È una sera umida di fine agosto, nella periferia di Milano. Sotto le luci intermittenti della balera dell'Ortica, tutti gli sguardi sono puntati sul corpo sinuoso di Katy, che danza un tango allacciata al suo cavaliere e che poi, appena la musica finisce, fugge via. Quella notte, fuori dal locale, viene trovato il cadavere di un giovane uomo, assassinato a colpi di pistola: era un ex di Katy, geloso e molesto, che la pedinava e la perseguitava. Chi l'ha ucciso? Forse la stessa Katy? Forse un altro spasimante? Per il delitto, la polizia arresta in realtà un personaggio insospettabile, il maggiordomo di una dama dell'alta società milanese. Le prove contro quell'uomo taciturno e devoto paiono schiaccianti. Sarà proprio la ricca signora ad assoldare Libera - la fioraia detective -, e la sua eccentrica madre Iole, perché trovino il vero colpevole dimostrando l'innocenza dello sventurato maggiordomo. Inizia così la quarta indagine delle Miss Marple del Giambellino, le stravaganti investigatrici dilettanti, questa volta impegnate a risolvere un caso che le riguarda molto da vicino e che le metterà addirittura in competizione con le forze di polizia. Sullo sfondo di una Milano contemporanea che conserva il sapore di quella di un tempo, la romantica fioraia Libera e l'eterna hippie Iole riescono ancora una volta a sorprendere il lettore con le loro indagini, accompagnandoci in un giallo tenero e duro, dove ognuno ha un segreto e insieme un buon motivo per mentire.
Rosa Teruzzi (1965) vive e lavora a Milano. Ha pubblicato diversi racconti e tre romanzi. Esperta di cronaca nera, è caporedattore della trasmissione televisiva Quarto grado, in onda su Retequattro. Per scrivere si ritira sul lago di Como, in un vecchio casello ferroviario, dove colleziona libri gialli.
“…stava già imboccando via San Faustino. Anche qui un gigantesco murale copriva il ponte della ferrovia. Ritraeva i visi di uomini e donne che avevano reso onore all’Italia o al quartiere. Tra di loro, naturalmente, c’era Enzo Jannacci. Sul muro erano trascritte le parole di una delle sue canzoni più famose: Faceva il palo nella banda dell’Ortica” Ciao papà!
Ormai sono affezionata ai personaggi di questa serie e consiglio questi gialli a chiunque voglia leggere qualcosa di leggero ma scritto bene e che magari conosca Milano e dintorni, in quanto trovo che sia molto suggestivo riconoscere vie, piazze, chiese e altri punti di riferimento come la balera dell'Ortica, noto locale estivo milanese. Ogni volume risolve un caso ma lascia le premesse per un nuovo mistero e quindi anche questa volta aspetterò impaziente il seguito! Da sottolineare che questi gialli hanno di diverso il fatto che non ci sono anatomopatologi, autopsie, scientifica e strumentazioni tecnologiche, tutt'altro. La fioraia del Giambellino risolve i casi parlando, instaurando relazioni con le persone, facendosi aiutare dalla madre settantenne. Non fanno giustizia, lasciano alla polizia poi le decisioni finali ovviamente, ma desiderano fare chiarezza. Bello che l'autrice ponga quasi sempre l'attenzione sulla violenza sulle donne e cerchi di dar voce al mondo femminile.
Siamo arrivati ormai alla quarta indagine che vede come protagoniste la fioraia del Giambellino, Libera, e la madre Iole. Come per gli altri volumi ho divorato il romanzo in poche ore, mi piace veramente tanto lo stile dell'autrice ed il suo saper unire più elementi nei suoi racconti. Della trama non vi voglio raccontato quasi niente perchè sarebbe difficile farlo senza nessuno spoiler per chi ancora non ha letto i primi 3 volumi. Ci sarà ovviamente un caso da risolvere, anche se spesso e volentieri a rubargli la scena saranno la nostra Libera che, insieme alla madre, sono ormai diventate le Miss Marple milanesi. A rimanere in primo piano sono i rapporti personali e le storie delle tre milanesi che ritroviamo esattamente come le avevamo lasciate. Mi sarei infatti aspettata un'evoluzione maggiore dei personaggi che sembrano invece rimanere quasi immutati, soprattutto Libera, che dopo aver finalmente trovato pace ed aver risolto il caso dell'omicidio del marito, che negli anni l'aveva logorata dentro, resta comunque bloccata nella sua indecisione, consapevole forse di essersi decisa ad agire troppo tardi ed aver perso la sua occasione di essere nuovamente felice. Un piccolo passo in avanti invece lo vediamo inaspettatamente dalla figlia Vittoria, l'unico personaggio che in questa serie continua a non convincermi del tutto, che inizia a diventare più morbida nei confronti della madre e delle pazzie che combina insieme a Iole. Il loro rapporto non è mai stato semplice, soprattutto dopo la morte del padre Vittoria si è chiusa in se stessa e per Libera è diventato sempre più difficile comunicare con lei e comprenderla. Iole rimane sempre la solita matta, in senso buono, senza filtri, divertente, invadente, eccentrica, un personaggio fuori dagli schemi e a noi piace proprio per questo. Anche questa volta ne combinerà delle belle, con lei le risate sono sempre assicurate! Forse una delle poche pecche di questo racconto è l'indagine, dalla quale mi aspettavo quel qualcosa in più a cui l'autrice ci aveva abituato ma devo ammettere che non mi è importato particolarmente, come dicevo prima il giallo è quasi un qualcosa in più, il collante che unisce la storia delle protagoniste alle loro pazze avventure alla ricerca di indizi.
