Non passa giorno senza che si parli di Cina, tuttavia l'argomento viene spesso affrontato, in pubblico e in privato, attraverso una narrazione semplicistica in cui tutto è bianco o nero e il Celeste Impero è il male assoluto o il posto più efficiente del mondo. È «superfluo» commenta Giada Messetti «sottolineare quanto entrambe le versioni ci portino fuori strada». In questo libro, l'autrice traccia una mappa essenziale di una cultura ricca di fascino e, al contempo, profondamente diversa dalla nostra. Una bussola che, bypassando i tanti luoghi comuni, ci aiuta a orientarci nel labirinto di una civiltà millenaria, un mondo per antonomasia «altro», decifrando le differenze che ci separano. Un avvincente viaggio di scoperta che prende in esame alcuni dei tratti più connotanti del gigante asiatico: dal fascino della scrittura alla concezione della società e del tempo, dal potere «con caratteristiche cinesi» ai meccanismi che guidano e determinano la politica estera; e ancora l'influenza pervasiva del confucianesimo e quella del daoismo, l'aspirazione all'«armonia collettiva» e la consuetudine di «cinesizzare» tutto ciò che il Dragone incontra sulla sua strada. "La Cina è già qui" è un libro-ponte che vorrebbe scongiurare lo scontro di civiltà per molti ormai alle porte. È tempo di riconoscere che «l'Occidente ha bisogno della Cina tanto quanto la Cina ha bisogno dell'Occidente». All'orizzonte, «c'è un lavoro molto faticoso da svolgere, un'opera di connessione e tessitura non più rimandabile, perché senza conoscere e capire il proprio interlocutore è impossibile interagire».
Giada Messetti è originaria di Gemona del Friuli (Udine). Sinologa, ha vissuto a lungo in Cina, dove ha scritto per «Diario» e ha collaborato con gli uffici di corrispondenza della Rai, del «Corriere della Sera» e de «la Repubblica». Rientrata in Italia nel 2011, ha lavorato per diverse trasmissioni televisive e radiofoniche di Rai e La7. Attualmente è autrice del programma di approfondimento di Rai3 «#CartaBianca» e cura una rubrica di notizie cinesi su Rai Radio1. Insieme a Simone Pieranni, ha ideato e condotto il podcast sulla Cina Risciò, disponibile sulle principali piattaforme di streaming. Per Mondadori ha pubblicato Nella testa del Dragone (2020).
Due stelle e mezza - premetto che ho vissuto per quasi 13 anni a Hong Kong, fino a pochi mesi fa, per cui ho trovato talune parti non corrette o lacunose. In generale, è un libro che fornisce una visione generica, quasi semplicistica, della Cina sotto vari aspetti: linguistico, sociale, politico, ideologico.
Alcuni punti da chiarire : - p.66: in realtà l’Italia ottenne solo una piccola porzione di territorio della città di Tianjin come concessione - le concessioni maggiori furono ottenute da Russia, Impero Tedesco, Francia e Gran Bretagna. - p.76: “ il partito si impegna a migliorare la vostra vita, ad accrescere le vostre libertà individuali e garantire la vostra sicurezza ogni giorno; in cambio voi cittadini rinunciate ad alcune libertà personali”. Più che libertà individuali (che sinceramente non capisco in cosa differiscano dalle libertà personali…), il partito ha incrementato la ricchezza personale, con la conseguenza che il cinese medio oggi è interessato ad avere denaro e sicurezza, più che diritti umani o libertà individuali. - p.76: “ un cinese di oggi è sicuramente più libero di un cinese vissuto ai tempi della rivoluzione culturale o in epoca maoista”: la rivoluzione culturale avvenne sotto Mao, per cui non vi può essere distinzione con l’epoca maoista, dato che ne fa parte.
L’autrice insiste spesso sulla visione collettiva della Cina come comunità, tuttavia non menziona quanto l’individualismo sia molto diffuso, forse ancor più che in Occidente, e quanto i propri interessi personali a livello economico siano il faro nel perseguimento del benessere di ciascun cinese. La pagina conclusiva avrebbe meritato di essere maggiormente sviluppata e strutturata, dato che non si evince chiaramente quale sia il suo esatto suggerimento, oltre al fatto di conoscere meglio la Cina.
