Jump to ratings and reviews
Rate this book

La paga del sabato

Rate this book
Το μεροκάματο του Σαββάτου κινδύνευσε να μη δημοσιευτεί ποτέ. Το 1950 ο εικοσιοχτάχρονος Μπέπε
Φενόλιο παραδίδει το χειρόγραφο στον εκδοτικό οίκο Einaudi που το θέτει υπόψη του επιμελητή Ίταλο
Καλβίνο. Ο Καλβίνο στέλνει μια επιστολή στον Φενόλιο όπου αξιολογεί το μυθιστόρημα ενίοτε ως «λεξιλογικά
αφρόντιστο» αλλά ταυτόχρονα και ως ικανό «να επικεντρώνεται σε ιδιαίτερες ψυχολογικές καταστάσεις με μια
σπάνια σιγουριά». Παρότι στην επιστολή ο Καλβίνο απαριθμεί τα πολλά πλεονεκτήματα του έργου έναντι

ορισμένων μειονεκτημάτων, ο σεμνός Φενόλιο εκλαμβάνει την αξιολόγηση ως απόρριψη και ξαναβάζει το
μυθιστόρημά του στο συρτάρι.
Χρειάστηκε να περάσουν δεκαεννιά χρόνια προτού δημοσιευτεί επιτέλους το έργο, και δυστυχώς ο
Φενόλιο δεν έζησε αρκετά ώστε να δει το βιβλίο του τυπωμένο. Ένα νεορεαλιστικό έργο που σε εκατό περίπου
σελίδες συμπυκνώνει όλες τις θεματικές που εντοπίζουμε στα πιο ώριμα κείμενα του δημιουργού: το
ανικανοποίητο, τον έρωτα, την ελευθερία, την απομάγευση, στη βάση προφανώς της μακροθεματικής που δεν
είναι άλλη από τον αντάρτικο πόλεμο.
Ο πρωταγωνιστής Έτορε είναι ο τυπικός απροσάρμοστος που βγαίνει από τη συνθήκη του πολέμου
εριστικός, αμφισβητίας, αντιφατικός –βαθιά τρυφερός και συνάμα ανεξέλεγκτα βίαιος– αδυνατώντας να
συμμορφωθεί στην τυποποιημένη και ανιαρή κανονικότητα. Θα εμπλακεί σε σκοτεινές και παράνομες
δραστηριότητες και θα επιχειρήσει να δημιουργήσει τη δική του οικογένεια με απρόσμενη κατάληξη.
Λίγα λόγια για τον συγγραφέα:
Ο Μπέπε Φενόλιο γεννιέται την 1η Μαρτίου του 1922 στην Άλμπα, μια κωμόπολη στο Πεδεμόντιο. Στο
γυμνάσιο ανακαλύπτει τη λογοτεχνία των αγγλοσαξονικών χωρών και ξεκινάει να μεταφράζει για ιδία χρήση
τους αγαπημένους του συγγραφείς. Το 1940 γράφεται στη Φιλοσοφική Σχολή του Τορίνου, παρακολουθώντας
περιστασιακά τα μαθήματα. Η παράδοση της Ιταλίας (8 Σεπτεμβρίου 1943) τον βρίσκει στη Ρώμη να φοιτά στη
Σχολή Υπαξιωματικών και στις αρχές του 1944 εντάσσεται σε έναν αντάρτικο σχηματισμό. Μετά το τέλος του
πολέμου διακόπτει τις σπουδές του για να αφοσιωθεί στο γράψιμο. Το 1949 δημοσιεύει το πρώτο του διήγημα,
ενώ το 1952 εκδίδεται το πρώτο του βιβλίο I ventitrè giorni della città di Alba (Οι είκοσι τρεις μέρες της πόλης
Άλμπα). Σημαντικότερα έργα του θεωρούνται τα μυθιστορήματα Una questione privata (Μια προσωπική
ιστορία), La paga del sabato (Το μεροκάματο του Σαββάτου), Primavera di bellezza (Όμορφη άνοιξη) και το
αριστούργημά του Il partigiano Johnny (Ο παρτιζάνος Τζόνι), που ο πρόωρος θάνατος του, στις 18 Μαρτίου
του 1963, δεν θα του επιτρέψει να τα δει δημοσιευμένα.

128 pages, Paperback

First published January 1, 1969

15 people are currently reading
1018 people want to read

About the author

Beppe Fenoglio

57 books145 followers
Beppe Fenoglio (born Giuseppe Fenoglio) was an Italian writer. His work was published in a critical edition after his death, but controversy remains about his book Johnny the Partisan, often considered his best work, which was published posthumously and incomplete in 1968.
The works of Fenoglio have two main themes: the rural world of the Langhe and the partisan war; equally, the writer has two styles: the chronicle and the epos. His first work was in the neorealist style: La paga del sabato (this was published posthumously too in 1969).
The novel was turned down by Elio Vittorini who advised Fenoglio to carve out stories and then incorporate them into the The twenty-three days of the city of Alba (1952). These stories were a chronicle of the Italian Partisans or of rural life. One of such works was La malora (1954), a long story in the style of Giovanni Verga.

Ratings & Reviews

What do you think?
Rate this book

Friends & Following

Create a free account to discover what your friends think of this book!

