A Isola Maggiore, sul lago Trasimeno, i quindici abitanti si chiedono cosa ne sarà del vecchio Albergo Isola. Adesso che Aldo Mezzasoma è morto, il luogo simbolo della loro gioventù rischia di finire nelle mani di un ricco imprenditore milanese che vorrebbe costruire al suo posto un casinò, attirando sull’isola un tipo di turismo diverso da quello familiare. La loro ultima possibilità per salvare la tenuta, la tranquillità del borgo e i loro ricordi, è Margot, la giovane nipote dei Mezzasoma, arrivata dalla Francia dopo ventitré anni di assenza, all’apertura del testamento che la vede come unica erede. Tornare potrebbe essere l’occasione che l’aiuterà a realizzare uno dei suoi più grandi sogni: vendere per trasferirsi nel sesto arrondissement e vivere come una vera scrittrice. Oppure è soltanto l’ennesimo guaio? Sembra facile, se non fosse per quella piccola clausola: abitare per una settimana nella vecchia dépendance appartenuta alla sua famiglia. Tra boschi di lecci, uliveti e vecchie canzoni, sulle rive del lago in un’atmosfera unica, Margot scoprirà segreti e vecchi ricordi che faranno nascere legami inaspettati. Ma quanto è disposta a esporsi pur di difenderli? E soprattutto, è pronta a sacrificare un sentimento che non avrebbe mai dovuto provare, correndo il rischio che diventi un rimpianto?
Benvenuti fanciulli in questa nuova recensione dedicata a Cinzia La Commare e la sua ultima opera Dove soffia il vento. Ho conosciuto la scrittura frizzantina dell’autrice, dalla sua precedente pubblicazione Io non mi innamoro, dove tra colpi di scena e risate di getto, aveva colpito subito il mio interesse e invogliata a conoscere nuove storie della stessa.
Dovete sapere che la sottoscritta ha un grande sogno nella vita: quello di visitare la Francia. Per ovvi motivi la nostra protagonista Margot, resterà nelle terre parigine il tempo di farmi empatizzare con la sua vita ahahah mai una gioia. A causa di una lettera proveniente dallo studio notarile della sua famiglia italiana, decide (con grande disappunto della madre) di capire lo steso della questione, comprendere il debito lasciato e agire sul da farsi. Ci ritroviamo così in Umbria, nello specifico nell’Isola Maggiore dove tutti conoscono tutti e nessuno può vivere lontanamente quel senso di privacy consueto nelle grandi città. Scopriamo così, un patto stipulato con la proprietà lasciata in eredità e una certa Nova Esse, azienda che desidera rinnovare completamente il vecchio hotel concesso alla ragazza. Margot tranquillizzata dalla mancata pressione debitoriale ahahaha inventiamoci termini su su… sceglie di non guardare al passato (inesistente per quanto la riguarda) e di procedere alla chiusura del contratto tra le parti…ma…colpo di scena…una clausola piccola piccola, nascosta in fondo al testamento, metterò un freno alla trepidante semi benestanti “Margot del futuro”. Dovrà restare per un lasso di tempo breve, in compagnia di queste rovine prima di scegliere definitivamente le sorti di quello che rimane dell’hotel. Cosa succederà? Quale sarà l’esito di questo “patto”?
Recensione presente nel blog www.ragazzainrosso.wordpress.com Margot Mezzasoma è una giovane scrittrice emergente. Vive con sua madre in Francia e non ha mai conosciuto suo padre. L’Italia per lei è un Paese lontano fino a quando riceve una lettera nella quale si afferma che suo zio Aldo è morto e lei è la sua unica erede. Si reca così a Isola Maggiore, sul lago Trasimeno, un piccolissimo spicchio di terra dove risiedono solo quindici persone che l’accolgono con molto calore. Margot è erede di quello che un tempo era stato l’albergo dell’Isola ora ridotto a un semirudere. La giovane è confusa: la soluzione migliore sarebbe quella di vendere la proprietà a chi vorrebbe trasformarla in un hotel di lusso con casinò e intascare una cifra importante che le permetterebbe di realizzare alcuni suoi sogni, tuttavia una strana quanto inspiegabile forma di attaccamento al luogo la fa vacillare ponendola dinanzi a nuove sfide e rivelazioni sul suo passato.
“«Le crisi di panico faresti bene ad averle prima di prendere simili decisioni». «Come faccio ad andare nel panico prima di essermi messa nei guai, scusa?».”