Infine, è un peccato che non abbia menzionato gli scontri nelle università del mondo anglosassone tra gli studenti mainland, spesso figli dell’aristocrazia rossa, e gli studenti di Hong Kong, in occasione delle proteste del 2019: Ironicamente, gli studenti mainland potevano protestare contro le veglie di preghiera (organizzate dagli studenti di Hong Kong) proprio perché si trovavano in paesi democratici come Canada o Australia, che permettevano quelle forme di protesta.
Pubblicato a marzo 2022, lanciato sui social nello stesso mese con ampia copertura mediatica nei successivi, nella mia testa il libro non era solo un vademecum sul Celeste Impero, ma una chiave di lettura originale - nel senso di: fornita da una inseder - delle discutibili scelte che hanno portato, in questi mesi, al più grande lockdown dai tempi di Wuhan 2020.
Perché le decine di milioni di abitanti, tra cui molti expat, di Shanghai e ora anche Pechino, al ripresentarsi di alcuni focolai di Covid-19 scontano oggi, ad oltre due anni di distanza dalla prima ragnatela di contagi, le assurde, invivibili conseguenze della politica "Covid zero"?
Perché una scelta politica da un lato - Xi Jinping determinato a dimostrare a superiorità del sistema comunista all’occidente nella lotta contro la pandemia, costi quel che costi -, una conformazione culturale dall'altro - il fine supremo del "non perdere la faccia" riproponendo le scelte errate che hanno permesso il dilagare del virus al di fuori dei confini nazionali nel 2019 - o meglio ancora, un mix unico e peculiarissimo dei due è sola uno dei tratti distintivi del pianeta Cina.
L'autrice ne parla con contezza di causa e ricchezza di riferimenti storici, antropologici e culturali; l'aggancio diretto con il presente più prossimo, tuttavia, è abbastanza limitato e questo per me è l'unico punto a sfavore del saggio. Resta senza dubbio una lettura intelligente e per certi versi illuminante, che ti lascia la voglia di indagare oltre.
Giudizio tecnico: meglio non trovarsi a Shanghai oggi, ecco.
Mentre il precedente libro di Messetti era una descrizione della situazione attuale della Cina e degli obiettivi del governo cinese, lo scopo di questo libro è di dare qualche elemento per conoscere di più la Cina nel complesso, nel caso in cui (come me) si sia decisamente ignoranti su questo. L'autrice ci parla della lingua cinese (forse il capitolo più interessante del libro, l'approccio cinese al linguaggio è davvero diverso dal nostro), ci dà qualche accenno sulla storia politica, sulla società e cultura di questo grande Paese. Chiaramente, è tutto molto superficiale e semplificato, volutamente, perché si vuole giusto dare un minimo di infarinatura, una sorta di ingresso facilitato al mondo cinese for dummies. Credo che lo faccia molto bene, ci sono molte informazioni, la scrittura è lineare, scorrevole e sempre chiara. Avrei preferito forse qualche pagina in più, ma ci sta che l'autrice abbia voluto non appesantire troppo. Il saggio ha uno scopo puramente divulgativo verso un target di persone che ignorano tutto o quasi tutto sulla Cina, ma forse proprio per questo occorreva qualche spiegazione in più sulla storia recente della Cina (a mio parere, dà per scontato certe cose, che effettivamente dovrebbero essere note a tutti, se perfino io le conoscevo, però non si sa mai).
E' un libro caldamente consigliato, per iniziare a conoscere la Cina.
Le lenti che indossiamo hanno inevitabilmente i colori della nostra formazione culturale, ma fare affidamento soltanto su di esse comporta il rischio di cadere nella sterile semplificazione di un Dragone in bianco e nero: o come il male assoluto o come il posto più efficiente e sbalorditivo nel mondo. Superfluo sottolineare quanto entrambe le versioni ci portino fuori strada.
Avevo già letto il libro precedente di @giada messetti sulla Cina. Questo mi è piaciuto ancora di più, perché parla della lingua, della cultura, della storia con un tono narrativo sicuro e fluido. In sostanza cerca di mostrarci quanto giudicare una cultura altra sulla base della propria sia limitante.
