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Si seulement la nuit
Confinés séparément en 2020, le père et la fille se sont écrits. Leur correspondance s'engage dans le récit d'une famille bouleversée par la politique, l'exil et l'art.@tiqAlice,Tous ces mots pour te dire - avec le dessein de justifier mes maladresses envers toi et ton frère -, que nous, tes parents, sommes venus ici en France avec les codes et les normes de notre culture d'origine ; et vous, les enfants, vous êtes nés ici, vous avez grandi ici, avec les repères d'ici.Comment nous rapprocher ?@liceMon père, mon ami,Je porte vos angoisses et vos souffrances comme tu portes celles de tes parents.Mais serai-je capable de me débarrasser des angoisses de mes aïeux pour ne garder que les miennes ? Celles qui rempliront déjà lourdement le sac de mes enfants, les rendant bossus bien trop tôt.Parce que je ne peux pas guérir mes ancêtres, Bâba !
304 pages, Paperback
Published February 3, 2022
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About the author
Atiq Rahimi
17 books343 followersعتيق رحيمي
Atiq Rahimi est un romancier et réalisateur de double nationalité française et afghane, réfugié de la guerre d'Afghanistan.
Atiq Rahimi is a writer and director of French and Afghan multiple citizenship, refugee from the war in Afghanistan.
https://www.instagram.com/atiqrahimi_...
https://www.atiqrahimi.com
Atiq Rahimi est un romancier et réalisateur de double nationalité française et afghane, réfugié de la guerre d'Afghanistan.
Atiq Rahimi is a writer and director of French and Afghan multiple citizenship, refugee from the war in Afghanistan.
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https://www.atiqrahimi.com
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July 27, 2024
“In questo momento preciso, qui come altrove, la morte alloggia discreta nei nostri respiri, tra le nostre mani, e passa da un corpo all’altro con le carezze, le cure, l’amore (…) Ognuno di noi sembra portare in sé il germe della morte per l’altro”.
Su questo sfondo, il lockdown del 2020, Atiq Rahimi e sua figlia Alice si scambiano delle e-mail. Il primo, non riuscendosi a dedicare al suo romanzo, scrive a sua figlia “anche nel tentativo di riordinare il mondo caotico in quarantena” dentro di lui. A poco a poco questa attività si intensifica e i due finiscono per raccontarsi, testimoni reciproci del padre e della bambina che sono stati.
Si tratta di un moderno scambio epistolare in cui la vita privata di Atiq si srotola sullo sfondo di una storia difficile, fatta di dolori e perdite, una storia che lo ha costretto a fuggire da Kabul negli anni 80 e ad intraprendere un’odissea per raggiungere l’Europa e ottenere asilo politico in Francia.
Il racconto dei suoi ricordi, tra i quali non mancano aneddoti come l’incontro con la moglie o la vincita del Premio Goncourt avvenuta nel 2008, è accompagnato da riflessioni illuminanti e analisi interessantissime su molteplici aspetti.
Alice invece si mette a nudo completamente, raccontando dall’alto dei suoi 23 anni la bambina e l’adolescente che è stata, ciò che ha provato e come ha vissuto fino al momento in cui scrive, il diploma al Conservatorio, la passione per il teatro e la scrittura.
Un libro bellissimo che ci regala immagini che sembrano dei quadri, oltre a importanti testimonianze riguardanti la storia.
Il libro è diviso in due parti: la prima marzo-maggio 2020, la seconda settembre-dicembre 2021 ed è proprio in questa seconda parte che la corrispondenza diventa più intensa e intima tant’è che alla fine sarà dura, soprattutto per Alice, mettere un punto a questo raccontarsi. Scrive infatti quest’ultima: “Allora, baba, con la fine di queste lettere è come se ti abbandonassi. Lascerò alle mie spalle uno spazio che mi è diventato familiare. Ho paura della fine (…) Se solo la notte potesse aiutarmi!”
Non conoscevo nè Atiq Rahimi nè sua figlia Alice ed è stata una scoperta grandiosa. Mi piace molto il loro modo di scrivere, il loro raccontarsi in maniera così delicata, ma tanto intensa e coinvolgente. Una scrittura semplice eppure tanto raffinata. Cinque stelle meritatissime!
Su questo sfondo, il lockdown del 2020, Atiq Rahimi e sua figlia Alice si scambiano delle e-mail. Il primo, non riuscendosi a dedicare al suo romanzo, scrive a sua figlia “anche nel tentativo di riordinare il mondo caotico in quarantena” dentro di lui. A poco a poco questa attività si intensifica e i due finiscono per raccontarsi, testimoni reciproci del padre e della bambina che sono stati.
Si tratta di un moderno scambio epistolare in cui la vita privata di Atiq si srotola sullo sfondo di una storia difficile, fatta di dolori e perdite, una storia che lo ha costretto a fuggire da Kabul negli anni 80 e ad intraprendere un’odissea per raggiungere l’Europa e ottenere asilo politico in Francia.
Il racconto dei suoi ricordi, tra i quali non mancano aneddoti come l’incontro con la moglie o la vincita del Premio Goncourt avvenuta nel 2008, è accompagnato da riflessioni illuminanti e analisi interessantissime su molteplici aspetti.
Alice invece si mette a nudo completamente, raccontando dall’alto dei suoi 23 anni la bambina e l’adolescente che è stata, ciò che ha provato e come ha vissuto fino al momento in cui scrive, il diploma al Conservatorio, la passione per il teatro e la scrittura.
Un libro bellissimo che ci regala immagini che sembrano dei quadri, oltre a importanti testimonianze riguardanti la storia.
Il libro è diviso in due parti: la prima marzo-maggio 2020, la seconda settembre-dicembre 2021 ed è proprio in questa seconda parte che la corrispondenza diventa più intensa e intima tant’è che alla fine sarà dura, soprattutto per Alice, mettere un punto a questo raccontarsi. Scrive infatti quest’ultima: “Allora, baba, con la fine di queste lettere è come se ti abbandonassi. Lascerò alle mie spalle uno spazio che mi è diventato familiare. Ho paura della fine (…) Se solo la notte potesse aiutarmi!”
Non conoscevo nè Atiq Rahimi nè sua figlia Alice ed è stata una scoperta grandiosa. Mi piace molto il loro modo di scrivere, il loro raccontarsi in maniera così delicata, ma tanto intensa e coinvolgente. Una scrittura semplice eppure tanto raffinata. Cinque stelle meritatissime!
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