Le forme di vita contemporanee sono segnate dall'impotenza. Che sia in gioco un amore o la lotta contro il lavoro precario, una paralisi frenetica presidia l'azione e il discorso. Non si riesce a fare ciò che conviene e si desidera, e al contempo non si è in grado di subire in modo appropriato gli urti cui siamo sottoposti. Questa impotenza è tanto più sorprendente, in quanto si associa a una sovrabbondanza: di capacità, competenze, abilità. Lungi dall’essere causata da una mancanza, l’impotenza contemporanea sembra essere piuttosto il frutto di un eccesso di forza e possibilità che, non riuscendo a convertirsi in azioni e discorsi modellati con cura, non fa che stagnare e macerarsi. Di questa strana impotenza Paolo Virno descrive qui la fisionomia, proseguendo le riflessioni iniziate nel suo libro precedente, Avere. Sulla natura dell’animale loquace, e recuperando le lezioni dei classici, su tutti Aristotele e Marx. Fondamentale diventa la riscoperta di una nozione cruciale: quella di «limite». Esprimersi, far valere un’istanza sul lavoro, rivendicare un’idea politica, tessere un’amicizia o un amore: tutto ciò richiede di saper scandire i tempi delle parole, calibrare i movimenti, incanalare i gesti. Altrimenti ci imbattiamo in un catalogo di passioni tristi: arroganza intrisa di avvilimento, timidezza sfrontata, rassegnazione carica di risentimento. E nei sintomi che ne seguono: rinuncia, silenzio, paralisi. Collettiva e politica deve essere la ricerca di una prassi, di un habitus che consenta di sfuggire a questa impotenza: di un esercizio spirituale e politico che, promuovendo la rinuncia a rinunciare, ci consegni parole accorte e decisioni tempestive. Un gesto libero e condiviso in grado di trasformare il reale.
Paolo Virno (1952–2025) was an Italian philosopher, semiologist and a figurehead for the Italian Marxist movement. Implicated in belonging to illegal social movements during the 1960s and 1970s, Virno was arrested and jailed in 1979, accused of belonging to the Red Brigades. He spent several years in prison before finally being acquitted, after which he organized the publication Luogo Comune (Italian for "commonplace") in order to vocalize the political ideas he developed during his imprisonment. At the time of his death, Virno was teaching philosophy at the University of Rome.
Güçsüzlük& Hezeyan ve Felç Çağında Yaşam kitabı Otonom yayınlarından çıktı. Çıkar çıkmaz heyecanla hemen alıp okumaya başladım. Kitap ismi, içeriği, arka kapaktaki tanıtım yazısı oldukça heyecanlandırdı beni. Sosyolojik ve teorik okumalara çok alışkınsam da felsefi okumalarda oldukça geride kalmışım. Ya da yazarın dili bana çok zorlayıcı ve ağdalı geldi. Kitaba dahil olmakta çok zorlandım. Konu güzel aslında. Yoğun bir kapitalizm çağında aşırı güç ve hareketlilikten doğan , kapasite fazlası, edimsellesemeyen bir gücün güçsüzlüğüne dair bir konuyu iceriyor. Ancak incecik bir kitap olmasına rağmen beş on paragraf anca anlamışsımdır. Tekrar okumayı deneyeceğim kısa zaman içinde. Bunca birikmiş okuma listesinin altindan kalkabilirsem tabi (:
L'écriture philosophique se renferme continuellement sur elle-même. Elle essaye de saisir des corps en action ou en rétentions ou en psalmodie ou maniaques ou éperdus ou amoureux ou ; bref, je peux être aussi faussement précis que l'auteur en allongeant les descriptifs. Il y a des choses réellement intéressante en investiguant ce qu'est l'impuissance, réellement, pour dévier de la notion de "vide" ou "néant" - trop longtemps rattrape-tout des philosophes. On peut observer l'impuissance comme force inaccomplie, que l'on possède mais qui ne s'éprouve ni en actes ni en murmure. Elle grandit dans l'infiniment indéfini. Mais on n'est pas puissance, on l'articule par une possession, un avoir, qui nécessite une actualisation, une manière de l'avoir et une manière de l'acter. Voilà le seul point qui m'a intéressé. Qui peut-être un bon dialogue avec Nietzche (le ressentiment, la puissance), Foucault (notamment sur la technè et le soucis de), Kierkegaard (l'abysse de l'angoisse), etc. Mais il décide de faire seul et étrangement son chemin, s'alliant à Marx en des endroits très faibles. (La sociologie de l'action fait mieux le taff philosophique du sujet que la philosophie ici)