Community Reviews

5 stars
225 (22%)
4 stars
467 (45%)
3 stars
272 (26%)
2 stars
43 (4%)
1 star
11 (1%)
Displaying 1 - 30 of 100 reviews
Profile Image for Dagio_maya .
1,107 reviews350 followers
April 24, 2021
Era il 1949, quando Elio Vittorini, come consulente per Einaudi, ostacolò la pubblicazione de “La paga del sabato".
L'indicazione di sforbiciare molte parti, spinse Fenoglio a salvarne due capitoli che furono pubblicati nella raccolta di racconti “I ventitre giorni della città di Alba” con cui esordisce nel 1952.
Il destino, invece, de “La paga del sabato” fu quello di essere pubblicato postumo nel 1969.

La storia di questo breve romanzo vede protagonista Ettore, un ventenne ex caposquadra partigiano. La scena si apre nella cucina di casa dove lo sguardo del ragazzo si sofferma sui fianchi sformati della madre.
Un rapporto contorto il loro: ”Ettore l’amava”, scrive Fenoglio, eppure due righe più sotto si scaglia contro di lei prima verbalmente e, poi, facendo il gesto di alzare le mani facendoci intendere che era già successo.
Una corda tesa e intrecciata di disprezzo e amore reciproco.
Il fatto è che Ettore non riesce a tenersi un lavoro e la madre non sopporta la sua inattività, la sua mancanza di partecipazione economica al sostentamento della famiglia.

”Io non mi trovo in questa vita perché ho fatto la guerra”

Quanti e quali altri autori hanno saputo tradurre in letteratura quella mancanza di certezza, quella angoscia del vivere e del riadattarsi così tipica del dopoguerra.
Uno stato patologico in cui versano coloro che nella Resistenza avevano trovato uno stato d’essere irripetibile:
le responsabilità nel prendere decisioni, la fiducia di chi affidava la vita, l’adrenalina dell’entrare in azione, l’orgoglio di stare facendo qualcosa d’importante.

La guerra finisce distruggendo una dimensione che non solo tutto ciò viene a mancare ma spinge a sentire l’obbligo di doversi adattare ad un nuovo ordine.
E’ un disagio, questo, che Fenoglio racconta in modo talmente profondo...

Cosa fu ritenuto impubblicabile?
Perché Vittorini convinse un giovane ed insicuro Fenoglio a non insistere sulla validità di questa storia?
Forse lo scandalo per le scene di sesso tra Ettore e la sua fidanzata Vanda?
Forse non era accettabile leggere di una donna che gode facendo l’amore?
Oppure fu l’accenno ad un aborto?
Oppure fu la posizione di questo anti-eroe schivo, negativo, che si rifiuta di partecipare ad una ricostruzione civile.

Calvino (che per primo lesse il manoscritto) scrisse a Vittorini:

“Caro Elio, ti mando il manoscritto de La paga del sabato, di un certo Beppe Fenoglio di Alba. Natalia ed io l’abbiamo letto con molto piacere. É un libro che ha molti difetti di lingua e di gusto (in certi punti rasenta la pornografia); ma tutti difetti locali, eliminabili con poche correzioni. […] Quando non è alle prese con una situazione psicologica, fa del cinema, ma del buon cinema credo di quello che tu definisci “secco”. Insomma, spero che ti piaccia e che vada bene per la tua collana, perché – benché non possa essere considerato un “neorealista” di stretta osservanza – non rifà il verso a nessuno e dice delle cose nuove.”

Ma Vittorini disse che ”...pareva troppo “film””.

Insomma, un destino quello de “La paga del sabato” di non essere compreso ed accettato.
Un destino che ironicamente è quello dello stesso Ettore, un personaggio che oggi sappiamo essere il negativo di Fenoglio stesso:
colui che agisce, pensa e parla al posto del giovane scrittore che invece a testa bassa si riadattò ad alla vita civile.


”No, no, non mi tireranno giú nel pozzo con loro. Io non sarò mai dei vostri, qualunque altra cosa debba fare, mai dei vostri. Siamo troppo diversi, le donne che amano me non possono amare voi e viceversa. Io avrò un destino diverso dal vostro, non dico piú bello o piú brutto, ma diverso. Voi fate con naturalezza dei sacrifici che per me sono enormi, insopportabili, e io so fare a sangue freddo delle cose che a solo pensarle a voi farebbero drizzare i capelli in testa. Impossibile che io sia dei vostri”
Profile Image for lorinbocol.
265 reviews434 followers
August 22, 2017
cinque spunti su uno dei romanzi fenogliani dalla vicenda editoriale più travagliata (per dettagli, citofonare elio vittorini).

1) della vita.
«finalmente arrivarono gli impiegati, otto, dieci, undici in tutto, non si mischiarono agli operai sull'asfalto, stettero sul marciapiede. lui si nascose dietro l'orinatoio e li osservava attraverso i trafori metallici. «io dovrei fare il dodicesimo», si disse, ma cominciò a scuotere la testa, non finiva più di scuoterla e diceva: - no, no, non mi tireranno giù nel pozzo con loro. io non sarò mai dei vostri. siamo troppo diversi, le donne che amano me non possono amare voi e viceversa. io avrò un destino diverso dal vostro, non dico più bello o più brutto, ma diverso. voi fate con naturalezza dei sacrifici che per me sono enormi, insopportabili, e io so fare a sangue freddo delle cose che a solo pensarle a voi farebbero drizzare i capelli in testa. impossibile che io sia dei vostri».

