J'ai onze ans, et je vis dans une famille complètement tordue. Heureusement qu'il y a mon frère Maxence. Lui, c'est mon manuel de savoir-survivre. Le soir, on ferme nos oreilles à double tour, pour ne plus entendre les cris de nos parents qui se disputent. Croyez-moi sur parole, la vie, c'est pas pour les enfants. Maxence a préféré partir au Pays sans Adultes. Moi, j'ai voulu le rejoindre, mais je me suis trompé de chemin. Avec mes nouveaux amis, Valentine et Hugo, on a beaucoup discuté et on s'est fait une promesse : quand on sera grands, on prendra tous les enfants malheureux dans nos filets, et on ne les relâchera que quand ils sauront vraiment nager. Promis, juré. Le Pays sans Adultes est un livre bouleversant, un livre d'émotion pure.
Questo è diventato ufficialmente il mio libro preferito <3 La trama mi è piaciuta fin da subito e la semplicità con cui viene raccontata questa storia che di semplice non ha proprio nulla è qualcosa di stupendo. Non mi dilungherò molto ma dovete assolutamente leggervelo! Vi farà vedere il mondo da tanti punti di vista differenti e anche una volta finito vi farà ragionare. Mi ha totalmente cambiato il modo di pensare, il che non mi capita molto spesso, e mi ha fatto capire quanto la linea tra il giusto e il sbagliato sia sottile e soggettiva. Anche se lo amo i difetti li noto comunque, il piu lampante è che il linguaggio del narratore che dovrebbe appartenere a un bambino di 11 anni e pari a uno di 5, infatti io per tutta la storia ho immaginato che parlasse uno di 5-6 anni. Per questo 4 stelle e non 5 ma rimane un libro magnifico.
Slimane ha undici anni, vive con Maxence, il fratello maggiore, la madre e un Demone. Un Demone che invece di fare il papà terrorizza la famiglia. Un Demone che non ha un lavoro, si ubriaca e picchia la mamma, mentre i due fratelli cercano di proteggerla invano da lui. Slimane ha tante domande: perché gli adulti sono così? Perché la mamma vuole bene al Demone? Perché loro non hanno un vero papà? Ed è il fratello che risponde sempre a tutti i suoi dubbi. Maxence ha solo due anni in più di Slimane, ma è molto sensibile e intelligente, e ha una voglia di sognare e imparare senza fine. I due fratelli affrontano ogni giorno insieme, sognano di visitare luoghi esotici, di lasciare quella casa spaventosa e quel Demone che li odia tanto.
«Dove vorresti vivere, Maxence?» «Nel Paese senza adulti.» «Non ce ne saranno?» «No. O meglio, solo quelli che hanno ancora l’anima da bambini.» «Ma come si fa a riconoscerli?» «È facile. Sono quelli che sanno ancora sognare. Sogni per aiutare chi soffre.» «Ed è lontano, questo paese?» «Credo di sì.» «Quando l’avrai trovato mi porterai con te?» «Sì.» «Promesso?» «Promesso.» Ho camminato con il cuore più leggero, perché sapevo che un giorno sarei partito con Maxence per il Paese senza adulti.
Ondine Khayat è riuscita a trattare un argomento delicato attraverso lo sguardo di un bambino.È Slimane che ci racconta ogni cosa, che si fa domande e tira conclusioni nella maniera semplice, ingenua e diretta dei bambini. I pensieri di Slimane disarmano e coinvolgono, tanto che è facile riuscire provare empatia per il protagonista. Tuttavia la violenza tra le mura domestiche non è il tema portante del romanzo, sebbene ne domini la prima parte. Ciò che lega ogni personaggio è la fragilità dell’animo e accomuna sia gli adulti che i bambini. Ognuno ha dovuto, o deve, affrontare le difficoltà incontrate nella vita e spesso ha superato il limite di sopportazione, raggiungendo il fondo. E ciò che poi viene mostrata è la speranza di riuscire a rimettere insieme i frammenti della propria vita, di superare i momenti più bui e più difficili. Un messaggio forse scontato, ma affrontato con delicatezza e semplicità. Questo romanzo è stato una stilettata al cuore a ogni pagina, ma allo stesso tempo non riuscivo a staccarmene. È riuscito a coinvolgermi completamente, a farmi indignare, arrabbiare e odiare, a farmi piangere, ma anche sorridere. Ho amato Slimane e Maxence. Era inevitabile che mi toccassero il cuore: Slimane L’Innocente, con la sua curiosità e le sue infinite domande, e Maxence Il Mago, sensibile e perspicace, sempre pronto a rispondere ai quesiti del fratello. È chiaro che si prova indignazione nel leggere cosa devono affrontare ogni giorno, avendo la consapevolezza che non si tratta solo di un romanzo, ma è anche la realtà di tanti bambini. Proprio per questo non ho potuto nemmeno evitare di detestare i genitori. È quasi scontato nel caso del Demone; sono rimasta agghiacciata dal modo in cui trattava la famiglia e a un certo punto del romanzo l’ho proprio odiato. L’autrice dà anche una ragione al suo comportamento, che per quanto realistica, non mi ha fatto provare nemmeno per un attimo pena per quest’uomo. E la madre, che per quanto vittima, non ha saputo proteggere i figli. Non ha voluto trovare la forza, completamente soggiogata e sottomessa al marito com’era, ed è questo che trovo grave nel suo caso. Ci sono altri personaggi nel romanzo, con un ruolo più o meno importante, ma preferisco non parlarne per evitare spoiler. Non so se sono riuscita a rendere quanto mi sia piaciuto e soprattutto non so se gli ho reso giustizia, ma credo sia chiaro che lo consiglio assolutamente.
