Sulle vie d'Europa, Spettriana raduna una ventina di storie dimenticate che per i nostri antenati rappresentavano l'essenza della paura, selezionate e tradotte da antologie, trattati teologici, raccolte di prodigi, cronache e resoconti. Tra le sue pagine - per dirla con le parole di Mary Shelley - troveremo quei "fantasmi che sollevano le cortine ai piedi del letto mentre la pendola batte l'una, che si levano pallidi e orrendi dai cimiteri e che infestano le loro antiche dimore; che, quando gli si parla, rispondono, e che con il loro tocco freddo e ultraterreno fanno drizzare i capelli sulla testa; il vero fantasma", insomma, "vecchio stile, che profetizza, svolazza e volteggia", e che è forse capace di suscitare qualche brivido ancora oggi.
L'edizione è semplicemente stupenda. La copertina, le immagini, il carattere utilizzato... Se i racconti presentati non sono molto incisivi - almeno alla luce di una consapevolezza contemporanea - l'introduzione accurata permette di assaporarli in un contesto più ampio e con una consapevolezza maggiore. I più incisivi e interessanti sono l'Olandese Volante e la Sposa Cadavere. Le istruzioni finali su come vincere l'orrore delle visioni spettrali è poi una chicca apprezzatissima
Ci sono poche certezze nella vita, ma una di esse è che nella TBR di ottobre ci vuole sempre un libro di ABEditore. Anche due, se va bene. Come da prassi ogni volta che leggo una delle loro pubblicazioni, non posso evitare di esprimere il mio amore incondizionato verso la qualità e la grafica che rende tali piccoli libri delle opere d’arte. Sono curati sotto ogni singolo aspetto: dall’impaginazione, alla traduzione, alla copertina… E il tutto rimane a prezzi assai competitivi, che vengono in aiuto dei lettori. Insomma, li stimo. Ma esaminiamo la raccolta vera e propria. Ho apprezzato molto l’introduzione e le note assai interessanti che offrono un buon background per le storie riportate. Il problema è che a mio avviso non si possono nemmeno considerare delle vere e proprie storie, quanto più delle trascrizioni o resoconti. A livello narrativo non offrono quel flusso lineare che ci si aspetterebbe, motivo per cui non sono riuscita a gradirle del tutto. Non dico che fossero deludenti, ma un pochino insipide. Se non altro sono un buon esercizio di dialettica di altri tempi. Sebbene non mi abbia colpita quanto Sepolcro, rimane comunque un’uscita interessante, adatta alla spooky season.
Bellissima miscellanea di storie di fantasmi poco note, curata in ogni dettaglio. I racconti sono molto interessanti ma le illustrazioni sono il pezzo forte a mio parere. Vista la tipologia di opera non mi sarebbe dispiaciuta una copertina rigida.
Questo ottobre l'ho voluto dedicare a letture a tema, quindi ho spaziato fra streghe, fantasmi e vampiri, e chi meglio di ABEditore per immergersi nella giusta atmosfera? Nel caso di 'Spettriana' però non ci troviamo davanti ai classici (e da me amatissimi) racconti vittoriani, ma a storie ancor più vecchie, a leggende, a cronache passate di bocca in bocca, a resoconti giurati per veri: spiriti molesti, case infestate, morte innamorate... Sono quindi forse letture meno "raffinate" rispetto alle creazioni degli scrittori, ma in un certo senso più autentiche: storie raccontate alla sera davanti a un fuoco, vicende che si erano venute a sapere da questa o da quella persona assolutamente degna di fiducia, paure primordiali da esorcizzare in qualche modo. Difficilmente spaventose per noi umani del XXII secolo, ma sempre affascinanti e in grado di parlare a una parte antica a profonda di noi. Interessante e istruttiva l'introduzione di Fabio Camilletti, che aveva già curato anche 'La casa infesta di Place du Lion d'Or' e 'Il sogno della regina in rosso'. Sulla bellezza del volume niente da dire, da questo editore ormai mi aspetto sempre grandi cose.
Il libro si apre con un'introduzione molto corposa sia per la sua lunghezza sia per la densità di informazioni in essa contenute. Queste prime 64 pagine citano numerosi testi autorevoli di diversi periodi storici dai quali vengono tratte alcune delle testimonianze che si trovano a seguire e forniscono al lettore un "Glossario spettrale" per identificare e comprendere la moltitudine di apparizioni che infestano le pagine a seguire.