Iole e Libera sono due personaggi che ormai mi sono entrati nel cuore e non vedevo veramente l'ora di poter leggere ancora di loro e delle loro strampalate peripezie nella mia amata Milano, descritta come sempre in maniera veramente impeccabile dalla Teruzzi, la quale riesce a cogliere ogni singola sfumatura ed a farla vivere anche a chi non la conosce così da vicino.
Ho trovato questo romanzo una lettura veloce e, sotto certi punti di vista, spensierata, perfetta per passare un’oretta o poco più ad oziare in un pomeriggio estivo. Per il resto, però, poco di più.
Sotto richiesta di Franca, amica di vecchia data di Iole, la donna e la figlia si ritrovano ad indagare su un caso in cui il Maggiordomo della donna è il principale sospettato, al fine di scagionarlo. Devo dire che ho trovato questa avventura carina, con un paio di colpi di scena interessanti, nonostante comunque dopo poche pagine che era entrato in scena era piuttosto chiaro chi fosse l’assassino, dato come si comportava. Ciò che meno immaginavo era però la motivazione, dato che pensavo ad altro.
Ciò che non mi ha fatto impazzire in questo romanzo sono state le protagoniste: ho trovato che non vi sia stata alcuna crescita nei loro personaggi, anzi, mi è sembrato che siano regredite rispetto al volume precedente, soprattutto Libera.
Una capacità incredibile che ha la Teruzzi è sicuramente quella di creare dei finali accattivanti: appena messo giù il libro mi è venuta una voglia matta di leggere il successivo, perché è impossibile non essere curiosi dopo aver letto l’ultima frase!
Quarto capitolo della serie di romanzi con protagoniste Iole, Libera e Vittoria. Nei romanzi di questa serie si sviluppa un piccolo giallo che si conclude a fine romanzo e poi come sotto trama abbiamo le vicende delle tre protagoniste. Ecco in questo romanzo avrei preferito qualche passo avanti nel racconto della vita delle protagoniste, mi sembra tutto fermo e congelato e che non ci siano passi avanti significativi tranne che per Vittoria. I personaggi mi sembrano un po' intrappolati nei loro schemi mentali: Iole quella fuori dalle righe che non fa niente di convenzionale, Libera quella tormentata che non sa darsi pace su scelte fatte nei romanzi precedenti e Vittoria quella rigida ma che alla fine aiuta sempre la mamma e la nonna. E' anche vero che le vicende si svolgono poche settimane dopo "Non si uccide per amore" quindi non poteva esserci chissà che evoluzione nella vita delle tre donne però avrei preferito magari che fosse passato più tempo da quelle vicende ma che ci fosse qualcosa di nuovo nelle loro vite. Un romanzo comunque piacevole e che si legge con facilità ma al contrario delle altre volte non sento la voglia di cominciare a leggere immediatamente il successivo. Forse il mio entusiasmo si sta un po' raffreddando, anche se continuo ad amare i personaggi della serie a volte si arriva ad un punto in cui vorresti di più per evitare che le vostre strade si debbano dividere. Io mi sento a quel punto ma leggerò comunque il prossimo romanzo per chiarirmi le idee.
È sempre complicato parlare di una serie: da una parte perché non si può dire molto per non lasciare spoiler a chi ancora deve iniziare, dall’altra perché quando si è giunti ormai a un quarto capitolo le aspettative cambiano, così come l’atteggiamento del lettore nei confronti dei protagonisti.
Rosa Teruzzi in questi anni ci ha tenuto compagnia con romanzi davvero molto belli, gialli finemente costruiti nei quali parallela a un caso specifico che inizia e finisce nell’arco di un libro, si sviluppa una sottotrama fatta non solo di misteri ma anche di relazioni e di forti emozioni. Con ognuno dei romanzi precedenti, e anche con il nuovo “Ultimo tango all’ortica“, il lettore rimane ancorato a una nuova domanda, a una nuova storia da conoscere e da svelare.