È sufficiente un attimo per sconvolgere un’esistenza, il tempo di leggere una lettera e il passato torna a bussare con forza alla porta. È quello che accade a Margot, una giovane donna che ha trovato in Francia la sua dimensione.
Margot non sa quasi nulla riguardo gli avvenimenti che hanno portato sua madre a fuggire dalla sua terra. Per anni ha sofferto la mancanza della figura paterna e ha cercato di colmare questo vuoto crescendo in fretta, aiutando la madre a tirare avanti, impegnandosi nel creare una propria carriera. Quando il destino la fa tornare lì dove tutto è cominciato, la giovane dimostra di possedere una grande determinazione: non solo intraprende un viaggio verso l’ignoto ma riesce a mantenere viva la propria tesi dettata forse da un’eccessiva dose di testardaggine e da sentimenti che iniziano pian piano a sconvolgerla.
Isola Maggiore è come se fosse una famiglia pronta ad accogliere Margot facendola sentire sin dal primo momento parte della comunità. Il paesaggio idilliaco, poi, crea la giusta cornice allo scorrere degli eventi.
Protagonista di rilievo è, senza dubbio, la musica rappresentata idealmente dal vecchio jukebox. Le parole delle famosissime canzoni citate, inserite tutte al momento giusto, completano la trama e danno un pizzico di spessore in più ai protagonisti.
Lo stile della prosa è semplice e scorrevole. Gli avvenimenti che si susseguono tra scelte e rivelazioni conquistano il lettore e mantengono sempre alta la sua attenzione.
Un romanzo nel quale si affronta il delicato tema familiare. Una lettura piacevole, tutta made in Italy.
Quando si parla di questa autrice, so già che non resterò delusa: ho letto molti dei suoi libri, in particolare le ultime uscite, e ciò che scrive riesce sempre a smuovere qualcosa dentro di me.
Con “Dove soffia il vento” non si è smentita, anzi: se possibile ha confermato ancora di più quanto la sua penna, le sue idee e l’esecuzione con cui le porta in vita siano valide.
La trama è interessante e ben costruita: le vicende seguono il giusto ritmo, permettendoci di ambientarci senza fretta su Isola, con tutti i suoi punti di ombra su cui non vedrete l’ora di fare luce. Nessun punto morto, nessuna forzatura: gli eventi si incastrano alla perfezione come in un puzzle e la risoluzione degli intrecci è soddisfacente.
I personaggi sono il vero motore di questa storia: nessuno di loro è lasciato al caso. Margot è orgogliosa, diretta, spesso agisce d’impulso ma si prende le sue responsabilità, e non si tira indietro nemmeno quando le cose si fanno difficili. Ha un carattere forte, a tratti spigoloso, ma ha un cuore grande che brilla per tutta la durata del libro. Il protagonista maschile si svela pian piano, con i suoi timori, il suo grande coraggio e i fardelli che si porta dietro. Mi è piaciuto tanto perché è vero, umano. I personaggi minori sono delle gemme rare: pur avendo meno spazio, riescono comunque a farci capire che hanno una voce unica e inconfondibile, rendendoli molto più che semplici comparse.
L’autrice ha una penna abile, capace di delineare luoghi, stati d’animo e pensieri in poche righe efficaci. Lo stile è asciutto, il ritmo è fluido e musicale, capace di scorrere molto in fretta ma al contempo di imprimersi in via indelebile nella memoria di chi legge. Grammatica e punteggiatura perfette, nulla da dire.
Per finire, le emozioni. È vero, questo è un punto molto soggettivo, ma non posso non parlarne: Dove soffia il vento è stato un viaggio meraviglioso fatto di sorrisi, lacrime, risate e sospiri, dove ogni pagina mi ha lasciato qualcosa di nuovo che conserverò sempre con cura.