2) degli uomini.
«ecco là gli uomini che si chiudevano fra quattro mura per le otto migliori ore del giorno, tutti i giorni, e in queste otto ore nei caffè e negli sferisteri e sui mercati succedevano memorabili incontri d'uomini, donne forestiere scendevano dai treni, d'estate il fiume e d'inverno la collina nevosa. ecco là i tipi che mai niente vedevano e tutto dovevano farsi raccontare, che dovevano chiedere permesso anche per andare a casa a veder morire loro padre o partorire loro moglie. e alla sera uscivano da quelle quattro mura, con un mucchietto di soldi assicurati per la fine del mese, e un pizzico di cenere di quella che era stata la giornata».

3) delle donne.
«lo prese un furore, nessuno che lo facesse infuriare come le persone che lo amavano, sua madre, adesso vanda, palmo prima non l'aveva fatto infuriare tanto. la mano gli tremava per la voglia di correre alla pistola, si sentiva capace di minacciarla con la pistola.
vanda gli aveva visto la faccia, alzò adagio la camicia, guardandosele scoprì le gambe strettamente unite.
- continua.
continuò, ma aveva alzati gli occhi dalle sue gambe e non guardava lui, ma più in alto.
- perché? - gli disse poi vanda.
- perché tu mi piaci, mi piaci troppo. io metterei la mia vita tra le tue gambe. devo stare bene attento a non perderti.
lei si protese sulla ringhiera: - non mi perdi, non mi perderai mai, se dipende da me. sei solo tu che puoi far sì che tu mi perda.
- lo so, lo so. proprio per questo».

4) della morte.
ettore, con l'ultimo fiato: «sei un cretino, palmo, mi tocca morire per un cretino come te».

5) delle ricorrenze.
ettore l'indomito è il protagonista qui, ma è anche uno dei partigiani più legati a johnny. nella realtà ettore costa fu un amico di fenoglio fatto prigioniero dai tedeschi, per il quale lo stesso scrittore tentò inutilmente uno scambio. la sua storia è poi in parte riversata ne una questione privata.
giorgio, per fenoglio è invece evidentemente nome da figlio di papà. che sia uno dei personaggi principali come in una questione privata, o una comparsa come ne la paga del sabato, i tratti per definirlo sono gli stessi e hanno a che fare con scene di ballo:
«fulvia ballava spessissimo con giorgio clerici, duravano anche per cinque o sei dischi consecutivi, slacciandosi appena negli intervalli. giorgio era il più bel ragazzo di alba ed anche il più ricco, ovviamente il più elegante. [...] fulvia era entusiasta di giorgio, come ballerino».
e qui invece, mentre ettore lo osserva ballare con vanda: «giorgio, uno ricco che suo padre era padrone di tre mulini».
Profile Image for Pavel Nedelcu.
484 reviews117 followers
May 18, 2024
LA LIBERTÀ POSTBELLICA

Sebbene rischiasse di non essere pubblicata (è uscito postumo), questa è, secondo me, una delle migliori opere di Fenoglio, che si configura come un ritratto preciso dell'Italia postbellica. Il romanzo segue Ettore, ex-partigiano, che lotta per reinserirsi nella società civile. Fenoglio dipinge la sua disillusione e insoddisfazione, intrecciando i temi dell’amore e della libertà con la cruda realtà della guerra partigiana.

Ettore, incapace di adattarsi a una vita ordinaria, si lascia coinvolgere in attività criminali (estorsione, droga) pur di non dipendere da nessuno e per opporsi alla noia che gli deriverebbe dal lavorare in un ambiente come una fabbrica o un cantiere: «Mi facevano portare il calcestruzzo dalla betoniera a dove faceva di bisogno, […] io da partigiano comandavo venti uomini, e quello non era un lavoro da me».

Quello che a Fenoglio riesce davvero molto bene è la descrizione dei rapporti umani complessi dal punto di vista psicologico, come quello tra Ettore e la madre, o l’amata Vanda, rapporti permeati in primo luogo dalla violenza (quella a cui si è abituati in guerra) e poi da una dolcezza bizzarra, quasi edipica.

