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Le madri non dormono mai

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Un bambino, sua madre. Due vite fragili tra altre vite fragili: donne e uomini che passano sulla terra troppo leggeri per lasciare traccia. Intorno, a contenerle, un luogo che non dovrebbe esistere, eppure per qualcuno è perfino meglio di casa. Lorenzo Marone scrive uno struggente romanzo corale, un cantico degli ultimi che si interroga, e ci interroga, su cosa significhi davvero essere liberi o prigionieri. Diego ha nove anni ed è un animale senza artigli, troppo buono per il quartiere di Napoli in cui è cresciuto. I suoi coetanei lo hanno sempre preso in giro perché ha i piedi piatti, gli occhiali, la pancia. Ma adesso la cosa non ha più importanza. Sua madre, Miriam, è stata arrestata e mandata assieme a lui in un Icam, un istituto a custodia attenuata per detenute madri. Lì, in modo imprevedibile, il ragazzino acquista sicurezza in sé stesso. Si fa degli amici; trova una sorella nella dolce Melina, che trascorre il tempo riportando su un quaderno le «parole belle»; guardie e volontari gli vogliono bene; migliora addirittura il proprio aspetto. Anche l’indomabile Miriam si accorge con commozione dei cambiamenti del figlio e, trascinata dal suo entusiasmo, si apre a lui e all’umanità sconfitta che la circonda. Diego, però, non ha l’età per rimanere a lungo nell’Icam, deve tornare fuori. E nel quartiere essere più forte, più pronto, potrebbe non bastare.

352 pages, Paperback

First published May 10, 2022

42 people are currently reading
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About the author

Lorenzo Marone

31 books319 followers
Lorenzo Marone è uno scrittore italiano. Laureato in Giurisprudenza, ha esercitato per quasi dieci anni la professione di avvocato. Ha pubblicato La tentazione di essere felici (Longanesi, 2015), La tristezza ha il sonno leggero (Longanesi, 2016), Magari domani resto (Feltrinelli, 2017), Un ragazzo normale, uscito sempre (Feltrinelli, 2018). A novembre del 2018 è uscita per Feltrinelli la raccolta Cara Napoli, che racchiude gli articoli pubblicati dal 2015 su La Repubblica Napoli e che è giunto alla seconda ristampa. Nel 2019 ha pubblicato, ancora per Feltrinelli, Tutto sarà perfetto.

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Community Reviews

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53 (7%)
1 star
7 (<1%)
Displaying 1 - 30 of 98 reviews
Profile Image for Ilaria Quercia.
408 reviews113 followers
May 22, 2022
Posso dirlo?
Sono un po'delusa e sono esitante e dispiaciuta nell'ammetterlo anche ad alta voce perché normalmente adoro Lorenzo Marone, ma questo libro sconta un difetto enorme a mio avviso: i personaggi sono troppi e Diego e Miriam che dovrebbero spiccare su tutti gli altri non spiccano e si confondono nella storia, anzi forse a loro ho decisamente preferito altri, la piccola Melina e il quaderno delle belle parole su tutti.
Inoltre, non facevo in tempo ad affezionarmi a un personaggio e ad incuriosirmi alla sua storia che il capitolo terminava e si attaccava con uno nuovo e così mi ritrovavo a saperne di più solo dopo altri 4/5 capitoli, ma nel frattempo mi era passata la voglia...
Ecco, l'ho detto che soffro quando uno scrittore che mi piace non mi regala il mio comfort book al momento del bisogno e non mi consolo con la scrittura bella, l'umanità che non ti aspetti e la sensibilità struggente perché tutto questo da Lorenzo Marone me lo aspetto e sono il suo tratto distintivo... però la verità vera è che il libro non mi ha convinta del tutto.
Profile Image for Federica Rampi.
701 reviews230 followers
July 8, 2022
Tutti hanno una ferita

Le madri che non dormono mai sono quelle costrette a portarsi i figli piccoli con loro, dietro le sbarre
Le madri non dormono mai è uno spaccato di vita in un Icam, un istituto a custodia attenuata, in cui le detenute madri possono tenere con loro i piccoli fino ai dieci anni, un luogo dove alla disperazione e alla rassegnazione si alterna la speranza, dove ci si riconosce nel dolore, negli sbagli, tra le mani tese di chi è lì per aiutare e la paura di vederli prima o poi uscire, quei figli che sognano un’infanzia normale ma che riescono comunque a inventarsi un modo per essere liberi, anche solo con la fantasia.

“Le vite per la maggior parte s’assomigliano tutte, ma in carcere sono piccine alla stessa maniera, e s’assomigliano ancora di piú, e si tengono insieme per farsi forza, s’appoggiano per non cadere.”

È qui che cresce Diego, nove anni, "O chiatt’, lo stupido", come fuori lo aveva chiamato il branco, un bambino buono e generoso, dal cuore grande ma malato, che con gli occhi sa leggere le persone e che divide le sue giornate con gli altri bambini : Melina, i fratellini nigeriani Gambo e Adamu, Jennifer, Angela e soprattutto con sua madre, Miriam, indifferente alla vita diffidente verso la gentilezza altrui, di poche parole anche col figlio, a cui vuole solo insegnare a difendersi
Miriam, la donna che tutti vorrebbero salvare, è il simbolo della solitudine, delle gabbie fisiche e mentali di chi sogna la libertà ma poi ne ha paura, delle realtà dimenticate, come gli Icam
Ma tra libertà e prigionia, in questo bellissimo romanzo corale, pieno di umanità, ci sono altre storie, quelle di chi lì dentro ci lavora soltanto (Greta Antonia Miki) ma che fuori vive la prigione del proprio vissuto, fatta di muri diversi che tengono nascosti i dolori quotidiani, illudendosi che la vita prima o poi s’aggiusta.
Lorenzo Marone, con straordinaria sensibilità e lucidità ha descritto la maternità sacrificata, la capacità di questo bambini di essere più saggi degli adulti, ingenui ma disillusi, infinitamente teneri nello sforzo di farsi scudo l’un l’altro, di salvarsi giocando.
La sua scrittura è una luce che illumina queste piccole vite,in particolare quella di Diego, che le sbarre dell’appartamento (così sono chiamate nell’Icam le celle) hanno cercato di proteggere dal buio del mondo esterno, lui che cercava ovunque la bellezza pur sapendo che “ la guerra da solo non la poteva combattere”
Profile Image for Miriam .
286 reviews36 followers
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October 29, 2024

