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Фарисейка
"Фарисейка" - роман о заблуждениях и прозрении властной и жестокой госпожи Брижит Пиан. Она вероломно вмешивается в судьбы окружающих ее людей, прикрываясь благими намерениями. Лишь раскаявшись, она понимает, что главное в жизни - это любовь, благословенный дар, спасающий душу.
320 pages, Paperback
First published January 1, 1941
24 people are currently reading
627 people want to read
About the author
François Mauriac
564 books400 followersFrançois Charles Mauriac was a French writer and a member of the Académie française. He was awarded the 1952 Nobel Prize in Literature "for the deep spiritual insight and the artistic intensity with which he has in his novels penetrated the drama of human life." Mauriac is acknowledged to be one of the greatest Roman Catholic writers of the 20th century.
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Community Reviews
Displaying 1 - 30 of 39 reviews
April 29, 2023
Unless you’re talking about a member of an ancient Jewish sect that emphasized strict interpretation and observance of the Mosaic Law, a Pharisee is a hypocritically self-righteous person; in The Woman of the Pharisees François Mauriac meant the latter. Her name was Brigitte Pian and she was second wife to Edouard, and step mother to his two teenagers, Michèle and Louis. The younger boy, Louis is the narrator of the story. Through Louis's eyes we watch Brigitte and the effects her actions have on those around her.
But to imply The Woman of the Pharisees is a hopeless or depressing story would be a great injustice. In fact, Mauriac’s Brigitte is as vulnerable at times as she is disagreeable at others. I found my sympathies not altogether comfortable in any one place, with any one person for very long. In fact, all the characters and situations they struggled with were of types as real and relevant the story could have happened today though this book was written over 60 years ago.
In fact the story made me (and perhaps Louis too?) painfully aware of the lurking Pharisaical in myself.
But to imply The Woman of the Pharisees is a hopeless or depressing story would be a great injustice. In fact, Mauriac’s Brigitte is as vulnerable at times as she is disagreeable at others. I found my sympathies not altogether comfortable in any one place, with any one person for very long. In fact, all the characters and situations they struggled with were of types as real and relevant the story could have happened today though this book was written over 60 years ago.
In fact the story made me (and perhaps Louis too?) painfully aware of the lurking Pharisaical in myself.
August 24, 2019
I almost want to give this one five stars because of the incredible depth of Mauriac's unfolding of this woman, Brigitte - her development, her complex intent, her almost imperceptible change, etc. Though I've only read a bit of Mauriac's work, I consider what I have read of the very highest quality. He writes outstanding prose, highly-developed characters, utterly believable, very moving, and most of all, he teaches such important concepts through the flaws of his characters. He is quickly becoming a favorite author of mine.
August 10, 2016
This is my first reading of Mauriac's work, and it's a gem. The author has achieved the singular feat of creating a female character who is simultaneously protagonist and antagonist, told from the perspective of an old man (the "Pharisee's" step-child) looking back on his childhood. The book is dark, and even thought the French-existentialist school has deep inroads in the narrative, I believe it has interesting and poetic insights into the spiritual struggle with the self, as well as into the alienation that hypocrisy can force on those around the self-righteous.
The melancholy tone of the narrator makes him a beloved and unique character. The poor man has suffered much, and the reader empathizes even before he knows what he's empathizing about. The theme of alienation and loneliness (imports from the French-existentialist school) touch a deep chord. Still, it is ultimately a story of redemption, with beautiful passages regarding the fallibility of humanity in the face of the mercy of God.
Quotables:
"No man can bear a child's cross."
"I did not realize then the full horror of the torment that they inflict upon themselves, those servants of God who do not know the true nature of love."
"Those who live by the light of divine love find it hard to understand that the majority of mankind are complete strangers to it."
The melancholy tone of the narrator makes him a beloved and unique character. The poor man has suffered much, and the reader empathizes even before he knows what he's empathizing about. The theme of alienation and loneliness (imports from the French-existentialist school) touch a deep chord. Still, it is ultimately a story of redemption, with beautiful passages regarding the fallibility of humanity in the face of the mercy of God.
Quotables:
"No man can bear a child's cross."
"I did not realize then the full horror of the torment that they inflict upon themselves, those servants of God who do not know the true nature of love."
"Those who live by the light of divine love find it hard to understand that the majority of mankind are complete strangers to it."
August 12, 2012
Dietro un’apparente cattiveria può nascondersi, a volte, una persona davvero malvagia.
Così diceva Giovanni Soriano in Maldetti. Pensieri in soluzione acida. E non aveva tutti i torti.