Protagonista delle vicende rimane Libera, che dopo l’omicidio del marito ha cambiato vita diventando fioraia, e che adesso si diverte a fare da Miss Marple insieme alla madre Iole, e sotto lo sguardo attento, ma adesso molto meno severo di prima, della figlia Vittoria.
Partendo proprio da loro, ammetto che quello che mi è mancato in “Ultimo tango all’ortica” è stato un ulteriore passo in avanti dei personaggi, un’evoluzione dei loro rapporti. Libera è incastrata, imprigionata dalle sue stesse frustrazioni che rimbombano sotto forma di domande nelle sua testa; domande per le quali non fa nulla di concreto per trovare delle risposte o per superarle. Iole è sempre Iole, con i suoi partner interscambiabili, il suo corpo reso flessuoso dallo yoga, il suo stile stravagante, ma in questo quarto capitolo l’ho trovata un po’ sottotono. Non so dirvi se è perché il personaggio ha perso ai miei occhi la freschezza che aveva all’inizio, con il suo carico di inaspettato che faceva sorridere, o se è perché anche Iole non si è davvero mai mossa dallo schema che le è stato costruito inizialmente e che alla lunga perde quel sapore di novità.
L’unica che in questo quarto capitolo della serie fa un passetto in avanti è Vittoria, la figlia di Libera, che sembra sciogliersi nei confronti della mamma e della nonna, provando ad assecondarle nelle loro indagini amatoriali. La ragazza è molto meno burbera e scostante adesso che l’omicidio di suo padre è stato risolto e può guardare al futuro libera dagli spettri del passato.
È anche giusto sottolineare che dai fatti narrati in “Non si uccide per amore” sono passate solo un paio di settimane, quindi è comprensibile che le nostre protagoniste in “Ultimo tango all’ortica” si muovano ancora all’interno delle stesse dinamiche, ma per il lettore è trascorso oltre un anno dall’ultima volta che le ha incontrate e probabilmente è facile cadere nell’errore di pensare che sia stato lo stesso anche per loro, aspettandosi qualcosa in più o di diverso. Io per prima ci sono cascata, per poi rendermi conto che la distanza temporale tra i due romanzi era davvero minima. Alla luce di questo probabilmente le mie considerazioni avrebbero dovuto subire delle modifiche, ma da lettrice vi dico sinceramente che avrei magari preferito una narrazione in un tempo diverso, in modo da avere qualche elemento nuovo.
Il giallo dell'”Ultimo tango all’ortica“, invece, è ben strutturato, come Rosa Teruzzi ci ha ormai abituati e tocca ancora una volta temi legati all’attualità, sempre con un occhio ben attento nei confronti delle donne. Lo stile dell’autrice, fresco, moderno e scorrevole, rendono la lettura piacevole e coinvolgente.
E ancora una volta il finale ci fa rimanere con dubbi e domande, con nuovi interrogativi che si spera verranno sciolti nel prossimo romanzo. Il consiglio rimane sempre lo stesso: iniziate dal primo volume della serie!
Sarà il cambio di lettrice negli audiolibri, ma questo mi è piaciuto anche più dei precedenti. Non più un cold case, per le nostre Miss Marple del Giambellino, ma un omicidio fresco fresco. E in più tante restano le questioni in sospeso e i nodi da sciogliere nella vita privata delle protagoniste. Non resta che proseguire con i prossimi capitoli...
Può un ballo sensuale come il tango trasformare una donna normale (o tardona come la chiama Iole) in una splendida visione? Probabilmente sì visto che un uomo giovane e attraente si è lasciato sedurre da Katy, la quarantenne che balla alla balera L’Ortica, per poi essere ucciso brutalmente con un colpo di pistola mentre era li a spiare la donna. E in che modo Libera e sua madre Iole si trovano ad investigare sul caso? Ebbene, una loro vecchia conoscenza è stata arrestata per il delitto ma qui gatta ci cova e il fermato è davvero l’ultima persona che si potrebbe additare come assassino.
L’autrice come per i precedenti volumi riesce a coniugare benissimo il mistero con l’ironia; le sue donne sono uniche e ancora una volta mi tocca dire che Iole è quella che preferisco in assoluto, per il suo modo di fare, per la sua parlantina, per le sue mise improbabili.
