Mor è un affresco familiare che si stende attraverso la storia di quattro generazioni di donne, tra Svezia e Italia.
Con il dipanarsi delle vicende, l’autrice racconta come i traumi non elaborati si possano trasmettere di generazione in generazione, di madre in figlia, come un testimone che passa di mano in mano. La violenza psicologica e talvolta fisica si propaga, generando depressione, dipendenze, manie di perfezionismo, ossessioni, ricatti, segreti… anche a distanza di generazioni. In lingua svedese “mor” significa madre, “mormor” (madre di madre) nonna e così via: è la parola stessa a suggerire una ricorsività.
Sara Garagnani racconta questa ereditarietà ripercorrendo la storia della sua famiglia, dalla nonna Inger alla madre Annette fino a se stessa, in un ciclo di emancipazione e ricaduta tratteggiato con lucidità ma anche con sincero affetto.
Di preciso non so neppure come ci sono inciampato, in Mor. So solo che per mesi mi ha guardato dalla pila sbilenca dei libri passati in secondo piano, senza mai essere stati nel primo, fino a quando oggi l'ho preso in mano in cerca di una lettura facile. Questo per dire, come sarà ovvio a chi lo ha già letto, che non ne sapevo nulla. Per tutta risposta, infatti, questa graphic novel si è fatta sentire, mollandomi un bel cazzotto in faccia. Trovo abbia moltissime analogie con "Brevemente risplendiamo sulla terra" di Ocean Voung, uno dei miei libri preferiti. Come il romanzo di Voung, anche questo sta in quella posizione scomoda tra memoir e finzione letteraria in cui si ripongono i testi che potrebbero fare troppo male alle persone che ritraggono. Vi è poi un forte lirismo, qui non solo testuale ma anche disegnato, oltre ad una struttura a tratti caotica, in cui gli avvenimenti si susseguono seguendo legami emotivi e non solo cronologici. Come per Voung, anche Garagnani si ritrova ad affrontare un problema linguistico e di incomunicabilità con la madre. E poi, ovviamente, entrambi sono studi teneri e spietati sulla maternità e su quel concetto ammesso ancora a fatica dell'ereditarietà diretta del dolore. Perché Mor racconta questo: come l'abuso subito durante l'infanzia si perpreta, volendolo o meno, su figlie e figli. Inarginabile, poiché talmente radicato da essere persino nella sostanza stessa della barriera che si tenta di tirar su in difesa di chi si ama. In questo caos famigliare, così ben riprodotto nel suo perpetuo aggrovigliarsi, la tenera figura di Annette intenerisce e commuove. Si assiste impotenti alla semina del magone, alla sua crescita gelida e salata, al suo sbocciare corrotto nella dipendenza. Quando poi sopraggiunge quell'incidente, ti si spezza il cuore. Mormorando Annette e la figlia ritrovano una forma di serenità. Sarà pure solo un onomatopea casuale, ma questo concetto mi ha commosso parecchio. Mi fermo prima delle cinque stelle solo perché per partito preso mi pare siano troppe per le graphic novel. Ci è andato però molto vicino - e forse, non fosse stato per un paio di tangenti olistiche, che possono piacere o meno, ci sarebbe pure arrivato. Una delle graphic novel migliori di questo 2022.
Avvertenza sui contenuti (CW): violenza e ab*si su bambine/i, malattia mentale, dipendenza da alcol
Senza esagerare, uno dei libri più difficili della mia vita. Ci ho messo due mesi: dopo aver letto le prime cento pagine, ho dovuto metterlo in pausa.
Questa non è solo la storia matrilineare di Sara Garagnani, ma la storia di molte e molti di noi, che non faranno fatica a riconoscersi in tante parti di questo graphic. Aveva torto Tolstoj nell’incipit di Anna Karenina; è il contrario, ha ragione Garagnani. Io lo riassumerei con: tutte le famiglie maltrattanti si assomigliano. Premetto che non ho ancora letto paper di psicologia o antropologia che parlino di come i maltrattamenti ci fanno allontanare dalle nostre sorelle/fratelli, ma mi ci ritrovo con l’esperienza. Per tanti anni mi sono posta alcune tra le stesse domande che l’autrice in modo così abile e consapevole semina nelle pagine e molte delle mie risposte sono arrivate solo in terapia e non è stato facile accettarle. Pertanto, se pensate di aver bisogno di un piccolo input per iniziare un vostro percorso, spero di darlo con queste righe.