Preciso, ma non ridondante, ricco, ma senza fronzoli, personale, ma non egoriferito (gli esempi che porta legati alla sua esperienza non sono mai gratuiti, anzi, risultano molto funzionali nel confronto culturale). Ogni capitolo tratta un macro-argomento (la religione, la libertà, l'identità, la politica internazionale), ma al suo interno racchiude un dedalo di sfaccettature ed aneddoti, che si snoda con armonia e fluidità. Come nel suo primo saggio, che pure avevo adorato, qua Messetti imposta un lavoro paziente per cercare di far capire la mentalità cinese: più che raccontare semplici fatti o costumi sociali, trova un modo per avvicinare a noi un mindset completamente diverso da quello occidentale, spiegando le contraddizioni del Celeste Impero e soprattutto perché contraddizioni non siano. La cura che mostra per una cultura così complessa è la chiave dell'intero tono del libro, eppure questa delicatezza verso tradizioni millennarie non le preclude un'oggettività necessaria come lente per le attuali dinamiche. Appena può, l'autrice riporta l'etimologia dei termini cinesi, che, in un sistema linguistico così antico e stratificato, sono molto più di semplici parole. In alcuni commenti e recensioni, Messetti viene definita il corrispettivo, per la Cina, di Francesco Costa: anche se l'idea di fondo è affine, credo che il suo lavoro sia molto più complicato; la nostra quotidianità è impregnata dal soft power statunitense, mentre l'influsso del Dragone in Europa, per quanto sia in costante e decisivo aumento, viene percepito principalmente in ambito economico-politico, o, peggio, come pericolo.
Unico difetto di questo saggio: troppo breve, girata l'ultima pagina avrei voluto proseguisse.
L'intento del libro è ottimo: illustrare la cultura cinese e il suo punto di vista unico, per cercare di capire senza giudicare. È utile perché la recente crescita economica e politica della Cina è spettacolare e la rendono sempre più importante nelle nostre vite. Ma la realizzazione non è all'altezza: spesso c'è una contrapposizione tra Cina e Occidente troppo semplificata, in cui alla fine si argomenta che l'approccio cinese è più complesso e profondo di quello occidentale, ma solo perché quest'ultimo è presentato in modo superficiale. È sintomatico che spesso nel libro si usino espressioni come "Celeste impero" e "Dragone" per evitare la ripetizione di "Cina", ma apparentemente senza consapevolezza che questi epiteti non sono affatto neutri. Le criticità del modello cinese non vengono nascoste, ed ho apprezzato il tentativo di guardare alla Cina in modo aperto, mettendo in discussione l'universalità di alcuni dei nostri valori e schemi di pensiero occidentali, ma il discorso manca di profondità. È vero che è un libro breve e divulgativo, per un pubblico largo, ma si sente tantissimo che l'autrice è una giornalista e non un'antropologa o simili. Nota sull'edizione: ho ascoltato l'audiolibro, letto dall'autrice. Capisco che farlo leggere a lei ha i vantaggi di riduzione dei costi, buona pronuncia delle parole cinesi e coerenza con l'immagine pubblica dell'autrice, ma la lettura era molto scolastica, a volte si faceva fatica a capire e quasi mai era gradevole: sentivo la mancanza di una lettura attoriale. E anche l'editing del sonoro era approssimativo: per esempio, nei passaggi tra i capitoli mancavano le giuste pause. Qualcosa ho imparato da questo libro, ma speravo di più: il contenuto era spesso non nuovo per chi si interessa all'argomento leggendo i giornali.
L'apertura dei mercati avvenuta nei primi 2000 dopo le decisioni del WTO mi ricorda la crisi di salinità del Messiniano: fino a 5.33 milioni di anni fa, il mediterraneo era asciutto, poi l'oceano invase il bacino attraverso lo stretto di Gibilterra. L'apertura dei mercati è stato un evento per certi aspetti altrettanto devastante, ma oggi ha senso tentare di svuotare il mediterraneo col secchiello? A parte questa considerazione, il libro è rivelatore su certi aspetti dell'universo cinese. Una concisa e interessante introduzione sulle differenze tra occidente e oriente, di cui almeno io sento un gran bisogno, perché riportare indietro le lancette è impossibile.
C'è una cosa che non mi convince però. L'autrice sostiene che c'è una differenza fondamentale tra la cultura cinese e quella occidentale: gli occidentali sarebbero imbibiti di una cultura individualista, per cui le ambizioni dell'individuo prevarrebbero sempre sulle necessità della società occidentale e dello stato; al contrario i cinesi si sentirebbero condizionati dai vincoli familiari e dal senso di appartenenza al popolo cinese, e questi condizionamenti lo porterebbero a mettere sistematicamente in secondo piano le ambizioni personali. Questa differenza viene presentata come intrinseca e praticamente ontologica. Bè, non credo. Ricordo benissimo che i miei familiari e concittadini erano similmente incatenati da una miriade di vincoli familiari e sociali, non più di quarant'anni fa. Eravamo così anche noi! Perché mai i cinesi non potrebbero cambiare in tal senso nell'arco di un periodo di tempo comparabile?