Fenoglio esplora la libertà come un valore assoluto, incarnato nella ricerca di Ettore di dominare il proprio destino e combattere per le proprie convinzioni. Il romanzo cattura l'anima dell'Italia dell'epoca, riflettendo sul microcosmo della Resistenza e la ricerca di senso in un mondo postbellico.
Profile Image for zumurruddu.
139 reviews151 followers
July 31, 2017
Ettore è tornato dalla guerra, è tornato dai monti dove è stato partigiano, è tornato alla vita civile. Ma non ci si sa più adattare, non si sente una persona “normale”, come tutti gli altri, e soprattutto non vuole lavorare sotto padrone.
Mi ha colpito molto, in questo breve romanzo, l’intensità e la violenza delle emozioni che emergono nelle varie situazioni, atmosfere sempre cariche di tensione (in particolare nelle scene in cui Ettore è con la propria famiglia o con i futuri suoceri), dialoghi secchi e brutali, e sempre, ovunque, quel disagio del protagonista, quel “non poterci stare”, quella rabbiosa insofferenza.
Ettore non vuole lavorare e finisce per mettersi in affari loschi con altri compagni ex-partigiani. Ma dove sono, viene da chiedersi, quei nobili a alti valori, quegli slanci, che, per forza, devono averli guidati nelle loro imprese di partigiani? O non ci sono mai stati? C’erano, credo, ma impastati di fango e di sangue con la violenza, con le meschinità.
E così nella vita di Ettore c’è anche l’amore, totale - perché gli slanci di Ettore sono sempre così, totali (e viene da pensare ad altre opere di Fenoglio, anzi viene da pensare a Fenoglio stesso) - l’amore totale per i genitori e per Vanda, ma impastato con la rabbia, l’insofferenza, il disagio esistenziale.
Ettore è un disadattato. Non c’è posto nella vita normale per i disadattati.
Profile Image for Grazia.
503 reviews220 followers
September 16, 2022
Niente puzza di fritto nel mio distributore.

Ettore tornato dalla guerra stenta a integrarsi nella mediocrità dell’esistenza quotidiana.
Nonostante l'amore puro che nutre nei confronti dei genitori che necessitano di un suo aiuto tangibile ed economico nella gestione della vita domestica, non si rassegna ad assoggettarsi ad un lavoro servile.


Ecco là gli uomini che si chiudevano fra quattro mura per le otto migliori ore del giorno, tutti i giorni, e in queste otto ore nei caffè e negli sferisteri e sui mercati succedevano memorabili incontri d’uomini, donne forestiere scendevano dai treni, d’estate il fiume e d’inverno la collina nevosa. Ecco là i tipi che mai niente vedevano e tutto dovevano farsi raccontare, che dovevano chiedere permesso anche per andare a casa a veder morire loro padre o partorire loro moglie. E alla sera uscivano da quelle quattro mura, con un mucchietto di soldi assicurati per la fine del mese, e un pizzico di cenere di quella che era stata la giornata.


Ettore inoltre ama Vanda. Di un amore irrequieto ed aspro. Un amore che non vorrebbe essere imbrigliato.

Sono solo quattro ore che saranno brutte, poi arrivo io e mi piglio io tutto il brutto. Vanda, incomincio da stasera e lo farò per tutta la vita.


Ettore nonostante gli accadimenti ed un destino che pare lo porti a procedere su binari convenzionali, non si rassegna.
Ettore sogna.

Fenoglio racconta, senza tante balle, "la frizione fatale tra l’infinito dell’immaginazione – della voglia, della speranza, della giovinezza, della fame – e la sterilità del mondo reale" [virgolettato da prefazione di Baricco]

Aggiungo, per chi volesse ascoltare, il link dell'evento del festival di Mantova 2022 in cui Baricco parla di Fenoglio, de "La paga del sabato", di piemontesitá, con lo stesso mood che aveva ai tempi (lontani ahimè) in cui raccontava i libri su Raitre nella trasmissiine notturna Circolo Pickwick.

youtube.com/watch?v=emBRvNnM4jY&t...
Profile Image for leti lo yeti.
251 reviews
April 10, 2025
4 stelle abbondanti! ☆

Bello! Una dei primi libri che ho letto quest'anno è stato Una questione privata, che mi era molto piaciuto, ma devo dire che questo romanzo breve è stato ancora più bello. Fenoglio è stato proprio una gran scoperta.

Della storia ho apprezzato in particolare la caratterizzazione del personaggio di Ettore, il ritmo serrato delle vicende e il linguaggio usato dai personaggi, così colloquiale, così vero. Lo consiglio.
Profile Image for Nood-Lesse.
426 reviews324 followers
April 29, 2023
Prendi un romanzo taglialo bene
fanne tre racconti d'autore.
E vedrai che Einaudi li pubblicherà,
chi meglio taglia è più bravo si sa.
(Vittorini feat Ferradini)

Non sapevo che il romanzo fosse un inedito e che Fenoglio in precedenza ne avesse sfruttati dei tronconi per farli diventare racconti. Il libro già di per sé è un racconto lungo e finisce con il capitolo nove smentendo la mia recente teoria sui capitoli complessivi di numero sempre pari.
Per chissà quale motivo ho creduto per anni che il romanzo fosse di Buzzati e fosse ambientato a Milano. Invece siamo in Piemonte, le città vengono indicate con lettera iniziale puntata, solo in un caso a Fenoglio sfugge un Torino scritto per esteso.
Alla fine della prima guerra mondiale era stato un problema ricollocare i reduci, lo stesso problema si ripresenta adesso, finita la seconda, aggravato dal dover ricollocare anche i resistenti.
Ettore è stato uno di loro e intimamente ha maturato una propria convinzione

«Io avrò un destino diverso dal vostro, non dico più bello o più brutto, ma diverso. Voi fate con naturalezza dei sacrifici che per me sono enormi, insopportabili...