Questo libro è stata proprio una sorpresa, una bella sorpresa!
Col mio gruppo di lettura eravamo a corto di idee su cosa leggere per il mese di ottobre, e allora la bibliotecaria se n'è venuta fuori con questo titolo.
Non è il genere di libro che avrei scelto da me, perché tendo a puntare sui classici o sui thrillers, ma a volte è giusto anche trovare spazio per un libro dai contenuti fortemente attuali come questo. E poi uno dei due personaggi principali si chiama Miriam come me, anche se in comune abbiamo solo il nome.

La Miriam del romanzo è una giovane donna segnata dalla vita, ferita dagli uomini e fortemente arrabbiata.
Arriva in un carcere di detenzione attenuata col figlio di nove anni Diego e subito si accapiglia con un'altra detenuta. Non capisce l'ansia d'amore del piccolo Diego, il cui padre è parimenti carcerato e di cui gli rimane solo un giocattolo come ricordo.

Diego è anch'egli un bambino assai problematico.
Grassottello, impacciato, fuori dal carcere veniva bullizzato dai terribili compagni di scuola.

A poco a poco, però, il carcere diviene un luogo di rifugio dalle brutture del mondo esterno, dove Diego trova delle amicizie e anche Miriam "smussa un po' gli angoli".
Purtroppo, però, il mondo di fuori è sempre in agguato...

Ho trovato i personaggi, anche quelli minori, ben caratterizzati e molto realistici, tanto che, con le loro storie di quotidiana miseria, sembrano usciti dal telegiornale.
E soffrono. Tutti, detenute, figli e carcerieri.

La vicenda è narrata in terza persona, ma ciascun capitolo è focalizzato su di un personaggio in particolare.
Lo stile è fluido, scorrevole, con belle similitudini e descrizioni quasi poetiche. Mi ha conquistata.

Sicuramente non un romanzo allegro (io l'ho alternato con cose un tantino più leggere per spezzare la tensione), ma molto toccante e che fa riflettere sulla società attuale e su che tipo di persone vogliamo essere.
Profile Image for Marta Folgarait.
692 reviews7 followers
June 15, 2022
Nonostante le ottime recensioni, questo libro non è riuscito a coinvolgermi. I temi trattati sono molto importanti ma elaborati, a mio avviso, in maniera decisamente superficiale. Ho faticato a riconosvere la scrittura di Marone e il tutto mi è sembrato un insieme di frasi che dovevano essere d'effetto ma che su di me sicuramente non l'hanno avuto
Profile Image for Patryx.
459 reviews150 followers
November 27, 2022
Questo romanzo si presta a molte chiavi di lettura e il tema è sicuramente interessante. Il nodo da cui partono tutte le varie diramazioni di questo romanzo corale è il rapporto genitori/figli declinato in tante diverse storie di vita.
Non mi è piaciuto molto il tono della narrazione: troppo aulico nella descrizione di certi personaggi con il risultato che, in alcuni passaggi, l'ho trovato artificioso; invece, in altri (laddove si comunicavano i pensieri e le emozioni di personaggi colti e portati all'autoanalisi) risultava più coinvolgente. Anche la caratterizzazione non sempre mi ha fatto amare i personaggi: la mia impressione è che ciascuno di essi incarni uno stereotipo che poi l'autore approfondisce perché sotto ognuno di essi c'è una persona con la sua storia... solo che, mi sembra, nonostante l'approfondimento, lo stereotipo alla fine viene confermato: la donna dura, senza fiducia e brusca, incapace di mostrare i suoi sentimenti che è così perché ha avuto un'infanzia molto difficile; la psicologa che appare come una donna sicura e realizzata ma che ha una vita difficile e un rapporto complicato con il padre; l'uomo belloccio e sicura di sé che invece nasconde tante insicurezze e ha comportamenti autodistruttivi.
Profile Image for Martina ⭐.
158 reviews44 followers
November 19, 2024
Ho fatto fatica a portare avanti la lettura di questo libro, non sono riuscita ad empatizzare come avrei voluto con i personaggi. Li ho trovati tutti stereotipati ed esagerati nelle loro caratteristiche, con delle storie un pò banali. La narrazione poi avviene in modo un pò artificioso, con molte frasi ad effetto e piene di merletti secondo me non adatti ai temi trattati. Mi ha toccata invece il finale, nel quale la speranza è assente e che riflette la durezza della vita.
Profile Image for Elvio Mac.
1,023 reviews22 followers
August 30, 2023
Libertà e prigione in questo romanzo che parla di una comunità particolare. Miriam Capasso e suo figlio Diego di nove anni (lui precisa nove e mezzo), vivono in un Icam, ovvero un istituto a custodia attenuata per detenute madri. Partito come esperimento sociale nel 2006, l’Icam non è un carcere normale, le celle si chiamano appartamenti e dentro c'è tutto quel che serve, camera da letto, cucina, bagno, e proprio come fosse casa, le detenute devono prendersene cura, mettere in ordine, pulire, per il bene loro e dei loro bambini. Miriam è stata arrestata per detenzione illegale di armi, quasi sicuramente proteggeva il compagno e nell'Icam. Il piccolo Diego inizia a sentirsi al sicuro in quella casa, visto che nei quartieri di Napoli era sempre preso in giro dagli altri bambini a causa del suo aspetto goffo, Diego infatti è paffuto con gli occhiali e i capelli rossi. Nell' Icam trova una sua dimensione e sviluppa le sue relazioni con gli altri "ospiti" della struttura. comprese le guardie. Miriam è felice per questo inaspettato sviluppo, ma presto Diego dovrà uscire dall'Icam per raggiunti limiti di età e questo potrebbe essere un grosso problema. Miriam è una donna molto bella ma è stata divorata dalla vita, scavata dalla violenza fisica e psichica subita dal marito. Per alcune vite, la bellezza non è un biglietto fortunato della lotteria, ad alcuni apre le porte sbagliate. L'ambiente percepito nel centro, sembra un quartiere o un grande palazzo, non certo un carcere e attorno alle vite di Miriam e Diego ce ne sono molte altre, Michele, Melina, Vittoria, alcune si innestano bene tra loro e a volte l'unione è perfetta, in altri casi invece c'è un rigetto. Miriam è dura e scontrosa, ha imparato che se le persone sembrano buone, lo sono solo per avere qualcosa in cambio, ed è questo che insegna a Diego, ma lui è incapace di vedere il male, anzi ha l'attitudine di sentire il vuoto negli altri, e con la sua anima buona tenta di riempirli, per questo tutti gli vogliono bene. La storia è lenta e non mi ha coinvolto più di tanto, mentre l'analisi interiore dei vari personaggi è molto interessante e permette di trovare sempre una condizione che ci appartiene, nel mio caso quella del personaggio di Greta.
Profile Image for La Libridinosa.
605 reviews238 followers
May 18, 2022
Ti alzi una mattina e ti ritrovi a piangere per un libro finito la sera prima. È questo che mi è successo con l’ultimo romanzo di Lorenzo Marone, “Le madri non dormono mai”, che, dopo avermi ridotta a uno straccio una volta terminata la lettura, riducendomi a un groviglio di lacrime e singhiozzi senza fine, mi è talmente entrato dentro da farmi trascorrere la nottata con una sfilza di parole che mi ribollivano dentro e, al mio risveglio, lacrime e ancora lacrime.