Ringrazio di cuore Cinzia per avermi omaggiato di un ARC, ma soprattutto per aver scritto questo libro: so che sarà sempre un posto sicuro dove rifugiarmi, quando il vento del mondo reale inizierà a minacciare tempesta 💜
Mi ero fatta un’idea di Dove soffia il vento? Sì. Ci ho azzeccato? No, per niente e lo dico ridendo perché Cinzia La Commare mi ha stupita. Fino al 30% ero convinta di determinate cose… ma man mano l’autrice mi ha del tutto smontata, ma non fraintendete, è una cosa buona. La storia di Margot è abbastanza particolare ma lo è soprattutto lei come personaggio. Ha tanti sogni, è ambiziosa e senza nemmeno rendersene conto cerca delle radici. Infatti, almeno per me, questa non è stata semplicemente una storia d’amore – o almeno non quello canonico tra una coppia, non solo. In queste pagine ho trovato l’amore per un paesino che ha una storia, dove ci sono pochi abitanti ma coesi, che sono una famiglia; c’è un piccolo albergo che è quello che permette a Margot di ritrovare la strada, quella che non sapeva nemmeno di aver bisogno di scoprire e cercare. I personaggi secondari non sono messi a casa, ognuno di loro ha un ruolo – c’è chi sopporteremo di più e di meno, ci sono quelli che ti strappano un sorriso e hanno sempre una mano pronta a sorreggerti. La protagonista non poteva immaginare che facendo un viaggio sarebbe finita per vivere la vita che aveva sempre sperato. Certo, ne passa di tutti i colori e la parola “tranquillità” non sa nemmeno cosa sia, ma niente le toglie veramente il sorriso e i suoi sogni. Ed è questo che mi è piaciuto. Al di là dei suoi sentimenti, delle prese in giro, delle bugie e dei sotterfugi che l’attorniano. L’autrice ha scritto una storia dove i sogni non rimangono nel cassetto, dove per avverarli bisogna rimboccarsi le maniche, ma dove tutto è possibile. È stata decisamente una lettura piacevole.
Onestamente, all’inizio ho pensato che questo fosse il solito romanzo scontato, ma mi ci è voluto veramente poco per ricredermi. L’avevo iniziato ieri sera, interrompendo la lettura proprio nel momento migliore in cui- ALLERTA SPOILER- Margot scopre che Lorenzo lavora nella Nova Esse (bel nome tra l’altro), e che quindi era stata ingannata per tutto quel tempo. L’ho ripreso oggi e finito nel giro di un’ora, dato il linguaggio scorrevole, e devo dire che mi è piaciuto molto. Soprattutto il finale, mi ha piacevolmente sorpreso, perchè io non lo avrei perdonato, quindi finale non mi è risultato affatto banale. Che altro dire? Io l’ho adorato e mi ha fatto vivere momenti fantastici, grazie a delle descrizioni dettagliate, specialmente dei luoghi. L’unica cosa che vi dico è: leggetelo.
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Meraviglioso il richiamo alle canzoni “di altri tempi”, che inevitabilmente ho canticchiato per tutto il libro! Bella la storia, buono il ritmo, unico neo (per un mio limite) l’age gap…non ce la faccio proprio soprattutto se uno dei due ha pure la mia età (lui in questo caso)!
Recensione completa sul ❤️ "Blog Romance Non-Stop"❤️
Cinzia La Commare scrive bene, mi ha emozionato, soprattutto divertita, la sua ironia è travolgente, mentre, accurata nelle descrizioni dei paesaggi, racconta una bella storia, quella in cui Margot Dumont sulle sponde del lago Trasimeno trova finalmente le sue radici.
