Milena Quaglini si toglie la vita il 17 ottobre del 2001 nel carcere femminile di Vigevano, dove è in attesa di sentenza per l'assassinio di Angelo Porrello, all'epoca dei fatti suo convivente. Non si tratta, però, dell'unico omicidio da lei commesso: Milena ha già ucciso, Milena uccide gli uomini violenti che abusano di lei. Eppure, stavolta nessuna attenuante sembra poterla salvare dalla condanna che la terrà lontana dai figli, dalla possibilità di una vita normale. Quello di Milena Quaglini è uno dei casi di cronaca più noti in Italia. Prestandole la voce, Elisa Giobbi tesse la ragnatela dei pensieri che affollano la sua mente. Un viaggio tra i meandri di un'anima offuscata dal dolore, dall'alcol e il ricordo di un'infanzia di botte e umiliazioni. Il suo lungo racconto – intervallato da documenti ufficiali – restituisce un'indagine cruda e sincera sulla natura umana, sulla responsabilità e il senso di colpa, sull'istinto di sopravvivenza e la violenza di genere. Da questa indagine emerge tutta la fragilità di una donna costretta a subire, la facilità con cui la vittima può diventare carnefice, un dolore trasformarsi in depressione, l'assenza di amore in un peccato da espiare.
Si buscas una de las últimas novedades en librerías online,lo encontrarás probablemente en la sección de narrativa y más concretamente, en policiaca.
Es curioso que uno de los casos más mediáticos de la crónica negra italiana ,de Milena Q.asesina en serie pueda pasar por una historia policiaca .
Cierto es que la autora ,Elisa Giobbi hace un trabajo brillante,no juzga , como tampoco debe hacerlo el lector y nos presenta la lectura cómo narrativa . Intercalar documentos del Tribunal y cartas entre Milena y su abogada.
Me adelanto al final ,donde Giobbi hace una entrevista a la abogada Licia Sardo. Decide aceptar el caso y retrata a una mujer con su realidad. Me ha servido para valorar lo difícil que tiene que ser su profesión y como el factor humano no se aprende ,ella lo lleva de serie.
Milena Quaglini probablemente quedó marcada de por vida por la violencia paterna . Una mujer inteligente,estudio contabilidad y fue una apasionada de la pintura. Escapa de ese domicilio familiar ,tiene un matrimonio feliz y fruto de él,un hijo .
El ciclo ,la fatalidad ...la vida sin más ,le lleva a un segundo matrimonio,tiene dos hijas . Aquí entenderá lo que juzgaba como pasividad en su madre ,un marido violento ,le cambia la perspectiva.
Conocido es que lo asesino ,como también lo hizo con un pedófilo que tuvo como víctima a sus propias hijas ...creo que para eso no existe ni tecnicismo...lo que hizo Milena se denomina uxoricidio. El otro crimen ,conocido,el de un anciano para el que hacía tareas domésticas y también quiso abusar de ella .
La prensa sensacionalista acudió a especialistas ,mucho se habló y se escribió sobre las adicciones, depresión y la salud mental de la protagonista de esta triste vida ,que terminó suicidándose en la cárcel .
Autodefensa excesiva...incluso le faltaban dientes "gracias "a su marido. La violación en el matrimonio no lo es si ...existe el sometimiento.
Un caso muy interesante,que pone sobre la mesa temas a valorar y comentar ,como la educación de las mujeres. Se puede hablar tanto ...
Me ha encantado leer a Elisa Giobbi,un trabajo muy lejos del sensacionalismo ,no juzga ,expone .
Milena Q, conocida como una asesina en serie y apodada la Viuda Negra, será la protagonista de esta historia, de este “True Crime”. La historia comienza con una llamada de Milena a la policía diciendo que ha matado a su marido y que sus dos hijas pequeñas se encuentran bien. Esta historia tan cortita pero tan interesante comienza así, contándonos como Milena ha matado a su marido, donde lo ha dejado y el porqué de este hecho. Elisa Giobbi nos presenta esta historia contándonos la vida de Milena, de como ha sido maltratada por los hombres desde que era pequeña, empezando con su padre alcohólico, violento y a continuación por hombres que conoció en el transcurso de su vida, que la despreciaban… Una historia que impacta y contada de una manera por parte de la autora sin juzgar a Milena Q, con un trabajo de documentación espectacular. Contada de una manera diferente ya que va intercalando la historia de la protagonista con cartas entre ella y su abogada y con un final muy interesante al tratarse de una entrevista con la abogada de Milena. Un libro diferente, corto pero que impacta y que si te gusta este tipo de historias no te va dejar indiferente.
