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¡Presente!

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¿Qué pasaría si, al pronunciar un nombre cuando se pasa lista, su dueño existiera un poco más? Que la respuesta "¡presente!" contendría el secreto de una adhesión valerosa a la vida. Esta es la escuela con la que sueña Omero Romero. A sus 45 años, cinco años después de haberse quedado ciego, Omero es nombrado profersor suplente de Ciencias del último curso de Bachillerato de un aula-gueto en la que han sido confinados los casos perdidos de la escuela. El desafío parece imposible para él. Siendo ciego inventa una nueva forma de pasar lista, convendido de que para salvar el mundo hya que salvar cada nombre.

Diez años después de la revelación Blanca como la nieve, roja como la sangre, Alessandro D'Avenia vuelve a narrarnos la escuela como solo saber hacerlo quienes la viven en primera persona. La historia de Omero y sus muchacos destila la esencia de la relación entre maestro y discípulo, una relación dinámica en la que ambos enseñan y aprenden, dispuestos a implicarse y mirar el mundo con ojos nuevos. ¿Será este el comienzo de un gran giro en sus vidas?

400 pages, Paperback

Published January 1, 2022

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1747 people want to read

About the author

Alessandro D'Avenia

11 books974 followers
Alessandro D’Avenia, born in 1977 in Palermo, holds a PhD in classics and is a high school literature teacher and screenwriter.

D'Avenia nasce il 2 maggio 1977 da Rita e Giuseppe D'Avenia, terzo di sei figli. Dal 1990 frequenta il liceo classico Vittorio Emanuele II di Palermo, dove incontra padre Pino Puglisi che insegnava religione nello stesso istituto e dalla cui figura viene fortemente influenzato, così come da quella dell'insegnante di lettere.
Nel 1995 si trasferisce a Roma per frequentare all'Università La Sapienza la facoltà di lettere classiche. Nel 2000 si laurea in lettere classiche. Nel 2004 consegue il dottorato di ricerca in letteratura greca con specializzazione in Antropologia del mondo antico, terminandolo con una tesi sulle "sirene" in Omero e il loro rapporto con le Muse nel mondo antico. Mentre è impegnato col dottorato, insegna per tre anni nelle scuole medie. Finito il dottorato, preferisce l’insegnamento alla ricerca e frequenta la scuola di specializzazione per l’insegnamento secondario, al termine della quale insegna greco e latino al liceo. Fonda una compagnia teatrale dilettante e gira un cortometraggio.
La sua attività di scrittore inizia contemporaneamente a quella di insegnante. Il successo arriva per D'Avenia con il romanzo Bianca come il latte, rossa come il sangue, che diventa presto un best-seller e viene pubblicato in 20 paesi stranieri. Il successo del romanzo d'esordio viene parzialmente confermato dal secondo titolo di D'Avenia, Cose che nessuno sa.
Collabora come pubblicista con alcuni quotidiani italiani (Avvenire, La Stampa).
Come sceneggiatore, nel 2008 ha firmato alcuni episodi della terza serie di "Life Bites - Pillole di vita" presso Disney Italia. Nel 2011-2012 lavora alla sceneggiatura del film tratto da Bianca come il latte, rossa come il sangue, prodotto da Rai Cinema, che esce nelle sale cinematografiche nel mese di aprile 2013.

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238 (10%)
1 star
114 (4%)
Displaying 1 - 30 of 239 reviews
Profile Image for marta.
35 reviews4 followers
November 16, 2020
Scritto molto bene, una lettura piacevole.
La critica principale che mi sento di fare è questa: i personaggi (ad eccezione del professore) sono ragazzi liceali di 18 anni. Ho trovato i loro dialoghi ed il loro modo di porsi spesso irrealistico e lontano dal linguaggio utilizzato dai giovani della loro (e mia) età. Questo ha reso i dialoghi molto poco credibili e a mio parere eccessivamente moralisti, e la cosa a volte mi ha infastidito. La storia è comunque bel scritta ed offre numerosi spunti di riflessione.
Profile Image for Giulia.
66 reviews1 follower
January 13, 2021
Mi piange il cuore a dare un voto così basso a un libro di D'Avenia. Avevo già letto, tra i vari, "Ogni storia è una storia d'amore" e l'avevo trovato bellissimo, profondo e molto ispirato. Ispirazione che non ho ritrovato in questo ultimo romanzo.
La trama parte da una premessa, la classe difficile di casi irrecuperabili, che alla fine non viene rispettata: gli studenti difficili sono dei ragazzini normalissimi, che in due battute sono conquistati dal carisma del professore.
Lo stile è didascalico a livelli tali da rendere pesantissima la lettura. Mentre gli stessi concetti inseriti in un testo preve e circoscritto (come la rubrica del Corriere "Ultimo Banco") sono efficaci, in un romanzo spezzano di continuo il ritmo della narrazione e sono veramente pesanti da seguire.
Il professor Romeo, il protagonista, è debole per una serie di ragioni, la principale delle quali è che sembra quasi una figura messianica: nonostante ripeta fino allo sfinimento di essere stato salvato dalle persone che lo amano, non ha mai un cedimento, un momento di debolezza, non commette errori, sa sempre cosa dire e quando dirlo. Non mi ha trasmesso per nulla l'immagine di un uomo comune e fragile, ma quella di un supereroe, nonostante la cecità cui si fanno continui rimandi. Poi non capisco perché venga presentato come un professore di chimica, quando per linguaggio e forma mentis è chiaramente un insegnante di Lettere, o al massimo Filosofia. Non sembra un insegnante di Scienze e non si esprime per nulla come uno scienziato, ma come un umanista. Addirittura assegna ai suoi studenti una ricerca su un argomento scientifico a scelta, purché abbia un collegamento con le loro vite. E loro usano la metafora dei fenomeni naturali per parlare dei propri pensieri e sentimenti. Quale professore di chimica assegna un tema di italiano a traccia libera?
I dieci studenti, comprimari, hanno purtroppo lo spessore della carta velina: ognuno di loro è identificato, oltre che dal nome, da un trauma e questo trauma si mangia vivo il personaggio: l'adolescente con disturbi alimentari avrà solo un disturbo alimentare per tutto il romanzo, tutto il suo personaggio ruoterà intorno a questo e su di lei non sapremo altro, salvo che ha un disturbo alimentare. E lo stesso vale per tutti e dieci gli studenti e i loro rispettivi problemi.
Non ho molto apprezzato la scelta di fare la rivoluzione scolastica che, pur essendo interessante nelle idee, è gestita in maniera sbrigativa e confusionaria. Né la scena sulla spiaggia che..... Sembra la parodia di Harry Potter e Silente a King's Cross, adattata a uno sceneggiato televisivo. Ma seriamente?