Ci sono un sacco di cose che mi rendono nervosa e irascibile, ma poche mi fanno veramente imbestialire. Oltre ai soprusi su chi non si può difendere, oltre all’accanimento della malasorte su chi ha già le reni spezzate dalle proprie sciagure personali, oltre alla violenza gratuita, una cosa che mi fa infuriare è l’invidia cattiva dei sentimenti.
Quindi non l’invidia di cose, che quella la conosco bene anch’io. Alle elementari mi sarei ammazzata per avere il righello cangiante della compagna di banco, da adolescente avrei pagato per passare un fine settimana senza genitori, adesso potrei regalare un mignolo del piede (di quello sinistro, dove l’unghietta è meno carina di quella del piede destro), per avere una Nikon D3, insomma state parlando con una professionista dell’invidia di cose.
Però poi c’è anche una categoria intermedia, quella dell’invidia di attività, e anche in quello sono un’espertona, non mi faccio mancare niente. Per dirne una, tipo quella che mi fa rodere il fegato quando vedo gente che col mio stesso percorso di studi ed esperienze, è già arrivata. In questo caso mi spingo a labirintici sogni di realtà parallele, dove gli invidiati vengono sbugiardati davanti a un pubblico dove io campeggio in prima fila, dove scivolano su bucce di banane mentre tengono conferenze importanti – è notoria la presenza di bucce di banane alle conferenze- , ecco insomma, la fantasia malevola la faccio galoppare anche io, ma mai mi spingo ad esempio ad augurare loro la morte. Anche quando si passa a scenari ben più raccapriccianti, come le notizie serie del Tg, i pedofili che distruggono la vita di bambini innocenti, gli attentati terroristici, gli omicidi ingiustificati eccetera, ecco, anche in quel caso, la prima cosa che mi viene in mente è una lurida gattabuia di cui non si trova più la chiave, e se nei casi peggiori, arrivo a immaginarmi la morte dei carnefici, non mi soffermo mai sulla modalità, ma su un vago: “persone del genere dovrebbero sparire dalla faccia della terra”, ma detto quasi come un Padrenostro alla comunione dei figli degli amici, detto a memoria, il significante senza il significato.
E poi c’è l’invidia cattiva dei sentimenti, che è proprio un’altra cosa. È vedere l’esternazione della beatitudine altrui, invidiarla, e quindi adoperarsi per distruggerla. E non fermarsi davanti all’abbattimento dell’esternazione, ma procedere oltre e distruggere la causa di quella serenità felice. Questa cosa mi atterrisce e allo stesso tempo mi manda in bestia. Primo perché non arrivo proprio a concepire l’invidia CONCRETA di una cosa astratta come può essere la felicità, la serenità, la gioia. Insomma, è una cosa che fallisce per inesistenza dei presupposti. Perché non è mica detto che ciò che rende un individuo felice, sereno e gioioso, su di noi sortisca lo stesso effetto. Quindi ok, si può sospirare e dire “Ah, beato lui, ah, che vita misera la mia, ah, la nequizia dei tempi!!!”. Però poi basta, ci si ferma lì. Passare allo stadio successivo ed escogitare macchinosi piani per distruggere quell’individuo, ha il sapore dell’insanità mentale. Non parliamo poi del dispendio di energie per elaborare un piano di cui non si possa dire successivamente che siete voi i responsabili. Eppure di gente del genere ce n’è. E non così poca come ci si augurerebbe.
La Farisea di Mauriac non solo è una di quelle persone, ma è molto peggio, perché giustifica la propria cattiveria spacciandola per la messa in pratica di ideali elevati e religiosi, e nasconde il proprio egoismo dietro una falsa devozione che irriterebbe anche il più buon cristiano. Un misto tra la cattiveria cristallina della matrigna di Biancaneve, e la sensibilità castrata dell’ispettore Javert dei Miserabili.
E quindi, cara la mia Brigida Pian, a me la tua redenzione finale non mi scompiffera proprio un bel niente. È vero che è accompagnata dall’espiazione, ma hai tirato troppo la corda. E secondo me neanche Mauriac ti ha perdonata del tutto. Il tuo peccato di presunzione sfocia in un ammissione di colpa solo alle ultime pagine, troppo tardiva per farmi credere che l’autore prenda le tue difese, e troppo esigua per esigere dal lettore un perdono pieno. In compenso Mauriac è l’amico che vorremmo avere: un autore umanissimo, cupo nella descrizione del dolore, ma delicatissimo nell’aprire piaghe e ferite che potrebbero essere di tutti. Non è un libro che colpisce per perfezione, ma per spontaneità. Per quanto ne so io, potrebbe essere persino autobiografico, di certo è una cosa “sentita”. E quindi capace di dare e lasciare qualcosa a chiunque lo legga.
