L’assurda evidenza è il diario di bordo di un viaggio esistenziale e filosofico, che annoda in modo inestricabile vita vissuta e vita pensata. Francesco D’Isa ci racconta la propria esperienza di pensiero che spazia in modo originale dalla filosofia occidentale al pensiero buddhista e zen, ponendoci domande autenticamente filosofiche e quindi umanissime: perché soffriamo? Cosa esiste davvero?
Francesco D'Isa (Firenze, 1980), di formazione filosofo e artista visivo, dopo l'esordio con I. (Nottetempo, 2011), ha pubblicato romanzi come Anna (effequ 2014) e Ultimo piano (Imprimatur 2015) e saggi per Hoepli e Newton Compton. Direttore editoriale dell'Indiscreto, scrive e disegna per varie riviste.
Questo libro lo acquistai senza saperne nulla "conoscendo" l'autore attraverso Instagram ma, come altri libro acquistati (ahimé, troppi) quest'anno è finito su uno scaffale e lì è rimasto fino a qualche giorno fa: giorno in cui vidi Francesco presentarlo ad una manciata di persone. Tra mille interrogativi inespressi per pudore e vergogna più che altro ho deciso di prendere in mano questo breve libro e, tra un viaggio sul pullman ed un'attesa prima di un colloquio d'esame l'ho completato. Il responso? Una coccola filosofica, una disamina che vuole viaggiare tra oriente ed occidente, tra filosofia e letteratura per poi cadere, camussianamente, nell'assurdo ma in positivo, abbracciandovisi come l'uomo inseguito da una tigre che divora una fragola in attesa del proprio destino nel raccontino zen narrato in conclusione. Interessante, scritto divinamente ma, in totale onestà, avrei voluto leggerne di più, capirne filosoficamente di più del ragionamento ma, per fortuna, la bibliografia è presente e ampissima.
Libro interessante ma mi lascia perplesso la riflessione sull'essere e il non essere, poi centro nevralgico del libro. Una domanda che porrei a D'Isa: l'essere (o meglio, l'esistere) è una proprietà come lo è il colore rosso? Dire una mela esiste e una mela è rossa è la stessa cosa? Per me no. Se una mela non esiste neanche può essere rossa. L'esistenza è la condizione per le proprietà dell'oggetto. Quindi non si può cominciare ad appioppare mille proprietà a qualcosa che non esiste. Al più si può dire: se esistesse, avrebbe questa e quest'altra proprietà. Sembra invece che il piano ipotetico non abbia senso per questo genere di filosofia.
Un bellissimo viaggio metafisico sul senso del mondo. Pur non condividendo in pieno l’approdo, il percorso è affascinante e pieno di stimoli rispetto a ciò che l’essere è per noi.
Una lettura agile che può cambiare completamente la vita.