Spettriana è suddivisa in diverse sezioni ( Spiriti molesti, case infestata, morte, fantasmi del mare etc...) provvista ognuna di titolo proprio, di breve introduzione e di una piccola raccolta di testimonianze e racconti a tema.
Purtroppo molte delle testimonianze riportate risultano simili tra loro e lontane dalla narrazione suggestiva tipica dei racconti di fantasmi avvicinandosi più allo stile diretto e privo di fronzoli della cronaca, caratterizzato da elenchi, solitamente cronologici, di fatti avvenuti di fronte a spettatori che riportano la loro esperienza. Questo viene chiarito fin da subito nell'introduzione che molto chiaramente delinea l'intento della raccolta.
In conclusione se state cercando una lettura più tecnica e ricca di testimonianze storiche questo libro é perfetto, ma se preferite atmosfere gotiche e narrazioni molto descrittive ed estremamente inquietanti meglio optare per altri libri proposti dall'editore.
Come ormai ci ha abituato @abeditore anche questa raccolta di racconti su fantasmi, spiriti, e case infestate non delude, anzi ... Un piccolo gioiellino, editato con cura e con un occhio di riguardo alle illustrazioni, vera chicca dell' edizione.... Sono una ventina di storie su fantasmi e co. da tutta Europa... Per saperne di più, come dice Mary Shelley.." che ne è dei fantasmi del tempo che fu?"... Ma il vero coup de théâtre sono le istruzioni finali per poter affrontare, preparati e accorti o come direbbe in buon romano .."gajardi e tosti"!, le visioni spettrali che potrebbero presentarsi..prima o poi... Quindi state bene attenti... Uomo avvisato, mezzo salvato!... E buona lettura,!
Recensione a cura della pagina instagram Pagine_e_inchiostro: Spettriana é una raccolta di brevi racconti e trascrizioni, divisi in sei categorie: Spiriti molesti, Case infestate, Nell’ora della nostra morte, Fantasmi del mare, Morte innamorate e Spettri che non lo erano.
Spettriana raduna una ventina di storie di tutta l’Europa; prodigi, cronache, resoconti, trattati teologici, racconti dimenticati che rappresentano l’essenza di una paura primordiale. Non si tratta di racconti gotici o vittoriani, dallo stile ampolloso e raffinato. Si tratta di storie grezze, tramandate oralmente davanti al fuoco, che hanno il sapore delle leggende folkloristiche. L’introduzione apre al lettore le porte di ciò che affronterà nel libro. Le istruzioni finali, dedicate al saper affrontare le visioni spettrali, sono una vera chicca. L’edizione in generale ha la solita cura firmata Abe, nulla da dire. Per quanto riguarda le storie, hanno atmosfere molto soft, prive di grande impatto, quindi le consiglio in particolare a chi normalmente teme questi temi.
Spettriana è stata una lettura profondamente balsamica, una di quelle che non si limitano a intrattenere ma sembrano prendersi cura di una parte molto precisa dell’anima. La mia, dichiaratamente incline al gotico, ha trovato in questa raccolta un terreno naturale, accogliente, quasi familiare.
Amo questo tipo di libri: raccolte che non si leggono in fretta, che si possono aprire a caso, attraversare per frammenti, lasciando che siano atmosfere, immagini e suggestioni a guidare il percorso. Spettriana funziona proprio così, come un oggetto da abitare più che da “finire”. La modalità di realizzazione è uno degli aspetti che ho trovato più interessanti: il progetto editoriale è pensato con cura, e questa attenzione si riflette nella coerenza dell’insieme, nella sensazione di trovarsi davanti a qualcosa di costruito con intenzione e amore per il genere.
Qui il gotico non è mai decorativo o superficiale, ma evocativo, stratificato, capace di richiamare un immaginario che parla di assenze, presenze, memorie e spazi liminali. È una lettura che lenisce, che accompagna, che non chiede velocità ma disponibilità all’ascolto.
Un libro che consiglio a chi ama il perturbante gentile, le ombre più suggerite che mostrate, e a chi cerca oggetti editoriali che siano anche esperienze.