Perché è questo che accade con questa storia: che ti ritrovi dentro la vita di tante persone e ti accorgi che, in fondo, tu ne fai parte. E ti affezioni, tifi per loro, ti chiedi se ce la faranno, vorresti abbracciarli…
E leggi, perché è una storia bella, tosta, forte, ma bella, tanto bella. E mica pensi di arrivare a fine libro e sperare in qualcosa che ti allevi la sofferenza perché tutto quel dolore non sai come gestirlo.

E allora, la mattina dopo ti svegli e ti rendi conto che no, non ce la fai, quel dolore è ancora lì, ti soffoca, ti opprime e hai bisogno di gettarlo fuori e inizia a scrivere, scrivere, scrivere…
Io ci ho provato a spiegarvi cosa si racchiude tra queste pagine. Non so se ci sia riuscita, quello che so è che questo libro è come un tatuaggio sulla pelle: sta lì e sai che, in qualche modo, ti accompagnerà per sempre, segno indelebile di qualcosa che è più forte di tutto e di tutti.

Io non so come spiegarvi le emozioni che ho provato durante questa lettura, so che mi sono sentita un po’ presa in giro, perché Marone inganna: ti accoglie, ti accompagna, ti racconta e poi, nelle ultime 20 pagine, ti colpisce a tradimento.

#lamiafascetta Lorenzo, pentiti!

La recensione completa nel blog
83 reviews2 followers
November 16, 2024
Le madri non dormono mai di Lorenzo Marone

Marone scrive questo libro dopo una visita all'istituto di custodia cautelare ICAM , in provincia di Avellino, dove ha incontrato madri detenute con figli piccoli in cella con loro.
Le “madri che non dormono mai” sono quelle preoccupate del destino dei loro figli, bimbi privati della libertà di uscire, di giocare ai giardinetti, di frequentare gli amici e i parenti.
L'autore racconta alcune storie di queste madri, sfortunate mogli di mariti delinquenti, donne sfruttate da uomini senza scrupoli, lacerate da ferite indelebili. E le storie dei loro figli.
Molte le voci che concorrono alla comprensione della vita che ruota intorno all'istituto di pena. Fra tutte la voce di Diego, bambino di nove anni, buono, gentile, sensibile, bullizzato dai suoi compagni del rione per la sua indole mite e per il suo sovrappeso. Ora che la madre Miriam è in carcere, arrestata per detenzione illegale di armi, le armi del marito anch'egli detenuto, inizia per lui una nuova vita. Finalmente ha la madre tutta per sé, cerca i suoi scarsi sorrisi e i suoi baci, finalmente ha amici che lo cercano, lo apprezzano, lo amano, bambini anche più sfortunati di lui. Attraverso queste amicizie e l'appoggio della guardia Miki, riuscirà a ritrovare fiducia in se stesso. E anche la madre, fredda e distante, diffidente di tutto e di tutti, si lascerà andare a poco a poco ad aprire il suo cuore inasprito dalla vita e a gioire della bontà del figlio “ Miriam capì di avere una sola religione a tenerla in piedi, la sua maternità”.