Domenica 2 agosto 1998, ore. Sala operativa della compagnia dei carabinieri di Stradella, Pavia.
« Pronto, 112... » «Pronto... Ho ammazzato mio marito» ... «Scusi, può ripetere? » «Sì... ho detto che ho ammazzato mio marito» ... (..) «Pronto, mi dica» «Signora, Lei come si chiama?» «Quaglini Milena» (..) «È sposata?» «Sì, lo ero» «Con chi?» «Con Fogli Mario»
Milena Quaglini la famosa serial killer italiana, soprannominata la vedova nera e l'angelo sterminatore, chiama i carabinieri, si costituisce. Il vice brigadiere capisce subito che non è uno scherzo e le chiede se c'è qualcun altro in casa. Le due figlie piccole, risponde, 5 e 2 anni. Il vice brigadiere chiede di parlare con loro.
Nella terrazza avvolto in un sacco della spazzatura sotto la calura estiva, il marito Fogli Mario, ormai cadavere in fase di putrefazione. La puzza di morto si mischia a quella di piscio e vomito. Una situazione surreale.
Un quadro inquietante quello che ci presenta Elisa Giobbi fin dalle prime righe di questo dannatissimo libriccino.
Milena da quando è nata è sempre stata trattata male dagli uomini. Vissuta fin dall'infanzia in un inferno di paure, umiliazioni impotenza e sensi di colpa. Una vita che è diventata una trappola. Un padre alcolizzato, violento e poi nel corso della vita sentimentimentale, Milena ha incontrato uomini che la disprezzavano, la sfruttavano.
Ma arriva un punto di rottura.
Il vaso ha traboccato. Milena scoppia, non c'è la fa più e decide di porre fine alle sue sofferenze.
Dapprima sorprende il marito nel sonno, legandolo con nodi scorsoi con la corda della tapparella e infine lo aggredisce con l'abat jour, fino a finirlo.
Lo so che sembra assurdo, ma non sono riuscita ad odiare Milena, ho cercato di comprendere quest'anima smarrita nell"intenso buio nella sua infelice vita.
Onestamente mi ha fatto molta pena. • È Milena che ci parla e ci racconta la sua storia, ma lo fa con un certo distacco, parlando a volte di Milena in terza persona, quasi non accettando che tutto questo faccia parte della sua vita. Fa parte dello sdoppiamento della sua personalità. • Milena Quaglini è l'immagine di una donna pacata e gentile, mite e sottomessa, con un quoziente d'intelligenza di 115 punti, ben oltre la media. In realtà però è una serial killer, probabilmente avrà ucciso parecchi uomini, di più dei tre gli omicidi che ha confessato, tutti caratterizzati da una violenza efferata che hanno a che fare con la triade sess0-vi0lenza-m0rte. • 𝑀𝑖𝑙𝑒𝑛𝑎 𝑛𝑜𝑛 è 𝑢𝑛'𝑎𝑠𝑠𝑎𝑠𝑠𝑖𝑛𝑎, ci ripete costantemente. . Purtroppo questa non è la realtà.... . . . Meraviglioso, davvero stupendo con una scrittura accattivante. Un libro perfetto per entrambi i miei progetti #libribelliedannati e #shortbutshockbooks. Imperdibile, credetemi. .
Incuriosita dal fatto di non aver mai sentito parlare del caso di Milena Quaglini, ho acquistato questo libro. Le aspettative non erano altissime, quasi mi aspettassi una visione moralista e superficiale di questo caso. Per fortuna, non è ciò che ho riscontrato nel leggerlo. Mi stupisce, tuttavia, che il caso di questa serial killer italiana non sia così conosciuto come altri casi di cronaca.
Milena Quaglini è un'assassina, ma per quale ragione? Soldi, profitto? No. Milena uccide per rabbia. Subisce violenze da tutta la vita e la rabbia la devasta, tira fuori una parte di lei capace di fare del male, male sul serio. E non si pente di farlo, perché sa che gli uomini che ha ucciso non si meritavano altro. Questo dice lei, questo - in parte - pensa la sua avvocata. L'unica che malgrado tutto le resta vicina sino all'ultimo respiro di Milena.
Non entrerò nel merito della vicenda, ma il racconto mi ha pervasa di una tristezza infinita. L'empatia nei confronti di Quaglini è automatica, porta a riflettere. Perché questo è un libro su un'assassina ma soprattutto sul patriarcato ed i suoi effetti più nefasti. Le azioni di Milena Quaglini non hanno altra matrice che la violenza maschile, la visione del possesso della donna, l'oggettificazione e lo sfruttamento del potere che gli uomini in questione sentivano di esercitare su di lei. Milena Quaglini non era una donna femminista, non si è mai voluta definire tale e di certo non lo è stata in senso tradizionale, ma la sua rabbia distruttrice è stata la rabbia di molte donne. Gli esiti della stessa, tuttavia, sono per fortuna meno drastici, ma non è difficile comprendere le ragioni dietro i suoi gesti. Più difficile è accettare che spesso le violenze subite non ci rendono migliori col tempo, ma contribuiscono a deteriorarci fino al punto di rottura.