BREVE MOMENTO SPOILER
Nonostante tutto quello scritto sopra avrei potuto dare due stelline, ma la trattazione del tema dell'aborto mi ha fatto cadere le braccia. A parte la retorica sulla maternità, ho avuto la percezione che Elena venga condannata senza appello per aver abortito. Mentre per gli altri ragazzi si cerca almeno di indagarne fragilità e debolezze, per Elena no. Lei si sente in colpa per aver abortito punto. Non giustifica le sue azioni, non difende la sua scelta, non fa manco un'analisi delle proprie motivazioni per arrivare anche a dire di aver sbagliato. No. Lei si sente in colpa, fine. E si sentirà in colpa per tutto il romanzo. Salvo nelle battute finali arrivare a dire che non ha abortito, ma dato in adozione la figlia. Oltre a essere un colpo di scena da soap opera, trovo offensivo che la sua scelta venga elogiata in maniera definitiva come scelta generosa e dettata dal "vero amore", in netta opposizione con quella di chi abortisce. Da una parte il giusto, dall'altra il torto, bianco e nero. Non si tratta in bianco e nero un tema così delicato, a prescindere dalle proprie convinzioni.
FINE MOMENTO SPOILER

No, no e ancora no. Vado a rileggere "Ogni Storia e una storia d'amore".
Profile Image for Uhtred.
362 reviews27 followers
April 3, 2022
A truly unforgettable book. The protagonist is Omero, a professor who takes as a substitute teacher a fifth year college class, therefore in the year of their final exams. Omero has recently gone blind and for some time he has been in the balance between the decision to go back to teaching or not, and then he decides to jump over the obstacle and take the risk, because "the characteristic of Homo Sapiens is not is to know everything, but to want to know it ". Omero then agrees to become a substitute teacher of Science in this class of ten “difficult” kids and from here the whole story begins. A story that, if you take it as a novel, appears not very credible: the kids are not so terrible, they express themselves in a perfect and articulated Italian, the janitor is a philosopher, in short, a non-credible school world. But if you abandon this level of reading and enter the more metaphorical one, then everything changes; then it becomes possible that difficult kids listen attentively to this professor who they could endlessly mock and humiliate; it becomes possible that this professor goes against all his colleagues and also the Headmaster, risking losing his job just to let his idea of appeal (hence the title of the book) pass to other classes as well; it becomes possible that this movement of rebellion by the kids takes on even national visibility and that the Minister of Education also goes to visit their school. In short, a story that has many levels of interpretation and which, above all, serves the author to tell us clearly what his vision of life is. It is a book very dense of concepts, very much; you could almost use it as an I-Ching, that is, opening a different page every day and always finding at least one sentence worthy of a long reflection. A true concentration of concepts on the meaning of existence, beauty, courage, love, joy, pain, handicap, everything. A book that in some places even makes you cry, therefore a book that touches; a book that while representing a world inhabited by obtuse, greedy, "bad" men, leaves the door open to the hope that all this can change, through Love and the ability of Homo Sapiens not to be satisfied and to always explore new ways. Four stars well deserved.
Profile Image for Beatrice.
77 reviews8 followers
November 19, 2020
Eccomi qui, dopo aver appena finito di leggere questa meraviglia, sotto le coperte mentre provo a scrivere una recensione. Provo un affetto particolare per questo scrittore perché tramite il suo primo libro "Bianca come il Latte e Rossa come il Sangue" mi ha fatto scoprire uno dei maggiori piaceri della vita: la lettura. Cose che Nessuno Sa ha accompagnato la mia adolescenza ed è stato un supporto fondamentale durante la mia crescita soprattutto psicologica perché D'Avenia è riuscito ad esprimere a parole quello che provavo e che, allo stesso tempo, non riuscivo a descrivere.

L'appello non ha deluso le mie aspettative. Ogni volta che leggo un libro di questo autore mi viene voglia di vivere, di amare, di innamorarmi delle piccole cose, di sognare, di meravigliarmi come una bambina e di abbandonare la corazza da adulta che si sta costruendo intorno a me alla vigilia del mio 21esimo compleanno.
Spesso mi domando come sarebbe stato se avessi avuto lui come insegnante. Sono sicura che sarebbe stato in grado di appassionarmi ancora di più alla letteratura e sicuramente avrebbe reso più leggeri i miei cinque anni di liceo linguistico. Sarebbe stato un'ancora indispensabile. Per fortuna ha deciso di scrivere!!!

La storia narra le vicende di Omero Romeo, un professore che da anni è diventato cieco ma che, dopo un periodo di crisi dovuta alla sua nuova condizione, decide di rimettersi in gioco e di tornare ad insegnare scienze ad una quinta del liceo scientifico. Tramite il suo metodo educativo innovativo "l'appello" riuscirà ad accompagnare i suoi alunni, ognuno con una storia difficile alle spalle, alla maturità e sarà in grado di condurre una vera e propria rivoluzione scolastica. Nonostante il libro dia voce ad un ideale, contiene comunque molti spunti di riflessione e manifesta la posizione di d'Avenia contro il sistema scolastico tradizionale, basato sui voti, sulla considerazione degli alunni come meri corpi e non come anime, sull'insegnamento passivo e, spesso, sulla rinuncia di qualsiasi rapporto umano tra alunno e professore. Omero vuole lasciar uscire i suoi alunni dal guscio di dolore in cui si sono rifugiati, vuole renderli fragili, spingerli a sognare, a non mollare, a non farsi manovrare da nessuno e a crescere come persone amate e non semplicemente come alunni senza nome.
Un capolavoro, non c'è altro da aggiungere. Un libro che è uscito nel momento e nell'anno giusto e che influenzerà molto le mie scelte future.

Come ha scritto sul mio volume autografato, dobbiamo R-Esistere!
Profile Image for Antonia Lonardo.
57 reviews4 followers
November 16, 2020
Non ho un autore preferito, ma ogni volta che leggo un libro di D'Avenia il mio cuore si allarga. Tutto ciò che dice, la delicatezza e il modo in cui porta alla luce le cose ti rimangono attaccati addosso. Questo libro è il libro di un professore che vede la scuola in modo idealista, ma meraviglioso. È un libro che mostra le fragilità, le difficoltà che ogni persona mostra e cerca di nascondere, allo stesso tempo. Questo libro impara a "vedere" con gli occhi di un cieco: con gli odori, il tatto, ma soprattutto con le emozioni. Un colpo al cuore. Un regalo bellissimo. 🤍
Profile Image for Христо Блажев.
2,601 reviews1,775 followers
July 11, 2022
Проверката по име дава шанс за живот: http://knigolandia.info/book-review/p...