Quante storie ci vengono raccontate, storie che ci toccano il cuore , senza indulgere al pietismo, ma con attenta sollecitudine e spinta alla riflessione, storie di povertà, di sfruttamento e di tentativi di riscatto.
Come non affezionarsi a Melina, bimba con problemi ad articolare il movimento, che accudisce la madre in fin di vita e che ha una passione per le parole, le belle parole che regala e che le vengono donate : casa, aria, sole...
Come non intenerirsi per Adam e Gambu, fratellini figli di padri diversi, uniti per la pelle , cordiali e allegri, grazie ai quali la madre si riscatta dalla sua misera vita .
Accanto alle figure delle detenute e dei loro figli, prendono voce anche coloro che stanno dall'altra parte, le guardie penitenziarie, il direttore, la psicologa, e scopriamo la fragilità e i tormenti di queste persone, anch'esse a loro modo prigioniere, carcerieri che si sentono carcerati , non rinchiuse in una cella ma trattenute dalle loro vite di figlie tradite dal padre, di mariti che non sanno amare, di donne che faticano a tirare avanti, tutti convinti che “ il nemico da sconfiggere sia l'altro” e che “ la vita è il carceriere più crudele”. Ci accorgiamo che ogni persona debole può donare forza e ogni persona che si ritiene forte ha in sé una buona dose di debolezza.

L'amaro finale mi è stato difficile da accettare. Non era così che volevo finisse. Volevo il lieto fine.
E mi arrabbio per la scarsa capacità della legge a tutelare i soggetti più deboli, non tiene conto dei legami che si creano, delle fragilità che si ricompongono, delle amicizie che si saldano e fanno bene al cuore. E gli psicologi che potere hanno? Certo che la psicologa del carcere, pur se figura capace all'interno di instaurare rapporti di fiducia, avrebbe bisogno pure essa per ricomporre la sua vita di un bravo psicologo.
Il romanzo ha una scrittura avvincente, mi ha tenuto incollata alle pagine e alla vita dei protagonisti che ho amato tutti, nessuno escluso. Molti i passaggi che ho sottolineato, ottimi spunti di riflessione.
Ad esempio il passaggio sui maestri, gli indecorosi maestri capitati a Diego, insegnanti codardi che “ per privilegio potrebbero indirizzare la vita dei ragazzi e che invece la sfiorano appena e s'avviano alla morte in un fallimento inconsapevole, senza essere riusciti a illuminare la strada di nessuno”. E tra gli indecorosi maestri non ci sono solo quelli di scuola, ma tutti coloro che potrebbero e avrebbero il potere e le capacità di fare ma non fanno: politici, magistrati, religiosi, medici, genitori.
Profile Image for arcobaleno.
649 reviews163 followers
February 10, 2023
Niente è giusto

Non conoscevo l'autore e non avrei letto il romanzo se non me lo avessero regalato, scelto casualmente. L'ho iniziato con poco entusiasmo e senza troppe aspettative. Ma, dopo un inizio un po' lento, anche per l'impostazione a più voci che procurava interruzioni e allentamenti nel procedere, sono stata presto coinvolta dalla storia, e dalle storie.

Lorenzo Marone si è ispirato alle esistenze all'ICAM (Istituto di Carcere Attenuato per detenute Madri) di Lauro, tra le montagne avellinesi, che lui aveva avuto occasione di visitare. Con molta sensibilità e con toni pacati, ha saputo disegnare un quadro veritiero dai molti colori, quelli della rabbia e della speranza, dell'odio e dell'amore, della paura e del coraggio,... in un ambiente difficile e poliedrico, dove carcerati e carcerieri, fratelli in miseria, sono equiparati nelle loro debolezze umane. E, al di là dell'immediato studio dei rapporti figli-genitori, emergono sogni di libertà nelle sue diverse forme, non solo fisiche ma anche morali e psicologiche (quanti ne aveva visti ...che si erano fatti schiavi per un'illusione, una speranza, una bugia; per paura o per pregiudizi; per carattere o per eccessiva sensibilità ).

L'espressione con le cadenze napoletane non disturba, anzi rende più vero l'ambiente e spontaneo il coinvolgimento. È un romanzo triste e amaro, ma reale e ben caratterizzato. Vi ho ritrovato e ho rivissuto alcuni momenti della mia modesta esperienza di volontaria lettrice per i bambini, nella casa circondariale della mia città.

Quel pomeriggio arrivarono alcuni scatoloni pieni di libri per bambini... Diego fu il più rapido, si mise a rovistare a due mani, scavava con entusiasmo,... s'affrettò a prendere un paio di volumi per Melina... Angela s'affacciò in un cartone e individuò un racconto che in copertina aveva l'immagine di una buffa gallina. L'afferrò e si lasciò andare piano sul pavimento...mise il libro per terra e puntò l'indice sulle figure... Vittoria le si sedette accanto... a leggerle la storia
Profile Image for Adriana Consalvo.
142 reviews11 followers
November 12, 2022
"Le madri non dormono mai" di Lorenzo Marone