Con tanta delicatezza e responsabilità verso le sue lettrici, ma affrontando temi molto dolorosi e dei quali si parla poco, questo graphic lo raccomanderei più di un manuale di self-help (e magari anche qualcuno più generico, di psicologia).
Denso, penetrante, avvinghiante. Sono queste le parole che mi vengono in mente mentre leggo le pagine di "Mor. Storia per le mie madri" di Sara Garagnani.
La lettura è difficile, ogni tavola un colpo allo stomaco che lo fa sobbalzare, che lo ritorce e lo ripiega su se stesso. Eppure, vado avanti perché voglio sapere, perché sono allacciata a questa storia piena di amore oscuro, di sofferenza eppure di speranza.
Non è affatto una storia semplice, quella di Mor, né una che si può prendere alla leggera e in maniera distratta. È una storia che ti entra dentro, si sedimenta e ti resta impressa a fuoco. E dalla quale difficilmente riesci a staccarti.
Una lettura da approcciare con cautela, come una bestia selvatica in agguato dietro un cespuglio; alla quale tendere una mano, aspettandosi qualche graffio insieme a una preziosissima carezza.
Graphic Novel disegnata molto bene, ma soprattutto storia potentissima. A volte le storie familiari sono fatte di ripetizioni di meccanismi tossici conseguenze di traumi o turbe psicologiche. Spesso le persone si ritrovano inconsciamente a replicare le dinamiche passando, senza rendersene conto, da vittime a carnefici. L'autrice lucidamente ripercorre le tappe di queste dinamiche guardandole da fuori, dalla prospettiva di chi è riuscito a tagliare quel filo invisibile che collegava tutto e a restituire una dignità a tutte le donne della famiglia. Molto bello, molto forte. Consigliato.
“Ogni persona deve fare i conti con una storia che non ha scelto, ma di cui è frutto. Da cui può scegliere di allontanarsi, ma in cui affonda le radici. In un modo o nell’altro dovrà farci i conti, perché sarà comunque parte della sua identità.”
Era stato chiesto a Maura Gancitano di scrivere la prefazione di Mor. Storia per le mie madri, ma lei, con grande saggezza e sensibilità, ha detto di non poterlo fare. Al massimo avrebbe scritto una postfazione.
Ora che l’ho letto capisco perfettamente le sue ragioni. Sono le stesse per cui anch’io non ve ne parlerò, ma vi inviterò a leggerlo ogni volta che ne avrò occasione.
La potenza di questa storia è universale, ancestrale. Apre ferite che avevamo chiuso, o di cui forse ci eravamo dimenticati, per poi ricucirle con nuove consapevolezze e una nuova comprensione.
Non ho ancora capito se questa lettura mi abbia risparmiato un anno di psicoterapia, o se invece ora ne avrò ancora più bisogno. Finché cerco di venirne a capo, mi crogiolo in quest’uragano emotivo che mi ha sconquassata e riequilibrata allo stesso tempo.
Mor che pensavo essere un racconto delicato e per due madri è una ferita di una figlia, di una nipote, di una ragazza. È un racconto vero e tragico di due generazioni. Violenza, traumi. Ma anche amore, fiducia, comunicazione.
Il motivo per cui non do 5 stelle è solo perché non è il mio genere e non lo comprendo. Se fosse stato un romanzo ne avrei date 20, di stelle. Purtroppo sono limitata e me ne rendo conto, ma il genere graphic non mi appartiene e non lo riesco a gestire. La storia è lacerante e c’è poco da dire, ti scava dentro e si pianta lì nel profondo aspettando di vedere se riesce a mettere radici. Le mette. Forse ti serve rileggerlo un’altra volta, ma poi le mette. Grazie all’autrice per aver detto cose che avevo paura di pensare.