Историята на Омеро Ромео, това огледално име, носено с гордост от човек, който е загубил зрението си, но притежаващ повече от всички нас, най-вече сила на духа и обич в сърцето. На неговите ученици, всеки от които отличителен глас, които са изоставени от системата, но откриват бащина фигура в лицето на своя учител. Който ги опознава по начин, който изглежда странен на мнозина – полага ръцете си на лицата им и чрез тях чете истини, които очите не могат да видят. Един след друг зазвучаваха гласове на деца, разказваха мрачни истории, разказваха живота такъв, какъвто не бива да бъде – и стъпка по стъпка откриваха, че им е спусната стълба, по която биха могли да се изкачат нагоре. Стълба, държана и от техния нов учител, и от съучениците им, които осъзнаваха силата си, когато са заедно.

CIELA Books
http://knigolandia.info/book-review/p...
Profile Image for Petya.
160 reviews5 followers
June 6, 2023
Много, много хубава книга! Препоръчвам!
Profile Image for Eleonora.
1 review2 followers
November 10, 2020
Un libro che fa riflettere su molte cose, non solo riguardanti la scuola ma sopratutto la vita. Questo libro mi ha fatto venire voglia di fare l’appello con i miei colleghi al lavoro, per conoscerli e capire meglio com’è la loro vita. Spesso mi sono sentita invisibile come i ragazzi di questa classe che si raccontano attraverso l’appello è per fortuna anche io sono stata salvata da alcuni professori che facevano di più che entrare in classe e ripetere la loro lezione.

Il personaggio di Stella è quello che mi ha colpito di più, forse perché anche io sto passando un momento simile nella mia vita.

Un libro che mi ha commosso fino alle lacrime in più volte e sul quale continuo a riflettere.

Assolutamente da leggere!
Profile Image for Il pesciolino d'argento.
162 reviews25 followers
November 28, 2020
Recensione completa qui 👇
https://www.ilpesciolinodargento.it/l...

Praticamente è una barzelletta di trecento pagine, con un professore che a un certo punto si crede Gesù, dei teppistelli che in realtà sono degli sfigati depressi e un'idea di scuola in cui si fa di tutto, ci si abbraccia, si cantano canzoni, si festeggiano i compleanni con le torte, ma non si impara un tubo. Del resto nel libro ci sono talmente tante assurdità scientifiche, che è meglio non vengano mai insegnate da nessuno. Grazie D'Avenia per questo capolavoro del trash.
Profile Image for Andrea F J.
222 reviews7 followers
January 21, 2021
Il romanzo è un misto tra un fantasy a sfondo scolastico e un libro di Don Giussani. Non apprezzando quest’ultimo, mi limito a sottolineare che la narrazione, sostenuta da una scrittura pulita e piacevole, avrebbe giovato di una trama meno iperbolica e personaggi meno irrealistici.
I ragazzi sono problematici ma prontissimi ad aprirsi fin dai primi minuti con il supplente; (alcuni) ripetenti ma dotati di una forbita retorica; la bidella melomane laureata in letteratura russa; il professore cieco che tocca a tutti il viso, a rischio di denuncia per molestie sessuali; Annamaria, la prof stronza finché non viene toccata dalle mani del professore, ravvedersi; la figlia del professore che, 15 anni dopo i fatti, si prende la briga di riunire tutti dando prova di essere l’erede di Clouseau.
Ciononostante, conserverò tre ricordi positivi:
- “ L’unico modo di curare il proprio dolore è occuparsi di quello degli altri”
- “Quando si guarda il mondo con occhi giusti, ti saenti sempre a casa”
- L’origine di 1,2,3 stella!
Profile Image for ❥︎Benedetta.
154 reviews25 followers
August 20, 2021
♥︎Premetto che ho letto questo libro per la scuola, se no non avrei mai affrontato questo autore.
Non mi ha entusiasmato per niente, tutto troppo appesantito da continue riflessioni, e i dialoghi dei ragazzi li ho trovati abbastanza irreali e molto filosofici. Il finale invece mi ha sorpreso ed emozionato, inaspettato.
Ho dovuto rileggere alcune parti più volte per cercare di capirle e non sempre ci sono riuscita, quindi secondo me lo stile di scrittura non è molto semplice.
La trama in sé è carina ma doveva essere articolata meglio.♥︎
31 reviews
October 12, 2021
Pedante, stucchevole e a tratti molto inverosimile.
Un mix perfetto tra un libro da catechismo, una sceneggiatura da film da prima serata sulla Rai e, solo per ultimo, un romanzo.
Al terzo di libro di D'Avenia che leggo mi viene in mente solo una parola: sopravvalutato.
1 review
January 8, 2021
Visto che parla di scuola, esprimo il mio giudizio: bocciato!
Trama debole e irrealistica, personaggi totalmete improbabili (ragazzi "difficili" dalle esistenze paradossali che sanno dissertare come filosofi, disponibili ad aprire il loro cuore al professore cieco dal carisma divino e capaci di analisi psicologiche degne di un professionista), melenso, paternalista, zeppo di stereotipi, infarcito di pillole di saggezza e citazioni... E per quanto riguarda la scuola, banalizzazione e semplificazione di problemi complessi a cui si aggiungono proposte di soluzioni improvvisate e poco credibili. Mi spiace, ma un libro così non fa neanche un buon servizio a chi alla scuola tiene e ogni giorno si impegna per migliorarla....
This entire review has been hidden because of spoilers.
Profile Image for Alessandra.
818 reviews27 followers
March 6, 2021
non dubito che sia scritto benissimo ai limiti del "saggio" di filosofia ma proprio non mi ha convinto. ho trovato surreale e non credibile la classe difficile che in realtà è un coacervo di intellettuali filosofi che davvero difficilmente potevano toppare la maturità (visto anche quello che sono diventati nella vita). Assurda la loro presentazione al prof, sfido a trovare nove ragazzi diciottenni che si esprimono a quel modo. Amo questo autore ma stavolta troppo intimista, e in un contesto non adatto
96 reviews2 followers
August 11, 2021
Per quanto non ami D'Avenia e il suo modo di scrivere, ho provato a dare una possibilità a questo libro anche perché la trama sembrava intrigante: un professore cieco che deve cercare di insegnare qualcosa a dei ragazzini scapestrati nell'anno della loro maturità. Insomma, non sembra un cattivo inizio e una trama del genere potrebbe portare a tante belle idee e riflessioni.
Riflessioni che ci sono, ma sono esagerate, al limite dell'utopico: ragazzini di 18 anni che parlano della vita, dell'amore e del dolore come filosofi e psicologi esperti (onestamente li trovo estremamente irrealistici, avendo anche io 18 anni e facendo anche io uno scientifico con le loro stesse materie e conoscenze).

