Da un lato un ordinamento democratico, innovativo, aperto agli scambi e al commercio; dall’altro un mondo chiuso, conservatore, ispirato a valori di tipo militare in nome dei quali i cittadini accettavano con orgoglio le restrizioni delle libertà individuali. Partendo dal racconto di questo antagonismo, con un’attenzione speciale alle istituzioni sociali oltre che politiche – in particolare alla formazione del cittadino e alla condizione femminile -, Eva Cantarella approda al «riuso», operato da parte della cultura occidentale, di due sistemi che, di volta in volta, sono stati invocati tanto da chi aspirava a fondare uno Stato democratico, tanto da chi voleva dar vita a uno Stato autoritario, totalitario, tirannico.
Eva Cantarella (born 1936 in Rome) is an Italian classicist. She is professor of Roman law and ancient Greek law at the University of Milan, and has served as Dean of the Law School at the University of Camerino.
Cantarella is known for examining ancient law by relating it to modern legal issues through law and society perspective. She has researched subjects involving the legal and social history of sexuality, women's conditions, criminal law and capital punishment.
She has written many books, which have been translated into several languages, including English, French, German and Spanish. Cantarella is also editor of Dike - International Journal of Greek Law and a member of several editorial boards such as Apollo - Bollettino dei Musei provinciali del Salernitano; Dioniso; Crime, Histoire et Societés; Revista des estudios latinos; and CADMO - Revista de História Antiga (University of Lisbon).
Cantarella has been professor of Roman law and ancient Greek law at the University of Milan, Italy. She has been dean of the Law School of the University of Camerino. She has also taught and given lectures at many universities in Europe and the United States. She has been appointed Global Professor at New York University School of Law.
She was awarded the Grand Officer of the Order of Merit of the Italian Republic in 2002 by President Ciampi.
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Roma 28 novembre 1936. Grecista. Laureata in Legge, specializzata a Berkeley (Usa) e Heidelberg (Germania). Figlia del grande grecista Raffaele. «Fin da bambina amavo il mondo greco, perché in casa sentivo parlare di personaggi mitologi, dell’Odissea... Ma all’Università mi rifiutai di iscrivermi alla facoltà dove insegnava mio padre. Mi imbarazzava l’idea di essere la figlia del Professore. Così studiai Legge, laureandomi con una tesi sul diritto romano antico e poi dedicandomi, per conto mio, al diritto greco». Insegna Istituzioni di diritto romano e Diritto greco alla Statale di Milano. Ha insegnato anche a Austin e alla New York City University. Nel 2002 fu nominata da Ciampi Grand’Ufficiale della Repubblica. L’anno successivo vinse il premio Bagutta con il libro Itaca. Eroi, donne, potere tra vendetta e diritto. Ha dedicato una parte dei suoi studi alle donne dell’antichità (per esempio Tacita muta, la donna nella città antica, Editori Riuniti, e Passato prossimo. Donne romane da Tacita a Sulpicia, Feltrinelli) e sull’erotismo nell’antichità (La bisessualità nel mondo antico, Editori riuniti). Bei saggi su Pompei: Pompei. I volti dell’amore (Mondadori), e Un giorno a Pompei (Electa) e il suo ultimo libro Pompei è viva (Feltrinelli 2013). Nel 2008 tra coloro che raccolsero l’appello di Angelo D’Orsi per mostrare solidarietà ai 67 docenti di fisica della Sapienza una cui lettera aveva fatto saltare l’invito a Benedetto XVI per l’inaugurazione dell’anno accademico (vedi Marcello Cini). Femminista della prima ora, comunista, in prima linea nelle battaglie per divorzio e aborto. «Non sono contraria a scendere in piazza. In una fase in cui siamo tutti incatenati agli schermi, la parola pubblica sarebbe la vera novità» (a Maria Laura Rodotà nel 2009) [Corriere della Sera, 15/9/2009]
Interessante? Sì. Nuovo? Solo in alcuni punti. Di per sé il libro non è male, forse su alcune cose un po' scontato, quasi banale nel senso che sfiora tematiche già trattati in tanti altri manuali. Resta comunque una interessante lettura, consigliata più a chi si sta approcciando per la prima volta a questa famosa rivalità.
Essendo un'appassionata di storia e cultura greca molte informazioni contenute in questo libro mi erano già note, avendole approfondite al liceo e in altri testi, ma questo non ha diminuito affatto il piacere della lettura: Eva Cantarella è una vera e propria maestra quando si tratta di catturare l'attenzione dei lettori, e anche gli aspetti più noti del tema, come la condizione femminile e la formazione dei cittadini, vengono trattati con così tanta passione e professionalità che non mi sono mai annoiata. Inoltre, l'ultima sezione, dedicata all'uso e alla rappresentazione delle due città nella scena politica e culturale occidentale, è illuminante nel far comprendere come la visione semplicistica di Atene e Sparta sia spesso frutto di una strumentalizzazione che mira a marcare un'antitesi che è più leggendaria e meno profonda di quanto si pensi.
4.5 Nella conclusione del libro Eva Cantarella scrive che spera che tra i suoi lettori ci siano persone il cui percorso di studi non ha permesso di approfondire la storia e la cultura della Grecia antica ma che sentono comunque il desiderio di conoscerla, quindi: eccomi qua. Probabilmente non sarà il suo miglior libro (alcuni argomenti li aveva affrontati in altri saggi quindi erano cose che conoscevo già) ma mi ha comunque tenuta incollata alle pagine e soprattutto mi ha lasciata con la voglia di saperne di più. Leggerò sicuramente altro di suo.