Molto generico e superficiale, più un piccolo manuale di come approcciarsi all'idea della Cina che non un'analisi sulle mosse della Repubblica popolare cinese sullo scacchiere internazionale.
Avendo letto il libro precedente di Messetti, mi aspettavo un follow up su determinati aspetti cruciali nella comprensione dei fatti geopolitici odierni (es. le conseguenze della pandemia e della guerra in Ucraina), come capita di ascoltare durante le sue interviste, peraltro sempre molto chiare e piacevoli, mentre invece non mi immaginavo di trovare nei capitoli lunghe digressioni sulla scrittura, sulle bacchette, sulla cucina, argomenti che avrei trovato più congeniali al contenuto del suo podcast "Risciò". Decisamente mi aspettavo un libro diverso, peccato!
«L’Occidente ha bisogno della Cina tanto quanto la Cina ha bisogno dell’Occidente. All’orizzonte c’è un lavoro molto faticoso da svolgere, un’opera di connessione e tessitura non più rimandabile, perché senza conoscere e capire il proprio interlocutore è impossibile interagire».
In questo secondo saggio sulla Cina l'autrice si concentra maggiormente sugli aspetti relativi alla cultura cinese, dandone una panoramica generale. Parla della lingua, parlata come fosse un canto e scritta come fosse una pittura; della filosofia che unisce confucianesimo a daoismo; del pensiero olistico e dell'importanza del contesto; della società, della ricerca dell'armonia e di come facciano più leva la vergogna e il perdere la faccia rispetto al senso di colpa occidentale; del rapporto con il passato e tanto altro.
Letto in pandemia, ascoltato nel 2025. Se Nella Testa del Dragone è stato un viaggio a volo d’uccello sulla Cina degli anni 2010, per raccontare (più che spiegare) i grandi cambiamenti avvenuti in Cina negli ultimi decenni e la nuova statura globale del dragone, La Cina è già qui si dà l’obiettivo di aiutare noi occidentali a capire il modo di vedere la realtà delle persone cinesi. Un ribaltamento di prospettiva permesso dal fatto che in questo libro vengono analizzate solo alcune direttrici culturali e spirituali del modo di essere e di approcciare la realtà delle persone che vivono in Cina, in modo da poter scendere più nel dettaglio. A distanza di anni possiamo dire che le previsioni sulla gestione del Covid erano come minimo ottimistiche, se non semplicistiche, ma la visione macroscopica rimane.
Due aspetti mi sono particolarmente rimasti: - il diverso rapporto con il tempo e con l’instabilità politica dato sia dalle aspettativi culturali della popolazione, che da un sistema sociopolitico che, a parte in brevi frammenti della storia, non ha conosciuto il mandato fiduciario all’occidentale tra elettori ed eletti, svincolando le opere e la progettualità pubblica dalla visione a breve termine determinata dai cicli elettorali; - l’evidenza ritrovata nella lingua scritta e parlata (parole che significano cose diverse, concetti intraducibili) della profonda diversità ontologica dell’identità culturale.
In sintesi: libro non perfetto ma ottimo. Il meglio che ci si può aspettare dagli esseri viventi.
Libro utile per conoscere meglio la Cina, di cui ormai si sente parlare ogni giorno. Molto interessante il fatto che gli aspetti della contemporaneità (anche i più semplici, come usare gli ideogrammi sula tastiera del telefono) vengano legati al passato, alla storia e alla tradizione. Libro scorrevole che si legge in poco tempo.
Un libro scritto in modo semplice ed esaustivo, che tratta tematiche interessanti non solo da un punto di vista socio-politico. Analizza, infatti, vari aspetti della cultura cinese, in modo da capire meglio tante cose della popolazione moderna, attraverso storia, scrittura e racconti. Un primo approccio decisamente piacevole, da approfondire
Talvolta un po' meccanico e alcuni racconti di cronaca solo solo citati quando avrei apprezzato un loro maggior approfondimento. La lettura risulta tuttavia piacevole.
Una serie di fatti, slegati l’uno dall’altro atti solo facci capire che l’autrice è stata in Cina ed ha fatto cose una noia mortale e soprattutto di nessuna utilità.
“La Cina è già qui” è un libro estremamente scorrevole ed essenziale per comprendere alcuni degli aspetti fondamentali della cultura e della tradizione cinese.