Così diceva Giovanni Soriano in Maldetti. Pensieri in soluzione acida. E non aveva tutti i torti.
Ci sono un sacco di cose che mi rendono nervosa e irascibile, ma poche mi fanno veramente imbestialire. Oltre ai soprusi su chi non si può difendere, oltre all’accanimento della malasorte su chi ha già le reni spezzate dalle proprie sciagure personali, oltre alla violenza gratuita, una cosa che mi fa infuriare è l’invidia cattiva dei sentimenti.
Quindi non l’invidia di cose, che quella la conosco bene anch’io. Alle elementari mi sarei ammazzata per avere il righello cangiante della compagna di banco, da adolescente avrei pagato per passare un fine settimana senza genitori, adesso potrei regalare un mignolo del piede (di quello sinistro, dove l’unghietta è meno carina di quella del piede destro), per avere una Nikon D3, insomma state parlando con una professionista dell’invidia di cose.
Però poi c’è anche una categoria intermedia, quella dell’invidia di attività, e anche in quello sono un’espertona, non mi faccio mancare niente. Per dirne una, tipo quella che mi fa rodere il fegato quando vedo gente che col mio stesso percorso di studi ed esperienze, è già arrivata. In questo caso mi spingo a labirintici sogni di realtà parallele, dove gli invidiati vengono sbugiardati davanti a un pubblico dove io campeggio in prima fila, dove scivolano su bucce di banane mentre tengono conferenze importanti – è notoria la presenza di bucce di banane alle conferenze- , ecco insomma, la fantasia malevola la faccio galoppare anche io, ma mai mi spingo ad esempio ad augurare loro la morte. Anche quando si passa a scenari ben più raccapriccianti, come le notizie serie del Tg, i pedofili che distruggono la vita di bambini innocenti, gli attentati terroristici, gli omicidi ingiustificati eccetera, ecco, anche in quel caso, la prima cosa che mi viene in mente è una lurida gattabuia di cui non si trova più la chiave, e se nei casi peggiori, arrivo a immaginarmi la morte dei carnefici, non mi soffermo mai sulla modalità, ma su un vago: “persone del genere dovrebbero sparire dalla faccia della terra”, ma detto quasi come un Padrenostro alla comunione dei figli degli amici, detto a memoria, il significante senza il significato.
E poi c’è l’invidia cattiva dei sentimenti, che è proprio un’altra cosa. È vedere l’esternazione della beatitudine altrui, invidiarla, e quindi adoperarsi per distruggerla. E non fermarsi davanti all’abbattimento dell’esternazione, ma procedere oltre e distruggere la causa di quella serenità felice. Questa cosa mi atterrisce e allo stesso tempo mi manda in bestia. Primo perché non arrivo proprio a concepire l’invidia CONCRETA di una cosa astratta come può essere la felicità, la serenità, la gioia. Insomma, è una cosa che fallisce per inesistenza dei presupposti. Perché non è mica detto che ciò che rende un individuo felice, sereno e gioioso, su di noi sortisca lo stesso effetto. Quindi ok, si può sospirare e dire “Ah, beato lui, ah, che vita misera la mia, ah, la nequizia dei tempi!!!”. Però poi basta, ci si ferma lì. Passare allo stadio successivo ed escogitare macchinosi piani per distruggere quell’individuo, ha il sapore dell’insanità mentale. Non parliamo poi del dispendio di energie per elaborare un piano di cui non si possa dire successivamente che siete voi i responsabili. Eppure di gente del genere ce n’è. E non così poca come ci si augurerebbe.
La Farisea di Mauriac non solo è una di quelle persone, ma è molto peggio, perché giustifica la propria cattiveria spacciandola per la messa in pratica di ideali elevati e religiosi, e nasconde il proprio egoismo dietro una falsa devozione che irriterebbe anche il più buon cristiano. Un misto tra la cattiveria cristallina della matrigna di Biancaneve, e la sensibilità castrata dell’ispettore Javert dei Miserabili.
E quindi, cara la mia Brigida Pian, a me la tua redenzione finale non mi scompiffera proprio un bel niente. È vero che è accompagnata dall’espiazione, ma hai tirato troppo la corda. E secondo me neanche Mauriac ti ha perdonata del tutto. Il tuo peccato di presunzione sfocia in un ammissione di colpa solo alle ultime pagine, troppo tardiva per farmi credere che l’autore prenda le tue difese, e troppo esigua per esigere dal lettore un perdono pieno. In compenso Mauriac è l’amico che vorremmo avere: un autore umanissimo, cupo nella descrizione del dolore, ma delicatissimo nell’aprire piaghe e ferite che potrebbero essere di tutti. Non è un libro che colpisce per perfezione, ma per spontaneità. Per quanto ne so io, potrebbe essere persino autobiografico, di certo è una cosa “sentita”. E quindi capace di dare e lasciare qualcosa a chiunque lo legga.