Una donna non può essere partecipe di una società ed esserne una parte attiva perché è impossibile che una donna lo accetti se si tratta di sesso e, subito dopo, il fatto che una donna venga relegata a casa e alla famiglia è male perché gli si deve permettere di esprimere le sue potenzialità ed essere parte attiva della sua vita e quella della città in quanto cittadina e persona nel pieno delle sue facoltà e al contempo biasimare tutte coloro che decidono di loro iniziativa di fare le moglie e le madri. Mi sembra un controsenso e non vorrei essermi espressa male ma non è un atteggiamento costruttivo nei confronti della storia. Quello che dovete sapere è che questo libro non è l’interezza dell’ecumene culturale che sono state le due città e gli esempi portati a dimostrarne il taglio scelto dall’autrice portano a sviare l’attenzione su di un fatto: sono esistite le eccezioni anche per quello che riguarda il mondo maschile e ci sono, nonostante la mancanza della conoscenza di tutte le fonti o dell’ impossibilità di reperirne di prima mano, molte vite che conosciamo e che dimostrano che gli stereotipi moderni, nella storia antica lasciano il tempo che trovano. Altra cosa da superare è l’idea che esiste il miracolo di Atene. La polis attica era molte cose. Una società ingombrante che entrava a piedi uniti nella vita dei suoi cittadini non è democratica, non esiste il libero arbitrio e non è possibile disobbedire all’ordine generale. Atene è democratica solo tra le sue mura e solo con chi fa parte di una classe agiata e ci sarebbe comunque da discuterne perché non è esattamente così. La forza distruttiva di una polis come Atene che mira all’imperialismo annientando tutto quello che non è democratico a suo parere non è Democrazia. Atene era una città ipocrita? Sparta era una città solo dedita alla violenza? Sparta è da comparare al modello di governo russo? O Atene a quello americano perché gli stati uniti sono i buoni? Tutto questo è un cliché, non la realtà né quella di millenni fa né quella di ora. Si può discutere di cosa è giusto e di cosa è sbagliato in maniera soggettiva e solo delle nostre situazioni attuali.
Sapevo già, quando ho iniziato questo libro che avrei conosciuto la maggior parte delle informazioni, soprattutto sulla storia e sulla cultura delle due città. Ma il libro è stato molto utile soprattutto per approfondire gli aspetti di disuguaglianza e similitudine relative alle due città, che alla fine non sono poi tanto diverse se non si considerano le fonti di propaganda e le idee che le persone si sono fatte nel corso della storia. A questo proposito è stato molto interessante l'ultimo capitolo, riguardo questo particolare aspetto: qui notizie nuove e che non troveresti in un manuale di storia.
La Cantarella è abbastanza una garanzia, anche se a furia di raccontare le cose in modo sempre più semplificato si rischiano ripetizioni e banalizzazioni. Un libro in cui si imparano delle cose, se ne consolidano delle altre e soprattutto si scopre un sacco di storiografia. Per questo ottima l’ultima parte, che abbandonando il tema che conosciamo tutti (le assemblee ateniesi e spartane, l’organizzazione dell’agogè, il ruolo delle donne ad Atene) passa ad analizzare come Atene e Sparta siano state usate nella storia per scopi politici. Illuminante., soprattutto per una non specialista.
Nelle primissime pagine, la Cantarella ci avvisa che questo non è un libro per gli addetti ai lavori, ma per gli interessati al tema. Conoscevo già molti degli aspetti menzionati nel testo, ma non mi ero mai soffermata sulle similitudini tra le due poleis, troppo presa dalle differenze. Interessante anche l’ultima parte, che mostra come molte nazioni nell’epoca moderna si siano identificate con Atene o Sparta, strumentalizzando certi aspetti e sorvolando su altri, inasprendo una contrapposizione che è meno marcata di quanto pensassi.
Un po’ deluso. Non c’è nulla di particolarmente nuovo o sconosciuto in questo libro, cosa che mi aspettavo per certi versi, ma non ho ci trovato nemmeno qualche riflessione interessante.
Buon libro, scritto bene, ma ovviamente il pubblico a chi è indirizzato è chi non sa quasi nulla su Sparta e Atene.
Cantarella non delude mai. Era da un po' che non leggevo un testo che parlasse di storia greca e questo è un ottimo compendio per chi è un po' a digiuno della materia, e soprattutto riesce a riassumere in maniera molto efficace le differenze (e soprattutto, somiglianze) tra le due città greche più importanti.
"...questo libro è nato dal desiderio di capire se e fino a che punto corrisponda a realtà la rappresentazione che fa di Sparta e Atene due Stati-città a tal punto diversi da essere inevitabilmente destinati allo scontro in una guerra spesso non senza motivo considerata una sorta di suicidio collettivo dei Greci".
Si fonda sulla dicotomia uguale-diverso la ricerca di Eva Cantarella, che chiude questa prova di vite parellele con una riflessione sull'uso del passato nei secoli e ancora nel linguaggio della politica internazionale, segno che un canale di comunicazione col passato continua ad esistere e deve essere colto per poter comprendere pienamente anche questioni fondamentali del dibattito contemporaneo. https://athenaenoctua2013.blogspot.co...