Questo libro che commuove profondamente fino all'ultima pagina è un intreccio di destini  spesso conseguenze di scelte sbagliate, di percorsi non voluti ma scelti inevitabilmente. Non ci sono vinti o vincitori, c'è un destino che lega le madri ai figli, le madri che "non dormono mai" perché in loro vivrà per sempre una parte vitale dei figli, dal momento che le abitano e che resta nel loro confine.
Una madre non lascia mai andare via quella parte preziosa che proteggono.
In queste pagine c'è il privilegio di insegnare che nel cuore di ognuno abita un sentimento; c'è il sogno che vive anche in uomini che sembrano senza sogni.
C'é Diego, il ragazzino buono che distribuisce amore incondizionato, il dolce protagonista tra I protagonisti di un romanzo che dà risalto a una parte di mondo evitato e invisibile ma che contiene tante storie, tante sofferenze che spesso hanno un passato inevitabilmente presente in un presente doloroso.
C'è il desiderio di concludere il "contratto" con il dolore e cercare il mondo migliore al di fuori di quella cella, prigione che esclude la libertà a  chi la abita, ma, che per assurdo,  alla fine è  l'unico spazio a rappresentare un rifugio sicuro.
Ci sono bambini senza esempi che vivono le assenze ma riescono a inventarsi ogni giorno nella ricerca di "parole belle" e a "confezionarle" in un quaderno affinché non scappino dalla memoria.
C'é una bambina che rappresenta in un disegno il mondo che vorrebbe e i sogni, quelli che nessuno può portare via né alle madri né ai figli.
Disegni di mani legate tra loro in un futuro che forse non arriverà mai ma che vivrà sempre rappresentato nei confini di quei corpi contenuti dai tratti di matita guidati dal desiderio di una bimba che porterà i segni indelebili di abbandoni costanti.
Ci sono lettere spedite e mai lette.
"Le madri non dormono mai" dal momento in cui concepiscono una vita..
questo l'ultimo contatto di una madre che vede allontanare il figlio con la consapevolezza che "fuori" non potrà esserci lei a proteggerlo.
Un libro da leggere, consigliatissimo, che arriva al cuore..
Ogni suo libro conduce a voler leggere tutti i suoi romanzi.. bravissimo!!!!!
Profile Image for Margherita Romano.
191 reviews2 followers
November 7, 2023
Miriam e Diego, madre e figlio, si bastano da soli, per forza dato che per colpa del padre che si occupa di malaffari loro sono detenuti di un Icam vicino Napoli; un istituto di pena attenuata per madri e figli, ognuno di loro ha il proprio appartamento, una cella poco più grande delle classiche celle da carcere, che di giorno rimane sempre aperta, ma di notte viene chiusa a chiave come in tutte le carceri.
Di questo in realtà si tratta, seppur con delle accortezze in più, l'ì dentro si trovano donne delinquenti, ognuna con la propria storia, molto spesso arrestate per aver coperto i mariti, donne succubi di un sistema troppo radicato e figli non colpevoli delle scelte dei propri genitori. Diego ha quasi 10 anni, è cicciottello e nel suo rione veniva spesso preso in giro pesantemente dagli altri bambini, già troppo grandi e criminali, ma nell'Icam ha trovato degli amici tra i quali la piccola Melina di soli 5 anni che ancora non sa scrivere e non sa leggere ma che lui reputa come una sorella. Il giorno del suo compleanno sta per arrivare e al compimento dei 10 anni Diego per legge dovrà uscire dall'Icam, essere separato dalla mamma e trasferito dalla zia, l'unica parente prossima che ha. Questa separazione imminente crea una grande angoscia in Miriam che è preoccupata che fuori Diego possa prendere una brutta strada; perchè spesso i destini sono già scritti fin dalla nascita per questi bambini che sono un po' gli ultimi, i perdenti per quanto si sforzino di diventare degli adulti liberi.

Un libro molto bello, che racconta una realtà che in pochi conoscono davvero, sotto i punti di vista delle mamme, dei figli e di coloro che lavorano per cercare di allietare le giornate dei detenuti degli Icam. Sicuramente delle tematiche forti e non facili nemmeno da leggere per quanto si tratta di un romanzo e non di un trattato e non c'è pedanteria o retorica nella narrazione. Mi sono appassionata ai personaggi di Diego e Miriam, ma anche a quello di Amina, di Greta, di Miki..ognuno di loro mi ha lasciato qualcosa e qualche spunto per riflettere. Un libro sicuramente da leggere.
5 stelle
⭐️⭐️⭐️⭐️⭐️
340 reviews9 followers
July 27, 2022
Diego e Miriam, figlio e madre, in un Icam, un carcere dal regime attenuato per detenute madri. Diego dal cuore malato e Miriam che non si fida di nessuno piano piano inizieranno a trovare dimora in quel luogo, volti amici, con i quali aprirsi, con i quali condividere la vita. La scrittura di Marone è felice e descrive una dura realtà senza sconti ma facendoci vedere tutte le sfaccettature delle vite che nel carcere scorrono una accanto all’altra, quella della guardia carceraria, piuttosto che quella della psicologa, delle detenute e dei bambini, pronti, come Melina, a conoscere il mondo imparando a descriverlo con le parole che via via scrive nel suo quaderno.
Ma il destino ingiusto è dietro l’angolo e Diego, ormai troppo grande, dovrà lasciare il carcere e provare a volare da solo in un mondo nel quale non sarà più protetto e dovrà decidere chi vorrà essere.
Doloroso, un pugno nello stomaco ma mai banale.
Profile Image for Carola Clorinda Libraia Felice .
69 reviews24 followers
May 13, 2022
LEGGETELO ✨

Un romanzo che apre il cuore e l’anima, che da voce a quegli ultimi che sentono di non averla. Una narrazione corale che sviscera i sentimenti e le emozioni di mamme e bambini dell’ICAM (Istituto a Custodia Attenuata per Detenute Madri), ma anche di guardie, psicologa, di tutto il sistema che ruota intorno ad una comunità che fa del suo meglio, ma che forse non riesce ad essere abbastanza.