June 29, 2023
Un jour un moi théorique écrira une thèse théorique sur les manifestations cachées d'homosexualité dans l'oeuvre dr Mauriac. Bon ça doit déjà exister non ?
Quelques citations :
27. "C'était sa raison d'être et sa gloire que de voir les choses du plus haut possible."
28. "J'imagine, qu'à cette minute, ma belle-mère devait jouir, au sens absolu : elle savourait ce plaisir qui n'appartient qu'à Dieu, de tout connaître du destin d'une personne qui croit nous le découvrir, et de se sentir maîtresse de l'incliner dans un sens ou dans un autre."
29. "...toute chair quoique blessée est sainte..."
30. "C'est l'épreuve des grandes âmes que de s'épuiser dans les ténèbres au service d'esprits inférieurs, subalternes..."
95-96. "Mais Mme Brigitte ne voulait rien entendre. Elle était blessée et pardonnait l'injure reçue. C'était cette même réaction qu'elle opposait toujours aux personnes qui croyaient devoir l'avertir d'un tort qu'elle avait eu ou d'une injustice qu'elle avait commise : bien loin de le reconnaître et de se frapper la poitrine, elle tendait la joue gauche, protestait qu'il était excellent qu'elle fût ainsi méconnue et calomniée, et ajoutait une maille à ce tissu serré de perfection et de mérite dont elle s'enveloppait tout entière et à quoi elle ne s'interrompait jamais de travailler. Attitude qui avait pour effet d'exaspérer les gens et les pousser à des paroles méchantes dont Mme Brigitte tirait derechef avantage, devant sa propre conscience et devant Dieu."
204. "... Il est aisé de ne pas commettre de ces crimes dont Dieu éloigne de nous les occasions..." (Octavie Tronche)
205. "Durant la nuit, je fus éveillé par les craquements du plancher. Je me dis qu'elle ruminait ses scrupules, et m'en réjouis bassement : j'ignorais alors l'horreur de cette torture que s'infligent à eux-mêmes les serviteurs de Dieu qui ne savent pas qu'il est Amour."
206. "Il l'avait suppliée de se bien pénétrer de son propre néant, et de ne pas substituer à l'illusion d'avoir été une personne fort avancée dans la voie parfaite, celle de se croire une pécheresse indigne."
Quelques citations :
27. "C'était sa raison d'être et sa gloire que de voir les choses du plus haut possible."
28. "J'imagine, qu'à cette minute, ma belle-mère devait jouir, au sens absolu : elle savourait ce plaisir qui n'appartient qu'à Dieu, de tout connaître du destin d'une personne qui croit nous le découvrir, et de se sentir maîtresse de l'incliner dans un sens ou dans un autre."
29. "...toute chair quoique blessée est sainte..."
30. "C'est l'épreuve des grandes âmes que de s'épuiser dans les ténèbres au service d'esprits inférieurs, subalternes..."
95-96. "Mais Mme Brigitte ne voulait rien entendre. Elle était blessée et pardonnait l'injure reçue. C'était cette même réaction qu'elle opposait toujours aux personnes qui croyaient devoir l'avertir d'un tort qu'elle avait eu ou d'une injustice qu'elle avait commise : bien loin de le reconnaître et de se frapper la poitrine, elle tendait la joue gauche, protestait qu'il était excellent qu'elle fût ainsi méconnue et calomniée, et ajoutait une maille à ce tissu serré de perfection et de mérite dont elle s'enveloppait tout entière et à quoi elle ne s'interrompait jamais de travailler. Attitude qui avait pour effet d'exaspérer les gens et les pousser à des paroles méchantes dont Mme Brigitte tirait derechef avantage, devant sa propre conscience et devant Dieu."
204. "... Il est aisé de ne pas commettre de ces crimes dont Dieu éloigne de nous les occasions..." (Octavie Tronche)
205. "Durant la nuit, je fus éveillé par les craquements du plancher. Je me dis qu'elle ruminait ses scrupules, et m'en réjouis bassement : j'ignorais alors l'horreur de cette torture que s'infligent à eux-mêmes les serviteurs de Dieu qui ne savent pas qu'il est Amour."