La Cina è un paese immenso, con una storia e cultura millenarie, che sta ricoprendo un ruolo sempre più importante nelle nostre vite e nel panorama economico e politico globale: non si può ignorarla e non si può non cercare di comprenderla. Bisogna però fare uno sforzo non indifferente: abbandonare i nostri preconcetti occidentali, i nostri canoni e principi filosofici e lasciarci guidare nello scoprire un modo di pensare differente, in molti casi totalmente opposto. Non è estremamente affascinante? Per me lo è stato, leggendo della scrittura e della lingua cinese, del rapporto con la storia, il tempo e la memoria, del confucianesimo e del daoismo.
È un libro diretto a persone come me, che non conoscono molto a fondo la cultura e la Storia cinese ma che ne sono molto incuriosite. Un libro consigliato, insieme al primo di Messetti (“Nella testa del Dragone”), il suo profilo Instagram e il podcast “Risciò” con Simone Pieranni. Allegra
Mantiene alto il livello divulgativo questo secondo volume di Massetti, che si concentra primariamente sulle caratteristiche della cultura cinese, dal cibo alla lingua, dalla sua filosofia che affonda le proprie radici nel confucianesimo, ai nuovi “dei” tecnologici che dominano l’impero celeste.
Le sfide politiche della Cina odierna sono state qui messe da parte per permetterci di comprendere meglio una mentalità molto diversa da quella occidentale, da non respingere aprioristicamente, ma provare ad avvicinare con rispetto e consapevolezza per stendere la mano ad un prossimo che sempre più diventerà protagonista nella scena mondiale.
Fuorviante quindi è il titolo del saggio, che avrei visto come ideale continuazione del precedente “Nella testa del dragone”, lanciato in piena pandemia di Covid; avrei voluto conoscere meglio l’evoluzione di questi ultimi due densissimi anni, anche in seguito all’escalation bellica degli ultimi mesi, che in qualche modo hanno coinvolto politicamente la repubblica popolare cinese. È più corretto dire, invece, che questo testo mira ad inquadrare le caratteristiche di una nazione che, portatrice di una cultura millenaria e dal lento divenire, sta semplicemente lavorando con continuità al proprio obiettivo di miglioramento per guadagnare di diritto il posto internazionale di primo piano a cui ambisce.
Piccolo compendio utile a destreggiarsi rispetto a come l'Occidente dovrà confrontarsi con la Cina alla luce del suo pensiero e alla sua filosofia e cultura millenaria. Un'infarinatura utile per chi è digiuno completamente e vuole cominciare.
Molto interessante. Avevo letto recentemente il primo volume scritto dall'autrice prima della pandemia mi era davvero piaciuto tantissimo ed avevo iniziato a scoprire quante cose noi occidentali non conosciamo della Cina. Questo libro per me è stato un nuovo approfondimento che mi incuriosiva tantissimo. In realtà l'autrice racconta tematiche che non aveva indagato nel libro precedente. Mentre il primo era prevalentemente incentrato sull'ascesa politica dell'attuale presidente cinese, ho trovato questo volume più interessante dal punto di vista culturale piuttosto che politico. Si approfondiscono infatti aspetti della vita culturale cinese a noi molto lontani. Ad esempio la scrittura, che in Cina, data la complessità e ricchezza è una vera e propria forma d'arte. La bravura dell'autrice è però quella di rendere 'pop' degli aspetti a cui è difficile pensare: ad esempio con una scrittura così complessa e 'grafica' com'è possibile sopravvivere ai tempi di whatsapp? Non ci avevate pensato? E' proprio quello che spiega l'autrice iniziare a guardare la Cina con occhi non occidentali, ed è per questo che nascono i messaggi vocali o snapchat (senza dubbio più facile). I capitoli sono davvero interessanti e fruibili anche da quelli che per la prima volta (come me) si approcciano alla cultura orientale. Un altro capitolo molto interessante è quello in cui Giada Messetti cerca di 'spiegare' il perchè delle copie cinese ai manufatti artistici (a me ha fatto scoprire di avere parecchi bias culturali nei confronti dell'oriente). Credo di avervi incuriosito abbastanza ma vi svelo che verso la fine il racconto diventa davvero molto interessante soprattutto per i fan di Harry Potter che scopriranno che in Cina il finale è diverso, personalizzato per la cultura del paese (e non è successo soltanto ad Harry Potter). Davvero molto interessante, senz'altro consigliato.
