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Ucraina. La guerra che non c'era. 2014-2022

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«Nel 2014, abbiamo trascorso un mese e mezzo nell'Ucraina devastata dalla guerra. Una guerra che non c'era, perché i media occidentali se ne sono quasi subito dimenticati. Una guerra che ora c'è, purtroppo, e che ha ricominciato a distruggere, ammazzare, bruciare, mutilare.. Concentrarsi sui pretesti (chi ha invaso chi, chi possedeva cosa) significa tapparsi gli occhi, facendo il gioco di chi sta fomentando questo conflitto.»


24 febbraio 2022. La guerra che non c'era adesso c'è. Le sirene antiaeree sono partite a Leopoli, ci sono state esplosioni a Kiev. La Russia di Putin sta attaccando da più fronti, compresa la Crimea, già annessa militarmente nel 2014. Gli USA e la Nato sono pronti alla difesa della indipendenza dell'Ucraina e dei confini dell'Europa. Estate 2014. La guerra che non c'è. Un reportage esclusivo, scritto da due giovani e coraggiosi giornalisti italiani che per mesi hanno vissuto lungo le due sponde del fronte. Da Donetsk a Lugansk, passando per Kiev, un'odissea fra trincee, battaglie e posti di blocco, miliziani dal volto umano, ufficiali alcolizzati e cocainomani, volontari di mezza Europa ubriachi di ideologia, bombardamenti e bordelli militari. L'obiettivo, osservare il vero volto della guerra: senza pregiudizi né retorica, ma con lo spirito un po' incosciente di chi cerca la verità. Il risultato: una lunga carrellata di ritratti, storie e destini, nel solco dei reportage di guerra alla Terzani e Fallaci, che spiegano le contraddizioni della Storia attraverso i romanzi individuali.

Paperback

First published March 15, 2022

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Andrea Sceresini

11 books2 followers

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Profile Image for Gattalucy.
380 reviews160 followers
April 24, 2022
La guerra che non c’era è quella che ci ha fatto arrivare all’oggi. Per questo ho deciso di leggere questo reportage, fatto da due giornalisti un po’ spiantati, che nel 2014 si sono avventurati, al di fuori dei contesti sicuri del giornalismo accreditato, al di qua e al di là della linea di un “fronte” da noi ignorato.
Scelgono di raccontare le vite singole, non i cambiamenti macroscopici, militari, politici, economici. Saranno queste storie che fungeranno da miccia al fuoco della possibilità di comprendere cosa è successo in questi otto anni. Sceresini e il suo collega incontreranno ragazzini che giocano a fare la guerra, combattenti volontari che sognano la rivoluzione, uomini che si lasciano alle spalle un benessere economico, una moglie, una famiglia per inseguire ideali in bilico tra realtà e fantasia, speranza e frustrazione miscelate in un cocktail micidiale per ritrovarsi a combattersi in un luogo chiamato Dombas.
Da una parte la nostalgia della Russia che fu, contro i presupposti vizi occidentali, e dall’altra chi vuole cancellare ogni traccia dell’impero comunista. La distanza che li separa ormai è diventata odio.
Ultranazionalisti, il cui peso politico è quasi nullo nel paese, ma che sono molto attivi tra le file dell’esercito e della polizia, contro nostalgici di una rivoluzione fuori dal tempo che credono nella neonata federazione della “Novarossia”: due fazioni in lotta tra loro, ciascuna delle quali punta alla completa distruzione dell’altra. Gli uni che odiano profondamente tutto ciò in cui credono gli altri. Combattenti volontari, mercenari che comunque sono presenti su tutte e due le sponde.
Mentre noi abbiamo dato per buona la farsa degli accordi di Minsk tra Russia e Ukraina queste due fazioni hanno continuato a combattersi, a far svuotare le città sotto il peso delle artiglierie, a portare i loro cittadini a votare per referendum truccati, per accreditare politici fantocci, mentre la loro economia è regredita fin quasi al baratto: non ci sono più fabbriche, non c’è più lavoro, non c’è più nulla a Luganks da molto tempo. Due fronti contrapposti che si accusano vicendevolmente di sparare sui civili, ognuno convinto di difendere la propria terra e la propria gente, dove le vittime, come sempre in guerra, siano esse civili o uomini in divisa, restano piccoli cristi mandati al macello per difendere gli interessi altrui. Una guerra civile che abbiamo ignorato, e che oggi ha portato a Putin la scusa buona per intervenire in una terra ricca di materie prime che farebbero gola a chiunque.
La prima guerra civile europea del ventunesimo secolo.
Poi faranno un deserto e la chiameranno “pace” (Tacito)
Profile Image for Giordano D'Angelo.
14 reviews
April 14, 2022
Ho comprato questo libro con l'obiettivo di conoscere le radici del conflitto odierno. Ne sono uscito arricchito di miriadi di storie di "poveri diavoli" che da anni combattono e marciscono in nome di ideali scivonisti e interessi geopolitici. Alla fine del libro però, hai la stessa sensazione degli autori dopo aver incontrato Andrea, il fascista che combatte accanto ai russofili in nome dell'antifascismo: "resta uno strano gusto amaro: altre certezze se ne sono andate".
Un reportage di guerra che con spietata concretezza racconta storie di individui e di città in guerra.
Un bellissimo testo per chi non ha finito di porsi domande.
Profile Image for Agnese D.
320 reviews10 followers
June 14, 2024
-"È un vivere da bestie che ti abbrutisce inevitabilmente nel giro di pochi giorni: le unghie ti si fanno nere, il volto si arrossa, i capelli diventano stoppa. Molti uomini hanno gli occhi iniettati di sangue perché è quello che succede quando una bomba ti esplode vicino. Tutti hanno la pelle affumicata di falò notturni e vapori di kalashnikov. È una patina che fatica ad andare via. La chiamano «il colore della prima linea".

-"È una guerra schifosa», sbotta. «Siamo fratelli che ammazzano altri fratelli, ecco cosa siamo: semplicemente questo".
Profile Image for LetyDarcy.
116 reviews44 followers
Read
April 20, 2022
Sceresini e Giroffi sono due ritrattisti straordinari. Raccontano di personaggi anche odiosi e detestabili, che pure non puoi non amare perché riconosci in loro un'umanità che merita, a prescindere, rispetto
Profile Image for Ratratrat.
614 reviews8 followers
May 30, 2022
L'ho preso in biblioteca, pensando ad un'analisi storica dei fatti che hanno portato alla guerra, e invece mi ritrovo una serie di avventure e ritratti di due giornalisti freelance che passano da un fronte all'altro presentandoci una serie di personaggi incontrati. Fatto bene, ma alla fin fine non mi ha arricchita molto
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