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Margot è una ragazza semplice e concreta, si arrabatta in lavori precari - fa la cameriera a chiamata - mentre scrive - il suo libro giallo 𝙖𝙪𝙩𝙤 𝙥𝙪𝙗𝙗𝙡𝙞𝙘𝙖𝙩𝙤 𝙝𝙖 𝙨𝙪𝙥𝙚𝙧𝙖𝙩𝙤 𝙡𝙚 𝙘𝙞𝙣𝙦𝙪𝙚𝙘𝙚𝙣𝙩𝙤 𝙧𝙚𝙘𝙚𝙣𝙨𝙞𝙤𝙣𝙞 𝙚 𝙨𝙘𝙖𝙡𝙖𝙩𝙤 𝙡𝙖 𝙘𝙡𝙖𝙨𝙨𝙞𝙛𝙞𝙘𝙖 𝙙𝙚𝙡𝙡𝙤 𝙨𝙩𝙤𝙧𝙚 𝙤𝙣𝙡𝙞𝙣𝙚 -. Con la madre Corinne - una patita delle canzoni italiane degli anni '60, '70 e '80 che ascolta a tutto volume cantando a squarciagola - vive a Parigi, in 𝙪𝙣 𝙖𝙥𝙥𝙖𝙧𝙩𝙖𝙢𝙚𝙣𝙩𝙤 𝙘𝙝𝙚 𝙖𝙨𝙨𝙤𝙢𝙞𝙜𝙡𝙞𝙖 𝙥𝙞ù 𝙖𝙡 𝙧𝙞𝙥𝙤𝙨𝙩𝙞𝙜𝙡𝙞𝙤 𝙙𝙚𝙡𝙡𝙚 𝙨𝙘𝙤𝙥𝙚 nel diciottesimo arrondissement, un quartiere 𝙙𝙞𝙛𝙛𝙞𝙘𝙞𝙡𝙚, mentre sogna una casa nel sesto arrondissement, dove lavora. Quando le arriva una lettera dall'Italia, decide di tornare a Isola Maggiore, sul lago Trasimeno: Aldo Mezzasoma è morto e, come ultima discendente della famiglia, un notaio l'aspetta per l'apertura del testamento. Margot non è mai stata in Italia, aveva solo due anni quando la madre, allora una diciannovenne con il sogno di diventare una étoile dell’Opéra di Parigi, è fuggita portandola con sé e cambiando il proprio nome. Per tutti i venticinque anni della sua vita, per lo più errabonda, è stata nutrita dal risentimento di Corinne verso la famiglia d'origine, convinta che i nonni l'avessero rifiutata; è vissuta sognando un padre, per di più in ristrettezze economiche perché, appena giunte a Parigi, i sogni di Corinne si sono scontrati con la realtà.
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Margot è cresciuta molto in fretta seguendo la madre nei suoi viaggi con l'amore del momento, è da sempre la più saggia ed equilibrata tra loro. In un ristorante incontra Damien, 𝙞𝙡 𝙥𝙧𝙞𝙢𝙤𝙜𝙚𝙣𝙞𝙩𝙤 𝙙𝙞 𝘾é𝙙𝙧𝙞𝙘 𝘿𝙚𝙗𝙤𝙞𝙨, 𝙪𝙣𝙤 𝙙𝙚𝙜𝙡𝙞 𝙖𝙫𝙫𝙤𝙘𝙖𝙩𝙞 𝙥𝙞ù 𝙥𝙖𝙜𝙖𝙩𝙞 𝙙𝙞 𝙋𝙖𝙧𝙞𝙜𝙞 𝙚 𝙙𝙞 𝙘𝙪𝙞 è 𝙤𝙨𝙩𝙞𝙣𝙖𝙩𝙤 𝙖 𝙨𝙚𝙜𝙪𝙞𝙧𝙣𝙚 𝙡𝙚 𝙤𝙧𝙢𝙚. 𝘼 𝙨𝙤𝙡𝙞 𝙫𝙚𝙣𝙩𝙞𝙘𝙞𝙣𝙦𝙪𝙚 𝙖𝙣𝙣𝙞, 𝙞 𝙜𝙞𝙤𝙧𝙣𝙖𝙡𝙞 𝙡𝙤 𝙝𝙖𝙣𝙣𝙤 𝙜𝙞à 𝙞𝙣𝙨𝙚𝙧𝙞𝙩𝙤 𝙣𝙚𝙡𝙡𝙖 𝙡𝙞𝙨𝙩𝙖 𝙙𝙚𝙞 𝘾𝙞𝙣𝙦𝙪𝙖𝙣𝙩𝙖 𝙎𝙘𝙖𝙥𝙤𝙡𝙞 𝙙’𝙤𝙧𝙤 𝙙𝙚𝙡𝙡𝙖 𝙘𝙞𝙩𝙩à. Prima di partire, timorosa di ricevere in eredità solo debiti, è a Dam - l'amico al quale è fortemente legata e con il quale ha qualche volta condiviso il letto - che chiede consiglio. L'eredità consiste nell’Albergo Isola, una struttura fatiscente alla quale è interessato da anni Ettore Spertini, capo di una holding nel settore alberghiero che intende convertirlo in hotel superlusso con casinò annesso. Per poter firmare il contratto di vendita, Margot è però obbligata a trascorrere una settimana nella proprietà che ha ereditato, tempo durante il quale ha modo di conoscere i pochi, e quasi tutti ultraottantenni, abitanti di Isola che, pur detestando il cambiamento che il nuovo proprietario porterebbe alla loro vita tranquilla e sostenendola incondizionatamente, la trattano con affetto e attenzione, mentre prende coscienza della verità che riguarda la sua famiglia. Nel momento in cui dovrebbe firmare il contratto di vendita, un nuovo senso di appartenenza al luogo in cui è nata, la scoperta di un amore mai conosciuto e l'atteggiamento dell'arrogante imprenditore la inducono a rifiutare l'offerta. Inevitabili le conseguenze. E’ in questo frangente che sulla sua strada appare Lorenzo Vitali, un affascinante architetto quarantenne, divorziato e con un figlio di sei anni, che si propone di aiutarla.