La nasconde ai genitori con i quali vive, la coltiva in privato, e così, il giorno che dovrebbe presentarsi in fabbrica per iniziare il lavoro da impiegato, si accorda per collaborare con un altro ex partigiano dedito a furti, ricettazione, contrabbando, spaccio di cocaina, estorsione e altre lodevoli attività favorite dalla dimestichezza acquisita con violenza e armi. La prosa è scarna, è un italiano che sembra quasi inglese, tanto da non contemplare neppure il condizionale passato. Ettore narra in prima persona e rende molto bene gli scontri verbali e psicologici con i propri genitori e i propri sodali. Il crimine paga, Ettore si arricchisce velocemente, contribuisce a sanare i debiti familiari, finché un’altra riflessione genera un punto di svolta:

C’è solo più un discorso che voglio ascoltare, e questo discorso me lo faccio io, c’è solo una lezione che voglio tenere a mente, e mi odio se penso che l’avevo già imparata bene e poi col tempo me la sono dimenticata. Non finire sottoterra. Per nessun motivo. Non finire sottoterra. Né in galera».

Ho volutamente omesso il cuore della narrazione che riguarda il rapporto fra Ettore e Vanda. Non voglio parlarne per evitare qualsiasi tipo di spoiler; è opportuno leggerlo da soli e rendersi conto cosa imponessero i dettami sociali alla fine degli anni quaranta.
Il libro è breve e significativo, lo si potrebbe racchiudere in una frase di Malcom Lowry: la vita è una tragedia e come tale va vissuta.
Profile Image for lise.charmel.
524 reviews194 followers
April 20, 2021
Nonostante questo sia solo il secondo libro di Fenoglio che leggo, posso tranquillamente affermare che questo autore sia uno dei miei "porti sicuri" di buona letteratura.
In questo brevissimo romanzo troviamo come protagonista Ettore, un giovane che è stato partigiano e non riesce ad adattarsi alla vita ormai divenuta "normale". Non riesce ad adattarsi a un lavoro qualsiasi e a una routine. Nonostante voglia molto bene ai genitori, litiga con loro continuamente e ha un rapporto conflittuale con la fidanzata, che pure è una ragazza molto dolce, appassionata e di cui lui è innamorato.
Per guadagnarsi da vivere Ettore deciderà di mettersi in traffici loschi, che gli garantiranno anche quel brivido di adrenalina al quale non sa rinunciare.
Si tratta di un romanzo brevissimo e non voglio anticipare oltre la trama, ma mi preme dire che si tratta soprattutto di un romanzo duro, tragico, dove non c'è redenzione per nessuno, anche quando tenta di fare la cosa migliore possibile.
I personaggi, anche quando compaiono per brevissime righe sono tutti autentici e vividi, i dialoghi serrati non suonano mai falsi.
Una lettura che si fa in un pomeriggio, ma che poi non si dimentica più.
Profile Image for Malacorda.
598 reviews289 followers
July 31, 2017
Tremendamente bello. Intendo: bello, nel suo essere una storia tremenda. Ho troppa ammirazione - anzi soggezione - di Fenoglio per stare a filosofeggiare sui perché e sui percome, mi limito a dirmi d’accordo con chi lo definisce parallelo a La ragazza di Bube. Non è però poi così antitetico rispetto il testo di Cassola: certo, la mano è diversa, ma sotto sotto c’è comunque in entrambi i casi il fantasma della guerra e io trovo che emerga con la stessa veemenza in entrambi i racconti.
Profile Image for Dimitri.
176 reviews72 followers
April 29, 2020
Forse aveva ragione Calvino quando scriveva a Fenoglio che, tra i tanti meriti che trovava in questo suo romanzo, ravvisava alcuni difetti. “Idee fin troppo chiare: evidentemente tu hai l’orgoglio di riuscire a dire tutto e non la modestia di chi si limita a dare occhiate spaurite nelle sempre misteriose vite altrui.”
Sarà ancora acerbo nello stile e nella gestione di alcune situazioni, non sarà all’altezza dei successivi romanzi, ma “La paga del sabato”, scritto per primo ma pubblicato postumo, racconta bene la psicologia del protagonista e i suoi rapporti con i genitori, con la fidanzata e con gli altri reduci della Resistenza, ora “colleghi” di lavoro e compagni di losche avventure. Ettore sente ormai la distanza da quello che era prima e non si adatta a quello che è ora.
L’antiretorica di Fenoglio è la migliore risposta alla retorica degli anti-antifascisti, di ieri e di oggi.

Si voltò dalla parte di Bianco e Palmo, a quei due sì che aveva fatto effetto ritrovarsi sulle colline, perché si muovevano con scatti infantili, puntavano il dito dappertutto e avevano gli occhi piccoli e lustri e Ettore poteva leggerci il barbaro sentimento che quelli erano stati tempi felici e che il destino sarebbe stato ingiusto se non gliene riservava un altro pezzo prima di morire. Ettore era impressionato per sé e per loro, si domandava come facevano quei due a non essere niente cambiati da allora mentre lui era cambiato tanto da non riconoscersi più, cominciò a dirsi che forse era perché loro non l’avevano fatto bene il partigiano, non ci avevano messo tutto, non ci si erano esauriti, ma questa conclusione andava a rompersi contro Bianco, e allora lui la cambiò, si disse che era perché loro non avevano avuto, dopo la guerra, la persona o il fatto o il ragionamento che ci mettesse una pietra sopra.
Profile Image for marco renzi.
299 reviews101 followers
August 29, 2017
Bellissimo e spietato, come sempre capita con Fenoglio.
Questo non è un racconto sulla Resistenza, ma su ciò che questa ha causato nella vita, nei comportamenti e nella mente di un ventiduenne che l'ha da poco vissuta.
Fenoglio è un vero maestro nel descrivere le situazioni in apparenza più banali e quotidiane, quelle che in molti neanche si sognerebbero di inserire in un romanzo.
Invece, lui mette dolore, frustrazione, rabbia e sconfitta in ogni frase, in ogni parola.
Di una tristezza e di una brutalità che fa quasi star male.
Un romanzo sul quanto sia difficile mettersi in salvo dalla violenza.