206. "Il l'avait suppliée de se bien pénétrer de son propre néant, et de ne pas substituer à l'illusion d'avoir été une personne fort avancée dans la voie parfaite, celle de se croire une pécheresse indigne."
February 15, 2021
I loved this book. Mauriac’s writing is beautiful and he had a way of describing characters and situations that seemed to really get to the heart of humanity. The woman of the Pharisees is just that - full of religious hypocrisy and judgment of others. Less plot driven and more about watching the characters change over time - and my favorite character was the old priest. Opposite from Brigitte and showing God’s merciful side to her justice. Really beautiful writing!
September 2, 2020
Mauriac is one of my favourite writers, one who seems able to probe the depths of the human heart, particularly less agreeable human hearts. Here his portrayal of Brigitte is magnificent, making his hypocrite a great deal more vicious than Tartuffe (but also more aware of the damage she does). This is not a very modern book and certainly not full of action but, in my view, brilliant.
May 19, 2025
Ugh... so disappointed
December 6, 2024
很多不能同意的地方但也有很多之前没有的新东西。像是一种开始进入老年的写作，更浑浊、更柔软，但也有更多老年人而非青年人的锋芒和判断。在这几天某些豆瓣热门话题的背景下读，合适得令人焦虑，可是也能给人不少的希望吧。
January 30, 2014
In Finnish this was Täydellisyyden kudos. Mauriac writes about the true faith of the heart and pretentious faith. The opposing pair is an old priest, whose faith is real, and a middle aged woman (The Woman of the Pharisees), whose main goal is to point out other people's failures and sins in life. The novel was surprisingly interesting even if the subject matter sounds old fashioned. Mauriac is interesting when he writes about our values and morals. There is also a love story, since the woman's step daughter falls in love with "a bad boy" and the woman tries to stop their love affair. The book was published first in 1941.
July 1, 2009
This is a novel where Mauriac is really at his best describing something that he hates most of all--religious hypocrasy. This vice is embodied in Brigitte, an overbearing and self-righteous zealot who interferes in the lives of those close to her. The process of how she meddles, creates chaos and finally learns to be a little less virulent in her piety is an interesting process. This is a very good novel for a discussion on the ironies in Christianity.
October 11, 2013
Wow. This book, though short, started off very slowly for me. I guess the whole book is kind of slow; it's not about events so much as psychological and spiritual changes in people. I think this would make an excellent book club discussion book. Brigitte's religion and development lends itself to a great deal of analysis, much of it introspective. This really makes you analyze your own motives for judgments and behaviors.
November 26, 2010
This book impacted me significantly the first time I read it (as a college assignment), and I thought I'd go ahead and read it again this year. I was impressed all over again. It's a little on the dark side, with some kind of heavy moments, but explores the meaning of I Cor 13 love in a pretty inspiring way.
Read
August 6, 2010not necessarily flattering to women, but maybe that's not important. the femme bitch is a terrific holy terror. the piano playing scene is a secret fear.
November 15, 2013
Couldn't put it down. Like Mauriac's style
March 31, 2015
La pharisienne
by François Mauriac
by François Mauriac
September 9, 2015
This was my first Mauriac novel and I was very impressed.
What an understanding of the human heart.
What an understanding of the human heart.
May 9, 2022
Я только хочу, и мне это очень важно, чтобы ты признала мою правоту.
Честно? Мне особо нечего сказать про эту книгу. Она норм, окей? Хороший язык, понятный сюжет, проблематика, которую заметит даже слепой. Не напрягает. Читается быстро и с интересом. На этом все.
В остальном это типичный крепенький роман 20 века, взять в поезд почитать, если Донцова для холопов. Наверно, отчасти именно поэтому книга мне понравилась.
Обычно у меня тяжело идут французские авторы, во многом благодаря странной фиксации на религиозной теме. Все эти кардиналы, кюре и монахи, проповедующие и кающиеся, упрекающие и смиряющиеся, никогда не могли вызвать мою симпатию и заставить сопереживать, а скорее казались слабовольными нытиками или истеричками, оправдывающие свои действия великим замыслом и волей разнообразных энергетических субстанций и сущностей.
Уже по названию этой книги можно сказать, что она тоже фокусируется на религии. Прямым текстом, в лоб, с притчевым размахом изменения личности главной женской героини и еще нескольких персонажей, Франсуа Мориак показывает свое видение христианства. И меня бы это жутко бесило, если бы не а) его видение христианства достаточно мирное и адекватное; б) автор как-то умудрился напылить на эти золотые занавески с крестовидным принтом историю взросления, историю любви и просто летнее приключение.