Contrariamente a quanto il mio amore per la ghost story ottocentesca potrebbe far pensare… ?, a spingermi a fiondarmi all'istante su questo nuovo volume della collana Ombre e Creature della ABEditore è stato proprio l'unico elemento che, pure entro una suggestiva cornice che all'Età Vittoriana sembrerebbe ammiccare (la foggia degli abiti indossati dai due bambini raffigurati in copertina rimanda, direi, esattamente a quell'epoca), più si distanzia dall'idea della Londra dickensiana e dei suoi fantasmi natalizi: la promessa, cioè, di una rievocazione delle leggende, delle sagome evanescenti, dei sussurri intorno al fuoco preesistenti alla nascita, prima, e all’impennata di popolarità, poi, delle inquietudini e delle ossessioni di quei cittadini britannici via via più inclini ad assaggiare, fra un tè pomeridiano e una boccata d’oppio, il malinconico brivido garantito da una seduta spiritica. Le leggende, le sagome evanescenti e i sussurri intorno al fuoco tipici, insomma, dell’Europa a cavallo fra XVII e XVIII secolo, in cui l’incombere sul quotidiano di certe energie ultraterrene, di certe presenze pronte a sbucare dalle nebbie, appariva forse più concreto, più ovvio, più naturale addirittura (basti vedere, a tal proposito, quante siano e quanto sicure suonino le testimonianze di apparizioni sinistre rilasciate da figure note, autorevoli, della vita cittadina del periodo). Vantano un sapore… diverso, in qualche modo, queste storie. Più genuino, probabilmente, volto a richiamare – e, al contempo, esorcizzare, magari proprio tramite la condivisione con altre anime ricettive, già predisposte a credere – un terrore provato in prima persona, un dubbio acquattatosi in un angolo della testa, più che a spaventare il prossimo tramite artifizi retorici o teatrali colpi di scena che, appunto, molto hanno a che fare con la narrativa e poco con l’esperienza e il sentito personali. Il caminetto è sempre (o quasi) presente, ovviamente, ma ad esso si accompagna la voce tremante, a tratti saggia, mai reticente, di un’anziana o di una giovane donna, di un viandante, di un membro della servitù, di uno stimatissimo prelato, ancora ben lungi dall’essere destituita di tutto il suo potere incantatore, di quell’arte di tradurre la realtà in fantasia, persa in seguito a favore della letteratura. È un’immagine, questa, un po’ amara, che il prezioso volume in oggetto…
“La sposa che ritorna a richiamare alla fedeltà il suo promesso; l’uomo assassinato che scuote di rimorso il cuore dell’assassino; fantasmi che sollevano le cortine ai piedi del letto mentre la pendola batte l’una, che si levano pallidi e orrendi dai cimiteri e che infestano le loro anche dimore; che, quando gli si parla, rispondono, e che con il loro tocco freddo e ultraterreno fanno drizzare i capelli sulla testa; il vero fantasma vecchio stile, che profetizza, svolazza e volteggia – chi l’ha visto?”
… si preoccupa di tratteggiare fin dall’introduzione, a cura di Fabio Camilletti, e poi ancora e ancora, negli approfondimenti tematici che precedono ciascuna delle sei sezioni in cui sono suddivisi i racconti e i resoconti presenti nell’antologia, seguendo le orme della citazione di Mary Shelley riportata qui sopra. E lo fa, ponendo l’accento, a mio avviso, su tre aspetti in particolare:
1) la specificità, per così dire, dei contesti storici che hanno dato origine ad alcune delle cronache, delle dicerie, dimostratesi capaci di resistere con maggior forza alla prova del tempo o, in generale, d’imprimersi più vividamente nell’immaginario dei contemporanei (e non). Particolarmente suggestiva, a tal proposito, appare la ricostruzione del clima aleggiante sulla Francia degli anni del Terrore, quella popolata dalle furibonde anime degli antichi sovrani e dei nobili sepolti a Saint-Denis, le cui tombe, sull’onda del fervore rivoluzionario, erano state orribilmente profanate… e, va da sé, da quelle di tutte le vittime della coeva caccia al monarchico istituita da Robespierre – il quale davvero non avrebbe potuto fornire materiale migliore al proliferare d’ogni sorta di superstizione (per assistere a un’altra, analoga processione di aristocratici morti e scontenti, ci tocca forse risalire al pullulare di decollati nella Torre di Londra); 2) il collegamento, tessuto in base a una logica inappuntabile, fra alcuni dei più popolari miti e fenomeni dell’orrore dei giorni nostri, quali la famosissima leggenda metropolitana dell’Autostoppista (qui direttamente riportata, peraltro, nei suoi antichi panni “romani”) o l’intera galassia dei Creepypasta, e quelle che potrebbero esserne considerate le bozze originarie, gli ormai polverosi – ma non per questo meno efficaci, eh! – antenati; 3) la varietà delle fonti a cui si decide di attingere, costituita da un ventaglio che si apre tanto sugli scritti delle più celebri figure del mondo classico quanto sulle storie alla base di alcuni dei più insospettabili guizzi d’ispirazione di autori come Daniel Defoe e Alessandro Manzoni, per poi arrivare a chiudersi sull’eco delle notti a Villa Diodati. Varietà che contribuisce considerevolmente a richiamare la sensazione di quel rincorrersi di bisbigli, di lettere, di punti di vista anche diametralmente opposti, di versioni diversamente cesellate a seconda della fantasia o delle convinzioni del singolo narratore, che, in effetti, caratterizzava lo sbocciare e il successivo consolidarsi delle vicissitudini fantasmagoriche rappresentate fra le pagine del libro.