(commento del marzo 2014)
Profile Image for Molly Bloom.
59 reviews31 followers
August 19, 2024
Molto bello e intenso, finale che stupisce ma che è congruo con la narrazione.
Profile Image for Alessia Claire.
153 reviews
July 13, 2019

Ettore ha ventidue anni, è scampato alla guerra e non si ritrova più nella vita di tutti. Si sente un eroe, un sopravvissuto, è insofferente, spaccone, un gradasso, la guerra l'ha cambiato e 'gli ha rotto l'abitudine alla vita'. I suoi genitori e la sua ragazza vorrebbero che mettesse la testa a posto, che si trovasse un lavoro da operaio invece di stare a vivere come se fosse sempre domenica, a far niente in giro, andare al cinema, al fiume, a ballare, a comperarsi il giornale dello sport. Ma Ettore si oppone, non vuole, non si sente come gli altri, un padrone sopra di lui non lo vuole, è furioso, ostinato, litiga con tutti, è preso da scoppi di rabbie folli, si placa solo nell'uscire di casa e nel camminare sentendosi 'sempre sulla testa il cielo'.
Ettore si rifiuta di chiudersi fra quattro mura per le otto migliori ore del giorno, tutti i giorni, mentre in queste otto ore nei caffè e negli sferisteri e sui mercati 'succedevano memorabili incontri d'uomini, donne forestiere scendevano dai treni, d'estate il fiume e d'inverno la collina nervosa'. Vanda, la sua ragazza, gli dice: ' Che cosa vuoi fare? Hai delle idee per non essere come tutti'?
'No, no, non mi tireranno giù al pozzo con loro. Io non sarò mai dei vostri, qualunque altra cosa debba fare, mai dei vostri. Siamo troppo diversi, le donne che amano me non possono amare voi e viceversa. Io avrò un destino diverso dal vostro, non dico più bello o più brutto, ma diverso. Voi fate con naturalezza dei sacrifici che per me sono enormi, insopportabili, e io so fare a sangue freddo delle cose che a solo pensarle a voi farebbero drizzare i capelli in testa. Impossibile che io sia dei vostri.'
Ettore guarda gli operai appostati fuori dalla fabbrica e pensa:
'Ecco là i tipi che mai niente vedevano e tutto dovevano farsi raccontare, che dovevano chiedere permesso anche per andare a casa a vedere morire loro padre o partorire loro moglie. E alla sera uscivano da quelle quattro mura, con un mucchietto di soldi assicurati per la fine del mese.'
Per sottrarsi alla monotonia e alla modestia di una vita qualsiasi si infila in certi affari poco puliti e molto redditizi.
La lingua di Fenoglio è dura, paesana, selvatica e come disse Calvino capace di «centrare situazioni psicologiche particolarissime con una sicurezza che mi sembra davvero rara». In effetti i dialoghi di Fenoglio sono barbari e bellissimi, esatti e curati ma senza ostentazione.
Ettore non si arrende nemmeno all'amore, gli fa paura. Agitato da pulsioni contrastanti, tenerezza e rabbia si alternano in lui «non riuscivano a staccar le mani, si facevano male per non lasciarsi andare, poi si staccarono con una specie di strappo, se ne andarono oppostamente».
E' un romanzo amaro sulla libertà, scritto forse per fuggire -almeno idealmente- a un modesto destino di lavoratore dipendente (che Fenoglio sente imposto dalla società per la quale aveva combattuto). Quando Fenoglio s’iscrive alla Facoltà di Lettere di Torino è a causa della chiamata alle armi che è costretto a interrompere gli studi universitari, senza mai più riuscire poi a conseguire la laurea.
L'impianto narrativo ha una sua asciuttezza ed evidenza cinematografica da film noir, la figura del partigiano e quella del bandito si sovrappongono: per entrambi la violenza e la spavalderia funzionano come antidoti alla disillusione.
Profile Image for Seregnani.
738 reviews34 followers
August 14, 2024
È il primo libro di Fenoglio che leggo e mi sembra di aver azzeccato la scelta. Stupendissimo e scritto veramente bene! Consiglio la lettura!
Profile Image for Daniele.
189 reviews
June 11, 2024
Questo libro apre una porta sul secondo dopoguerra e sottolinea valori allora più importanti di oggi e modi di fare alquanto anacronistici paragonati al presente.
Fenoglio parla in maniera semplice ed entra sottilmente nella psicologia dei personaggi.
Interessate l'introduzione di Alessandro Baricco che ci aiuta a capire ancora di più ciò che si svolgeva in questo periodo.
Profile Image for Marcello S.
647 reviews291 followers
April 9, 2022
Il reinserimento complicato di un ex partigiano nella vita civile.
Fenoglio ha sempre questa capacità incredibile di costruire frasi inaspettate, molto fisiche, piene di spigoli vivi, con aggettivi poco convenzionali.
Questa è un’opera cosiddetta minore – rimasta nel cassetto per anni – e il valore della scoperta è ancora più affascinante, da tramonto drammatico.