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Margot, buona e generosa nel profondo, è una giovane forte e determinata, molto orgogliosa e indipendente; supera le delusioni e affronta le difficoltà che la vita le impone, a partire dal complicato legame con la madre.
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Intanto, l’agente letterario Aline Corti fa pressione affinché firmi il contratto che le ha procurato con la 𝙀𝙙𝙞𝙩𝙞𝙤𝙣𝙨 𝙙𝙚 𝘽𝙧𝙚𝙨𝙨𝙤𝙣, la casa editrice più premiata di Francia. Diffidente con gli estranei e per questo suscettibile, Margot tende a svalutarsi, ma c'è chi sa vedere oltre l'apparenza.
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È impreparata a quello che Isola le rivela.
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Né all'attrazione fortissima che prova per Lorenzo. Ogni evento è però secondario perché a Isola Maggiore Margot trova la casa che ha sempre cercato, la famiglia che le è sempre stata negata: Dora, la bottegaia, e suo marito Alvise; Lupo Moretti, 𝙇’𝘼𝙧𝙘𝙝𝙞𝙩𝙚𝙩𝙩𝙤, con Elvira, sua moglie, e Anna, sua sorella, con il marito Vittorio, insegnanti in pensione, 𝙄𝙡 𝙋𝙧𝙤𝙛𝙚𝙨𝙨𝙤𝙧𝙚 𝙚 𝙇𝙖 𝙋𝙧𝙤𝙛𝙚𝙨𝙨𝙤𝙧𝙚𝙨𝙨𝙖; 𝙂𝙧𝙚𝙩𝙖, 𝙪𝙣𝙖 𝙧𝙖𝙜𝙖𝙯𝙯𝙖 𝙨𝙪𝙡𝙡𝙖 𝙩𝙧𝙚𝙣𝙩𝙞𝙣𝙖 𝙪𝙣 𝙥𝙤’ 𝙨𝙩𝙧𝙖𝙣𝙖, 𝙘𝙝𝙚 𝙨𝙚 𝙣𝙚 𝙨𝙩𝙖 𝙖 𝙨𝙚𝙣𝙤 𝙢𝙚𝙯𝙯𝙤 𝙨𝙘𝙤𝙥𝙚𝙧𝙩𝙤 𝙥𝙚𝙧 𝙖𝙡𝙡𝙖𝙩𝙩𝙖𝙧𝙚 𝙡𝙖 𝙛𝙞𝙜𝙡𝙞𝙖 𝙘𝙝𝙚 𝙥𝙚𝙧ò 𝙝𝙖 𝙙𝙪𝙚 𝙖𝙣𝙣𝙞 𝙚 𝙢𝙚𝙯𝙯𝙤. 𝙏𝙧𝙚𝙣𝙩𝙖 𝙢𝙚𝙨𝙞, 𝙥𝙖𝙧𝙙𝙤𝙣! 𝘾𝙤𝙢𝙚 𝙞𝙡 𝙥𝙖𝙧𝙢𝙞𝙜𝙞𝙖𝙣𝙤!; Gionni, con la "i" che chiama tutte le donne 𝙎𝙩𝙚𝙡𝙡𝙖 e dipende dalla madre ottantenne Serafina, sarta e brava con il merletto; Duilio, 𝙞𝙡 𝙘𝙡𝙖𝙨𝙨𝙞𝙘𝙤 𝙧𝙤𝙢𝙥𝙞𝙥𝙖𝙡𝙡𝙚 𝙥𝙚𝙧 𝙥𝙧𝙞𝙣𝙘𝙞𝙥𝙞𝙤 𝙘𝙤𝙣 𝙘𝙪𝙞 𝙙𝙚𝙫𝙞 𝙞𝙣𝙩𝙚𝙧𝙛𝙖𝙘𝙘𝙞𝙖𝙧𝙩𝙞 𝙩𝙪𝙤 𝙢𝙖𝙡𝙜𝙧𝙖𝙙𝙤 𝙖𝙡𝙡𝙚 𝙧𝙞𝙪𝙣𝙞𝙤𝙣𝙞 𝙙𝙞 𝙘𝙤𝙣𝙙𝙤𝙢𝙞𝙣𝙞𝙤, 𝙚 𝙘𝙝𝙚 𝙩𝙞 𝙗𝙖𝙩𝙩𝙚 𝙘𝙤𝙣 𝙡’𝙚𝙨𝙥𝙚𝙧𝙞𝙚𝙣𝙯𝙖; Pietro Marchesi, 𝙇𝙤 𝙎𝙘𝙧𝙞𝙩𝙩𝙤𝙧𝙚 - ormai senza ispirazione scrive per noia articoli di nessun valore per il giornale di Isola -, che sprona Margot a realizzare i suoi sogni.