A parte questo il romanzo potrebbe essere passabile, visto che è scritto molto bene e alcuni pensieri sono davvero molto interessanti, se non fosse per il protagonista. Omero Romeo, il nostro caro professore di chimica, viene descritto come un uomo fragile, che conosce la disperazione della vita e sa cosa significa soffrire e, di conseguenza, può fare il moralista con tutti e con tutto a tal punto da sembrare un eroe mitologico che sa sempre qual è la cosa giusta e, addirittura, ha la magnanimità di Dio e la capacità di coinvolgere un gruppo di adolescenti semplicemente dicendogli due frasi fatte. Un personaggio decisamente esagerato che si contrappone agli studenti: dieci ragazzini che come unica personalità hanno i loro traumi. Così abbiamo la ragazza che è anoressica, quello con i genitori divorziati, quello abbandonato e così via, in una serie di figure che hanno lo spessore della carta velina e sono realistiche quanto gli unicorni.
Ammetto che prediligo i romanzi con una caratterizzazione dei personaggi approfondita, ma in questo caso manca completamente questo lavoro ed è una pecca che non si può trascurare in un libro che vuole affrontare questi argomenti.

Un'altra cosa che mi ha fatto storcere il naso è come sono stati trattati gli argomenti scientifici e soprattutto l'astrofisica. Premessa, io sono appassionata di astrofisica e so abbastanza da poter dire che non basta citare l'entropia ogni tre pagine per parlare del cosmo. Certo, non mi aspettavo un saggio sul tema ma neppure certe sciocchezze, sarebbe bastato informarsi un minimo su un qualsiasi sito per scrivere cose un po' più veritiere. Per non parlare del metodo di insegnamento del suddetto professore, veramente la morte del metodo scientifico che non si può applicare a qualsiasi situazione e usarlo come scusa per rendere i fenomeni fisici metafora della vita quotidiana!

Alla fine ho deciso di far finta che esistesse un mondo utopico dove queste cose possano funzionare e ho proseguito la lettura che però è diventata sempre meno realistica, incentrata su una scuola nuova, migliore che, però, a conti fatti non ha nessuna base, è approssimativa, e non tiene minimamente conto di tutti i problemi e di tutte le trame complesse che caratterizzano questa istituzione. Insomma, un romanzo che mette al centro di tutto la scuola e gli studenti ma poi si va a perdere proprio su questo diventando quasi una barzelletta.

Infine, una cosa che personalmente non mi è piaciuta e ha reso il libro, a mio parere, illeggibile è la trattazione di alcuni temi estremamente delicati: già il fatto di tirare in ballo la politica mi è sembrato insensato, si potevano anche evitare le riflessioni personali dello scrittore sulla politica italiana visto che si tratta di un romanzo principalmente scritto per adolescenti e giovani che neppure votano. In seconda battuta, sempre perché si tratta di un romanzo per giovani, ho riscontrato che il tema dell'aborto è stato trattato in maniera completamente sbagliata, trasfigurando tutto e facendolo passare solo per un atto di estremo egoismo verso il bambino e verso la donna che lo porta in grembo a tal punto che ci sono frasi e riferimenti che ho trovato imbarazzati (per esempio, la ragazza che ha abortito che parla del battito cardiaco di suo figlio e della mancanza che prova da quando l'ha ucciso). Cose che trovo inqualificabili e che si potevano evitare perché trasudano da tutti i pori la morale religiosa dell'autore e una condanna senza pari per una cosa che è approvata dalla legge e che è un diritto di tutte le donne. Insomma, finché si tratta di inserire la figura di Dio ci sta ed è anche apprezzabile ma quando queste opinioni diventano così invasive la questione non è più così accettabile.

Un'ultima cosa su cui ho riflettuto è la mancanza di rappresentazione LGBT+ che recentemente viene inserita in tutti i romanzi simili proprio per essere più inclusivi. Qui manca completamente ma non perché non si parla di amore in generale, ma perché l'unico tipo di amore di cui si parla è eteronormativo. Spero che questo non sia sempre dovuto alla visione religiosa dell'autore ma più semplicemente al non voler affrontare un tema attuale così complesso e molto delicato che avrebbe avuto bisogno di una trattazione migliore e meno superficiale rispetto alla questione sull'aborto.
L'unica cosa per cui questo libro si salva è il fatto che è scritto bene ed alcune riflessioni sono commoventi e molto profonde ma per il resto lo trovo un libro incommentabile e anche peggiore di altri di D'Avenia.
Profile Image for noxruit.
Author 1 book4 followers
January 4, 2021
Da insegnante seguo e apprezzo D'Avenia per i suoi interventi sulla scuola (anche se non li convido sempre al 100%), ma questo è il primo suo libro che leggo.

Lo stile non mi è congeniale: l'ho trovato enfatico, retorico, con eccessi di lirismo che a tratti lo rendono difficile da comprendere, pieno di frasi-boh che però sembrano perfette per una citazione nei diari scolastici (se si usassero ancora) tipo "tutte le cose da millenni hanno un unico fine: essere belle" o di esaltati manierismi che paiono usciti da una canzone di Sanremo come "vi hanno fucilato l'anima, vi hanno spezzato i sogni, vi hanno avvelenato la libertà" o frasi fatte quali "niente come l'adolescenza trabocca di vita" (assicuro D'Avenia che la mia mezz'età, e immagino anche la sua, traboccano di vita adesso esattamente come 35 anni fa).

Messo da parte lo stile che non mi è piaciuto, il libro sostanzialmente invita in modo (immagino) metaforico a rinnovare l'appello scolastico di ogni mattina in modo che "nominare" gli alunni diventi il mezzo autentico con il quale possiamo dare loro un vero nome e quindi la vita, portando alla luce la loro vera essenza, in sostanza costruendo un'autentica relazione, senza la quale secondo D'Avenia (e molti altri pedagogisti) non si può fare scuola.

In questo posso essere d'accordo anche se il discorso è assai più complicato di come il protagonista del romanzo vuole farci credere. È questi un odioso professore cieco che tasta la faccia di tutti e i cui toni apocalittici nei confronti di chi non la pensa come lui mi sono sembrati assai violenti, prevaricatori e apodittici.

Ma il romanzo non punta certo alla verosimiglianza narrativa (basti pensare agli alunni assolutamente improbabili della classe del professore, che si esprimono come libri stampati, hanno vissuti degni di una telenovela e non si distraggono mai gettando un occhio ai cellulari) e si muove tutto su un piano metaforico: del resto il protagonista è cieco, ma "vede" più dei normovedenti e ama i suoi alunni e chiaramente si chiama con doppio messaggio didascalico Omero Romeo.