[80/100]


Ti avviso, Palmo, appena cominciano i lavori del mio distributore io pianto il camion e tu puoi cercarti altro da fare.
– Non mi pigli con te nel nuovo lavoro?
Scosse due volte la testa. – No, piglio mio padre, gli faccio rimettere la bottega e lo piglio con me, lo metto al lavaggio.
Io mi passai una mano sulla faccia e stetti a pensare. Trovai e gli dissi: – Ettore, e se ci mettessi anche un locale che faccia da bar e da ristorante, come c’è nei distributori americani al cine?
Lui mi disse subito di no. – No, non mi è mai andato di servire la gente nel bere e nel mangiare, specialmente nel mangiare.
– Ma lo farei io quel lavoro lí.
– Niente puzza di fritto nel mio distributore, – mi disse lui deciso.
E io mi sentii per la terza volta come mi ero già sentito quando era finita la guerra e come quando Bianco era dovuto andare in sanatorio.

– Ettore, – gli disse lei con una voce bassa e lunga. Lui si sentí una scarpa lenta attorno al piede, alzò il calzone e scoprí il nodo del legaccio disfatto, fu contento di doversi chinare e non guardarla. Lei invece gli guardò la striscia di carne nuda tra l’orlo della calza e l’orlo del pantalone sollevato, gli guardò la calza, la scarpa, le dita attorno alla stringa, tutto lui e poi lo chiamò di nuovo con la stessa voce di prima.
Si raddrizzò e non le disse niente, aveva solo paura che lei adesso gli mettesse le braccia al collo, non poteva dirglielo a voce e glielo disse con gli occhi: «Non mettermi le braccia al collo». Lei capí, tanto che gli andò via da davanti, gli lasciò il passo ad uscire.
L’abbandonava in pena, ma non poteva farci niente, non aveva né la volontà né i mezzi di consolarla, toccava a lei di resistere a quella pena, anche nello stato che lei si trovava, doveva bastarle sapere che lui sarebbe tornato, purtroppo che sarebbe tornato, era solo questione d’aspettarlo, per quanto tempo era lui il primo a non saperlo.

La luna era un mostro di giallore, di grossezza e di vicinanza, ai suoi raggi le maniglie d’ottone delle porte brillavano velenosamente.

Profile Image for Marc Lamot.
3,462 reviews1,973 followers
December 20, 2019
Ettore, a former partisan soldier, doesn't succeed in picking up the thread of life again after the war. He lives a very neurotic life, screwing up the relation with his parents, his girlfriend etc. Eventually he joins a gang of criminals and seems to find some balance again, until ...
A very dry account, with a minimum of emotions; gives a strong naturalistic and almost alienating effect, which of course seemed to be the intention of Fenoglio. But it did not really resonate with me, I'm afraid.
Profile Image for Stef Smulders.
Author 77 books119 followers
September 4, 2017
Short as it is, this novel took me some effort to finish. A simple naturalistic story written in a very simple, straightforward style, all in one pace and with a serious tone. Really gets dull after fifty pages or so. Read it if you want to learn about the culture of the poor people in Italy early 1900's till close after the war.
Profile Image for Francyy.
677 reviews72 followers
December 9, 2017
Sembra di guardare un film del grande neorealismo italiano, un film in bianco e nero, con attori che sono immagine della sofferenza del secondo dopoguerra. Apparentemente un libro dove i sentimenti buoni sono inesistenti e dove invece dominano tristezza e squallore. Invece i sentimenti ci sono, ma gli italiani del secondo dopoguerra non riescono ad esprimerli. Una scrittura talvolta difficile, ma un libro che ti morde il cuore e lo stomaco.
Profile Image for Riccardo Mazzocchio.
Author 3 books87 followers
January 31, 2021
"A Palmo le cose devo spiegargliele due volte.
- Ma Palmo è un cretino.
- Però è fedele.
- Ma è un cretino."
M'è parso di rileggere Vittorini: essenziale, conciso, ironico.
Profile Image for giuneitesti ❆.
269 reviews52 followers
January 5, 2024
«Quando si sentiva in pericolo, stanotte come nei giorni della guerra, nulla gli dava piú forza e piú sicurezza che sentirsi sempre sulla testa il cielo.»
Profile Image for Lalagè.
1,143 reviews79 followers
December 3, 2022
Meteen op de eerste bladzijde is duidelijk dat hier een meesterverteller aan het woord is. Tussen de regels door zijn de emoties heel duidelijk te voelen. Ettore worstelt met zichzelf en doet gemeen tegen degenen waar hij het meest van houdt. Hij wil een echte man zijn en verantwoordelijkheid nemen, maar wel op zijn eigen manier. Dat is levensecht beschreven. Ettore is onvriendelijk en manipulatief en toch leef ik met hem mee.