Information The book ‘The country without adults’ has original the title: ‘Le pays sans adults’. Because the writher comes from France, who named Ondine Khayat. So the original language is also French. The book is translate by Hester Talley to the Dutch version. Ondine Khayat is 35 years old, lives in Paris and speaks fluent English. This book is her second roman. Khayat is also one of the founders of the world's first ever humanitarian lottery, now it is the national lottery in France. She is a very popular person in France.
The story The book is about a boy, who names Slimane. His father (who Slimane calls; the creep) is a alcoholic and he abuses Slimane, Slimane’s mother and Slimane’s brother, who names Max. Slimane and Max dream regularly about the country without adults, where only children live and where isn't bad thing, only love. His mother is still in love with his father so she doesn't do anything and won’t leave him. Every day Slimane, Max and their mother are more afraid of their father. On a day, it’s too much for Max and he kills himself. When Slimane knows it, he also tries to kill himself, but he fails because someone rescues him on time. After his suicide attempt (= an attempt to kill yourself) he should go to a clinic. there he meets a girl, who names valentine. They stayed together lots things.
Review It’s a very special book, because it’s not a book that you think. It isn’t only a story about a problem family, it’s so much more than that. You experience the thoughts of Slimane, you feel what he feels and with this book you will know how big problem abuse really is. Every word about Slimane’s feelings are so beautiful. It’s a cliché to say; “It's like you are being there”, but that's exactly what's going on. It is an inspiring, incredibly beautiful, but also pathetic book, about a boy who tries to get the best from life and is super positive, but that doesn't always manage. This is a book were you still thinking about a few weeks after you have read.
Ce livre est un petit bijou. Triste, mais du point de vue d'un enfant avec les métaphores adéquates, j'ai vraiment adoré ! Traitant d'un thème difficile malheureusement plus présent qu'on ne le croit, il m'a beaucoup touchée !
“È così che vivono gli adulti. Sbagliano strada e dopo non hanno più la forza di tornare indietro.” “Succede così anche i bambini?” “No, perché i bambini non hanno ancora messo recinti intorno alle loro vite.”
Ho finito tra le lacrime questo romanzo, che mi ha lasciata decisamente scossa e frastornata. Leggere storie di violenza domestica è sempre un pugno allo stomaco, ma quando a raccontarti la propria quotidiana sopravvivenza accanto ad un padre che, invece di consigli e carezze, dispensa botte, insulti e umiliazioni è un ragazzino di undici anni, allora, arrivare in fondo ad un libro così, è veramente durissima. La storia di Slimane e di suo fratello Maxence è una storia dolorosa e tristissima e, purtroppo, in molte case, è realtà. Alla fine, per fortuna, prevale un bagliore di speranza ma astenetevi se non avete voglia di piangere di rabbia dalla prima all’ultima pagina. Voto 4****
Il libro parla di Slimane, un bambino di 11 anni che si nasconde nell'armadio con suo fratello per fuggire i pugni e i calci del Demone, suo padre. Sogna di andare nel paese senza adulti, per scappare da quei genitori che invece di proteggerlo lo annientano. Da un padre ubriaco e violento e da una madre che non ha il coraggio di salvare i propri figli. "È colpa tua!" Il libro racconta una triste e ingiusta realtà. Una realtà che ti sconvolge, una realtà che non dovrebbe esistere. L'ho letto con piacere, lo consiglio.
Un livre ultra poignant et bouleversant, j’ai pleuré à certains passages, tellement je me suis sentie démunie face à cet enfant qui n’a rien demandé à personne, démunie parce que je ne peux pas venir en aide réellement aux enfants qui vivent réellement ces drames ni pouvoir les protéger. Lu d’une traite, j’ai adoré jusqu’au bout et je recommande sans hésitation
Un romanzo che va dritto al cuore, commovente e scritto con quella delicatezza e quella purezza che hanno solo gli occhi di un bambino.
"Credi che i mari sono formati dalle lacrime di tutta la gente che nei secoli ha pianto? Allora c'è tanta gente triste. E quando piange è il cielo che è triste? "No. Sono le nuvole. Immagazzinano la tristezza di tutto il mondo, e quando non ne possono davvero più, piangono."
"... La luna è nascosta dietro a una nuvola. Forse la nuvola la sta picchiando e lei fa come mamma nelle sere di tempesta: aspetta che l’uragano passi. Forse c’è tutto un mondo, altrove, che noi non conosciamo»"
"- Dove vorresti vivere, Maxence? - Nel paese senza adulti. - Non ce ne saranno? - No. O meglio, solo quelli che hanno ancora l'anima da bambini. - Ma come si fa a riconoscerli? - È facile, sono quelli che sanno ancora sognare. Sogni per aiutare chi soffre."
dal libro "Il paese senza adulti" di Ondine Khayat
Credo sia necessario fare un distinguo: da un lato, l'argomento della violenza familiare e della malattia pediatrica; affare serio, diffuso, triste e terribilmente difficile da vivere (è vero, la vita non è una cosa da bambini). Dall'altro, un romanzo di trama dubbia che nell'affrontare tutto cio' scivola troppo spesso nel patetico, aggiungendo assai poco allo stereotipo del romanzo di genere, limitandosi invece ad uno svolgimento che oserei definire 'televisivo'. Il lieto fine quasi scontato ne fa un soggetto adeguato per un passaggio in fascia serale.
Slimane e Maxence sono molto legati e si amano profondamente: si aiutano e si coprono le spalle l'un l'altro contro il padre e contro le brutture del mondo. Cercano disperatamente di creare un mondo alternativo in cui sopravvivere fino a quando raggiungeranno il vero mondo ideale: il paese senza adulti.