La relazione è importante, ma è veramente *così* importante come sostiene D'Avenia? E quanto contano questioni che l'autore sfiora appena come il numero di alunni in classe, le condizioni di lavoro, il percorso per diventare docente, i ruoli sbriciolati di adulti e adolescenti tanto per citarne alcuni?
E gli alunni poi? Il libro ci dice ogni due righe che devono essere protagonisti, ma poi sembra che loro debbano automaticamente accettare questa relazione, il che mi sembra un modo per fare rientrare dalla finestra il paternalismo spinto fuori dalla porta.
L'autore ci dice anche, giustamente, che dal silenzio nascono le cose più belle, l'amore, la cultura (e l'amore per la cultura di cui è pervasa ogni pagina) perché il silenzio è il segno dell'attenzione e della presenza, ma il silenzio è purtroppo l'araba fenice nella scuola di oggi.

Insomma il discorso è lungo e complesso e questo libro è stimolante e interessante perché fa riflettere sulla propria visione della scuola, sul modo di stare in classe, sui propri alunni e sul proprio contesto. A tratti confesso che mi ha anche emozionato e colpito al cuore. Poi, certo, c'è anche la religiosità di D'Avenia che pervade ogni pagina, ma questo me lo aspettavo.
Profile Image for Daniela Marcheva.
115 reviews60 followers
August 7, 2022
Как разбирате емпатията? Много се говори напоследък за нея, но осмисляме ли истинското ѝ значение и възможностите за проявлението ѝ на практика? За някои тя е съчувствие, за други – опит да „влязат в обувките на другия“, за трети е още повече – разбиране. Аз я осмислям като приемане, това, разбира се, е лично мнение, базирано на етапа в живота ми, който съм достигнала – с напредване на годините, не изключвам възможността това ми разбиране да се промени, а и смятам, че емпатията е едно от онези понятия, чиито начини на проявление е нужно да еволюират, заедно с еволюцията на света, като в същото време основата остане непроменена в своя смисъл.

Та, аз осмислям емпатията като приемане. Това действие, само по себе си, е пасивно, за разлика от споменатите по-горе съчувствие, влизане в обувките на другия, разбиране. Те предполагат усилие от наша страна – да се опитаме да се поставим на мястото на отсрещния, да се опитаме да разгадеем причините за някоя негова постъпка, да се опитаме да го оправдаем, ако мислим, че е виновен, да се опитаме да го разберем, да се опитаме, да се опитаме, да се опитаме... А какво става, ако не успеем? В повечето случаи не успяваме – няма такова нещо като „да влезеш в обувките на другия“, колкото и да ни се иска. Можем да си мислим, че сме успели, но индивидуалността на всяка една наша мисъл, всяко едно наше чувство елиминира тази възможност. Да, има шаблони, отразяващи общи положения, но никога не можем да се поставим на мястото на другия в пълния смисъл, никога не можем да разберем напълно – разбираме единствено себе си, поставени в хипотетично подобна ситуация. Тогава казваме, че разбираме, че не съдим, нова всъщност имаме предвид, че не съдим себе си. В този ред на мисли – това прави ли ни (не)осъзнати лицемери?

Нека разгледаме и другата гледна точка – какво прави отсрещният човек, когато усети, че не е разбран? Почва да се самообвинява, почва да се съмнява в себе си, да се съмнява в доброто, в света, в другите, да се изолира, да си вменява вина и т.н.

Тук идва приемането – за да приемем някого такъв, какъвто е, не е нужно да му съчувстваме, да го разбираме, да се поставяме в неговите житейски ситуации. Нужно е единствено и само да си кажем: „И той е човек, като мен – нищо повече, нищо по-малко.“ Това майсторство е постижимо, мисля, и съм напът към постигането му, може би ще ми отнеме още много години в преживени истории с различни хора, но книги като „Проверка по име“ от Алесандро д‘Авения (изд. „Сиела“, 2022) ми помагат по пътя.

Даниела,
07.08.2022 г., София
Profile Image for Don Mario.
339 reviews50 followers
November 15, 2020
Come è cresciuto dai tempi di Bianca come il latte, rossa come il sangue! I suoi romanzi precedenti mi avevano lasciato sempre una punta di insoddisfazione. La giustificavo dicendomi che non rientravo nella tipologia di destinatari intenzionali delle sue opere.

Non so se questa volta ha cambiato il target o semplicemente è cresciuta la sua maturità letteraria. Sta di fatto che questo è per me il libro più bello di D'Avenia finora. Gli auguro di continuare così.
Profile Image for Flavia.
22 reviews2 followers
November 25, 2020
In una scuola schiava della burocrazia e di un meccanismo perverso che guarda a tutto, tranne che ai ragazzi, D'Avenia riesce ancora a tenere accesa la speranza. Senza la relazione non può esserci nessun apprendimento. L'appello é il momento più importante di una lezione, non scordiamolo mai.
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February 15, 2021
Nayeli - per RFS
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Ho amato così tanto quest’ultima pubblicazione di Alessandro D’Avenia da ricomprarlo come regalo di Natale per i miei cari. È un libro che ispira, narra una storia, fa e discute di educazione, soddisfa qualche curiosità scientifica e solletica anche il pensiero astratto, ma in modo sempre molto reale, tangibile, vivo: perché non c’è vita vera senza le emozioni e i pensieri profondi; se non ci fossero saremmo appiattiti dal quotidiano, senza quel cuore che ci contraddistingue come esseri umani.

È la storia di un professore non vedente, Omero Romeo, che viene assegnato a una classe scalcagnata, dieci elementi che probabilmente non supereranno la maturità e che vengono mantenuti separati dalle classi “sane” per non alterarne l’equilibrio.

Essendo privo della vista, Romeo ha bisogno di conoscere i ragazzi con metodi non convenzionali, ovvero toccando il loro viso e facendosi raccontare dagli alunni qualcosa di se stessi: è il suo modo di fare l’appello.

Un Appello significativo, pieno di contenuti: non vuole solo conoscere il nome dei suoi studenti, ma sapere che persona ci sia dietro.

Da questa forma di ascolto ed empatia, da questo modo di saper vedere i ragazzi anche senza la vista, da questo modo che dà loro uno spazio per essere se stessi in classe, interagire, aprirsi, si sviluppa un metodo educativo aperto, personale, umano e basato sul creare una relazione sincera con la classe e sul saper stimolare la curiosità degli allievi, il loro bisogno di sapere.

Romeo ripete spesso che il suo intento non è tanto o solo quello di portare i ragazzi a superare l’esame di fine anno, ma quello di accompagnarli a una maturità evolutiva, una crescita di vita: portarli a esprimere i loro problemi, a rifletterci sopra, a trovare (da soli) una via d’uscita; non grazie ai suoi suggerimenti ma per il fatto che loro abbiano il coraggio di “stare” dentro al problema senza rifuggirlo.

Un metodo, insomma, ben lontano da quella che è oggi, almeno per la maggior parte, la scuola. E infatti il professore incontra un notevole difficoltà a diffondere alle altre classi, su richiesta dei ragazzi, il suo concetto di didattica.