Именно эти сюжетные веточки, ненавязчиво, но плотно оплетая религиозный ствол, придали роману какое-то особое настроение: слегка игривое, слегка ребяческое, слегка ностальгическое. Мориак ведет повествование не от лица Кюре или, собственно, "фарисейки" — жесткой и проницательной Бригитты Пиан. Вместо этого он вкладывает руку читателя в ладошку ребенка, который по прошествии трехста страниц попрощается с тобой крепким, совсем взрослым рукопожатием. С ним мы пройдем через детские радости, юношеский максимализм, ревность, презрение и зависть. Мы прочувствуем первую безграничную влюбленность. Наконец, немного поостынем и разочаруемся, начнем мыслить более рассудительно и переоценивать собственные поступки и выводы. Луи как герой оказался мне очень близок, а как рассказчик - безусловно приятен. Его некая аморфность, его самоанализ, его юношеское пренебрежение к чувствам других не давало заскучать, а тонкий душевный склад, критическое отношение к себе из прошлого и конечно же и проницательный, почти как у мачехи, взгляд на вещи позволил наслаждаться потоком его сознания, ходом мысли.
Возможно, я вижу лишь то, что хочу видеть. Почему бы и нет? Я получила легкую и интересную история взросления и о взрослении. Его проходят здесь все персонажи, не только Луи. Бригитта Пиан взрослеет в своей вере, кюре — в своих привязанностях и определении жизненного пути. Наконец, Мишель и Жан взрослеют сами и их любовь тоже взрослеет, и это наверно, самая щемящая метаморфоза — нечто чистое, светящееся, по-настоящему волшебное оборачивается в плохо смазанный, искрящийся и даже приносящий некий дискомфорт заурядный механизм
И да, наверно эта книга все-таки о религии. Но для меня она еще и том, как грубо и неправильно вмешиваться в чужие судьбы. Не только если считаешь, что ты прав, но даже тогда, когда действительно прав. Насильно мил не будешь, а принудительное благо обернется лишь вредом. Да, не ахти какое открытие. Но вполне достойная романа мысль.
February 24, 2019
La farisea del titolo è la matrigna di Luigino, l'io narrante che ci porta a spasso per un mondo perbenista, per l'appunto, fariseo nel quale si trova a crescere. Chi sono i farisei? Sono coloro che sono religiosi solo formalmente, che pretendono di essere dei “collaboratori” di Dio e pertanto sanno tutto e sono nel giusto, mentre in realtà godono e si crogiolano nel creare problemi e difficoltà a delle persone che vivono normalmente e che soprattutto amano. Perché il primo bersaglio della farisea del titolo, la signora Brigida Piam sono coloro che amano perché la passione porta lontano dalla perfezione della religiosità come viene da lei intesa e pertanto sono degni di correzione. La figliastra Michelina che ama di amore adolescenziale un amico di collegio di Luigino, un ragazzo piuttosto inquieto e problematico, viene maliziosamente messa a parte di tutti i difetti del ragazzo e viene allontanata con grandi sofferenze, perché i farisei non si limitano a separare, ma devono far notare l'errore, devono infliggere al poveraccio di turno la loro “perfezione” e il motivo della propria sofferenza. Aiutare qualcuno perché poi si avrà la loro eterna gratitudine ma... ma questi non devono spostare la loro attenzione dal signore e da una vita poco meno che perfetta...Questo il tema principale del romanzo, ma non mancano altre particolarità, come il rapporto tra genitori e figli, molto doloroso che non dimostra affetto alcuno, anzi, risulta molto egoistico. Il ritratto della società è cupo, l'atmosfera chiusa e avvelenata da cattiverie, falsità e perbenismo. L'apparire sembra tutto, l'essere scompare. I tre adolescenti del romanzo sono le vittime del mondo perverso degli adulti. Tristissimo, ma un gran bel romanzo.
December 18, 2025
An interesting, engaging, very well written character based novel about Brigitte Pian, a devoted matriarch, devout Christian and benefactors of the poor, who strives for spiritual perfection. Brigitte pian is the narrator’s stepmother. She is a devout woman who believes her duty is to guide others to and on the right spiritual road. What she does in practice is to dominate and exert control through prideful spiritual manipulation. She intervenes in the lives of her step daughter and the step daughter’s boyfriend.
The characters are all well developed, all with their own flaws. Brigitte Pian is not completely off-base in her assessments of their situations.
A novel that explores religious hypocrisy and self-righteousness.
Here are some quotes from the book:
“You’re not one of the virtuous, I know. You’re not of that kind…You are one of those whom Christ came into the world to save.”
“He said that there are some people who choose God, but that perhaps God doesn’t choose them.”