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Ogni personaggio, ben delineato, rappresenta un mondo antico, familiare, definisce il profondo legame tra gli abitanti di un borgo ormai quasi del tutto abbandonato, lasciato al ricordo degli anziani che lo vivono ancora. Mentre dal vecchio jukebox, trovato nel garage tra roba vecchia e ricordi, escono le mitiche canzoni anni '60, '70 e '80 - quell'epoca nostalgica e ormai lontana -, Margot prende coscienza di sé stessa e del legame che sente per il luogo in cui è nata e i suoi abitanti; nel momento in cui vive la sua più grande delusione, prende la decisione che cambierà la sua vita. Dando voce alla sua protagonista, Cinzia La Commare trasporta il lettore in un'atmosfera molto particolare; io che ho vissuto in prima persona il periodo di successo delle canzoni che cita nel racconto, ho ricordato momenti importanti della mia infanzia e adolescenza e per questo la ringrazio, ma ognuno può viverli a modo proprio, anche coloro per i quali quegli anni sono troppo lontani, perché l'autrice è stata brava a riprodurli. Il libro mi è piaciuto molto e sono contenta di poter consigliare la lettura di questa bella e insolita storia.
La protagonista principale di "Dove soffia il vento" è Margot, una ragazza che a venticinque anni ancora non ha trovato le sue radici, non ha un posto che lei possa definire casa. Certo vive in un piccolo appartamento a Parigi assieme alla madre Corinne. Madre che è la "colpevole" della mancanza di radici della figlia. Corinne Mezzasoma vive con la sua famiglia, proprietaria dell'Albergo Isola, a Isola Maggiore sul lago Trasimeno. A diciassette anni rimane incinta di Margot e a diciannove, senza dare spiegazione ai genitori, fugge con la figlia per trasferirsi a Parigi, dove cambia anche il cognome in Dumont. Lì la vita di Margot scorre tra difficoltà economiche, viaggi all'estero al seguito della madre e del di lei fidanzato di turno. Il suo sogno nel cassetto è diventare una scrittrice. Un giorno tra la posta le due donne trovano una lettera proveniente dall'Italia. È stata spedita da uno studio notarile ed è indirizzata a Margot. La ragazza scopre così che, alla morte dell'ultimo componente della famiglia Mezzasoma, lei è stata nominata unica erede. Dal momento in cui decide di andare in Umbria, la sua vita verrà stravolta. Soprattutto quando scopre che l'eredità consiste nel vecchio Albergo Isola, ormai in rovina. Ovviamente nel testamento ci sono delle clausole che deve rispettare. La prima è che deve abitare nella vecchia dépendance per una settimana poi può cederlo a Ettore Spertini a capo di Nova Esse, una holding che si occupa anche di strutture alberghiere e che da tempo cerca di averlo, osteggiato però dai quindici residenti sull'isola. In cambio, riceverebbe una somma di denaro non indifferente, anche se inferiore al prezzo di mercato. Per Margot potrebbe essere l’occasione che l’aiuterà a realizzare uno dei suoi più grandi sogni: vendere per trasferirsi nel sesto arrondissement e vivere come una vera scrittrice. Oppure è soltanto l’ennesimo guaio? In un’atmosfera magica, tra boschi di lecci, uliveti e vecchie canzoni, sulle rive del lago la ragazza scoprirà segreti e vecchi ricordi che faranno nascere legami inaspettati con gli abitanti dell'isola. Sarà disposta a esporsi pur di difenderli? È pronta a sacrificare un sentimento che non avrebbe mai dovuto provare, correndo il rischio che diventi un rimpianto? E il suo sogno di diventare scrittrice riuscirà ad avverarsi? Ma soprattutto, come reagirà