Lui e i suoi alunni incontreranno una serie crescente di problemi (ma anche di opportunità) nel proporre di allargare a tutta la scuola il nuovo approccio che riconosce la relazione con lo studente e che valorizza il modo in cui ha assimilato e fatto sue le nozioni, anziché punire chi non le ripete meccanicamente.

“Come può una cosa che è dentro di me, insegnante, essere trasformata da te, studente, in qualcosa di tuo, di vitale per te, di necessario per te. Questo processo si chiama relazione: se non c’è, tutto il resto è puro addestramento che dura poco e annoia.” (Tratto dal libro)

Presto, nonostante tutto, questo nuovo modo di insegnare dilaga; i ragazzi fanno sì che questo bisogno si estenda e tutti gli studenti del mondo esigano dai loro prof che la didattica diventi più ricca: di relazioni, conoscenza, considerazione, di vita vera. Che non sia solo oggettiva ma anche piena di significato, individuale, umana.

Si sviluppa così un movimento, i ragazzi iniziano a perseguire questo obiettivo di divulgare, ottenere dei cambiamenti, dando anche un significato non solo alla didattica ma anche alla loro vita, che fino al giorno prima era incentrata solo sui problemi irrisolti, rimpianti, sul passato, e che ora si riempie invece di speranza, di amore, di futuro, di gruppo.

Dieci ragazzi, ognuno rotto a modo suo, costretti ad affrontare nell’anno della loro maturità, cioè nel momento in cui devono diventare adulti, “maturi”, dei problemi complessi e a volte insormontabili. Devono trovare le risorse non tanto per superare il problema, ma in primis per riuscire a leggerlo con il giusto approccio, a interpretarlo, e quindi trovare in se stessi la forza, le strategie migliori, una direzione.

Il prof. Romeo non si rapporta con loro stando su un piedistallo, perché lui stesso è “minorato” rispetto alla gente “normale”.

Insieme, lui e i ragazzi, si consolidano come un gruppo e diventano un sostegno gli uni per gli altri. Ascoltandosi si danno reciprocamente la possibilità di mettersi a nudo, di esprimersi e quindi di trovare il coraggio di aprirsi a soluzioni, anziché continuare a scrutare il buio e a lasciarsi andare all’autocommiserazione o alla rabbia.

L’appello è quel momento in cui ognuno si dichiara “presente” alla vita: quando smette di scappare, quando prende coscienza della propria identità e di quello che vuole e che può fare.

Ho trovato nelle storie dei dieci ragazzi così tante sfaccettature, narrative e simboliche, (che vanno dalle riflessioni sulla scuola ai temi educativi degli adolescenti, dal nostro modo di diventare adulti alla curiosità per la vita) che ogni pagina rappresentava per me una scoperta, uno spunto di riflessione, un apprendimento o anche solo un lasciarmi trasportare dalla fantasia per crescere insieme ai personaggi.

D’Avenia ha un eloquio che allarga la mente, che coniuga sapientemente e senza forzature scienza, filosofia, pedagogia, psicologia, crescita personale.

Mostra di saper leggere in modo profondo gli adolescenti e le dinamiche evolutive che caratterizzano la ricerca dell’identità e del percorso individuale, le difficoltà nell’imparare a gestire i problemi degli adulti, talvolta anche “al posto” dei loro genitori. Ma oltre alle fragilità dei giovani ci mostra anche quanto gli adolescenti abbiano da insegnarci, con la loro capacità di sognare in grande, di bramare la libertà e l’autonomia, di non accontentarsi mai e, per questo, di sentirsi sempre insoddisfatti.

D’Avenia legge questi ragazzi con l’esperienza di un educatore, di un adulto che riesce a dare una chiave di lettura ai loro problemi e che sa allungare una mano per sostenerli senza sostituirsi a loro, aiutandoli a capire se stessi.

Queste capacità di interpretazione della realtà e della psiche, l’approccio all’educazione (diverso da insegnamento) nel libro vengono coniugati all’interno di una trama che riesce a sostenersi senza sembrare solo una scusante narrativa, che riesce a essere interessante, a farci appassionare a questa classe di dieci ragazzi quasi maggiorenni con delle storie molto particolari e difficili, creando un buon connubio tra introspezione, significati, approfondimenti sulla filosofia della vita e qualche pillola di scienza metaforicamente connessa al nostro essere e muoverci nel mondo, che approfondisce alcune leggi fisiche e naturali del mondo in cui noi siamo incastonati.

“Il nome è come il carbonio, solo in certe condizioni diventa diamante, altrimenti diventa carbone. La scuola è il posto in cui i nomi dovrebbero diventare diamanti, perché ogni nome non solo è raro, ma è unico.” (Tratto dal libro)

Nella trama, oltre a tutte queste tematiche e a molte altre impossibili da riportare tutte, si adagia anche un implicito suggerimento su come si vorrebbe cambiare la scuola, senza che il tema risulti trattato in modo didascalico o propagandista. L’autore discute molto di questo mostrandoci sul campo come potrebbe essere migliorata la didattica affinché possa essere non solo insegnamento nozionistico, ma anche uno scambio empatico, in ascolto dello studente, non prevaricante, in cui non ci siano gerarchie di ruoli.

Si dà voce anche alle resistenze di un apparato troppo burocratico, ottuso, ma allo stesso tempo anche spaventato dalle novità e da tutto ciò che va contro la staticità, la prassi e la prevedibilità.

Da un lato c’è il bisogno di evolversi rispetto a una scuola che fa le stesse cose da cent’anni anche se tutto il contesto è ormai cambiato. Dall’altro la paura e la disillusione di un corpo docente ostile ai cambiamenti a causa delle brutte esperienze, delle varie storie personali, del bisogno di restare sulle proprie convinzioni come copertura per le paure da superare.

C’è questo e molto altro che vorrei riportare, ma forse mi sono dilungata già troppo. In ogni caso, il messaggio è chiaro ed emerge da ognuna delle storie messe sul piatto: perché siamo qui, a vagare nel mondo, ad apprendere, a scontrarci ogni giorno contro problemi che talvolta paiono insormontabili, se non per amare? Padre, madre, figli, gli altri, la natura, perfino Dio, ma soprattutto noi stessi: la risposta è qui.
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August 19, 2025
“L’appello” è un romanzo di Alessandro D’Avenia, edito dalla casa editrice Mondadori nel 2020.

Co-protagonista, insieme ai dieci studenti di una quinta classe di Liceo, il professore Omero Romeo riprende il lavoro, come supplente di scienze, dopo essere diventato cieco a causa di una malattia degenerativa.