“When I alluded to past events, she talked of them quite openly. But I could feel that she had become detached from even the consciousness of her faults, and that she had decided to lay everything at the throne of the Great Compassion…”
This book was first published in French in 1941. The author won the Nobel Prize for Literature in 1952, “for his profound spiritual insight and artistic intensity in portraying the drama of human life in his novels.”
The characters are all well developed, all with their own flaws. Brigitte Pian is not completely off-base in her assessments of their situations.
A novel that explores religious hypocrisy and self-righteousness.
Here are some quotes from the book:
“You’re not one of the virtuous, I know. You’re not of that kind…You are one of those whom Christ came into the world to save.”
“He said that there are some people who choose God, but that perhaps God doesn’t choose them.”
“When I alluded to past events, she talked of them quite openly. But I could feel that she had become detached from even the consciousness of her faults, and that she had decided to lay everything at the throne of the Great Compassion…”
This book was first published in French in 1941. The author won the Nobel Prize for Literature in 1952, “for his profound spiritual insight and artistic intensity in portraying the drama of human life in his novels.”
May 3, 2022
Ajan ja paikan etäisyys vaihteeksi taas tiellä.
Täydellisyyden kudos on ihmisuhde(teini)draama, joka sijoittuu 1900-luvun alun Ranskaan. Ja siis on myönnettävä, että tällä kertaa en ihan pysynyt kärryillä, että kuka loukkasi ketä ja millä tavalla. Tietty sievistely kuuluu tietenkin asiaan kun puhutaan kirjasta, jonka alkukielinen nimi on "fariseusnainen". Tämä viittaa toisen päähahmon Louisin äitipuoleen, joka toistuvasti pilaa ihmisten elämiä puuttumalla johonkin yksittäiseen rikkeeseen porvarillista moraalirakennetta vastaan.
Rakkauden ja sosiaalisten normien ristiriitaa tarkastellaan kirjassa monella tapaa esimerkiksi toisen päähahmon Jeanin suhteessa etäiseen äitiinsä tai Louisin siskoon. Kiinnostavin hahmo on kuitenkin ehdottomasti isä Cajou, jonka huostaan huonosti käyttäytyvä Jean on uskottu. Jeanin ja Cajoun dynamiikassa lempeys ja kapina, kristinusko ja teininihilismi kohtaavat kauniisti.
Mutta joo siis en kyllä nyt ihan päässyt tähänkään Mauriacin kirjaan täysin ineen.
Täydellisyyden kudos on ihmisuhde(teini)draama, joka sijoittuu 1900-luvun alun Ranskaan. Ja siis on myönnettävä, että tällä kertaa en ihan pysynyt kärryillä, että kuka loukkasi ketä ja millä tavalla. Tietty sievistely kuuluu tietenkin asiaan kun puhutaan kirjasta, jonka alkukielinen nimi on "fariseusnainen". Tämä viittaa toisen päähahmon Louisin äitipuoleen, joka toistuvasti pilaa ihmisten elämiä puuttumalla johonkin yksittäiseen rikkeeseen porvarillista moraalirakennetta vastaan.
Rakkauden ja sosiaalisten normien ristiriitaa tarkastellaan kirjassa monella tapaa esimerkiksi toisen päähahmon Jeanin suhteessa etäiseen äitiinsä tai Louisin siskoon. Kiinnostavin hahmo on kuitenkin ehdottomasti isä Cajou, jonka huostaan huonosti käyttäytyvä Jean on uskottu. Jeanin ja Cajoun dynamiikassa lempeys ja kapina, kristinusko ja teininihilismi kohtaavat kauniisti.
Mutta joo siis en kyllä nyt ihan päässyt tähänkään Mauriacin kirjaan täysin ineen.
August 13, 2018
Mauriac's deft descriptions of the Pian family in early 20th century Bordeaux comes to us through Louis, the young son, but centers on his tragically pious step-mother, Brigitte Pian. Every character (even the narrator) is pulled apart for the reader, with their best and worst characteristics equally spread out on the page, and their physical and mental flaws held up for laughter and judgement. However no character is given as thorough a treatment as the easy to see through, but impossible to understand, Brigitte. A dark (but sometimes funny) novel that Maruiac wrote during the German occupation of France in the 1940s, this work hits on family, religion, education, love, passion, hypocrisy, and class issues in equal measures. Best of all, however, is the voice of our narrator, bringing these stories to us from his vantage point as a grown, embittered man, who realizes how deliciously untrustworthy his narration is and who comes to us with his receipts. Pretty impossible to put down.