Il libro si legge in un attimo, gli incastri che riguardano le indagini sono curati e precisi (Adoro la Smilza e Cagnaccio!!!), inoltre la Teruzzi butta l’amo su quello che probabilmente sarà il tema chiave del suo prossimo romanzo, dove mi auguro che Libera si dimostri meno posata e più avventata, insomma meno legata di come è adesso; credo debba dimostrare di essere davvero “libera” come dichiara il suo nome.
La cosa che ho amato di più è l'ambientazione in un sono così mitico e storico come la balera dell'ortica. Il giallo avrebbe potuto osare di più. Leggerlo senza aver letto i precedenti destabilizza all'inizio.... troppi rimandi a una trama personale delle protagoniste non noti. Scritto con fluidità e maestria, scorre veloce e un po' sorprende
Continuano le indagini delle Miss Marple del Giambellino, Libera e sua madre Iole, la sciroccata che mi somiglia tanto a nonna Mazur di Stephanie Plum (la serie di Janet Evanovich). Questa volta mi è sembrata un'indagine più seria, anche perché Libera e Iole sono state ingaggiate proprio in qualità di investigatrici private da Franca, l'amica altolocata di Iole, in quanto Amelio Berzaghi, il suo maggiordomo, è stato arrestato per l'omicidio di Carlo Viserbelli, poco fuori da una balera all'Ortica, ma si rifiuta di parlare persino con il proprio avvocato. La vicenda è un intrico di corna e stalking di varia natura, e Libera chiede aiuto a Cagnaccio, il direttore del giornale La Città e alla sua sensibile cronista Irene per indagare. Questa volta Vittoria non mette i bastoni tra le ruote alla madre e alla nonna, anzi le aiuta per quel che può, a patto che Libera le faccia sapere tutto quello che scopre.
Finora è la storia che mi è piaciuta di meno, che mi ha meno coinvolta. Un uomo viene trovato morto nei pressi di una balera dove, a suon di tango, si esibisce un’affascinante quanto misteriosa ballerina, ex amante della vittima. Ma le prime indagini portano a sospettare di un’altra persona: Amelio, il maggiordomo riservato e irreprensibile di Franca, la migliore amica di Libera e Iole. Il coinvolgimento è inevitabile e porterà a scoprire segreti e menzogne, tradimenti e ossessioni, storie tenere e dure di vari personaggi, fino alla soluzione del caso che assicurerà il responsabile alla giustizia. Come al solito il romanzo chiude con le premesse per un nuovo caso. Scrittura fluida e intrigante che impone una lettura veloce e senza impegno, come ormai ci ha abituati l’Autrice.
È un insolito agosto, umido e piovoso. Siamo nella periferia di Milano, sotto le luci intermittenti della famosa balera dell’Ortica, tutti gli sguardi sono puntati su Katy, che danza un tango sensuale allacciata al suo cavaliere. Appena la musica finisce, la bella Katy fugge via misteriosamente. La stessa notte, fuori dal locale, viene trovato il cadavere di un giovane uomo, ucciso a colpi di pistola, Carlo Viserbelli, un ex di Katy, geloso e paranoico che la pedinava e la molestava. Chi l’ha ucciso? Forse la stessa Katy? Forse un altro spasimante? Per il delitto, la polizia arresta in realtà un personaggio che sembra insospettabile, Amelio, il maggiordomo di una dama dell’alta società milanese, Franca, grande amica di Iole. Le prove contro quell’uomo taciturno e devoto paiono schiaccianti. Sarà proprio Franca ad assoldare Libera e la sua eccentrica madre Iole, perché trovino il vero colpevole dimostrando l’innocenza del maggiordomo. Inizia così la quarta indagine delle Miss Marple del Giambellino, le stravaganti investigatrici dilettanti, questa volta impegnate a risolvere un caso che le riguarda molto da vicino e che le metterà addirittura in competizione con le forze di polizia, e con la stessa Vittoria, anche se questa volta la giovane poliziotta sembra essere meno scontrosa rispetto ai precedenti casi. Altro caso per le formidabili investigatrici dilettanti del Giambellino, la bravissima fioraia Libera, e l'esuberante Iole, la madre da mille risorse e mille travestimenti. Questa volta la faccenda è anche personale perché è coinvolta la loro amica Franca Crivelli, signora di gran classe ed altolocata, ma soprattutto il suo maggiordomo, Amelio, arrestato per l'omicidio del pubblicitario Carlo Viserbelli, un personaggio alquanto discutibile e controverso. Il caso si presenta subito molto complicato perché Amelio si trincera dietro un ostinato silenzio, e si sa che "Si può scegliere di non parlare perché non si ha nulla da dire. O per proteggere un segreto". Appunto, cosa nasconde Amelio che preferisce stare in prigione piuttosto che dire la sua versione dei fatti? Che collegamento c'è tra lui, Viserbelli e Katy? Questa volta Vittoria è molto più collaborativa e meno scontrosa rispetto al passato, forse aver finalmente scoperto cosa è successo al padre gli ha tolto un fardello pesante da portare sulle spalle. Quindi si tratta solo di scoprire chi arriverà per primo all'assassino, la polizia o la strana coppia di detective, che anche in questa occasione avranno il decisivo aiuto di Cagnaccio e della sua giovane ma preziosa giornalista di cronaca nera. La trama, come in tutti i libri di Rosa Teruzzi, si snoda molto lineare, scorre veloce con un buon ritmo. Rosa riesce con la sua penna ad immergere il lettore nell'atmosfera di una Milano insolitamente fredda e piovosa di agosto, sembra quasi di stare al vecchio casello mentre Libera cucina i suoi manicaretti vegetariana o assembla un bouquet per una futura sposa avvolta dall'intenso profumo dei suoi fiori meravigliosa, oppure potremmo fare yoga accanto a Iole, o gustarci una passeggiata lungo i Navigli. Non è un thriller mozzafiato, ma un giallo molto ben architettato, piacevole da leggere, che ti avvolge e coinvolge, lasciando come sempre un finale che lascia aperta la porta per la prossima avventura. Complimenti Rosa Teruzzi!!