“La vita va da quando decidono che nome darti a quando quello stesso nome è solo un graffio su una lapide. Nell’uno e nell'altro caso non hai l’iniziativa, quelle lettere sono tutto ciò che hai per venire alla luce e provare a rimanerci. Forse per questo gli antichi dicevano che il destino è nel nome: che ti piaccia o no, sei chiamato a rispondere all’appello. Nel mio caso è così: mi chiamo Omero, in greco «colui che non vede»…e cinque anni fa sono diventato cieco“.

La cecità lo aveva destabilizzato per lungo tempo e portato a credere di non essere più in grado di tenere a bada una classe, fare lezione normalmente e condurre le interrogazioni.
Perplessità, queste, che sono condivise dallo stupito e serioso preside che, all’inizio dell’anno scolastico, si trova al proprio cospetto uno sconosciuto un po' troppo spiritoso che vuole toccargli il viso. Per di più, la supplenza prevede che gli venga affidata una classe di soli dieci alunni, dai quali non ci si aspetta niente e per i quali l’unico obiettivo previsto è quello di “portarli alla maturità”!
Nonostante le difficoltà, il professore Romeo è pieno di entusiasmo e, grazie a un’insolita modalità per l’appello, a cui è costretto a ricorrere a causa delle proprie condizioni mediche, riesce, non solo a interagire con i ragazzi al meglio, ma anche a conoscerli più intimamente.
La fiducia reciproca ha come risultato quello di smuovere le giovani coscienze e di creare una rivoluzione che prende il via all’interno delle mura scolastiche.

Un romanzo molto interessante che permette di riflettere sull’istruzione e sull’insegnamento: è giusto mantenere la tradizione o è meglio svecchiare il sistema?
Questo è il quesito che ci pone D’Avenia, ma “L’appello” è molto altro e affronta tematiche importanti sia per gli adolescenti che per gli adulti: la famiglia, l’amore, la fiducia, la coesione, le conseguenze delle scelte individuali, l’importanza dell’ascolto.
L’autore dà voce agli adolescenti attraverso dialoghi serrati e brevi monologhi, inserisce pagine di riflessione sulla fragilità umana e si serve dell’ironia in modo costante.
Non mancano, infine, momenti di commozione, perché anche la scorza più dura è destinata a creparsi per lasciar fuoriuscire la propria anima!

“E così, anche se so che non è nel programma, vorrei dedicare questa improvvisata lezione casalinga all’origine del metodo di ricerca: il cuore. Quattro cavità ne compongono lo spazio, perché quattro sono le cose che il cuore custodisce e spinge nelle arterie della vita: il dolore, la gioia, la paura, il desiderio”.
Profile Image for Camy.
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July 1, 2021
“L'appello” è un romanzo di Alessandro D'Avenia dove è molto importante e centrale l'argomento “scuola”, che in realtà è la vera protagonista.
I personaggi, ben descritti nei loro caratteri e nella loro psicologia, sono un concentrato di realtà, ognuno portatore di una fragilità in cui tutti possiamo identificarci.
Il ritmo è lento ma non in modo da annoiare.
Il lessico è semplice e aderente a quello che è il reale modo di parlare soprattutto dei ragazzi.
Questo libro è un pretesto, neanche troppo velato, per parlare della scuola e della necessità di una riforma per renderla funzionale ed efficace allo scopo che si prefigge di assolvere.
L'argomento, già affrontato ne “L'arte di essere fragili” dello stesso autore, è esplicitato e offerto alle coscienze perché si rendano conto che la scuola è fatta soprattutto di persone e quindi deve occuparsi di queste, qualunque ruolo abbiano al suo interno.
È innegabile che i metodi attuali siano obsoleti e che non stimolino la maggior parte degli studenti che la vivono solo come un'imposizione inutile.
Bisognerebbe solo ascoltare ed ascoltarsi di più perché quelle “inutili” materie imposte diventino davvero maestre di vita o parti integranti di essa.
Profile Image for Marianna.
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November 15, 2020
Chiamare è riportare alla luce

La vita va da quando decidono che nome darti a quando quello stesso nome è solo un graffio su una lapide. Nell’uno e nell’altro caso non hai l’iniziativa, quelle lettere sono tutto ciò che hai per venire alla luce e provare a rimanerci. Forse per questo gli antichi dicevano che il destino è nel nome: che ti piaccia o no, sei chiamato a rispondere all’appello.”

Il nuovo lavoro di Alessandro D’Avenia si ambienta tra i banchi di scuola, tra i turbolenti ragazzi di una quinta “classe sgangherata” da portare alla maturità e ha come protagonista un insegnante divenuto cieco all’improvviso da cinque anni. Come dall’incipit, nel nome è scritto il nostro destino, il professore si chiama Omero (“in greco ‘colui che non vede’...) Romeo, dove il cognome è l’anagramma del nome. Un nome straordinario per quello che da necessità diventa un vero e proprio “progetto” straordinario che rivoluziona il modo di fare scuola. Il professore torna dopo una pausa di cinque anni ad insegnare la sua passione : scienze naturali.
La scienza è la disciplina della vita per eccellenza e lui vuole che a scuola venga insegnata la vera vita e che non ci si limiti soltanto a trasmettere un astruso ed asettico sapere in cui i ragazzi di oggi non trovano senso, se non in parte. Per insegnare la vita bisogna partire da loro, dai ragazzi, uno per uno, chiamandoli all’appello, ogni mattina perché

“siamo fatti per nascere, non certo per morire. E un nome ben detto dà alla luce e dà alla luce ogni angolo dell’anima e del corpo (...) Questo è il potere di un nome proprio (...)”.

Ogni giorno si ripete quello che da semplice operazione di registrazione diventa un vero e proprio rituale che i ragazzi accoglieranno prima con un po’ di titubanza mista a curiosità e che poi pretenderanno anche dagli altri insegnanti della loro classe, con tutte le conseguenze che ne deriveranno. Il nuovo insegnante nonostante la cecità dimostra di vedere il loro ‘dentro’ molto meglio degli altri insegnanti che si limitano a vederli solo in superficie, senza neppure guardarli. Omero Romeo per conoscere bene i suoi alunni i primi giorni di scuola chiede loro qualcosa che li lascia un po’ perplessi : toccare i loro volti, conoscere le loro fattezze, la tensione dei muscoli facciali per ‘vedere’ le loro ansie, le loro preoccupazioni, la loro personalità.
Per chi è cieco (ma non solo per chi è cieco, potremmo dire), il tatto

“è il senso più importante. Quando ancora non vedevamo niente, noi toccavamo tutto ed eravamo toccati da tutto. Il destino dell’uomo è nelle sue mani. (...) Le mani danno forma al mondo in cui vorremmo vivere. È con l’uso che facciamo delle nostre mani che facciamo la vita.”

