Der deutsche Schriftsteller und Übersetzer gilt als einer der bedeutendsten deutschen Autoren der Nachkriegszeit. Er schrieb Gedichte, Kurzgeschichten und Romane, von denen auch einige verfilmt wurden. Dabei setzte er sich kritisch mit der jungen Bundesrepublik auseinander. Zu seinen erfolgreichsten Werken zählen "Billard um halbzehn", "Ansichten eines Clowns" und "Gruppenbild mit Dame". Den Nobelpreis für Literatur bekam Heinrich Böll 1972; er war nach 43 Jahren der erste deutsche Schriftsteller, dem diese Auszeichnung zuteil wurde. 1974 erschien sein wohl populärstes Werk, "Die verlorene Ehre der Katharina Blum". Durch sein politisches Engagement wirkte er, gemeinsam mit seinem Freund Lew Kopelew, auf die europäische Literatur der Nachkriegszeit. Darüber hinaus arbeitete Böll gemeinsam mit seiner Frau Annemarie als Herausgeber und Übersetzer englischsprachiger Werke ins Deutsche...
Heinrich Böll became a full-time writer at the age of 30. His first novel, Der Zug war pünktlich (The Train Was on Time), was published in 1949. Many other novels, short stories, radio plays, and essay collections followed. In 1972 he received the Nobel Prize for Literature "for his writing which through its combination of a broad perspective on his time and a sensitive skill in characterization has contributed to a renewal of German literature." He was the first German-born author to receive the Nobel Prize since Hermann Hesse in 1946. His work has been translated into more than 30 languages, and he is one of Germany's most widely read authors.
Che bello come Böll spiega le emozioni che prova il clown, Hans Schnier, attraverso i particolari che questo nota, creando un'atmosfera più che una spiegazione.
Questo però ad un certo punto finisce per confonderci: all'inizio Schnier è il protagonista, tutto viene descritto dal suo punto di vista e questo ce lo rende caro, amico. La sua critica alla società tedesca è aspra e viene proprio naturale trovarsi uniti a lui contro il vaneggiamento delle formalità, le vuote convinzioni e l'idolatria di valori pretenziosi dei ricchi, che si aggrappano ipocriti alle battaglie dei più deboli per sentirsi a fine giornata delle persone buone. Tutto sembra vano e nessuno pare capire Schnier nel suo dolore.
Finché però non iniziano le telefonate con cui il clown tenta di racimolare qualche soldo. In queste le persone da lui così disprezzate, immaginate da una prospettiva esterna, non risultano più così antipatiche. Cercano di aiutarlo e questo talvolta ci irrita immensamente, dal punto di vista del clown, talvolta invece rovesciamo la prospettiva ed è Schnier stesso a sembrare delirante nel suo patimento irrazionale.
Si alternano periodi brevi, secchi, in cui Schnier esprime con lucida e a volte troppo schietta certezza quello che ritiene essere vero e poi periodi più complessi, dove si arrampica in modo impacciato e sulla difensiva su spiegazioni di quel suo alibi che deve giustificare il suo stato di decadimento.
È lui a essere sbagliato o è la società a esserlo? È tutto grottesco e contraddittorio: è proprio un clown nel suo fallimento, da dietro la sua maschera bianca, a contrapporsi al lungo lamento di una società che ha visto passare l'epoca nazista e che adesso ci fa i conti in modo impacciato, nascondendo memoria e sensi di colpa sotto un tappeto di frivolezze. Ma questo clown è capriccioso, indomabile, non riesce affatto ad inserirsi in quella società che critica e disprezza. Eppure è il più morale e il più umano di tutti.
Sono un clown e faccio raccolta di attimi Un lungo lamento d'amore, un romanzo dissacrante ma soprattutto una lettura divertentissima, ho riso tantissimo. La telefonata con l'impresario è spassosissima, così come l'incontro col padre. Ho provato un’affinità spontanea con il protagonista, la sua sofferenza e le sue riflessioni. Spero di ritrovare le stesse sensazioni con le altre opere di Böll.
-Una volta lui mi aveva detto: Essere poveri è terribile, però è molto brutto anche riuscire appena a sbarcare il lunario, una situazione in cui si trova la maggior parte della gente. E essere ricchi avevo chiesto io questo com'è? Ero arrossito. Mi aveva guardato con occhi penetranti, era arrossito anche lui e aveva detto: Ragazzo mio, può essere brutto, se rinunci a pensare.
-Una volta avevo studiato un numero piuttosto lungo, "Il generale", vi avevo lavorato a lungo e quando finalmente lo presentai divenne quello che nel nostro ambiente si dice un successo: vale a dire a ridere era la gente giusta e quella giusta ad arrabbiarsi.
Rimango un po' delusa seppure rapita dalla lettura. il tema e l'ironia con chiunque affrontato sono assolutamente punti positivi ma a tratti ho quasi abbandonato la lettura per la noia e ripetizione, il non avanzamento e la sensazione di girare in tondo per troppo tempo. Consapevole a un certo punto di questa ciclicità ho tenuto duro e ho proseguito, contenta di averlo terminato e letto sicuramente ha lasciato qualcosa ma forse complice il fatto che io sia di professione una circense e quindi sappia fin troppo bene chi davvero è un clown, mi trovo annoiata e poco convinta.
Non so se sia una cosa bella, ma mi rivedo così tanto nel protagonista che per una volta nella mia vita mi sono sentita capita al 100% da un completo estraneo. Consigliatissimo, soprattutto se non si è cattolici (e se lo siete leggetelo lo stesso se volete indispettirvi).
Böll un genio , una scrittura dirompente. Il personaggio protagonista avanti anni luce , piú umano di tutti gli altri, in un ambiente estremo come quello descritto in maniera perfetta.