May 30, 2019
A friend of mine mentioned this book, and for some reason I thought it was about a woman who was back in Biblical times and part of this sect. So the first few pages were pretty confusing!
It's actually about a woman living in early 20th century France who is LIKE a Pharisee because she is doing things with religious motives, thinking she is pleasing God, when in reality she is utterly lacking in love, mercy, and grace. Her pride is overwhelming. The story is narrated by her step-son, who is uniquely positioned to tell of her actions and how they affect the lives of others.
The most compelling character was an old priest who befriends a lost 'wicked' boy and tries to help him. The priest is a dramatic foil to the Pharasaical woman, being a very kindhearted man who loves well and really demonstrates mercy to those around him, even the prideful, hardhearted woman.
It's actually about a woman living in early 20th century France who is LIKE a Pharisee because she is doing things with religious motives, thinking she is pleasing God, when in reality she is utterly lacking in love, mercy, and grace. Her pride is overwhelming. The story is narrated by her step-son, who is uniquely positioned to tell of her actions and how they affect the lives of others.
The most compelling character was an old priest who befriends a lost 'wicked' boy and tries to help him. The priest is a dramatic foil to the Pharasaical woman, being a very kindhearted man who loves well and really demonstrates mercy to those around him, even the prideful, hardhearted woman.
June 3, 2024
Love > Works
She understood at last that it is not our deserts that matter but our love.
On that day I looked for the first time straight in the face of loneliness. He is an old enemy now. We have learned to rub along together, to know each other. Loneliness has struck me every imaginable blow. There is no spot in me left to strike. It has set me many traps, and I have fallen into every one. But it torments me no longer. We sit now, one on either side of the fire on winter evenings, when the fall of a fir-cone and the sobbing of the night wind mean as much to me as the sound of a human voice.
An author is neither moral nor immoral in himself. It is our own attitude of mind that decides what his influence on us is to be.
She understood at last that it is not our deserts that matter but our love.
On that day I looked for the first time straight in the face of loneliness. He is an old enemy now. We have learned to rub along together, to know each other. Loneliness has struck me every imaginable blow. There is no spot in me left to strike. It has set me many traps, and I have fallen into every one. But it torments me no longer. We sit now, one on either side of the fire on winter evenings, when the fall of a fir-cone and the sobbing of the night wind mean as much to me as the sound of a human voice.
An author is neither moral nor immoral in himself. It is our own attitude of mind that decides what his influence on us is to be.
July 26, 2021
I just could not get going in this story which was about a puritanical step mother, showing the world she is holier than thou when really, she is just as bad as anyone. I read this after reading a moving quote on Twitter from this book. The book itself did not translate as a good recommendation off social media snippets (the quote was wrong too I found!)
For this kind of fall from grace story, Leopold Alas' La Regienta was a better read. The Penguin Classics version of which has a very good introduction.
For this kind of fall from grace story, Leopold Alas' La Regienta was a better read. The Penguin Classics version of which has a very good introduction.
March 11, 2025
Overall this book was pretty forgettable. The things Brigitte Pian does throughout the story don’t really warrant some sort of “divine judgement”. Sure she can be selfish and not see things from others points of view, but that’s a pretty human shortcoming. Her actions are according to what she perceives as being morally good and what she believes her religion has taught her. I don’t know if I’ve ever met such a mild antagonist before. If you’re looking for a long-winded and bizarre morality tale, then I guess you can give this a try.
July 6, 2022
This is the first book by Mauriac I've read, and found it to be a really beautifully written tale narrated by a man recounting his childhood and teenage years living with his step mother, a holier than thou devout Catholic. Some wonderfully drawn, three dimensional characters, written in the middle of the twentieth Century and set in the nineteenth, and while there is very little positive being said about the time and place there is still a sense of nostalgia for a lost world.
November 11, 2025
Una obra que presenta a una familia a inicios del siglo XX, donde los hijos se encuentran en constante lucha contra su madrastra. El protagonista no sabe si le odia o le ama, mientras que su madrastra les maneja por medio del uso de la religión. Una transformación de la antagonista que al final de su vida, aprende que no necesita ser perfecta y acusar a quienes "pecan" para alcanzar una vida de perdón y de bondad
August 26, 2021
Excepcional ejemplo del estilo Mauriac. Una crítica mordaz de la religiosidad católica que es muy audaz para ver la paja en el ojo ajeno, pero incapaz de ver la viga en el suyo. Una lectura apasionante y entrañable.
December 10, 2021
I read it over a long period of time, so some value may have gotten lost on me. In the end I found most interesting the language of the time, and the view into the past of the story and the minds of those who lived it.
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