La lezione che il professor Romeo /D’Avenia vuole lasciare in questo libro è quasi rivoluzionaria, dal momento che da anni si propugna la necessità di mettere “l’alunno al centro” dell’insegnamento e di lasciare le incombenze dei programmi ministeriali in secondo piano. L’insegnante non deve “ridurre” la classe, numerosa o meno che sia, ma l’insegnante è chiamato ad “ampliare. Nei campi di lavoro si riducono le vite, a scuola le vite si ampliano: siete in tanti, ma voi ed io, insieme, faremo il possibile per arrivare fino in fondo, costi quel che costi”.

Una visione che fa del mestiere di insegnare una vera e propria missione tra mille difficoltà, anzitutto burocratiche e istituzionali e “il progetto Appello” trova favorevole risposta tra tutti gli alunni della scuola, ma anche una serie di atteggiamenti infusi di sospetto tra gli insegnanti arroccati sulla difensiva, resistenze da parte del Dirigente scolastico che teme di perdere il controllo della situazione. Tutto ciò è normale, spiega il professor Romeo, approfittando dei momenti di vita quotidiana per spiegare concetti scientifici:

“È normale trovare resistenza quando qualcosa mette in crisi un sistema: in fisica occorre vincere l’attrito prima di riuscire a mettere in moto qualcosa, figuratevi se quel qualcosa è la scuola come la si fa da più di un secolo a questa parte...”.


Recensione completa sul sito

https://www.qlibri.it/narrativa-itali...





Profile Image for moony.
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January 8, 2022
Mi dispiace, ma in questo caso non posso usare mezzi termini. È un libro orribile, in ogni sua parte. Dallo stile farcito di moralismo e paternalismo, con una valanga di frasi fatte che farebbero raccapricciare anche un teenager in piena fase Tumblr, fino alla caratterizzazione dei personaggi: si tratta di personaggi ridotti ai loro traumi, che esistono soltanto per compiacere un professore saccente e convinto di aver trovato la chiave di comprensione del mondo. Ultimo ma non meno importante, ho trovato DISGUSTOSA la trattazione del tema dell'aborto: un riflesso nemmeno troppo velato delle convinzioni personali dell'autore, infarcite di un'etica religiosa a dir poco medievale. Non riesco sinceramente a capire chi recensisce positivamente questo libro. Una sequela di pathos melenso e di irrealistici orizzonti scolastici che, nella figura di un professore dai chiari riflessi autobiografici, sfiora addirittura la megalomania e una troppo (troppo troppo troppo troppo) elevata concezione di sé.
Profile Image for Fabiola Parmesan.
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December 30, 2020
Ogni volta che leggo un libro di d'Avenia apprezzo e amo di più la vita. Attraverso la storia di dieci ragazzi e del loro professore cieco mi sono ritrovata. Perché l'Appello è molto attuale, in questa scuola di cui è rimasto solo il nome, è necessario un cambiamento. Non basta più soltanto insegnare le nozioni: bisogna educare l'animo. L'unico modo per fare ciò è l'amore: chiamare i ragazzi ogni mattina con il loro nome e instaurare un rapporto umano basato su esperienze, affetto, conversazioni, confronti. Solo in questo modo dalla scuola usciranno dei giovani pronti ad affrontare il mondo e la vita, che non si limitano a sopravvivere, ma vogliono realizzarsi, senza nascondersi, diventare diamante e non rimanere carbone. La scuola è una palestra di vita, fondamentale per crescere, che purtroppo molto spesso fallisce. Perché non bastano le conoscenze se non c'è amore.
Profile Image for Federico Carciaghi.
109 reviews2 followers
April 3, 2021
"Nomina sunt consequentia rerum" dicevano i latini.

Un bel romanzo calato nell'ambiente scolastico - del quale D'Avenia ne ritrae le rigidità burocratiche (il mito del "programma" per fare un esempio) che si scontrano con l'umanità e il dialogo che dovrebbero contraddistinguere il rapporto alunno-professore - ma che sottolinea con delicatezza quanto il volto e il nome proprio di ciascuno di noi non sia altro che una mappa della nostra storia e del nostro vissuto.

L'appello ad inizio lezione, ma direi per ogni circostanza della vita, dunque non è un orpello formale o un veloce "giro di nomi", bensì l'occasione per farsi prossimi, per ascoltare le storie e per donare amore e attenzione alle persone a cui vogliamo bene e soprattutto per guardare con occhi nuovi a coloro che ogni giorno inaspettatamente incontriamo nelle nostre vite.

73 reviews
April 6, 2021
Non riesco più a leggere D'Avenia. Sempre osannato ma da 'L'arte di essere fragili' io non riesco più a finire un suo libro. Speravo in questo ultimo, speravo in un romanzo, ma mi sono di nuovo scontrata col suo mettersi in cattedra a insegnare. La trama è scarna, in ogni capitolo il professore di scienze introduce un argomento a metà tra lo scientifico e il filosofico e i ragazzi poi affrontano l'Appello raccontandosi in merito all'argomento affrontato. Questi racconti sembrano più riflessioni di D'Avenia collezionate in anni di rubriche sui giornali. Le voci dei ragazzi sono troppo adulte per risultare credibili. Con due adolescenti in casa mai ho potuto pensare che di punto in bianco si potessero aprire così con un estraneo. L'ennesima raccolta di pensieri sullo scopo della vita.
Profile Image for Veselina Proycheva.
178 reviews60 followers
July 28, 2022
Когато поставям оценки тук, ги разглеждам като емоцията, която заглавието оставя у мен. И се колебаех между 4 и 5 звезди. Епилогът наклони везните. Разплака ме и определено остави отпечатък у мен.
Целият роман е попадение. Радвам се, че книгата е на българския пазар. Горещо препоръчвам романа на всички замесени по някакъв начин в сферата на българското образование.
Мантрата, която Ромео върти през цялото време е нещото, което винаги съм твърдяла – ако сърцето ни води, ще бъдем изключителни във всяко едно начинание.
Profile Image for bianca ♡.
35 reviews4 followers
September 9, 2024
ma che é? 2 stelle solo perché l’argomento generale é interessante. non ho mai visto un libro scritto in modo talmente fastidioso, totalmente fuori dal mondo, non sono riuscita a finirlo. praticamente é una raccolta di pensieri del’autore in cui si aggiungono personaggi totalmente monotematici e statici. ogni frase é accompagnata da una conseguente riflessione filosofica, più che un romanzo é un insieme di massime sul senso della vita, e io odio le massime, specialmente quando sono così melense che sembrano solo costruite per essere condivise su instagram come frasi motivazionali
Profile Image for Fenice.
18 reviews10 followers
September 9, 2021
Se fosse nella categoria romanzi di fantascienza darei mezza stella in più.
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