È verità universalmente nota che nel DNA di ogni persona ci siano scritte le memorie genetiche della famiglia d’origine. Eppure, a volte, ci si dimentica che, oltre al colore degli occhi e alle malattie ereditarie, potrebbe esserci un messaggio molto più importante nascosto dentro quell’elica: è trascritto con un pennarello invisibile e riporta tutto il peso dei ricordiMor. Storia delle mie madri (add editore) sembra voler sciogliere ogni nodo e, tassello dopo tassello, portare alla luce le verità nascoste nelle generazioni a lei precedenti, attraverso vicende conosciute e altre mai scoperte. L’albero genealogico di Sara si attorciglia attorno alle figure femminili della sua vita per scavare nell’animo, trovare il senso della parola casa e portare alla luce ciò che è inciso invisibilmente nel DNA di ciascuna di loro: una violenza mai raccontata.
"Io ero in conflitto: qualcosa mi diceva di non farlo, era la rabbia? Qualcosa mi diceva di farlo, era l'amore?"
"Cercavo di mettere insieme i pezzi... Era evidente che quello che mancava non sgomitava certo per mostrarsi: strati su strati di silenzi refrattari a darsi voce."
Inteso, travolgente, angosciante e allo stesso tempo un abbraccio caldo.
Una storia che è riuscita pian piano a farmi comprendere come a volte l’amore (in questo caso per i propri figli) è anche fatto di sbagli e visioni distorte. Il ripetersi in maniera ciclica, generazione dopo generazione, di violenze fisiche e psicologiche in una famiglia che si sgretola sempre più e si divide tra Svezia ed Italia.
Questo racconto parte da nonna Inger e scivola fino a Sara, facendo presa dentro il lettore con i suoi disegni di donne dal carattere infuocato (ma allo stesso tempo possono spegnersi lasciandosi annegare dal dolore). L’odio e la gelosia sprizzano in tante pagine, portando le protagoniste a vivere una vita fatta di rancore e dolori.
Gli uomini sono stati lasciati un po’ in secondo piano, per fare in modo di avere una visione più chiara sui personaggi femminili e su come si svilupperà la discesa nel baratro oscuro e la successiva risalita (se possibile).
Con MOR, Sara Garagnani ha svelato la storia della sua famiglia, portando alla luce emozioni, situazioni e parole non dette facendo in modo di ricollegare i punti mancanti della storia della sua famiglia e lasciando che una sorta di “perdono” sia finalmente possibile.
[Ringrazio la add editore e l’autrice Sara Garagnani per la collaborazione.]
È possibile che il disagio psicologico di una madre si trasmetta di figlia in figlia, generazione dopo generazione? Cos'è la violenza psicologica? Quali conseguenze determina? Mor tenta di raccontare una storia familiare passando attraverso queste domande, tratteggiandole con acquerelli da paura
Mor è un libro che parla di abusi sui minori e della reiterazione della violenza familiare lungo la linea genealogica delle madri. In realtà, però, è molto di più. È una ricerca sull'affetto familiare, è un'inchiesta sui padri, è uno studio sugli effetti dei maltrattamenti. Ma è anche poesia e arte. Quando si dice che il graphic novel non ha nulla da invidiare al romanzo, questo ne è un esempio brillante.
❤️🩹 Non è semplice parlare di “Mor”: è un viaggio trasformativo e terapeutico. È una ricerca del senso di sè attraverso la vita delle persone che hanno fatto parte della crescita della protagonista. È la storia di una donna, mamma, figlia, nonna e del suo presente - che però è anche passato e futuro. Questo ci riporta a quello che in psicoterapia sistemico relazionale riporta al genogramma Familiare per ricercare, all’interno della propria memoria famigliare, la consapevolezza delle cose che sono accadute, la comprensione degli eventi, la ricerca di se stessi dentro le vite che ci hanno preceduto.