Vero, sincero, indimenticabile; uno dei miei libri preferiti, mi ha conquistata.
Profile Image for Valentina Shop.
26 reviews
September 1, 2022
Un libro che vale la pena leggere per rendersi conto di quanto il destino di alcuni bambini sia profondamente segnato da dove nascono e tragicamente dipendente dalla sorte dei propri genitori e famigliari. Molto interessante la realtà degli Icam, la detenzione attenuata riservata alle mamme con bambini piccoli, nel contrasto tra i pro e i contro di qiesta soluzione.
Profile Image for Liana Cavallet.
154 reviews1 follower
March 5, 2023
"L'unico modo di sfuggire alla condizione di prigioniero è capire come è fatta la prigione". Le parole di Calvino messe all'inizio del libro sono azzeccate: un affresco di personaggi veri, reali e tutti in qualche modo "vinti" costringono i pensieri di chi legge a cercare il significato della parola "libertà". Io l'ho trovato nelle parole belle che colleziona Melina... Forse scegliere accuratamente le parole su cui confrontarci ci regala libertà, almeno un po'...
Profile Image for Carmen Marciante .
252 reviews6 followers
May 4, 2023
Lorenzo Marone non si smentisce mai, la sua penna ormai mi ha definitivamente conquistata.
Questa volta ci racconta la storia di quelle persone che nella vita sono state punite per essere nate in un contesto sbagliato, in una famiglia che probabilmente non ha dato loro l'affetto necessario perché a loro volta non l'hanno ricevuto.
Romanzo corale toccante e "delicato", io lo definirei così. Le mamme davvero non dormono mai!
Bello! Consigliato!
Profile Image for Milena.
72 reviews2 followers
November 9, 2022
Le madri non dormono mai.

Specialmente quelle con un passato difficile alle spalle, quelle a cui la vita ha insegnato a non abbassare mai la guardia, perché la vita non ti fa sconti.

Le madri non dormo mai.

Specialmente quelle rinchiuse in un Icam, un istituto a custodia attenuata per detenute madri, soprattutto se hai con te un figlio, troppo buono, troppo fragile, non puoi permetterti di essere dolce con lui e coccolarlo perché lo devi preparare ad affrontare il mondo che c'è fuori di lì.

"Dentro di sé quella sera Miriam capi' di avere una sola religione a tenerla in piedi, la sua maternità"

Un libro che ci fa conoscere tante storie, tutte diverse ma tutte simili.
Madri che hanno sbagliato e figli che vivono la spensieratezza della loro infanzia in un carcere che per loro è solo casa.

"Eppure Diego avverti' chiaro quel primo giorno di scuola che loro quattro erano altro e lo sarebbero stati sempre."

Riscopro un Lorenzo Marone diverso in ogni suo libro: il sarcasmo e l'ironia che mi hanno impresso nella mente e nel cuore Cesare di "La tentazione di essere felici" lasciano il posto alla sensibilità, al dolore e alla durezza con cui entriamo nella vita di Miriam e Diego.

Questo libro deve essere letto due volte: la prima per seguirne la trama, la seconda per assaporare ogni singola parola, ogni singola metafora, ogni singola descrizione.
Profile Image for Nadia.
503 reviews8 followers
March 11, 2023
Siamo in un ICAM, Istituto a Custodia Attenuata per detenute Madri, sull’Appennino campano. Miriam Capasso è appena arrivata e ha con sé il figlio Diego, di nove anni. Anche il padre di Diego è in carcere ma, nonostante la situazione, il bambino è allegro, chiacchierone, e fa amicizia in fretta con gli altri bambini in carcere, tutti più piccoli di lui: Gombo e Adamu, figli della nigeriana Amina, Jennifer che si crede migliore degli altri e Melina, che ha le gambe storte e fa fatica a camminare ma a soli cinque anni già ama imparare parole nuove e scriverle sul suo quaderno. La storia di Diego e di sua madre si intreccia con quella delle altre figure dell’ICAM: i secondini Miki Cuomo e Antonia Tigno, Greta la psicologa e Parisi, il direttore.
Leggendo questo romanzo mi sono arrabbiata veramente moltissimo. E non, come potreste pensare, per una "sana" indignazione nei confronti di una condizione difficile come quella delle madri carcerate, anche se molto probabilmente era quello l’obiettivo dell’autore. No, mi sono arrabbiata perché mi sono sentita presa in giro. Miriam, uno dei personaggi principali in questo romanzo corale, è in prigione per detenzione illegale di armi. Certo, direte voi, se l’autore l’avesse fatta finire dentro per omicidio volontario o rapina a mano armata probabilmente in pochi avrebbero empatizzato con lei. Quindi ok, appioppiamole un reato minore, uno per cui il lettore (le lettrici, che tanto apprezzano i libri di Marone) possono dire senza timore “ma poverina, in galera per questa bagattella?”. Ecco, appunto. Io non sono avvocato, ma alcune cose del sistema giudiziario italiano le conosco, e per altre posso informarmi, cosa che evidentemente il pubblico dei romanzi di Marone che ha adorato questo libro non si è sforzato di fare. Per il reato di detenzione illegale di armi la pena va dai tre ai dodici mesi, o una multa pecuniaria di meno di 400 euro. Bastava chiedere a Google. Inoltre, per i reati la cui pena prevista è inferiore ai 3 anni non si va neanche più in carcere ormai, se non sei un delinquente incallito ti danno la condizionale. A Miriam, invece, incensurata (anche qui, se fosse recidiva il lettore non sarebbe tanto ben disposto verso di lei) e con un figlio che non può stare neanche con il padre, non tre mesi, non dodici, ma, vogliamo esagerare, chi offre di più?? tre anni di galera, così, de botto, senza senso. Sicuro. Bon, come si dice da noi in Piemonte, partiamo già malissimo perché questa storia non sta in piedi. Tanto più che Marone ha esercitato l’avvocatura per dieci anni, quindi queste cose le sa molto meglio di me e modifica la realtà solo per farci dire “povera Miriam”. Primo motivo per cui mi sono sentita urtata e presa per il naso. Poi, tutte le donne incarcerate non hanno colpa per la loro condizione, secondo l’autore. La colpa è sempre di qualcun altro: dei genitori anaffettivi, del marito che ti plagia e quindi tu gli nascondi la roba anche se non vorresti farlo, del compagno violento, del mondo che è brutto sporco e cattivo. Sicuramente ci sono condizioni di disagio maggiori di altre che inducono a delinquere, ma deresponsabilizzare in questa maniera chi commette un reato, fino a spingersi a dire che chi è fuori, dalla parte degli onesti, spesso non lo è per propri meriti, mi sa davvero di discorso buonista e populista all’ennesima potenza. Inoltre, tutte queste donne in carcere passano il tempo a ciondolare nei cortili e fumare, nonostante abbiano la possibilità di frequentare un corso, studiare o imparare un mestiere. Quando Greta, la psicologa, lo suggerisce a Miriam lei sa solo mettersi a piangere, salvo poi continuare a comportarsi come ha sempre fatto, perché evidentemente sbattersi costa fatica, molto più semplice pensare che qualcuno ci toglierà le castagne dal fuoco, anziché rimboccarci le maniche e “salvarci da sole”. Ma tanto, sembra dirci Marone, l’ambiente in cui nasciamo e cresciamo ci segna irreparabilmente, è inutile affannarci nel tentativo di migliorare la nostra condizione, tanto per quanto tu ti sbatta se sei cresciuto nei Rioni sempre poveraccio rimarrai. Quindi, tanto pietismo di facciata, ma accompagnato da un immobilismo ancora più colpevole, tipico di certa retorica politica che mi fa davvero prudere le mani. Come se non bastasse il romanzo è inutilmente prolisso, ci offre uno spaccato della vita dei protagonisti ma senza approfondirla più di tanto, perché l’autore, anziché farci conoscere un po’ di più i personaggi, ha preferito infarcire il libro di pseudofilosofia spicciola e vuota, come una deprimente e stantia scatola di Baci Perugina. Il finale, su cui tanti si sono disperati, è l’unico modo in cui un romanzo del genere poteva finire, e, SPOILER