Abbiamo già apprezzato le doti di brillante sinologa di Giada Messetti con la lettura del suo precedente libro : “Nella testa del Dragone” ,che si era recensito su questo blog il 10 settembre 2021. In quest’altro, la medesima autrice ,che nel frattempo ha preso anche abbastanza confidenza col mezzo televisivo ,apparendo come ospite in diversi talk show ,approfondisce la sua narrazione della Cina, soffermandosi su aspetti che nel libro precedente aveva appena accennato. Occorre dirlo subito, il compito che un sinologo si impone è decisamente difficile. Innanzitutto perché la Cina è lontana. E fosse lontana solo geograficamente, andrebbe ancora, bene, perché oggi con un aereo o usando i media sul web si va facilmente dappertutto. Leggi di più: http://gmaldif-pantarei.blogspot.com/...
Un libro assolutamente consigliato a chiunque, in particolare sollecitato dalle vicende degli ultimi tempi, voglia approfondire la propria conoscenza sul paese del Dragone . Giada Messetti, che avevo già apprezzato nel suo precedente libro, conduce qui il lettore attraverso la cultura cinese, le tradizioni, le incongruenze, la politica, la religione, sempre aiutandolo a guardare senza pregiudizi, un mondo lontano dal nostro come mentalità ma ormai vicinissimo a noi, impegnato in un percorso di sviluppo che ne fa la seconda potenza mondiale accanto all’America, e dal quale non possiamo pensare di poter ormai prescindere.
From my viewpoint, Giada Messetti achieved her goal with this book. Amidst these worrying times, including pandemic issues and freedom of thought topics, She invites the reader to take a look at China from an Oriental perspective, going beyond Occidental-based judgement criteria. Tricky job. Orient and Occident have many opposite cultures, principles even different values and behaviors. Emerging in the millenarian Sino culture with incredible philosophy and deep rooted heritages is paramount to understand certain strategies; which doesn’t necessarily means agreeing with those. The book pushes for reflection before judging in a too superficial manner, as we too often do.
L'ho proprio DIVORATO! ✨ Un saggio che ho trovato davvero interessante, sapevo pochissime cose della Cina e della sua cultura, questo libro mi ha fatto scoprire tanto! Mi è piaciuto moltissimo il capitolo che parla del concetto di "originale" e "copia" e su come siano lontano il nostro pensare da quello cinese, è davvero affascinante e mi piace sempre sapere queste cose! Il mondo in fondo è bello perché è vario! Lo consiglio tantissimo a chi vuole iniziare ad approcciarsi alla Cina e a comprendere come è arrivato ad essere il paese che è!
Messetti si riconferma un vero e proprio punto di riferimento per chi vuole comprendere la Cina ma non sa da dove iniziare. Personalmente ho trovato questo libro anche più interessante del precedente “Nella testa del dragone” (che ripeteva molti facts e dati già presenti nel podcast “Risciò”, che comunque trovate su Spotify e che consiglio a tutti) e come sempre pieno di spunti di riflessione e scritto in maniera molto semplice e chiara!
Messetti continua ad essere un ottimo punto di partenza per chi è totalmente digiuno di Cina e cultura cinese. Ovviamente, essendo un libro pensato per i non addetti ai lavori, semplifica determinati concetti e glissa un po' su altri, ma sono decisioni che, messe nel contesto, hanno senso. Quattro stelline perché non bisogna avere paura di fare libri un po' più lunghi quando si affrontano determinati temi, 150pg un po' pochine e scarne.
La distanza culturale che ci separa dalla Cina ha radici antiche di millenni ma la lettura aiuta ad accorciare le distanze. Per gettare ponti verso la comprensione del dragone è fondamentale capire l'importanza della scrittura, della pietà filiale, del senso di umiliazione, della memoria e del passato.
Dopo "Né Dio né Legge", scritto da una professoressa di cinese italiana (Renata Pisu) che è stata in Cina negli anni '70/'80, questo è il racconto di una nuova generazione: Giada Messetti è nata nel 1981 e rinfresca la visione già riportata dalla Pisu. Non vedo l'ora di leggere un libro scritto da qualcuno della mia generazione o della generazione successiva.
Informative, concise and fluid. The author has clearly a strong knowledge of Chinese culture and society and share that without judgement and without clichés. I would have loved to read more about human night abuses with a journalist approach to really get a full picture of how this country is going to impact the geopolitical equilibrium over the next years.