Interessante, inoltre, nonché utile sia agli appassionati di lunga data del genere sia ai volenterosi neofiti (e, a quanto pare, all’epoca, anche a William Shakespeare in persona!), la riproposta del breve “Glossario Spettrale” compilato dal teologo Ludwig Lavater, sotto forma d’introduzione al trattato “De spectris, lemuribus et magnis atque insolitis fragoribus variisque praesagitionibus”. Non è mai il caso di sottovalutare, in fondo, i vantaggi derivanti dalla capacità di distinguere al volo un Lemure da una Larva… nella vita di tutti i giorni, chiaro, ma anche e soprattutto nel frangente di una lettura come questa, il cui labirinto di nomi e contesti culturali di volta in volta tirati in ballo potrebbe, in effetti, causare un pizzico di confusione nei meno avvezzi a destreggiarsi fra i vari vocabolari dell’occulto…
…
… ed ecco che, proprio allo scopo di scongiurare la confusione in questione, interviene anche la ripartizione del testo in aree ben delimitate, ciascuna inerente a una precisa tipologia di apparizione spettrale, di cui si è detto poc’anzi. Nello specifico, ci ritroviamo davanti a:
- SPIRITI MOLESTI, il cui titolo esemplifica con estrema chiarezza la matassa di ordalìe passate in rassegna pagina dopo pagina. Tra l’assedio in piena regola portato a compimento, ai danni della famiglia Mompesson e con l’intero paese a far da testimone, ne Il tamburino di Tedworth e gli affanni della povera domestica vittima di uno spettro con un “senso dell’umorismo” da poltergeist ne Lo spirito di Dourdans, si può dire che ce ne sia per tutti i gusti.
- CASE INFESTATE, dedicata a uno dei tropi di cui nessuna platea di ascoltatori sembra avere mai abbastanza, quando coinvolta in una maratona di storie di fantasmi. Spicca, a mio giudizio, La casa infestata di Bologna, (dis)avventura riprodotta nella forma della sua prima, cinquecentesca, versione italiana, beneficiando così di tutto l’ulteriore fascino che la prosa dell’epoca può regalare a un aneddoto dai già terrificanti sviluppi.
- NELL’ORA DELLA NOSTRA MORTE, che racchiude in sé alcuni dei brani in assoluto più riusciti, prevedibilmente ma deliziosamente classici, del volume. Una nota di merito, in particolare, trovo vada conferita a L’apparizione della signora Veal, singolare e tenebroso spaccato sulla rete di rapporti, pettegolezzi e credulità soggiacente al viavai cittadino dell’Inghilterra d’inizio ‘700, e a La morte di Lord Lyttleton, tanto breve quanto incisivo – e, se vogliamo, addirittura paradigmatico – esemplare di questa prolifica categoria di visite dall’Aldilà.
- FANTASMI DEL MARE, con il pensiero che, per forza di cose, corre immediatamente alla lugubre tragedia dell’Olandese Volante, qui riportata dalla prospettiva di un equipaggio costretto a fare i conti con l’apparizione di defunti tristemente, crudelmente inconsapevoli di aver abbandonato il regno dei vivi ormai da tempi immemori. Assai meno malinconico è, invece, il ritorno dall’oltretomba delineato in Il Vescovo e Mamma Leakey, agguerrito contendente al titolo di persecuzione spettrale più insostenibile e odiosa mai… registrata?, suppongo, al mondo.