Ricorda tanto Chicco&Spillo.
Sono amareggiata, incavolata e sconvolta dai giudizi entusiastici che ha questo libro su Amazon e su Goodreads. Ma sicuramente sarò io che non ho capito niente.
Profile Image for Alessandra.
29 reviews
July 19, 2023
Le madri non dormono mai, e nelle notti insonni, fumano, pensano, si preoccupano. Un romanzo corale, ricco di personaggi, trattati in maniera coinvolgente e appassionante. Marone ci fa entrare in un Icam, un istituto penitenziario attenuato per detenute madri, e si cala perfettamente nelle menti delle protagoniste. Finale struggente e inaspettato, forse avrei preferito un riscatto almeno nella finzione, ma io non sono lo scrittore e il libro è perfetto così.
Profile Image for Girvi.
111 reviews8 followers
August 15, 2023
Mi aspettavo di meglio, anche qui troppo dolore e troppo pessimismo. Poi vabbè, il finale è più o meno telefonato e, a mio avviso, un po’ esagerato. Comunque belle riflessioni e stile di scrittura impeccabile, personaggi molto complessi e ricchi di sfaccettature.
31 reviews
August 18, 2022
Un libro tristissimo che non somiglia agli altri di Marone. Un tentativo di letteratura impegnata e impegnativa per il lettore che conoscendo l'autore probabilmente si aspettava altro. I libri di Marone mi hanno sempre condotto ad una riflessione, più o meno profonda, sull'animo e sulle condizioni dell'uomo. Questo libro fornisce solo deboli spunti. Come già altri hanno scritto, è tutto confuso e veloce, il susseguirsi dei vari punti di vista dei personaggi fa perdere molto alla storia a mio avviso. Qualche momento di tenerezza si sussegue a qualcun altro di rabbia. Nessuno spiraglio, nessuno spazio per la speranza in un avvenire migliore, a differenza degli altri romanzi.
Nel mezzo ben poco, ho fatto fatica a leggere il libro, abituata a divorare gli altri di Marone nel giro di pochi giorni.
Se volete deprimervi è il libro per voi.
1 review
March 7, 2023
La conclusione non è una vera conclusione. Vengono esposti vari problemi in modo superficiale, senza definirne lo svolgimento. Il libro sembra un'introduzione alla trama, paragonabile ai primi capitoli di un'opera.
371 reviews
June 28, 2022
Costruzioni (non discorsi diretti) dialettali a parte, una storia interessante, profonda e di un'umanità sorprendente
Profile Image for Ida Mazzarella.
170 reviews4 followers
August 1, 2022
I personaggi di questo libro sono persone avvinte in lacci così stretti che non danno possibilità di liberarsi, anzi, spesso, il cercare di divincolarsi, stringe ancora di più i legacci, fino a rendere la prigionia una situazione permanente, anche fuori dal carcere.

L'Icam, dove è ambientato il romanzo è un istituto detentivo a custodia  attenuata, dove madri detenenute e figli fino ad una certa età possono stare insieme. Qui passano le vite di prigioniere e guardie e bambini che prigionieri sono anche loro, vincolati da colpe non commesse, avvinti al destino delle madri, che segna anche la loro sorte.

