico strumento per leggere il mondo in maniera così precisa perché noi vediamo questo particolare profilo ma ce ne sarebbero molti altri che noi ignoriamo. Quanto non sappiamo è molto di più di quanto sappiamo. Un invito a continuare a impegnarsi in nuove scoperte.
Il titolo di questo libro non mi sembra certo troppo azzeccato per il marketing, tanto che se appena di seguito non fosse spiegato come “L’inatteso nella scienza” nessuno fra i lettori comuni ,come mè ci avrebbe capito niente. Chiaramente l’autore ci tiene a usare questo termine sottolineando accuratamente la sua genesi storia risalente addirittura ad antichi racconti persiani ed in particolare ai :”Tre principi di Serendippo”. Questi tre principi ci viene raccontato hanno una straordinaria abilità di osservare e trarre anche da piccoli indizi la soluzione di fatti che gli altri non riescono a spiegare. Temo che l’autore si adonterebbe se mi vedesse banalizzare la sua accuratissima analisi, ma ecco in prima approssimazione per farmi capire mi sembra indispensabile dire francamente al lettore che al di fuori dai riferimenti classici o esotici ci troviamo di fronte a nient’altro che alla tecnica usata dagli innumerevoli investigatori protagonisti degli oggi diffusissimi triller. http://gmaldif-pantarei.blogspot.com/...
Dalla novella dei tre principi di Serendip alle ultime ricerche di filosofia della scienza, il termine "serendipità" viene analizzato in tutte le sue accezioni. Pievani, alla ricerca delle scoperte scientifiche scaturite da una qualche forma di serendipità, ripercorre la storia della scienza e in definitiva dell'uomo. La scoperta, afferma l'autore, spesso accade in modo fortuito, ma solo se lo scienziato si apre ad essa. E così la serendipità rende la ricerca scientifica più democratica, accessibile a tutti, purché disposti con umiltà ad accogliere la novità inattesa. E ancora, serendipità è anche l'accordarsi dell'osservazione sperimentale alla costruzione teorica prodotta mediante la matematica (che è tecnica di creazione di nuovi mondi) quando non si immaginava neanche che potesse servire. E in letteratura serendipità è ciò che è alla base della costruzione di intrecci gialli: come i principi di Serendip l'investigatore legge gli indizi che trova in modo fortuito per dedurre il passato invisibile.
Conoscevo già Telmo Pievani pur non avendo letto mai un suo libro. Ho veramente apprezzato il suo modo pacato e ordinato, ma allo stesso tempo ritmato e accattivante di fare divulgazione scientifica; in particolare nel programma La fabbrica del mondo andato in onda su Rai 3 qualche mese fa (che lo vede alla conduzione insieme a Marco Paolini). Le caratteristiche che dimostra "in video" sono altrettanto apprezzabili nella scrittura. Il libro tratta un argomento originale e con tante sfumature, non si riduce a un elenco di fatti serendipitosi della scienza ma ne approfondisce il significato profondo, la sua importanza e la sua applicazione nella ricerca scientifica per il progresso.
Finalmente una nuova prospettiva su questo termine, serendipità, che ho sentito spesso usare nei contesti più svariati. È la prima volta che sento parlare di uno dei tanti significati di questa parola, quello per cui una soluzione ad un problema viene trovata prima ancora che il problema sia palese come tale. Questa accezione include quelle costruzioni matematiche che riescano a spiegare fenomeni naturali prima ancora che questi vengano osservati per la prima volta, come il bosone di Higgs e le onde gravitazionali.
Per me, non è stato un che gran libro. Per l'amor del cielo, ottimo per quanto riguarda le fonti e l'esposizione di esse, ma l'ho trovato un poco troppo lento come libro. Se fosse un pelo più scorrevole lo potrei apprezzare assai di più. Buone fonti, stile che PERSONALMENTE non mi appassiona. 1/5 (4/10) perché qui una stella è "non mi è piaciuto", non "è stato pessimo". Ottimo libro, stesura e stile che non mi è piaciuta. Se qualcuno dubita sul volere leggere questo libro io consiglio di leggerlo.
Un bellissimo testo utile sia per la vita che per il lavoro di ricercatore. La serendipità è l'atto di trovare lo sconosciuto e non ricercato, rimanendo preparati a riconoscerlo per far progredire al meglio la ricerca. Prima lettura di Telmo Pievani che mi ha legato indissolubilmente a questo filosofo della biologia.