- MORTE INNAMORATE, che, manco a dirlo, non perde tempo a distinguersi come la parentesi maggiormente romantica, nel più ampio senso del termine, della raccolta. E se chiunque abbia un debole per le sfumature filologiche del volume non mancherà, a questo giro, d’individuare una vera e propria “chicca” nella vicenda di Filinnio e Macate, personalmente non ho potuto esimermi dall’entusiasmarmi per i toni da vero e proprio romanzo d’appendice di quel La Monaca Insanguinata a cui perfino la nostrana Gertrude pare essere debitrice, nonché per le raggelanti – perdonatemi, per favore, il riferimento di gusto pop – Nozze Rosse messe in scena nell’amarissimo La Sposa Cadavere.
- SPETTRI CHE NON LO ERANO, ovvero, senza alcun dubbio, la sezione più autoironica fra le sei poste alla nostra attenzione. La fanno da padrone, qui, gli aneddoti menzionati da Jacques Collin de Plancy nel suo Dictionnaire Infernal, tutti ripercorsi con un tono irriverente e brioso non troppo lontano da quello di un maestro della ghost story “umoristica” quale Jerome K. Jerome. E tanti cari saluti all’illustrissimo Torquemada, stavolta ritratto negli inediti panni del cronachista assai poco sveglio.
Cosa si può desiderare, a questo punto, di più di quanto già offertoci… ? Ma, naturalmente, un prontuario!, redatto dal professor Mayer nel 1748, volto a fornirci tutti gli strumenti intellettuali necessari a fronteggiare con successo l’eventuale incontro con un’anima in pena… o chi per lei, s’intende, dato che, beh, l’esistenza degli spiriti dei trapassati non viene certo negata, ma si consiglia comunque di eleggerla a unica possibile spiegazione di quanto visto e/o vissuto solo dopo aver scartato, prima, ogni altra ipotesi…
Edizione bellissima, come sempre; mi fido molto più delle competenze di Abeditore che di me stessa. Ammetto di aver trovato molto più interessante l'introduzione (un breve saggio antropologico ed editoriale sulle storie di fantasmi) che non i racconti in sè, che secondo me sono stati quasi tutti abbastanza dimenticabili.
Tutti i libri di questa casa editrice hanno qualcosa di magico: dalla copertina ai testi. Sono tutti da leggere. Non mi hanno mai delusa. Le storie di fantasmi sono sempre le mie preferite.
Bello non tanto per i racconti in sé, ma soprattutto per la magnifica prefazione alla raccolta che viene fatta e le introduzioni a tutti i racconti. Un piccolo gioiellino da avere a casa.
Una compendio spettrale tra racconti, trattati teologici, cronache e resoconti che testimoniano come i fantasmi appartengano da sempre al nostro immaginario e vi siano tutt’oggi impressi vividamente. La raccolta comprende un 𝕲𝖑𝖔𝖘𝖘𝖆𝖗𝖎𝖔 𝕾𝖕𝖊𝖙𝖙𝖗𝖆𝖑𝖊 e si divide in sezioni tematiche:
· 𝕾𝖕𝖎𝖗𝖎𝖙𝖎 𝖒𝖔𝖑𝖊𝖘𝖙𝖎, dedicata ai Poltergeist, spettri che si manifestano tramite il movimento di oggetti all'interno di una casa con l'intento di infastidire i malcapitati;
· 𝕮𝖆𝖘𝖊 𝖎𝖓𝖋𝖊𝖘𝖙𝖆𝖙𝖊, si sofferma sugli spiriti che tormentano gli occupanti finché non vengono ascoltate e accolte le loro richieste (spesso riguardanti conti in sospeso o la richiesta di una degna sepoltura);
· 𝕹𝖊𝖑𝖑'𝖔𝖗𝖆 𝖉𝖊𝖑𝖑𝖆 𝖓𝖔𝖘𝖙𝖗𝖆 𝖒𝖔𝖗𝖙𝖊, tratta il tema dell'apparizione di uno spettro a un caro del defunto nel momento esatto del decesso, tra questi è contenuto uno dei racconti di fantasmi che nel 1816 M. G. Lewis raccontò a Lord Byron e ai coniugi Shelley nell'estate da cui sarebbe nato il Frankenstein;