quando, dopo venticinque anni, la madre finalmente le rivelerà chi è il padre? A tutte queste domande troverete la risposta leggendo questo libro, che io consiglio. Margot Mezzasoma/Dumont mi è piaciuta. Assieme a lei mi sono trovata a fare un percorso profondo nei sui sentimenti e a condividere le varie vicissitudini che la porteranno a prendere decisioni importanti, alcune un po’ scomode, altre decisamente azzardate. È una giovane donna che, a causa della bizzarra madre, non ha ancora trovato il suo posto nel mondo. La sua vita però cambia completamente quando, ventitré anni dopo, ritorna in Italia e più precisamente a Isola Maggiore sul lago Trasimeno. In quel luogo di cui non ha ricordi si sente per la prima volta a casa. Viene accolta dai pochissimi abitanti con affetto. La rendono partecipe delle attività sull'isola, le raccontano dei suoi nonni e degli zii che in pratica non ha mai conosciuto. Nel frattempo, riceve anche la telefonata che tanto desiderava. Una importante Casa Editrice francese vorrebbe stipulare un contratto con lei, ma anche in questo caso ci sono delle clausole da rispettare. In quel luogo incantato la vita di Margot potrebbe cambiare non solo dal punto di vista economico, ma anche sentimentale. Fa la conoscenza di Lorenzo Vitali, un architetto quarantenne. Tra i due scocca immediatamente la scintilla. Sono attratti l'uno dall'altra. La differenza di età non sembra un problema e nemmeno il fatto che lui sia padre. Devo dire che nei confronti di Lorenzo ho avuto dei giudizi contrastanti. All'inizio mi è piaciuto molto, così come nella parte finale della storia. C'è stato però un accadimento che ha rimesso in discussione tutto quello che pensavo di lui. Poi, come ho detto, si è ravveduto e ha riottenuto la mia approvazione. Per quanto riguarda i personaggi secondari devo dire che ognuno di loro ha avuto un ruolo ben specifico che ha reso la storia a tratti simpatica e divertente. L'autrice ha saputo trovare un equilibrio perfetto in ogni momento e bilanciare diverse situazioni che si sono venute a creare senza mai perdere di vista la voglia di Margot di trovare il suo posto nel mondo, seppur sbagliando prendendo decisioni azzardate e istintive. Una cosa che ho apprezzato di questo libro è la play list di Margot. Tutte canzoni degli anni 60-70-80, canzoni che hanno fatto da colonna sonora alla mia infanzia e adolescenza. L'autrice ha avuto una bellissima idea a iniziare i capitoli con un accenno di canzone, così come utilizzarle a volte per descrivere certe situazioni in cui si viene a trovare Margot. La scrittura accurata, la trama ben delineata, i dialoghi frizzanti e veloci, dei personaggi interessanti e un'ambientazione da favola rendono la lettura scorrevole e piacevole. Questo romanzo parla di sentimenti quali amicizia e amore, di legami che nascono in modo inaspettato, di sogni a volte irrealizzabili, ma che, se uno ci crede veramente, possono realizzarsi. Concludo la recensione facendo i miei complimenti a Cinzia La Commare per aver scritto un libro che mi ha emozionato, ma anche divertito, e che mi ha fatto tornare indietro nel tempo, a quegli anni 60-70 che hanno accompagnato la mia infanzia e adolescenza.
Partiamo dalle ultime pagine. Ci sono due playlist. Quella dedicata al libro, ogni capitolo è una canzone italiana non proprio moderna, e quella che ha ascoltato l’autrice mentre scriveva il libro. Io purtroppo non riesco a leggere e ascoltare contemporaneamente, ma a posteriori le ascolto volentieri. Perciò mi fa sempre piacere trovare le playlist.