E' doverosa un premessa: nonostante questo sia il terzo o quarto libro della serie delle "miss Marple del Giambellino", è il primo che leggo e quindi non posso esprimermi sulle parecchie critiche in merito alla mancata evoluzione dei rapporti tra le protagoniste, Iole, Libera e Vittoria, che si capisce subito avere un trascorso proveniente dai romanzi precedenti. Quindi, non mi esprimerò su questo aspetto.
La vicenda comincia in un noto luogo di incontro, soprattutto serale, di Milano: la Balera dell'Ortica. Una donna, Katy, balla un tango con grande intensità e maestria, dopodiché si allontana dal locale a piedi nella notte. Poco dopo viene rinvenuto il cadavere di un uomo assassinato a colpi di pistola proprio di fronte alla Balera, la cui uccisione coincide con l'uscita della donna. L'uomo e Katy, peraltro, si conoscevano. E anche abbastanza bene.
Qui intervengono le nostre due protagoniste, Iole e Libera, madre e figlia che più diverse non potrebbero essere, chiamate in causa da un'amica comune perché la polizia ha trovato un possibile esecutore dell'omicidio e questa persona è...
Questo è l'incipit del romanzo.
Ovviamente, le nostre due investigatrici a tempo perso si metteranno in pista per verificare cosa sia successo veramente quella notte, chi sia l'assassino e il perché dell'omicidio.
La scrittura è piacevole e sicuramente il libro scorre bene. A mio parere, a parte le due protagoniste, le altre figure di contorno sono appena abbozzate, poco più che dei cartonati, ed entrano ed escono dalla vicenda senza veri contributi alla storia. Una parziale eccezione può essere fatta per Vittoria, la figlia di Libera, che è poliziotta e che serve come fonte principale di informazioni per mamma e nonna.
L'atmosfera vuole essere quella di una Milano moderna, attuale, ma col sapore dei tempi che furono, una specie di belle-epoque meneghina che riecheggia nei luoghi iconici della metropoli, quali appunto la Balera dell'Ortica. Anche in questo caso, l'operazione si compie a metà. Sarebbe stato meglio, dal mio punto di vista, aumentare questo contrasto tra contemporaneità e passato che riaffiora in certi luoghi. Anche perché, io conosco e frequento la Balera e provo proprio questo ogni volta che ci vado: entro in un'altra dimensione che appartiene a un'altra epoca. E' una specie di magia. Sarebbe stato bello riuscire a comunicare questa sensazione anche al lettore.
Ciononostante, ne esce un romanzo gradevole sebbene senza particolare pathos o intensità, dove l'interesse del lettore per la soluzione finale viene sollecitata e dove i potenziali assassini aumentano pagina dopo pagina per poi venire scartati fino a che non resta che una sola possibilità.