C'è molta gioia in questo libro (una delle parole belle di Melina) e desideri e solidarietà, ma  maggiore è il disincanto e la rassegnazione.
Certe vite sembrano segnate indelebilmente.
Appena la speranza e la fiducia fanno timidamente capolino, subito gli eventi ristabiliscono per tutti il ruolo di vinti, marchiato addosso a fuoco.

"Sapeva che l'apatia ostentata con orgoglio dalle detenute era autodifesa, che l'indifferenza non è per chi non crede, ma per chi ha creduto, seppur per poco, e poi non crede più"

La mia opinione impopolare è che non amo la scrittura di Marone e qui non ho amato la voce narrante in terza persona (assolutamente necessaria, è chiaro, per raccontare tanti personaggi); mi appassionano di più  le pennellate scomposte di Almarina , della mia Valeria Parrella, che raccontano del carcere minorile o la malinconia grigia e bianca dei Giovanissimi di Forgione, tuttavia questo è  un libro bello, denso della verità del dolore di tutti, dei dolori di ognuno.
Come dice la Quarta "È uno struggente romanzo corale, un cantico degli ultimi che si interroga e ci interroga, su cosa significhi davvero essere liberi o prigionieri."
Da leggere.

Libr-ida-leggere 📚
Profile Image for ✨Virè.
444 reviews7 followers
September 11, 2022
Un romanzo intenso, tragico, forte. Lorenzo Marone entra nel mondo delle donne carcerate, delle mamme, cui viene permesso di crescere i propri figli dietro le sbarre, ma a partire finisce per rappresentare la prigione in senso più lato, le limitazioni di libertà cui molti sono costretti, pur da uomini e donne liberi.
La storia è ambientata in un Icam, ovvero in una struttura carceraria dove le madri possono vivere con i propri bambini. Non ci sono celle di pochi metri, ma mini appartamenti che la sera vengono chiusi. Certo ci sono le sbarre alla finestra, ma ci sono anche i cortili, dove non si esce per la sola ora d'aria; i bambini possono giocare ed escono per frequentare la scuola.
In questo carcere si incontrano tante donne di origini diverse, per nazionalità, religione, etnia differente, ognuna con un passato duro, quasi costrette, da altri o dalla vita, ad intraprendere una strada sbagliata. Con loro piccoli di età varie, che crescono, in un ambiente strano eppure per loro quasi sano, se confrontato con la realtà da cui provengono e a cui sarebbero destinati fuori di lì.
Ogni capitolo è dedicato ad uno di questi protagonisti, alla storia che li ha portati fin lì, a quella che li porterà fuori di lì, con i cambiamenti che faranno. Accanto a loro, sempre con un ruolo di primo piano, persone che nel carcere ci lavorano: secondini, psicologi, volontari. Sono uomini e donne liberi, che fuori dal luogo di lavoro hanno una propria vita, che però è diventata la loro prigione.
L'autore quindi parte da una realtà oggettiva, che impone una vita limitata per passare ad una realtà in cui malattia, problemi, famiglia, carattere finiscono per diventare una cella virtuale da cui è ancora più difficile uscire. Non c'è una legge né un giudice a decidere della tua vita e del tuo futuro, ma le circostanze e tu stesso, a volte molto più difficile da convincere di quanto non potrebbe esserlo un tribunale.
Lo stile di Lorenzo Marone mi ha convinto fino ad un certo punto: ho accusato un pò le troppe metafore e frasi ad effetto, sebbene ammetto sia una caratteristica di molti scrittori attuali, che normalmente non mi disturba, anzi mi colpisce positivamente. Ho apprezzato invece molto la storia, sebbene avrei sperato in un riscatto maggiore, così come i tanti personaggi costruiti perfettamente per il ruolo che gli viene assegnato. Un romanzo scritto bene,duro, ma che non può non far riflettere. Non solo ti porta dentro una realtà poco conosciuta, ma ti trascina dentro storie che non possono lasciare indifferenti.
Una lettura non certo leggera, ma sicuramente consigliata.
Profile Image for Vale Ntina bi.
11 reviews5 followers
October 8, 2022
Nata come struttura destinata all’accoglienza di detenuti tossicodipendenti, nel 2016 la casa circondariale di Lauro, in prov di Avellino, è stata trasformata in Icam (istituto di custodia attenuata per le madri) con l’idea di creare un luogo che avesse caratteristiche diverse da quelle del carcere tradizionale in modo da offrire ai minori, detenuti con le loro mamme, un ambiente più famigliare, per quanto possibile.
Nella primavera del 2021 Lorenzo Marone fa visita all’istituto ed è in seguito a quest’esperienza che nasce il suo romanzo.

Diego ha nove anni, è un bambino buono e un po’ indifeso, spesso oggetto di prese in giro da parte degli amici del quartiere. Sua madre, Miriam, è stata arrestata e lui si è visto costretto a trasferirsi con lei nell’Icam. Per Diego, a differenza di ciò che si potrebbe pensare, la vita in carcere è una benedizione: qui conosce l’affetto e l’amicizia e comincia per lui una fase di profondo cambiamento. Miriam, inizialmente chiusa, scontrosa e diffidente, proprio grazie a suo figlio e all’aiuto di Greta, la psicologa del carcere, comincerà finalmente ad aprirsi e a coltivare la speranza di un futuro diverso.

Romanzo corale che lascia spazio alle voci degli ultimi, un libro commovente dal finale forte e inaspettato.
Protagoniste indiscusse le madri, donne dal passato difficile, donne che soffrono, ma non si arrendono e di notte vegliano sul sonno dei loro bambini perché “le madri non dormono mai”
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