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Por mucho intenté ponerme en los zapatos de Milena Q y ver cómo, de qué manera se podía rescatar un momento de felicidad en su vida, no lo logré, no encontré la manera de encontrar una luz, una sonrisa, nació de la tristeza, del maltrato, de la oscuridad y así se crió, vivió y murió.
Sus momentos de abstracción mientras pintaba eran sus únicos momentos de libertad, de felicidad, no tuvo más, excepto desgracias e infortunios mientras vivió.
Non conoscevo la vicenda di Milena Quaglini e si è trattato per me di una lettura particolarmente difficile, in quanto le scene di violenza (fisica, psicologica, sessuale) sono descritte in maniera cruda e dettagliata, dalle parole ai gesti.
Ho trovato molto interessante l’operazione dietro alla stesura di questo libro.
Elisa Giobbi sceglie la prima persona per dare voce a Milena Quaglini, colpevole dell’omicidio di tre uomini, tre uomini che l’hanno usata, picchiata e stuprata. Il primo omicidio Milena che confessa è quello del marito Mario, che non ha mai accettato il figlio di Milena, D., avuto durante un idilliaco matrimonio precedente con Enrico, venuto a mancare per una malattia fulminante. Da lì in poi, Milena conosce esclusivamente una quotidianità di violenze (che già aveva presente a causa del padre violento).
Giobbi dichiara di aver romanzato alcune parti (per forza), successivamente la prima persona e quindi la sua penna vengono intervallate da dichiarazioni, perizie e documenti ufficiali raccolti sul caso, anche grazie alla collaborazione con l’avvocata di Quaglini, Licia Sardo (con cui troviamo una breve intervista a fine libro).
Giobbi non ha mai conosciuto Milena Quaglini di persona (Milena si è tolta la vita nel carcere di Vigevano nel 2001), quindi questo immedesimarsi nella “protagonista”, per quanto fatto in maniera rispettosa, mi ha dato un effetto strano. Però parliamo di sensibilità del tutto personale e di un caso che ci augureremmo tutti di poter ascrivere nel particolare e nell’assurdo. Ma la violenza domestica e i suicidi in carcere sono ancora una realtà tristemente comune.
Relato sobre Milena Quaglini, asesina en serie de Italia en los años 90s, con un enfoque desde su infancia hasta que fue encarcelada por los asesinatos confesados acabando con su muerte, con una narración desde el punto de vista de la protagonista. La historia cuenta con las cartas que compartió con su abogada y confidente, para terminar con una entrevista sobre Milena varios años después de su muerte.
Libro muy recomendado si te gustan las novelas testimonio estilo Sangre Fría (1965) de Capote. A pesar de ser una asesina, se puede empatizar con ella. Es difícil juzgar a alguien que ha sufrido toda su vida abusos y humillaciones, especialmente cuando las víctimas son de la más baja calaña moral. Como se menciona en las notas de la autora, Milena se puede percibir como alguien que imparte justica a esos hombres violentos y aprovechadores.
Me hubiera gustado un análisis más profundo del impacto de lo que fue Milena para la sociedad italiana luego de más de 20 años de su muerte. Siento que se pudo haber complementado más luego de la entrevista a Licia Sardo.
Aplaudo el trabajo de la autora. La recopilación de datos y testimonios acaban por hacer esta obra de semi ficción, en un relato valioso que vale el esfuerzo contar.
Me es imposible juzgar este libro cuando es clarisima la narrativa, y la intención de informar y no criticar el buen o mal actuar de Milena. Solo puedo empatizar con una niña vulnerada y una mujer juzgada, cuando ella fue víctima de las circunstancias de su familia y quienes debían protegerla, especialmente su padre, pues tampoco puedo juzgar del todo a su madre cuando también era víctima de violencia y abuso. SIn embargo quedó al debe cuando Milena estaba en la cárcel, y solo le dio la espalda. Nadie puede decir que lo que hizo esta bien, eso es claro, no le correspondía a ella buscar ese tipo de justicia, pero comprendo su ira y dolor, pues bien lo menciona la abogada respecto a la muerte del marido, si él hubiese logrado desatarce quién sabe qué hubiese sido de Milena o sus hijas. Es un caso que muestra la negligencia que viven las mujeres y niños/as por parte de hombres y el sistema, cómo el no proteger las infancias afecta a su futuro, pues Milena realmente no tuvo las herramientas para cambiar ese círculo vicioso de violencia y adicción. Finalmente Milena vivió y murió con miedo. Nadie debería pasar por eso.