Libera e Iole, le due detective per caso del Giambellino, sono tornate. E sono tornate animate dalla consueta malinconia romantica della prima e dalla stravaganza senza età della seconda. E' una serata di fine agosto nella balera l'Ortica alla periferia di Milano. Tutti gli occhi dei presenti sono puntati su Katy, la tanguera più sensuale che fugge alla fine della danza, lasciando solo sulla pista da ballo il suo cavaliere. Quella stessa notte, fuori dalla balera, viene rinvenuto il cadavere di un uomo, ucciso a colpi di pistola come in una esecuzione. La vittima era un ex di Katy che sembrava ne venisse perseguitata. Ma chi l'ha ucciso? Davvero è stata lei a sparargli? E perché viene arrestato un insospettabile, il maggiordomo della ricca Franca, amica storica delle due anomale detective? Sarà proprio Franca ad assoldare Libera e sua madre per un'indagine sui generis che le porterà ad affrontare un caso che le coinvolge personalmente in un giallo pieno di segreti e di cose non dette. "Ultimo tango all'Ortica" di Rosa Teruzzi, Sonzogno editore, è il quarto romanzo di questa simpatica serie di gialli che vede protagoniste due detective decisamente anomale e sopra le righe. Libera, la fioraia del Giambellino, una donna romantica, un po' malinconica, amante dei fiori e dei libri e sua madre Iole, una eccentrica settantenne che detesta la biancheria intima, le regole ma ama il sesso libero e non disdegna uno spinello ogni tanto. Nel vecchio casello accanto alla ferrovia, insieme a Libera e Iole, vive anche Vittoria, la figlia e nipote poliziotta, l'unica che sembra agire secondo le regole e avere la testa sulle spalle. Una serie di gialli piacevoli, mai cruenti che hanno la loro forza non solo in due protagoniste uniche, ma anche in un racconto che è sempre ironico, divertente, forse a volte un po' inverosimile, ma che racconta una vicenda sempre tutta al femminile, con donne che traggono in loro stesse la forza per affermarsi, per resistere, per dare un senso alla loro esistenza.
Quarto romanzo dei "Delitti del casello" si conferma una lettura piacevole, ma si consolidano anche alcune particolarità che, per quanto mi riguarda, trovo un po' stridenti e un po' fastidiose. Primo: Vittoria, la figlia di Libera, è davvero un personaggio antipatico, con zero capacità empatiche, assolutamente centrata su se stessa. E' vero che viene presentata come rigida, inflessibile e seriosa, ma il suo atteggiamento negativo verso le possibilità di relazioni sentimentali della madre è insensibile e bigotto, al punto da risultare quasi poco credibile. Mi viene da chiedermi se è proprio intento dell'autrice farne un personaggio insopportabile oppure sono io che non la reggo. Secondo: il generale e sotteso atteggiamento ironico-critico verso le donne over 40 che si comportano "come ragazzine" facendone oggetto di battute e di ridicolo mi urta i nervi. Penso che nel nostro mondo contemporaneo dovrebbe essere un modo di pensare ampliamente superato, soprattutto da chi fa parte di quella generazione, come l'autrice stessa e forse proprio per questo lo trovo così fastidioso e retrogrado. Ma forse è solo un escamotage per mettere in risalto il personaggio di Jole? Che in effetti è la più simpatica e migliore del gruppo... Terzo, per finire: il romanzo a partire dal titolo tira in ballo il mondo del tango. Però lo sfiora soltanto in modo piuttosto banale, ricorrendo a giudizi superficiali e al sentito dire per creare macchiette da balera. Peccato perchè poteva essere sfruttato molto meglio per approfondire la personalità della Katy o per offrire uno sguardo su un fenomeno che a Milano, come in tante altre parti dell'Italia e del mondo, �� molto diffuso e popolare. Insomma, un senso di delusione si sparge su questo quarto capitolo su cui avevo aspettative molto migliori. Tre stelle ma scarse...
Quarto libro questo con le tre protagoniste del Giambellino, Libera, Iole e Vittoria. Questa volta il delitto sul quale investigano riguarda da vicino il maggiordomo di Franca (donna straordinaria), una loro carissima amica. Con la benedizione della polizia, e soprattutto di Vittoria, quindi la fioraia e sua madre faranno ricerche su balere e infedeltà, avendo sempre come spalla Cagnaccio e Irene, giornalisti e ormai amici, ma non ditelo a lui.
In fondo, la verità non è semplice come appare. E il silenzio non è per forza indice di colpevolezza. Si può scegliere di non parlare perché non abbiamo più nulla da dire, perché ci sentiamo persi o disarmati, perché un'emozione ci sovrasta. O per proteggere un segreto.
Che piacere ritrovare questi personaggi, un anno è troppo lungo ogni volta! Tornare al Casello è stato di nuovo come tornare in posto caro, dove vieni accolto con calore e conforto. Amo molto la penna di Rosa Teruzzi, in poche pagine riesce a delineare bene sia un giallo da risolvere, che l’evoluzione dei personaggi. Anche se il libro fa parte di una serie, è leggibile da solo, ovviamente però alcune cose dei precedenti vengono spiegate. Io consiglio la lettura in ordine.