🤱 Ricercare il senso degli eventi all’interno della propria storia famigliare può essere molto faticoso e doloroso ma rimane, molto spesso, una delle strade da percorrere per evitare le trappole legate ai traumi che si ripetono. Ogni persona, prima o poi, si ritrova a fare i conti con una storia che non ha scelto ma da cui proviene. Ci si può sentire costretti ad allontanarsi dalla propria storia, soprattutto se è stata fonte di dolore e insicurezze, ma non si possono sdradicare quelle radici che fanno di questa stessa storia una parte della propria identità.
🪷 Ci si può perdere dentro al dolore e ai limiti della propria storia ma, paradossalmente, si possono trovare anche significati e valori che appartengono a quello che siamo e a quello che possiamo diventare. In questo viaggio fatto di disegni e parole, molto profondo e coraggioso, abbiamo ritrovato la consapevolezza di una giovane donna che riesce a dare voce alle donne della propria famiglia, donne che non hanno potuto parlare, che hanno portato su stesse il peso delle loro scelte, di uomini molto spesso assenti, mai pronti ad ascoltare e di figli che ne hanno subito le violenze e le rabbie.
🥀 Non ci si ricerca per punire chi non abbiamo sentito all’altezza dei nostri bisogni, ma ci si ricerca per riconciliarsi con quelle parti di noi che non abbiamo sentito accolte, comprese e accudite, per comprendersi e perdonarsi. Infine, per osservare la strada e percorrerla con un passo diverso, come succede in queste pagine.
L'infanzia abusata si trasforma spesso e volentieri in genitorialità quantomeno disfunzionale. Questo traspare molto bene dalle pagine di questa graphic novel in cui Sara Garagnani parla del ramo femminile della sua famiglia, risalendo fino alla bisnonna. Sono storie di infanzie rubate che non puntano il dito contro nessuno perché in fondo nessuno ha colpa in questa catena di abusi subiti e poi riproposti. Il circolo vizioso potrebbe interrompersi solo con un intervento esterno, da parte di un marito, di un insegnante, qualcuno che capisca e abbia voglia di intervenire. Purtroppo il nonno di Sara era completamente assente in famiglia, era un personaggio che compariva solo di tanto in tanto e senza mai farsi carico di nulla se non della sua attività lavorativa. Fortunatamente, invece, il papà di Sara si è rivelata tutt'altra persona. Un uomo in grado di affiancare veramente la propria moglie senza giudicarla. Un uomo che non si è tirato indietro e, insieme alla figlia Sara, ha sempre fatto di tutto per aiutare la consorte, affrontando problemi più grandi di lui. Una graphic di rara intensità e profondità.
Ogni persona deve fare i conti con una storia che non ha scelto, ma di cui è frutto. E può essere molto difficile, se è una storia piena di segreti, di vergogne, di dolori, di cose che sono scomparse insieme alle persone che le hanno vissute.
Mor. Storie per le mie madri' di Sara Garagnani, edito da @add_editore e' una storia pontentissima.
"Ogni persona deve fare i conti con una storia che non ha scelto, ma di cui e' frutto".
"QUESTA E' UNA STORIA FAMIGLIARE E COME ACCADE IN TUTTE LE FAMIGLIE NON CI SONO PROTAGONISTI, MA PUNTI DI VISTA. NON CI SONO EROI NE' MOSTRI, C'E' SOLO QUELLO CHE POSSIAMO E RIUSCIAMO A ESSERE".
Sara Garagnani ha fatto davvero un lavorone su se stessa immenso, ricostruendo il suo albero genealogico e accettando il fatto che i traumi, i magoni come li chiama lei, si tramandano di generazione in generazione se non elaborati.
Ci ha raccontando la sua storia, ricordandoci che e' poi la storia di molti di noi. Non siamo soli se guardiamo bene. Ci sentiamo soli alle volte, quello si. Ma l' amore e la costruzione del proprio io nel tempo aiuta sempre a vedere le cose sotto un altro punto di vista.
Perche' d'altronde la vita e' fatta di punti di vista.