· 𝕱𝖆𝖓𝖙𝖆𝖘𝖒𝖎 𝖉𝖊𝖑 𝖒𝖆𝖗𝖊, si sofferma sugli spettri di questa tipologia e in particolare non posso non citare uno dei racconti che ruota attorno alla famosa leggenda dell'Olandese Volante e della sua ciurma (uno dei miei preferiti);
· 𝕸𝖔𝖗𝖙𝖊 𝖎𝖓𝖓𝖆𝖒𝖔𝖗𝖆𝖙𝖊, tratta il tema dell'amore che resiste alla morte e si ripresenta alla porta dell'amato e di presenze che interferiscono al lieto fine. Questa sezione è una delle mie preferite, non posso non citare la Monaca Insanguinata (che influenzò Manzoni nei Promessi Sposi) e La Sposa Cadavere (una delle varianti del racconto che influenzò Tim Burton);
· 𝕾𝖕𝖊𝖙𝖙𝖗𝖎 𝖈𝖍𝖊 𝖓𝖔𝖓 𝖑𝖔 𝖊𝖗𝖆𝖓𝖔, pone in esame noti casi rivelatisi truffe e inganni "paura, amore, dolore, rimorso sono veri e propri pittori che disegnano quadri interi nelle menti sconvolte", a ricordare che non sempre l'inganno è voluto;
· Infine la raccolta si chiude con 𝕽𝖎𝖒𝖊𝖉𝖎 𝖊 𝖎𝖓𝖉𝖎𝖈𝖆𝖟𝖎𝖔𝖓𝖎 𝖈𝖔𝖓𝖙𝖗𝖔 𝖎𝖑 𝖙𝖎𝖒𝖔𝖗𝖊 𝖉𝖊𝖌𝖑𝖎 𝖘𝖕𝖊𝖙𝖙𝖗𝖎 del professor Mayer, estratto dal saggio del 1748.
Molti racconti basano le proprie radici sul folklore ed è davvero interessante come ancora oggi alcuni di questi ci siano noti tramite film o famose opere letterarie nate da questi spunti. Il punto forte di questa raccolta che si focalizza maggiormente tra '600 e '700 è che si concentra sulla classica figura dello spettro, quello dispettoso e non sempre malevolo, una chicca secondo me sono proprio le testimonianze di eventi soprannaturali, scritti sicuramente meno raffinati ma dal sapore più autentico. Ho adorato l’alternarsi dei racconti a queste testimonianze sempre narrate da personalità eminenti a volerne confermare la veridicità, una duplice analisi che ci solleva a mezz’aria per danzare con questi fantasmi, tra il vero e il fantastico, tra la leggenda e il terrore primordiale.
Che ne è dei fantasmi del tempo che fu? A porsi la domanda, nel marzo del 1824, è niente meno che Mary Shelley, in un articolo intitolato proprio “I fantasmi” (On Ghosts).
In questa raccolta di racconti, trattati teologici e resoconti, dalla veste meravigliosamente bella come tutte le edizioni di abeditore, ritroviamo una serie di racconti su quei fantasmi che invadono i cimiteri, che alzano le cortine del letto, che popolano i mari e infestano le loro antiche dimore; insomma i fantasmi di una volta che si fanno sentire mentre “la pendola batte l’una”. A volte sussurrano cose, pregano, supplicano.
Tra questi è riportato anche quello che nel 1816 M.G.Lewis raccontó a Lord Bayron e Mary Shelley nell’estate in cui sarebbe nato poi Frankestein.
Spettriana raccoglie una selezione di racconti di fantasmi dei tempi passati, storie tramandate da generazioni, leggende e resoconti di apparizioni, sussurri e case infestate.
L'edizione è, come di consuetudine quando si parla di Abe, veramente molto bella e curata in ogni dettaglio, dai racconti fino alle illustrazioni e all’impaginazione.
Ammetto che mi aspettavo che questo libricino portasse più paura ed inquietudine, cosa che invece i racconti trattati, forse per il modo in cui sono scritti, forse per l’epoca da cui arrivano, non hanno trasmesso. Tuttavia, resta una lettura molto interessante, soprattutto grazie alle brevi introduzioni e spiegazioni che inseriscono le storie nel giusto contesto.