Pure stavolta ho avuto una predilezione per Libera, questa donna così lontana dal mio modo di essere, ma per cui provo un’empatia fortissima. Timida e insicura mi ha conquistata proprio per le sue fragilità. In questo caso credo ancora di più, in quanto la ritroviamo particolarmente triste. Anche se spesso si respira un’aria densa di malinconia, non ha trasmesso sconforto, ma forte compassione e determinazione. ... continua sul blog
"Faceva il palo nella banda dell'Ortiga Ma l'era sguercio, non ci vedeva quasi più Ed è stato così che li han presi senza fatica Li han presi tutti... tutti, tutti, tutti, fuori che lui"
"Invece, invece niente, ho fatto una ballata Per uno che sta a Milano Al Giambellino Il Cerutti, Cerutti Gino Il suo nome era Cerutti Gino Ma lo chiamavan Drago Gli amici al bar del Giambellino Dicevan che era un mago (era un mago)"
Un giallo contemporaneo leggero e gradevole, ambientato nella periferia milanese, in due quartieri come il Giambellino e l'Ortica resi celebri da Gaber e Jannacci. Una storia al femminile, dove la poliziotta è una donna ma ci sono anche le investigatrici private, una simpatica fiorista sua madre che sembra uscita dagli anni sessanta (madre della fiorista e figlia dei fiori)
Non è un giallo classico, deduttivo, ma una simpatica indagine sulla morte di un pubblicitario tombeur de femmes, della quale viene accusato un maggiordomo. Ma si sa, nei gialli non è mai il maggiordomo! Le nostre donne sono quindi incaricate di scagionarlo e di trovare il vero colpevole, ci riusciranno?
Niente di speciale, ma se vi piace il genere "giallo italiano" e amate le ambientazioni locali l'ho trovato ben riuscito, anche se i personaggi sono un po' caricaturali. Lo trovo adatto per una pausa di leggerezza.
Quarto caso delle Miss Marple del Giambellino, come il caporedattore Cagnaccio ha soprannominato le due investigatrici dilettanti che gli hanno già regalato tre scoop. Stavolta l'indagine riguarda un caso di omicidio in cui è coinvolto l'Amelio, il fidato maggiordomo dell'amica Franca. Che, ovviamente, è innocente ma che non rivela il suo alibi per proteggere la ragazza il cui ex è stato ammazzato. Come sempre il caso è risolto grazie ad un provvidenziale colpo di fortuna, stavolta meno inaspettato del solito ma comunque determinante, in un twist finale che porta le investigatrici all'identità dell'assassina appena qualche minuto prima della polizia (e io mi sono immaginato Vittoria che vede madre e nonna come i vari Capitani di Don Matteo quando il prete li anticipa dal colpevole). Molto apprezzato il "teaser" finale, che getta le premesse per il prossimo romanzo. In cui spero che finalmente l'Achille si decida ad accettare il pranzo (così poi verrà fuori che è un bravo ragazzo nonostane le apparenze). Perché questa serie non è così appassionante per i vari casi, ma per i personaggi e i misteri della loro storia familiare.
Quarta avventura delle investigatrici dilettanti milanesi. Stavolta sarà Vittoria a “benedire” l’incarico della madre e della nonna, visto che l’accusato di omicidio, un caso attualissimo, stavolta, è Amelio, il maggiordomo della migliore amica di Iole, Franca, che non sopporta l’idea di perdere il suo servitore, amico, confidente e chi più ne ha più ne metta. Tranne amante, lui non ne è mai stato l’amante. E’ morto un signore, all’uscita di una balera/discoteca, con un colpo di pistola alla testa, quasi una esecuzione. Pare che Amelio lo seguisse, ma non ha risposto alle domande degli inquirenti sul perché. Le nostre si mettono subito all’opera, dimenticando per un po’ i problemi personali, contando sull’aiuto del direttore del giornale (un po’ pettegolo, ma efficace) e della sua giornalista di punta, molto, ma molto in gamba, soprannominata la smilza. Arriveranno alla soluzione quasi contemporaneamente alla polizia, ma per vie completamente diverse. E mentre si gettano le basi per una futura investigazione su un cold case, noi ci siamo goduti un altro bel viaggio a Milano e dintorni.
Quarto volume della serie che ha per protagoniste tre investigatrici, di cui due "bizzarre", soprattutto Iole, la nonna sprint camaleontica e piena di grinta. La trama non si svela ma anche questo un giallo ben strutturato, in cui Libera e Iole, con il permesso della figlia poliziotta Vittoria, cercano di districare e trovare il colpevole dell'omicidio, soprattutto parlando con tante persone più o meno coinvolte. I rapporti tra le tre donne sono sempre un filino complicati ma non per questo meno affettuosi e amorevoli, contrasti a volte burberi, a volte no. Da sottofondo all'indagine l'amore di Libera per il suo lavoro di fioraia e l'amore per i libri, in cui trova sempre qualcosa che l'aiuta a realizzare i suoi magici bouquet, ma anche a pensare alla sua vita e ai rapporti amorosi, filiali e materni abbastanza complicati. Consigliato e ben scritto, dal finale sempre proiettato ad una nuova indagine.