https://lalageleest.nl/2022/12/03/de-...
Profile Image for Andrea Fiore.
290 reviews74 followers
March 26, 2025
"Voi fate con naturalezza dei sacrifici che per me sono enormi, insopportabili, e io so fare a sangue freddo delle cose che a solo pensarle a voi farebbero drizzare i capelli in testa. Impossibile che io sia dei vostri."
Profile Image for Carola Baudo.
Author 1 book9 followers
August 17, 2023
Un gioiello della letteratura italiana. Non comprendo come Fenoglio possa essere così sottovalutato e oscurato da altri nomi quando la sua è una delle scritture più dense e realistiche che abbia mai letto. Da leggere assolutamente!
Profile Image for Nicolò Bo.
36 reviews1 follower
August 23, 2016
Se l'avesse scritto John Fante, perché con quella tradizione questo romanzo si confronta e trova somiglianze, sarebbe probabilmente diventato un capolavoro riconosciuto universalmente.
Profile Image for Myriam.
496 reviews68 followers
July 7, 2015
Gaaf kleinood van Beppe Fenoglio, volgens Alessandro Baricco 'echt een grootse schrijver', een feit waarmee men zelfs in Italië maar tot op zekere hoogte bekend is. Baricco, die een mooie inleiding bij deze uitgave schreef, wijt dat aan 'het type mens dat hij was, [van] zijn vreemde editoriale wederwaardigheden en [van] zijn onontkoombare Piemonteesheid. Hij leefde verschanst in een hoekje van Piemonte, kwam nooit in opstand tegen zijn eigen lot, en gedroeg zich buitengewoon waardig. Hij vertelde over ongemakkelijke dingen, nam niet graag de trein naar Rome, en hij stierf te vroeg. Mensen met maar half zoveel talent worden tegenwoordig al in de schoolboeken vermeld. Zo gaat het nu eenmaal.'

'De laatste dag' leest als een Italiaanse zwart-wit film uit de jaren vijftig (en net omwille van dat 'filmische' werd het boek destijds door Enaudi afgewezen), met de harde contrasten van het chiaroscuro, het geschreeuw en getier, de haat-liefde verhoudingen tussen moeder en zoon, vader en zoon, de brutale vriendschappen. Maar Ettore, 22, beschadigd en onhandig liefhebbend, heeft ondanks zijn partizanenverleden een droom die hij tegen de rest van de wereld verdedigt. In iedere zin voel je de woede, de wanhoop, het verlangen van Ettore om een leven op te bouwen. En dat lijkt hem, ondanks alles, te lukken...

'Dit leven is niets voor mij, omdat ik gevochten heb in de oorlog. Ik heb gevochten in de oorlog, vergeet dat nooit, en de oorlog heeft me veranderd, ik ben dit soort leven ontwend. Ik wist toen al dat dit leven niets meer voor me was. En nu ben ik de hele dag aan het niksen omdat ik probeer er weer aan te wennen, dat is ’t enige waar ik mee bezig ben.’
Profile Image for Gabriele Della Torre.
726 reviews11 followers
September 25, 2022
Il protagonista non riesce più a rientrare nei canoni della società post bellica.
Fa di tutto per scappare da ciò che gli altri vogliono imporgli.
Profile Image for Valentina G.
223 reviews27 followers
May 4, 2025
Audiolibro.
Un racconto asciutto di chi, finita la guerra, si trova a fronteggiare una nuova realtà e non può accontentarsi di vivere sotto un padrone.
Fenoglio incide con vigore il personaggio di Ettore, poco piacevole, del resto i protagonisti non devono per forza piacere, così come plasma Palmo e quel suo essere sciocco.
E nonostante tutto, lo sciocco fa fuori l’uomo tutto d’un pezzo.
This entire review has been hidden because of spoilers.
Profile Image for Michele.
93 reviews4 followers
April 5, 2025
Fenoglio ha scritto "La Paga del Sabato" alla fine degli anni quaranta, ma Einaudi si era inizialmente rifiutata di pubblicarla. L'autore ha così deciso di inserire qualche passaggio del romanzo nella raccolta "I ventitré giorni della città di Alba", che avevo già letto in precedenza. La storia narra della grande difficoltà di Ettore, un ex partigiano, a ritrovare il suo posto nel mondo del dopoguerra. Lui, che appena qualche anno prima era a capo di un manipolo di uomini per la liberazione del Paese, non vuole rassegnarsi a lavorare in fabbrica da operaio, un numero fra tanti, con un capitalista a comandarlo. Cercherà quindi un lavoro che sia più consono, e gli permetta di guadagnare di più, a patto di accettare qualche rischio.
Un romanzo che solo Fenoglio avrebbe potuto scrivere così bene. Tanto amaro, ma anche pieno di sentimento di rivalsa oltre che di insofferenza. Impossibile non parteggiare per Ettore e augurargli di realizzarsi finalmente in un'Italia radicalmente diversa da quella del secondo conflitto mondiale.
Displaying 1 - 30 of 100 reviews

Can't find what you're looking for?

Get help and learn more about the design.