Una mujer llama a la policía y se auto denuncia como homicida de su marido.
¿Qué pasa por la cabeza de Milena? Elisa nos contará la accidentada vida de Milena, llena de violencia, adicciones y la búsqueda de algo mejor.
Escribió basándose en los documentos que le presta la abogada de Milena, para que cuente su historia.
Más allá del morbo propio de la crónica roja, me dio la impresión que se defiende la idea de los “vigilantes”, aquella persona que ejerce justicia por fuera del sistema. Una suerte de Batman del mundo real.
Si bien la historia es real, pero no deja de ser novelada las interacciones de su protagonista con su mundo, es al menos un libro que incomoda y que te empuja a tomar partido.
Se cercate un libro breve ma intenso, io vi consiglio lui!
La scrittrice riesce a dar forma e voce ai pensieri di Milena Q. raccontandoci man mano i momenti salienti della sua vita.
In questa storia intrisa di dolore e sofferenza, non si vuole trovare una giustificazione, ma si cerca di dare una conoscenza di Milena e della sua vita in modo completo.
Un libro che mi verrebbe da definire " fuori dal coro" che sa arrivare dritto come un pugno allo stomaco, che sa far male e amare, nonostante tutto, Milena. Se vi va potrete leggere di Milena dovunque, perché è stato un caso di cronaca alla fine degli anni 90, ma vi consiglio di lasciarvi trascinare da queste pagine se vorrete realmente conoscerla
No sé que más decir No sé si puedo aportar algo al debate, si puedo decir algo ingenioso o inteligente
Pero un gran libro, que toma un hecho policial, y para lograr entender mejor todo, juega con elementos de la ficción, que resultan por cierto muy verosímiles, porque junto a la ficción, tenemos archivos, documentos, para conocer mejor a Milena, tenemos testimonios para que podamos ver más allá
Es imposible no conmoverse al ver como el abuso, el maltrato y el malvivir marcan tanto a un persona y la casi imposibilidad de escapar de aquel destino
Si bien Milena fue una asesina, este libro logra retratar el origen de su dolor y las motivaciones que tuvo para cometer esos crímenes, incluso sin justificar sus actos, es posible empatizar.
Me gustó mucho la composición del libro que se divide tanto en la historia como en la entrevista a su abogada y luego una nota de la autora, según yo, a modo dé conclusión; juntar estas tres secciones me pareció clave para poder analizar la historia de una manera mucho más amplia.
Un libro d'impatto, ben scritto. Una storia vera raccontata con le parole della protagonista e di chi l'ha sostenuta. Consiglio per conoscere la storia di una delle poche serial killer ricordate al momdo.
Una grata sorpresa para mi, no suelo leer libros de este estilo, fue una historia precisa pero llena de todos los ingredientes que tiene que tener un buen relato. Increiblemente Milena Q. logra conquistar a cualquiera.
Historia real, imposible no empatizar con ella porque va precisamente de las cosas que se piensan en bajito. Acabo el libro con una sensación incómoda también y preguntándome cómo todavía nos sorprende que haya tan pocas historias así. Milena tiene un cachito de todas.
Este libro me consumió al punto que no pude parar hasta terminar de leerlo. La combinación entre relato y documentación le da una capa de profundidad y contraste, muy interesantes.
Este libro es una mezcla rara pero bien lograda: un perfil psicológico disfrazado de novela o una novela que juega a ser perfil criminal, no sé. Lo que sí sé es que funciona.
Milena Q. existe y no existe. Es un personaje, sí, pero también una excusa para preguntarnos por qué nos fascina la figura de la asesina serial, sobre todo cuando mata hombres. Y no cualquier hombre: hombres malos, violentos, misóginos. Milena no mata al azar, y eso incomoda, porque obliga a preguntarse si de verdad creemos en la justicia o solo en el castigo que nos cae bien.
A ratos recordé “Las Homicidas” de Alia Trabucco Zerán, donde el foco estaba en cómo se narra a las mujeres que matan. Giobbi hace algo similar pero con una estética más de thriller, más sensorial, aunque el trasfondo es igual de político.
No esperen una novela clásica: es más bien un experimento narrativo, un poco informe, un poco crónica, un poco ficción. Y eso le sienta bien, porque no hay nada clásico en una mujer que decide asesinar hombres “malos” y que, además, lo hace sin un ápice de remordimiento.