Leggero e divertente queste breve giallo che vede protagoniste, Libera e Iole, le due stravaganti donne detective della serie ideata da Rosa Terruzzi, supportate da Vittoria, l’unica che sarebbe autorizzata ad indagare. In una serata particolare di fine agosto viene commesso un omicidio in una balera dell’Ortica. Per discolpare un personaggio insospettabile il meccanismo delle indagini delle due simpatiche dilettanti si mette in moto. Finirà ovviamente con la risoluzione finale, anche se in realtà il “caso” non è così semplice da risolvere. Abbastanza realistico, ma tutto sommato coinvolgente.
3,5* Dal terzo al quarto volume di questa serie sono passati solo pochi giorni, e questo "giustifica" come i personaggi siano sostanzialmente sempre uguali; per il lettore è però passato 1 anno e se ci si aspetta un cambiamento nel canovaccio (tipo di trama, personaggi con cui le protagoniste interagiscono, le protagoniste stesse etc) si rimarrà delusi. Un po' fastidioso il rimando a un libro successivo che svelerà, forse, un altro dei misteri presenti nella vita di Libera. Con l'ambientazione alla Balera dell'Ortica non ho però saputo resistere :)
Un dramma delle gelosia al centro di quest'ultimo giallo ambientato a Milano, della scrittrice Rosa Teruzzi. Come nei romanzi precedenti, viene aggiunto qualche ulteriore dettaglio alla vita della protagonista, la fioraia Libera. Nella fattispecie, si apre una pista sulla morte di sua nonna, Ribella, moglie di nonno Spartaco, e mamma di Iole. Questo e' il quarto libro della serie...che dire, non vedo l'ora esca il quinto...proprio belli.
Assegno generosamente tre stelle, a un libro che mi dà l'impressione che l'autrice non si sia spesa tantissimo. Le protagoniste, tutte donne, indagano in un universo quasi completamente femminile, in cui i personaggi sembrano tutti stereotipati. Perfino i tratti caratteriali che vorrebbero essere originali sanno un po' di stucchevole. Forse, e dico forse, se letto sotto l'ombrellone da una tipologia di lettore diversa da me, potrebbe essere maggiormente apprezzato.
Più leggo di Iole, Libera (che resta la mia preferita) e Vittoria, più mi piacciono; più loro vanno avanti con le loro indagini segrete, che poi segrete non sono mai, e più mi appassiono. Più la Teruzzi continuerà a scrivere, più io continuerò a leggere con piacere, estremo piacere.
Il terzo volume della serie mi aveva lasciato così a bocca aperta, e a dire il vero anche molto dispiaciuta per Gabriele, un po’ perché Libera merita la leggerezza che le manca da sempre, un po’ perché credo che a 50 anni ci si possa ancora innamorare, che ho rimandato la lettura del quarto per tantissimo tempo. Ecco! Se l’ho iniziato sperando (e sì lo speravo!) di avere delle risposte su Libera e Gabriele, o almeno un cenno da parte di quest’ultimo, le mie aspettative sono state deluse. Gabriele non compare mai, se non nei ricordi e nei pensieri di Libera. Se non nella speranza di Libera che quei fiori arrivati da un misterioso conoscitore di lei e delle sue passioni, siano proprio da parte del commissario.
I nostri personaggi stanno evolvendo, stanno cambiando, stanno trovando una loro incoraggiante stabilità, un coraggio a lungo sopito, anche solo di guardarsi dentro, una maturità inesplorata!
Le detective del Giambellino vanno avanti con le loro ricerche, con la voglia di fare luce, e di mettere luce, nei coni d’ombra che senza la loro sensibilità e perspicacia rimarrebbero difficili da scovare. Vanno avanti, nascondendo a Vittoria la maggior parte delle loro idee (secondo la giovane Vittoria, malsane ed assurde) ma con l’aiuto di una nuova partner, la giornalista Irene. Sarà proprio con lei, un’altra donna, l’ennesima donna, che Libera darà vita al quinto capitolo di questa bellissima serie, che avrà come tema portante la ricerca della verità sulla morte proprio della nonna di Libera, Ribella.
Dove ci porteranno queste donne? In quale lontano passato passeggeranno, facendoci emozionare, sorridere e sperare? Non lo so, ma io ci sarò!