Moritz Schlick (1882-1936) è il filosofo e fisico tedesco che, a partire dal 1925, organizzò il cosidetto "Circolo di Vienna" frequentato dai maggiori esponenti del movimento neopositivistico. Il saggio "Forma e contenuto" riprende una serie di lezioni tenute da Schlick a Londra nel 1932, e può essere considerato lapiù organica esposizione della teoria della conoscenza elaborata dal filosofo in quegli anni. È un testo assai elegante e chiaro che pone l'accento fin dal titolo su una distinzione tipica della filosofia neopositivistica e che oggi è al centro di una rinnovata e promettente attenzione. Schlick sostiene la tesi della radicale inconoscibilità e inesprimibilità del contenuto intuitivamente esperibile e dell'impossibilità di cogliere la natura qualitativa delle cose. L'unica conoscenza effettivamente possiblie è quella relativa ai rapporti strutturali tra i fenomeni offertaci dal sapere scientifico. Il libro è completato da due brevi scritti, di respiro più schiettamente speculativo, che danno conto di due apsetti molto importanti dell'empirismo logico: il primo, della polemica con l'interpretazione neokantiana e cassireriana della teoria della relatività; il secondo, della critica alla concezione husserliana e fenomenologica dell'a priori materiale e al bergsonismo. L'introduzione di Paolo Parrini dà il giusto rilievo al pensiero di Schlick discutendone i rapporti con l'opera di altri rappresentati del "Circolo di Vienna" nella prima fase del neopositivismo,
Un texte assez court, composé de trois conférences, qui m'a redonné le goût de lire plus de philo. Une introduction intéressante à la pensée de Schlick, penseur que je ne connaissais pas. J'ai envie de me plonger davantage dans la philosophie analytique suite à cette lecture.
L'edizione di Bollati Boringhieri raccoglie tre lezioni londinesi di Schlick, a tema epistemologico e logico. La prima cosa che inevitabilmente attira l'attenzione è la pulizia e la perspicuità della scrittura del filosofo che, forse a voler tradurre con le parole un ordinatissimo edificio concettuale, misura le frasi lemma per lemma con meticolosa attenzione, curandone simultaneamente l'eleganza e la chiarezza. Le tesi così graziosamente esposte rientrano nel decalogo del Circolo di Vienna e del neopositivismo degli anni '20: l'essenziale inesprimibilità del contenuto mediato dalla forma, i cascami (spesso scetticamente recepiti) Kantiani nella teoria della cognizione, il verificazionismo come meccanismo per l'accertamento del significato di un pronunciamento, la dichiarata antimetafisica, la conoscenza come "identità nella diversità", la critica all'intuizione, ecc. Consigliato a chi un po' rodato in logica e dottrina neopositivista, ma in generale un buon assaggio della filosofia dell'empirismo logico.