Un racconto potente, tremendamente onesto ed emozionante che dal particolare riesce a rendere la storia narrata universale. Sara Garagnani ricostruisce con profonda lucidità la propria infanzia e quella della madre, illustrando tutti quei comportamenti disfunzionali e violenti che all'interno di una famiglia possono ripetersi per generazioni, provocando dolore e ferite che difficilmente l'amore potrà risanare. Il racconto però non si limita a tratteggiare solo le figure femminili, ma offre un'ampia riflessione su più temi: il significato della genitorialità, l'assenza dei padri, il rapporto conflittuale tra fratelli e sorelle. Mi è piaciuto davvero tanto, anche se avrei evitato di inserire la spiegazione finale.
DNF N° 2, 3, forse. Ormai ho perso il conto dei libri che ho abbandonato quest'anno. Questo graphic novel ha una trama alquanto fuorviante e non che il testo interno sia da meno. Frasi senza né capo né coda se non per l'autrice, ma che al lettore/trice creano solo confusione. Capisco e rispetto la scelta di parlare di una vicenda personale e complicata come quella narrata, ma meno retorica per favore!
Apprezzabili le tavole con uno stile di disegno innovativo e diverso da solito. Una menzione d'onore che però non fa andare la mia valutazione oltre 1 stellina
non posso descrivere la sensazione che questa graphic novel ha lasciato in me: un eredità importantissima che spero di portare con me ovunque e per sempre. questa è la storia del grido di aiuto di una linea materna costituita da donne cresciute sotto le violenze peggiori, e che non riescono a trovare altro linguaggio per amare; di come poi, quando un pezzetto di questo puzzle viene messo al contrario, qualcuno cerca di trovare quella mela marcia che ha mandato in malora tutti il raccolto.
“Mor - Storia per le mie madri” è un tentativo di scavare nelle proprie radici per cercare di comprendere il profondo dolore che viviamo e infliggiamo, per cercare risposte davanti ai misteri di una vita e ricevere in cambio solo domande che, indomite, continuano ad affiorare, per riconciliarsi con sé e la propria storia familiare, per interrompere un ciclo di sofferenza e convertirlo, finalmente, in amore.
Emozionante e coinvolgente. Una storia toccante, che fa riflettere sui sentimenti e sulla gestione delle emozioni. È evidente il lavoro introspettivo effettuato dall'autrice, che implicitamente invita il lettore ad interrogarsi su se stesso e a mettere in discussione dinamiche di potere/amore che si danno spesso per scontato.
È bellissimo e devastante allo stesso tempo, incredibile per me, la capacità di riuscire ad uscire da sé stessi, dal proprio dolore e rabbia e riuscire a sondare e capire quello che è successo in passato e si è presentato nel presente in altre forme, poche frasi ma giuste e mirate che con il disegno rendono il quadro della storia completo.
Difficile e bellissimo, difficile per i temi affrontati, non per la lettura, che è scorrevole ma offre tantissime possibilità di approfondire attraverso i bellissimi disegni. Da leggere e rileggere per coglierne sempre nuove sfumature, per comprendere, imparare. Lo consiglierò e regalerò, perché è un libro che merita di essere conosciuto.
Uno dei libri allo stesso tempo più intimo ed universale che abbia mai letto. Ho amato tutto: l'intento, il messaggio (i messaggi), l'umanità dei personaggi, l'utilizzo geniale della pagina. Sicuramente non tutte le famiglie hanno vissuto le esperienze raccontate dall'autrice, ma immedesimarsi non sarà difficile, chiunque a vissuto, almeno in parte, l'incontro con Magone.
Un'autobiografia pazzesca, il racconto di più generazioni di donne, del loro dolore, della violenza verso i figli e di come farci i conti per trovare un'altra strada: quella dell'amore. Il tutto illustrato DA DIO.
Un'opera d'arte. La bellezza dei disegni, la sensibilità dei testi, la carica emotiva... Io non so come Sara Garagnani abbia fatto, la potenza di questa graphic novel è incredibile. Non avevo mai letto niente del genere, spero che pubblichi altro perché ha davvero tantissimo talento.