Siamo su un’isoletta del Lago Trasimeno di cui non avevo mai sentito parlare e che ora vorrei visitare. In primavera vedrò di organizzare la gita di famiglia per un paio di giorni. Del lago Trasimeno ho un ricordo personale carino, una delle prime vacanze - addirittura in campeggio- con il mio attuale marito. Giovane, innamorata che accettavo un bagno condiviso 🤣 Una ragazza, che vive a Parigi con la madre, che sa di avere origini italiane ma in vent’anni non ci ha mai messo piede, riceve un’eredità e deve presentarsi in pochi giorni in Italia per scoprire di cosa si tratti. Margot piena di sogni, vorrebbe essere una scrittrice di gialli e vivere nel sesto arrondesiment, e sapere anche qualcosa di suo padre che non ha mai conosciuto. Si ritrova con un albergo fatuo e decadente come eredità. Sull’isola troverà le sue origini, quindici persone che diventeranno la sua famiglia e che la supporteranno nelle scelte, sia sbagliate sia giuste. Si innamorerà di Lorenzo che non ha solo buone intenzioni. Troverà un padre. Capirà meglio sua madre.
Il punto di vista che conosciamo è solo quello della protagonista. Mi sarebbe piaciuto un romanzo corale. Avrebbe a mio parere dato più spessore al libro. Alla fine vorresti sapere molte più cose sugli abitanti di isola, senza che vengano pubblicati libri per ognuno di loro.
La scrittura è semplice. Non ci sono battute al vetriolo che avrebbero messo un po’ più di verve. La prima metà del libro l’ho trovata abbastanza noiosa. La seconda metà invece decolla benino. Quando non sono solo le pippe mentali di Margot ad essere protagoniste, ma accade anche qualcosa. Dei colpi di scena che smuovono le acque.
Le aspettative che avevo di questo romanzo erano davvero parecchio alte, mi ispirava moltissimo e sembrava abbastanza nelle mie corde. Sin dall’inizio sono riuscita ad entrare in sintonia con i protagonisti e la storia mi ha preso, dandomi tanta curiosità per gli interrogativi che l’autrice aveva messo nel piatto. Margot è una ragazza molto forte e intraprendente, con un sogno molto ben chiaro, ma l’eredità che la famiglia di sua madre le lascia le scombinerà i piani. Sarà proprio sulle rive del Lago di Trasimeno che conoscerà Lorenzo un’architetto che l’aiuterà a rovesciare sotto sopra la sua vita. Si sa però che non tutto è tutto ora quel che luccica.
I due protagonisti li ho trovati ben assestati sia nella trama sia tra di loro. Lorenzo mi è piaciuto da subito e nonostante la storia sia scritta totalmente dal pov di Margot, lui è ben descritto e presente ma soprattutto ci arriva come protagonista. Su Margot ho qualche dubbio, mi è piaciuta molto ma l’ho trovata un po’ esagerata in certe situazioni. Quando prendeva posizione non la sentivo convinta, anzi mi sembra che facesse tutto tanto per.
L’ambientazione Italiana mi è piaciuta molto e l’ho trovata descritta benissimo, tanto che mi è venuta vogli di scoprire quei meravigliosi posti. Lo stile di Cinzia è molto semplice e scorrevole e ti invoglia a finire la lettura anche se non ti entusiasma completamente. Insomma per me è una lettura carina e scorrevole, ma per quello che sono i miei gusti avrei voluto un qualcosa di più.
É il primo libro che leggo di questa autrice e quello su cui sinceramente avevo un sacco di dubbi, non so perché ma la copertina non mi convinceva del tutto e in questo caso devo dire che il detto non giudicare un libro dalla copertina é stato davvero calzante. La storia di Margot mi ha fatta appassionante e mi ha tenuta attaccata alle pagine senza darmi possibilità di fermarmi. La famiglia che Margot ha trovato sull'isola mi ha fatto sorridere, perché tutte quelle persone non hanno nemmeno pensato solo per un minuto di abbandonarla, anzi l'hanno aiutata al massimo delle loro possibilità. Certo alcuni personaggi mi hanno suscitato sensazioni contrastanti come Lorenzo da cui sinceranente mi aspettavo un certo comportamento e che facesse una certa cosa, ma che non ha fatto, anche se poi ha preso coscienza e ha tentato di rimediare per cui così male non é. La mamma di Margot non mi ha convinta particolarmente, forse perché mi é sembrata per certi aspetti un po' egoista. Però lo ammetto questa storia mi ha fatta sognare e sono davvero felice di non essermi fermata all'apparenza e di aver continuato😍 Ma il mio personaggio preferito in assoluto é e resterà Brando, per lui provo un amore incondizionato e alla fine della storia capirete perché❤️