Principesse 'nate nella porpora', altre arrivate sul trono per amore, qualcuna che sempre per amore ha fatto perdere il trono all'uomo che l'amava. Qualcuna ha perso la vita, altre hanno perso la ragione, altre sono state costrette a rinunciare alla propria identità. Ma di sicuro tutte hanno mostrato la forza, il coraggio, la determinazione di invincibili guerriere. La loro lezione è che la felicità è il traguardo, ma in realtà il premio è il tragitto per arrivarci. Anche quando resta lontano. La storia è piena di vite di principesse "non fatate", avventurose, non convenzionali, tristi, oppure diversamente felici: da Boadicea, la regina dei Britanni che impugna le armi e guida il suo popolo contro i Romani invasori, passando per Elisabetta, moglie di Edoardo IV, rinchiusa per anni a Westminster Abbey per evitare che l'usurpatore Riccardo la uccida, fino alla più celebre Maria la Sanguinaria, il cui soprannome non nasce a caso. Ma anche le figlie di Vittoria d'Inghilterra o le discendenti inglesi Windsor del secolo scorso e le principesse giapponesi, massime esponenti di una malinconia che non lascia loro voce. Queste cinquanta storie, dedicate alle giovani lettrici e narrate da un cronista d'eccezione, mostrano come spesso, dietro una vita fatta di lussi e ricchezze, non si nasconda automaticamente la felicità. Non senza un barlume di speranza: perché molte di loro, anche se "non vissero per sempre felici e contente", furono però in grado di trovare la propria strada.
Ha esordito nel mondo giornalistico come redattore sindacale del settimanale Mondo Nuovo; tra il 1976 e il 1978 ha commentato prima la cronaca romana e poi la politica interna su l'Unità, in seguito è stato per soli nove mesi da febbraio a ottobre 1989 condirettore del quotidiano romano Paese Sera. Con Giorgio Rossi, ha scritto il suo primo libro: La ragazza dei passi perduti, nel 1986. Nel 1989 ha lasciato la carta stampata per dedicarsi alla televisione: entrato in Rai, si è occupato di politica estera, poi è inviato e, quindi, corrispondente fisso del Tg1 nei paesi mediorientali, con base al Cairo ed a Gerusalemme. È inviato in Afghanistan, sui carri armati sovietici, che si ritirano sotto l'offensiva dei mujaheddin. Poi a Baghdad, nell'autunno del 1990. Quando è scoppiata la prima guerra del Golfo, si è trovato a Gerusalemme e ha raccontato la caduta degli Scud su Israele. Nel 1993 è trasferito a capo dell'ufficio di corrispondenza Rai di Mosca, sotto la presidenza di Boris El'cin. Ha intervistato Michail Gorbačëv, è si è recato a Groznyj, capitale della Cecenia. Nel 1997 è spostato a Londra, occupando lo stesso incarico per la Rai, ma per la capitale britannica. Dopo nove anni nel Regno Unito, nel marzo 2006 è stato posto a capo della Rai di Parigi. È ritornato in Italia nel novembre 2006: è arrivato il momento in cui ha incominciato a dedicarsi alla radio. È stato, infatti, nominato direttore del Giornale Radio Rai (GRR) e di Rai Radio Uno, incarichi che ha mantenuto sino ad agosto 2009. Nel Settembre 2010 ritorna nella sede di corrispondenza britannica della Rai a seguito del reintegro da Parte del Giudice del lavoro.
Mi è piaciuto abbastanza, ma la, lettura non mi ha trascinata. Sono appassionata del tema in questione, ho un blog sull'argomento. Trovo che siano scarne le informazioni fornite e assente il contesto storico. insomma il titolo, che in teoria vuole essere accattivante, lascia trasparire perfettamente il contenuto scritto in maniera semplice e un po' infantile. È un libro piuttosto semplice da leggere. io l'ho trovato semplicemente superficiale.